Il Vecchio Continente
di Badluna
23 Settembre 2013
Non
potevo evitare la scuola ancora per molto, difatti quel
lunedì mattina mi svegliai presto e mi preparai per la
giornata scolastica. Misi
i miei jeans preferiti e una maglietta un poco attillata nera con delle
fasciature
color oro cucite sul petto, dopo di che presi dalla sedia il
giacchettino blu e
lo zaino.
Scesi
le scale lentamente, sentendomi quasi sul punto di
andare al patibolo. Mentalmente era così, non sapevo cosa
sarebbe accaduto in
quella che sarebbe dovuta essere una semplice giornata di studio, il
confronto
con Scott e Isaac mi spaventava, ma temevo anche ciò che i
gemelli potevano
aver saputo da Deucalion. Scossi la testa cercando di scacciare ogni
singolo pensiero,
era meglio che il mio cervello rimanesse concentrato solo
sull’obbiettivo di
non farmi trovare da solo.
Mi
feci accompagnare a scuola da mio padre, il quale era
riuscito a prendere una settimana di vacanza per aiutarmi. Salutammo
Jackson e
gli augurammo una buona fortuna per la giornata che lo attendeva con i
suoi
genitori, arrivammo davanti a scuola giusto qualche minuto prima del
suono della
campanella. Tutti gli studenti erano già
all’interno dello stabile pronti per
entrare in aula.
Papà
mi cinse la spalla sinistra per infondermi coraggio e
mi salutò. Scesi dall’auto e con lo sguardo lo
seguii mentre si allontanava
andando a casa degli Argent per avere un consiglio su come comportarsi,
mi
strinsi nelle spalle e tirai le fasce che mi circondavano le spalle in
un gesto
nervoso.
Mi
voltai verso la scuola ed entrai, raggiunsi l’aula 213 di
chimica e appoggiai le mie cose sull’unico banco libero
lontano dai lupi. Furono
molti gli sguardi che si catalizzarono su di me, i miei compagni mi
sorrisero
felici di rivedermi, dopo una settimana di malattia, ma percepii
direttamente
lo sguardo dei mannari su di me. Alzai il volto ed incrociai lo sguardo
confuso
di Scott, ero sicuro che si stesse chiedendo come mai non mi ero seduto
accanto
a lui e probabilmente stava cercando di capire cosa ci fosse di diverso
in me.
Nonostante avessi cercato di nasconderlo, vestendomi come sempre e
utilizzando
molto profumo, la mia natura mannara mi rendeva diverso agli occhi di
chi
sapeva osservare.
La
giornata fu estenuante, passai ogni momento di pausa o di
scambio di aule con i compagni a cui solitamente non davo molta
attenzione,
scoprendo di riuscire a divertirmi nonostante la situazione. A pranzo
mio padre
mi raggiunse nei posteggi con cibo take-away e ci mettemmo a mangiarlo
su una
panchina li vicino, parlando di tutto. Riuscii pure a fargli presente
che malgrado
la situazione fosse diversa non aveva il permesso di mangiare cavolate
e di
sgarrare dalla propria dieta salutare.
A
fine giornata la campanella di fine lezioni accompagnò il
mio sospiro esausto, ero riuscito a tenermi lontano dai miei amici, ma
non ci
sarei riuscito ancora per molto…un giorno era anche troppo
sfiancante. Arrivai
alla porta principale e mi lasciai trascinare fuori
dall’edificio dalla folla,
rendendomi subito conto di essere accerchiato. Derek e Isaac mi
aspettavano
davanti alla Camaro dell’alfa, alla mia destra intravvidi
Scott fermo in mezzo
alla gente che si spostava per tornare a casa. Merda avevo parlato
troppo
presto.
Fu
nel momento in cui vidi i gemelli a cavallo delle proprie
moto senza casco che cominciò a salirmi il terrore. Ero in
trappola! Se non mi inventavo
qualcosa subito sarei stato braccato come un topo davanti ad una banda
di
micioni arrabbiati.
La
mia mente stava cercando di elaborare un piano il più
velocemente possibile quando vidi letteralmente arrivare la mia
salvezza, sotto
forma di una porche argentata. Mi precipitai correndo il più
veloce possibile
verso l’auto, sentii molti studenti insultarmi
poiché avevo dato loro uno
spintone o pestato il piede ma non me ne importò, il mio
obbiettivo era
raggiungere la vettura prima che i lupi potessero reagire davanti a
tutti.
Salii
in auto e chiusi la portiera in quelli che sembrarono
cinque millesimi di secondo, alzai lo sguardo facendo un enorme sorriso
di
gratitudine, sentendo il motore ruggire mentre Jackson usciva sgommando
dai
posteggi della scuola.
-Pensavo
non arrivassi più- gli dissi con il fiatone.
