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Autore: DrunkBunny    04/11/2013    3 recensioni
La semplice e tranquilla vita di Alison verrà presto sconvolta da degli strani avvenimenti che la porteranno a conoscere Nathan, un ragazzo con un gran segreto alle spalle…
Dalla storia:
Sentivo il sangue affluire dal mio corpo. Il dolore era insopportabile. Urlavo, piangevo disperata ma lui non aveva nessuna intenzione di mettere fine a quella tortura. Continuava a succhiare il mio sangue con insistenza.
Caddi per terra, col sangue che sentivo scivolare via dal mio corpo.
Un botto, un urlo, poi più niente. Attorno a me solo buio e silenzio…
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A volte le tue scelte ti portano a cambiare totalmente vita…
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness, Max George, Nathan Sykes, Siva Kaneswaran, Tom Parker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Your Dark Side

Capitolo 2
Il bracciale portafortuna

Quella mattina a svegliarmi fu un caldo raggio di sole che batteva sulla mia schiena. Mi ricordava tanto il calore che emanava il corpo di Nate.
Mi stiracchiai, ma rimasi con gli occhi chiusi. Volevo prendermela con calma quella mattina.
Improvvisamente una piccola e delicata mano si posò sulla mia spalla.
“Ali!”
Mi voltai lentamente e mi ritrovai mio fratello Dustin in ginocchio sul mio letto.
“Ciao, piccolino” gli scompigliai i capelli e lui sorrise. Era così dolce mio fratello. Aveva 6 anni. I suoi capelli erano biondi, tendenti al marrone chiaro, e morbidissimi, mentre gli occhi erano di un bellissimo color castano dorato. Aveva un sorriso invidiabile. Ogni volta che lo sfoggiava si creavano due tenere fossette sulle sue guance.
“Ali, c’è un ragazzo che è venuto per te” mi annunciò.
Mi misi a sedere a gambe incrociate e aggrottai la fronte. “Un ragazzo?” chiesi perplessa.
“Sì, si chiama…ehm…” mio fratello si grattò la testa, sovrappensiero. “Nas…Nat..Ah si, Nathan”
“Nathan? Che ci fa qui?”
Dustin alzò le spalle. “Ha solo chiesto di te”
“Va bene, grazie Dus. Digli che arrivo subito”
Mio fratello scese giù dal letto e prima che potesse uscire dalla camera mi disse: “Sai che adesso dovrai sopportare mamma, no?”
“Oh no, mia madre!” mi diedi un colpo sulla fronte. “Ora chissà che idea si è messa in testa quella là”
Dustin uscì, ridacchiando.
Mia madre ogni volta che facevo conoscenza con qualche ragazzo iniziava a farmi domande di ogni genere e a volte era davvero imbarazzante parlare con lei, dato che voleva conoscere tutti i dettagli del rapporto che c’era tra me e il ‘fortunato’. Era un’ossessione per lei.
I miei pensieri furono interrotti, appunto, dalle grida di mia madre che era appena entrata in camera mia.
“Tesoro, sveglia su!” mi tolse le coperte di dosso. “Giù c’è un ragazzo…” e sottolineò la parola ‘ragazzo’. “…che ti sta aspettando”
“Mamma levati dalla faccia quel sorrisetto! Io e quel ragazzo ci conosciamo da appena un giorno, quindi non incominciare a farti film mentali, per piacere”
Mi alzai di malavoglia e sbadigliai, prima di infilarmi le pantofole e dirigermi in bagno.
La prima cosa che feci fu specchiarmi. E subito me ne pentì: avevo un paio di occhiaie abbastanza pronunciate sotto gli occhi. D’altronde non avevo chiuso occhio quella notte, dato che non avevo fatto altro che pensare e ripensare a quello che Siva aveva sussurrato all’orecchio di Jay, il giorno prima. Ti stacco l’orecchio a morsi
Ok, poteva anche essere solo un modo di dire, però Siva l’ha detta con così tanta spontaneità che sembrava così sicuro di quello che diceva, quasi fosse davvero capace di fare una cosa del genere.
Scacciai immediatamente quei pensieri. Forse stavo esagerando.
“Come si chiama?”
Mia madre si era appena materializzata alle mie spalle e mi guardava con un sorrisetto ironico.
Sbuffai. Diamo inizio all’interrogatorio!
