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Autore: Gyal    06/11/2013    1 recensioni
Jade ha sempre frequentato la scuola di magia di Greenwald, ma l'ultimo anno lo trascorre ad Hogwarts come Serpeverde. L'Oscuro Signore è tornato e ha varcato i confini di Hogwarts con il suo esercito di Mangiamorte.
" Jade con voce rotta gli disse quasi sussurrando «Tu hai una famiglia...» fece una pausa. Prese un lungo respiro e controllando le lacrime, che di lì a poco avrebbero segnato il suo viso, aggiunse «Io non ho nessuno». Draco strinse ancora di più le sue mani e, mentre una lacrima lentamente gli bagnava una guancia, esclamò tremante «Tu hai me». "
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Personale rivisitazione dello scontro del settimo libro con l'aggiunta di un nuovo personaggio.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Due Per Uno


Lo scontro era cominciato da poco, ma in quel breve lasso di tempo Hogwarts era già irriconoscibile. Per un attimo Jade non capì niente; a stento riuscì a realizzare dove fosse. La divisione iniziale fra professori con studenti e Voldemort con il suo esercito si era distrutta. Si riuscivano a distinguere masse di studenti circondati da fasci di luce verdi, rossi, arancioni. Jade si rese conto di non aver più con sè la sua bacchetta. Si guardò attorno quando repentinamente si scansò verso destra. Riuscì ad evitare l'impatto con quella che pareva essere Bellatrix Lestrange. Nel tentativo di rialzarsi, ecco che la trovò dietro ad un masso: scura, legno di sicomoro e nucleo di drago, leggermente flessibile. Non poteva che essere la sua bacchetta. Improvvisamente si sentì strattonare e si ritrovò dietro a ciò che restava di una colonna. Nonappena riuscì ad alzare lo sguardo, vide un ragazzo biondo con la pelle candida e gli occhi azzurri, come il cielo che soleva far da sfondo al castello, pieni di paura.
«Draco! Ma dov'eri finito?» esclamò la ragazza preoccupata. Ma lui non rispose. La trascinò con sè a passo spedito.
«Dimmi almeno dove mi stai portando!» ordinò Jade spazientita.
«Via da qui, okay?!» contestò lui voltandosi indietro per assicurarsi che non stessero arrivando incantesimi verso loro. Jade indossava ancora la sua cravatta verde-argento che cominciava a strozzarla e se ne liberò gettandola a terra. In quello stesso momento un ragazzo, un Grifondoro, fu scagliato a terra a pochi metri da loro.
«Dean!» lo riconobbe Jade. Cercò di avvicinarsi per assicurarsi che stesse bene, ma Draco la fermò «Non c'è tempo!». Il giovane Malfoy vide Thomas con la coda dell'occhio: si stava lentamente rialzando. «Se la caverà» tranquillizzò la ragazza. Arrivarono alla fine di quello che una volta era il porticato. In fondo, sotto l'arcata che contrassegnava la fine del giardino scolastico, i coniugi Malfoy li attendevano. Lucius sempre composto, senza espressione, stoico. I capelli biondi, che accennavano al bianco, gli incorniciavano il volto e i freddi occhi di ghiaccio fissavano i due ragazzi che si stavano avvicinando e, in lontananza, neanche troppa in effetti, il delirio. Pezzo dopo pezzo la scuola veniva abbattuta. Incantesimi e maledizioni arrivavano chiare all'udito dell'uomo che però si mostrò impassibile, come se nulla di tutto ciò stesse accadendo davvero. «State bene, ragazzi?» si precipitò Narcissa abbracciandoli.
«Andiamo.» ordinò gelido il signor Malfoy, dando le spalle alla scuola. Un "dove?" morì in bocca a Jade, sapeva che Lucius le avrebbe dato la stessa risposta del ragazzo. La ragazza si fermò.
«No, non posso» aggiunse infine.
«Ma cosa stai dicendo?!» sbraitò Draco.
«Signor Malfoy, la ringrazio, ma non posso venire con voi». Lo sguardo di Draco si spense.
«Non posso scappare, devo restare qui.» continuò con un filo di voce.
«Non è la tua battaglia, Jade! È lo scontro di Potter!» le disse Draco.
«È anche la mia guerra. Ha ucciso i miei genitori e ne ha cancellato ogni traccia. Non so chi sono. Sono Nata Babbana? Mezzosangue? Purosangue?» chiese Jade retorica. Dopo una breve pausa, continuò.
«Signor Malfoy, mi creda, capisco il perchè della sua decisione e l'ammiro. Non necessita spiegazioni, vuole soltanto tenere al sicuro la sua famiglia e, davvero, la ringrazio infinitamente, ma sono costretta a rifiutare...». Lucius fece un cenno col capo, quasi impercettibile, ma sufficiente a comunicare alla ragazza di aver compreso il perchè del suo rifiuto senza bisogno di parole. Draco si mise di fronte alla ragazza, le prese le mani e le strinse fra le sue, la guardò dritto nei suoi occhi nocciola. Con lo sguardo umido, la implorava, senza proferire parola. Gli occhi azzurri colmi di lacrime che non cadevano, parlavano al posto suo. Jade con voce rotta gli disse quasi sussurrando «Tu hai una famiglia...» fece una pausa. Prese un lungo respiro e controllando le lacrime, che di lì a poco avrebbero segnato il suo viso, aggiunse «Io non ho nessuno». Draco strinse ancora di più le sue mani e, mentre una lacrima lentamente gli bagnava una guancia, esclamò tremante «Tu hai me». A quelle parole, Jade non riuscì più a trattenere le lacrime. Spostò affettuosamente i biondi capelli del ragazzo tentando di asciugargli una lacrima e, infine, i due si diedero quello che Jade sapeva sarebbe stato il loro bacio d'addio. Un bacio diverso, dal sapore differente rispetto ai precedenti. Un bacio che li portò indietro nel tempo. Un bacio che aveva il sapore dei ricordi.