-I
miei genitori mi hanno trattenuto più del previsto- mi
rispose
con un sottile tono di scuse.
-L’importante
è che sei arrivato- gli feci.
-Direi
che ora è ovvio anche a loro che è successo
qualcosa-
disse solamente, quando lo guardai vidi che stava osservando
l’immagine
riflessa nello specchietto retrovisore, copiandolo diedi un occhiata
dietro le
nostre spalle e ciò che vidi mi mise i brividi.
Tutti
e quattro i lupi da cui ero appena scappato stavano fermi
immobili come statue uno accanto all’altro, osservando la
macchina di Jackson
allontanarsi il più velocemente possibile.
Avevano
decisamente capito che
una pedina della scacchiera aveva subito una mutazione, ma forse non
avevano
ancora compreso che invece di una torre io ero diventato uno scattante
alfiere
con nuovi gadget a disposizione.
23 Settembre 2013 Ore 20 circa.
La
serata stava passando tranquilla, in confronto alla
giornata appena trascorsa. Ero seduto sul divano con una tazza di
tè caldo in
mano che, in teoria, avrebbe dovuto aiutare il mio corpo a rilassarsi,
Jackson
si trovava al mio fianco mentre guardava la tele e chattando, di tanto
in tanto,
con qualcuno tramite cellulare. Mio padre invece, sedeva sulla sua
poltrona
munito di telecomando e cercava un canale con qualcosa di interessante
da
vedere. Sospirai tranquillo, il tè stava cominciando a far
effetto e l’ambiente
famigliare del salotto aiutava la mia mente a quietarsi. Finii di bere
e
appoggiai la tazza sul tavolino davanti al divano, corrugando la fronte
mi
voltai verso Jackson e vidi che anche lui era sull’attenti,
anch’egli come me
aveva avvertito un rumore. O meglio il ringhio del motore di un auto,
un auto
che conoscevamo perfettamente.
-Ragazzi?-
Mio padre stava fissando le nostre espressioni
tese in cerca di chiarimenti.
-Abbiamo
visite- rispose Jackson inclinando la testa come
per sentire meglio.
-Chi?-
domandò papà alzandosi e spostandosi verso la
porta
d’entrata.
-Derek
e Isaac- risposi cercando di captare altri suoni.
-Ci
sono anche Scott e Peter.. e una ragazza ma non so chi
sia- aggiunse Jackson alzandosi e raggiungendo lo sceriffo.
-Deve
essere Cora, la sorella di Derek. Te ne ho parlato-
dissi restando immobile ed osservando gli spostamenti dei due in piedi.
Stavo
per dire qualcos’altro quando suonò il campanello.
Mio
padre mi diede un occhiata di avvertimento, face un segnale a Jackson
di
non fare rumore e dopo di che aprì la porta.
-Buona
sera Sceriffo- la voce di Scott invase il piano
inferiore della casa come un campanello d’allarme.
-Ciao
Scott- disse mio padre senza spostarsi come avrebbe fatto
in una situazione normale.
Probabilmente
lo notò pure Scott che esitò un attimo
–Ehm….Stiles può uscire questa sera?-
chiese con voce innocente.
-Perché
invece non entri? E puoi dire anche ai tuoi amici di
raggiungerti.- lo sorprese mio padre, prima di girarsi e tornare in
salotto
lasciando il mio migliore amico immobile sulla soglia di casa.
Per
qualche secondo non si udì nessun rumore se non i nostri
cuori, poi pian piano il rombo di passi invasero le orecchie mie e di
Jackson
avvicinandosi sempre di più fino ad essere udibili anche da
mio padre.
Quando
vidi entrare in casa i lupi immaginai come dovesse
sembrare ai loro occhi la scena, io seduto sul sofà con i
vestiti più comodi e
slargati che avevo nell’armadio, Jackson appoggiato allo
schienale del divano
con la schiena rivolta verso di me e lo sguardo ben puntato sul branco
con mio
padre in piedi al mio fianco dietro il canapè.
Rimanemmo
a fissarci per un po’ o forse era meglio dire a
studiarci, la tensione era quasi palpabile riuscivo a sentirla sulla
pelle.
Papà
interruppe il silenzio rivolgendosi direttamente agli
ospiti –Bene è un onore vedere tutto il Branco
Hale al completo- disse con voce
seriosa.
Notai
lo shock di Scott ma ignorai il suo sguardo quando si
volse verso di me in cerca di spiegazioni.
-E
così non hai saputo tenere nemmeno questo segreto- Derek
mi rivolse la parola dopo settimane che non lo sentivo.
-Mio
figlio sa mantenere molti segreti, alcuni più grandi
dei vostri.- mi difese mio padre.
-Questo
non gli ha impedito di raccontarle tutto però- prese
parola Peter.
