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Autore: badluna    03/11/2013    1 recensioni
Dal Primo capitolo:
...ebbi davvero paura finché non vidi una cosa che mi sollevò un peso enorme da una parte del cuore, solo per piombare pesantemente dall’altra parte, un peso che non sentivo dalla morte della mamma. Quella sera vidi per la prima volta dopo anni delle lacrime solcare il volto di mio padre.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Jackson Whittemore, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Il Vecchio Continente

di Badluna

23 Settembre 2013

Non potevo evitare la scuola ancora per molto, difatti quel lunedì mattina mi svegliai presto e mi preparai per la giornata scolastica. Misi i miei jeans preferiti e una maglietta un poco attillata nera con delle fasciature color oro cucite sul petto, dopo di che presi dalla sedia il giacchettino blu e lo zaino.

Scesi le scale lentamente, sentendomi quasi sul punto di andare al patibolo. Mentalmente era così, non sapevo cosa sarebbe accaduto in quella che sarebbe dovuta essere una semplice giornata di studio, il confronto con Scott e Isaac mi spaventava, ma temevo anche ciò che i gemelli potevano aver saputo da Deucalion. Scossi la testa cercando di scacciare ogni singolo pensiero, era meglio che il mio cervello rimanesse concentrato solo sull’obbiettivo di non farmi trovare da solo.

Mi feci accompagnare a scuola da mio padre, il quale era riuscito a prendere una settimana di vacanza per aiutarmi. Salutammo Jackson e gli augurammo una buona fortuna per la giornata che lo attendeva con i suoi genitori, arrivammo davanti a scuola giusto qualche minuto prima del suono della campanella. Tutti gli studenti erano già all’interno dello stabile pronti per entrare in aula.

Papà mi cinse la spalla sinistra per infondermi coraggio e mi salutò. Scesi dall’auto e con lo sguardo lo seguii mentre si allontanava andando a casa degli Argent per avere un consiglio su come comportarsi, mi strinsi nelle spalle e tirai le fasce che mi circondavano le spalle in un gesto nervoso.

Mi voltai verso la scuola ed entrai, raggiunsi l’aula 213 di chimica e appoggiai le mie cose sull’unico banco libero lontano dai lupi. Furono molti gli sguardi che si catalizzarono su di me, i miei compagni mi sorrisero felici di rivedermi, dopo una settimana di malattia, ma percepii direttamente lo sguardo dei mannari su di me. Alzai il volto ed incrociai lo sguardo confuso di Scott, ero sicuro che si stesse chiedendo come mai non mi ero seduto accanto a lui e probabilmente stava cercando di capire cosa ci fosse di diverso in me. Nonostante avessi cercato di nasconderlo, vestendomi come sempre e utilizzando molto profumo, la mia natura mannara mi rendeva diverso agli occhi di chi sapeva osservare.

La giornata fu estenuante, passai ogni momento di pausa o di scambio di aule con i compagni a cui solitamente non davo molta attenzione, scoprendo di riuscire a divertirmi nonostante la situazione. A pranzo mio padre mi raggiunse nei posteggi con cibo take-away e ci mettemmo a mangiarlo su una panchina li vicino, parlando di tutto. Riuscii pure a fargli presente che malgrado la situazione fosse diversa non aveva il permesso di mangiare cavolate e di sgarrare dalla propria dieta salutare.

A fine giornata la campanella di fine lezioni accompagnò il mio sospiro esausto, ero riuscito a tenermi lontano dai miei amici, ma non ci sarei riuscito ancora per molto…un giorno era anche troppo sfiancante. Arrivai alla porta principale e mi lasciai trascinare fuori dall’edificio dalla folla, rendendomi subito conto di essere accerchiato. Derek e Isaac mi aspettavano davanti alla Camaro dell’alfa, alla mia destra intravvidi Scott fermo in mezzo alla gente che si spostava per tornare a casa. Merda avevo parlato troppo presto.

Fu nel momento in cui vidi i gemelli a cavallo delle proprie moto senza casco che cominciò a salirmi il terrore. Ero in trappola! Se non mi inventavo qualcosa subito sarei stato braccato come un topo davanti ad una banda di micioni arrabbiati.

La mia mente stava cercando di elaborare un piano il più velocemente possibile quando vidi letteralmente arrivare la mia salvezza, sotto forma di una porche argentata. Mi precipitai correndo il più veloce possibile verso l’auto, sentii molti studenti insultarmi poiché avevo dato loro uno spintone o pestato il piede ma non me ne importò, il mio obbiettivo era raggiungere la vettura prima che i lupi potessero reagire davanti a tutti.