“Nathan, si chiama Nathan”
“Mm…ha un bel nome”
Incominciai a lavarmi velocemente i denti, poi sciacquai il viso con l’acqua fredda, mentre mia madre faceva il suo solito monologo, dato che io non l’ascoltavo nemmeno.
Ritornai nella mia camera, con lei che mi seguiva, neanche fosse la mia ombra.
Aprì l’armadio e mi ci tuffai dentro, in cerca di qualcosa da mettere.
“È carino!” squittì improvvisamente, mentre rifaceva il mio letto.
Roteai gli occhi al cielo. “Mamma, ti prego…”
“Anzi, è molto carino” continuò facendo finta di niente.
“MAMMA!” esclamai arrossendo lievemente sulle guance.
Mia madre ridacchiò, passando delicatamente un pollice sulla mia gota colorata di rosso per l’imbarazzo.
“Tesoro, non devi vergognarti. Lo sai che puoi parlare con me di certe cose”
“Senti mamma, io e Nate non stiamo insieme se è quello che pensi, ok?”
“Però ti piace” mi provocò.
“Ma non è vero!” ribattei. “Lo conosco da appena un giorno, mamma”
Intanto lei si era avvicinata alla porta e aveva la mano poggiata sulla maniglia, pronta ad uscire.
“Esiste il colpo di fulmine, tesoro mio”
“Oh ma per favore!” roteai gli occhi al cielo, mentre lei usciva, chiudendosi la porta alle spalle.
Non cambierà mai quella donna!
Mi cambiai in fretta e in furia, tanto che al primo tentativo indossai la maglietta alla rovescia e se non me ne fossi accorta avrei fatto una delle mie solite figure di merda davanti a Nate.
Poi tornai in bagno per cercare di coprire quelle maledette occhiaie con un po’ di fondotinta.
Uscita mi diressi verso le scale e tentai di scendere qualche gradino da sola, ma la caviglia mi causava ancora qualche fitta (anche se leggera). Quindi mi misi a sedere su uno scalino.
“Mamma!” urlai.
Subito mia madre, insieme a Nate, si affacciò dalla porta del salotto.
“Mi aiutate?” chiesi. “Non riesco a scendere le scale, la ferita mi fa ancora un po’ male”
Mia madre fece un passo in avanti, ma subito Nate intervenne: “Tranquilla, signora, ci penso io”
Mi raggiunse e mi aiutò ad alzarmi. Mi cinse i fianchi, mentre io gli portavo un braccio intorno alle spalle.
“Grazie” mormorai. Lui sorrise in risposta.
Raggiunto l’ultimo gradino, la porta di casa si spalancò, lasciando entrare mio padre. Aveva l’aria piuttosto stanca. Negli ultimi giorni tornava sempre sfinito dal lavoro, soprattutto adesso, con tutto quello che stava succedendo.
Mio padre era il capo della polizia di River Land e in questi giorni era così occupato con gli strani omicidi che stavano colpendo il nostro piccolo paese, che lo vedevo di rado.
“Tesoro, stai bene?” gli domandò dolcemente mia madre, evidentemente preoccupata.
“Giornata pesante” rispose semplicemente lui, accasciandosi sul divano.
“Papà, è successo qualcosa?” chiesi io, ancora aggrappata a Nathan.
Mio padre sospirò, mentre si massaggiava piano la fronte.
“Abbiamo trovato un altro corpo nel bosco…”
Questa notizia parve inquietare mia madre, che aveva gli occhi fuori dalle orbite, spaventata.
“Sempre una ragazza” continuò. “E lungo le braccia ed il collo le solite tracce di morsi simili a quelli di un animale”
Nate mi strinse ancora di più, sembrava teso.
“Nate che hai?” gli sussurrai.
“N-niente..” balbettò lui.
“Vuoi che andiamo a fare quattro passi?”
Annuì, sempre con lo sguardo perso nel vuoto.
“Mamma, papà” entrambi si voltarono verso di me. “Noi usciamo. Ci vediamo dopo”
“Va bene, tesoro. Non fare tardi” si raccomandò mia madre.
Nate aprì la porta d’ingresso ed insieme uscimmo di casa. Quella mattina soffiava un fresco e piacevole venticello che mi scompigliava i capelli.
Attraversato il vialetto, ci incamminammo verso il bosco. Nate sembrava ancora un po’ turbato.
“Ti mette tensione parlare di quelle cose?” gli domandai.
“Un po’…” rispose lui, esitante.
