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Autore: Strawberry Milkshake    01/11/2013    5 recensioni
Quanti di voi vorrebbero volare insieme a Deidara?
Quanti di voi vorrebbero usare la falce di Hidan?
E quanti hanno pregato Jashin per riuscirci?
Beh, io l’ho fatto e i risultati non sono stati…quelli che dovevano essere!
Ho fatto irruzione a Konoha e sono stata rapita da una banda di fighi… ma si può sapere che cos’ha contro di me il destino!?
Genere: Azione, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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CAPITOLO DODICI
Chiarimenti: parte I  -Keyra-
 

Fissando con molto interesse la mia tazza di the fumante, ero arrivata alla brillante conclusione che quel samurai assomiglia in un modo incredibile a mio fratello minore.

E questa è una cosa abbastanza preoccupante.

Alzai timidamente lo sguardo, studiando con attenzione il volto del ragazzo. Si, non c’erano dubbi, quello era uguale a mio fratello!

-Allora, alla fine sei arrivata- disse calmo, cominciando a sorseggiare la sua bevanda  -Sono sicuro che ti stai chiedendo molte cose, ma prima permettimi di presentarmi, mi chiamo Taiyo, e sono il guardiano di questo antico tempio.-

Annuii, prendendo in mano il bicchiere e cominciando a bere. Ovviamente mi ustionai la lingua dimenticando di soffiare sulla bevanda incandescente.

La faccia che feci aveva sicuramente del comico, visto che Taiyo accennò a un lieve sorriso.

-Vedi, il motivo per cui sei qui è molto semplice: tu stai cercando delle risposte, vero? A partire dal rotolo che ti ha consegnato il tuo capo, se non sbaglio.-

Per poco non sputai il the in faccia a Hikaru, che se ne stava felicemente appollaiata sul braccio di Taiyo. Tirai fuori il rotolo e glielo porsi.

-Oh, pensavo che non l’avrei mai più rivisto, sai, ci ho messo un po’ per scriverlo…-

Altro tentativo di soffocamento a base di the quasi riuscito!

Mi alzai in piedi di scatto, sbattendo le mani sul tavolino.

-M-mi stai dicendo che tu sei il famoso stalker!?- urlai, con gli occhi fuori dalle orbite. Però dai, in fondo mi era andata bene, chi può vantare di essere stato vittima di uno stalker così figo?

Ok, no, resetta questi pensieri sconci Himeko, è praticamente identico a Marco!

Estremamente combattuta iniziai a scuotere la testa da una parte all’altra, sotto lo sguardo perplesso del samurai.

-Mi dispiace, ma non riesco a capire…- rispose in modo pacato. –Sai, sapevo che saresti arrivata, tu sei l’ultima reincarnazione della sacerdotessa Kaguya, il tuo compito è spezzare la maledizione.-

-…Oh…-

Non riuscivo a spiccicare parola, certo, una piccola parte di me ormai lo sapeva da tempo, ma il modo diretto con cui lo disse mi fece crollare il mondo addosso.

-Sei sorpresa?-

-Un po’…-

Taiyo mi sorrise  -Non preoccuparti, è normale. Il mio compito consiste proprio nel guidarti. Risponderò a tutte le tue domande.-

Incrociò le braccia, appoggiandole sul tavolino e aspettando una qualsiasi parola da parte mia.

-Senti, mi dici perché assomigli così tanto a mio fratello Marco?- chiesi, più per curiosità che altro.

-Beh, non è una coincidenza, devi sapere che tutte le persone del tuo mondo hanno una corrispondente in questo.-

-Non ho capito-

-Lo sospettavo! In pratica per ogni persona del tuo universo esiste un’altra persona che le somiglia in questo mondo. Prendi me ad esempio, hai detto che sono simile per tuo fratello, infatti lui è la mia corrispondente nel tuo universo.-

-Ah, ho capito!- esclamai, alzando un dito al cielo in segno di vittoria.  -Aspetta, ma allora…- dissi, diventando pensierosa in due decimi di secondo  -…QUESTO VUOL DIRE CHE IL MIO VICINO DI BANCO È KUZU!!!-

Tirai fuori il cellulare, esaminando la foto di classe  -Umm, in effetti non sono poi tanto diversi, entrambi fissati col risparmio, sguardo glaciale, calcolatore, un fottutissimo genio della matematica…Taiyo!- esclamai, rivolgendomi al samurai  -Ho appena fatto una scoperta incredibile.-  

-Non si era affatto capito-

Spiritoso, davvero, in qualunque mondo andassi, il sarcasmo del mio fratellino rimaneva immutato.

