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Autore: Feel Good Inc    06/11/2013    6 recensioni
{ Dragon Trainer / Frozen: il regno di ghiaccio / Hotel Transylvania / Le 5 Leggende / Lorax: il guardiano della foresta / Rapunzel: l'intreccio della torre / Ribelle - the brave / vari ed eventuali }
Lui non ha il tempo di spostarsi: il fulmine rosso gli è addosso, e così da vicino si direbbe che più che un fulmine è una ragazza. Scontro frontale, come previsto.
«Ahi! Levati dai piedi, quello scompartimento è
mio
Si è sentito invisibile per tanto di quel tempo che ritrovarsela tra le braccia non gli dà alcun fastidio, ma questo la ragazza-fulmine non deve saperlo.

~
«Uhm... Scusa, ma... I tuoi capelli...»
La ragazza sorride e di colpo è come se il sole, in tutta la sua luce, filtrasse dalle nuvole fitte oltre i finestrini del treno in corsa. Stringe una ciocca all’altezza della guancia, come un fiore. «Ti piacciono?»
Hiccup non osa andare oltre e si dà l’aria di chi ha sempre frequentato gente con capelli lunghi quindici metri.

{ AU: Hogwarts!verse; foursome: Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel; hints Jack/Elsa, Jack/Mavis, Johnny/Mavis, Mavis/Rapunzel, Once-ler/Merida, Once-ler/Rapunzel, & whatever you like }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Hoggy Warty Hogwarts'
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Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre ~

~ once upon another tale.

 

 

 

 

III

Giorni di scuola

{ Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel

che siamo veramente, molto più delle nostre capacità. }

 

 

 

 

 

 

# Incantesimi

 

Si era aspettato di tutto, davvero di tutto, ogni sorta di difficoltà e di ostacoli – persino di rivelarsi un Magonò; ma se qualcuno gli avesse detto, qualche settimana fa, che il suo problema più grande a Hogwarts sarebbe stato questo probabilmente gli avrebbe riso in faccia.

L’aula è piena di oggetti volanti: piume per il livello base e cuscini per gli allievi più portati, ma il tizio grande e grosso che per qualche oscuro motivo chiamano ‘Gambedipesce’ è riuscito a far schizzare in aria il professore in persona. Hiccup mordicchia la bacchetta cercando di recuperare il controllo. Non può cedere adesso, avanti; non è un motivo serio per pensare di mollare tutto.

«Devi farlo al contrario» sussurra Rapunzel nel banco accanto al suo, mostrandogli lentamente il ruotare sicuro del polso: è riuscita a padroneggiare l’incantesimo al terzo tentativo. «Prova a farmi da specchio.»

E Hiccup prova. La guarda e cerca di muovere la mano sinistra specularmente alla destra di lei, maledicendo il suo ennesimo fallimento, quello di non essere mai riuscito a diventare almeno ambidestro.

«Non ci credi abbastanza!» Rapunzel si ferma e lo guarda con aria severa; intorno a loro c’è una tale confusione che non devono neppure sforzarsi di tenere bassa la voce. «Non pensare di dover fare diversamente perché la tua maniera è sbagliata. Devi pensare che la tua maniera è quella giusta, altrimenti non riuscirai mai in niente.»

Hiccup ricambia lo sguardo in silenzio, favoleggiando su un gesto estremo come l’alzarsi in piedi, gettarsi ai suoi piedi e abbracciarla di fronte a tutta la classe in subbuglio, perché nessuno gli ha mai detto nulla del genere e anzi, tutti l’hanno fatto crescere nella consapevolezza del contrario – che non è il mondo ad adeguarsi a te, sei tu a doverti adeguare al mondo, è così che vanno le cose.

A meno che tu non uccida un drago.

Prima che le sue confuse idee folli possano tradursi anche solo in una parola di ringraziamento, Rapunzel sorride e gli mostra daccapo il movimento della mano e della bacchetta. «Dai, riprova. Voglio che entro domani riusciamo a fare una gara di cuscinate magica, noi due!»

E Hiccup riprova.