Salii in auto e chiusi la portiera in quelli che sembrarono cinque millesimi di secondo, alzai lo sguardo facendo un enorme sorriso di gratitudine, sentendo il motore ruggire mentre Jackson usciva sgommando dai posteggi della scuola.

-Pensavo non arrivassi più- gli dissi con il fiatone.

-I miei genitori mi hanno trattenuto più del previsto- mi rispose con un sottile tono di scuse.

-L’importante è che sei arrivato- gli feci.

-Direi che ora è ovvio anche a loro che è successo qualcosa- disse solamente, quando lo guardai vidi che stava osservando l’immagine riflessa nello specchietto retrovisore, copiandolo diedi un occhiata dietro le nostre spalle e ciò che vidi mi mise i brividi.

Tutti e quattro i lupi da cui ero appena scappato stavano fermi immobili come statue uno accanto all’altro, osservando la macchina di Jackson allontanarsi il più velocemente possibile.

Avevano decisamente capito che una pedina della scacchiera aveva subito una mutazione, ma forse non avevano ancora compreso che invece di una torre io ero diventato uno scattante alfiere con nuovi gadget a disposizione.

23 Settembre 2013 Ore 20 circa.

La serata stava passando tranquilla, in confronto alla giornata appena trascorsa. Ero seduto sul divano con una tazza di tè caldo in mano che, in teoria, avrebbe dovuto aiutare il mio corpo a rilassarsi, Jackson si trovava al mio fianco mentre guardava la tele e chattando, di tanto in tanto, con qualcuno tramite cellulare. Mio padre invece, sedeva sulla sua poltrona munito di telecomando e cercava un canale con qualcosa di interessante da vedere. Sospirai tranquillo, il tè stava cominciando a far effetto e l’ambiente famigliare del salotto aiutava la mia mente a quietarsi. Finii di bere e appoggiai la tazza sul tavolino davanti al divano, corrugando la fronte mi voltai verso Jackson e vidi che anche lui era sull’attenti, anch’egli come me aveva avvertito un rumore. O meglio il ringhio del motore di un auto, un auto che conoscevamo perfettamente.

-Ragazzi?- Mio padre stava fissando le nostre espressioni tese in cerca di chiarimenti.

-Abbiamo visite- rispose Jackson inclinando la testa come per sentire meglio.

-Chi?- domandò papà alzandosi e spostandosi verso la porta d’entrata.

-Derek e Isaac- risposi cercando di captare altri suoni.

-Ci sono anche Scott e Peter.. e una ragazza ma non so chi sia- aggiunse Jackson alzandosi e raggiungendo lo sceriffo.

-Deve essere Cora, la sorella di Derek. Te ne ho parlato- dissi restando immobile ed osservando gli spostamenti dei due in piedi.

Stavo per dire qualcos’altro quando suonò il campanello. Mio padre mi diede un occhiata di avvertimento, face un segnale a Jackson di non fare rumore e dopo di che aprì la porta.

-Buona sera Sceriffo- la voce di Scott invase il piano inferiore della casa come un campanello d’allarme.

-Ciao Scott- disse mio padre senza spostarsi come avrebbe fatto in una situazione normale.

Probabilmente lo notò pure Scott che esitò un attimo –Ehm….Stiles può uscire questa sera?- chiese con voce innocente.

-Perché invece non entri? E puoi dire anche ai tuoi amici di raggiungerti.- lo sorprese mio padre, prima di girarsi e tornare in salotto lasciando il mio migliore amico immobile sulla soglia di casa.

Per qualche secondo non si udì nessun rumore se non i nostri cuori, poi pian piano il rombo di passi invasero le orecchie mie e di Jackson avvicinandosi sempre di più fino ad essere udibili anche da mio padre.

Quando vidi entrare in casa i lupi immaginai come dovesse sembrare ai loro occhi la scena, io seduto sul sofà con i vestiti più comodi e slargati che avevo nell’armadio, Jackson appoggiato allo schienale del divano con la schiena rivolta verso di me e lo sguardo ben puntato sul branco con mio padre in piedi al mio fianco dietro il canapè.

Rimanemmo a fissarci per un po’ o forse era meglio dire a studiarci, la tensione era quasi palpabile riuscivo a sentirla sulla pelle.

Papà interruppe il silenzio rivolgendosi direttamente agli ospiti –Bene è un onore vedere tutto il Branco Hale al completo- disse con voce seriosa.

Notai lo shock di Scott ma ignorai il suo sguardo quando si volse verso di me in cerca di spiegazioni.