-Aspetta, ma se io sono l’ultima reincarnazione della sacerdotessa, perché non sono nata in questo mondo ma in un altro?-

Ragazzi, la mia prima domanda intelligente, fatemi un applauso!

-Non ne sono sicuro, ma credo che sia stata opera di Miroku.- rispose, indurendo lo sguardo.

-Comunque, mi piacerebbe sapere chi è Kojiro a questo punto…- dissi con nonchalance, sperando che il mio sospetto non fosse fondato.

-Se non sbaglio…-

Ti prego, ti prego, fa che abbia sbagliato!

-…Era un ragazzo, abbastanza giovane…umm, mi pare che avesse i capelli…-

Non grigi!

-…Grigi, si, ne sono sicuro e poi gli occhi erano…-

Non viola, ti prego!

-…Viola, se non sbaglio , si e si chiamava…-

Ti prego non dire Hidan!

-…Hidan.-

Taiyo mi guardò assottigliando lo sguardo, che bastardo, lo sapeva fin dall’inizio!

Caddi sul pavimento sconvolta, scuotendo ritmicamente la testa. No, sicuramente avevo capito male, ma la faccia di Taiyo era di un’altra opinione.

Ora si spiegavano tutte quelle strane sensazioni, le visioni, il mio amore sconfinato verso l’albino.

Perché si, diciamocelo, io ero follemente innamorata, lo ero sempre stata. Mi passai istintivamente due dita sulle labbra, rievocando il dolce sapore di quel bacio bramato da tempo.

Tornai nel mondo dei vivi dopo non so quanto tempo. Trovai Taiyo che mi sorrideva. Mi si sciolse il cuore, provavo una sorta di amore fraterno verso quel ragazzo, nonostante fosse sicuramente più grande di me.

-Bene, adesso che abbiamo chiarito queste cose, penso che tu debba parlare con le altre.- disse, alzandosi e sistemandosi il kimono  -Vieni.-

Lo seguii per il tempio, non era molto grande, e non feci difficoltà a ricordarmi la strada. Arrivammo alla fine del corridoio, Taiyo fece scorrere un pannello di legno, rivelando una camera.

-Questo era l’appartamento della sacerdotessa. Fai con calma, il tempo è il nostro ultimo problema- e con questo chiuse la porta, allontanandosi.

Studiai la stanza per bene, soffermandomi sui pannelli di legno, decorati da motivi floreali.

Quella era la stanza della mia prima visione!

Appoggiai lo zaino accanto al comodino di ciliegio, cominciando a sistemare gli indumenti nei vari cassetti. Aprii l’armadio, trovando un bellissimo Kimono blu scuro con dei decori argentati sulle maniche, che riprendevano il colore della fascia in vita.

Mi cambiai, sistemando la cappa dell’organizzazione mezza lacerata nell’armadio.

Mi accorsi poi della porta che dava su un magnifico terrazzo.

Scalza, uscii, constatando con felicità che la temperatura era delle migliori. Mi sedetti sulle pietre che formavano la ‘ringhiera’, lasciando le gambe penzoloni. Chiusi gli occhi, godendomi il venticello primaverile.

A quel punto mi accorsi della presenza di un altro tipo di chakra. Era molto simile al mio, anzi, se non fosse comparso all’improvviso, probabilmente non l’avrei nemmeno percepito.

Aprii di scatto gli occhi, spaventandomi nel ritrovare la mia visuale completamente bianca.

-Ma che cazz… ARGH!-

Caddi all’indietro, facendomi non poco male al fondoschiena.

La causa del mio quasi infarto si mise a ridere, porgendomi una mano.

-Scusa, non volevo spaventarti!-

Guardai stupita la ragazza che mi si era parata davanti, aveva lunghi capelli castani, lisci da far invidia, e occhi di un verde brillante. Era vestita da ninja, e al collo svettava il coprifronte del villaggio della cascata.