 

 

 

# Trasfigurazione

 

Il suo fiammifero è diventato ago da un pezzo, ma gli altri sono ancora alle prese con le basi. L’insegnante, rimasta rigida alla cattedra fino all’ultimo minuto, si è rassegnata a incamminarsi tra i banchi per correggere pronunce e posizioni di bacchette; Jack si dondola sulle gambe posteriori della sedia, guardando la ragazza dalla parte opposta dell’aula che tamburella sul banco con le unghie smaltate di nero. Anche lei ha svolto in pochi minuti quel loro primo vero test. Quando la curiosità si fa insostenibile, lascia ricadere la sedia con un piccolo tonfo e strappa un pezzo di pergamena, sul quale si china a scribacchiare una domanda.

Pochi secondi dopo, il biglietto è tra le mani di lei.

Tutti i vampiri sono bravi in Trasfigurazione?

La vede sorridere e impugnare la sua piuma per scrivergli una risposta; si volta a controllare che la prof gli dia ancora le spalle, constata che è tutta presa dai miseri tentativi dei gemelli Thorston e si volta di nuovo, in tempo per intercettare il ritorno del biglietto.

Un vampiro deve pur avere un qualche talento, per ottenere un permesso speciale di frequentare Hogwarts.

Jack ridacchia pianissimo, colpito dalla sua capacità di soprassedere così sui pregiudizi che la circondano. Le lancia uno sguardo e vede che ora il suo sorriso è rivolto direttamente a lui.

E io che pensavo bastasse minacciare il preside di succhiargli il sangue.

Si solleva per dare più slancio al tiro; lei afferra il foglio al volo e poco dopo glielo restituisce nello stesso modo.

Mio padre ha dovuto assicurargli il contrario, anche se non ci ha messo molto entusiasmo.

Ancora lui.

Che soluzione banale.

Ancora lei.

È quella che chiamano realtà, Jack. (Ti chiami Jack, giusto?)

Alcuni studenti hanno preso a osservare il loro silenzioso scambio, approfittando del diversivo per dimenticare per un attimo i loro fiammiferi; molti fanno scorrere dall’uno all’altra degli sguardi sconcertati. Quasi nessuno ha instaurato un vero contatto con Mavis fin dalla sera dello Smistamento, quando le candele della Sala Grande hanno illuminato la sua pelle bianca e i suoi canini appuntiti. Di solito lei resta sola, nella sala comune di Serpeverde, e Jack non è certo che le sue compagne di dormitorio non la tengano a distanza con spicchi d’aglio appesi ai baldacchini. Si chiede ancora una volta come abbia potuto resistere all’impulso di mordere loro il collo per puro dispetto, ma probabilmente la risposta si trova nello sguardo tranquillo che Mavis gli rivolge in questo momento.

Stavolta le risponde soltanto strizzandole l’occhio.

È qui da un mese, più o meno, e non fa che incontrare gente che gli dimostra che essere se stessi non è un male per nessuno.

Ama Hogwarts.

 

 

 

# Pozioni

 

Se non altro ha già capito qual è la materia che le piace meno.

Hiccup sembra sempre seccato quando si tratta di scendere nelle segrete e sorbirsi due ore di fuoco lento e ragni morti, però poi riesce a destreggiarsi senza problemi con la preparazione dell’intruglio di turno, e il professore, sempre pronto a commenti più acidi dei suoi filtri, ogni volta passa accanto al suo piano di lavoro senza nessuna parola di biasimo. Rapunzel invece si è già assicurata l’antipatia imperitura di quell’uomo inquietante, con i suoi capelli troppo lunghi e le sue mani troppo impacciate: è abituata a mescolare colori per dipingere, non lingue di rospo e code di salamandre!, e poi non sa restare ad aspettare che una pozione fermenti contando i minuti senza fare altro. Ha davvero l’impressione che, se non fosse per Hiccup che le bisbiglia suggerimenti al riparo del calderone, la bocciatura sarebbe assicurata.

Peccato che il professore non si lasci imbrogliare facilmente.

«Ti avevo detto di non aiutare la tua compagna, signor Haddock. Cinque punti in meno per Corvonero. E adesso filate a lavare le attrezzature.»

La classe si alza rumoreggiando e Rapunzel si concede qualche brontolio. Insieme a Hiccup s’incammina verso la fontana a forma di bocca di gargoyle, in fondo alla segreta.

«Mi dispiace» mormora Hiccup senza guardarla, mentre si chinano a risciacquare mortai e pestelli nell’acqua gelida dando le spalle all’aula.

«Non dire così» lo rimprovera lei, «se non mi avessi aiutata ce ne avrebbe tolti dieci, poco ma sicuro.»