-E così non hai saputo tenere nemmeno questo segreto- Derek mi rivolse la parola dopo settimane che non lo sentivo.

-Mio figlio sa mantenere molti segreti, alcuni più grandi dei vostri.- mi difese mio padre.

-Questo non gli ha impedito di raccontarle tutto però- prese parola Peter.

Io e mio padre ci scambiammo occhiate nervose con Jackson, era il momento di spiattellare la verità.

-Le carte in tavola sono cambiate- disse semplicemente Jackson con tono superficiale, rivolgendo uno sguardo di superiorità a Derek. Non gli piaceva proprio l’alfa.

- E cosa le avrebbe cambiate in modo così stravolgente da svelare ogni nostro segreto allo sceriffo?- chiese ringhiando in modo aggressivo Derek. Di riflesso Jackson e mio padre si spostarono davanti a me in un secondo, il primo ringhiando di conseguenza contro l’Alfa ed il secondo tenendo la mano premuta sulla tasca dove aveva inserito la pistola d’ordinanza.

Sospirai, così non saremmo arrivati da nessuna parte, alzandomi dal divano mi spostai verso la poltrona preferita di mio padre, ritrovandomi lontano dal branco ma più vicino a Scott.

-Sono stato morso- svelai con voce piatta.

-Cosa?- mi chiese in tono scioccato Scott. Mi voltai verso Isaac quando prese parola – Ecco cos’era l’odore strano che ti sentivo addosso oggi- feci un falso sorriso alle sue parole.

-Chi è stato?- chiese Peter, presi un respiro prima di fissare il mio sguardo nel suo, lui sapeva quanto non volevo essere morso, quanto era forte la mia voglia di rimanere umano.

Preparandomi psicologicamente decisi di lanciare la prima bomba – È stato Deucalion-

Se la situazione fosse stata diversa avrei riso delle reazioni che ottenni grazie alle mie parole, le facce erano talmente basite che mi aspettai di vederli spalancare la bocca come pesci lessi. Quello che mi spaventò però fu la voce di Derek. –Sei diventato uno di loro dunque- aveva un tono rabbioso e roco, come se volesse saltarmi alla gola da un momento all’altro.

-No- rispose al mio posto Jackson

- Stiles non può resistere al richiamo di Deucalion, lui troverà un modo per legarlo a se.- disse Peter lanciando uno sguardo a mio padre.

-Vi sbagliate- disse ancora Jackson con voce quasi divertita.

-Jackson piantala di prenderti gioco di loro, Stiles muoviti a dirgli come stanno le cose prima che decidano di saltarti addosso senza alcun motivo.- ci sgridò mio padre.

Accettai il suo consiglio e puntai gli occhi in quelli di Scott – Non sono un Beta di Deucalion-

-Ma- fece per interrompermi il mio migliore amico.

Senza degnarlo di attenzione continuai a parlare spostando però lo sguardo su Derek – Non lo sono perché io non sono un Beta- dissi

-Cosa? Che stai dicendo?- chiese Isaac.

-Dai Stiles faglieli vedere- mi incitò Jackson divertito, avrei voluto trovare anche io la scena divertente ma non ci riuscivo.

Chiusi gli occhi richiamando la parte lupesca che ormai viveva in me, quando fui sicuro di averlo fatto nel modo giusto aprii gli occhi e fissai i Lupi davanti a me.

Tra le esclamazioni stupite e i respiri trattenuti l’affermazione di Jackson fu più che ben udibile.

-Quelli si che sono occhi da Alfa!-

24 Settembre 2013

Quel giorno a scuola era andata relativamente meglio, Scott ed Isaac mi guardavano come se fossi un clown del circo, quasi si aspettassero che combinassi qualche casino da un momento all’altro, ma nonostante tutto mi aiutarono durante tutto l’arco della giornata scolastica. Cercai di evitare il più possibile di stare troppo vicino ai gemelli e di non dare troppo nell’occhio. Fino a pranzo questa tecnica aveva funzionato, purtroppo tutto andò in fumo non appena misi piede fuori dalla mensa e finii per scontrarmi con qualcuno, alzai gli occhi per scoprire chi avevo colpito. Avevo già uno  –Scusa- sulle labbra quando incontrai lo sguardo fiero e serio di Ethan.

Mi paralizzai immediatamente, maledicendo la mia perenne sfortuna ed imbranataggine. Con un contatto così diretto Ethan sarebbe un idiota a non accorgersi del mio nuovo odore, o anche semplicemente del fatto che non sia finito per terra come una marionetta.

