E, sì, la cosa che state per leggere è un omaggio, un attestato
di stima per _ayachan_, alias Susanna (w le pagine personali di EFP!),
dato che oggi compie vent'anni.
Ho voluto scriverti qualcosa perchè, ecco, le tue storie mi emozionano davvero,
come poche riescono a fare. Mi hanno fatto ridere, sorridere, un paio di volte
anche piangere, soprattutto divertirmi, che è quello che ogni storia che voglia
definirsi tale dovrebbe fare. Mi hanno dato qualcosa a livello di sensazioni,
emozioni e tutta quella parte suscettibile e "animale" di ogni
individuo.
Non so, sono piuttosto impacciata nello
scrivere una dedica di questo tipo, forse perchè non c'è poi più molto da dire:
spero solo di restituirti qualcosa del grande dono che, da vera scrittrice, tu
hai saputo darmi coi tuoi racconti (non le chiamo fanfictions, è una
definizione troppo riduttiva).
Grazie dell'attenzione,
Eleonora
It's
not for nothing
he has chosen to shed tears!
Crossroads
Blues
Come ci si sente?
No, dimmi, come ci si sente
a essere solo
senza nessuna direzione
come un perfetto sconosciuto
come una pietra che rotola?
Stai
piangendo, ragazzino.
Ti hanno detto di non farlo, di non farlo mai se vorrai essere un ninja, eppure
questo non basta per fermarti.
Piangi nascosto dietro la porta che hai appena tempestato di pugni, cieco e
furioso, piangi nel silenzio di quella stanza che sei abituato a chiamare casa.
Pensi che nessuno possa vederti, ragazzino, pensi che a nessuno importi dei
piccoli, patetici singulti con cui tenti di liberarti del grosso boccone amaro
di rabbia che proprio non ne vuole sapere di andarsene dalla tua gola, e forse
hai ragione.
Oh, come detesti la cordata di silenzio che ti opprime, come impazzisci nel
vuoto dell'assenza, quando non c'è nessuno a distrarti da te stesso, quando
tutto, tutto quanto è una prigione e non ti offre via d'uscita e tu scuoti
scuoti scuoti le sbarre e non riesci ad uscire...
Non hai
scelto tu di vivere. Non hai scelto tu di essere odiato, preso in giro,
evitato, lasciato solo. Tu non hai fatto proprio niente, gli hai solo ricordato
che, beh, esistevi, ed era stupido fingere che non fosse così.
Gli hai ricordato che tu eri il salto che non osavano compiere, la parola di
troppo, il vestito sbagliato: tutte cose che loro non avevano avuto il coraggio
di essere, per questo avevano preso ad odiarti. Era più semplice odiare
piuttosto che tremare d'invidia, era più facile dare il buon esempio una volta
che tu personificavi quello negativo, che neanche nei sogni avrebbero osato
emulare. Si è così sedimentato in quelle teste tutte uguali, quest'odio, che si
è trasformato in niente più che una buona, sana abitudine, quasi come
alzarsi presto la mattina o correre al tramonto.
Una buona, salutare abitudine che fa sentire tutti quanti più rilassati, più
leggeri.
Tu stai
lì, ragazzino, nel centro perfetto, e osservi quell'oscurità minacciosa che ti
fronteggia pur senza volerti veramente attaccare.
Tu stai lì, forse sei incredulo, oppure infuriato, oppure triste, e sprechi le
tue grida e i tuoi singhiozzi per una sfera di buio che non ha né orecchie nè
voci, ma soltanto occhi che non ti perdono mai di vista.
Ma non demordi, non ti arrendi.
E glielo gridi ancora, a pieni polmoni, glielo sputi in faccia:"Avete
fatto tutto da soli!!!"
Hanno scelto loro di odiarti, loro di etichettarti come l'irritante scemo del
villaggio, loro di lasciarti solo. Loro e solo loro, ragazzino: non ti hanno
mai voluto concedere il dominio sulla tua vita, non ti hanno mai permesso di
diventare qualcosa di diverso da quello che avevano deciso per te.
Dunque
piangi, piangi forte in questa casa che non ti piace; chiediti se qualcuno
verrà a consolarti, anche se conosci già la risposta.