«Non dovete prendervela.» A parlare è un ragazzo di Tassorosso, alto e con i capelli neri, appena arrivato al lavatoio con le proprie cose – a Rapunzel piace che alcune lezioni mescolino le Case: nel caso specifico, le dà l’idea di non essere la sola ad attirare l’attenzione del professore. «Fa così perché voi siete di Corvonero, e per antonomasia i più intelligenti, quindi una minaccia per la vittoria di Serpeverde alla fine dell’anno...»

Hiccup fa la faccia di chi giunge di colpo a un’illuminazione. Rapunzel si volta a guardare il ragazzo: ha un’aria simpatica, ma sta fissando con un po’ troppo interesse i suoi capelli. Sorride alla battuta, ma non sa se sorridere a lui – non si è ancora abituata a tutti quegli sguardi, pur sapendo che dovrebbe averlo fatto, ormai...

«Beh, meno male che siamo i più intelligenti» sbuffa, raccogliendo e asciugando le attrezzature pulite, «me ne ricorderò la prossima volta che non saprò preparare una pozione da sola.»

Il ragazzo dai capelli neri ridacchia.

 

 

 

# Erbologia

 

La serra numero uno è così piena di profumi, di colori e di rumorini strani che Merida trova difficilissimo concentrarsi. Il fatto poi che la lezione consista nel semplice studiare le proprietà di una piantina di aconito rende l’ambiente circostante ancor più distraente.

Il Tassorosso con cui divide il tavolo non fa che scribacchiare appunti, ma deve aver notato il suo continuo guardare qua e là, perché a un tratto alza lo sguardo e la imita. Merida lo intercetta e lui si stringe nelle spalle.

«Pensavo cercassi qualcosa in particolare, e volevo aiutarti» la stuzzica a mezza voce.

Lei non avverte il minimo imbarazzo. Si assicura soltanto che la professoressa sia fuori portata d’orecchio, prima di rispondere all’allusione con la pura e oggettiva verità.

«Scusami, sai, se penso che l’aconito non sia la cosa più interessante qui dentro.»

Il ragazzo sorride e di colpo cambia argomento, come se non avesse fatto altro che aspettare il momento giusto per le presentazioni ufficiali. «Tu sei Merida, giusto? Ti ho vista spesso con quei due di Corvonero, sai, quello con le lentiggini e quella con i capelli lunghiss...»

Merida non gli dà il tempo di finire la frase. «Sì, e allora?» Non le piace che la gente parli dei capelli di Rapunzel. Come se di lei contassero solo i capelli.

«Oh, niente! Dicevo così» si schermisce lui. «Li ho conosciuti a Pozioni. Sembrano simpatici.»

Merida si rilassa; forse non si tratta dell’ennesima persona ansiosa di conoscere le più segrete motivazioni che si celano dietro l’aspetto di Rapunzel. Posa la piuma sulla pergamena ancora intonsa e gli tende la mano. «Il mio nome lo sai. Il tuo qual è?»

Lui la stringe avvolgendola quasi completamente con le dita, lunghe e agili, da musicista. «Once-ler

Questa volta scoppia a ridere. D’accordo, ne ha già sentiti di strani, ma...! «E che razza di nome è, Once-ler

«Di certo un nome intriso di personalità, signorina Ferguson. E ora vorresti gentilmente tornare alla tua piantina?»

La voce della professoressa, spostatasi silenziosa alle loro spalle, la fa sussultare. Merida si sforza di obbedire, ma ancora una volta non è imbarazzata. Il fatto è che questa scuola non riesce a non emozionarla, e qui anche parlare per la prima volta a un compagno si rivela un’esperienza degna di nota. Once-ler, poi, ha un sorriso così simpatico.

La piantina di aconito se ne sta tranquilla nel suo vaso sopra il tavolo, cercando inutilmente di focalizzare su di sé la sua attenzione.

 

 

 

# Difesa contro le Arti Oscure

 

«Hai preso il mio posto. Di nuovo.»

Per via della sortita in bagno dell’insegnante, la classe di Serpeverde ha invaso l’aula ben prima dell’uscita dei Grifondoro; si sa, le vecchie faide sono dure a morire, ma Jack ha ignorato l’istantaneo rinascere dei bisticci quotidiani tra le due Case per dirigersi subito al suo posto preferito – e lì, non per la prima volta, ha trovato una Merida ritardataria alle prese con uno zaino riempito alla rinfusa.