La guardai in cerca di spiegazioni, lei si limitò a ridere.

-Mi chiamo Keyra- sentenziò alla fine  - E sono la tua ultima vita!-

-Scusa ma non ho capito-

-Allora, lo sai vero che sei la reincarnazione della sacerdotessa, no? Bene, oltre a quella vita ne hai vissute esattamente altre 998, contando quella che stai vivendo adesso arriviamo a un totale di mille! Prima di essere…Himeko, eri me!-

-Mi stai dicendo che prima di morire per mano della maledizione ero te?-

-Esattamente!- esclamò felice  -Sono qui per raccontarti la mia storia, affinché tu capisca meglio.-

-Beh…Grazie!-

-Allora, incomincio col dirti che, riguardo a termini di tempo, sono vissuta circa…65 anni fa, come avrai capito facevo parte del villaggio della cascata- mi prese le mani, eccitata –E questa è la mia storia!-

 Lo sfondo cambiò, mi ritrovai a fissare quello che doveva essere il villaggio della cascata.

-Questi sono i miei ricordi, quindi non puoi interagire con nessuno, guarda!- Keyra allungò una mano verso una signora che stava passando per strada, ma questa non si accorse di nulla e la  oltrepassò.

-Che figata!-

-Vero? Comunque, all’epoca ero ancora una novellina…-

Mi ritrovai a fissare una stanza.

 
Keyra si rigirò nel letto, sbuffando dopo l’ennesimo richiamo della madre.

-Keyra, scendi immediatamente da quel letto, Lexi ti sta aspettando, non vorrai di certo far tardi ad allenamento, vero?-

Alla parola allenamento la ragazza si alzò di scatto, scese dal letto e si buttò nell’armadio, riemergendo poco dopo con dei vestiti. Scese le scale a due a due, rischiando di cadere più di una volta. Afferrò al volo il pezzo di pane intriso di confettura e si diresse verso l’ingresso, sistemandosi il coprifronte.

Aprì la porta, rischiando di travolgere una ragazza, che stava sulla soglia con la mano ancora stretta a pugno.

Aveva lunghi capelli color pece, e indossava un semplice vestito azzurro, niente scarpe, i piedi erano fasciati da nastri del medesimo colore. Sugli avambracci svettavano due tatuaggi asimmetrici neri.

 
-Lei era la mia migliore amica, Lexi! Mi è sempre stata accanto, le volevo molto bene. Chissà quanto ha sofferto per colpa mia…- disse Keyra, con uno sguardo decisamente troppo serio.

Mi venne naturale stringerle un po’ di più la mano, per rassicurarla. Le rughe della fronte si distesero, e la ragazza tornò più sorridente che mai.

 
-Alla buon’ora Keyra!- esclamò la mora, indietreggiando giusto in tempo  -Lo sai che se facciamo tardi ci uccidono, quindi muoviti!-

-Si, arrivo… munch, munch, fammi almeno mangiare…-  ribatté la castana, finendo di masticare il boccone.

Le due si diressero a passo spedito verso le mura, dove ad aspettarle c’era un ragazzo, occhi color caramello e capelli biondissimi.

-Scusa il ritardo Kukai, ti preeeego!-

Il ragazzo scosse la testa rassegnato, ma subito un sorriso dolce gli si formò sul volto.

-Se corriamo siamo ancora in tempo…-

Si vedeva che era innamorato perso. La combriccola si diresse fuori dal villaggio, puntando verso un ampio spazio erboso.

Dopo qualche minuto di corsa, i tre si fermarono.

Non trovando nessuno, si rassicurarono.

-Vuoi vedere che non è ancora arr…-

-Siete in ritardo.-

Da dietro le spalle di Kukai tuonò una voce autoritaria, che fece prendere un colpo a tutti e tre.

-No sen sei, è tutta colpa sua!- urlò Keyra, indicando il ragazzo

-Ma cosa dici, sei tu che ti svegliata in ritardo!-

-Si, ma questo perché la sveglia che mi hai regalato non funziona bene!-

-Ti sei mai chiesta che forse buttarla fuori dalla finestra non sia poi una così grande idea?-

-Ma stai zitto!-

L’uomo spazientito li prese per il bavero delle maglie, dividendoli a forza.

