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Autore: ShawnSpenstar    14/11/2013    2 recensioni
Premetto che questa è la mia prima storia in assoluto e non sono un grande scrittore.
La storia è un crossover tra Digimon Adventure (1° e 2° serie) e il film d'animazione Summer Wars. La trama è incentrata sul personaggio di Kenji, protagonista di Summer Wars, e sulla sua avventura con i Digimon.
Ci saranno alcune discrepanze rispetto alla serie originale che specificherò man mano che la storia procede. Inoltre saranno presenti, sin dal prologo, spoiler su "Summer Wars" per coloro che non l'hanno mai visto, quindi per chi desidera vederlo e non ama le anticipazioni consiglio di cercare vedere il film (cosa che consiglio comunque per capire meglio la storia) e poi leggere.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 11.1: L'ultimo respiro (parte prima)
 
Nell'immensità dell'anticamera del cuore del mondo virtuale ora regnava incontrastato il silenzio più assoluto. Digimon e digiprescelti fluttuavano come corpi senza vita nell'aria; avevano provato tutto, nulla era bastato e, cosa più importante, nessun miglioramento avrebbe potuto permettergli di pareggiare la forza dell'avversario; non si colma un divario vertiginoso come quello in pochi secondi e le ferite e il sangue ti insegnano a non credere nei miracoli.
Appoggiato contro una delle pareti, Tai Kamiya osservava con attenzione lo spettacolo di NEW OZ… una tortura terribile.
Si guardò intorno. Gli altri digiprescelti, come lui, avevano raggiunto i rispettivi digimon e stavano cercando di farsi forza a vicenda; il castano lanciò un'occhiata ad Agumon che probabilmente si aspettava da lui parole di conforto, in fondo lui era il leader.
"Già… il leader…"
Prese in mano i suoi occhiali da aviatore e si soffermò su di essi. Non avevano nemmeno una crepa e le lenti e la fascia erano ancora quelli originali, avevano resistito anche a quell'ultimo colpo.
Li osservò con uno sguardo che non aveva mai rivolto loro, carico di rabbia e dolore.
-Mi avete tradito- disse loro mentalmente -ero convinto che voi mi rendeste praticamente invincibile, e invece…-
L'espressione si trasfigurò in uno sguardo pieno di una furia irrazionale, in un attimo lanciò l'oggetto che l'aveva accompagnato per tutta una vita nel vuoto immenso della sala.
Gli occhialetti colpirono le pareti; l'eco di quel suono attirò gli sguardi di tutti sul giovane.
Lui era là, immobile, con gli occhi arrossati chino in una posizione quasi fetale. Di certo non si poteva considerare un buon leader in quel momento; un vero leader avrebbe preso in mano la situazione ma  in quell'istante non riusciva nemmeno a pensare di potersi rialzare.
"Tai?!" lo chiamo Agumon con voce flebile
Il digiprescelto non si mosse; non ne aveva la voglia, non ne aveva la forza e non ne aveva il coraggio.
"I-il… co-coraggio?" si domandò
La sua mente viaggiò indietro alla sua prima avventura a Digiworld. Il coraggio era stato il simbolo che gli era stato assegnato durante quel viaggio, l'essenza che lo distingueva da tutti gli altri.
-Quante balle- pensò -erano stati tutti molto coraggiosi, alcuni poi anche più di me-
Non aveva mai messo in dubbio prima d'ora la correttezza della sua digipietra, tra tutti i digiprescelti probabilmente era stato l'unico a non aver mai avuto un vero e proprio momento di cedimento in quel senso, esclusa sua sorella ovviamente.
Certamente non si sarebbe mai immaginato che quel momento potesse arrivare anni dopo; l'ennesima prova che prima o poi la vita ti presenta quel fottuto conto.
-Ed ora eccovi qua il vostro amato leader- si disse il castano -il vostro "digiprescelto del coraggio"-
Quanto era strana quella sensazione di inutilità e colpa. L'aveva provata solo un'altra volta, a Digiworld, davanti ad una porta di cavi elettrificati; quella volta raccolse il suo coraggio e passò, del resto dall'altra parte c'era Sora, che già a quel tempo era la cosa più bella della sua vita.
Una impercettibile luce lo risvegliò da quello stato semi-comatoso
"Sora…" sussurrò
Alzò leggermente lo sguardo verso la sua mano destra, verso la luce. La fonte era posizionata sul suo anulare, era piccola e semplice ma a loro andava bene anche così.
-Avrei dovuto trovare qualcosa di meglio- pensò Tai osservando l'unico segno visibile del legame tra lui e il suo grande amore.
Ripensò a quando gliel'aveva chiesto, a quanta paura aveva in quel momento, alle mille rassicurazioni di Izzy sul fatto che sarebbe andato tutto bene e infine al rossore di lei, al suo "si" e al bacio che era seguito; era stato tutto perfetto.
