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Autore: P h o e    08/11/2013    5 recensioni
[STORIA SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
L'amore profumava di rosso, come i suoi occhi. | Prologo.
«Dal modo in cui ti guarda, lascia chiaramente sotto intendere che tra di voi non c'è nessun filo rosso ad unirvi» ammise risoluto.
La principessa, abbattuta, abbassò lo sguardo.
«...Ma un intero spago.»

Quando Fine, principessa e futura regina del Paese di mezzo, scopre di essere stata promessa in sposa ad un completo estraneo a soli pochi mesi prima della nascita, la sua vita svolta non una pagina, ma un intero capitolo, capovolgendo tutta la sua piccola realtà.
Su ordine, quindi, parte con sua sorella (anch'essa vittima della stessa sorte) per un Regno lontano, completamente catapultata in un'accademia dove i giudizi sono all'ordine del giorno e le regole regnano sovrane.
La principessa si ritroverà quindi a lottare con dedizione e coraggio contro quella tradizione in vigore da più di mille anni e contro un amore orgoglioso che profumerà di rosso, proprio come i suoi occhi.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Enchanting 
Atto X Un cuore incompreso.







Fine lanciò volgarmente la cartella, contenente tutti i libri che le occorrevano nelle ore di teoria, a terra incurante del fatto che metà del contenuto slittò in tutte le direzioni. Se qualche insegnante o addirittura Madame Rosemary l'avessero vista, una punizione non gliel'avrebbe tolta nemmeno il preside, ma quello non era proprio il momento di comportarsi da principessa garbata, considerando che ne aveva già abbastanza di una che continuava a girare intorno a Shade come una calamita.
Tutto stava diventando troppo esasperante per la principessa. Non che desiderasse incatenare Shade a sé per l'eternità, però uno di questi giorni -nei quali sarebbe presto scoppiata- avrebbe ricordato ai due disperati amanti che c'erano delle regole da rispettare, ognuno era promesso a qualcun'altro, altrimenti cos'erano venuti qui a fare?
Fine si maledì nuovamente per aver dato il consenso a Shade di comportarsi come più preferiva con le donne. Lei non era certamente il tipo da obbligare le persone a sottomettersi alla sua volontà, però un minimo di rispetto se lo spettava. Era vero, non si amavano e probabilmente non avevano nulla in comune -considerando rispettivamente il modo in cui la pensavano su queste cose- ma non avevano scelta e sebbene una parte di Fine desiderasse ancora uscire dal grande cancello dal quale la settimana prima aveva varcato la soglia, si ripeté che avrebbe dovuto lasciare questo pensiero un desiderio ancora irrealizzabile e a considerare maggiormente la parte restante, quella che le suggeriva di andare da Shade.
In realtà Fine non stava dando per niente ascolto a se stessa, era come se da qualche giorno a questa parte vagasse a vuoto. 
Si buttò sul grande letto matrimoniale, trovandolo insolitamente comodo e si passò una mano sulla fronte, distrutta mentalmente e fisicamente. Le lezioni non erano nulla di leggero e, sebbene si trattasse solo di teoria, gli insegnanti insistevano perché ogni studente mantenesse una postura corretta e regale. Per non parlare dei quaderni che non dovevano avere una macchia d'inchiostro di troppo, perché venissero sequestrati e mai più riconsegnati. In poche parole dovevano trattare il materiale come l'oro.
Era giusto, aveva annuito Rein ricevendo un'occhiataccia dalla sorella che la pensava in modo differente, chissà quanto spendono per procurare il materiale a tutti. Ma Fine non era d'accordo: nessuno studente venuto all'Accademia era realmente intenzionato a sposarsi, molte persone se l'erano data a gambe, vivendo una vita da fuggiaschi, quindi non spettava agli allievi il compito di procurarsi il minimo indispensabile per gli appunti.
Ripensando a questo, le tornò alla mente le ricerche che avrebbe dovuto fare già da giorni sul motivo di questi matrimoni combinati. 
Era tutta colpa di Shade, che non faceva altro che distrarla!
Si domandò come arrivare alla biblioteca, l'ultima volta che c'era stata aveva chiesto ad alcuni studenti di passaggio dove si trovasse, ma che strada avrebbe dovuto prendere ora che si trovava nel dormitorio? 
Involontariamente spostò gli occhi sulla mensola in alto, dov'erano riposti i libri che non avrebbe letto poiché ormai conosceva la storia così bene da saperla raccontare per filo e per segno, e un pensiero si fece spazio tra gli altri: Mrs. Wood qualche giorno fa aveva portato la piantina della scuola in caso qualcuno avesse bisogno di indicazioni e Shade -sicuro di non averne bisogno- l'aveva riposta proprio là sopra, appoggiata a qualche suo libro.