“Non pensavo fossi così sensibile” commentai con una nota di sarcasmo nella voce.
“Non sono sensibile” arrossì di poco. “È solo che…”
“Va bene, tranquillo” lo interruppi, sorridendogli. “Non devi spiegarmi niente”
Ricambiò il sorriso, un po’ sollevato.
“Come mai sei venuto a casa mia?” gli chiesi poco dopo.
“Oh, quasi dimenticavo..” si frugò nelle tasche e ne entrasse un bracciale.
“Ehi, quello è il mio bracciale. Ma…” mi portai automaticamente la mano sul polso e constatai, appunto, che non ce l’avevo. “No vabbè, io perdo il mio bracciale e neanche me ne rendo conto. Che razza di idiota!”
Nate ridacchiò. Poi mi aiutò ad indossarlo.
“Dov’era?” chiesi.
“Vicino casa mia. Devi averlo perso quando sei caduta”
“Per fortuna lo hai ritrovato. Grazie”
“È importante per te?”
“A dir la verità, si. Me lo ha regalato mio padre qualche anno fa, prima che partisse per lavoro. Diciamo che lo considero il mio ‘portafortuna’”
“Un po’ come lo è per me la collana di mia madre”
Alzai lo sguardo. L’espressione che aleggiava sul suo volto era malinconica.
“Ti manca?”
Annuì. Ma quanto era tenero questo ragazzo?
“Perché vi siete trasferiti qui, allora?”
“Beh vedi, in un certo senso eravamo stufi di vivere ancora con i nostri genitori. Quindi, dato che eravamo abbastanza grandi, abbiamo deciso di cercare casa”
“ E perché proprio qui a River Land?”
“Oh, ehm…bella domanda!” si grattò la testa, perplesso. “Sinceramente non c’è un perché ben preciso. Forse il motivo è che abbiamo sentito dire che River Land è un paese tranquillo”
“Non negli ultimi tempi…” mormorai.
“In che senso?” mi chiese.
“Da qualche giorno River Land non è più il posto sicuro di una volta” ammisi a malincuore. “Stanno succedendo così tante cose strane. Sono state ritrovate due ragazze morte nel bosco, e non ti dico in che modo sono state uccise. Lo hai sentito mio padre, no?”
Sicuramente avevo assunto un’espressione alquanto spaventata, perché Nate mi prese la mano. Un leggero calore mi invase l’intero corpo. Mi venne un’improvvisa voglia di buttargli le braccia al collo e stringerlo forte, dato che il vento aumentava sempre di più e lui avrebbe potuto riscaldarmi.
“Sono sicuro che troveranno chi ha ucciso quelle povere ragazze” mi rassicurò. “Non devi avere paura, hai una famiglia splendida accanto, che ti vuole bene e che di sicuro farebbe di tutto purché non ti accada nulla”
Gli strinsi ancora di più la mano. La sua pelle era così liscia e morbida.
“Sei sempre così convincente?” gli sorrisi. Era un sorriso sincero, era riuscito a tranquillizzarmi con solo poche parole.
“Quando voglio” ridacchiò.
Continuammo a camminare, in silenzio. Le nostre mani erano ancora intrecciate e nessuno dei pareva voler lasciare quella dell’altro. 
“Aspetta” Nate si fermò ed anch’io fui costretta a fare lo stesso.
“Che c’è?” gli domandai perplessa.
“Ci stiamo avvicinando troppo al bosco”
“E allora?” non capivo dove volesse andare a parare.
“Non è un buon posto dove fare una passeggiata, credo” disse, scettico. “Lo hai detto tu stesso che lì sono state ammazzate due ragazze”
“Hai paura, Nate?” lo provocai.
“Non ho paura!” esclamò imbarazzato. “È solo che…”
Mi avvicinai così tanto a lui che i nostri nasi si sfiorarono.
“Sta zitto e vieni con me. Non ci succederà niente, devo solo mostrarti una cosa” lo presi di nuovo per mano e me lo trascinai dietro.
“Ma Ali, aspetta”
“Dai Nate, non fare il bambino”
“Non è una buona idea” ribatté lui.
Mi fermai e mi voltai di nuovo verso di lui.
“Ti prego, non ci metteremo molto” lo supplicai.
Lui esitò per un attimo, poi disse: “Promesso?”
“Promesso! Ora andiamo”
Non appena cominciammo a girovagare per le alte querce del bosco, un inquietante silenzio piombò su di noi. L’unico rumore che si poteva percepire era il forte soffio del vento e lo scricchiolio delle foglie secche sotto i nostri passi.
