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Autore: Anna Wanderer Love    07/11/2013    7 recensioni
Una ciocca bionda sfugge dal cappuccio che cela il suo volto e mi sfiora lo zigomo. I miei occhi guardano quei lisci capelli d’oro pallido, poi risalgono lentamente e per la seconda volta il mio sguardo si incatena a quello celeste, duro e inflessibile di lui.
-Chi sei?
Le sue dita si stringono con forza attorno ai miei polsi, con tanta forza che riesco a sentire il loro profilo segnare la mia pelle, con tanta forza che penso che me li spezzerà, i miei maledetti polsi. Mi esce una risatina dalla bocca, nonostante tutto, e i suoi occhi ne sembrano sorpresi.
-Se te lo dicessi non farebbe differenza.
-Ah sì?- Ribatte lui, scrollandomi con violenza. La mia testa batte per terra.
Trattengo il respiro quando la vista mi si annebbia per un’istante.
-Sì- sibilo fissandolo con astio.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Ventiquattro:
Thranduil.


Mi sveglio quando un raggio di sole mi colpisce le palpebre. Le apro e vengo quasi subito accecata dalla fitta luce del sole che penetra nella stanza dalla finestra aperte e le tende scostate. Socchiudo gli occhi, e gradualmente la mia vista si abitua alla luce. Solo a quel punto mi muovo, e noto l’assenza di un corpo dietro di me. Giro la testa e vedo il letto vuoto, le coperte sfatte e in disordine. Sospiro, sorridendo, e scosto le coperte. L’aria fresca del mattino mi punge la pelle calda come se fosse dicembre. Mi affretto ad andare verso l’armadio, e prendo i vestiti. Mi sento un po’ dolorante, ma il male non è niente se paragonato alla felicità che sento.
Finisco di sistemare le maniche della camicia, arrotolandole fino a metà degli avambracci, quando qualcuno bussa. Mi giro mentre la porta si apre, e vedo l’alta figura di mio padre appoggiata allo stipite della porta.
Mi osserva con un sorriso. So che sa quello che è successo stanotte; e lui sa che io so.
-Come stai? Passato l’effetto del Tatuaggio?
Annuisco, e lui entra nella stanza, allargando le braccia a mo’ di invito.
Sorrido e mi avvicino a lui, che mi abbraccia forte. Premo il viso sul suo petto, inspirando a fondo il suo odore di menta e tabacco. Giocherello con due bottoni slacciati della sua camicia rossa, mentre lui mi accarezza i capelli e mi bacia la fronte.
-Allora... tra poco si parte.
Alzo la testa e lo guardo confusa, ma il luccichio dei suoi occhi non promette niente di buono.
-Per andare dove?
Un ghigno appare sulle sue labbra.
-Ma che domande! Alla città per il matrimonio!
Ho la strana sensazione di essere impallidita. Chissà perché. E poi sento le mie guance andare a fuoco.
-Ehm... Ronim, stai bene? Non è che hai dormito troppo?- Chiedo inorridita. Mio padre scuote la testa passandomi un braccio attorno alle spalle.
-No! Certo che no! Ho già parlato con Haldir e per il vestito non c’è nessun problema, re Thranduil ha già messo al lavoro tutti i sarti elfici migliori...- mio padre continua a sparlare mentre mi conduce in corridoio, sulle scale e giù nel salotto vuoto. Forse lo fa apposta...
Ronim mi fa uscire e per poco non mi viene un infarto. Tutti, soldati, Gandalf, amici eccetera, sono in sella a cavalli e guardano nella nostra direzione.
Ma che cazzo...
Guardo Ronim incredula, spaventata da lui.
-Ma...
-Su, muoviti, Mitya è lì! Sbrigati, non vorrai fare tardi- ghigna mio padre.
Imbambolata, scendo dalla veranda e passo tra i cavalieri elfici che mi fissano con dei sorrisi sinceramente divertiti. La mia cavalla è lì, di fianco al destriero candido di Legolas, che, in sella, mi osserva trattenendo una risatina. Invece di salire in sella a Mitya vado di fronte a lui e mi metto le mani sui fianchi, incurante della trentina di occhi puntati su di me.
-Tu lo sapevi?- Chiedo incredula.
Un sorriso smagliante è la mia risposta.
Borbottando contrariata sbuffo e monto su Mitya. Afferro le redini, mentre Ronim, con il suo cavallo grigio, mi raggiunge e mi supera strizzandomi l’occhio. Tutti lo seguono, con i cavalli che sbuffano e scalpitano prima di iniziare a camminare. Poi tocca ai miei amici. Gimli in sella con Aragorn, ride e mi saluta affettuosamente, godendosi la mia faccia sconcertata.
Rimaniamo solo io e Legolas, alla fine.
-Andiamo?- Fa lui. Sospiro e punto gli occhi nei suoi.
-Chi?- Chiedo semplicemente.
-Gimli e Ronim hanno ideato tutto. Quei due mi preoccupano insieme, sinceramente.
Scuoto la testa e gli tendo la mano. Lui la prende e insieme sproniamo i cavalli verso il sentiero.
-Prima o poi, se continuerà così, ti ucciderò- dico soltanto.
Un sogghigno segue le mie parole, mentre stringe con più forza la mia mano.
-Dopo stanotte? Non credo che ne saresti capace- commenta lui.
Gli rifilo un’occhiataccia, ma in realtà sono felice. Di essere con lui...
Insieme raggiungiamo gli altri e lasciando le nostre mani intrecciate ci mescoliamo ai nostri amici. Io finisco al fianco di Gandalf, mentre dietro di me ci sono Aragorn e Gimli e Legolas. Merida e Haldir camminano di fianco a noi in silenzio, ma ogni tanto intercetto le loro occhiate e ogni volta nascondo un sorriso.