Io
e mio padre ci scambiammo occhiate nervose con Jackson,
era il momento di spiattellare la verità.
-Le
carte in tavola sono cambiate- disse semplicemente Jackson
con tono superficiale, rivolgendo uno sguardo di superiorità
a Derek. Non gli
piaceva proprio l’alfa.
-
E cosa le avrebbe cambiate in modo così stravolgente da
svelare ogni nostro segreto allo sceriffo?- chiese ringhiando in modo
aggressivo
Derek. Di riflesso Jackson e mio padre si spostarono davanti a me in un
secondo, il primo ringhiando di conseguenza contro l’Alfa ed
il secondo tenendo
la mano premuta sulla tasca dove aveva inserito la pistola
d’ordinanza.
Sospirai,
così non saremmo arrivati da nessuna parte, alzandomi
dal divano mi spostai verso la poltrona preferita di mio padre,
ritrovandomi
lontano dal branco ma più vicino a Scott.
-Sono
stato morso- svelai con voce piatta.
-Cosa?-
mi chiese in tono scioccato Scott. Mi voltai verso
Isaac quando prese parola – Ecco cos’era
l’odore strano che ti sentivo addosso
oggi- feci un falso sorriso alle sue parole.
-Chi
è stato?- chiese Peter, presi un respiro prima di
fissare il mio sguardo nel suo, lui sapeva quanto non volevo essere
morso,
quanto era forte la mia voglia di rimanere umano.
Preparandomi
psicologicamente decisi di lanciare la prima
bomba – È stato Deucalion-
Se
la situazione fosse stata diversa avrei riso delle
reazioni che ottenni grazie alle mie parole, le facce erano talmente
basite che
mi aspettai di vederli spalancare la bocca come pesci lessi. Quello che
mi
spaventò però fu la voce di Derek. –Sei
diventato uno di loro dunque- aveva un
tono rabbioso e roco, come se volesse saltarmi alla gola da un momento
all’altro.
-No-
rispose al mio posto Jackson
-
Stiles non può resistere al richiamo di Deucalion, lui
troverà
un modo per legarlo a se.- disse Peter lanciando uno sguardo a mio
padre.
-Vi
sbagliate- disse ancora Jackson con voce quasi
divertita.
-Jackson
piantala di prenderti gioco di loro, Stiles muoviti
a dirgli come stanno le cose prima che decidano di saltarti addosso
senza alcun
motivo.- ci sgridò mio padre.
Accettai
il suo consiglio e puntai gli occhi in quelli di
Scott – Non sono un Beta di Deucalion-
-Ma-
fece per interrompermi il mio migliore amico.
Senza
degnarlo di attenzione continuai a parlare spostando
però lo sguardo su Derek – Non lo sono
perché io non sono un Beta- dissi
-Cosa?
Che stai dicendo?- chiese Isaac.
-Dai
Stiles faglieli vedere- mi incitò Jackson divertito,
avrei voluto trovare anche io la scena divertente ma non ci riuscivo.
Chiusi
gli occhi richiamando la parte lupesca che ormai
viveva in me, quando fui sicuro di averlo fatto nel modo giusto aprii
gli occhi
e fissai i Lupi davanti a me.
Tra
le esclamazioni stupite e i respiri trattenuti l’affermazione
di Jackson fu più che ben udibile.
-Quelli si che
sono occhi da Alfa!-
24 Settembre 2013
Quel
giorno a scuola era andata relativamente meglio, Scott
ed Isaac mi guardavano come se fossi un clown del circo, quasi si
aspettassero
che combinassi qualche casino da un momento all’altro, ma
nonostante tutto mi
aiutarono durante tutto l’arco della giornata scolastica.
Cercai di evitare il
più possibile di stare troppo vicino ai gemelli e di non
dare troppo
nell’occhio. Fino a pranzo questa tecnica aveva funzionato,
purtroppo tutto
andò in fumo non appena misi piede fuori dalla mensa e finii
per scontrarmi con
qualcuno, alzai gli occhi per scoprire chi avevo colpito. Avevo
già uno –Scusa-
sulle labbra quando incontrai lo
sguardo fiero e serio di Ethan.
Mi
paralizzai immediatamente, maledicendo la mia perenne
sfortuna ed imbranataggine. Con un contatto così diretto
Ethan sarebbe un
idiota a non accorgersi del mio nuovo odore, o anche semplicemente del
fatto
che non sia finito per terra come una marionetta.
Per
fortuna Scott reagì prontamente e mi trascinò
lontano dall’Alpha
di Deucalion e così andammo a rintanarci in una classe
scoprendo che anche
Isaac e Danny avevano scelto la nostra stessa opzione.