Lei non lo guarda neanche, ma non si lascia intimidire. «Fino a prova contraria sei tu che sei venuto a prendere il mio.»

«Ah, beh, quanto a questo, se aspetto ancora un po’ dovrò correre a cena...»

«Tu ti approfitti del fatto che nonostante tutto ti trovo divertente, Frost.» Merida si alza con tutta calma, incurante dell’accigliarsi di lui all’uso del cognome – non gli piace il suo cognome, odia il suo cognome, possibile che nessuno se ne sia ancora accorto? – e comincia ad allontanarsi tra le fila di Serpeverde che le fanno ala come a una qualche strana creatura contagiosa. «E comunque farei volentieri a meno di perdere il mio tempo qui, il programma di quest’anno è di una noia mortale... Sono i vampiri quelli che voglio combattere, non i Pixie e gli Avvincini

Jack la guarda farsi strada sulla scia degli altri Grifondoro e aspetta fin quasi l’ultimo secondo prima di gridarle una risposta alle spalle.

«Io ho un’amica vampira, sai.»

Già oltre la porta, Merida si volta a lanciargli uno sguardo attonito, con uno svolazzo dei riccioli tutt’attorno al viso; d’altro canto non sembra più sorpresa dei Serpeverde che circondano Jack. La comparsa del professore sulla soglia e il suo invito ad affrettarsi impedisce commenti, ma Jack distingue una risatina ormai familiare da qualche parte dietro di sé, una risata che sa di bianchi denti aguzzi.

Si siede sulla sedia ancora calda del corpo di Merida, ben deciso a non sorridere.

 

 

 

# Storia della Magia

 

Questa è la materia più noiosa di tutte e nessuno potrebbe dire il contrario. Hiccup cerca di resistere e prendere appunti finché può; Rapunzel ha già perso gran parte dell’entusiasmo iniziale e ora chiacchiera a bassissima voce con la sua amica Audrey – solo Gambedipesce scribacchia nomi su nomi e date su date: la lezione non è neanche a metà e lui ha già consumato due rotoli interi di pergamena e quasi tutta una boccetta d’inchiostro, e la sua concentrazione non si è smussata di un pollice.

Hiccup stiracchia le gambe sotto il banco, sperando di non farsi notare. Ha perso il filo. Il professore, del resto, non accenna a voler dare spazio a eventuali domande: prosegue imperterrito nella sua cronaca nuda e cruda e con quella sua voce monocorde riuscirebbe a far suonare scialba persino la storia della fondazione di Hogwarts. Tanto vale rassegnarsi.

Sempre più spesso s’impone di distogliere lo sguardo dai capelli di Rapunzel, che a onor del vero sono una distrazione degna di questo nome – tutti, in classe e al di fuori, hanno già lanciato almeno un paio di occhiate perplesse a quella chioma così bizzarra, «persino per una Corvonero» – e suo malgrado si ritrova a osservare quelli di Audrey e a constatare che sono quasi della stessa tonalità di rosso di quelli di Merida. Poi si rende conto che se continua così lo prenderanno per una specie di maniaco, e no, grazie, lui ha già dato al mondo abbastanza motivi per considerarlo uno ‘strano’. Torna ad abbassare gli occhi sul banco e soltanto in quel momento si accorge di un pezzetto di pergamena che sporge da un piccolo foro nel legno.

Il professore continua a parlare e Hiccup afferra al volo un nome, lo trascrive nei suoi appunti senza avere la minima idea di cosa lo colleghi a tutto il resto e subito dopo si dedica alla difficile estrazione del biglietto. Ci perde un po’ di tempo e già è grato allo sconosciuto scrittore di avergli dato almeno un motivo per non crollare per qualche minuto ancora.

Quando la pergamena è ben spiegata tra le sue dita – nessuno si è accorto di niente: la noia là dentro è più spessa della nebbia che ammorba le segrete durante Pozioni – viene alla luce un messaggio che per poco non lo fa scoppiare a ridere.

 

O intrepido che ti accingi in questo periglioso quanto mortalmente tedioso percorso, ATTENTO!

Storia della Magia è quanto di peggio ti aspetta tra queste fantastiche mura. Puoi farcela solo se sei un secchione mancino pieno di lentigginosa buona volontà, ma anche così avrai dei problemi, sappilo. Ti scrivo direttamente dal fronte, ti metto in guardia e ti trasmetto tutto il mio comprensivo appoggio.

