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Autore: amu hinamori    31/10/2013    2 recensioni
la storia narra dell'avventura di una principessa ribelle, che non si è mai innamorata, ma che lo vorrebbe tanto, grazie al suo rapimento da parte di Ikuto, lei capirà cosa vuol dire innamorarsi e svelerà il mistero che si cela dietro alla sua collana a forma di conchiglia blu, tutto sulle onde del mare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ai rintocchi della mezzanotte non si sentì niente, dopo l’ultimo rintocco un urlo straziante proveniente dalla stanza di Amu ruppe il silenzio, tutti quanti accorsero davanti alla porta dove c’era già Ikuto, aprirono la porta e videro che la stanza era vuota e di Amu neanche l’ombra…
 
IL MATTINO DOPO… A CORTE
La luce filtrava dalle finestre nella stanza della principessa, i raggi del sole le rimbalzavano sugli occhi, lentamente li aprì.
-Ma… dove mi trovo?- disse sedendosi sul letto, poi riconobbe la sua camera da letto con tutti i libri, gli abiti e le sue cose di alta classe.
-Ma cosa è successo?- si domandò, si mise una mano sulla testa, aveva un forte dolore alla tempia, si sentiva debole, -ora mi ricordo! Ero appena andata a dormire, poi mi sono svegliata perché ho sentito una stretta in vita…- e poi non si ricordava più niente, -il primo ministro- disse con voce sicura.
Aprì l’armadio, prese il primo abito che le capitò sotto mano, lo indossò, s’infilò le scarpe e corse fuori dalla stanza.
Continuò a correre per i corridoi del palazzo, fino a quando non arrivò nella sala del trono, dove vide il primo ministro parlare con un uomo con una benda sul occhio destro e un pugnale attaccato alla cintura. Il primo ministro quando vide la principessa, congedò l’uomo e si diresse dalla principessa.
-Esigo delle spiegazioni- disse Amu stringendo i pugni.
-Non capisco cosa intendete dire vostra altezza- rispose l’uomo con altezzosità e finta ignoranza.
-Voi sapete bene cosa intendo dire, come ci sono arrivata fino a qui?- chiese lei irritata.
-Ah, quello. Vi ho solo riportata a palazzo, vi ho solamente riportata a casa vostra, un grazie me lo meriterei- disse lui arroganza. Amu non credeva neanche a una sola parola del primo ministro.
-Me ne vado- disse lei girandosi e andando verso l’uscita della sala.
-Dove vorreste andare, vostra altezza?- chiese lui ridendo.
-Dai miei amici- disse lei fermandosi.
-Da chi? Da quei pirati, anzi più che pirati, ottimi attori- disse l’uomo continuando a ridere.
-Non capisco cosa intendete dire- disse Amu ignara di quello che stava dicendo il primo ministro.
-Sto solo dicendo che voi siete appena uscita da una storia senza lieto fine che ho scritto personalmente, mi chiedo se vi è piaciuto fare la parte della protagonista?- continuò lui. Amu si voltò di scatto.
-Primo ministro, parli chiaro- esordì lei autoritaria. L’uomo rise come un pazzo malvagio.
-Sto solo dicendo che tutto quello che vi è accaduto era solo una messa in scena, da quando ho annunciato il nostro matrimonio a ieri notte quando vi abbiamo prelevata da quella villa- disse lui.
-I-i-io n-non ci credo- balbettò Amu sconvolta.
-A cosa? Che tutto quello che le è successo era stato programmato? Che io le abbia mentito? Oppure che quel pirata le abbia mentito? Scelga lei, ma in ogni caso la risposta sarà sempre la stessa, Sì, è vero. Brutta la verità, vostra altezza?- chiese il primo ministro ridendo dell’ingenuità della ragazza.
-Tutto quello che mi è successo, i miei svenimenti, il rapimento, i pirati, Ikuto, tutto era una messa in scena, tutta una menzogna?- chiese Amu incredula.
-Ma certo, vi è piaciuta la commedia?- chiese lui ridendo.
-Ma perché Ikuto lo ha fatto?- chiese lei.
-Per qualche migliaio di denari, era solo un semplice pirata che ha fatto il suo lavoro in modo eccellente- rispose il primo ministro soddisfatto.
-Quindi tutto quello che mi ha detto, tutto quello che ho visto, sentito erano solo un…- lei non riuscì a completare la frase per il dolore che provava.
-Un’illusione, vostra altezza, un’illusione- disse il primo ministro completando la frase.
Amu aveva le lacrime agli occhi, corse via, se ne andò in camera sua. Continuò a piangere, non aveva che lacrime da versare, coltelli di acqua salata che sgorgava dagli occhi le ferivano il volto senza fermarsi.
-Ikuto io,… io,… - iniziò ad ansimare fra le lacrime.
-IKUTO IO TI ODIO!!!!!!- urlò poi in preda alla disperazione.
 
