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Autore: Edoatar    12/11/2013    6 recensioni
L'apocalisse iniziò il 5 Marzo di questo corrente anno.
Passarono circa 5 ore da quando il soggetto X diede il primo morso, e quindi infettò, uno dei civili di Tokyo. In fretta, il virus si propagò per le strade delle città. Poi per i confini degli stati e per le coste dei 5 continenti.
Nessuno capiva cosa stesse accadendo, fino a quando l'epidemia non arrivò a noi.
Tutti credono che il governo o la mafia giapponese Yakuza avessero fallito degli esperimenti genetici su cavie umane e perciò dei pazzi cannibali invasero il mondo.
Ma noi sappiamo come andarono realmente le cose.
5 giorni fa cambiarono molte vite, mentre altre vennero stroncate. Un'ennesima battaglia per la sopravvivenza nell'ennesima guerra tra bene e male.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Arrivano


-”Forza Testa D'Alghe! Lancia quella palla.”

Lui scagliò la palla verso l'alto, in direzione della cima della collina. Pronta, la ragazza afferrò la sfera al volo e senza aspettare la rispedì al mittente, ma sbagliò la mira.

-”Ehi, non puoi aspettarti che ogni volta che finisce giù dalla collina sia sempre io a doverla recuperare.”

-”Oh piccolo. Ti stai sfaticando troppo? Ma quanto mi dispiace.”

-”Non sei divertente Annabeth. E non sono il tuo cagnolino da riporto.”

-”Allora dovresti prendere lezioni da Cerbero. E' addestrato molto meglio di te.”

-”Ah, Lasciamo perdere.” Sbuffò, tornando sui suoi passi per recuperare l'oggetto. Era arrivato ai pedi del colonnato di entrata del campo quando qualcosa si mosse nei cespugli vicini agli alberi circostanti.

Il ragazzo si mise subito sull'allerta.

-”Chi è là?”

Nessuna risposta. Percy si portò la mano in tasca, dove teneva Vortice. Una massa scura passò in mezzo a due pini li vicino.

Lui tolse il cappuccio alla penna e impugnò la sua spada. Sentì un ramo spezzarsi a pochi passi da lui.

-”Percy, che succede?” Chiese Annabeth.

-”Resta dove sei.”

Udirono un lamento, poi qualcosa che si trascinava.

-”Non mi piace.” Disse lui. Se fosse stato un mostro i confini magici del campo lo avrebbero respinto. Ma era troppo vicino, ergo doveva già averli oltrepassati.

Improvvisamente una figura oscurata sbucò da dietro un albero e avanzò lentamente verso di loro.

-”Chi sei?” Domandò Percy.

Man mano che l'ombra avanzava si scorgevano dei dettagli.

Era un uomo sulla trentina, con un cappuccio nero calato sulla testa. Portava una balestra legata alla schiena e una faretra vuota. Gli abiti scuri erano ridotti a brandelli e una fasciatura macchiata di sangue gli cingeva il polpaccio sinistro. Le braccia erano ricoperte da graffi e tagli. Zoppicava e si reggeva una mano alla spalla.

-”Oddei. Annabeth, va a chiamare Eliot e un paio degli altri ragazzi di Apollo.” Le urlò lui. Poi corse incontro all'uomo e si mise il suo braccio intorno al proprio collo, caricandoselo addosso.

-”Ehi, resisti amico. Ti portiamo in infermeria.” Vide che i figli di Apollo giungevano velocemente trasportando una barella. Cercava di andargli incontro ma il carico che trasportava era pesante e in più non dava intenzione di collaborare. Quando non ce la fece più, Percy adagiò cautamente il ferito sull'erba e gli aprì la giacca per esaminare ulteriori danni sul busto. Il torace presentava un'infinità di tagli e c'erano molti segni rossi convergenti, come dopo un'esplosione. Sembrava che il tizio avesse attraversato gli inferi.

Lentamente aprì gli occhi; erano marrone scuro, con i bordi rossi per il sangue. Aveva capelli neri tagliati corti e una cicatrice sotto l'occhio destro.

-”Io... “ Cercò di dire.

-”No, resta giù e non muoverti. Vedrai che te la caverai.”

-”Io... devo trovare... “ Riprese fiato, “Il Campo Mezzosangue.”

Percy restò immobile a fissarlo.

-”Ci sei dentro.” Affermò. L'uomo corrugò la fronte e si guardò attorno.

-”Devo vedere Chirone. E' urgente.” Tentò di alzarsi, ma subito il dolore al petto lo costrinse a stendersi.

-”Sei testardo, ti ho detto di non muoverti.” Percy diede un'occhiata verso valle e vide che i soccorsi si stavano già arrampicando.

-”Devo avvertirlo. Ade...” Si fermò per un colpo di tosse.

-”Zitto, parlerai dopo.”

-”No. Il nemico... loro... “ Inspirò, “Loro stanno arrivando.” Disse. Per poi perdere i sensi.

  
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