Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Iurin    13/11/2013    3 recensioni
"Tutti hanno problemi." rispose lei "I miei li hanno evidenziati sempre tutti con grande piacere."
Draco si avvicinò un po' di più a lei; si fermò momentaneamente alla cravatta, a terra, e la raccolse. Si era un po' bagnata, ma ad asciugarla avrebbe pensato quando sarebbe stato necessario.
"Quando eri... viva?" le chiese lui, di punto in bianco.
"Oh, anche adesso nessuno si crea troppi problemi. Problemi, problemi, problemi." la voce di Malcontenta stava diventando sempre più simile ad un pianto.
E questo Draco avrebbe sinceramente voluto evitarlo, almeno per risparmiare un ulteriore dolore alle proprie orecchie.
"Allora siamo in due, a quanto pare." disse, infatti.
Lei tirò su con il naso, ma non fece nulla di più per quanto concernesse il 'pericolo pianto'.
"E... come ti chiami?" fece poi lei, in tutta naturalezza.
"Draco." si sentì rispondere lui.
"Io Mirtilla."
"Sì. Lo so."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‘Guasto’
 
 
All'inizio non era riuscito neanche a pensare a qualche idea che fosse anche solo vagamente decente. Aveva speso gran parte dell'estate a cercarla, l'idea, fino a passare le intere giornate a riflettere, fino a ridursi ad andare a dormire con l'emicrania. All'inizio si era detto che l'idea sarebbe giunta da sola, ma quando arrivò fine Agosto iniziò lentamente ad andare nel panico.
I compiti estivi? Non gli importava di quelli. Se la sarebbe cavata. E poi, sinceramente, i compiti erano l'ultimo dei suoi problemi.
Decise di cominciare a pensarci di meno, allora, di rilassarsi, di prenderla con un po' più di calma. Così facendo, le cose sembravano apparire sotto una luce diversa, e quando arrivò ad Hogwarts era contento di aver ricevuto un simile incarico. Poteva riscattare il nome della propria famiglia, e, per una volta, sarebbe stato lui quello sul quale gli altri avrebbero contato, sarebbe stato quello importante. Si sentì così per qualche giorno, almeno.
E poi arrivò. L'idea. Mentre faceva colazione in silenzio, un giorno di fine Settembre, seduto all'angolo della tavolata dei Serpeverde, poco al centro dell'attenzione, per una mattina.
Se ne sorprese talmente tanto che lasciò perdere il suo pudding e corse via.
"Draco Malfoy, sei un genio." si disse lui, con un lieve sorriso sulle labbra.
No, non riguardava il compito primario. Era un po'... un piano B. Un modo per essere sicuro che, anche qualora non fosse riuscito nell'intento, avrebbe potuto farsi aiutare da coloro che adesso erano i suoi compagni.
Sì, l'idea dell'Armadio Svanitore era veramente un'idea geniale, ma dopo un po' capì, purtroppo, che non sarebbe stata tanto facile da realizzare.
Senza contare che c'era proprio tutta quella faccenda dell'omicidio. E, sul quel fronte, le cose erano addirittura più complicate; e Potter gli stava alle calcagna più del solito; e Piton stava facendo pressioni per poter 'collaborare'.
No, Draco sapeva di dover fare tutto da solo, ne andava di se stesso, della sua famiglia e dell'onore.
All'ennesimo tentativo fallito di provare, quantomeno, ad aggiustare l'Armadio rotto, però, nonostante l'idea ancora presente e ben delineata nella sua mente, arrivò il panico, e Draco quasi non riuscì a tenersi tutto dentro.
Il senso di quasi-onnipotenza che l'aveva pervaso all'inizio sembrava svanito, ed adesso era arrivata la paura. E non solo paura di poter fallire; era paura di quello che era il fine ultimo della sua missione: uccidere Silente. Quel vecchio Draco non lo aveva mai visto di buon occhio, ma mai, seriamente parlando, aveva pensato di volerlo morto. O meglio: mai aveva pensato di volerlo uccidere personalmente
Adesso, invece, era costretto proprio a questo.
Sentì arrivare la profonda angoscia durante una noiosa ed inutile lezione della vicepreside. Non la stava ovviamente neanche ascoltando, date le innumerevoli cose a cui pensare, e stava fissando il libro aperto con sguardo vuoto e... perso. Era lui stesso a sentirsi perso, impotente nonostante l'impegno, inutile nonostante la buona volontà. Se fosse stato in panciolle sul divano della sala comune, probabilmente avrebbe ottenuto gli stessi risultati di adesso, anzi, in realtà forse si sarebbe sentito anche meglio, senza persone che sembravano tenerlo d'occhio tutto il tempo. Ed era questa la cosa più frustrante. Stava raccogliendo solo una serie di insuccessi, li stava mostrando a chi si interessava a lui, e non poteva più permetterlo.
Il tempo stringeva, e se Draco... e se non fosse riuscito a trovare una soluzione, se non fosse riuscito a concretizzare quanto aveva in mente... Forse suo padre…
Il respiro sembrò mancargli. Per un momento non riuscì veramente a respirare.
Le parole che non stava comunque leggendo si fecero sfocate, e il nodo della cravatta sembrò più stretto di quando l'aveva fatto poche ore prima.
"Ehi, Draco. Tutto okay?" sentì lui sussurrare da qualcuno accanto a sé.
Forse era Tiger. O Goyle. Non gli interessò neanche.
Quello che sapeva era che non poteva mostrarsi debole. Non adesso. Non di fronte un'intera classe. La notizia di un attacco di panico durante la lezione della McGranitt avrebbe potuto fare presto il giro della scuola, sarebbe potuta arrivare ad orecchie indesiderate, e questo non doveva accadere assolutamente.
Draco riprese il controllo del proprio respiro, per qualche breve momento, e poi si voltò verso la persona che credeva avesse appena parlato. Era Tiger.
"Ovvio. Come sempre." rispose, forse anche in maniera un po' troppo dura.
Nel pomeriggio sarebbe tornato nella Stanza delle Necessità un po' prima del solito, per poter lavorare di più. Per il resto della lezione avrebbe pensato a come far arrivare quella dannata collana di Magie Sinister nelle mani di Silente.