Naturalmente con l'altezza che sua madre le aveva concesso non sarebbe mai arrivata a prenderla, così addocchiò la sedia più vicina e, trascinandola, la portò sotto la mensola.
«Dovrei farcela...» mormorò tra sé e sé, calcolando la sua altezza e quella dello scaffale.
Mise i piedi sulla stoffa pregiata -per fortuna aveva avuto il buon senso di togliersi i mocassini- e controllò che non crollassero le gambe in legno. Non avrebbero dovuto cedere, la principessa costituiva per la sedia un peso piuma. E finalmente salì con entrambi i piedi.
«Che cosa stai facendo?» domandò la voce di Shade alle sue spalle, il quale era rientrato solo in quel momento.
Fine roteò gli occhi, cercando di scacciare il fastidioso pensiero che probabilmente il suo ritardo era dovuto alle moine che doveva essersi scambiato con Mirlo, mentre lei -la sua futura moglie- aveva un valido bisogno di lui, che sarebbe tranquillamente riuscito a prendere la piantina sullo scaffale sollevandosi in punta di piedi o in casi estremi, saltando.
«Sto cercando la piantina della scuola.» rispose stizzita senza nemmeno voltarsi, non sarebbe stata solo una nuova tacca sulla sua cintura come il resto delle donne che gli andavano dietro, né un trofeo impolverato lasciato su uno scaffale per anni.
«Non puoi rimandare? E' pericoloso.»
Fine a quel punto si voltò, rossa per la rabbia. «No, che non rimando! E non far finta di preoccuparti per la mia incolumità, ieri sera mi hai dato prova dell'esatto contrario!»
La piccola mano della principessa arrivò alla base della mensola, sforzandosi di tendere di più il braccio, non ci arrivava completamente e doveva esplorare ancora tutta la superficie. Cominciò a passarci la mano sopra e qualche libro cadde a terra. 
Se l'avesse vista sua madre in quel momento, l'avrebbe ripresa sul fatto che i libri si trattano come figli, ma lei aveva disperato bisogno di quella piantina e il tempo stringeva, aveva ancora il pomeriggio occupato dalle lezioni di pratica ed era sicura che quella sera non sarebbe riuscita a concentrarsi sulla lettura per la stanchezza divoratrice che l'avrebbe assalita.
«Non ci arrivo...!» imprecò, comprendendo che le punte dei piedi non bastavano.
Cominciò quindi a fare piccoli saltelli, sotto lo sguardo attonito ed incredulo di Shade, che non intendeva spostarsi di lì. Se Fine fosse dovuta scivolare e cadere, almeno le avrebbe attutito la caduta e nel peggiore dei casi si sarebbero provocati solo qualche livido, se non fosse arrivato in quel momento e le fosse successo quello a cui stava pregando non accadesse da qualche minuto, probabilmente Fine avrebbe rischiato di battere la testa e svenire.
No, non voleva proprio pensarci.
Quella ragazza era assolutamente un incosciente, chiunque con un minimo di buon senso sarebbe andato a domandare una scala o avrebbe preso qualcosa di lungo per tirare giù l'oggetto in questione, Fine doveva sempre gettarsi nel pericolo ad occhi chiusi o prendere la strada più tortuosa.
Un ennesimo saltò realizzò i penseri del principe: Fine atterrò male con un piede sulla sedia e perse l'equilibrio. Shade si sentì diventare come il colore delle lenzuola e il pochi attimi tese le braccia verso Fine, che lanciò un veloce urlo, barcollando all'indietro e cadendo.
Il tonfo fu secco e conciso, probabilmente qualcuno al piano inferiore li aveva sentiti, ma l'importante per entrambi era stare bene.
Fine aprì gli occhi, sentendosi la vita avvolta da due braccia ed un respirò bollente le solleticò il collo, non riuscì bene a farsi un quadro generale della situazione, considerando che tutto ciò che si ricordava era il ragazzo che dietro di lei le intimava di lasciar perdere, poi il salto e poi lo spavento.
«Sto cominciando a pensare che tu lo faccia apposta a finirmi addosso» sussurrò Shade con il viso immerso nei capelli di Fine.
Inspirò profondamente, ed un profumo di fiori di ciliegio gli inondò le narici, fu la sensazione più bella che mai provò.
Ma durò solo qualche istante, prima che Fine si alzasse da quella posizione più veloce di quanto Shade avrebbe mai potuto immaginare e i loro occhi si incrociarono per pochi secondi, ma sembrò un'eternità.
Sguardi scandalizzati partivano dagli occhi di Fine, rossa come nemmeno i suoi capelli al sole sarebbero mai stati e poi le campane rimbombarono all'interno dell'Accademia, segnando il cambio dell'ora.
E la principessa scappò fuori.