Una Grifondoro estremamente annoiata ~

(Se sei Hic, in bocca al drago: questo è pane per i tuoi denti. Se sei Punzie, passa il messaggio a Hic, grazie. Se sei chiunque altro, peggio per te, ma magari passa il messaggio comunque. J)

 

Hiccup quasi soffoca, e intanto non può fare a meno di immaginare una Merida che muore di noia e si riprende solo rivolgendo un pensiero ai suoi poveri amici Corvonero diretti al suo stesso destino. Beh, perché no? Non è una cattiva idea. E tra l’altro sentirsi dare del secchione non gli ha mai fatto così piacere.

È già sul punto di passare il biglietto a Rapunzel, ma poi cambia idea, afferra la piuma e, con tutta l’aria di chi segue intensamente una lezione, comincia a pensare a una risposta sullo stesso tono.

 

 

 

# Astronomia

 

Quello di Astronomia è l’unico corso che i Corvonero seguono insieme ai Grifondoro, e Merida, pur sbadigliando costantemente, ha sempre un sacco di cose da raccontare quando arriva la notte del mercoledì: Rapunzel studia affascinata orbite e costellazioni, ma non le dispiace mai troppo che le parole dell’amica la distraggano ogni volta. Naturalmente ciò è però un disturbo per, beh, altri, e anche stavolta la professoressa si ritrova costretta a dividerli; e così ora Hiccup prende posto mogio mogio accanto a un ragazzo Grifondoro, Merida saluta con la mano Gambedipesce e Rapunzel scuote il capo sorridendo in una postazione vuota, proprio in fondo al terrazzo. Non le dispiace troppo neanche restare sola insieme al suo telescopio.

La lezione si svolge senza ulteriori intoppi finché lei, sollevandosi dalla mappa in cui ha segnato la posizione di Nettuno, volge lo sguardo alla balconata e si lascia sfuggire uno strillo.

Tutti si voltano, ma non vedono nulla di strano. Rapunzel accenna in fretta dei gesti perché credano che la sua tempia si sia violentemente scontrata con il telescopio – è facile crederci, cose del genere le capitano di continuo – e solo al via libera, quando anche Hiccup e Merida hanno già distolto gli occhi, si volta ancora verso il punto in cui tre secondi fa ha visto Jack.

«Dove sei finito?» borbotta, sporgendosi – e dall’altro lato della balaustra le dita bianche di Jack issano le sue braccia, il suo busto e così via, finché i loro occhi si trovano allo stesso livello.

«Ehi, biondina, vedi di non urlare tutte le volte che mi vedi.»

Rapunzel vorrebbe mangiarselo seduta stante, ma trova più saggio assicurarsi prima che nessun altro lo abbia visto. Appurato che è così, lo fulmina con gli occhi e abbassa la voce fino a un sussurro.

«Che cosa diavolo sei venuto a fare quassù? Non è la tua lezione.»

«Oh, lasciami pensare» sogghigna Jack, dondolando una gamba oltre il parapetto, «una scena del genere non l’abbiamo già vissuta?»

«C’è poco da ridere! Se ti vedono ti spediscono dritto dal custode, e allora sì che riderò io

«In effetti sono abbastanza tranquillo finché so che ci sei tu a coprirmi.»

Rapunzel si sente arrossire e ringrazia mentalmente il buio. Lancia un’altra occhiata alla classe e alla prof, quindi al telescopio e alla mappa abbandonati. Cerca di comportarsi come se niente fosse successo, e riprende con Nettuno da dove l’aveva lasciato.

«Non mi hai risposto» sibila. «Che ci fai qui?»

«Pensavo che un aiutino ti sarebbe piaciuto. Sono bravo in Astronomia, e vedo che Hic è lontanuccio...»

Rapunzel apre la bocca per obiettare che ci vede benissimo anche da sola, ma proprio in quel momento Jack la raggiunge alla postazione, guida la sua mano sul telescopio e sposta il suo punto di vista di qualche grado a est. Davanti agli occhi di lei sorge la luna, piena e bellissima.

«Ecco il vero motivo per cui sono quassù» sussurra Jack. «A te non dà l’impressione di nascondere tanti segreti da scoprire?...»

E poi se ne va, veloce e silenzioso come è apparso, lasciandola lì un po’ seccata a chiedersi che accidenti intendesse dire.