 
***

Katie Bell era stata maledetta. Stupida, stupida ragazza che non era altro, tutto quello che doveva fare era camminare e consegnare un pacchetto. Non ci voleva un genio, per farlo. Era addirittura sotto Imperius! Draco non era ancora riuscito ad aggiustare l'Armadio e, nel frattempo, aveva fallito - stavolta in maniera molto concreta - sul fronte ‘Silente’. Se avesse continuato così sarebbe andata a finire molto male.
Stava già andando molto male.
Proprio allora Draco sentì il respiro mancare nuovamente, e si alzò dal divano della sala comune quasi con uno scatto.
"Dove vai?" gli chiese Goyle immediatamente.
"Chi sei, mia madre?" rispose Draco "Vado a prendere una boccata d'aria."
Quando uscì dalla sala comune e ricominciò a pensare a tutto, si sentì un incompetente. Persone contavano su di lui più di quanto avrebbe mai immaginato, e lui non riusciva a fare niente. Non voleva deludere loro, non voleva deludere se stesso, e non voleva deludere Lui. Lui più di chiunque altro.
In quel momento Draco sentì di non avere bisogno solamente di aria. Glielo suggerirono gli occhi che presero improvvisamente a pizzicare.
A quell'ora, ovunque fosse andato, però, avrebbe trovato altre persone, e, che fossero state sconosciute o no, non aveva la minima voglia di esplodere di fronte a loro.
Sarebbe potuto andare nella Stanza delle Necessità, certo, ma quel luogo gli avrebbe fatto presente ancora di più quanto fosse grande e pericoloso il fallimento che stava portando avanti.
Sì, fallimento.
Nel momento stesso in cui Draco pensò quest'esatta parola, decise di aumentare il passo.