* * *

«E io sono Malfoy. Draco Malfoy»
«Il famosissimo Draco! Piacere, Jade, la tua acerrima nemica»
«Nemica?» sorrise beffardo «Tu? E perchè mai?» chiese divertito.
«Ti toglierò la fama. Sarò la Serpeverde più chiaccherata di Hogwarts. Anche più di Potter»

* * *

«Come mai non indossi la cravatta?» le chiese, incrociandola nella Sala Comune.
«Malfoy, la curiosità uccise il gatto, non lo sai?» rispose Jade beffarda.
«Devi indossarla! Fa parte della divisa!» la ammonì, non sopportando il fatto di essere stato messo a tacere da lei. Jade tirò fuori la cravatta dalla tasca interna del mantello nero «Lo faccio già» se ne burlò lei.
«Ammettilo, Smith, non hai la più pallida idea di come si indossi. Cos'è, in sei anni di scuola a Greenwald, non vi hanno nemmeno insegnato a fare il nodo alla cravatta?»
«Okay, lo ammetto. Insegnami, se sei così bravo! Lo so che non vedi l'ora di mostrarmi le innumerevoli qualità di un Malfoy!» lo stuzzicò divertita. Lui stette al gioco. Si sciolse la cravatta e riannodandosela le mostrò i vari passaggi.
«Non posso permettere che qualcuno della mia Casa vada in giro senza cravatta» disse con aria di superiorità. Jade non prestò attenzione alla cravatta di Draco. «Puoi rifarlo? Non ho capito bene» chiese Jade. Draco, con un sorrisetto compiaciuto, si sciolse nuovamente la cravatta. Jade si avvicinò a lui e contornò il collo del ragazzo con la sua cravatta. Gli fece un nodo perfetto, infine sfilò quella che una volta era la cravatta di Draco e se la mise al collo. Prese i suoi libri e si avviò verso l'uscita. Draco era senza parole: quella ragazza lo intrigava davvero.
«Aspetta! Ti va una Burrobirra?» le chiese. «Ho Divinazione adesso» rispose lei senza voltarsi indietro.
Draco rimase lì impalato. Un uccellino di carta gli si avvicinò, lo aprì: "Ma dopo pranzo sono libera".

