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Autore: Larosaroja_    06/11/2013    1 recensioni
Alexandra, un adolescente difficile,ribelle col cuore di ghiaccio che affronta un nuovo matrimonio del padre, una nuova madre e un uovo....”Fratello”, ma si sa anche i cuori più freddi possono sciogliersi.
*Questa storia è inventata, non parla di Ian&Nina, non riprende la The vampire diaries eeee Ian è un pò più piccolo, capirete leggendo, non linciatemi ma è la prima che scrivo, scusate se fa schifo.*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suona ripetutamente nelle mie povere orecchie facendo in modo che mi svegli, con una manata la scaravento a terra facendola zittire all’istante. Scosto le coperte un po’ assonnata , arrivo in bagno quasi trascinandomi ma –ovviamente- è occupato. Busso ripetutamente per aver risposta ma l’unica cosa che sento è il getto della doccia che scorre forte, sbuffo per poi dirigermi verso le scale ma prima che possa scendere un solo gradino la mano di Ian mi afferra il braccio destro trascinandomi nella sua camera richiudendo la porta alle nostre spalle “Buongiorno” dice tirandomi a lui mentre sorride “Buongiorno” esclamo io sorridendo a mia volta incollando le nostre labbra.
“Giorno a tutti” esclamo dieci minuti dopo mentre scendo le scale ma l’unica persona che trovo è papà che beve un caffè “buongiorno papà” esclamo prendendo un bicchiere e riempiendolo di caffeina “Giorno Alexandra” esclama lui posando il giornale “sei in anticipo” esclama guardando l’orologio, alzo le spalle “almeno per una mattina vorrei non correre per la strada come una matta” esclamo facendo una piccola risata , mio padre mi guarda sbigottito io di buon umore a prima mattina? Un evento più unico che raro. “Io vado” esclamo afferrando la cartella, Ian scende le scale proprio quando io sto per aprire la porta “Vai già via?” chiede alzando un sopracciglio “vorrei almeno una volta nella vita arrivare in orario, Buona giornata” esclamo uscendo.
 
*Ian*
Fisso per un po’ la porta, stranito quanto curioso, Alexandra in anticipo? Strano. Alzo le spalle e mi dirigo in cucina notando Carl seduto a leggere il suo giornale “buongiorno!” esclamo prendendo una tazza a caso “Ian, ti stavo aspettando” esclama Carl chiudendo il giornale, alzo un sopracciglio curioso “perché?” chiedo sedendomi vicino a lui “perché so che mia figlia sarebbe molto antipatica se glielo chiedessi ma volevo solo sapere, come sono andati questi 9 giorni?” chiede sorridendo, quasi non mi strozzo col caffè, alcune scene mi passano davanti agli occhi “Bene” rispondo sembrando il più calmo possibile “nessuna litigata o qualcosa del genere?” chiede assottigliando gli occhi, sorrido pensando ai primi giorni “un po’, ma Alex è quello che non ti aspetti, ti consiglio di parlargli più spesso Carl, ne ha bisogno e fidati un po’ di più di lei” esclamo alzandomi ma prima che vada via mi riferma “ti ha dato il permesso di chiamarla Alex?” chiede quasi sconvolto, alzo le spalle “si, la chiamo così da un paio di giorni e non ha mai detto niente, ora vado o faccio tardi” esclamo salutandolo con un gesto della mano.
 