 

-Savanna- cerco di aprire gli occhi. -Amore, svegliati- un sussurro dolcissimo mi accarezza la guancia insieme a un paio di labbra calde.
Mugugno qualcosa di indistinto e finalmente riesco ad aprire gli occhi. Mi rendo conto di essere appoggiata al collo di Mitya... mi sono addormentata mentre cavalcavamo.
Giro la testa a destra e vedo Legolas, a terra, che sta facendo scivolare le braccia attorno al mio corpo e mi tira giù dalla mia giumenta. Mi prende in braccio e appoggio la testa sul suo petto.
-Che diamine è successo?- Chiedo con la voce impastata.
-Ti sei addormentata. E’ sera- mi risponde lui. Cerco di strofinarmi gli occhi e mi accorgo che si sta dirigendo verso un fuoco. Attorno a noi i cavalli di tutti sono liberi e brucano l’erba. Guardando in cielo noto che è davvero tardi. Le stelle splendono e la luna è alta.
-Ohilà, guarda chi si è svegliata!- Fa una voce allegra che riconosco subito, mentre Legolas si siede accanto a Gimli. Il calore del fuoco raggiunge le mie guance, scaldandole e donandomi un piacevole sollievo, ma non è nemmeno paragonabile alla felicità che mi mette in corpo il calore del mio Elfo.
-Ronim, piantala di sfottere. Sei insopportabile- borbotto afferrando la schiena di Legolas e acciambellandomi contro di lui, ben felice di riaddormentarmi mentre mi abbraccia. Sento il mio Elfo sogghignare.
-Va bene, tesoro.
-Ronim, lo sai che presto non potrai più chiamarla tesoro perché sarà Legolas a farlo?- Interviene ridacchiando Haldir. Apro gli occhi e li vedo davanti a noi. Mio padre sta fissando in cagnesco l’Elfo, che tiene tra le gambe Merida, appoggiata al suo petto.
La mia amica mi rivolge un sorriso luminoso mentre lui le accarezza la schiena e le bacia i capelli.
-A quanto pare il nostro non sarà l’unico matrimonio, Legolas. Scommetto che Haldir non vede l’ora di sposarsi, vero, Haldir?- Commento guardando con un ghigno l’Elfo.
Un coro di risate segue le mie parole, mentre Haldir e Merida diventano viola in faccia.
-Sei tremenda- fischia ammirato Gimli. Ammicco nella sua direzione e gli sorrido.
-Non quanto te e mio padre. Guarda che lo so cosa gli hai detto stamattina. Legolas mi ha detto tutto. Mi vendicherò, stanne certo.
Vedo le guance del nano diventare da rosse a bianche in un’istante, mentre borbotta: -Maledetto orecchie a punta.
Al nostro breve battibecco seguono altre risate, ma stavolta anche Ronim si unisce.
-Sei davvero malefica- mormora Legolas guardandomi con i suoi occhioni azzurri.
Alzo un sopracciglio, accarezzandogli i capelli.
-Be’, sai, quando sono stanca sono peggio di papà. Sta’ zitto Ronim, che quando sei stanco sei terrificante da sopportare- anticipo mio padre.
Vedo Gandalf, seduto accanto a lui, scuotere la testa con un sorriso bonario, mentre gli altri Elfi -già, tutti rigorosamente biondi tranne il capo, Jeen, che a proposito! Non è mica male!- scoppiano a ridere.
Legolas scuote la testa con una finta espressione afflitta e guarda Aragorn negli occhi.
-E pensare che la devo sposare...
-Te la sei cercata, amico mio- ribatte l’altro con un sorriso.
Gli sorrido per mostrargli quanto apprezzi il suo umorismo -sé sé- e torno a posare la testa sul petto di Legolas. Pochi minuti dopo mi addormento, cullata dal suo respiro e dal crepitio delle fiamme ardenti mischiato alle chiacchiere mormorate dai nostri compagni.