* * *

Mentre Draco attendeva Madama Rosmerta al bancone dei Tre Manici per pagare le due Burrobirre che avevano consumato al tavolo, Jade lo guardava con attenzione. Ogni suo piccolo gesto. Le sue mani. I suoi occhi.
«Non è che ti stai innamorando di me?» la punzecchiò Malfoy con il suo tipico sorrisetto soddisfatto. A quelle parole, Jade si avvicinò a lui con lo sguardo da cerbiatta, gli tirò la cravatta fancendolo avvicinare ancora di più a sè e gli sussurrò all'orecchio «Sai come si dice... Tieniti stretto gli amici e ancora più stretto i nemici» poi se ne andò lasciando ancora una volta il ragazzo dai capelli d'oro immobile, mentre la guardava andar via pensando "wow".

* * *

Quel bacio terminò con un leggero e timido schiocco. Jade indietreggiò di qualche passo e, sorridendo amaramente, sibilò un «Mi dispiace». Lucius infine disse «Sarai anche stata cresciuta da due Sanguemarcio, ma hai l'animo del Purosangue». Per la prima volta, Jade si sentì davvero la benvenuta tra i Malfoy. Sorrise e se ne andò impugnando la bacchetta. Lucius le diede le spalle e si incamminò con Narcissa. Dopo qualche passo, si rese conto che il ragazzo non lo stava seguendo. «Draco»
Con il capo calato per nascondere il viso segnato dalle lacrime, anche il giovane Serpeverde si voltò e proseguì dietro ai genitori che, a differenza sua, camminavano a testa alta, rigidi e composti così come i Malfoy erano abituati.


Jade arrivò giusto in tempo. Harry e Voldemort erano uno di fronte all'altro e l'Oscuro Signore stava per sferrare un attacco a tradimento.
«Expelliarmus!» lo disarmò Jade. Sapeva che non avrebbe fatto granchè, ma sempre meglio prendere tempo. Voldemort si voltò verso lei, raccolse la sua bacchetta e cominciò a ridere. La sua risata rimbombò tanto da far cessare tutti gli altri incantesimi che circolavano dentro e fuori al castello. Tutti si fermarono a guardare la scena.
«E tu saresti?» le chiese smettendo di ridere.
«Jade» rispose secca lei, tenendo ancora puntata la bacchetta.
«Jade... Jade... Non mi è nuovo...» commentò.
«Non ricordi? Sono quella alla quale diciassette anni fa sterminasti la famiglia» rispose tremando di rabbia.
«Ah! La figlia dei Wingler! Ho eliminato ogni traccia di loro, tranne te. Quella sera non ti trovai. Ma guarda! Sei tutta tua madre, sai?» e scoppiò nuovamente in una.fragorosa risata, seguito da quelle dei Mangiamorte.
«Testarda come tua madre e incosciente come tuo padre. Beh, dopo diciassette anni potrò finalmente portare a termine lo sterminio dei Wingler!»


Dopo diversi metri, Draco si fermò. No. Non poteva permettere a Jade di morire così. Lui sarebbe sopravvissuto, ma vivere senza lei, non avrebbe avuto senso, sarebbe stata una tortura. Tornò indietro correndo il più veloce possibile, lasciandosi alle spalle i genitori che urlavano a gran voce il suo nome. Il vento gli spettinava i capelli e questo gli ricordava quanto Jade amasse scompigliarglieli solo perchè a lui dava tremendamente fastidio. Doveva tornare da lei, non l'avrebbe abbandonata. Mai


