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Autore: badluna    10/11/2013    1 recensioni
Dal Primo capitolo:
...ebbi davvero paura finché non vidi una cosa che mi sollevò un peso enorme da una parte del cuore, solo per piombare pesantemente dall’altra parte, un peso che non sentivo dalla morte della mamma. Quella sera vidi per la prima volta dopo anni delle lacrime solcare il volto di mio padre.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Jackson Whittemore, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Il Vecchio Continente

di Badluna

05 Ottobre 2013 ore 03.00 circa

Quella notte non dormii, una strana agitazione mi invadeva ed io non riuscivo a spiegarla.

Tutta la mia logica era inutile in quel momento, seguendo il bisogno di aria fresca mi incamminai nel bosco, lasciando i miei sviluppati sensi prendere il sopravvento.

Il bosco era così vivo da farmi sentire in imbarazzo per quando mi spaventavo per quello che in passato mi pareva un piccolo rumore. Confrontato a ciò che udivo in quel momento era un boato.

Camminai senza meta nel bosco, annusando le varie tracce di daini e scoiattoli che ora riposavano sentendosi al sicuro nell’abbraccio delle ombre.

Intercettai un impronta di una lepre quando fui quasi travolto, ringraziando l’udito, riuscii ad evitare lo scontro ma quello che mi si parò davanti mi fece rimanere a bocca spalancata.

Con occhi impertinenti e in posizione d’attacco, un cucciolo di lupo mi contrastava mostrando i denti.

-Ehi cucciolotto, e tu da dove arrivi?- chiesi stupito.

Il lupo mi ringhiò contro abbassandosi in posizione d’attacco.

-Oh cavolo. Ehi no! Cucciolotto aspetta un attimo! Sono sicuro di avere qualcosa in tasca più saporito di me!- frugai nelle tasche dei jeans estraendone diversi pezzi di carta, delle caramelle e una barretta di cioccolato.

-Non è esattamente il giusto nutrimento che dovresti ricevere, anzi penso proprio che il cioccolato venga sconsigliato ma…non ho qui nient’altro. Che ne dici di mangiarti questa e calmarti? – gli lanciai il dolce.

Guardandolo mangiare capii che mi stavo già affezionando, quello era il momento per scegliere: dovevo giragli le spalle e andarmene oppure trovare un modo per tornarmene a casa.

E si sa che Stiles Stilinski non è il tipo che sceglie la strada più semplice.

Frugai nuovamente nelle tasche alla ricerca di un altro genere alimentare e mi trovai tra le mani un sacchetto di pesche secche aperto, esultai mentalmente e mi apprestai a far “casualmente” cadere una pesca nel sottobosco.

Il lupacchiotto, che aveva già fiutato l’odore del cibo, si precipitò su di essa in poco tempo. Tenendo ben sott’occhio il mio simile mi allontanai da lui camminando in direzione di casa.

Cercavo di lasciare le pesche ogni dieci metri, non troppo vicine una all’altra ma allo stesso tempo perfettamente riconoscibili all’olfatto del cucciolo.

Ben presto mi trovai a secco ma non dovetti preoccuparmene in quanto il lupo continuò a seguirmi di sua spontanea volontà, forse aveva compreso che potevo fornirgli altro cibo o semplicemente aveva iniziato a fidarsi di me.

In compagnia del mio fortuito incontro avanzai fino a trovarmi davanti alla facciata di casa. Pensai a mille modi per portare il lupacchiotto in casa ma alla fine decidi che entrare dalla porta principale facendo finta di nulla sarebbe stato meglio, dopotutto gli altri dormivano…no?

Entrai in casa facendo spazio al canide e richiusi la porta dietro di lui, velocemente mi portai in cucina dove presi una scodella in cui versai del latte preso dal frigo.

-Spero che questo ti sazi fino a domani, poi dovrò trovare informazioni su cosa mangi normalmente- gli dissi sapendo benissimo che era come parlare da solo.

Mi accovacciai osservandolo bere avidamente –La protezione animali si è sbagliata, il collezionista non teneva solo una lupa in casa, teneva una madre. Scommetto che quando quell’uomo vi ha liberato siete fuggiti nel bosco e vi siete trovati un nascondiglio, quando però i cercatori hanno setacciato la boscaglia tu sei rimasto nell’ombra mentre tua madre portava lontano da te i “nemici”-

Il cucciolo smise di bere per un attimo e mi fissò, mi sentii in soggezione sotto quegli occhi color oro fuso ma per fortuna il lupetto si rimise a bere.