*Alexandra*
“Guarda un po’ qua!” esclama Jenny cacciando un lungo abito nero da una mini-busta, sorrido alla sua vista “l’abito per domani sera?” chiedo buttando la sigaretta “non è il mio” esclama sorridendo ancora di più “vuoi dire che quello è mio?” chiedo spalancando gli occhi, Jenny annuisce convinta “sapevo che non avresti preso un abito quindi ho provveduto io” esclama rimettendolo nella busta “non so come ringraziarti” esclamo abbracciandola. Mentre usciamo tanti palloncini sono già appesi insieme a manifesti giganti il ballo di fine anno e poi la scuola sarà finita per sempre. Il mio cellulare vibra alcune volte prima che io mi renda conto della chiamata in arrivo. Papà, sbuffo sonoramente per poi rispondere “Pronto?” chiedo bloccando jenny con una mano “Alexandra sono Edna” spalanco gli occhi “Edna?” chiedo un po’ confusa “scusa se ti disturbo, volevo solo avvisarti che io e tuo padre non ci saremo oggi a pranzo, ho già avvisato Ian ti sta venendo a prendere” da ontano scorgo la camaro azzurra di Ian avvicinarsi e sorrido immediatamente “non preoccuparti Edna va tutto bene, ci vediamo stasera ciao.” Esclamo chiudendo la chiamata. “Ha bisogno di un passaggio?” chiede Ian guardandomi “se proprio vuole” dico alzando le spalle “avanti Sali” esclama aprendo la portiera. 
 
“Ha chiamato anche te?” esclama Ian accendendo il fuoco mentre io faccio penzolare le mie gambe dalla tavola  “si, dal telefono di mio padre” esclamo sorridendo “meglio così” esclama Ian avvicinandosi “e se avessero messo le telecamere?” chiedo scherzosa facendo suscitare una piccola risata da parte di Ian “perché dovrebbero?” chiede mentre inizia a lasciare una breve scia di baci sul mio collo “non so, forse sospettano qualcosa” esclamo baciandolo “e che sospettino pure” esclama prendendomi in braccia fino a raggiungere il divano.
“secondo te è sbagliato” esclamo infilandomi il suo maglione nero “Noi?” chiede osservandomi serio, annuisco un po’ intimorita per tutta la situazione “intendi perché siamo “fratellastri” esclama sedendosi e tirandomi a se “no, penso che non sia sbagliato, ok forse un po’ ma non abbiamo lo stesso sangue, fino a un mese fa non ci conoscevamo” esclama baciandomi la testa  “e se lo scoprissero?” sussurro più a me stessa che a lui “se lo scoprono affronteremo le conseguenze Alex” sussurra al mio orecchio. Osserviamo la tv quando all’improvviso un forte odore di bruciato invade tutta casa “Ian?” esclamo “si?” un forte dubbio sorge in me “abbiamo spento la pentola?” chiedo sperando in una risposta positiva ma nei suoi occhi leggo solo titubanza, in men che non si dica mi precipito seguita da lui in cucina, il fumo si è esteso in tutta la cucina ma di fuoco nemmeno l’ombra, corro a spegnere il fornello mentre Ian apre il balcone che affaccia sul giardino, scoppio a ridere non appena tutto torna normale seguita a ruota di Ian, ma le nostre risate vengono stoppate dal rumore delle chiavi. Ci osserviamo per alcuni secondi per poi scattare in salotto e raccogliere il più velocemente possibile le nostre cose e iniziare a correre su per le scale, sfilo il maglione di Ian una volta nella sua camera per poi infilare la mia lunga t-shirt “siamo a casa” la voce dei nostri genitori proviene dal salotto, esco velocemente dalla camera per poi riscendere di nuovo le scale “ehi già di ritorno?” cerco di nascondere il fiatone il più possibile “sono le 17 Alexandra”  esclama papà “ah davvero? Ero a studiare e non me ne sono accorta” dico sorridendo innocentemente “Tesoro tutto bene?” esclama papà alzando un sopracciglio “mai stata meglio, torno in camera” esclamo correndo via.  “morirò prima o poi” esclamo appoggiandomi all’anta della porta, Ian sorride “vuol dire che moriremo insieme” esclama posando le sue labbra sulle mie.
 
Spazio me:
salve a tutti ho postato prima perché così mi andava (lol) spero vi piaccia (a me no ma vabbeh) buona lettura bacioni xx
-Anybody_ xx
 
  
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