Jade impugnava saldamente la bacchetta con la mano destra e, di fronte a lei, Voldemort, sornione, fece il classico inchino da duello. Arrivò Draco, che si precipitò da Jade. Respirava ancora affannosamente.
«Draco, ma cosa fa?»
«Preferisco morire ora che vivere un'intera vita senza te». Con la mano sinistra strinse la bacchetta di Jade, mentre il braccio destro contornava la schiena della ragazza appoggiandosi sul suo fianco destro.
«Come quando abbiamo ballato nella Sala Grande, ricordi?» disse Draco con voce rotta.
«Come dimenticare?» rispose Jade.
«Che cosa romantica, non trovate? Due per uno!» Voldemort scoppiò in una risata che contagiò i suoi seguaci.
«Peccato, Draco, saresti diventato potente al mio fianco» aggiunse. Draco non rispose. Per un attimo chiuse gli occhi e sentì il profumo di Jade per l'ultima volta. Con il pollice poggiato sulla sua mano, l'accarezzava.
«Uno» contò Voldemort.
Jade guardó per l'ultima volta i suoi bellissimi occhi blu.
«Due» continuò l'Oscuro Signore.
«Ti amo» le sussurrò Draco.
«Ti amo anch'io» gli rispose lei con un filo di voce.
«AVADA KEDAVRA!» dalla bacchetta di Voldemort uscì un raggio di luce verde. Da quella di Jade, invece, si propagava un raggio giallo. I due incantesimi, per un po' si fronteggiarono a metà strada fra i due innamorati e il Signore Oscuro, poi quello di quest'ultimo prevalse sui ragazzi.
Draco era steso a terra supino, Jade era su di lui, guancia a guancia, mano nella mano. Sembrava stessero ballando, eppure erano fermi, senza vita. I Malfoy arrivarono in quel preciso istante. Narcissa non riuscì a trattenersi: scoppiò in lacrime emanando il grido disperato di una madre alla quale viene strappato via il proprio figlio e quasi cadde a terra, ma la sorresse Lucius. Lei sprofondò nella sua spalla, lui l'abbracciò. Gli occhi di ghiaccio di quell'uomo si fecero scappare una lacrima che, con la discrezione che lo contraddistingueva, nascose a sua volta nella spalla della moglie.