 

Mi risveglio per il fresco. Non fa freddo, ma sento un leggero vento spirare attorno a me e raffreddarmi la pelle. Apro gli occhi e per poco non mi viene un’infarto.
-Ma che cacchio... oh mamma!- Esclamo aggrappandomi a qualsiasi cosa che sia alla mia portata... e la prima cosa che ho sottomano risulta essere il fianco di Legolas.
Geme e mi afferra per le spalle. Io, peraltro, sono occupata a fissare a bocca aperta le cime degli alberi attorno a noi.
-Ma come diamine ci sono finita qui?- Dico meravigliata.
Il sonno è passato completamente. Una mano va a trattenermi, mentre afferro un ramo sopra alla mia testa e cerco di salire ancora più in alto.
-Stai qui, amore. Sopra i rami sono troppo deboli per reggerci- mi rimprovera Legolas.
-Ma io voglio salire!- Mi lamento, ma obbedisco e torno a posare la testa sulla sua spalla. A parte che sono posata completamente sopra di lui, quindi non è che cambi molto. Sono completamente poggiata su di lui.
Siamo su un pino altissimo. Attorno a noi si vede la foresta e in lontananza il profilo delle torri della città. Di Valmar.
-Non eri tu quella che un minuto fa dormiva e sognava...- Legolas si interrompe precipitosamente. Gli scocco un’occhiata pericolosa. Io non mi ricordo cosa stavo sognando... mi è entrato di nuovo in testa?
-Scusa? Cosa sognavo?
L’Elfo mi rivolge un sorrisino ironico senza dire una parola. Sospiro e lentamente e con cautela mi muovo, girandomi in modo da essere seduta ancora sulle sue gambe ma con la testa e il busto rivolti verso di lui. In sostanza, sono seduta a cavalcioni sul mio Elfetto.
Legolas alza un sopracciglio e un sorrisino obliquo si dipinge sul suo volto. Mi posa una mano sul fianco, sotto la camicia, accarezzandomi la pelle. Piano piano, mentre traccia piccoli disegni sulla mia pelle, le mie guance si riscaldano e sento di nuovo quel fuoco che ho sentito ieri quando... accidenti, solo a pensarci mi viene da saltare giù e correre a nascondermi dietro a Ronim. Come se fossi una bambina... però non lo sono.
Lentamente faccio scorrere le braccia sulle sue braccia, arrivando fino alle spalle. Intreccio le mani sul suo collo e mi avvicino finché le nostre labbra non sono a un centimetro di distanza.
-Lo sai cosa stavi sognando- mormora lui.
La sua risposta mi confonde per un secondo. Mi sono totalmente dimenticata della domanda che gli ho posto.
-E se non lo sai puoi benissimo intuirlo- asserisce serio, ma i suoi occhi azzurri scintillano.
Sollevo un angolo della bocca in un sorrisino.
-Credo di sì. Ma quando hai detto... ieri, quando te ne sei andato, hai detto qualcosa... le... le mel...
-Le melon- mi aiuta lui, chiaramente sorpreso. -Eri sveglia?- Mi chiede dopo qualche istante di silenzio.
-Più o meno... quasi. Che vuol dire?- Chiedo curiosa.
Lui sorride e si allunga in avanti a darmi un bacio sulle labbra.
-Ti amo in elfico. Le melon, Savanna.
-Le melon, Legolas- mormoro io prima di stringere la presa sul suo collo e prendere possesso della sua bocca. Le sue mani scivolano sul mio petto; sbottonano un paio di bottoni della camicia, e poi risalgono sulle spalle, allargando la stoffa che mi ricopre. Non possiamo fare l’amore qui, non adesso, con così poca distanza tra noi e gli altri; ma comunque possiamo baciarci e accarezzarci per ore. Le sue dita scivolano sotto la stoffa bianca, massaggiando i miei muscoli indolenziti per la dormita su Mitya, e dopo qualche minuto sono completamente sciolta contro di lui. Le sue labbra sono dappertutto, e fatico a tenere a freno la mia voglia. Passano sul collo, sulle spalle, baciano con amore il mio viso.