-Bene, vorrà dire che oggi l’allenamento sarà più lungo…-

 
-EH!?- urlai, non riuscendo ad articolare una frase decente.

-Cosa c’è?- chiese Keyra, guardandomi preoccupata.

Con un dito tremante indicai la figura che Keyra aveva chiamato sen sei.

-KAKUZU!?-

-Oh, lo conosci?- mi chiese tranquilla la ragazza, per niente scossa dalla mia affermazione.

-Certo! È in squadra con me…-

-Ahahah! Ma guarda tu che strana coincidenza!-

Allibita tornai a guardare.

 
-Più veloce Keyra! Muoviti!-

La ragazza si difese a malapena dall’ennesimo calcio alla bocca dello stomaco, era stanca morta, i muscoli non rispondevano più, erano troppo pesanti. Scivolò di lato, ma troppo tardi si accorse del calcio che la scaraventò contro un albero.

Una smorfia di dolore e poi tanto sangue.

 
 
-Sen sei, fa male…- pigolò Keyra, mentre Kakuzu le ricuciva il taglio sulla schiena.

-Pazienza-

-Lexi-chan…- chiamò, con lo stesso tono di voce  -Mi fa male la schiena…- disse, mostrando una faccia da cucciolo bastonato.

-Mi dispiace Keyra-chan. Ma tanto tanto?-

-Si, tanto tanto. Mi sono fatta di nuovo la bua.-

-No Keyra-chan! Ma io ho il cerottino, così poi ti passa tutto!-

Kakuzu alzò gli occhi al cielo esasperato.

-AHI! Ok, va bene, era per scherzare, non essere così drastico sen sei!-

 
-Oddio, ci piaceva da matti farlo innervosire! Faceva certe facce epiche!-

-Non è affatto cambiato, guarda, quell’espressione è la stessa che ha quando io e Hidan litighiamo!-

-L’esasperazione fatta persona! Ahahah!-

Il paesaggio cambiò di nuovo.

-E adesso?- chiesi.

-Oh, saltiamo un po’ di mesi, altrimenti ci stai una vita a guardare tutto. Devi sapere che tra le nazioni non scorreva buon sangue, e quindi una notte arrivarono dei ninja di Konoha, che avevano come missione distruggere il villaggio. Comprensibile, visto che il sen sei era partito qualche giorno prima per uccide il loro Hokage. Attaccarono di sorpresa nel cuore della notte…-

 
-Forza, muovetevi! Stanno attaccando il villaggio!-

-Hanno aperto un varco nelle mura, adesso si trovano in città!-

-Fate evacuare la gente! Muoversi, non c’è tempo da perdere!-

Keyra correva a perdifiato per le vie del villaggio, aveva visto un ninja nemico dirigersi verso le mura. Non poteva assolutamente lasciarlo fuggire.

Con un calcio ben assestato colpì altri due ninja nemici, ritrovandosi però bloccata in mezzo a un altro gruppo.

-Distruggeremo questo villaggio! Sembra un buon punto per iniziare il nostro lavoro, vi pare?-

Erano troppi, non ce l’avrebbe mai fatta. Si sentì un urlo e poi gran parte dei ninja caddero a terra.

-Vai Keyra, cattura la spia, qui ci pensiamo noi!-  urlò Kukai, affiancato poco dopo da Lexi.

La ragazza annuì e continuò il suo inseguimento, dirigendosi verso le mura.

Lo trovò che stava per lasciare il villaggio. Lesta, gli scagliò contro un kunai, che lo ferì al viso. Il ragazzo si girò, arrestando la sua corsa.

Si passò un dito sulla ferita, leccandosi il sangue in maniera provocatoria.

Coi capelli corvini sparati in tutte le direzioni e due occhi magenta che la fissavano con aria di sfida, Keyra ebbe un tuffo al cuore. Il suo attimo di esitazione durò poco, impugnò l’arco e incoccò tre frecce.

Il ragazzo alzò le mani, non perdendo però la sua espressione beffarda.

-Non ho nulla, lo giuro!- disse, camminando in avanti, mentre Keyra tendeva sempre di più le frecce.

-E secondo te dovrei crederti?- disse con disprezzo.

