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Autore: Berry Depp    01/11/2013    1 recensioni
La vita di Gale Wasowsky, figlio di Mike e Celia, non è granché, soprattutto quando suo padre lo iscrive alla Monsters University, dove si trova sempre peggio, finché non incontra la bella Sunny e... tutto cambia!
dal quarto capitolo:
" -Questa è la tua camera. Dormirai con Sank, il che non dovrebbe recarti molti problemi, visto che non parla mai- Jem era fin troppo emozionato mentre faceva fare il giro turistico della casa a Gale, contento solo dell’ultima informazione: non avrebbe dovuto parlare per forza col suo compagno di stanza."
P.S. dedicata al grande Tonino Accolla, doppiatore del mostro più simpatico di questo mondo... e dell'altro! xD
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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I giorni trascorsero tranquilli, a parte la solita storia dello studio e della scuola e dei compagni e di tutto. L’unica cosa buona che era capitata a Gale era stata l’incontro con Sunny.
Quella mostriciattola lo affascinava e lui era convinto di amarla come non mai. Lei non sembrava avere le stesse idee nei suoi confronti, ma era la sua unica vera amica da quando era iniziato l’anno scolastico. In classe e in mensa sedevano vicini, camminavano per il campus l’uno accanto all’altra, parlavano tantissimo di loro stessi...
 Come quel pomeriggio.
Sunny aveva finito i suoi compiti in fretta e Gale fingeva di averli fatti tutti e adesso erano sdraiati sull’erba all’ombra di un grande albero e chiacchieravano.
  -Perciò tuo padre ha voluto che tu frequentassi la MU?- domandò la mostriciattola allibita, accarezzando con un dito peloso il dorso di Apocalisse.
  -Già... io voglio diventare un attore, non mi interessa lavorare per la Monsters & Co. Ma mia madre ha capito che quando si parla di queste cose con mio padre non si discute e allora eccomi qui- rispose sbuffando  Gale, le braccia incrociate dietro la testa.
  -Io invece ho lottato tantissimo per poter entrare all’università. Mia madre non aveva abbastanza soldi per potermi mandare, così ha contattato mio padre che le ha spedito i soldi.
  -Contattato?- ripeté Gale, non capendo.
  -Io non ho mai conosciuto mio padre. Mia madre non era sposata e rimase incinta una sera. A quanto pare, però, deve aver ritrovato il mostro con cui era stata e lui, sapendo di avere una figlia, non ha potuto fare a meno di aiutarla, anche se senza farsi vedere ne’ rintracciare, forse perché ora ha una sua famiglia e non voleva si sapesse una cosa del genere- spiegò Sunny con tranquillità, come se fosse stata la cosa più normale del mondo.
Ora si sentiva a disagio. Lui, che detestava quel posto con tutto sé stesso, accanto a una ragazza che aveva fatto di tutto per entrarvi. Si diede mentalmente dello stupido, ripensando a tutti quei mostri lì dentro che amavano ciò che facevano, mentre lui andava avanti a mala pena con quei voti appena sopra la sufficienza solo perché Sunny lo esortava con quei suoi enormi occhioni da cucciolo che amava tanto.
  -Sunny?- la chiamò. Lei si girò e sbatté velocemente le ciglia sorridendo. Com’era dolce! –Vorrei dirti una cosa- perché no? Se le avesse detto di essere innamorato di lei avrebbero potuto mettersi insieme e magari, crescendo, si sarebbero potuti sposare. L’idea non gli dispiaceva.
  -Spara!- esclamò sorridente lei.
  -Io...- ma non riuscì a terminare che arrivò Marx.
  -Salve, Cobra! Sunny- salutò con un cenno del capo. Lei si alzò e sorrise al nuovo arrivato.
  -Ti ho cercato per tutto il campo, dolcezza! Facevi la piccioncina con Cobra?- sorrise malizioso Marx.
Gale, tiratosi su e restando seduto, guardò l’amica, che ora teneva la mano dell’altro.
  -Scusa, Gale, io e Marx dovevamo uscire insieme, oggi. Mi spiace di non avertelo detto, non ci ho pensato. Non ti dà fastidio, se vado, vero?- chiese col suo solito sguardo da cucciolo.
“Che cosa?” pensò Gale, infastidito dalla presenza del mostro “Non ci aveva pensato? Ma soprattutto, escono insieme?” ma come faceva ad arrabbiarsi con quei due occhioni che lo fissavano senza sosta, tal volta fino a costringerlo a distogliere lo sguardo?
  -Ma no, no! Figurati!- si ritrovò a dire, con un pessimo sorriso finto tirato sulle guance. Sapeva che avrebbe potuto fare di meglio, era o non era un attore? -Allora... voi uscite insieme, eh?
  -Già, Cobra, da due settimane- sorrise soddisfatto Marx.
Gale si sentì avvampare di rabbia. E Sunny non aveva pensato di dirgli una cosa del genere dopo due settimane?
  -Bene, allora ci si vede, eh, ragazzi?- continuò Gale col sorriso finto stampato sulle labbra,ora meno inquietante –E non combinate guai, mi raccomando!
Marx rise di gusto a quelle parole, Sunny arrossì un po’, ma non lo diede a vedere. Si salutarono e Gale tornò a casa.
Sbatté la porta della camera e si sedette alla scrivania, mettendosi a studiare.
Stavano per arrivare le vacanze natalizie e la casa era addobbata a dovere, ma lui non aveva contribuito agli addobbi.
Studiò e studiò tutto il pomeriggio, furente di rabbia, fino a imparare le venticinque pagine da studiare a memoria e continuò studiando quelle successive. Non gli bastò, ma quando furono le otto e mezza non si recò a cena quando lo chiamarono e rimase a letto, con la faccia affondata nel cuscino. Si sentiva una femminuccia a comportarsi così, ma quello che gli aveva fatto Sunny non era affatto giusto.
Verso le dieci, quando tutti andarono a letto, uscì e fece due passi.
Fu in quel momento che li vide.
Marx e Sunny erano sull’uscio di casa delle Mostre e si stavano salutando. Quando lui si avvicinò per baciarla, però, lei si tirò indietro e lui sembrò infastidito dal suo comportamento.
Gale andò a nascondersi dietro un muretto e rimase a guardarli.
Marx sembrò dirle delle parole di conforto, poi le prese il volto tra le grosse mani e fece per avvicinarsi di nuovo, ma lei si sottrasse con uno strattone e lui la afferrò per un braccio. Sunny cercò di dileguarsi, ma Marx non la lasciava. A un certo punto lei gli disse qualcosa e lui si convinse a lasciarla. Gale pensò che gli avesse detto che si sarebbe messa a urlare, se non l’avesse lasciata, così lui si limitò a continuare a fissarla, per poi girare i tacchi e andarsene a lunghi passi pesanti, che Gale poté sentire nonostante la lontananza.
Pensò di poter andare da Sunny, ma lei era già entrata in casa, così lui si voltò, notò che Apocalisse era venuto con lui e lo invitò a salire sulla sua spalla, per tornare in casa.
Aveva la testa che gli scoppiava per le tante emozioni provate quella giornata e per lo studio incessante, ma almeno sapeva che avrebbe preso un buon voto e che Sunny non sarebbe più uscita con Marx.
Dopotutto non era stato un male sapere quella cosa. Non gli sarebbe piaciuto continuare a vedere la mostriciattola senza sapere che usciva con qualcun altro. E che quel qualcun altro era chi faceva tanto il gentile con lui perché lo voleva in squarda.
 