-Legolas, accidenti, se fai così non riesco a trattenermi- mormoro a bassa voce, sussultando quando la sua mano va a sfiorare la mia coscia. Lui trattiene una risata, baciandomi il collo. Mi aggrappo alle sue spalle serrando le labbra. Non vorrei che mi scappasse qualche sospiro. Ci sono troppi Elfi per i miei gusti, con orecchie troppo acute.
Il suo profumo mi riempie i polmoni, i suoi capelli morbidi sono sparsi sulle mie braccia.
-Ma io non voglio che tu ti trattenga- sussurra lui con un sorriso malizioso.
Mio malgrado mi scappa un sorriso.
-Certo. Siamo a venti metri da terra, qua sotto ci sono trenta Elfi che sentono tutto più mio padre, e non so dirti chi è peggio, e tu non vuoi che mi trattenga, Legolas.
-E chi ha detto che ci sono gli altri?- Mormora, mentre le sue mani scivolano con lentezza sulla mia schiena.
Fermi.
Un attimo.
-Non ci sono gli altri?- Chiedo sorpresa.
Legolas sorride puntando gli occhi nei miei.
-Diciamo che Ronim ha insistito per continuare a cavalcare e ha detto che dovevi riposare. Ma non su Mitya. Quindi ho voluto restare con te. Sono andati avanti per riferire a mio padre del nostro arrivo- conclude scrollando le spalle, con un’ovvia espressione dubbiosa.
-Certo, come no- mormoro, ringraziando mentalmente mio padre. Sappiamo bene tutti quanti perché ha deciso di fare così... ma adesso non me ne può importare di meno.
La bocca dell’Elfo è di nuovo sulla mia, più audace, più ansiosa, ora.
Sorrido e stringo le gambe attorno alla sua vita.
-Tieniti- mormora dopo qualche istante, contro le mie labbra.
Mi scosto di un millimetro dalla sua bocca.
-Scusa?- Non faccio neanche in tempo a finire la domanda che Legolas con un salto è in piedi sul ramo. Urlo, avvinghiandomi a lui, mentre salta giù. Strillo terrorizzata, schiacciando il volto contro la curva del collo del mio Elfo, mentre l’aria frusta i nostri corpi.
Due secondi dopo è tutto finito. Legolas piega le ginocchia per attutire il colpo, ma non riesce a reggere entrambi e cadiamo a terra, io sopra di lui. Lo guardo di traverso.
-Non farlo mai più!- Esclamo, e lui scoppia a ridere.
Un secondo dopo ci stiamo di nuovo baciando. Con una mossa quasi invisibile da quanto è veloce Legolas mi fa scivolare sotto di lui. Affondo le mani nei suoi capelli morbidi e setosi, accarezzandoli, cosa che lui sembra gradire. Stringo le gambe ai lati della sua vita, intrappolata sotto il suo corpo possente. Le sue mani scivolano sul mio ventre, iniziando a slacciare con calma i bottoni della camicia. Sento le sue dita sfiorare la mia pelle calda, e ad ogni contatto dei brividi mi attraversano la schiena. Appena la stoffa bianca scivola giù dalle mie spalle inizio a tremare, ma di freddo. L’Elfo mi prende tra la braccia, baciandomi sempre più vorace.
-Sei sicura?- Sussurra. Il suo respiro caldo soffia sulla mia pelle, e rabbrividisco.
-Mai stata più sicura- mormoro impaziente.
Legolas scosta il suo volto dal mio di qualche centimetro. Mi perdo nei suoi occhi azzurri, accarezzando il suo viso.
-Le melon, Savanna- sussurra.