Verranno
i tuoi amici?
Sono talmente sballottati dalle loro vite da non porsi neanche il problema che
l'idiota allegrone potrebbe avere qualcosa che non va, che poi che nausea
ascoltare la sequela di singhiozzi di un ragazzino che si impappina con le parole
e non riesce a costruire una frase sensata, e poi che problemi vuoi che abbia
un tipo come lui, che è sempre entusiasta di tutto quanto, una persona come
quella non è certo fatta per l'infelicità, andiamo, di certo lui sta molto
meglio di -
Verrà il
tuo maestro?
Sì, verrà lui: ti abbraccerà, ti sorriderà, ti darà amichevoli pacche sulle
spalle, ti rassicurerà con voce flautata e poi se ne andrà contento d'aver
smaltito il suo quarto d'ora filantropico. Ti dirà che andrà tutto bene,
fossero questi i problemi della vita, vedrai che si sistema tutto per il
meglio, la tua età è così splendida da berne fino all'ultima goccia, ti dirà
che non si può essere tristi a sedici anni, si può essere solo felici, e non ci
sono motivi per -
Verranno
i tuoi genitori?
Non sono venuti neppure quando dovevano, quando tu li aspettavi sveglio per
notti intere davanti alla porta, cascando dal sonno e tremando di freddo in una
vecchia coperta di lana. Non sono mai arrivati, nessuno ti ha mai svegliato con
un bacio e tanti abbracci dopo un incubo, così hai smesso a poco a poco di
stare sveglio ad aspettarli, accoccolato come un cane fedele davanti alla porta
di casa. Piano piano ci hai creduto sempre meno, sempre meno, ma sai che la
speranza morirà solo quando anche tu morirai, perchè sei un ragazzino e
vorresti, oh come vorresti che si affacciassero alla porta sorridendo, anche se
fossero estranei, anche con un ritardo incalcolabile di anni, tu -
Verrà
l'Hokage allora?
L'Hokage che ti tollera appena perchè le ricordi qualcun'altro, le ricordi
tutti i suoi morti, tutti i suoi errori e le occasioni sprecate, l'Hokage che
ti urlerebbe di reagire, ti darebbe del vigliacco e del bamboccio, ti
sbraiterebbe contro come si urla a un mulo testardo, convinta che smuovere te
avrebbe significato smuovere se stessa, scambiandoti per la causa persa che ha
seppellito anni fa.
Eppure ti basterebbero i rimproveri, le parole aspre, i denti stretti, a patto
che qualcuno, non chiedevi tanto, solo che qualcuno, una persona qualsiasi,
anche un estraneo, si rendesse conto dannazione che c'era qualcosa che non
andava, non andava in lui e aveva bisogno di dirlo, di gridarlo con
quanto fiato aveva in corpo e di sentirsi compreso da un viso capace di
esprimere compassione, capace di aiutarlo a sostenere un peso come quello.
Voleva solo qualcuno, diavolo, qualcuno, per non stare solo, per poter giocare
di nuovo al ragazzo allegro e spensierato, per convincersi che tutto stava
andando benone, come no, davvero a meraviglia, benissimo, mai stato meglio
nella mia vita.
Ma non c'è nessuno, Naruto.
Sei proprio solo.
Ci sei soltanto tu, i tuoi demoni, i tuoi incubi, la tua cocciutaggine e la tua
solitudine.
Ti pesa, non è vero?
Non lo
senti il grido del vento? Non lo senti il cuore che ti balza dal petto e vorrebbe
correre via? Non senti la voglia dei muscoli di tendersi in distanze infinite
ed eterne?
Non senti che la tua natura non è qui, ragazzino, non appartiene a qui,
non senti che tu sei fatto della stessa sostanza indomabile e feroce del Vento
e ogni cosa per te è una prigione da cui non potrai mai, mai uscire? Loro lo
sanno, lo sentono: ti temono come temono ogni forza primitiva e distruttiva,
come temono gli incendi, i maremoti, i tornado, le valanghe, come temono ciò
che li sovrasta e che non possono sovrastare.