 

 

 

# Volo

 

Così è quella la famosa vampira? Merida la guarda chiacchierare con Jack mentre il coro di «Su!» s’intensifica, così come i colpi in faccia. Quei due sono riusciti a farsi obbedire dalle proprie scope in un attimo, e Merida rimugina per un po’ sul fatto che non è poi così equo che un vampiro frequenti una scuola di maghi – non per la questione della specie, ci mancherebbe, però insomma: quella lì deve avere già un futuro assicurato da Animagus, perciò in Trasfigurazione sarà una bomba, e di certo sarà notevolmente avvantaggiata in Difesa contro le Arti Oscure e ovviamente basterà quel suo stesso potenziale da pipistrello a sollevarla da terra... Poi si scuote, si schiaffeggia mentalmente, perché non è giusto pensare così di una persona che neanche conosce e perché al momento ci sono altre priorità.

Tipo quella di urlare «Su!» più forte di tutte e due le classi messe insieme, balzare sulla scopa e con un sorriso fare un giretto tutt’intorno a Jack.

Forse ha appena fatto perdere un po’ di punti a Grifondoro, ma quella sua espressione contemporaneamente divertita e impressionata è senza prezzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Il mio bisogno di andare avanti a scrivere questa AU continua a scontrarsi con il mio (ennesimo) blocco. Così, vi lascio un nuovo aggiornamento nella speranza di recuperare l’ispirazione perduta. *imbarazzo*

Si parla di materie e lezioni, come vi accennavo, ed entrano in scena un paio di personaggi secondari che non potevo non includere: ultimamente ho sviluppato un amore viscerale per Once-ler e, nonostante in Hotel Transylvania siano Johnny e Dracula i personaggi che mi sono più entrati nel cuore, anche per Mavis, al punto che sto seriamente considerando l’idea di scrivere in futuro su quello che sta diventando un OT6... Ho riflettuto a lungo in particolare sull’eventualità di rendere Mavis un’umana a tutti gli effetti, perché non sono affatto certa che un vampiro potrebbe frequentare Hogwarts e condurvi una vita scolastica ‘normale’ – ma poi ho pensato al Sanguini del Principe Mezzosangue, e mi sono detta che se un vampiro ha la possibilità di essere invitato a una festa studentesca come ospite d’onore, beh, allora potrebbe anche garantire una frequentazione sicura dello stesso ambiente, specie se dietro raccomandazione! XD In ogni caso mi piaceva troppo l’idea di lasciare Mavis Dracula così com’è in originale... Penso che prima o poi capirete il perché. Sempre che riesca ad arrivarci, lol.

Per quanto riguarda invece le ‘comparse’ di turno, Gambedipesce e i gemelli Thorston, trattasi degli stessi personaggi di Dragon Trainer già comparsi (innominati) in un breve cameo nel primissimo brano del primo capitolo insieme a Moccicoso.

Avrete inoltre notato che continuo a non nominare gli adulti e/o insegnanti di turno, ma che tendo a rispecchiare il carattere di quelli che conosciamo – il professore di Pozioni potrebbe tranquillamente passare per Severus Piton, considerato l’accenno di Once-ler al suo essere parziale riguardo Serpeverde... Il punto è che avevo iniziato a buttar giù una lista di personaggi adulti (tratti dagli stessi film d’animazione che mi è piaciuto rielaborare qui) che potessero accostarsi a Silente, a Piton, alla McGranitt e a tutti gli altri – ma mi sono bloccata su Rüf, la Sprite e la Bumb, che non ho saputo in nessun modo rivisitare. Quindi, insomma, per la cronaca quel tipo così apparentemente simile a Piton avrebbe voluto essere Pitch de Le 5 Leggende, ma meglio mantenere l’anonimato e via. XD

Ah, un’altra cosa: non ricordo nella maniera più assoluta dove abbia letto che i Grifondoro e i Corvonero seguono insieme le lezioni di Astronomia, né posso dire se fosse una notizia fondata o una semplice supposizione dei lettori; ma insomma, mi sembrava giusto che un qualche corso mescolasse anche queste due Case!, e così l’ho data per buona.

La citazione iniziale è tratta naturalmente da La Camera dei Segreti.

Oh, e – GRAZIE per il sostegno. Seriamente, grazie. Suonerà ripetitivo ma, dopo tante letture e recensioni come le vostre, non so davvero cos’altro dire. ;///;

Aya ~

   
 
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