Gli occhi di Jade si aprirono e subito incontrarono quelli di Draco. Ma dove si trovavano? Tutto era bianco, infinitamente bianco. Erano morti? I due si abbracciarono e il silenzio di quell'abbraccio era rotto soltanto dai battiti dei loro cuori che colmavano il vuoto di quel luogo. Possibile che stessero facendo lo stesso sogno? Da lontano scorsero Silente che camminava tranquillo nella loro direzione.
«Professore!» gli corse incontro Jade. Draco rimase fermo sperando che Silente non lo avesse visto, ma sapeva che ciò era impossibile.
«Vieni, figliolo.» lo esortò Silente con la dolcezza di un padre. Draco gli si avvicinò timidamente guardando in basso. Silente aprì le braccia e abbracciò entrambi.
«Signore... Io non... Mi dispiace. E' tutta colpa mia, non avrei dovuto...» biascicò Draco distrutto.
«Lo so, Draco, lo so. Tu non hai colpe, le cose dovevano andare così.» lo confortò il preside con un sorriso benevolo.
«...Avevano scoperto di Jade, mi avevano in pugno... Non volevo che le accadesse nulla di male.» continuò il ragazzo.
«Ma non sanno ancora la verità sulla nostra Jade.» rispose Silente.
«La verità su di me? Quale verità, signore?» chiese Jade stupita.
«Ah, cara Jade... Non ti sei mai chiesta come mai io abbia insistito tanto per farti venire ad Hogwarts?» 
«Continuamente, professore. Ma pensavo...» mormorò Jade.
«Io conoscevo i tuoi genitori, Jade. Erano miei allievi anche loro, così come i Potter e i Malfoy. Eleonore e John Wingler, entrambi Serpeverde, entrambi grandi maghi. E ti dirò di più! Grazie a loro, Potter e Malfoy andavano più o meno d'accordo...» raccontò Silente.
«Mio padre e Potter? Impossibile.» commentò Draco incredulo.
«Strano ma vero, ragazzo. Malfoy, Wingler e Potter erano sempre insieme e con loro, ovviamente, anche Black, Minus e Lupin. Se non facevano svolazzare Piton per i corridoi, stavano escogitando qualche marachella. Ai tuoi genitori, Jade, non importava nulla delle Case. Avevano amici Corvonero e Tassofrasso, esattamente come te. Non tolleravano assolutamente le distinzioni quali Purosangue Mezzosangue o Nato Babbano. E guai a chi si azzardasse a dire 'Sanguemarcio' in loro presenza! Nemmeno Lucius osava dirlo.» continuava Silente. I due ragazzi si scambiarono degli sguardi a metà fra l'incredulo e lo stupito. Il professore sorrise, poi continuò.
«Poi terminarono gli studi e si sposarono, ma nel frattempo Voldemort acquisiva potere e seguaci. Si diresse dai maghi più potenti...» si fermò un attimo e guardò Draco. «Alcuni si unirono a lui per paura... Altri perchè avevano l'anima nera come la sua... Altri, invece, si rifiutarono e persero la vita, come i tuoi genitori, Jade, o come quelli di Harry.» 
«Come ho fatto a sopravvivere?» gli chiese Jade.
«Nessuno lo sa... Tranne me. Quella notte ero presente. Sapevamo dell'attacco di Voldemort, così Piton si diresse dai Potter e io venni da voi. Eleonore e John mi pregarono di nasconderti. Ti presi in braccio, ti avvolsi nel mantello dell'invisibilità di James e ti nascosi nel mobiletto dietro di me. Voldemort torturò e uccise i tuoi genitori.» per un attimo a Jade parve di rivivere la scena «Ti cercò ovunque, poi mi vide e si dileguò.» terminò Silente. Jade strinse i pugni e sospirò.
«Ma perchè lei è venuto a salvare proprio me?» chiese Jade con un filo di voce.
«Il padre della professoressa Trelawney era un vero veggente...» 
«A differenza della professoressa» commentò Draco. Silente sorrise.
«Non era molto carino da dire, ma come darti torto? Comunque, il professor Trelawney predisse che la figlia di due grandi maghi sarebbe stata in grado di sconfiggere l'Oscuro Signore con una forza esterna alla magia. Solo io ne ero a conoscenza, nemmeno Voldemort lo sapeva e non l'avrebbe mai saputo, poichè lo uccise. Sei tu, quella ragazza sei tu.» Jade non poteva crederci. Com'era possibile? Lei? 
«Perchè non me ne ha mai parlato prima? Perchè fingeva anche lei di non saper nulla sui miei genitori?» chiese Jade in preda alle emozioni.
«Perchè la voce non doveva spargersi assolutamente. Tu sei il segreto di cui lui non è a conoscenza. Tu sconfiggerai definitivamente Lord Voldemort.» 
«Io? Si sbaglia. Sono solo una studentessa. Poi parliamo di una forza esterna alla magia: ho solo diciassette anni e sono stata cresciuta da Nati Babbani!» esclamò Jade. 
«La forza esterna è l'amore.» disse Silente unendo le mani dei due ragazzi. «Voi siete il Due Per Uno. Il vostro continuo donare l'uno la vita per l'altra è la forza più grande al mondo, una forza che Voldemort ignora. Siete sopravvissuti alla Maledizione Mortale di Voldemort!» continuò Silente.
«Sopravvissuti?» mugolò Draco. Ma Silente parve non sentirlo.
«Neville ha appena ucciso Nagini, l'ultimo Horcrux, dovete andare.» aggiunse serio.
«Ma come?» 