-Era da quando avevo cinque anni che sognavo quel momento- ricordò -ed è andato tutto come nelle mie fantasie di allora… eccetto i baci; a quel tempo mi facevano schifo, ora non potrei vivere senza le labbra di Sora-
L'eroe del coraggio guardò ancora una volta l'anello rimanendo incantato da quel microscopico fascio di luce che rifletteva; smise di pensare e baciò  con passione l'anello che in quel momento rappresentava la sua Sora.
Al tocco delle labbra sul metallo percepì una stranissima sensazione.
-Ho sentito…. Sora?-
Ne era sicuro, nel baciare l'anello aveva sentito le labbra di Sora sopra le sue.
-Complimenti… stai anche impazzendo-
Lo fece di nuovo, chiudendo gli occhi, e di nuovo venne quella sensazione.
Riaprì gli occhi. Era a casa e davanti a lui c'era la sua Sora con tra le braccia un fagotto; il guerriero del coraggio si avvicinò per guardare e fu una visione semplicemente paradisiaca.
Avvolta tra le lenzuola c'era una bambina; era piccolissima, probabilmente era nata da poco, e dormiva beata tra le braccia della giovane digiprescelta.
"E' bellissima… vero?" chiese Sora con voce lieve
"Già" replico Tai con un espressione tra il sognante e l'incredulo "è-è… tu-tutta sua ma-madre"
"Vuoi tenerla in braccio tu?" domandò la ragazza
Tai non disse niente, si avvicinò e la prese tra le sue braccia rimanendo subito incantato da quel dolce visino addormentato.
"Non farti ingannare da quella faccina da angioletto" sussurrò Sora scherzosa "ha preso anche molto da suo padre!"
Tai sorrise e restituì la piccola alla sua compagna, dopodiché chiuse gli occhi e avvolse entrambe in un caldo abbraccio.
"Non permettergli di portarti via il nostro futuro, amore" disse la digiprescelta con voce delicata
"No… mai!" rispose.
Apri gli occhi. Era di nuovo a NEW OZ; tutto quello che aveva visto era stato solo un sogno, un bellissimo sogno.
-Grazie Sora, ora so cosa devo fare- si disse Tai mentre si muoveva verso Agumon.
In pochi secondi raggiunse il suo digimon e si mise ad osservarlo attentamente ma discretamente. Gli sembrava di vedere se stesso pochi secondi prima; quello sguardo vuoto, quell'espressione senza carattere probabilmente gliel'aveva trasmessa lui prima, come se fosse una malattia.
Doveva rimediare.
"Agumon!" esclamò il ragazzo "riesci a rialzarti?"
Il digimon alzò lo sguardo verso il suo digiprescelto; nei suoi occhi era tornato ad ardere il fuoco del coraggio.
"Ci provo" rispose sconsolato
"Forza Agumon" fece Tai con ritrovato entusiasmo "dobbiamo andare a combattere"
"Tai… io… non…"
"Non dirlo Agumon, possiamo farcela!"
"No Tai! Ha abbattuto Omnimon! Io… non me la sento, per la prima volta nella mia vita non… non voglio combattere"
Il dinosauro alzò lo sguardo per vedere la reazione del suo compagno di mille battaglie; negli occhi di Tai non vi erano rabbia o odio, solo una profonda comprensione.
"Agumon" fece lui "c'è qualcosa che devi sapere"
"Cosa?"
"Mi sposo… con Sora"
In un secondo lo sconforto svanì dal muso del digimon per lasciare posto ad una grande gioia.
"Ma è fantastico, allora ce l'hai fatta alla fine?!"
"Già… beh, a proposito del matrimonio, ci sarebbero alcuni favori che solo tu puoi farmi"
"Dimmi pure"
"Beh, vedi, dovresti trovarmi un posto adatto a Digiworld; abbiamo intenzione di sposarci lì"
"Lo farò senz'altro"
"Ah, e poi per quanto riguarda i testimoni…"
"Ti serve che lo chieda io a Matt?"
"No! Cioè… non è questo il punto"
"Allora cosa devo fare?"
"Semplicemente accettare… vorresti essere uno dei miei testimoni di nozze, Agumon?"
 La risposta non arrivò immediatamente. Il dinosauro digitale era troppo impegnato ad asciugarsi le lacrime e stupirsi di ciò che gli era appena stato proposto per replicare al suo amico.
"D-davvero?" balbetto il digimon
"Davvero!" replicò l'altro
"Certo che accetto!" si fermò un attimo a riflettere "Ma… Matt?"
"Non ti preoccupare! Anche lui e Izzy mi faranno da testimoni" replicò il digiprescelto con un sorriso "ma perché quel giorno arrivi, dobbiamo sopravvivere a questo… tu… ci stai, Agumon?"