 
***

Entrare nel bagno delle ragazze fu davvero l'ultima cosa che avrebbe pensato di fare, ma la scritta 'Guasto' aveva attirato la sua attenzione e... beh, in effetti Pansy in quel bagno non ci andava proprio mai, e, stando a quanto diceva lei, non ci sarebbe intenzionalmente entrata per nessuna ragione al mondo.
E così dicevano anche tutte le altre ragazze.
Insomma, questo poteva voler dire solamente una cosa: bagno perennemente vuoto.
Convinto di questo, Draco entrò, e anche piuttosto in fretta. Si guardò comunque intorno, per precauzione, ma si rese conto di essere l'unico presente. Meglio così. Andò al lavandino e si sciacquò il viso con l'acqua fredda, sperando che questo avrebbe attutito la sensazione d'ansia allo stomaco almeno un po'; poi chiuse gli occhi, tirò appena su con il naso e fece un paio di respiri profondi, cercando, per una volta, di non pensare a niente. Niente di importante - e di pericoloso ed urgente - almeno.
"E tu chi sei?"
Quella voce stridula lo prese così alla sprovvista che Draco sobbalzò, quasi scivolando sul pavimento leggermente bagnato. Allora si girò, ma non trovò nessuno alle proprie spalle.
"Allora?" disse nuovamente la voce, e stavolta Draco si rese conto che questa proveniva dall'alto.
Ma non poteva essere la voce di Pix, no.
Il ragazzo allora alzò gli occhi, rimanendo in silenzio, e si ritrovò davanti un fantasma; il fantasma di una ragazza, per la precisione.
"Perché non parli? Non ci senti?" continuò lei, ostile, con quella sua fastidiosa voce acuta.
"Io ci sento benissimo, smettila di urlare." ribatté allora Draco "E poi chi diavolo saresti tu!"
Draco vide gli occhi del fantasma farsi umidi, dietro i suoi occhiali, ed uscì dal bagno proprio nell'esatto momento in cui lei cominciò a piangere.

 
***

Draco non riusciva a spiegarsi, esattamente, perché fosse tornato in quel bagno, specie dopo l'ultimo spiacevole scambio di battute con l'altrettanto spiacevole personaggio che aveva incontrato. Probabilmente - si disse - gli era presa una nuova crisi, ed aveva pensato che stavolta il fantasma di quella ragazza non ci sarebbe stato, nel bagno.
Invece l'aveva trovata di nuovo lì, a fluttuare sopra i water, in pratica.
"Non si può avere un po' di privacy?" le aveva allora detto Draco, piuttosto in malo modo, cogliendola di sorpresa, tanto che gli occhiali tondi avevano rischiato di caderle dal naso.
"Questo è il bagno delle femmine!" aveva risposto lei, altrettanto stizzita.
"Io non vedo femmine."
Entrambi stettero zitti per un po', e poi lei gettò praticamente urlando dentro un gabinetto. Draco fissò la scena ad occhi sgranati per più di quanto si sarebbe aspettato, anche dopo che le urla smisero di riecheggiare tra i muri. Poi fece semplicemente spallucce: almeno quel bagno era tutto per sé, al momento.
E ci tornò ancora. Un'altra volta, come un bambino testardo che ancora non ha capito la situazione. Per Draco quella era diventata un po' una lotta: lui voleva stare in un posto non frequentato da nessuno, voleva trovare un luogo in cui stare in pace per qualche minuto, in cui sfogarsi. Evidentemente Mirtilla Malcontenta voleva la sua identica cosa, e questo era un problema. Draco però non si sarebbe di certo lasciato sopraffare; soprattutto da una ragazzina fantasma, poi.
Tornare nel bagno era una questione di principio, adesso.
Sì: Mirtilla Malcontenta. Draco si era informato con discrezione riguardo quello spirito solitario: era venuto a conoscenza del suo nome e delle sue sgradevoli caratteristiche, ma nulla di più di questo. Evidentemente aveva avuto addirittura una morte insignificante tanto quanto il suo aspetto.
In ogni caso, quando Draco la trovò lì, nel bagno - proprio come aveva previsto - la sua ostinazione vacillò leggermente. Non perché avesse cambiato idea o avesse visto qualcosa che lo colpì, ma semplicemente perché, non appena Malcontenta si accorse della sua presenza, cominciò ad urlare quasi come se la stessero uccidendo una seconda volta nel peggiore dei modi, tanto che Draco dovette momentaneamente tapparsi le orecchie con le mani.
"Smettila di venire qui!" continuò ad urlare lei "Questo è il bagno delle ragazze, e tu non lo sei! Smettila, smettila! Lasciami in pace e vattene!"
Avendo le orecchie tappate Draco non riuscì a sentire le sue esatte parole, ma di sicuro poteva averne una vaga idea. E in qualche modo doveva farla stare zitta, anche perché avrebbe potuto attirare l'attenzione di chi fosse accidentalmente passato per il corridoio su cui dava il bagno.
"La vuoi piantare di urlare?!" fece, allora, Draco.
"Questo è il bagno delle femm--"
"L'hai ripetuto fin troppe volte, però non mi pare che nessuna venga mai qui, no?!"
E, improvvisamente, Malcontenta si zittì. Così, tutta assieme, senza una qualche spiegazione che a Draco potesse sembrare anche solo vagamente logica.
"Sì, è vero. Nessuno viene mai qui. Neanche chi me l'aveva promesso."
Detto questo, lei sparì giù nelle tubature del lavandino.