-Questa è davvero una perfetta continuazione per ciò che mi sta accadendo. Prima vengo morso e trasformato in un licantropo, in seguito scopro di essere un alfa e di avere una discendenza dai “Black Dog”-

Piego la testa continuando a guardare il lupo davanti a me, il pelo nero e lucido sembrava morbido come quello di un peluche.

-Forse ti potrei chiamare proprio così. Black! Non è male come nome- nella mia testa una vocina mi avvertiva che dare un nome al cucciolo era un passo sbagliato, se mio padre non avesse accettato di tenerlo avrei dovuto lasciarlo alla protezione animali.

-Chi si potrebbe chiamare Black?- La voce di Jackson invase la cucina in modo prepotente.

Il lupacchiotto si allontanò dalla scodella da cui stava bevendo per rifugiarsi dietro di me, nonostante la paura, i denti ben affilati erano visibili.

Fissai lo sguardo in quello di Jackson e restai in silenzio, avrei avuto mille cose da dire ma non sapevo da che parte iniziare, avevo imparato che se non sapevo dare un senso alla frase era meglio che stessi zitto.

-Stiles….cosa ci fa un cucciolo di Lupo in cucina?- domandò

-L’ho trovato nel bosco- dissi sentendomi di nuovo un bambino.

-E ovviamente lo hai portato a casa perché…?-

-La madre è stata catturata dalla protezione animali- risposi

Jackson osservò il muso del lupo che spuntava da dietro le mie gambe e non aveva ancora smesso di ringhiargli contro.

Sospirando il ragazzo si mosse verso il frigo da cui tirò fuori dei pezzi di bacon rimasti dalla cena e mettendosi in ginocchio li porse al lupo.

Black annusò l’aria cercando di capire se poteva fidarsi, attratto dal profumesi avvicinò sospettoso a Jackson. Quando si avvide che non c’erano pericoli si affrettò a papparsi in un sol boccone tutti i pezzi offerti dal biondo.

Jackson sbuffo divertito – Penso sia meglio che te lo porti in camera. È meglio ritardare l’infarto che verrà a tuo padre quando lo vedrà-

-Lo credo anche io- risposi sorridendo.

L’altro diede un ultima occhiata al cucciolo prima di risalire al piano superiore.

-Bene- dissi girandomi verso il lupo – ora come ti porto di sopra?-

06 Ottobre 2013 09.00

-Stiles-

Sospirai uscendo dal mondo dei sogni, in cui correvo libero sulla riva del mare tra colli verdi e profumo di storia antica, richiamato alla realtà dalla voce di mio padre dietro alla porta chiusa a chiave.

-Stiles apri e spiegami cosa ha da ridacchiare come un cretino Jackson!-

Mugugnai sfinito stringendomi al cuscino, dannato Whittemore! Stavo quasi pensando di riaddormentarmi e lasciare papà a vedersela con il nostro ospite quando un ringhio e dei versi che sembrarono quasi degli abbai interruppero il silenzio. Con uno scatto mi tirai a sedere spalancando gli occhi per trovarmi davanti Black che osservava in posizione di attacco la porta.

-Stiles! Apri questa maledetta porta prima che io la butti giù di peso!- la voce di mio padre era veramente alterata.

-Ok ok papà ora apro ma tu non entrare subito?- gli dissi.

-Stiles che cavolo-

-Ok?- insistetti interrompendolo.

Rimasi un momento in ascolto e girai il chiavistello alla risposta che ricevetti – Va bene-disse papà.

Appena sbloccai la porta mi girai e sedetti accanto al lupo afferrandolo prudentemente, portando la mano destra sulla parte anteriore del suo collo e la sinistra a tenergli la parte superiore della zampa frontale sinistra, senza stringere troppo.

-Ora puoi entrare- concessi con voce un poco incrinata. Speravo davvero che papà mi lasciasse tenere Black, ma ancora di più volevo con tutto il cuore che non gli sparasse per via di un riflesso condizionato.

Mio padre entrò nella stanza e fissò immediatamente lo sguardo sul lupo tra le mie braccia, rimase alcuni momenti in silenzio prima di portarsi due dita a stringere la base del naso.

-Stiles cosa è quello- domandò

-È un lupo-

-Questo lo vedo anche io. Cosa ci fa in camera tua un lupo?- il sarcasmo nella voce di mio padre era tangibile.

-È il mio cucciolo- dissi con vocina piccola, sapendo benissimo di star facendo il bambino.