Per fortuna Scott reagì prontamente e mi trascinò lontano dall’Alpha di Deucalion e così andammo a rintanarci in una classe scoprendo che anche Isaac e Danny avevano scelto la nostra stessa opzione.

Mi sedetti sul banco vicino a quello di Isaac cercando di svuotare la mente e rilassarmi, fu anche grazie all’intervento di Danny che cominciò a parlarmi di novità del mondo virtuale riuscii a distrarmi abbastanza da non accorgermi delle occhiate che mi rivolsero più volte i miei due amici mannari.

A fine giornata fui travolto dall’insistenza di Scott e Isaac i quali vollero accompagnarmi a casa, accettai solamente per una piccola sfumatura che notai nell’espressione di Isaac. Quando Scott, per infiltrarsi in casa, approcciò la scusa di salutare Jackson l’espressione del biondo mutò di pochissimo. Non riuscii a comprenderla ma decisi che volevo indagare, dopo tutto la mia curiosità era una distrazione più che sufficiente.

Quando arrivammo a casa incontrammo Jackson che usciva dalla porche con il cellulare all’orecchio, ultimamente passava molto tempo a parlare con i suoi genitori, avevo intuito che anche quello facesse parte del suo progetto per scacciare i demoni che si portava dietro dai mesi in cui era stato il Kanima. Ebbi un intuizione e mi voltai leggermente verso Isaac, non troppo da farmi sorprendere, ma abbastanza per potergli vedere il viso, e così facendo lo sopresi a fissare Jackson. I suoi occhi scorsero sulla figura di Whittemore in una maniera che andava oltre il normale interesse, ne fui certo al cento per cento quando vidi lo sguardo di Isaac fissarsi intensamente sul lato B del ex capitano di Lacrosse.

Quello si che era interessante!

Entrammo in casa e ci stravaccammo sul divano sotto lo sguardo esasperato di Jackson, il quale mi passò accanto e tirandomi una leggera pacca in testa mi disse un sola parola – Ospiti!-

Sospirai e guardando i due lupi seduti come me sul divano chiesi se volessero qualcosa da bere o da mangiare, ma entrambi negarono. Alzai gli occhi al cielo, Jackson e le sue cavolo di manie che aveva acquisito in Gran Bretagna.

-Quando sei tornato?- chiese Scott a Jackson seguendolo con lo sguardo mentre quest’ultimo si spostava in cucina per prepararsi uno spuntino.

-Una settimana fa- la risposta arrivò soffocata dai muri ma più che udibile per l’udito mannaro.

-Cosa ti ha convinto a tornare?- chiese a sua volta Isaac interessato.

-Stiles- rispose con voce che diceva chiaramente di aver chiuso l’argomento.

Allo sguardo curioso di entrambi sollevai gli occhi e tirai fuori i compiti dallo zaino con tutta l’intenzione di cominciare in quel momento a farli, i miei due amici sbuffarono esausti ma non si lamentarono. Tirarono anche loro fuori i compiti perché tre menti erano meglio di una.

28 Settembre 2013

Quel sabato non era iniziato affatto nel modo migliore. Avevo sperato di poter riposare fino a tardi ma purtroppo la gente di Beacon Hills non la pensava come me. Fui svegliato dal mio vicino che tagliava il prato e dai bambini che passavano con le bici nella strada davanti a casa. Non sapevo ancora controllare il mio super udito come avrei voluto, per questo motivo mi dovetti alzare e prepararmi a una nuova giornata.

Nonostante avessi programmato di passare la giornata a casa nel dolce far nulla fui strappato dalla mia abitazione da Scott, il quale voleva che lo accompagnassi da Derek. Nonostante tutto se lo avevo fatto fino adesso potevo anche andare a supportarlo da lupo mannaro.

Quando arrivammo alla vecchia catapecchia che Derek si ostinava a chiamare casa fummo accolti da due schieramenti pronti a farsi guerra. Scesi dalla Jeep lanciando un occhiata al branco Hale posizionato davanti alla casa in formazione di difesa fronteggiando il branco di Alfa, feci alcuni passi puntando lo sguardo in quello di Deucalion, avrei voluto urlargli qualcosa tipo: Sono ancora vivo brutto figlio di *******. Mi trattenne solo per la consapevolezza che non era il momento adatto. Dovevo stare attento, Deucalion possedeva molti segreti e trucchetti nelle proprie “maniche” era probabile che li avrebbe usati per mettermi contro i miei amici.

-Stiles- l’alfa cieco pronunciò il mio nome con voce quasi sibilante.