A CASA DEI PIRATI
Nessuno da quella mezzanotte aveva più preso sonno: Yoru e Utau versarono per due ore lacrime di dolore, Kukai urlò parole senza senso, Pierre stette in silenzio sul divano a prendere a pugni un cuscino, anche se voleva che al posto di quel cuscino ci fosse la faccia di Ikuto o del primo ministro e Keith pianse in silenzio nel suo mondo. A tutti piaceva Amu come amica, ed era considerata come tale da tutti, già quei ragazzi avevano perso i loro genitori, poi perdere una ragazza che hai preso come ostaggio ma che ti tratta come amico era troppo.
Ikuto era rimasto in camera sua a pensare a quello che aveva fatto ai ragazzi, ad Amu e a se stesso: si odiava, tante immagini di Amu gli passavano davanti come un film.
-Ora basta, la devo dimenticare!- esordì lui tirando un pugno contro l’armadio. –Ma perché mi faccio tanti problemi, ho fatto il mio lavoro e basta, quante volte avrò rapito principesse? Un centinaio, ma perché adesso per lei mi sento così male?- urlò lui. Keith passando davanti alla camera di Ikuto, così entrò nella stanza e disse con le lacrime ancora sul viso: -Perché lei ti dimostrato amicizia, sincerità fin da quando eravate piccoli, tu così facendo l’hai tradita, con tutto l’amore che ti ha dato è così che la ripaghi, uccidendo i suoi sentimenti.
Ikuto si voltò di scatto, vide Keith e poi capì che era tutto vero, poi affermò: -Vattene, voglio stare da solo- così Keith se ne andò via.
Ikuto rimase per tutta la giornata rinchiuso in camera sua, continuando a chiedere scusa ad Amu con il pensiero.
Verso le sei di sera, uscì dalla sua stanza e si diresse al piano di sotto. Attraverso il corridoio ed arrivò davanti alla porta della camera di Amu. Entrò nella stanza. Era tutto come era stato lasciato da quando Amu era sparita. Si sedette sul letto, iniziò ad accarezzare il cuscino tutto stropicciato. Poi aprì l’armadio e tirò fuori l’abito blu della ragazza, quel bellissimo abito fatto da lei che aveva su quella notte che Ikuto la rapì. Si sedette ai piedi del letto, strinse a  se l’abito e iniziò a piangere lacrime d’amore, aveva ucciso quel stupendo sentimento nella ragazza che amava più di ogni altra cosa e per questo si odiava.
A PALAZZO REALE
Qualcuno suonò alla porta della camera di Amu, lei si compose e disse: -Avanti.
Entrarono tre ragazze con su degli abiti sfarzosi, Amu quando le vide non disse niente, era sicura che si fossero dimenticate di lei.
-Ciao raggio di luna- disse Noelle con voce dolce.
-Vedo che non vi siete dimenticate il mio soprannome. Perché siete qui?- chiese Amu guardandole.
-Come potevamo dimenticarci di te?- esordì Caren.
-Sei la nostra migliore amica, sei indimenticabile- affermò Angelica.
-Vi ho fatto una domanda- disse Amu che stava già prendendo la pazienza, ne aveva avute abbastanza per quel giorno, e qualcuno che le dicesse queste frasi da “migliori amiche per sempre e non ci facciamo sentire più per cinque anni” non era proprio il caso.
-Siamo qui perché abbiamo saputo quello che ti è successo- disse Angelica.
-Ah, avete visto? Il primo ministro mi ha salvata, che brav’uomo- disse Amu sarcastica.
-Sappiamo tutto- affermò Caren. Amu alzò gli occhi, sapevano tutto, tutto.
-Sappiamo di tutti i retro scena della situazione- continuò Noelle sedendosi accanto a Amu.
-Come fate a saperlo?- chiese lei incredula.
-Abbiamo i nostri contatti- disse Caren sedendosi a fianco ad Amu.
-Beh, siete venute qui a consolarmi?- chiese Amu.
-No- disse Angelica. Amu incarnò il sopracciglio stranita dalla risposta della ragazza.
-Cioè- continuò Noelle, -ti abbiamo portato questo- disse porgendo un album di disegni ad Amu.
Lo sfogliò, notò tante somiglianze con quello che aveva trovato in camera di Ikuto, poi quando arrivò in fondo vide un disegno con dei bambini con su dei nomi sopra, li lesse ad alta voce.
-Noelle, Amu, Caren, Angelica, Kaito, Ikuto… e allora ragazze?- chiese Amu chiudendo il libro. Le amiche la guardarono, sapevano che c’era un nome un po’ troppo famoso per i loro gusti. Amu lesse sulle facce delle ragazze la verità.
-Non può essere vero…- sibilò, aprì di scatto il libro e andò all’ultima pagina, fissò il bambino con su il nome di Ikuto, il bimbo era disegnato con i capelli blu e gli occhi color ametista.
-Il bambino del disegno è proprio quel Ikuto, il ragazzo-pirata che ti ha rapita - affermò Angelica.
-Ragazze io non capisco, per non me ne sono ricordata prima?- chiese Amu confusa.
-Semplice, incantesimo del cancella memoria- affermò Angelica. Amu la guardò stranita, come se la ragazza fosse diventata pazza da un momento al altro.
-Angelica, ma che vai a dire?- chiese Amu.
-Ti sta dicendo che la magia esiste, e che il primo ministro è uno stregone- disse Caren.
-Che cosa?- esordì Amu più sbalordita di prima.
-Vedi- iniziò Noelle, -abbiamo scoperto che il primo ministro si sta cercando di impossessare del trono del regno, solo che visto che non fa parte della famiglia reale e non si sposerà mai con te, ha bisogno essenzialmente della tua dipartita e della tua collana, ottenendo questi pezzi potrà impadronirsi del trono, così ha messo in scena questa storia per distruggerti psicologicamente così ti avrebbe potuto prendere la collana senza avere problemi.-
-Così facendo il dolore ti avrebbe distrutta, e saresti ehm… passata a miglior vita- disse Angelica concludendo il discorso. Per Amu sembrava tutto uno scherzo, ma aveva in mente quello che le era successo la notte prima e purtroppo ci doveva credere.
-Ragazze sembra un racconto dell’orrore- affermò Amu sconvolta dalla verità.
-Quindi Ikuto non ne ha colpa, dobbiamo solo distruggere la fonte del potere del primo ministro, che è in questo castello, e il gioco sarà fatto- continuò Caren. Amu alzò gli occhi, era infuriata con Ikuto, per tutto: per non averle detto niente sul rapimento, per non averle detto chi era in realtà, per tutti quegli sguardi falsi.
-Faremo così- iniziò a dire lei alzandosi, -distruggiamo la fonte del potere di tutta questa magia, facciamo arrestare il primo ministro e chiudiamo questa faccenda una buona volta per tutte!-
-Di’ la verità: lo fai per Ikuto- disse Noelle curiosa.
-Per niente, vorrei farlo sparire dalla faccia della terra, ma visto che non ho voglia di sporcarmi le mani, lo risparmierò. Ma resta il fatto che sono comunque incavolata nera con lui- disse lei fissando fuori dalla finestra il mare.
-Fa pure come credi, ma è meglio distruggere quella fonte, prima che quel uomo la usi su di te ancora una volta, ti ha provocato solo dei semplici svenimenti per ora, ma pensa cosa potrebbe succedere se la utilizzasse in modo da farti sparire per sempre- affermò Angelica.
 