Mi
sedetti sul banco vicino a quello di Isaac cercando di
svuotare la mente e rilassarmi, fu anche grazie
all’intervento di Danny che
cominciò a parlarmi di novità del mondo virtuale
riuscii a distrarmi abbastanza
da non accorgermi delle occhiate che mi rivolsero più volte
i miei due amici
mannari.
A
fine giornata fui travolto dall’insistenza di Scott e
Isaac i quali vollero accompagnarmi a casa, accettai solamente per una
piccola
sfumatura che notai nell’espressione di Isaac. Quando Scott,
per infiltrarsi in
casa, approcciò la scusa di salutare Jackson
l’espressione del biondo mutò di
pochissimo. Non riuscii a comprenderla ma decisi che volevo indagare,
dopo
tutto la mia curiosità era una distrazione più
che sufficiente.
Quando
arrivammo a casa incontrammo Jackson che usciva dalla
porche con il cellulare all’orecchio, ultimamente passava
molto tempo a parlare
con i suoi genitori, avevo intuito che anche quello facesse parte del
suo
progetto per scacciare i demoni che si portava dietro dai mesi in cui
era stato
il Kanima. Ebbi un intuizione e mi voltai leggermente verso Isaac, non
troppo
da farmi sorprendere, ma abbastanza per potergli vedere il viso, e
così facendo
lo sopresi a fissare Jackson. I suoi occhi scorsero sulla figura di
Whittemore
in una maniera che andava oltre il normale interesse, ne fui certo al
cento per
cento quando vidi lo sguardo di Isaac fissarsi intensamente sul lato B
del ex
capitano di Lacrosse.
Quello
si che era interessante!
Entrammo
in casa e ci stravaccammo sul divano sotto lo
sguardo esasperato di Jackson, il quale mi passò accanto e
tirandomi una
leggera pacca in testa mi disse un sola parola – Ospiti!-
Sospirai
e guardando i due lupi seduti come me sul divano
chiesi se volessero qualcosa da bere o da mangiare, ma entrambi
negarono. Alzai
gli occhi al cielo, Jackson e le sue cavolo di manie che aveva
acquisito in
Gran Bretagna.
-Quando
sei tornato?- chiese Scott a Jackson seguendolo con
lo sguardo mentre quest’ultimo si spostava in cucina per
prepararsi uno
spuntino.
-Una
settimana fa- la risposta arrivò soffocata dai muri ma
più che udibile per l’udito mannaro.
-Cosa
ti ha convinto a tornare?- chiese a sua volta Isaac
interessato.
-Stiles-
rispose con voce che diceva chiaramente di aver
chiuso l’argomento.
Allo sguardo
curioso di entrambi
sollevai gli occhi e tirai fuori i compiti dallo zaino con tutta
l’intenzione
di cominciare in quel momento a farli, i miei due amici sbuffarono
esausti ma
non si lamentarono. Tirarono anche loro fuori i compiti
perché tre menti erano
meglio di una.
28 Settembre 2013
Quel
sabato non era iniziato affatto nel modo migliore.
Avevo sperato di poter riposare fino a tardi ma purtroppo la gente di
Beacon
Hills non la pensava come me. Fui svegliato dal mio vicino che tagliava
il
prato e dai bambini che passavano con le bici nella strada davanti a
casa. Non
sapevo ancora controllare il mio super udito come avrei voluto, per
questo
motivo mi dovetti alzare e prepararmi a una nuova giornata.
Nonostante
avessi programmato di passare la giornata a casa
nel dolce far nulla fui strappato dalla mia abitazione da Scott, il
quale
voleva che lo accompagnassi da Derek. Nonostante tutto se lo avevo
fatto fino
adesso potevo anche andare a supportarlo da lupo mannaro.
Quando
arrivammo alla vecchia catapecchia che Derek si
ostinava a chiamare casa fummo accolti da due schieramenti pronti a
farsi
guerra. Scesi dalla Jeep lanciando un occhiata al branco Hale
posizionato
davanti alla casa in formazione di difesa fronteggiando il branco di
Alfa, feci
alcuni passi puntando lo sguardo in quello di Deucalion, avrei voluto
urlargli
qualcosa tipo: Sono ancora vivo brutto figlio di *******. Mi trattenne
solo per
la consapevolezza che non era il momento adatto. Dovevo stare attento,
Deucalion possedeva molti segreti e trucchetti nelle proprie
“maniche” era
probabile che li avrebbe usati per mettermi contro i miei amici.
-Stiles-
l’alfa cieco pronunciò il mio nome con voce quasi
sibilante.
Senza
rispondere mi portai vicino al branco di Beacon Hills,
avrei voluto che Jackson fosse presente, nonostante Scott fosse il mio
migliore
amico, al momento avevo la certezza di potermi fidare, al cento per
cento, solo
dell’ex capitano di Lacrosse. Purtroppo il biondo si era
rifiutato di mettere
piede nella proprietà di Derek senza motivo.
