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Autore: magic mellah    03/11/2013    5 recensioni
{ au | tutti cantanti, fotomodelli, attori e bla bla | mondo dove stanno tutti su facebook, ask, twitter. }
una long senza oc, caiser. oh my god. fatemi santa, ORA.
in un mondo palesemente finto, ci sono dei ragazzi famosi, che fanno stupidate una dopo un altra. stanno su twitter, ask, facebook. si fanno interventi chirurgici, urlano, fanno gli isterici, hanno un fidanzato ed un amante e bla bla.
e questa cosa è orrendamente orrenda, ma ok. mi aspetto cento recensioni critiche, ma ok. c:
act one:: ... E nonostante il ragazzo con gli occhi color cioccolato, non cantasse così bene, anzi, molto probabilmente mezzo Giappone era più bravo di lui, era così famoso, che quando lo vedevano in macchina, delle ragazzine si aggrappavano ad essa come potevano con le unghie, e non lasciavano la presa.
Tanto che una volta una ragazza venne investita dal rasta, scocciatosi del fatto che quelle ragazzine graffiavano la sua macchina.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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{ act three:: gli adoloscenti di oggi hanno tutti dei problemi. }


"tu hai bisogno di uno psicologo". Tutti avranno sentito queste parole, e molti l’hanno detto per scherzo, e altri sul serio. Ma nonostante tutto, noi non sappiamo il passato di quelle persone, e non possiamo capire il perché del loro comportamento.
 
 