Il dinosauro non disse niente. Si spostò verso la parte bassa della sala; raccolse gli occhiali da aviatore dell'amico e tornò da lui.
"Ci sto!" disse posandoglieli in mano
Ancora una volta Tai guardò quel paio di occhiali. Erano come prima, nessuna crepa, ma stavolta gli era tutto chiaro; quegli occhialetti erano lui, e lui era loro.
Niente e nessuno avrebbe mai potuto spezzarli.
 
 
Un'altra parte dell'oceano bianco di NEW OZ, un'altra coppia di un digimon con il suo digiprescelto rifletteva su ciò che era appena accaduto.
"Vorrei sapere cosa dicono i miei occhi in questo momento" disse il digiprescelto
"Cosa intendi dire Matt?" replico il digimon che era con lui
"Beh, si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima; mi aiuterebbe a capire molte cose"
Il digimon era perplesso; non era la prima volta che non riusciva a comprendere appieno i pensieri sempre molto profondi del compagno di lotta ma stavolta ad impedirgli di pensare collaboravano una serie di fattori quali angoscia, frustrazione ma soprattutto…
"…Paura?"
"Cosa?" replico il digimon
"Dimmi Gabumon! Nei miei occhi c'è paura?"
Il digimon osservò quegli occhi. Non c'era paura ma non fu una constatazione confortante; non c'era più niente se non due occhi vuoti da morto; Matt Ishida, il fiero digiprescelto dell'amicizia, era come defunto.
"N-no!" replicò, provando ad essere convincente "e nei m-miei invece"
"No!" mentì il ragazzo prima che il silenzio li inghiottisse di nuovo.
Passarono alcuni angoscianti minuti, nessuno dei due voleva fare il primo passo. La posta in gioco era alta e altrettanto il rischio; improvvisamente la resa cominciò a sembrare una soluzione allettante.
"Dovremmo… lottare…" biascicò stanco Matt rompendo il silenzio
Gabumon alzò lo sguardo. Era terrorizzato e Matt sicuramente se n'era sicuramente accorto; ma allora perché proporre una cosa del genere; lui non avrebbe mai potuto.
"N-no!" replicò "non d-dobbiamo; pe-perché d-dovremmo combattere a-ancora?"
Il velo di vuoto che copriva gli occhi di Matt si squarciò; emerse uno sguardo duro, al tempo stesso rimproverante e deciso e accogliente e caldo.
"Non lo ricordi Gabumon?" fece con una punta di rabbia "lo dobbiamo ai nostri cari e ai ragazzi della battaglia contro Diaboromon; loro quel giorno scelsero la loro strada e per questo…"
"Noi oggi dobbiamo onorare quegli eroi e per farlo seguiremo il lungo cammino sulla strada della vittoria" concluse il digimon "certo che lo ricordo è con questa frase che è iniziata la missione"
"Giusto!" disse il biondo con un tono triste
Erano amici da anni e si conoscevano molto bene, troppo bene perché al digimon potesse sfuggire l'angoscia dell'amico.
"Cosa c'è Matt?"
"Stavo… pensando alla strada"
"La strada?"
"Si, la strada! Ma non quella fisica; intendo dire la mia strada nella vita"
"Forse ho capito, ma non credevo ti preoccupasse ancora"
"Lo credevo anch'io ma vedere Tai e Sora che si sposano, mi fa dubitare ancora una volta"
"Dovresti solo tranquillizzarti un po', Matt"
"No, non posso!" era rabbioso
"E io non posso aiutarti se non mi spieghi!" replicò deciso il digimon
Il biondo respirò profondamente. Doveva smetterla di aggredire chi cercava di aiutarlo; era da una vita che lo faceva ed era sempre stata una pessima idea.
"Ecco… vedi Gabumon, per tutta la vita non ho avuto una mia strada; i primi tempi a Digiworld pensavo che il mio compito fosse di proteggere TK e essere un leader come Tai; i fatti non solo dimostrarono che non avevo la stoffa del leader, cosa che in fondo avevo sempre saputo, ma anche che nemmeno TK aveva più bisogno di me; a quel punto non ero più nessuno"
Gabumon non riuscì a replicare. Capiva quello che voleva dire il suo amico ma sentiva anche che non c'era nulla che lui potesse fare o dire per farlo sentire meglio, solo restare in silenzio e attendere che finisse il suo sfogo.
Nella mente del digimon si materializzarono immagini vecchie di quattordici anni: i dubbi e le incertezze instillate da Cherrymon, l'assurdo scontro con WarGreymon, l'allontanamento volontario dal resto del gruppo alla ricerca di se stesso e poi il ritorno.