Black si era probabilmente stancato della mia presenza così attaccata a lui perché si girò di scatto nel mio “abbraccio” per lasciarmi un minuscolo e per niente doloroso morso sul mento.

-Ah- dissi per riflesso, nonostante non avessi provato dolore. Le mia braccia rilasciarono il corpo del lupo, il quale con un salto si liberò dalla mia stretta e si avvicinò a mio padre.

-Piano Black- sussurrai in sospeso, sperando che il cucciolo non decidesse di dare un bel assaggio ad una gamba di mio padre.

Ma contro il mio pessimismo il lupo si limitò ad avvicinarsi e ad annusare papà, gli girò intorno analizzando ogni odore che proveniva dalla sua figura, profumo di bucato; il forte odore di pelle della fondina per la pistola e il mio odore mischiato a quello personale di mio padre. Dopo aver fatto alcuni giri si fermò  esattamente di fronte a me dandomi la schiena, rivolgendo così il muso a mio padre e si sedette facendo strusciare la coda sul pavimento muovendola lentamente e piegando il capo leggermente destra. Quasi come se fosse in attesa.

Papà ed io ci scambiammo un occhiata, prima che questi si piegasse sulle ginocchia, portandosi più o meno all’altezza del lupo, e rivolgesse la parola al canide.

-E così ti chiami Black. Sei proprio un cucciolo affabile- non capii se mio padre fosse serio e stesse scherzando, ma apprezzai moltissimo il suo gesto.

Black non si mosse, rimase fermo ad osservare lo sceriffo come in attesa di capire cosa volesse l’uomo.

-L’ho trovato ieri sera nel bosco, penso sia il cucciolo della lupa che la protezione animali ha portato via martedì- spiegai.

-E tu come fai a saper che…- papà si interruppe a metà frase ed alzò gli occhi al cielo- Che domanda stupida, Deaton lo avrà detto a Scott e ovviamente lui te lo ha riportato subito. Oppure mi sbaglio?- chiese guardandomi con espressione che vagava dal divertito all’esarsperato.

-Eahm…potresti avere ragione- risposi cercando di essere vago.

L’unica risposta che ottenni fu una chiara occhiata di derisione davanti al mio pessimo tentativo di nascondere la nota difficoltà di Scott a mantenere un segreto.

-Vieni, proviamo a vedere cosa possiamo dare per colazione al nostro piccolo ospite-

Sorridendo mi alzai in un secondo e assieme al cucciolo seguii papà scendendo le scale.

06 Ottobre 2013 15.00

Un forte bussare alla porta ci distrasse dalla discussione sul campionato di Lacrosse che stavamo conducendo. Mi alzai e diressi verso la porta, fermandomi solo qualche secondo ad accarezzare la testa di Black comodamente seduto sul suo nuovo giaciglio nell’angolo di fronte al divano.

Sull’uscio trovai Aiden e Ethan, vestiti con felpe e cappucci tirati sulla testa.

-Ragazzi- dissi.

-Stiles – mi rispose Ethan mentre Aiden si guardava nervosamente alle spalle.

Capendo l’antifona mi feci da parte e li feci entrare, chiudendo la porta subito dietro loro.

Accompagnai i due ragazzi in salotto dove Jackson e papà ci stavano attendendo con espressioni preoccupate, Black sentendo la nostra paura si mise in posizione di attacco e ringhiò contro i due lupi mannari appena entrati.

Corsi da lui e mi abbassai per calmarlo –Shh tranquillo Black stai tranquillo. Non ci faranno del male, o almeno lo spero- dissi girandomi poi verso i due giovani.

-Non lo faremo- mi rassicurò Aiden.

-Abbiamo deciso da che parte stare- mi comunicò Ethan.

-Che cosa intendete?- chiese mio padre.

-Lasciare Deucalion e scappare dalla battaglia sarebbe molto bello e semplice, ma non è così che va il mondo. Non sarebbe giusto, ne intelligente. Abbandonare il fronte non sarebbe per niente una scelta saggia per noi.- rispose Ethan.

-Invece partecipare alla battaglia ma stando dalla parte dei combattenti migliori, dalla parte dei più forti, ci crea più possibilità di riuscita.- spiegò Aiden.

-E noi pensiamo che tu sia l’unica persona che Deucalion non riuscirà a sottomettere e soprattutto, che non riuscirà a far soccombere.-

Il silenzio calò fra noi come una morbida coperta, anche il cucciolo rimase in silenzio fino a quando Jackson non scoppio in una fragorosa risata.