Senza rispondere mi portai vicino al branco di Beacon Hills, avrei voluto che Jackson fosse presente, nonostante Scott fosse il mio migliore amico, al momento avevo la certezza di potermi fidare, al cento per cento, solo dell’ex capitano di Lacrosse. Purtroppo il biondo si era rifiutato di mettere piede nella proprietà di Derek senza motivo.

-È un piacere notare la tua perfetta forma fisica- parlò freddamente Deucalion.

-La forma fisica di qualunque essere umano sarebbe migliore paragonata a quella di un morto- risposi piatto.

-Sei intelligente avrai sicuramente capito che il mio vero piano non era ucciderti..- disse con tono accomodante. -Non lo hai capito? Ognuno di noi ha un ruolo nella vita e il tuo può essere quello con più soddisfazioni- cercò di ingraziarmi con voce melliflua.

-Sai forse avresti fatto meglio a restare a casa e guardarti qualche film. Non hai ancora imparato che i cattivi più scadenti sono quelli che rivelano i propri piani alle loro vittime quando pensano di avere la vittoria in mano?- il mio tono era scanzonato mentre gli facevo capire con poche parole che non sarei passato dalla sua parte.

Il volto dell’uomo cieco passò da finta gentilezza ad un ghigno malefico.

-Oh…il piccolo Stiles non vuole giocare con noi- disse prendendomi in giro – Sai che se voglio posso farti passare dalla mia parte solo con un gesto?- domandò portandosi un dito ad indicarsi la tempia.

Maledetto lui e i suoi trucchetti – Non ci riuscirai- gli dissi con tono sicuro mentre dentro di me temevo di capitolare da un momento all’altro.

Deucalion non rispose, improvvisamente i suoi occhi divennero rossi e mi fissò, l’espressione concentrata con cui mi stava guardando non mi suggeriva niente di buono.

La certezza su cosa stesse facendo divenne fondata quando potei sentire la sua voce che mi chiamava, peccato che potevo vedere benissimo le labbra dell’alfa non muoversi minimamente.

Il richiamo del non vedente divenne sempre più forte, ripeteva il mio nome e mi elencava tutte le cose che avrei potuto avere se solo mi fossi unito a lui, ed a malapena riuscivo a percepire i miei stessi pensieri.

La testa cominciò a farmi male, pulsando intensamente, mi portai le mani al volto premendo le dita sulle tempie, le gambe stavano per cedere quando accadde qualcosa.

L’influsso mentale di Deucalion finì o per meglio dire, fu interrotto. La mia mente ora non era più occupata dalla sua voce, tutto ciò che vedevo e sentivo in quel momento era il muso del “Black Dog” ed il suo ringhio. 

Libero dai pensieri invasori, alzai nuovamente lo sguardo su Deucalion ringhiando incazzato nero, come osava? Aveva cercato di togliermi la possibilità di scelta una seconda volta.

Diavolo quanto mi faceva incazzare!

Strinsi i pugni fino a far diventare le nocche bianche, ero talmente arrabbiato che non notai lo shock e la espressioni degli alfa che ci fronteggiavano.

Sentivo scariche elettriche  attraversare i palmi delle mie mani con fitte che solcavano la soglia tra il piacere ed il dolore, la rabbia fece partire dagli avambracci un tremore che si espanse salendo dai braccia sino alle spalle.

-E così è questo che fai? Togli il diritto di scelta alle tue prede e poi ti fingi tanto forte e potente?- gli chiesi con voce soffocata dal tremore del mio corpo.

-Non mettere in dubbio la mia forza Stiles, il trucchetto che ho utilizzato con te è niente in confronto a ciò che potrei-

Deucalion non riuscì a finire poiché venne interrotto da un mio furente e energico ringhio. Esso risuonò in tutto il bosco, con il senno di poi immaginai che la mia voce avesse raggiunto pure mio padre e Jackson a casa.

L’alfa boss mi osservò mantenendo una faccia da poker, in seguito fece un gesto ai gemelli e a Kali, i quali si allontanarono furtivamente senza darci le spalle.

-Sei interessante cuccioletto. Ma devi imparare ancora molte cose. Come ad esempio non mettersi contro il proprio alfa.- mi suggerì il cieco.

-Mentre te ne vai con la tua scopamica ricordati che non sei il mio alfa. Io non sono il beta di nessuno!-

Deucalion fece un piccolo ringhio ma non rispose e dopo avermi lanciato un ultima occhiata, per la quale mi sarei sentito inquietato se non fossi stato incazzato, si allontanò lasciando la radura davanti a casa Hale.