“Certo che sei strana”
“In che senso scusa?” chiesi, facendo una finta espressione offesa.
“Prima dimostri di avere paura e poi ti ostini a voler fare una passeggiata nel bosco come se niente fosse. O hai fatto finta di essere preoccupata solo perché ti dessi la mano?” la sua bocca si curvò in un sorrisetto provocatorio.
Gli diedi un leggero colpo dietro la nuca, mentre le mie guance diventavano rosse. “Ma non dire cretinate! E poi non te l’ha detto nessuno di darmi la mano, potevi anche non farlo!” sbottai, imbarazzata.
“Ehi, stavo solo scherzando” disse subito. “Siamo un tantino permalose, eh?”
Rotei gli occhi al cielo, sorridendo.
Dopo qualche minuto mi fermai e Nate fu costretto a fare lo stesso, dato che lo tenevo per mano (tanto per evitare che scappasse all’improvviso).
“Perché ci siamo fermati?” mi chiese perplesso.
“Chiudi gli occhi”
Alzò un sopracciglio, guardandomi con uno sguardo interrogativo.
“Non ti fidi di me?” dissi.
“No, non è questo, però…”
“E allora chiudili!” gli ordinai.
Sospirò e vidi le sue palpebre abbassarsi. Sorrisi, soddisfatta.
Afferrai anche la sua mano destra. “Segui me…” sussurrai.
Con molta incertezza, Nate cercò di stare dietro ai miei passi. Camminavamo lentamente, per evitare di andare a sbattere contro qualche tronco d’albero. Ad un certo punto, però, rischiammo di cadere per terra, dato che Nate era inciampato nella radice di un albero.
“Stai attento!” scoppiai a ridere.
“Come faccio, scusa? Sei tu quella che mi sta guidando, quindi se finiamo col cascare per terra è colpa tua non mia!”
“Nate ti stai dimostrando assai antipatico, sappilo” sorrise.
Capì di essere arrivata a destinazione quando una leggera e piacevole brezza cominciò a scompigliarmi i capelli. Riuscivo a sentire perfino il delicato odore del lago e il lievissimo rumore che provocavano le piccole onde che increspavano la superficie dell’acqua.
“Siamo arrivati” annunciai sciogliendo la presa dalle sue calde mani. “Puoi aprire gli occhi”
Mi misi a sedere su una roccia, mentre Nate apriva i suoi occhi. Sul suo volto si disegnò un bellissimo sorriso, che andava dall’attaccatura dell’orecchio destro a quella dell’orecchio sinistro, non appena vide ciò che aveva di fronte.
“Wow” mormorò.
“Ti piace?” gli chiesi. Lui annuì, sempre con lo sguardo fisso sul lago. “Mi sembra che ne sia valsa la pena rischiare di cadere per terra, che dici?” rise.
Si mise a sedere di fianco a me, sull’erba.
Lo vidi socchiudere gli occhi ed inspirare a fondo. Sorrisi nel vederlo così rilassato e meravigliato da quella vista.
“Ci portavo mio fratello quando era piccolo” gli raccontai con voce sognante. “A lui piaceva sentire il rumore dell’acqua quando c’era vento”
“Non ho mai visto una cosa del genere” mormorò con voce sommessa. “È davvero bello”
“Già…”
Raccolsi le mie gambe tra le braccia e ci poggiai la testa.
Sentivo lo sguardo di Nate su di me. Esitante, mi voltai verso di lui. “Che c’è?”
“A cosa pensi?” mi chiese. Aveva un’espressione concentrata, come se cercasse di leggermi nel pensiero ma c’era qualcosa che glielo impediva.
“In questo momento a niente. Guardare il lago mi svuota la mente da ogni pensiero. Bello o brutto che sia” gli risposi, accennando un sorriso.
Lui ricambiò, ma sembrava ancora turbato. Mi scappò una risata.
“Perché ridi?”
“Sei così buffo. Sembri un bambino che si sforza di capire il mondo”
“Sto solo cercando di capire come sei...”
Aggrottai la fronte. Sei così strano, Nate…
La mia attenzione venne catturata da delle enormi impronte disegnate sul terreno.
“E quelle cosa sono?!” non volendo avevo urlato a pieni polmoni quella domanda, facendo sobbalzare Nate.