-O santo Califogero, Stiles! Sei proprio una femminuccia- disse facendoci scoppiare a ridere tutti quanti.

Black rimase ad osservarci come se non capisse perché stavamo ridendo e senza comprendere per quale motivo ero diventato tutto d’un tratto rosso in volto.

Un fugace pensiero interruppe la mia risata, restai ad osservare i volti dei presenti con assoluto stupore ed emozione.

-Stiles, che ti prende?- chiese papà vedendomi immobile e con quella che immagino fosse una tipica faccia da cretino.

Socchiusi le labbra non sapendo se quelle tre parole che mi invadevano la mente sarebbero state altrettanto sorprendenti se dette ad alta voce.

-Ho….un branco?- quella che voleva essere un affermazione mi uscì come una richiesta di conferma. Conferma che mi fu chiarita da Jackson, il quale dopo essersi scambiato un occhiata con i gemelli mi sorrise.

-Hai un branco!-

 

08 Ottobre 2013

Quel pomeriggio mi feci accompagnare dai ragazzi nella radura di casa Hale, avevo una proposta da fare, ed era meglio che per una volta Derek mi ascoltasse.

Quando mi presentai davanti al branco Hale e a Scott, con Jackson e i gemelli, Derek fece una cosa tipicamente da lui e davvero molto stupida: Si mise in posizione d’attacco.

-Non fare il cretino Hale. Non siamo noi i tuoi nemici.- gli dissi con tono scanzonato

-Che ci fanno loro qui?- chiese quasi ringhiando, riferendosi ai due alfa.

-Loro sono con me.- risposi- Ora se vuoi smettere per un attimo di fare il babbeo e ascolti quello che..-

-Io non ascolto proprio niente davanti a loro!- disse facendo alcuni passi verso di noi minaccioso.

-Derek!- Urlai, ringhiando tutta la mia esasperazione- Ho detto che sono con me!- Sentii i canini allungarsi e potei vedere dall’espressione di Peter che anche i miei occhi avevano cambiato colore. –Ethan e Aiden fanno parte de MIO branco ora- dissi con tono lieve nonostante la situazione. Non ero stupido, se avessi urlato quell’informazione probabilmente avrei fatto solo una gigantesca cazzata.

Così la sussurrai quasi, rendendola udibile solo al nostro udito finissimo da una distanza di 7 metri al massimo.

-Loro cosa?- domandò stupito Scott.

Ignorando le loro domande ripresi a parlare da dove ero stato interrotto. –Come stavo dicendo, siamo qui per proporti un “accordo”- dissi mimando le virgolette – Entrambi vogliamo Deucalion morto, e penso che fare la guerra tra i nostri due branchi non sia un idea da prendere in considerazione- la mia voce divenne decisa su quelle parole, come ad intimare a Derek di non provarci neppure –Siamo due branchi e se ci allenassimo insieme potremmo equilibrare le forze-

-Dandoci una mano l’un l’altro potremmo allenarci fino a far accrescere le nostre capacità. Avevi già in mente qualcosa di particolare?- si incuriosì Peter.

-Peter!- disse Derek tra i denti.

-Cosa nipote? Per una volta qualcuno ti offre aiuto e tu vorresti rifiutarlo? Non lo vedi?- disse indicandomi – Guardalo, già la sua mente quando era un piccolo umano avrebbe dovuto farti capire che sarebbe stato un ottimo soggetto se trasformato, ma guardalo ora. Un perfetto e potente Alfa, con alcuni assi nella manica che non ci vuole svelare, ma che è deciso a trovare una soluzione con noi. Facendoci diventare parte integrante di una vera squadra, non di un falso branco che tu cerchi di far rimanere in piedi.- gli sputò contro queste parole risentito - Che cosa hai pianificato?- chiese tornando a guardarmi.