30 Settembre 2013

Quel lunedì a scuola cambiò alcune mie certezze. Il weekend non era stato dei migliori, dopo aver incontrato il branco Alfa le mie aspettative per il fine settimana erano crollate ed avevo finito per richiudermi in casa a passare il tempo con Jackson.

Chiusi lo sportello del mio armadietto con un sospiro e mi girai verso destra per raggiungere l’aula di spagnolo, ma ciò che mi si presentò davanti mi fece bloccare sul posto.

Danny era davanti al proprio armadietto e stava parlando tutto sorridente con Ethan, essendo voltato verso il contenuto dello stesso non poteva vedere il volto rabbuiato del ragazzo.

Dalla mia postazione vedevo perfettamente l’espressione inquieta e triste del giovane Alfa, sembrava che avesse un brutto pensiero in mente che lo tormentava.

Fu quando Danny si voltò verso il proprio ragazzo che il mannaro cambiò espressione, il lupo scambiò l’espressione triste con un finto sorriso, ed io capii.

Ecco cosa attanagliava la mente di Ethan, era probabile che il mio coetaneo fosse veramente legato a Danny e che provasse dei sentimenti veritieri verso di lui. E qui entrava in scena Deucalion, scommettevo che il problema di Ethan fosse proprio lui. Sicuramente una volta avuto ciò che desiderava l’alfa boss si sarebbe trasferito in un’altra città pronto a saccheggiare qualunque cosa attirasse la sua attenzione. E trasferirsi voleva dire lasciare Danny.

Quel pensiero mi aprì gli occhi, i gemelli non erano il nemico, lo era l’influsso che Deucalion aveva su di loro. Sia Ethan che Aiden avrebbero perso una persona a cui tenevano per colpa del loro capo, non riuscivo a capire perché non si ribellassero e scegliessero di restare per conto proprio.

Forse era proprio questo il problema, nessuno  aveva offerto loro l’opportunità di liberarsi di Deucalion, difatti loro pensavano che il non vedente fosse il più forte e per questo motivo  avevano deciso di seguirlo.

Probabilmente se qualcuno fosse riuscito a convincerli che avrebbero potuto andare avanti per proprio conto senza dover sottostare agli ordini dell’Alfa boss, avrebbero avuto l’opportunità di restare a Beacon Hills.

Rimasi appoggiato al mio armadietto ed osservai Lydia e Aiden passarmi davanti chiacchierando tranquillamente mentre raggiungevano la classe di spagnolo. Forse, dopo tutto, sarei potuto essere io quel qualcuno.

01 Ottobre 2013 ore 17.45

-Sei sicuro di volerlo fare?- mi chiese Jackson.

Avevo discusso con lui sull’argomento “azione libera i gemelli” tutta la sera precedente, secondo il mio amico non valeva la pena preoccuparsi per loro quando Deucalion era già un pericolo più che sufficiente.

Ero convinto dell’idea che se fossi riuscito ad allontanare i due lupi dall’alfa avrei avuto più pedine in gioco, nonostante questo non implicasse nessuna certezza su una loro partecipazione a favore della mia causa.

Quella mattina avevo lasciato un biglietto dell’armadietto di Aiden che riportava scritto di presentarsi con suo fratello nell’aula di musica dopo le lezioni, avevamo scelto quella stanza perché era stata insonorizzata proprio durante la pausa estiva, per via delle lamentele dei professori di chimica, i quali avevano lezioni nelle aule accanto.

-Sì, anche se decidono di non aiutarmi hanno il diritto di poter scegliere dove vogliono stare e con chi vivere-

-Questo non ha solo a che fare con Deucalion vero?- mi domandò il mio amico osservandomi con sguardo penetrante.

Fissai lo sguardo nel suo e voltandomi verso la porta d’entrata sussurrai – Tutti devono avere la possibilità di scegliere.-

La nostra discussione si fermò poiché sentimmo un rumore di passi provenire dal corridoio davanti alla porta dell’aula. Osservai la maniglia di ferro abbassarsi e produrre un leggero sibilo mentre i gemelli entravano nella classe, dalle loro espressioni capii che erano sull’attenti, pronti ad attaccare al minimo accenno di ostilità.

Decisi di comportarmi come il solito Stiles aprendomi, così, in un sorriso mentre li salutavo –Ehi ragazzi. Grazie per essere venuti-

-Cosa è questa storia Stiles? Che cosa vuoi da noi?- mi chiese con tono non troppo duro Ethan.

Mi limitai a far calare leggermente il mio sorriso fino a farlo diventare solo un semicerchio rivolto verso l’alto ed inclinare il volto –Veramente volevo fare qualcosa per voi.-

Potei leggere la sorpresa nei loro occhi, ma mentre quello di Ethan mutava in curiosità il viso di Aiden diventò pieno di tracce di sospetto.