 
***

Quel giorno Draco si sentiva euforico. Aveva avuto l'idea buona, solo un imprevisto dalle fattezze enormi avrebbe potuto provocare l'ennesimo disastro.
E non solo, c'erano ben due motivi per cui Draco poteva dirsi soddisfatto: in primis era riuscito a sostituire la bottiglia di idromele del professor Lumacorno - regalo natalizio per Silente - con quella di idromele avvelenato, e, in secundis, aveva trovato un incantesimo su un vecchio e polveroso libro della biblioteca che forse avrebbe potuto aiutarlo ad aggiustare l'Armadio Svanitore. A quel punto non era più neanche così indispensabile la Felix Felicis che aveva provato a vincere all'inizio dell'anno scolastico.
L'evolversi degli eventi, però, aveva evidentemente visto la questione in maniera differente.
Era stato tutto maledettamente inutile.
Weasley aveva deciso di 'voler morire avvelenato', a quanto pareva, per cui la possibilità di fare lo stesso con Silente era sfumata; per non parlare del fatto che Draco avesse veramente tentato nuovamente di far funzionare l'Armadio, anche tramite il nuovo incantesimo, ma non c'era stato nulla da fare. Aveva pronunciato la formula così tante volte ed aveva tenuto la bacchetta in mano così a lungo che avevano cominciato a fargli male sia la gola che il braccio.
Non poteva sentirsi peggio di così. E doveva ogni volta mandare lettere a casa dicendo di esserci quasi, che oramai era soltanto questione di tempo. Gli era arrivata anche una risposta, qualche giorno prima, in cui gli si chiedeva quanto tempo ancora occorresse, esattamente.
Lui non aveva potuto fare altro che cominciare a temporeggiare.

Sto escogitando un nuovo modo per arrivare a destinazione - Era evidente che Draco si stesse riferendo a Silente. L'ultimo avrebbe potuto funzionare, ma la solita persona - Potter - si è messa in mezzo! Ma ne troverò un altro. 
La cassettiera funziona - l'Armadio. E Draco mentiva, su questo - ma non sempre, a volte i cassetti si sfilano bene, ma altre volte rimangono incastrati, e non ci si può affidare così sconsideratamente al caso.

Proprio quella mattina, durante la colazione, era arrivata la lettera di risposta. Una lettera molto breve, senza alcuna firma, ma Draco riconobbe la grafia tondeggiante di sua zia Bellatrix.

Dice che va fatto entro due o tre mesi.

'Dice'. 'Dice'. Draco poteva ben immaginare chi fosse il soggetto, chi avesse detto ciò. Le sue mani avevano preso a tremare, tanto che aveva dovuto per forza accartocciare la pergamena per nascondere il fremito agli occhi degli altri.
Di nuovo il nodo alla cravatta sembrava più stretto di quanto in realtà non fosse.