-È
un piacere notare la tua perfetta forma fisica- parlò
freddamente
Deucalion.
-La
forma fisica di qualunque essere umano sarebbe migliore
paragonata a quella di un morto- risposi piatto.
-Sei
intelligente avrai sicuramente capito che il mio vero
piano non era ucciderti..- disse con tono accomodante. -Non lo hai
capito?
Ognuno di noi ha un ruolo nella vita e il tuo può essere
quello con più soddisfazioni-
cercò di ingraziarmi con voce melliflua.
-Sai
forse avresti fatto meglio a restare a casa e guardarti
qualche film. Non hai ancora imparato che i cattivi più
scadenti sono quelli
che rivelano i propri piani alle loro vittime quando pensano di avere
la
vittoria in mano?- il mio tono era scanzonato mentre gli facevo capire
con
poche parole che non sarei passato dalla sua parte.
Il
volto dell’uomo cieco passò da finta gentilezza ad
un
ghigno malefico.
-Oh…il
piccolo Stiles non vuole giocare con noi- disse
prendendomi in giro – Sai che se voglio posso farti passare
dalla mia parte
solo con un gesto?- domandò portandosi un dito ad indicarsi
la tempia.
Maledetto
lui e i suoi trucchetti – Non ci riuscirai- gli
dissi con tono sicuro mentre dentro di me temevo di capitolare da un
momento
all’altro.
Deucalion
non rispose, improvvisamente i suoi occhi
divennero rossi e mi fissò, l’espressione
concentrata con cui mi stava
guardando non mi suggeriva niente di buono.
La
certezza su cosa stesse facendo divenne fondata quando
potei sentire la sua voce che mi chiamava, peccato che potevo vedere
benissimo
le labbra dell’alfa non muoversi minimamente.
Il
richiamo del non vedente divenne sempre più forte,
ripeteva il mio nome e mi elencava tutte le cose che avrei potuto avere
se solo
mi fossi unito a lui, ed a malapena riuscivo a percepire i miei stessi
pensieri.
La
testa cominciò a farmi male, pulsando intensamente, mi
portai le mani al volto premendo le dita sulle tempie, le gambe stavano
per
cedere quando accadde qualcosa.
L’influsso
mentale di Deucalion finì o per meglio dire, fu
interrotto. La mia mente ora non era più occupata dalla sua
voce, tutto ciò che
vedevo e sentivo in quel momento era il muso del “Black
Dog” ed il suo ringhio.
Libero
dai pensieri invasori, alzai nuovamente lo sguardo su
Deucalion ringhiando incazzato nero, come osava? Aveva cercato di
togliermi la
possibilità di scelta una seconda volta.
Diavolo
quanto mi faceva incazzare!
Strinsi
i pugni fino a far diventare le nocche bianche, ero
talmente arrabbiato che non notai lo shock e la espressioni degli alfa
che ci
fronteggiavano.
Sentivo
scariche elettriche attraversare
i palmi delle mie mani con fitte
che solcavano la soglia tra il piacere ed il dolore, la rabbia fece
partire
dagli avambracci un tremore che si espanse salendo dai braccia sino
alle
spalle.
-E
così è questo che fai? Togli il diritto di scelta
alle
tue prede e poi ti fingi tanto forte e potente?- gli chiesi con voce
soffocata
dal tremore del mio corpo.
-Non
mettere in dubbio la mia forza Stiles, il trucchetto
che ho utilizzato con te è niente in confronto a
ciò che potrei-
Deucalion
non riuscì a finire poiché venne interrotto da un
mio furente e energico ringhio. Esso risuonò in tutto il
bosco, con il senno di
poi immaginai che la mia voce avesse raggiunto pure mio padre e Jackson
a casa.
L’alfa
boss mi osservò mantenendo una faccia da poker, in
seguito fece un gesto ai gemelli e a Kali, i quali si allontanarono
furtivamente senza darci le spalle.
-Sei
interessante cuccioletto. Ma devi imparare ancora molte
cose. Come ad esempio non mettersi contro il proprio alfa.- mi
suggerì il
cieco.
-Mentre
te ne vai con la tua scopamica ricordati che non sei
il mio alfa. Io non sono il beta di nessuno!-
Deucalion fece
un piccolo
ringhio ma non rispose e dopo avermi lanciato un ultima occhiata, per
la quale mi
sarei sentito inquietato se non fossi stato incazzato, si
allontanò lasciando
la radura davanti a casa Hale.
30 Settembre 2013
Quel
lunedì a scuola cambiò alcune mie certezze. Il
weekend
non era stato dei migliori, dopo aver incontrato il branco Alfa le mie
aspettative per il fine settimana erano crollate ed avevo finito per
richiudermi in casa a passare il tempo con Jackson.