-Cosa vuoi dire?- mi chiese quest’ultimo.

-Scommetto che a voi non va tanto a genio l’idea di dover abbandonare Lydia e Danny fra non troppo tem-

-Arriva al punto Stilinski- mi ringhiò contro Aiden.

Sospirai, odiavo avere a che fare con l’impulsività del gemello stupido. – Sto cercando di offrirvi la possibilità di restare qui con i vostri partner. Di poter-

-Ci stai chiedendo di tradire Deucalion?- mi chiese arrabbiato Ethan.

-No. Non lo sto facendo. Non so quale legame vi leghi a lui, vi sto solo proponendo di prendervi del tempo e pensarci su.-

-Stai dicendo che non vuoi che lasciamo Deucalion per stare nel tuo branco?- mi chiese Aiden

-Come potreste stare nel mio branco siete alfa..-dissi con sguardo stranito, ma ebbi l’impressione di essermi perso un dettaglio quando vidi i gemelli scambiarsi un occhiata veloce.

-Comunque no! Non è questo che intendo. Vorrei solo che ragionaste su cosa volete per voi stessi. Credete di voler continuare con la vita nel branco degli alfa spostandovi di città in città per soddisfare i desideri di Deucalion, o vorreste poter vivere da ragazzi “normali”- imitai le virgolette con le dita – qui a Beacon Hills portando avanti le vostre relazioni?-

-Quindi davvero non ti interessa che passiamo dalla tua parte e combattiamo contro Kalì e Deucalion?- Mi sfottè Aiden

-Sarei un bugiardo se vi dicessi che mi va bene che combattiate contro di me, ma sarei uno stronzo a negarvi l’opportunità di poter scegliere come vivere solo perché non vi voglio come nemici- dissi fissando lo sguardo nel fratello etero.

-Lo stai facendo davvero per noi- sussurrò Ethan con tono che passava tra l’affermazione e la domanda.

-È quello che tento di dirvi dall’inizio- sorrisi dolcemente.

-Io....-Ethan portò lo sguardo sul fratello - ..Noi..abbiamo bisogno di tempo per pensarci- ci disse voltando per la prima volta il volto verso Jackson.

-Certo. Non è un ultimatum. È qualcosa che spetta a voi decidere- Ethan annuii silenziosamente e si voltò, aprì la porta e uscì dall’aula con il fratello alle calcagne muto quanto lui.

Quando si furono allontanai rilassai le spalle e mi lasciai andare in un sospiro, avvertii una mano calda posarsi sulla mia nuca e stringermi in modo rassicurante il collo.

-Sei andato bene- disse Jackson.

-Lo spero. Anche se fingo che non sia così, il supporto di Ethan e Aiden potrebbe far resuscitare delle pedine sulla scacchiera.-

-Perché non puoi semplicemente dire che il loro aiuto ci farebbe molto comodo?- mi riprese Jackson

-Perché fare riferimenti agli scacchi mi fa sentire figo- risposi sollevando le sopracciglia e facendo una faccia da scemo.

-Cretino- mi rispose l’altro ragazzo tirandomi una pacca sulla spalla

Scoppiai a ridere, un giorno avrei dovuto ringraziare Jackson per tutti quei momenti di leggerezza che mi faceva provare. La paura scompariva in sua compagnia… chi lo avrebbe mai detto che un giorno il bullo che mi “perseguitava” a scuola sarebbe stato uno delle poche persone capaci di farmi stare meglio.

04 Ottobre 2013.

Quel giorno Scott arrivò a scuola con una notizia inattesa.

-La protezione animali ha portato una lupa da Deaton per sapere in che condizioni fosse. A quanto hanno detto avevano scoperto un collezionista illegale, aveva diversi animali vietati nello stato della California, tra cui anche una femmina adulta di lupo. Purtroppo quando sono arrivati alla casa dell’indiziato lo hanno sorpreso mentre liberava tutti gli animali tra cui anche il canide. Dopo aver setacciato il bosco palmo a palmo per tutta la notte sono riusciti a catturarla, sono però preoccupati che in quelle ore si sia potuta ferire.- mi spiegò notando il mio interesse.

-Cavolo erano anni che un Lupo non abitava i boschi di Beacon Hills. Un lupo normale intendo ovviamente.-

-Già- Scott mi lanciò un occhiata con la coda dell’occhio – parlando d’altro, perché Jackson ti ha lanciato quell’occhiata stamane?-

-Non lo so esattamente, ha detto di volermi parlare questa sera, ma quando gli ho chiesto a proposito di cosa, non mi ha risposto.-

-Questo si che è strano-

-Molto- risposi senza guardare dove camminavo, mentre raggiungevo l’aula d’inglese.