 
***

Una volta nel bagno 'guasto' neanche si sorprese, ormai, di trovarci dentro il solito fantasma. Solo che Malcontenta, stavolta, non disse proprio niente. Forse perché, in fin dei conti, si era stufata di inveire contro un ragazzo che, con lei, vinceva ogni battaglia verbale.
Draco aveva, quindi, 'vinto' quella personale quanto semplice, piccola guerra di posizione tra loro.
Solo che la sua presenza era comunque troppo ingombrante, nonché - anche se silenziosa - vagamente inquietante. Girovagare e cercare di stare per conto proprio non era di certo la stessa cosa, se c'era un fantasma che, fluttuando a mezza altezza, fissava il diretto interessato per tutto il tempo.
Così Draco parlò comunque, cercando, stavolta, di mantenere un tono quantomeno calmo e distaccato. Tensione permettendo.
"Devi per forza stare qui?"
Anche lei rispose a voce un po' più bassa del solito, sebbene il tono fosse comunque stizzito come sempre.
"Io qui ci vivo."
"In un bagno? Non hai aspettative molto elevate, in quanto a dimore..."
"E' l'unico posto in cui posso stare in pace. E poi non deve di certo interessarti!"
L'unico poso in cui poteva stare in pace.
Stessa cosa che aveva pensato Draco nel giungere fin lì. La prima volta, almeno.
Lui, in ogni caso, si portò davanti al lavandino - quello di sempre, come se l'avesse inconsciamente 'scelto' - e prese un bel respiro, dopo essersi passato le mani sul volto. Dopodiché prese ad allentarsi la cravatta. La sentiva opprimente da fin troppo tempo, quella mattina.
"Che hai?" si sentì chiedere dal fantasma.
"Ho un cappio al collo." rispose Draco, togliendosi di fretta quella dannata cravatta e gettandola lontano, sul pavimento umido.
Mirtilla Malcontenta rispose dopo un paio di secondi, la pausa più lunga che sicuramente avesse fatto fino ad allora, considerate le loro passate... conversazioni.
"Veramente quella è una cravatta." disse, infine, e Draco diede un colpo con la mano al lavandino, prima di voltarsi verso di lei.
"Mi credi stupido? Credi che non sappia che quella è la mia cravatta?"
"Beh, di sicuro non è un cappio, uno strumento di morte! E fattelo dire da una che è già morta!"
Stavolta fu Draco a non parlare per qualche istante.
"Ho i miei problemi." continuò lui, tornando ad essere un po' più pacato.
Lei aveva preso a fluttuare sopra i cubicoli dei gabinetti.
"Tutti hanno problemi." rispose lei "I miei li hanno evidenziati sempre tutti con grande piacere."
Draco si avvicinò un po' di più a lei; si fermò momentaneamente alla cravatta, a terra, e la raccolse. Si era un po' bagnata, ma ad asciugarla avrebbe pensato quando sarebbe stato necessario.
"Quando eri... viva?" le chiese lui, di punto in bianco.
"Oh, anche adesso nessuno si crea troppi problemi. Problemi, problemi, problemi." la voce di Malcontenta stava diventando sempre più simile ad un pianto.
E questo Draco avrebbe sinceramente voluto evitarlo, almeno per risparmiare un ulteriore dolore alle proprie orecchie.
"Allora siamo in due, a quanto pare." disse, infatti.
Lei tirò su con il naso, ma non fece nulla di più per quanto concernesse il 'pericolo pianto'.
"E... come ti chiami?" fece poi lei, in tutta naturalezza.
"Draco." si sentì rispondere lui.
"Io Mirtilla."
"Sì. Lo so."
Draco non aggiunse, però, che la conoscesse per via della sua reputazione di petulante creatura evanescente. E, sul momento, neanche si disse di aver perso l'occasione per fare un bel commento pungente. Rimase semplicemente così, rendendosi conto che anche solo parlare con lei, sul momento, fosse riuscito a calmarlo.