-L’ideale sarebbe un allenamento a coppie, equilibrate ma allo stesso tempo contrapposte. Perché l’allenamento su cui ci baseremo non consiste nella forza fisica, ma nel movimento e nel pensiero. Pianificare ed agire, serve durante le battaglie ma ancora di più sul campo di combattimento. Un colpo dato forte può far vincere un round ma una mossa ben pianificata ed agile può far concludere una guerra.- dissi guardando Scott. – Le mie proposte sono queste: Jackson si allenerà con Isaac. Isaac sa essere veloce negli attacchi ma Jackson è letale. Scott ha la forza in crescita, passa dal potere del semplice beta a qualcosa di più, Peter invece ha dalla sua anni di esperienza e qualche trucchetto. Cora conosce il proprio corpo mannaro e sa dove può arrivare, e nonostante non sia del tutto formata la assegno in coppia con Aiden e Ethan, i quali devono imparare a combattere separatamente e non in forma unica, così da migliorare le proprie capacità singole ed essere capaci di guardarsi le spalle a vicenda. Ed infine io e Derek, i due alfa, Derek è forte e con diverse conoscenze ed io invece , come ha detto Peter, ho diverse pedine dalla mia.-

Peter annuì pensieroso – Coppie equilibrate ma allo stesso tempo contrapposte. Capisco.-

-Allora- dissi voltandomi verso Derek – Ci stai?-

-Quale è il tuo obbiettivo?- mi chiese confuso.

-Voglio che Deucalion perda ovviamente – dissi non capendo la sua domanda.

-Vuoi ucciderlo?- domandò Derek.

Spalancai gli occhi –No! Io non ucciderò nessuno, così come non trasformerò nessuno per ingrandire il mio branco!- dissi scioccato.

-Beh vedo che le risorse comunque non ti mancano- disse Isaac accennando ai gemelli e a Jackson.

-E cosa hai intenzione di fare? Sconfiggerlo e lasciarlo andare così che possa crearsi un ulteriore branco?- mi chiese Derek arrabbiato.

-Non tutto deve avere una fine attraverso la morte Derek, forse è questo che devi ancora imparare a comprendere.-

-O forse sei tu che devi aprire gli occhi e realizzare che vivere non è così semplice!-

-Non tutto è bianco o nero Derek-

-Ah no? E sentiamo cos’altro dovrebbe essere? Arancione forse?- mi disse prendendomi in giro l’alfa.

-Direi che in questo caso lo è- mi difese Cora.- Per una volta Derek, forse potremmo anche farcela. Potremmo avere la vittoria in mano, una vittoria dalle sfumature color arancio papavero!-

11 Ottobre 2013

Gli allenamenti procedevano, ci incontravamo ogni pomeriggio e dividendoci a coppie sfidavamo i nostri limiti.

Le coppie che avevo formato funzionavano bene, Scott e Peter lavoravano bene, il primo acquisiva ogni singola parola dal più grande. Cora nonostante sembrasse essere quella più sotto pressione, stava dando del filo da torcere ai gemelli, Ethan e Aiden avevano sempre fatto affidamento sulla loro unione perdendo la capacità di lavorare singolarmente, per la lupa non era troppo difficile capire i loro punti deboli e sfruttarli a proprio vantaggio. Io e Derek beh…ce la cavavamo, il moro non sembrava fidarsi abbastanza per lasciarsi andare, era sempre sull’attenti pronto ad un mio attacco a tradimento, e questo lo rendeva vulnerabile ai miei attacchi psicologici. Gli giravo intorno facendo finte ed attaccandolo nei punti giusti facendo sì che si stancasse in fretta e diventasse più lento, in poche parole lo manovravo e quando se ne rendeva conto era troppo stanco per reagire. Quelli che mi davano da pensare erano Isaac e Jackson, si comportavano in modo strano… Vederli combattere era uno spettacolo, penso che fossero la coppia più equilibrata sul piano tecnico, si conoscevano alla perfezione. Se Jackson scartava a sinistra per sferrare un attacco con gli artigli della mano destra Isaac si abbassava subito facendo strusciare la gamba destra per terra cercando di minare il suo equilibrio, quando invece Isaac cercava di sfruttare un attacco dal “cielo” Jackson era li pronto a prenderlo e a mettere fine al suo assalto.

La loro sincronia mi faceva pensare che si fossero osservati molto l’un l’altro fino ad arrivare ad una conoscenza del proprio partner quasi inconscia, quando sai cosa sta per fare l’altro non devi nemmeno pensare a come agire, il tuo corpo lo fa per te. Riuscivo benissimo ad immaginarmi la stessa scena ma in una casa alle prime ore del mattino, la sincronia che si utilizza in una famiglia per fare colazione è la stessa che si sarebbe potuta dire di vedere tra loro.

Da quando i genitori di Jackson gli hanno assegnato un professore privato, per studiare da casa e non rimanere troppo indietro rispetto a noi, i due avevano cominciato a frequentarsi abitualmente. Capitava spesso che Isaac fosse a casa mia per qualche riunione improvvisa tra branchi, o semplicemente per lo studio collettivo – che poi tanto collettivo non era se si trovavano solo loro due a portare avanti i compiti. Era anche vero che Jackson rifiutava di incontrarlo a casa di Derek, dove abitava Isaac, o in qualunque posto dove l’alfa avrebbe troppa libertà d’accesso, pensai che inconsciamente incolpi Hale per essere diventato Kanima.