Il giovane alzò un sopracciglio con aria divertita.  –Non mi credi forse?-

-Neanche un po’!-

Lo fissò negli occhi per dei secondi interminabili, rimase letteralmente ammaliata da quelle iridi, messe in ulteriore evidenza dal trucco verde del viso. Due linee smeraldine che partivano dagli occhi e si fermavano sul mento.

Intanto il ragazzo si avvicinava, tanto che Keyra se lo ritrovò a due passi. Stava per lanciargli contro le frecce, ma lui fu più veloce, in un attimo le bloccò i polsi in una morsa ferrea, facendo cadere l’arco e le frecce.

-Ne sei così sicura?- sussurrò roco vicino all’orecchio.

Keyra mugugnò, cercando di liberarsi ma con scarsi risultati. Tornò a guardare di nuovo quelle iridi magnifiche, perdendosi tra le sfumature ametista che si facevano pian piano più vicine.

Sentì qualcosa di morbido solleticarle le labbra.

La stava baciando! Quel ninja, che non aveva neanche la più pallida idea di chi fosse, la stava baciando!

Ci mise del tempo per metabolizzare la cosa, e quando, mossa da chissà quale istinto, cominciò timidamente a ricambiare, il ragazzo le lasciò libero un polso, portando la mano dietro il suo collo e approfondendo il bacio.

Si staccò scocciato quando un altro kunai gli sfiorò la guancia.

-Lasciala stare.- sibilò Kukai, preparandosi allo scontro.

-Oh, ma guarda, è arrivato il moccioso geloso!- rispose di rimando il ragazzo, mostrando la lingua a Kukai e avvicinandosi i nuovo a Keyra.  –Mi dispiace, ma sei arrivato tardi…- e detto questo, leccò l’orecchio di Keyra, sotto lo sguardo sconvolto di Kukai. La ragazza trasalì al contatto, perdendo tutte le capacità motorie.

-Brutto bastardo…Levati di mezzo!!!- urlò il biondo, facendo apparire un’enorme shuriken e lanciandosi verso il ninja.

Il moro schivò con facilità le mosse dell’altro, disarmandolo e scagliandolo contro il muro di un edificio vicino.

-Kukai!- urlò Keyra, indietreggiando alla vista del moro.  –Stammi lontano!-

-Ma come, prima non eri di questa opinione o sbaglio?-

Di nuovo furono vicinissimi, il cuore di Keyra perse un battito.

-Non preoccuparti, il grande Ikuto non lascia mai le cose a metà, tornerò presto…-

Le rubò un altro bacio a fior di labbra e si dileguò nella notte scura.

-Kukai!- la castana corse verso il cumolo di macerie dove era intrappolato il ninja. Lexi la raggiunse poco dopo, e insieme portarono il poveretto all’ospedale.

 
-Molto romantico come incontro, devo dire! E poi cosa successe?- chiesi, incredibilmente curiosa.

Keyra mi sorrise, mentre il paesaggio mutava ancora.

-Kukai si riprese qualche giorno, non era grave per fortuna. Nessuna informazione era stata trafugata, Ikuto aveva detto il vero, e questo un po’ mi tranquillizzava. Lexi aveva scoperto che i nemici si erano accampati a qualche chilometro e che presto avrebbero sferrato un nuovo attacco.-

-Quindi non finì tutto lì?-

- Magari! I giorni successivi furono i peggiori della mia vita, vedi, io amavo Kukai, fin da piccola, ma con quel bacio mi sembrava di averlo tradito per sempre, le cose non sarebbero mai tornate come erano prima. Ero combattuta; da una parte avevo il mio migliore amico, il ragazzo che avevo sempre amato, quello che mi portava i fiori il giorno del mio compleanno e che andava pazzo per le ciambelle alla vaniglia, dall’altra invece c’era Ikuto, un ninja nemico, così maledettamente provocante, trasgressivo. Non sapevo più dove andare a sbattere la testa, li amavo entrambi, ma in modo diverso. Non sapevo che cosa fare!-

Nell’oscurità prese forma la stanza di Keyra.

-E sicuramente questo non fu d’aiuto…-

 
Ikuto entrò nella camera di soppiatto, lasciando la finestra aperta. Si diresse verso il letto della ragazza, che continuava a mugugnare nel sonno. Si avvicinò ulteriormente per cercare di capire cosa stesse dicendo.