Fine osservava da dietro una delle imponenti colonne della sala di pratica, le numerose coppie intente a prestare attenzione a Madame Price Taylor, la quale spiegava come eseguire un ballo tradizionale di quelle parti.
La principessa scivolò lungo la colonna bianca, decisa a non uscire dal suo nascondiglio. Come le era solo potuto venire in mente di guardarlo negli occhi, quando si era alzata? Anzi: come aveva potuto permettersi di arrossire in quel modo di fronte a lui?
Fin ora aveva fatto in modo di controllare le sue emozioni, aveva compreso che tutto ciò che Shade le provocava era un bisogno di rispetto reciproco e non gelosia, oppure il fatto di pretendere un minimo di gratitudine per essersi presentata in quell'Accademia, tutto sommato molto educatamente nei suoi confronti, e non essere scappata come invece in passato avevano fatto molte donne determinate a non obbedire a questa legge, come credeva lei.
Quindi perché si sentiva ancora le guance infiammate e il battito cardiaco irregolare? Era come se avesse percorso per cinque volte tutta la scuola in corsa e soffrisse d'asma. 
E a maggior ragione non sarebbe dovuto succedere, per il semplice fatto che se si fosse dovuta sposare con un uomo, si sarebbe sposata con qualcuno di calmo e moderato, Shade invece era come un tifone, che ti scombussola le emozioni ed è impossibile tornare quelli di una volta.
E tutto questo faceva male.
«Niente lezioni oggi?» una voce la riportò alla realtà. Alzò lo sguardo, distrutta da tutte le emozioni che Shade le aveva messo in confusione, e riconobbe il figlio di Madame Price Taylor, Jared.
Fine non l'avrebbe mai detto, ma pareva a tutti gli effetti un principe, per la postura e il modo di fare che aveva.
«No» rispose semplicemente la principessa, tornando a fissare il pavimento che sembrava molto più interessante di qualsiasi altra cosa a parte Shade. Non aveva intenzione di dare spiegazioni a nessuno, nemmeno a Rein.
Tutto ciò che desiderava era affogare nella sua solitudine e ritrovare il tempo di leggere un buon libro, che quella prigione le aveva tolto.
«Be', qualsiasi sia il problema io penso che si possa risolvere» Jared guardò verso il variopinto soffitto. «E se il problema è il vostro matrimonio, conosco un rimedio per tutto.»
Fine alzò la testa. «Anche per un cuore incompreso?»
E Jared sorrise, illuminando ciò che le colonne coprivano con la loro imponente ombra. «Certo.»





 


N/A
Ehilà! Tutto bene?
Mi sono messa a scrivere il capitolo l'altro ieri, ma non l'ho finito per la stanchezza e be'...eccolo qui!
Spero come sempre che vi piaccia ed un grazie immenso a tutte le persone che stanno seguendo, recensendo o solo leggendo la storia!
Un bacione da Alice.
  
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