Assorto ad osservare le loro movenze mi ripromisi di indagare più approfonditamente e tenendoli d’occhio.

Mi voltai verso l’unico sentiero che portava allo spiazzo davanti a casa Hale e dopo qualche istante vidi arrivare un auto, la vettura parcheggiò a qualche metro dall’abitazione e da essa vidi scendere Deaton.

-Ehi Capo!- lo salutò Scott distraendosi dall’incontro un secondo di troppo, permettendo a Peter di atterrarlo.

-Ciao Ragazzi- ci salutò il veterinario, risposi al suo saluto con un sorriso e tornai ad osservare le coppie mentre Derek oltrepassava l’uscio di casa presentandosi, finalmente, sul campo di allenamento.

- Ho portato alcuni rifornimenti- disse indicando con il pollice l’automobile alle sue spalle –scommetto che voi ragazzi pensate solo ad allenarvi senza prestare attenzione a cosa ha bisogno il vostro corpo.- aggiunse guardando i gemelli con sguardo severo.

I due si “teletrasportarono” in un attimo all’auto per saccheggiare una bottiglia d’acqua a testa da cui bevvero dei rinfrescanti sorsi.

Scuotendo la testa riportai l’attenzione sugli altri licantropi ancora in azione – Facciamo una pausa- dissi con voce abbastanza forte da farmi sentire da tutti,  mentre Cora, Scott e Peter si avvicinarono chiacchierando ai gemelli, mi accorsi di una strana scena.

Anche Isaac e Jackson si erano fermati ma, al contrario degli altri, erano fermi uno di fronte all’altro come se si stessero parlando a bassa voce, sussurrando quasi visto che non riuscii ad udire niente. Alzai gli occhi al cielo e ripetendomi che un giorno la mia curiosità mi avrebbe ucciso, raggiunsi i ragazzi e mi procurai una bottiglia d’acqua.

Bevendo ascoltai la risposta di Cora alla domanda di Peter su chi fosse il migliore a battersi tra i gemelli.

-Aiden è più potente negli attacchi ma molto prevedibile, Ethan invece punta meno alla forza ma i suoi colpi sono più precisi e ti offuscano i sensi. Se dovessi dire chi non voglio incontrare in battaglia non saprei risponderti, ma sono sicura di non voler avere a che fare con loro ne da uniti ne quando si guardano le spalle-

Aiden e Ethan si scambiarono un sorriso, probabilmente fieri loro stessi, potersi unire in battaglia ha un vantaggio ma sapersi difendere egregiamente da separati porta loro molta più libertà di movimento ed indipendenza.

Deaton si mise da parte a me – Sai Stiles ora capisco molte cose-

-Di che parli?- chiesi confuso.

-Avevo visto un potenziale magico dentro di te, anche da umano. Ed ho cercato di richiamarlo ma senza molti successi, o meglio, uno c’è stato. Quella sera con la cenere di “sorbo degli uccellatori”, tu sei riuscito a far si che il cerchio si completasse vero?-

-Si, la cenere non era sufficiente. Ho immaginato e creduto che lo fosse e quando ho riaperto gli occhi la linea era completa-

-Avevo ipotizzato una qualche discendenza magica da parte di tua madre ed invece..- si bloccò osservandomi incuriosito.

Inarcai un sopracciglio stranito ed in seguito capii – Invece è il Black Dog trasmessomi che risiedeva nel sangue di mio padre ad avermi aiutato-

-La cultura Gaelica è molto estesa Stiles, esistono incantesimi e spezie di cui probabilmente nemmeno conosco l’esistenza-

A quelle parole un’idea mi invase la mente e la esposi subito – Deaton, esiste una formula che possa spezzare il collegamento tra un Alfa e il proprio beta?- chiesi

Deaton mi rivolse un occhiata scioccata – Stiles di che cavolo stai parlando?-

-Lasciami finire. Esiste un incantesimo che spezzi un collegamento di un beta verso il proprio alfa e che poi lo colleghi ad un’ulteriore alfa, che non lo ha trasformato?-

-Sarebbe possibile?- intervenne la voce di Jackson.