INVECE IKUTO…
Il mattino dopo andò a casa di Shane perché il nonno di quest’ultimo era tornato, portò con se la spada e il ciondolo di Amu. Era pieno di domande e di dubbi che gli affollavano la testa.
-Buongiorno Shane- disse lui salutando il ragazzo.
-Ikuto, che piacere rivederti. Ma sei da solo?- chiese Shane non vedendo la ragazza della scorsa volta.
-Meglio che ne parliamo in casa- disse Ikuto con gli occhi tristi.
Entrarono nella casa di Shane, Ikuto parlò di quello che era successo con Amu, era sbalordito Shane, non ci riusciva a credere.
Quando arrivò il nonno di Shane, Ikuto gli fece vedere la spada.
-Mio caro Ikuto questa è proprio la spada dei sette mari, ma cosa te ne fai?- chiese il vecchio osservando la spada.
-Era l’obbiettivo di mio padre- rispose il ragazzo.
-E cosa vuoi fare con quella ragazza?- chiese poi il vecchio.
-Chi?- chiese Ikuto.
-La dolcissima e bellissima principessa che è acclamata da tutti, quella ragazza con cui giocavi da piccolo ed è la stessa che tu hai rapito qualche settimana fa- affermò il vecchio lasciando pensare Ikuto. Poi lo sguardo del ragazzo divenne cupo e triste.
-Ragazzo, sarò vecchio e non ci sentirò da tutte e due le orecchie ma riconosco quel viso da pesce lesso che ti ritrovi, tu non volevi fare quello che hai fatto- continuò il nonno di Shane.
-Ma lei come può sapere…?- chiese Ikuto.
-Keith quando si tratta di farti ragionare è più veloce della luce, poi se ci aggiungi Utau, Yoru, Kukai e Pierre che sono venuti tutti insieme, vuol dire che l’hai combinata grossa…- disse saggio.
-E che cosa dovrei fare?- chiese Ikuto.
-Fai abbassare le acque, e poi vai da lei- disse il vecchio. Ikuto annuì, poi se ne andò via. Si sentiva un po’ sollevato per le parole del nonno di Shane. Quando tornò a casa trovò tutti in salotto, Pierre aveva in mano una lettera aperta, la diede a Ikuto che iniziò a leggerla:
-“Verremo a riprenderci la collana della principessa domani alle cinque del pomeriggio, sul promontorio a nord. Non fate scherzi o sarà peggio per voi.
Il primo ministro”-.
-Che cosa facciamo?- chiese Utau.
-Prepariamoci a una battaglia- disse Ikuto vedendo fuori che iniziava a diluviare…

 
  
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