Chiusi
lo sportello del mio armadietto con un sospiro e mi
girai verso destra per raggiungere l’aula di spagnolo, ma
ciò che mi si
presentò davanti mi fece bloccare sul posto.
Danny
era davanti al proprio armadietto e stava parlando
tutto sorridente con Ethan, essendo voltato verso il contenuto dello
stesso non
poteva vedere il volto rabbuiato del ragazzo.
Dalla
mia postazione vedevo perfettamente l’espressione inquieta
e triste del giovane Alfa, sembrava che avesse un brutto pensiero in
mente che
lo tormentava.
Fu
quando Danny si voltò verso il proprio ragazzo che il
mannaro cambiò espressione, il lupo scambiò
l’espressione triste con un finto
sorriso, ed io capii.
Ecco
cosa attanagliava la mente di Ethan, era probabile che
il mio coetaneo fosse veramente legato a Danny e che provasse dei
sentimenti
veritieri verso di lui. E qui entrava in scena Deucalion, scommettevo
che il
problema di Ethan fosse proprio lui. Sicuramente una volta avuto
ciò che
desiderava l’alfa boss si sarebbe trasferito in
un’altra città pronto a
saccheggiare qualunque cosa attirasse la sua attenzione. E trasferirsi
voleva
dire lasciare Danny.
Quel
pensiero mi aprì gli occhi, i gemelli non erano il
nemico, lo era l’influsso che Deucalion aveva su di loro. Sia
Ethan che Aiden
avrebbero perso una persona a cui tenevano per colpa del loro capo, non
riuscivo a capire perché non si ribellassero e scegliessero
di restare per
conto proprio.
Forse
era proprio questo il problema, nessuno aveva
offerto loro l’opportunità di liberarsi
di Deucalion, difatti loro pensavano che il non vedente fosse il
più forte e
per questo motivo avevano
deciso di
seguirlo.
Probabilmente
se qualcuno fosse riuscito a convincerli che
avrebbero potuto andare avanti per proprio conto senza dover sottostare
agli ordini
dell’Alfa boss, avrebbero avuto
l’opportunità di restare a Beacon Hills.
Rimasi
appoggiato al mio
armadietto ed osservai Lydia e Aiden passarmi davanti chiacchierando
tranquillamente mentre raggiungevano la classe di spagnolo. Forse, dopo
tutto,
sarei potuto essere io quel qualcuno.
01 Ottobre 2013 ore 17.45
-Sei
sicuro di volerlo fare?- mi chiese Jackson.
Avevo
discusso con lui sull’argomento “azione libera i
gemelli” tutta la sera precedente, secondo il mio amico non
valeva la pena
preoccuparsi per loro quando Deucalion era già un pericolo
più che sufficiente.
Ero
convinto dell’idea che se fossi riuscito ad allontanare
i due lupi dall’alfa avrei avuto più pedine in
gioco, nonostante questo non
implicasse nessuna certezza su una loro partecipazione a favore della
mia
causa.
Quella
mattina avevo lasciato un biglietto dell’armadietto
di Aiden che riportava scritto di presentarsi con suo fratello
nell’aula di
musica dopo le lezioni, avevamo scelto quella stanza perché
era stata
insonorizzata proprio durante la pausa estiva, per via delle lamentele
dei
professori di chimica, i quali avevano lezioni nelle aule accanto.
-Sì,
anche se decidono di non aiutarmi hanno il diritto di
poter scegliere dove vogliono stare e con chi vivere-
-Questo
non ha solo a che fare con Deucalion vero?- mi
domandò il mio amico osservandomi con sguardo penetrante.
Fissai
lo sguardo nel suo e voltandomi verso la porta
d’entrata sussurrai – Tutti devono avere la
possibilità di scegliere.-
La
nostra discussione si fermò poiché sentimmo un
rumore di
passi provenire dal corridoio davanti alla porta dell’aula.
Osservai la maniglia
di ferro abbassarsi e produrre un leggero sibilo mentre i gemelli
entravano
nella classe, dalle loro espressioni capii che erano
sull’attenti, pronti ad
attaccare al minimo accenno di ostilità.
Decisi
di comportarmi come il solito Stiles aprendomi, così,
in un sorriso mentre li salutavo –Ehi ragazzi. Grazie per
essere venuti-
-Cosa
è questa storia Stiles? Che cosa vuoi da noi?- mi
chiese con tono non troppo duro Ethan.
Mi
limitai a far calare leggermente il mio sorriso fino a
farlo diventare solo un semicerchio rivolto verso l’alto ed
inclinare il volto
–Veramente volevo fare qualcosa per voi.-
Potei
leggere la sorpresa nei loro occhi, ma mentre quello
di Ethan mutava in curiosità il viso di Aiden
diventò pieno di tracce di
sospetto.