-Non lo so, dovrei provare a contattare alcuni amici. Credo ci sia un incantesimo di rilascio per un legame, ma non penso ne esista uno che faccia un “trapasso” di alfa-

-Potresti guardare?- chiesi gentilmente facendogli un sorriso incoraggiante.

-Lo farò ragazzi, lo prometto. Vedo che siete molto legati.- ci disse Deaton osservandoci interessato. Jackson si avvicinò e guardandolo serio rispose – Stiles è il mio Alfa- poggiai una mano sul gomito del beta, per fargli capire quanto fosse importante il legame anche per me, sorpreso mi accorsi in ritardo che avevo appoggiato l’arto esattamente nel punto in cui avevo morso il beta. Forse al lupo che risiedeva in me non servivano incantesimi per rendere ufficiale questo affetto, lui aveva già scelto il proprio branco.

12 Ottobre 2013

-Eh dai Jackson! Rimetti su Doctor Who! È l’ultimo episodio della quarta stagione, quella in cui il Decimo si rigenera e – dissi allungandomi cercando di rubare il telecomando dalle mani del ragazzo

-Non me ne frega niente di Doctor Who, voglio vedere la partita.- mi rispose serio.

-Ma è una delle puntate più belle della serie!- borbottai

-Stiles! Ho detto che voglio vedere la partita. E no! Non la registro per vedermela un altro giorno- mi precedette vedendo che stavo per aprire nuovamente bocca – soprattutto non per un episodio che abbiamo già visto entrambi!- mi scoccò un occhiata ammonitrice prima di appoggiare il telecomando accanto alla propria gamba sinistra, al sicuro dalle mie mani.

Sorrisi scoprendo un’altra parte di Jackson che ci accomunava, beh dopo tutto chi non amava il Decimo? O meglio Doctor Who?

Ripensare a Rose e al Dottore mi ricordò cosa mi ero ripromesso di chiedere all’amico il giorno prima.

Lanciai una sfuggevole occhiata a Jackson pensando a come agire.

-Gli allenamenti di ieri sono andati alla grande devo dire- iniziai.

-Certo che sono andati alla grande, ci siamo allenati solo noi. Tu e Derek siete rimasti li a girarvi i pollici e a darci ordini- mi prese in giro lui.

-Oh dai! Ci siamo allenati anche noi, solamente Derek non si fida ancora abbastanza di noi per lasciarsi del tutto andare all’apprendimento- risposi.

-Sono solo delle belle parole con cui dire che è uno stronzo- chiarì con serietà.

-A volte – risposi con un sorrisetto.

Cercai di evitare movimenti dettati dall’agitazione, avrebbero solo messo sull’attenti il beta e non era quello che volevo. Quando Jackson era rilassato si lasciava andare a confessioni per cui normalmente mi avrebbe zittito.

-Come ti trovi con Isaac?- sondai il terreno per arrivare al punto.

-È un buon compagno di allenamenti e mi ci trovo bene. Alcune materie sembrano più semplici se ce le spieghiamo a vicenda- rispose senza alzare lo sguardo su di me.

A quelle parole cercai di trattenere un sorrisetto, oh certo un buon compagno di allenamenti e di studio…

-Infatti ho notato che ultimamente siete sempre insieme- tentai ancora

-Stiles dove vuoi arrivare?- mi chiese secco

-Io….beh ho semplicemente notato che siete molto, come dire, affiatati- ammisi nel tentativo di trovare risposte.

Jackson si sedette più compostamente prendendosi la testa tra le mani e passandosi le dita tra i capelli.

-Non so nemmeno io che cosa sta succedendo. Mi sono avvicinato a lui per il bene del branco e devo ammettere che non è uno sforzo, Isaac è intelligente e simpatico mi trovo bene con lui, mi sembra quasi di passare del tempo con Danny…. .Ma tutte le volte che lo vedo mi ritorna alla mente quel cavolo di sogno e io..-

-Di che sogno stai parlando?- chiesi incuriosito

Jackson sospirò – Da quando sono diventato Lupo mannaro, lasciando le mie spoglie di Kanima, ho un sogno che mi perseguita.-

Lo fissai senza dire nulla, in un chiaro segnale di continuare a raccontare.

