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Autore: daemonlord89    15/11/2013    1 recensioni
Una mail misteriosa. Una minaccia.
Il mittente sembra conoscermi, ma io non so chi sia lui.
Cosa vuole da me?
Perché mi dice di prepararmi?
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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##10###

Non ci credo, non è possibile.
Francesco.
Il mio amico.
Eppure tutto torna, ora. La mancanza di impronte sconosciute sulla porta dell'appartamento di Laura, la mancanza di segni di lotta. Il fatto che l'assassino sapesse esattamente come muoversi in casa mia.
Quello stronzo ha cambiato nome ed è diventato mio amico, ha fatto in modo che io e la mia ragazza ci fidassimo di lui, lo considerassimo quasi parte della famiglia. Solo per mettercela nel culo alla fine, rivelandosi per ciò che è: un fottuto assassino.
Fremo al pensiero della presa in giro subita quando sono andato a casa sua. Ha cercato di rintracciare il mittente della mail, ha fatto tutta quella scena e poi il mittente della mail era lui.
Motivi personali, ecco cos'ha detto. Per motivi personali aveva già usato quel sistema in passato. Il suo cazzo di motivo personale ero io. Voleva rintracciarmi e ce l'aveva fatta.
Non riesco più a connettere, ho il sangue al cervello e il cuore in gola. Di Romano e dell'archivista vedo solo l'ombra sfocata. Mi dicono qualcosa, ma la loro voce è incomprensibile. Mi sento furioso, violato, ingannato. Mi gira la testa e tutto diventa nero.

-Maggi, mi sente?-
Apro gli occhi. Sono stato adagiato su una fila di sedie nella sala d'attesa del distretto. Davanti a me c'è Romano, ha una faccia quasi preoccupata.
Dunque qualche emozione ce l'hai.
-Mi sente?- ripete. Faccio per parlare ma mi rendo conto di non riuscire a connettere del tutto. Mi limito ad annuire.
-Sta bene?- annuisco ancora.
-Ottimo. E' svenuto, negli archivi. Ce la fa a tirarsi a sedere?-
Ci provo. La testa gira ancora e un formicolio mi percorre tutto il corpo, ma ci riesco. Soffoco un conato di vomito e guardo il Commissario negli occhi.
-Se la sente di parlare?- mi dice.
-Sì.-
-Chi ha riconosciuto in quella foto?-
-Un amico. O meglio, uno che credevo tale.-
-Può raccontarmi tutto?-
Annuisco. Mi porta nel suo ufficio e mi fa sedere sulla stessa poltrona di prima, offrendomi un bicchiere d'acqua fresca che bevo con avidità.
Faccio un respiro profondo e poi comincio a parlare. Spiego ogni cosa, pur tenendo fede alla menzogna detta un'oretta prima, circa l'incidente d'auto, ed evitando ogni riferimento al mio passato.
Mentre parlo, penso. Penso a come sono andate veramente le cose. Fatico a tenere sotto controllo le mie emozioni. Sono combattuto tra vergogna e odio, tra rimorso ed ira. Più volte incespico sulle mie stesse parole, perché non sono concentrato, ma riesco comunque a concludere il discorso.
Romano mi guarda e mugugna, riflettendo.
-Forse possiamo individuare il suo nascondiglio.-
-Davvero?-
-Sì. Quando lui le ha chiesto di chiamarlo, le ha dato un numero diverso da quello che lei abitualmente usa?-
-Intende da quello che uso per parlare con Francesco?-
-Esatto.-
-Sì, certo. Un numero nuovo.-
-Ok. Ora, se questo Francesco, o Emilio che sia, è davvero un hacker, abile al punto da mascherare il suo indirizzo e-mail, avrà sicuramente schermato anche quel cellulare, rendendosi invisibile ai nostri strumenti. Però...-
-Però?- incalzo.
-E' possibile che l'altro telefonino, quello che usa normalmente, non abbia subito lo stesso trattamento. Lei ha un vantaggio sull'assassino, Maggi. Lui non sa che ha scoperto la sua vera identità.-
Capisco dove vuole arrivare.
-Mi sta dicendo che potrei chiamarlo sul suo cellulare ufficiale, mentre voi lo rintracciate.-
-E' svelto, Maggi. Questo mi piace.-
-Facciamolo.-

Il telefono suona libero. Il mio cuore comincia a battere rapido. Riuscirò a fingere indifferenza quando Francesco risponderà?
Altri due squilli.
Forse non risponde.
-Pronto, Michele?-
Un tuffo al cuore.
-Francesco.-
-Ciao! Dimmi tutto.-
-Ascolta, io...-
Comincio a dire un po' di cazzate. Non è importante l'argomento, ma devo tenerlo al telefono per un tempo sufficiente. Vicino a me, Romano e un altro agente controllano lo schermo di un computer al quale hanno collegato il mio cellulare.
Parlo per un paio di minuti e poi l'agente alza un pollice, ad indicare che l'hanno trovato.
Sollevato, chiudo in fretta la chiamata, saluto il bastardo.
Guardo Romano, che mi indica il display del computer. Su di esso è aperta una mappa della zona intorno a Milano. Un singolo punto, simile a quello di un radar, si illumina ad intermittenza. Indica un magazzino abbandonato nella periferia della città.
-E' lì che si nasconde?- domando.
-Sì. Il segnale arriva da lì. Niente deviazioni, niente disturbi.-
Resto in silenzio. La mia mente vaglia le infinite torture a cui voglio sottoporre Francesco. La resa dei conti sta per arrivare.

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La madre guarda l'uomo sorridere. Ha appena parlato con suo figlio, lo ha sentito. Ora si gira verso di lei, con quel ghigno che non ha nulla di umano. Si sfrega le mani, le toglie nuovamente il bavaglio.
-Bene, bene, bene.- dice.
-Cosa...-
-Il tuo figliolo è stato più svelto del previsto. Ha capito, finalmente, chi sono.-
La madre non capisce.
-Non dici niente?- le chiede lui.
-Io... Cosa succederà ora?- è l'unica cosa che le viene in mente.
-Con quella chiamata ho fatto in modo che mi rintracciasse. Ora Michele starà venendo qui.-
L'uomo si allontana, prende qualcosa da uno dei tavoli in metallo. L'orrore e la paura si sciolgono in lacrime che cadono copiose dagli occhi della donna.
-E' tempo di preparare la sorpresa di benvenuto.-

 

   
 
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