-…Ikuto…-

Il ragazzo sorrise, leccandosi le labbra e avvicinandosi all’orecchio della ragazza. –Si?- soffiò, aspettando la risposta di Keyra.

-…mo…- biascicò, girandosi di scatto all’altra parte –Ti…a…mo…-

Ikuto restò sorpreso, ma subito riacquistò la sua malizia, si avvicinò di nuovo.  –Davvero? E dimmi, vuoi che ti baci?- sussurrò, ridendo divertito da quel gioco.

-…Si…-

Il moro non se lo fece ripetere due volte, si chinò e cominciò a baciarle lentamente il mento, risalendo poi fino alle labbra. Ci posò sopra le sue, leggere come ali di farfalla.

Keyra si svegliò, e per poco non le prese un infarto vedendo il ninja nella sua stanza. Che la stava baciando. Di nuovo.

-Cosa ci fai qui?- sibilò, alzandosi e guardando truce il ragazzo.

-Ti stavo baciando…- disse, inarcando un sopracciglio.

-…Sei un maniaco!-

-Ma sei stata tu a chiedermelo, hai anche detto che mi ami!-

-Non è vero, sei un bugiardo.-

-Ne hai le prove?-

-Non mi servono, il solo fatto che tu sia qua è un buon motivo per farti fuori!-

-Ma come siamo scontrosi, tesoro! E dire che ero venuto apposta per farti una proposta…- disse, prendendo il mento della castana tra le dita.

-Sappi che non scendo a compromessi. E non chiamarmi tesoro.-

-Ma dai, non mi hai neanche ascoltato. Prometto che me ne starò buono tutto il tempo e cercherò di non saltarti addosso.- Ikuto mollò la presa e indietreggiò di qualche passo  -Visto?-

-E va bene, sentiamo- rispose la ragazza, riducendo gli occhi a due fessure.

-Vedi, abbiamo intenzione di sferrare un attacco domani. Se dovesse andare a termine distruggeremmo sicuramente la città. Ho un piano per fermarli, ma ho bisogno della tua collaborazione.-

-Mi stai dicendo che vorresti fermare la guerra? Ti aiuterò, ma almeno dimmi perché.-

-Ma come? Mi sembra ovvio, no…- si avvicinò velocemente  -Perché mi piaci…-

 
-Come complicarsi la vita…- dissi sarcastica.

-Già, ma come potevo dirgli di no?-

-In effetti…Comunque, Ikuto rispettò la proposta?-

-Certo, infatti il giorno dopo si fece trovare davanti alle mura prima dell’attacco. Ecco, guarda…-

 
-Ma dai, hai mantenuto davvero la parola data! Pensavo che te ne saresti approfittato-

-Io? Ma dai, per chi mi hai preso? Un maniaco?-

-Si…E sappi che ho deciso di aiutarti solo per il mio villaggio! Di te non mi frega niente…-

-…Umm, ieri sera non eri di questa opinione, sei così volubile…-  disse, accarezzandole i capelli  -…E usi anche uno shampoo al cioccolato…-

Keyra lo spinse via  -Ecco, lo vedi? Non perdi occasione per saltarmi addosso! Quindi sei un maniaco.- sentenziò lei con fare ovvio.

Ikuto si leccò le labbra famelico.

-Non è colpa mia se il tuo corpo mi attrae! Non posso fare a meno di resisterti…-

La castana arrossì fino alla punta dei capelli.

-Smettila brutto scemo!-

Ikuto si limitò a ridere, e iniziò a spiegarle il piano, ma un kunai fendette l’aria, conficcandosi nella corteccia di un albero. Lo sguardo del moro si fece rigido, mentre Keyra si girò, guardando sconvolta Kukai.

-Questo non me lo sarei mai aspettato da te, Keyra.-

-Aspetta Kukai, posso spiegarti, io…-

-Non c’è niente da spiegare, è tutto chiaro, tu hai tradito il villaggio alleandoti con loro!-

-Non è vero!- urlò, mentre le prime lacrime iniziavano a scendere.

Ikuto le passò un braccio dietro le spalle, mentre sorrideva beffardo al biondo.