 
***

"Non sono sempre stata qui ad Hogwarts." stava raccontando Mirtilla "Per un sacco di tempo mi sono spostata in lungo e in largo. Sai... Mi sono messa un po' a... perseguitare. Olive Hornby, soprattutto; mi prendeva sempre in giro per i miei occhiali. Solo che poi lei è andata a protestare al Ministero, per cui ho dovuto smettere."
Parlando con lei, Draco si rese conto che Mirtilla era abbastanza più piccola di lui. Avrà avuto quattordici anni, più o meno. Sì, beh, quattordici anni prima che fosse morta.
"Io avrei fatto la stessa cosa, in tutta onestà." commentò Draco.
"Ah! Mi avresti denunciata al Ministero?"
Mirtilla si stava subito stizzendo, questo era più che evidente; ma Draco si ritrovò inaspettatamente a ridacchiare, notando la sua estrema permalosità.
"No, avrei perseguitato questa Olive Hornby, o come si chiama."
Mirtilla strabuzzò gli occhi, e poi fece un risolino, prima di abbassare leggermente lo sguardo.
"E poi sei tornata ad Hogwarts, comunque..." la incalzò Draco, sperando che continuasse il suo racconto.
Sebbene questo racconto fosse abbastanza lamentoso di per sé, perlomeno lei sembrava tranquilla. E Draco dovette ammettere che parlare con qualcuno di cose che non fossero i tempi bui in cui si trovavano fosse quasi terapeutico. Non che smettesse di pensare ai suoi problemi, ma era come... uno stacco. Appena fosse uscito dal bagno Draco era sicuro che il campanello d'ansia nella sua testa avrebbe ripreso a squillare. Doveva solo prendersi una pausa. Le soluzioni, d'altronde, arrivavano sempre alla mente quando si era più quieti.
Oramai l'ora della colazione era passata da un pezzo, ma, in tutta sincerità, a Draco interessava ben poco la lezione che in quel momento la Sprite stava tenendo. Tanto non avrebbe seguito comunque.
"Sì, in questo bagno... Ci venivo sempre, quando mi prendevano in giro. 'Quanto è brutta Mirtilla, guardate i brufoli di Mirtilla, gli occhiali, i denti'..."
Draco si limitò a schiarirsi la gola, e la lasciò parlare ancora, e pian piano lei cominciò addirittura ad evitare di lamentarsi di qualcosa ogni due secondi netti.
"E tu perché vieni sempre qui, invece? Non ti ci ho mai visto, prima." disse poi lei, improvvisamente.
Draco guardò il fantasma di sottecchi. Entrambi erano seduti a terra a gambe incrociate, sebbene lei, nonostante la posizione, continuasse a fluttuare a qualche centimetro da terra.
E quanto aveva pensato prima finì con il negarsi. Era bastata una domanda così piccola a fargli tornare quell'opprimente peso nel petto.
"Devo fare delle cose. Ma non ci riesco. Gli altri non capirebbero, se gliene parlassi, quindi preferisco venire qui e stare da solo. Beh, pensavo che sarei stato da solo, all'inizio, ma ormai importa poco."
Ora fu Mirtilla a guardare di sottecchi il suo interlocutore.
"Quali cose? Se vuoi puoi parlarne a me."
"Direi di no."
"Sì, ma quali cose non si può sapere?"
"Cose mie." tagliò corto lui, e, nel momento esattamente successivo, si alzò da terra.
La conversazione stava prendendo una brutta piega, così - si disse - sarebbe stato meglio tornarsene alla vita vera, a quel punto. Mirtilla intuì tutto questo, e le intenzioni del ragazzo le parvero ancora più chiare quando lui si avvicinò alla porta del bagno.
"Tornerai, però?" gli disse, tutto assieme, quasi come se non si rendesse conto neanche lei di star parlando davvero "Sei sempre tornato, prima, tornerai anche dopo? Altre persone mi avevano promesso che l'avrebbero fatto, ma invece non le ho viste più."
Draco fece per pensarci su un momento.
"Vedremo." disse semplicemente, e poi uscì.
Nonostante tutto il resto, l'aver conosciuto Mirtilla Malcontenta, per quel giorno, sembrò aver dato a Draco Malfoy qualcos'altro di interessante a cui pensare.

 
***

Caro Draco,
ti prego, non smettere di mandarci tue lettere. Dicci qualcosa, qualsiasi cosa, su come ti stanno andando le cose. Tuo padre ed io siamo così preoccupati... Ti prego, Draco, devi riuscire a farlo. Non lo dico per metterti pressione, e so che invece penserai che proprio questo sia il mio intento, ma ciò che voglio è solo avvertirti, e sappiamo che non vuoi i nostri consigli, ma Draco, Lui dice che potrebbe darti più tempo, ma che se non ci riesci potrebbe fare come con chi non... gli serve più.
Tesoro, presta attenzione.
Mamma