Il biondo alzò gli occhi al cielo e continuò a parlare – Sono in una discoteca, non riesco a capire bene quale sia è tutto un po’ sfuocato. Sto cercando di raggiungere qualcosa di cui non ho ben chiara l’entità quando vengo bloccato da due figure. Sono Erika e Isaac, si mettono a ballare e mi trasportano con loro. Io mi ritrovo a stringermi contro Erika, la quale si trova tra me ed Isaac. La scena è molto ……erotica- ammette senza guardarmi – Ma quello che mi perseguita è il fatto che nonostante Erika fosse in mezzo, entrambi l’abbiamo quasi ignorata, per tutto il tempo del ballo, io ho guardato solo Isaac e lui ha tenuto il suo sguardo fisso nel mio.- Allontanando le mani dal proprio volto si gira e punta lo sguardo nel mio – Ed era eccitante!- mi confessa

-Capisco, allora è questo che ti tormenta, il fatto di essere eccitato per un uomo nel sogno?-

Jackson non mi risponde e torna a girarsi verso la tele fissandosi le mani.

-O forse quello che ti spaventa è il fatto che sia stato tutto un sogno e che non proverai più quelle emozioni proprio con Isaac?- tentai la sorte proponendo un’opzione che ero sicuro lui non avesse valutato.

Jackson si volta a fissarmi scioccato, resta immobile con lo sguardo perso per alcuni minuti prima di rispondermi. – Io …credo di sentire la mancanza di quella sensazione.- si umetta la lingua con aria assente. –È come se ne sentissi la nostalgia. Ed è stupido no? Perché è stato solo un sogno.- la sua affermazione pareva quasi una supplica. Ma non sapevo se stesse chiedendo una conferma od una negazione.

-Jackson- lo chiamai, il suo sguardo tornò presente e mi fissò nuovamente –Non è stato un sogno. La scena in discoteca è successa veramente, la sera in cui Derek ha morso la madre di Allison. Erika ed Isaac hanno cercato di fermarti e di bloccarti ed è probabile che abbiano usato i propri corpi per farlo.- Non citai il fatto che nonostante le loro mosse la dj fosse comunque morta e portai avanti la discussione.

-Dunque ogni volta che vedi Isaac ti ricordi del sogno?- chiesi

-Si e comincio a provare strane sensazioni. Non saprei spiegarle, sono un mischio di paura, felicità, nostalgia e beh….-

-Eccitazione?-conclusi io per lui.

-Sì- soffiò.

-Isaac ti piace- affermai.

-Che cazzo dici? Io non sono gay! Sono stato con Lydia fino a poco tempo fa te lo sei dimenticato?-

-Non l’ho scordato, e sei tu che non capisci. L’amore non ha sesso. Io non mi fermo a guardare il sesso, quando mi innamoro lo faccio della persona in se, dei suoi modi di fare, i pregi ed i difetti. La voce i pensieri.-

-Mi stai dicendo che ti sei innamorato di un uomo?- mi chiese stupito

-Fino a pochi mesi fa pensavo di essere innamorato di Lydia- Ammisi – Ora …non lo so. Questa storia della trasformazione e del Black dog mi ha cambiato le prospettive. Se prima avevo alcune reticenze, dal mio cambiamento sento che esse sono sparite, potrei benissimo invaghirmi di una persona a dispetto del suo essere uomo o donna.-

Jackson mi fissò come valutando la mia risposta, non c’era ribrezzo o rabbia nei suoi occhi, solo comprensione e confusione.

-Comunque sia non vuole dire niente. Anche se mi scoprissi innamorato di Isaac non cambierebbero le carte in tavola. Non sono il tipo da buttarmi ai suoi piedi ed implorarlo di amarmi.- disse guardandomi.

Mi alzai dal divano – Forse amare è una parola grande- dissi spostandomi verso le scale che portavano al piano superiore – ma da come ti guardava il culo l’altro giorno di sicuro ha fame. E direi che non era affamato di cibo- sorrisi con faccia da monello e cominciai a salire i gradini.

Anche senza vederlo mi immaginavo la faccia ebete di Jackson e cominciai a ridere correndo verso la mia camera quando la sua voce mi raggiunse.

-Che cosa intendi? Vuoi dire che? Stiles? STILES!-

Antro di Bad:

Ciao a tutti :) Eccoci al quarto capitolo. Pian piano i rapporti di Stiles stanno evolvendo, anche se alcune persone fanno fatica ad accettare i cambiamenti, potrei non fare nomi ma sappiamo tutti che gran testa dura è Derek...
Oggi non mi dilungerò troppo nei commenti, sono un po' di fretta, quindi faccio i ringraziamenti di rito a tutti quelli che leggono e seguono la storia, ed un abbraccio grande a
My heart seeks love.
Vi aspetto al prossimo capitolo, un bacio
Bdluna
 
  
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