-Ma quale traditrice, in verità sei geloso, perché lei ama me!-

-Vedremo se sorriderai ancora così quando ti avrò tagliato la testa!- ribatte Kukai, impugnando la sua arma e scagliandosi contro i due.

-Stanne fuori Keyra!- urlò il moro, spingendola via troppo tardi. L’onda d’urto la scaraventò contro un albero. Keyra urlò, mentre con una mano si stringeva il ventre lacerato.

 
-Quello scontro….quello scontro fu il più importante della mia vita.- iniziò, socchiudendo gli occhi malinconicamente.  –Vedi, solo in quell’istante capii appieno i miei sentimenti. Quando ero con Ikuto stavo bene…mi sentivo felice...e poi mi piaceva come baciava.-  sorrise mentre gli occhi le diventavano più lucidi  -Mi piaceva il suo odore, penetrante ma anche dolce…adoravo i suoi occhi. Fu così che realizzai che ero veramente innamorata di lui.- si asciugò una lacrima che stava per solcarle il volto.

-Il resto non aveva più nessuna importanza-
 
Ikuto trafisse Kukai all’altezza del petto. Il biondo cadde a terra inerme, in una pozza di sangue.

-KEYRA!- urlò, dirigendosi verso la ragazza che stava perdendo un sacco di sangue. L’aiutò ad alzarsi, sostenendola. La castano tossì un po’ di volte, non mollando la presa sul ventre.

-Keyra!-

Ikuto si girò, trovando Lexi.

-Non ti preoccupare, so già tutto, dammela, la curo io-

Ikuto annuì, mentre la ragazza si avvicinava.

-…I traditori…devono essere…puniti…-

-NO KUKAI!- urlò la corvina, ma era troppo tardi.

Il biondo scaglio la sua arma contro Keyra.

La ragazza, che intanto si era appoggiata al tronco dell’albero, vide solo l’arma avvicinarsi.

Un suono agghiacciante.

Lexi indietreggiò impercettibilmente, con gli occhi sgranati e le lacrime agli occhi.

Ikuto strinse di più la presa sulle spalle di Keyra. Faceva male, ma a chi non avrebbe fatto, avendo un Shuriken gigante conficcato nella schiena?  

Kukai cadde a terra, e non si rialzò più.

Lexi cose verso i due. Aveva il viso pallido e gli occhi lucidi.

-Mi…dispiace…- le disse roco all’orecchio. Keyra sentì l’odore del sangue farsi più pungente.  –Non….non sono…riusci…to…a salvare…il tuo vil…villaggio…-

Tante lacrime si fecero strada sul volto della ragazza. Sentì la presa alleggerirsi un po’ e il respiro diminuire. Chiuse gli occhi, stanca, e non li riaprì più.

 
-Nonostante tutto però…ero felice.-

La guardai, ancora un po’ sconvolta, mentre tutto tornava bianco.

-Sono morta perché avevo capito tutto. Ma ero felice. Non cambierei assolutamente nulla, perché rischierei di non provare più un sentimento così forte, capisci?-

Annuii piano, mentre Keyra si voltava verso di me.

-Himeko- mi disse, di nuovo col sorriso sulle labbra  -Io ti dono la mia abilità più preziosa, ci ho messo anni ha svilupparla! Fai buon uso della mia mira!-
Strinse un ultima volta le mie mani e poi svanì nel nulla, lasciandomi da sola.
 
 
 
 
 
*Angolino dell’autrice*

 
Ed eccomi d nuovo qui, dopo un periodo lunghissimo, lo so, ma visto che oggi non avevo niente da fare, mi sono messa a scrivere. Infatti il chappy è lungo esattamente 24 pagine di Word!
Però non credo che farò più capitoli così lunghi, quindi mettetevi il cuore in pace u.u
Passando ad altro, nel racconto della vita di Keyra, le parti scritte in corsivo è quello che Himeko vede, le parti scritte normali invece sono i commenti delle due.
Si, L’ultima parte è molto sniff…sniff.. :’(!
Ci siamo capiti, no?
Bene, adesso vi lascio
Bacioni, Strawberry!
 p.s eccovi i due piccioncini! Image and video hosting by TinyPic
  
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