-Cosa
vuoi dire?- mi chiese quest’ultimo.
-Scommetto
che a voi non va tanto a genio l’idea di dover
abbandonare Lydia e Danny fra non troppo tem-
-Arriva
al punto Stilinski- mi ringhiò contro Aiden.
Sospirai,
odiavo avere a che fare con l’impulsività del
gemello stupido. – Sto cercando di offrirvi la
possibilità di restare qui con i
vostri partner. Di poter-
-Ci
stai chiedendo di tradire Deucalion?- mi chiese
arrabbiato Ethan.
-No.
Non lo sto facendo. Non so quale legame vi leghi a lui,
vi sto solo proponendo di prendervi del tempo e pensarci su.-
-Stai
dicendo che non vuoi che lasciamo Deucalion per stare
nel tuo branco?- mi chiese Aiden
-Come
potreste stare nel mio branco siete alfa..-dissi con
sguardo stranito, ma ebbi l’impressione di essermi perso un
dettaglio quando
vidi i gemelli scambiarsi un occhiata veloce.
-Comunque
no! Non è questo che intendo. Vorrei solo che
ragionaste su cosa volete per voi stessi. Credete di voler continuare
con la
vita nel branco degli alfa spostandovi di città in
città per soddisfare i
desideri di Deucalion, o vorreste poter vivere da ragazzi
“normali”- imitai le
virgolette con le dita – qui a Beacon Hills portando avanti
le vostre
relazioni?-
-Quindi
davvero non ti interessa che passiamo dalla tua
parte e combattiamo contro Kalì e Deucalion?- Mi
sfottè Aiden
-Sarei
un bugiardo se vi dicessi che mi va bene che
combattiate contro di me, ma sarei uno stronzo a negarvi
l’opportunità di poter
scegliere come vivere solo perché non vi voglio come nemici-
dissi fissando lo
sguardo nel fratello etero.
-Lo
stai facendo davvero per noi- sussurrò Ethan con tono
che passava tra l’affermazione e la domanda.
-È
quello che tento di dirvi dall’inizio- sorrisi
dolcemente.
-Io....-Ethan
portò lo sguardo sul fratello - ..Noi..abbiamo
bisogno di tempo per pensarci- ci disse voltando per la prima volta il
volto
verso Jackson.
-Certo.
Non è un ultimatum. È qualcosa che spetta a voi
decidere- Ethan annuii silenziosamente e si voltò,
aprì la porta e uscì
dall’aula con il fratello alle calcagne muto quanto lui.
Quando
si furono allontanai rilassai le spalle e mi lasciai
andare in un sospiro, avvertii una mano calda posarsi sulla mia nuca e
stringermi in modo rassicurante il collo.
-Sei
andato bene- disse Jackson.
-Lo
spero. Anche se fingo che non sia così, il supporto di Ethan
e Aiden potrebbe far resuscitare delle pedine sulla scacchiera.-
-Perché
non puoi semplicemente dire che il loro aiuto ci
farebbe molto comodo?- mi riprese Jackson
-Perché
fare riferimenti agli scacchi mi fa sentire figo-
risposi sollevando le sopracciglia e facendo una faccia da scemo.
-Cretino-
mi rispose l’altro ragazzo tirandomi una pacca
sulla spalla
Scoppiai a
ridere, un giorno
avrei dovuto ringraziare Jackson per tutti quei momenti di leggerezza
che mi
faceva provare. La paura scompariva in sua compagnia… chi lo
avrebbe mai detto
che un giorno il bullo che mi “perseguitava” a
scuola sarebbe stato uno delle
poche persone capaci di farmi stare meglio.
04 Ottobre 2013.
Quel
giorno Scott arrivò a scuola con una notizia inattesa.
-La
protezione animali ha portato una lupa da Deaton per
sapere in che condizioni fosse. A quanto hanno detto avevano scoperto
un collezionista
illegale, aveva diversi animali vietati nello stato della California,
tra cui
anche una femmina adulta di lupo. Purtroppo quando sono arrivati alla
casa
dell’indiziato lo hanno sorpreso mentre liberava tutti gli
animali tra cui
anche il canide. Dopo aver setacciato il bosco palmo a palmo per tutta
la notte
sono riusciti a catturarla, sono però preoccupati che in
quelle ore si sia
potuta ferire.- mi spiegò notando il mio interesse.
-Cavolo
erano anni che un Lupo non abitava i boschi di
Beacon Hills. Un lupo normale intendo ovviamente.-
-Già-
Scott mi lanciò un occhiata con la coda
dell’occhio –
parlando d’altro, perché Jackson ti ha lanciato
quell’occhiata stamane?-
-Non
lo so esattamente, ha detto di volermi parlare questa
sera, ma quando gli ho chiesto a proposito di cosa, non mi ha risposto.-
-Questo
si che è strano-
-Molto-
risposi senza guardare dove camminavo, mentre
raggiungevo l’aula d’inglese.