Mi alzai di scatto e mi inginocchiai per terra. “Ma sono enormi!”
Una caldissima mano si poggiò sul mio braccio e mi costrinse a mettermi in piedi.
“Ali, andiamo via”
“Dai Nate, sei peggio dei bambini!”
Mi voltai e iniziai a seguire quelle impronte. Magari avrei scoperto a chi appartenevano. Anche se qualche sospetto già lo avevo e non era nulla di buono.
Mentre la mia mente lavorava per trovare delle spiegazioni plausibili a come un animale potesse avere delle zampe così grandi, notai uno strano movimento tra gli alberi. Qualcosa si muoveva a gran velocità per il bosco, proiettando la sua ombra sul terriccio rosso. Era molto distante da noi. Strizzai gli occhi per mettere a fuoco quella sagoma e con mio orrore scoprì appartenere ad una specie di grosso lupo nero.
Prima che potessi urlare una qualsiasi cosa, Nate mi prese in braccio.
“Ehi, ehi che fai?”
“Scusami Ali, ma devo portarti via da qui!” esclamò deciso.
“Ma non ci succederà niente!” Forse… “Nate, dai lasciami” mi dimenai tra le sue braccia.
“Ali stai ferma o rischi di cadere”
“E allora lasciami!”
“Ok, io ti lascio ma tu promettimi che ce ne andremo”
Annuì. Nate mi posò a terra. Mi allontanai di qualche centimetro da lui e gli dissi: “Scusami”
Con grande sforzo iniziai a correre vero il punto in cui credevo di aver visto un lupo con delle dimensioni fuori dalla norma. Dovevo vederlo. Anche se così facendo stavo avvertendo un atroce dolore alla caviglia. Speriamo solo che la ferita non si riapra.
“Cazzo, Ali mi avevi promesso che ce ne saremmo andati!” mi urlò alle spalle Nate. Dalla vicinanza della sua voce capì che era poco distante da me.
Corsi per parecchi minuiti, durante i quali non vidi altro che querce.
Poi in un attimo una massa di peli mi si parò a pochi metri di distanza. Mi sembrò di vederlo girare il muso nella mia direzione, prima di lanciarsi dietro un cespuglio.
Rallentai e mi avvicinai a passo lento, concentrandomi sul fare meno rumore possibile per non farlo scappare. Ma sentitemi, io che mi preoccupo di non far spaventare un gigantesco lupo, quando dovrei essere io quella a cui dovrebbe venire un infarto per aver visto un animale del genere! L’ironia del momento non mi manca.
Nate mi raggiunse.
“Ma sei impazzita?” urlò. “Vuoi farti uccidere?!”
“Ssssh!” esclamai. “Abbassa la voce, Nate”
“Ali, ascoltami è pericoloso, andiamo via” mi supplicò.
Non gli diedi ascolto. Ero a pochi centimetri di distanza da quel cespuglio. Mi affacciai di poco, con l’eccitazione che si fondeva alla paura.
Urlai, cadendo all’indietro non appena uno degli amici di Nate sbucò da dietro quel cespuglio facendomi salire il cuore in gola.
“Ciao, ragazzi” salutò Max.
“Ciao, Max” disse Nate, mentre mi aiutava a rimettermi in piedi.
“M-ma io…t-tu…” balbettai. “Io avevo visto un enorme lupo nero nascondersi dietro a questo cespuglio!”
“Lupo nero?” fece Max, alzando un sopracciglio. “Non c’è nessun lupo qui dietro”
Mi avvicinai a lui e in effetti aveva ragione. Non c’era nessuno…
“Ma io ero sicura di averlo visto” la mia voce traboccava di delusione, mentre lanciavo uno sguardo dispiaciuto a Nate per non avergli dato ascolto.



Hi girls!:3
Che ne dite del secondo capitolo di questa mia fanfic? :3
Non sarà particolarmente interessante, ma dovevo metterlo per forza :\
Ovviamente spero che vi sia piaciuto ugualmente e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate :33
Ora mi dileguo (Oddio io che dico “mi dileguo” :o Wooooh, mi sorprendo di me stessa xD)
Alla prossima settimanaaaaaa *w*
Bye Bye bellezze <3
La vostra(?) Whatsername72



P.S: Ringrazio di cuore chi ha recensito il mio primo capitolo:
1) _Brady98_
2)
Bestia Idiota
3) Azzurraleonardi

Grazie tante ragazzeee :33


 
  
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