Quella sera dovetti affrontare un Jackson davvero strano, per tutta la durata delle cena era rimasto in silenzio, stupendo pure mio padre per la mancanza di battutine beffarde a cui era solito.

Cercai di stemperare il silenzio parlando della Lupa che aveva visitato Deaton e della giornata scolastica ma non funzionò neppure quello.

La mia frustrazione raggiunse picchi altissimi quando dopo aver finito di pulire la cucina Jackson mi chiese di poter parlare da soli in camera mia. Nel tempo che impiegai per salire le scale partorii almeno dieci motivi per cui l’ex capitano di lacrosse avrebbe potuto decidere di abbandonarmi.

-Allora- iniziai una volta in camera – cosa sta succ-

Jackson mi interruppe con tono forte e serioso – Voglio che tu mi dia il Morso-

-Cosa?- domandai con tono stranito – Sei già un licantropo a cosa ti serve un ulteriore morso?-

-Non ti sto chiedendo di trasformarmi. Pretendo che tu mi morda, anche se sotto forma di gesto simbolico, così da rendermi un TUO beta.- Jackson mi fece quella richiesta con il solito tono da snob che aveva prima di quel giovedì di settembre, ma percepivo che in realtà mi stava pregando di farlo, di renderlo parte figurativamente parte di un branco diverso da quello degli Hale.

Mi avvicinai al ragazzo provando un emozione talmente forte da non capire come definirla –Nonostante non sarà ufficiale, lo farò. Ma devi capire questo: non sono io che ti dono il Morso, sei tu che mi concedi di marchiarti. Sei tu che mi fai l’onore di essere mio beta- “il primo e forse l’ultimo”. Ma l’ultima parte la tenni per me, avevo già piantato dei “paletti” nei miei obbiettivi, e crearmi un branco facendo trasformare altri ragazzi con il mio veleno era fuori questione.

-Tu hai sempre qualcosa da dire, vero?- rispose sbuffando Jackson.

-La maggior parte delle volte- sorrisi.

Allungai la mano destra, accarezzai il braccio di Jackson senza malizia, percorrendo in discesa il tragitto dalla spalla. Strinsi la presa sulla piega del gomito e lo alzai leggermente, ripiegai la manica della maglia con la mano sinistra e sollevai ancora un poco di più il braccio di Jackson e lo portai accanto alla bocca.

Prima di dare il Morso diedi un ulteriore occhiata al mio amico, notando la sicurezza sul suo volto, lentamente feci uscire i canini ancor più dalla gengiva e li affondai nella carne tenera dell’interno del gomito.

Jackson soffiò come un felino per il dolore ma non si mosse, rimase immobile ad osservare i miei denti conficcati nella sua stessa carne mentre delle piccole gocce di sangue scivolavano sulla pelle.

-Sono un tuo beta- disse osservando ritrarmi dal suo braccio.

Fissai lo sguardo sul segno dei miei denti e feci un minuscolo sorriso – Ora siamo un branco-






Antro di Bad:


Alloooora :) Buon giorno a tutti. Eccoci al terzo capitolo dove Stiles decide di affrontare i gemelli  e acquisisce il proprio primo beta.
Penso che Stiles sia la persona più adatta a diventare l'alfa di Jackson perchè, nonostante abbia dei dubbi, ha ben chiaro in mente cosa lascierà correre e quali atti e situazioni combatterà in modo assoluto. Suppongo che alla fine si riduca tutto a  questo: Jackson si fida delle decisioni di Stiles. Sa di poter confidare nei suoi gesti, affidandosi a lui senza timore di venir tradito e pugnalato alle spalle.
Ora che Stiles ha morso Jackson sono un branco, anche se non in modo ufficiale, legati in modo leggero dal gene Black Dog. C'è solo un piccolo dettaglio che si oppone a questa unione....

La scena con Deucalion mi ha fatto morire, davvero, scrivere di Stiles incazzato nero, nonostante l'abbia scritta io, mi ha fatto ridacchiare come una cretina per tutto il tempo. Le parole quasi si scrivevano da sole tanto le mie mani rispondevano ai minuscoli impulsi del cervello, era come se le stesse scrivendo qualcun'altro :)

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, auguro a tutti quelli presenti a Lucca buon fine evento :)
Ringrazio chi legge e
My heart seeks love e fange69 per aver commentato.
Un bacio a tutti.
Badluna
  
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