Quella
sera dovetti affrontare un Jackson davvero strano,
per tutta la durata delle cena era rimasto in silenzio, stupendo pure
mio padre
per la mancanza di battutine beffarde a cui era solito.
Cercai
di stemperare il silenzio parlando della Lupa che
aveva visitato Deaton e della giornata scolastica ma non
funzionò neppure
quello.
La
mia frustrazione raggiunse picchi altissimi quando dopo
aver finito di pulire la cucina Jackson mi chiese di poter parlare da
soli in
camera mia. Nel tempo che impiegai per salire le scale partorii almeno
dieci
motivi per cui l’ex capitano di lacrosse avrebbe potuto
decidere di
abbandonarmi.
-Allora-
iniziai una volta in camera – cosa sta succ-
Jackson
mi interruppe con tono forte e serioso – Voglio che
tu mi dia il Morso-
-Cosa?-
domandai con tono stranito – Sei già un licantropo
a
cosa ti serve un ulteriore morso?-
-Non
ti sto chiedendo di trasformarmi. Pretendo che tu mi
morda, anche se sotto forma di gesto simbolico, così da
rendermi un TUO beta.-
Jackson mi fece quella richiesta con il solito tono da snob che aveva
prima di
quel giovedì di settembre, ma percepivo che in
realtà mi stava pregando di
farlo, di renderlo parte figurativamente parte di un branco diverso da
quello
degli Hale.
Mi
avvicinai al ragazzo provando un emozione talmente forte
da non capire come definirla –Nonostante non sarà
ufficiale, lo farò. Ma devi
capire questo: non sono io che ti dono il Morso, sei tu che mi concedi
di
marchiarti. Sei tu che mi fai l’onore di essere mio beta-
“il primo e forse
l’ultimo”. Ma l’ultima parte la tenni per
me, avevo già piantato dei “paletti”
nei miei obbiettivi, e crearmi un branco facendo trasformare altri
ragazzi con
il mio veleno era fuori questione.
-Tu
hai sempre qualcosa da dire, vero?- rispose sbuffando
Jackson.
-La
maggior parte delle volte- sorrisi.
Allungai
la mano destra, accarezzai il braccio di Jackson
senza malizia, percorrendo in discesa il tragitto dalla spalla. Strinsi
la
presa sulla piega del gomito e lo alzai leggermente, ripiegai la manica
della
maglia con la mano sinistra e sollevai ancora un poco di più
il braccio di
Jackson e lo portai accanto alla bocca.
Prima
di dare il Morso diedi un ulteriore occhiata al mio
amico, notando la sicurezza sul suo volto, lentamente feci uscire i
canini ancor più dalla
gengiva e li affondai nella carne tenera dell’interno del
gomito.
Jackson
soffiò come un
felino per il dolore ma non si mosse, rimase immobile ad osservare i
miei denti
conficcati nella sua stessa carne mentre delle piccole gocce di sangue
scivolavano sulla pelle.
-Sono
un tuo beta- disse osservando
ritrarmi dal suo braccio.
Fissai lo
sguardo sul segno dei miei denti e feci un minuscolo sorriso
– Ora siamo un
branco-
Antro di Bad:
Alloooora :) Buon giorno a tutti. Eccoci al terzo capitolo dove Stiles decide di affrontare i gemelli e acquisisce il proprio primo beta.
Penso che Stiles sia la persona più adatta a diventare l'alfa di Jackson perchè, nonostante abbia dei dubbi, ha ben chiaro in mente cosa lascierà correre e quali atti e situazioni combatterà in modo assoluto. Suppongo che alla fine si riduca tutto a questo: Jackson si fida delle decisioni di Stiles. Sa di poter confidare nei suoi gesti, affidandosi a lui senza timore di venir tradito e pugnalato alle spalle.
Ora che Stiles ha morso Jackson sono un branco, anche se non in modo ufficiale, legati in modo leggero dal gene Black Dog. C'è solo un piccolo dettaglio che si oppone a questa unione....
La scena con Deucalion mi ha fatto morire, davvero, scrivere di Stiles incazzato nero, nonostante l'abbia scritta io, mi ha fatto ridacchiare come una cretina per tutto il tempo. Le parole quasi si scrivevano da sole tanto le mie mani rispondevano ai minuscoli impulsi del cervello, era come se le stesse scrivendo qualcun'altro :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, auguro a tutti quelli presenti a Lucca buon fine evento :)
Ringrazio chi legge e My heart seeks love e fange69 per aver commentato.
Un bacio a tutti.
Badluna