I ragazzi si alzarono in piedi con lo stupore di tutti. Feriti, sporchi, ma vivi. Si misero di fianco ad Harry e tutt'e tre puntarono le proprie bacchette contro quella di Sambuco, la più potente al mondo, che apparteneva a Voldemort. Il Signore Oscuro gridò e un fascio di luce verde si propagò dalla sua bacchetta. Contemporaneamente, dalle bacchette dei ragazzi, fuoriuscì un fascio di luce rossa che contrastava quello verde. 
Harry rivide i suoi genitori mentre gli sorridevano. Rivide Sirius Black. Rivide Cedric Diggory. 
«Ti vogliamo bene, tesoro. Siamo fieri di te.» gli dissero James e Lily.
I cuori di Draco e Jade non erano mai stati più vicini. Le loro menti furono pervase da flashback. Il loro primo bacio dopo la vittoria dei Serpeverde a Quidditch. I pomeriggi passati a far scherzi a Crabbe e Goyle. Il picnic sul Lago Nero. I voli sulla scopa al tramonto. Le serate passate abbracciati sul divano della Sala Comune davanti al caminetto.
Questa volta l'incantesimo dei ragazzi prevalse su quello di Voldemort che perse la bacchetta e cominciò a disgregarsi con il volto storpiato dall'espressione di dolore. Si ridusse in tanti piccoli brandelli che, come cenere, il vento soffiò via.


Trascorsero diciannove anni. Era una calda mattina di Settembre e il binario 9 e tre quarti di King's Cross era pieno di ragazzini febbricitanti per il loro primo giorno di scuola ad Hogwarts. Harry attraversò il binario con suo figlio, seguito da Ginny, sua moglie, e la secondogenita. Vicino a loro c'erano Ron, Hermione e i loro due bambini. Un po' più distanti c'erano Draco, Jade e il loro piccolo Scorpius, biondo come il padre. 
«Papà... E se mi mettono in Serpeverde?» Harry sorrise e rispose «Albus Severus Potter, tu porti il nome di due presidi di Hogwarts e uno di loro era Serpeverde e lui era l'uomo più coraggioso del mondo.» 
«Ma diciamo che mi ci mettano...» contestò il ragazzino.
«Allora la Casa Serpeverde avrà guadagnato un meraviglioso giovane mago. Ricorda che è solo una Casa e da questa non dipendono le tue amicizie.» Harry guardò Draco e Jade, poi continuò «Ma se davvero è importante per te, tu puoi scegliere Grifondoro. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta.» 
«Sul serio?» 
«Sul serio.» 
Nel frattempo, Hermione controllava che la figlia non stesse dimenticando niente. 
«Sei pronto, Scorpius?» chiese Jade con un sorriso. Scorpius annuì incerto. 
«Sarà un'esperienza unica» gli disse entusiasta Draco «E poi, ricorda, sei un Malfoy» continuò facendogli l'occhiolino.
«Draco, non mettergli in testa queste cose!» lo rimproverò Jade «Non importa la Casa alla quale apparterrai, stringi le amicizie che vuoi» gli disse affettuosamente. I due l'abbracciarono e il ragazzo si diresse da Albus Potter e Rose Weasley e li salutò timidamente. Infine i tre salirono sul treno, e dal finestrino salutavano i genitori. Si udì il fischio assordante dell'Hogwarts Express che partì. 
La mano sinistra di Draco stringeva quella destra di Jade. Sui loro polsi si notavano due cicatrici a forma di mezzaluna e, quando si davano la mano, formavano un cuore. Il Due Per Uno. 
I due guardarono i Potter e i Weasley. 
«Anche voi Sfregiati, a quanto vedo» scherzò Harry. I Malfoy sorrisero. 
«Pare che ci vedremo più spesso, d'ora in poi» aggiunse Ron.
«Quando i Cannons vinceranno la Coppa di Quidditch» lo stuzzicò Draco.
«E' stata una stagione sfortunata, ma si riprenderanno!» giustificò la sua squadra del cuore.
«Certo, Weasley» scherzò Jade.
«Non cambierete mai» sorrise Harry.

FINE.



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Questa è la mia prima One Shot su Harry Potter, vi prego, siate clementi ahahah! :)
Grazie mille per aver letto, spero vi sia piaciuta. :)

Laura.
 

  
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