Natsumi entrò nello studio, dove vi era una donna seduta su una poltrona di pelle. Era accogliente, il posto, anche se non aveva voglia di ammetterlo.
Vi era un lettino rosso, sempre in pelle, accanto alla poltrona, dove era seduta la donna; qualche attestato era appeso sul muro bianco, e anche qualche quadro carino, ma che rappresentavano tutti dei fiori; infine vi era una scrivania nera, con sopra qualche cianfrusaglia delle foto, un piccolo vaso, e delle cartelle. Era piuttosto disordinata, la donna dai capelli viola.
«Oh, accomodati.» disse lei, che non doveva avere qualche anno più di Natsumi.
«Spero finiamo presto. Ho molte cose importanti da fare.»
«Credo che ci dobbiamo presentare, prima. Io sono la tua psicologa, Fuyuka Kudou. Dovresti venire da me due volte a settimana.» sorrise. Natsumi si stava sdraiando sul lettino lentamente, provocando un rumore insopportabile.
«Che noia...» sibilò la rossa, guardando la viola.
«A quanto pare non sei venuta di tua spontanea volontà, ma ti ha costretto la tua amica Aki Kino, o sbaglio?»
«No, non sbaglia.»
«Comunque, non era necessario vestirsi così. Non stai andando a una sfilata di moda.» costatò la maggiore.
In effetti, la signorina Raimon era vestita in modo elegante, neanche stesse andando a un incontro con la regina di Inghilterra. Aveva un vestito nero che le arrivava fino a qualche centimetro sopra le ginocchia, tacchi di dieci centimetri, sempre color neri e semplici, un nastrino con una rosa a colorarle il braccio, sempre di nero, e grandi occhiali neri, che le coprivano gli occhi.
Nonostante fosse interamente in nero, non dava un’impressione di ragazza che doveva andare a un funerale... perché non era un nero elegante, ma un nero che la faceva sembrare ragazza da festini. 
«Bene, ora che ti sei accomodata possiamo incominciare la visita.» Natsumi sbuffò.
«Mi hanno detto che qualche giorno fa ti sei fatta un intervento chirurgico al seno, e non te l’hanno fatto grande come desideravano, giusto?»
«Sì. Sono dei cretini incapaci che non sanno fare il loro mestiere, e personalmente se mi sarei operata da sola, avrei anche fatto di meglio.»
«Non ti è sembrato un tantino esagerato prendere un bisturi che era vicino a te, e averlo lanciato contro il medico?» chiese Fuyuka.
«Ma... l’ha schivato. Insomma, non avevo intenzione di ucciderlo.» 
«Ma comunque quello che hai fatto è grave. Se non lo schivava, sarebbe morto, e tu saresti stata colpevole di omicidio. La tua reazione è stata esagerata, ed io credo che dovremmo lavorare particolarmente sul tuo caratteraccio.»
«Che cosa intende dire, che ho un brutto carattere?!» a domandare questa volta fu la minore, che si era alzata di scatto dal lettino. Fuyuka la prese per i polsi, facendola ri-sdraiare ancora.
«Ma no... intendevo dire che dobbiamo solamente cercare di non fare questi scatti. Io non ti conosco, dunque non so neanche come sei fatta. Secondo me dopotutto in quel carattere duro si nasconde una persona timida e gentile, che ha bisogno solamente di più affetto, ecco.» 
Natsumi arrossì, girandosi, per non farsi vedere. Le sue guance erano rosse come mele mature, e così Fuyuka sorrise per l’ennesima volta, capendo di aver centrato il punto. Non era una persona difficile da curare la rossa, perché in fondo non aveva così poi qualche problema grave; le era capitato di peggio, nonostante praticasse quel lavoro solo da un anno.
«Capisco...» sussurrò la ragazza, per poi girarsi, coprendosi le gote.
«Magari puoi raccontarmi qualcosa sulla tua infanzia, se vuoi.»
«Io... insomma, sono cresciuta orfana di madre, poiché è morta quando mi aveva dato alla luce. Mio padre era il preside di una scuola elementare, ed io andavo appunto lì, a studiare... non ho mai avuto amici, forse perché tutti mi consideravano una privilegiata, visto il suo ruolo come direttore.» si fermò, cercando di riprendere fiato. Non parlava mai così a lungo, il massimo che faceva di solito era rispondere a mono - sillabe, oppure se parlava, diceva solamente qualche frase e finiva lì.
«Dimmi altro, se vuoi.» 
La ragazza dagli occhi rossi guardò la donna con gli occhi lavanda, che la incoraggiava a parlare. Non era solita raccontare le sue storie ai pochi amici che aveva, figurarsi a una tizia che conosceva da -, guardò il grande orologio appeso alla parete - appena quaranta minuti. 
«Mio padre capendo la mia situazione decise di farmi studiare a casa, con un insegnante privato, siccome comunque già prima che diventassi conosciuta, eravamo una famiglia ricca. La mattina lavorava, e anche il pomeriggio, invece la sera non so perché non si ritirava spesso a casa, e dunque rimanevo da sola, a volte con una baby-sitter. Un giorno però a casa venne una bambina di un anno grande più di me. Era stata adottata da mio padre... e quella bambina era appunto Aki.»
Si morse le labbra, pensando a quando era bambina, e non sopportava la ragazzina dai capelli verdi, e guardò Fuyuka, che le fece cenno di continuare.
«La odiavo, perché credevo che papà la adorasse, visto che era una tipa precisino che sapeva cucinare, usare la lavatrice, lavare le stoviglie, pulire la casa... solo dopo invece scoprii che lo aveva fatto per non farmi restare da sola. Qualche mese dopo lei divenne la mia migliore amica, e il mio odio per lei sparì completamente, per fortuna. Mio padre è morto circa un anno fa.»
«Tu se non sbaglio hai diciassette anni, giusto? Dunque la tua tutrice sarebbe quest’Aki, in teoria?» 
«Sì, visto che io sono minorenne e lei maggiorenne.»
Le due sentirono un "bip", che partiva da un orologio che era messo sulla scrivania; uno di quei classici orologi che usavano gli psichiatri, che suonavano sempre dopo sessanta minuti di terapia.
«Ci dovremmo incontrare fra due giorni, e poi per questa settimana abbiamo finito. Non posso assicurarti che ci saranno solo due visite, perché sono sicura che non sarà così, ma penso che non durerà molto.» 
«Mh, ok.» Natsumì si alzò lentamente, ma questa volta non lo faceva di proposito; non aveva quasi voglia di andarsene, e non capiva il perché.


 