Stavolta fu molto peggio di qualsiasi altra crisi che avesse mai avuto, tanto che Draco si ritrovò a chiedersi se quelle fossero mai state veramente delle crisi.
Tremava violentemente, e, stavolta, non riuscì più a trattenersi: non gli importava più che Mirtilla fluttuasse attorno a lui, non gli importava che lei lo vedesse debole; probabilmente era l’unica che sarebbe rimasta nonostante le lacrime. Perché, infatti, quando si udirono i primi singhiozzi di lui, non si allontanò, anzi. Si fece più vicina.
Draco la vide riflessa nello specchio di fronte a loro, vedeva la sua espressione sorpresa, ma, al tempo stesso, dispiaciuta; non quell’espressione derisoria, che, invece, lei aveva sempre visto sul volto degli altri quando era lei a piangere.
Draco era sicuro che, se solo lei avesse potuto, gli avrebbe posato una mano sulla spalla.
"Draco… Draco, che cosa c’è?" fece lei, a bassa voce.
"Sono nei guai." si ritrovò a dire lui "Quel compito, io… non riesco…"
Un singhiozzo interruppe le sue parole.
"Chi te lo ha dato? Perché non me lo vuoi dire? Draco… Potremmo rimediare..."
Draco si asciugò le lacrime con il dorso della mano, ma quelle non accennavano minimamente a voler diminuire.
"Non riesco, non posso… E non posso dirtelo. Sarà la mia fine…"
Draco appoggiò le mani al bordo del lavandino davanti al quale si trovava, e, di nuovo, guardò il riflesso di Mirtilla. I suoi lineamenti mostravano che lei avesse capito che ciò che Draco doveva fare fosse qualcosa di molto più complicato, di molto più serio di qualsiasi cosa lei avesse udito vagando solitaria per il castello. Draco non ebbe bisogno di spiegarsi, eppure, mentre guardava Mirtilla - e per un momento la guardò voltandosi proprio verso di lei - lui capì che quel fantasma stava cercando di comprenderlo davvero.
"No…" riprese allora lei, con un piccolo gemito "Fine? No… Cosa c’è che non va? Draco… Posso aiutarti…"
Draco scosse la testa. Quanto avrebbe voluto poterle dire di sì.
"Nessuno può aiutarmi." pronunciare queste parole a voce alta lo fece tremare ulteriormente "E io… Non posso farlo, non funzionerà… Ma se-se non lo faccio presto… dice che mi ucciderà…"
Mirtilla trattenne quello che un tempo sarebbe stato il suo respiro, e Draco alzò gli occhi ancora, per poterla guardare, ma stavolta, nello specchio, non fu lei che vide.
Potter.

 
***

Draco crollò a terra, completamente ricoperto di sangue. Potter continuava a balbettare qualcosa che lui non riusciva a sentire, e, al di sopra della figura di Piton, chinato su Draco, quest’ultimo riusciva a scorgere solo la pallida sagoma di Mirtilla, sospesa in alto, che singhiozzava.
Quando, poi, Piton riuscì a metterlo in piedi, sorreggendolo, la parte ancora cosciente di Draco sapeva già che quella sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe uscito da quel bagno. Perché lui non poteva più tornarci, ormai.
Anche lui sarebbe stato solo uno dei finti amici di Mirtilla Malcontenta, uno di quelli che le avevano promesso che sarebbero tornati e che, invece, avevano finito per dimenticarsi di lei.
A differenza loro, però, a Draco dispiaceva.









Angolo Autrice:

Salve a tutti!
Spero ovviamente che questa piccola one-shot vi sia piaciuta e... beh, solo una piccola precisazione.

Nella storia ho parlato del fatto che a Draco vengono dati 'due o tre mesi' per portare a termine il suo compito. Leggendo il libro sappiamo che in realtà gliene sono dati, alla fine, ben di più, dato che l'omicidio di Silente (e l'arrivo ad Hogwarts dei Mangiamorte) avviene a Giugno, ma ecco... Ho ritenuto plausibile una fissazione di un primo termine e poi, magari, che a Draco fosse stata concessa una sorta di proroga (che in questa one-shot non ho descritto) :)

Alla prossima!

(Un ciao a tutte le Muse <3)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Iurin