 

-Legolas! Quanto manca?
L’Elfo alza gli occhi al cielo, esasperato.
-Valar, Savanna! Te l’ho detto già quattro volte! Siamo quasi arrivati! E poi non eri tu quella che era terrorizzata da mio padre, scusa?- Esclama con un ghigno.
Gli scocco un’occhiataccia indignata.
-Legolas, senti, non è che devi farmi per forza venire le crisi di panico ogni tre secondi eh...
Lui scoppia a ridere, avvicinando il suo cavallo a Mitya. Si sporge e mi dà un rapido bacio sulla guancia. Avvampo, senza riuscire ad impedirlo. Ogni volta che lui mi sfiora non riesco a impedirmi di arrossire o rabbrividire. E’ come se i miei sensi fossero diventati enormemente più sensibili alla sua vicinanza.
-Stai tranquilla, amore. Mio padre ti accoglierà entusiasto- mi ripeté per circa la millesima volta in quei cinque giorni, accarezzandomi con dolcezza la guancia. Sospiro forte, puntando gli occhi sul manto nero e lucente della mia giumenta. Già, sono cinque giorni che camminiamo... ops, cavalchiamo verso la città. E io inizio a stufarmi. Non ci siamo mai fermati in nessun villaggio, Legolas (e io) eravamo troppo impazienti. Anche se i boschi sono bellissimi, pieni di colori, io voglio A-R-R-I-V-A-R-E alla città. Non ne posso più.
E poi come faccio a stare tranquilla? E come fa lui ad essere così calmo e sicuro? Magari avessi anche io il suo autocontrollo...
Improvvisamente, Legolas ferma il suo cavallo e con una mossa rapida afferra le mie briglie, tirandole e facendo fermare anche Mitya, che sbuffa sorpresa.
Volto la testa, con una domanda che mi sorge spontanea sulle labbra, ma la voce mi muore in gola vedendo la sua espressione. E’ in ascolto; le spalle sono rigide, la bocca stretta in una linea sottile; i suoi occhi saettano da una parte all’altra del sentiero dove stiamo cavalcando da ore, attraverso le fronde degli alberi.
-Legolas- sussurro nervosamente -cosa c’è?
Lui resta in silenzio; poi dopo qualche istante, si rilassa.
Senza degnarsi di rispondermi salta giù da cavallo e si volta verso di me, afferrandomi per i fianchi e facendomi smontare da Mitya. Afferro le sue braccia; sento i suoi muscoli guizzare sotto alla mia presa.
-Che cavolo sta succedendo, me lo vuoi dire, testone di un Elfo? Sei insopportabile quando fai così, orecchie a punta!- Sbotto innervosita, tirandogli un pugno al petto.
Una risata fa eco alle mie parole.
Mi immobilizzo, impallidendo, mentre Legolas sorride, o meglio, ghigna. Mi scocca un veloce bacio sulle labbra, prima di afferrarmi il mento e alzarmi con dolcezza la testa verso l'alto.
-Guarda- sussurra.
Oh. Merda.
I miei occhi ne incrociano altri due; altri due incredibilmente divertiti, e soprattutto, dello stesso colore di quelli del mio promesso sposo.
Gli occhi di un Elfo con una cascata di capelli biondi seduto su un ramo di un albero. Gli occhi di un Elfo dai tratti del viso severi. Gli occhi di un Elfo che sorride, il volto illuminato dalla gioia. Ha una corona di rami fioriti a circondargli la testa, e impugna un bastone. Indossa una tunica lavorata, e degli stivali di pelle.
-Benvenuti- dice guardandomi negli occhi.

Thranduil.
 
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AnGoLo DeLl'AuTrIcE:
Ciao!!
Allora... devo dire che sono rimasta un po' delusa dalle poche recensioni dell'ultimo capitolo... era tanto brutto? E sì che a me era piaciuto scriverlo...
Cerco di farmi perdonare con questo, ma sono sicura che farà doppiamente schifo. E' orribile. Non mi convince... Bah, vedete voi.
Finalmente qui ci muoviamo un po'.... ditemi, non adorate Ronim? E Gimli? XD
Io sì :D
Allora... be'... credo di non avere nient'altro da dire credo :) solo spero vi piaccia.
Un bacio!
   
 
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