"Poi vennero la passione per il basso e la band" proseguì "credevo che potesse essere il mio futuro e invece mi sono reso conto che non è il mio destino, così come non lo era Sora"
Gabumon osservò attentamente il digiprescelto dell'amicizia. Si stava entrando in un terreno molto delicato.
"I primi tempi della nostra relazione" ricordò il biondo "furono meravigliosi, ci illudevamo di essere innamorati l'uno dell'altra e non ci accorgevamo che non era cambiato niente; cioè, ci conosciamo da anni e ci saremo parlati si e no due volte. Invece Tai per lei c'era sempre, Sora viene rapita da Datamon? Tai va a salvarla; sta per essere schiacciata da dei detriti? Tai non ci pensa su due volte e si butta su di lei pur sapendo che non sarebbe servito a niente e che così sarebbe morto anche lui; neanche in quello sono mai stato alla sua altezza"
"Beh ma tu non sei Tai!" cercò di consolarlo Gabumon
"Purtroppo è vero" fece laconico l'altro
"Cosa intendi? Perché purtroppo?" chiese con tono tranquillo il digimon
"Sai, Tai sa già qual è la sua strada. L'ha sempre saputo, le sue passioni sono le stesse di quando aveva cinque anni; è un leader perfetto e un amico leale che può accettare di soffrire sia psicologicamente che fisicamente pur di fare felici coloro a cui vuole bene; io invece ho incrociato solo una serie di strade sbagliate ed ora mi ritrovo senza più niente a cui aggrapparmi. Capisci Gabumon, io non ho nessuna meta, non ho nessun futuro davanti a me!"
Improvvisamente il digimon ebbe l'illuminazione decisiva. Ora sapeva come consolare l'amico di mille battaglie.
"Prova a vederla sotto un altro punto di vista" esclamò il digimon
"In che senso?" replicò il biondo
"Prova a vedere il problema non come il "non avere un futuro" ma come "l'avere qualunque futuro"!" rispose il digimon con un enigmaticità degna del suo compagno "come hai giustamente detto, Tai conosce già la sua strada; sa quanto e lunga, se è o meno difficile e, ovviamente, cosa lo aspetta alla fine"
"Questo già lo so, grazie" disse Matt un po' stizzito
"Per te invece è l'opposto! Prova a vedere il tuo non avere una strada come un assenza di limitazioni; non è "non puoi fare niente", è "puoi fare ed essere ogni cosa tu voglia"; tu cammini su una strada che puoi condurre dove vuoi perché sei tu stesso a plasmarla ogni giorno con le tue scelte; dovuqne arriverà sarà una sorpresa, e in ogni caso sarà fantastico perché vedi Matt, sulla strada di Tai c'è il suo futuro, sulla tua c'è il mondo intero!"
Il ragazzo osservò il suo digimon, poi si guardò intorno come se stesse osservando qualcosa. Per un attimo smise di pensare e le sue labbra si piegarono in un ghigno, prima, e in un convinto sorriso, poi.
Si voltò di nuovo verso Gabumon.
"Dove vorresti che ti portasse la tua strada?" chiese a bruciapelo il ragazzo
La domanda spiazzò il digimon, che tuttavia riuscì in breve a recuperare la lucidità.
"Beh… i-io n-non saprei" fece titubante "di-diciamo c-che mi… mi… m-mi piacerebbe m-molto che m-mi po-portasse fino alla sfe-sfera c-che illumina i-i-il cie-cielo di notte"
Matt sorrise con ancora più gusto.
"Vorrà dire che ci andremo insieme!" esclamò entusiasta
"D-davvero?" replicò incredulo l'altro
"Davvero Gabumon! ma prima…" si voltò verso la voragine che conduceva al cuore di NEW OZ "… abbiamo un'altra strada da percorrere… ci stai?" concluse tendendogli la mano
"Ci sto!" rispose
Matt allungo il braccio e strinse la mano di Gabumon; come avevano fatto a Digiworld, avrebbero camminato sempre insieme… sulla loro strada.
 

 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
E così siamo finalmente arrivati alla prima parte del capitolo undici; mi scuso per la pubblicazione molto ritardata ma ho avuto alcuni impegni e purtroppo l'ispirazione andava e veniva, quindi non ho potuto combinare un granché; alla fine però ce l'ho fatta e, sperando che il capitolo sia venuto bene, volevo dedicarlo a Mari 1 che finora è stata l'unica ad aver messo la mia storia nelle preferite.
Sul capitolo non c'è molto da dire se non che alla fine è venuto un po' diverso da come l'avevo preannunciato ma così è come mi è venuto; spero di non aver deluso nessuno e che il capitolo possa piacere (se vi piace, se non i piace, se volete dire la vostra recensite).
Alla prossima sperando che il capitolo arrivi con un po' meno di giorni di ritardo.
Ciao da ShawnSpenstar!
  
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