Loro fiutano l'eternità in te, ragazzino, e tremano di paura perchè, per quanto
il tuo corpo possa deteriorarsi e tornare cenere, sanno che tu continuerai a
correre col vento e trascinerai le loro anime inutili in una risata senza fine.
Lo hanno scelto loro, capisci? Loro hanno scelto di renderti il loro incubo
peggiore, ragazzino, e così ti hanno condannato.
Oh, sì,
l'hanno fatto, e senza rimorsi: hanno scelto la loro vita al posto della tua,
non si sono voltati indietro, non hanno pensato a te, no, neanche per un
istante.
Dunque
piangi, ragazzino, perchè sai di essere solo un cumulo di contraddizioni da cui
non ti potrai mai liberare, amenochè...
Eh, cosa
dici?
Hai
deciso di scegliere?
E per quale motivo dovresti farlo adesso?
E poi, che
cosa vuoi scegliere, ragazzino, che cosa?
Vuoi scegliere tra il Vento e il Fuoco?
Avanti allora, scegli. E' solo l'ennesimo errore, tu sai che né il Fuoco nè il
Vento possono esistere senza l'altro, oppure vuoi farmi credere che riprenderai
davvero possesso della tua vita?
Oh... E non hai paura?
Non pensi a tutte le conseguenze del tuo gesto?
No, per te non hanno importanza.
Dici di essere sicuro. Devo crederti?
Sì, tu dici che devo crederti.
Ah no, non prendertela, ragazzino, non rido di te, rido per l'assurdità delle
nostre vite.
Rido per abitudine, già, per abitudine.
Sono
sempre stata allegra, non trovi?
Ma sì, ma sì, non tergiversiamo: dunque sei pronto, hai finalmente deciso. Sai
bene cosa ti aspetta.
Non ti volterai indietro, ragazzino? Non avrai rimpianti o rimorsi? Non
penserai di voler tornare indietro? Non cambierai idea quando sarà troppo
tardi?
No, non lo farai: loro non l'hanno fatto quando hanno scelto, non si sono mai
voltati indietro, non hanno avuto scrupoli né odiosi rigurgiti di coscienza. E
tu vuoi essere come loro, non è vero? Vuoi essere come loro, almeno in questo
caso, vuoi che loro conoscano cosa significa vivere così. Vuoi avere lo stesso
brutale cinismo che in molti, moltissimi modi ti hanno dimostrato.
Ci riuscirai, certo che ci riuscirai. Se adesso farai la scelta migliore, tu ci
riuscirai.
Loro ti ameranno. Sarai Fuoco e loro non potranno vivere senza di te.
E tutto questo, tutto questo svanirà e tu...
...Tu potrai sorridere davvero, non con quella vaga imitazione che sovente ti
incolli sul viso.
Non sei felice al pensiero? Non sorridi già?
Ma sì, sì. Sorridi, io lo vedo.
D'accordo, d'accordo, ci stavo arrivando, ho solo divagato un po'. Non sai che
è l'attesa, l'attimo in cui pregusti la gloria del trionfo, il momento migliore
della vita?
No, ovviamente ancora non puoi saperlo, ci vorrà del tempo anche per questo.
E quindi cosa scegli, ragazzino?
Il Vento
o il Fuoco?
«...Ti sembra facile? No, dico, ti sembra facile? Credi che sia semplice vivere come me? Credi che sia semplice essere me?»
Fin
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a
Masashi Kishimoto, che ovviamente si prende tutti i diritti del loro uso. Sotto
il titolo, la strofa citata è la mia traduzione di Like a Rolling Stone,
la più bella canzone rock di tutti i tempi, che ovviamente appartiene al sommo
Bob Dylan <3.
Nota
finale -poi giuro che non scasso più-:
Il titolo
orrendo, Crossroads Blues, vuol dire Il blues del crocicchio, questo
perchè il nostro protagonista sceglie una strada anzichè un'altra.
Per chi non l'avesse capito, stiamo parlando di Naruto e Kyuubi-chan. Naruto è
il Vento, e Kyuubi è logicamente il Fuoco.
Io so cos'ha scelto Naruto tra le due cose. Secondo voi ;)?