La mattina dopo Gale si sedette lontano da Sunny e fece un’interrogazione perfetta, usando le stesse, identiche parole del libro.
In mensa, andò a sedersi a un altro tavolo, distante da quello di Sunny e fece la stessa cosa a cena, quando lei si decise ad avvicinarsi. Questa volta in quegli occhioni c’era voglia di sapere cosa stesse succedendo.
  -Voglio sapere cosa sta succedendo!- appunto.
Gale continuò a rigirare la zuppa nella scodella con cucchiaio, con aria poco interessata, senza rivolgerle lo sguardo.
  -Allora?- insisté Sunny – È per ieri sera? Perché ti ho lasciato in tredici in quel modo? Bé, sappi che è finita, io e Marx non usciamo più insieme. E se proprio vuoi saperlo, non lo facevo per interesse.
Questa volta Gale sembrò interessato.
  -Come hai detto?- chiese –E perché, allora?
  -Era una scommessa- spiegò l’altra –le mie compagne mi hanno fatto promettere che sarei uscita con uno dei RΩR e in cambio ti avrebbero lasciato stare.
  -In che senso?- domandò ancora Gale, senza capire.
  -Vogliono fare tutti uno scherzo ai MonstBest, ma io ho chiesto di non farlo anche a te, visto che non sono riuscita a convincerli di non fare nessuno scherzo a nessuno, così loro mi hanno detto di uscire con un RΩR per due settimane. Scommessa vinta. Sei salvo.
Si accasciò su una sedia e sbatté il vassoio sul tavolo, facendo uscire un po’ di latte dal bricco.
E riecco la sensazione di immensa stupidità che colpiva Gale ogni volta che Sunny apriva bocca.
  -Di preciso- disse lui spezzando il silenzio –che tipo di scherzo è quello che riserveranno ai miei compagni?
Sunny si avvicinò al suo orecchio e gli bisbigliò qualcosa. Lui spalancò gli occhi: -Oh, mio Dio! Tremendo! Grazie, Sunny, mi spiace essermi comportato così.
  -Tranquillo. È stata un po’ anche colpa mia. Avrei potuto dirti tutto.
  -Nah! Non te l’avrei permesso. Ora che ne dici di mangiare con me? Questa giornata senza te accanto è stata terribile!
Sunny rise e si sedette accanto a lui, prendendo un suo braccio e poggiando la testolina sulla sua spalla esile, cosa che fece arrossire Gale non poco.
Le era mancata.

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Cabina del Capitano: 
Eeeeehhhh... SALVE, CIURMA! Ok, non vorrei perdermi in troppe parole per trovare scuse così vi dico solo ciò che è veramente successo con il minimo indispensabile: inizio della scuola. Terza media. Troppi compiti. Ma soprattutto ispirazione e umore sottoterra.Tutto qua. Perciò chiedo umilmente perdono visto che non pubblico da quasi due mesi. 
come capitolo mi sembra abbastanza inutile, ma anche se il ponte per tutti i santi mi ha portato un po' di tempo, non ha fatto la stessa cosa con la mia cara amica ispirazione.
Non so dirvi quand'è  che potrete leggere il settimo capitolo, vi chiedo solo abbondante pazienza e comprensione per una povera testa bacata come la mia.
Ringrazio ancora chi recensisce o legge semplicemente e vi saluto, non sapendo quando ci sentiremo di nuovo.
Ce se vede!
BD
  
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