Fuusuke ammirava i grandi palazzi che vedeva da quel fuoristrada. Tutto era più grande a Tokyo invece di Inazuma-Cho. I palazzi erano enormi, era molto più pulita rispetto alla minuscola città in cui viveva prima, e tante altre cose.
«Oh, la torre di Tokyo.» disse il ragazzo, e Hitomiko sorrise.
«Vedo che ti piace questa città, dunque non posso fare altro se non essere contenta.» 
«Mh.» mugugnò solamente Suzuno, e poi sbuffò annoiato, costatando che erano arrivati in agenzia. Era un edificio mostruosamente gigantesco, e non era neanche il più alto che aveva visto in quella città! 
Ma doveva aspettarselo, insomma, quella era la capitale del Giappone, e dunque era ovvio che fosse tutto fantastico. Scese dalla macchina, e prese il borsone - quello che usano di solito gli sportivi - caricandoselo sulla spalla. Si avviò verso il palazzo, seguendo la donna, e appena entrò si meravigliò ancora di più. Vi erano enormi schermi appesi alla parete, grandi lampadari di cristallo, e il pavimento era così pulito bene che ti ci potevi specchiare dentro. 
Le cose erano così tante, che se avrebbe dovuto farne un tema, il quaderno dopo due secondi sarebbe già stato pieno.
«Allora, qui si fanno molte cose, Suzuno. In questo edificio ci sono le camere per i modelli, poi alcuni set-fotografici, anche delle classi per chi frequenta ancora il liceo o le scuole medie, una piscina e una sauna, e, la sala svago e divertimento.» disse lei.
«Ma siete sicuri che tutto questo sia gratis? Insomma... non voglio appro-» incominciò a dire il ragazzo, quando fu fermato.
«Sì Fuusuke, è tutto gratis, non ti preoccupare. Devi sapere che quando voi stipulate qualche contratto per magari fare una sfilata, oppure un book fotografico, metà del guadagno andrà a noi. Dunque insomma è come se ci ripagate.»
Camminarono fino ad arrivare a quella "specie" di reception, e Hitomiko prese delle chiavi, che molto probabilmente erano quelle della sua stanza.
«Allora, prima di andare nella tua camera voglio mostrarti un poco il posto...» erano in ascensore, quando sentirono delle urla, provenire da chissà dove.
«Cosa diam-»
«Oh no... ancora Nagumo e Hiroto.» sbottò spazientita lei, e uscita da lì si diresse a grandi falcate verso quelle che il Fuusuke identificò come piscina.
«Vi prego, smettetela!» urlò un uomo vestito in giacca e cravatta, impaurito, guardando il collega che era in acqua.
Due ragazzi erano nella piscina e ridevano, schizzando acqua dappertutto, neanche i due fossero stati due bambini piccoli.
«Insomma, smettetela di fare i bambini!» gridò Kira, questa volta.
I due ragazzi uscirono; entrambi avevano i capelli rossi, ed erano tutti e due fottutamente belli. Avevano entrambi un costume nero, e scendevano delle goccioline sbarazzine dalla testa ai piedi, conferendogli un aspetto tremendamente sexy.
Suzuno si avvicinò a Hitomiko, e i due lo notarono, arrossendo leggermente.
«E lui chi è?» chiese quello con un tulipano in testa.
«Un nuovo acquisto, dunque trattatelo bene.» disse lei, guardando male i ragazzi.
«Ma certo, sorellona.» esclamò quello con gli occhi acqua-marina, per sfottere.
«Io sono Nagumo Haruya, ho diciassette anni e lui è Hiroto, e ne ha anche lui diciassette.»
«Ehi, guarda che so presentarmi da solo eh!» Hiroto guardò Nagumo male.
«Ah, diamine... litigate sempre voi due. Ora vado, mi stanno chiamando sul telefono. E... mi raccomando, trattatelo bene.» la donna se ne andò via, seguita dai due signori in smoking che erano bagnati.
«E tu, piccolo verginello, quanti anni hai e come ti chiami?» domandò il ragazzo dagli occhi color ocra.
«... Suzuno Fuusuke, ed ho quindici anni, tulipano.» quello si fece rosso di rabbia, e Hiroto gli si avvicinò, sorridendo.
«Mi sei già simpatico, piccoletto.» gli arruffò i capelli, dandogli poi un bacio sulla guancia.

 


 

E di sera, dopo varie scenette comiche tra Hiroto e Nagumo, e aver visto buona parte del palazzo, Suzuno disse «Ma... Hitomiko ha le mie chiavi.» 
«Dormi con noi, non ti preoccupare.» rise Kiyama, notando che quello con i capelli bianchi aveva uno sguardo smarrito.
«Non ti sverginiamo mica, eh.» borbottò Haruya, vedendo che Fuusuke tentava di scappare.




mari corner.
"come rovinare inazuma eleven alla mariella". hello, people. 
mi rendo conto di aver ucciso tutti con questa fic- D: mi odiate, lo so. ah, e scusate i tantissimi errori che troverete nel testo :c  scrissi alle due di notte sto capitolo, aw. insomma, non ho riletto niente- dunque ammazzatemi.
insomma, fuyuka e natsumi sono aw. aw. due piattole che si completano, mettiamola così. ahah. ma questa è una parte noiosa, ed andiamo da fuusuke, hiroto e haruya ;w; 
ma loro ispirano porn, porn, porn, porn, po-//tutti la uccidono.
oh, ditemi che non è vero, dai! provateci ahah. insomma, dai... immaginateli con un costume, e delle goccioline che gli scendono asd. che poi si sono fatti rossi vedendo fuusuke lol. <3 dovevano, ahah. fuusuke è verginello, povero. ci penso io a lui. ehm, intendevo dire che ci penso io a chiamare hitomiko per dargli le chiavi. sisisi. o//v//o impalatemi. 
ora me ne scappo, che palle. <3 ciao ciao, belli :3

mari.
   
 
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