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Autore: Hymn    15/11/2013    0 recensioni
Julian Lord x Damian Assange.
DAL TESTO:
“Damian Assange. Mi devi un favore, Julian Lord. Ed io...”
Gli fu di nuovo alle spalle, rapido come il vento, il braccio destro serrato attorno alla sua vita, la mano sinistra a reclinargli con ferrea delicatezza la testa all'indietro. Poggiò di nuovo le labbra sul suo collo, strusciandole fin sopra la sua mascella, ridendo roco e gustandosi il suo brivido, una sensazione che gli cresceva nel petto, ben oltre l'attrazione fisica.
Era affascinato da Julian.
“Io riscuoto sempre dai miei debitori.”
(Reinserita dopo rilettura - se trovate comunque errori, mi piacerebbe esserne avvisato)
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damian Assange, Julian Lord, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per oggi sei congedato da ogni tuo impegno allo Studium, Julian.”

Fissava con cocente adorazione la persona che più stimava da quando aveva memoria, Axel Vandemberg. Lo aveva seguito fino alla Residenza, in silenzio, ascoltando ciò che aveva da fare in sua vece.

Era un tipo strano, il Duca della Chiave, il due volte Duca della Chiave, si corresse mentalmente Julian. Aveva carisma, aveva fascino.

Lo aveva più volte visto, dalla finestra della camera di Jordan, allenarsi con l'altro loro fratello, Bryce Vandemberg.

Era un uomo astuto, sempre pronto ad imbracciare le armi se ci fosse stato bisogno di combattere. Ed in più, bruciava prepotentemente d'amore per Eloise Weiss. Un amore struggente, passionale, di quelli che ti consumano nel profondo.

Allungò una mano, allontanando quei pensieri, quando il Princeps gli porse una busta sigillata dalla ceralacca con lo stemma dei Vandemberg.

Consegnalo a Gareth, lo conosci, giusto?”

Julian si fece meditabondo. “Quell'uomo impacciato, a cui le donne cadono ai piedi come coriandoli a carnevale?”

Axel annuì con un sorriso divertito, che trovò risposta in quello di Julian.

Proprio lui. Gli avevo dato appuntamento per stasera alla Locanda della Luna Nera. Ma ho già disposto che qualcuno prenda il mio posto.”

Non aggiunse altro, e con un cenno del capo congedò il giovane Lord, che sorridendo con tranquillità si inchinò, prima di allontanarsi con gran zelo, infilando la missiva nella tasca interna del mantello.

 

Stupido Axel!”

Gareth scosse veementemente la testa, i capelli biondi che oscillarono a quel movimento, gli occhi verdi accesi di divertimento.

Mi chiedo che cosa abbia di importante da fare, stanotte. Anzi no, credo di saperlo.”

Sorrise sornione, e Julian ridacchiò sotto i baffi, sia per l'implicita considerazione sulla vita privata di Axel ed Eloise, sia per tre ragazze che, a quel sorriso, parvero aver dimenticato perfino il loro nome o la loro dignità. Risero leggere, le voci cristalline e un po' alte, nel tentativo di farsi notare da Gareth.

Il novizio Duca aveva insistito per tirarsi dietro Julian, dato il suo zelo nel riferire e consegnare la missiva dell'erede al trono di Aldenor; e probabilmente era stato un bene, visto che nel tragitto aveva rischiato di cadere al suolo inciampando nei suoi stessi piedi diverse volte, e ci sarebbe finito, se Julian non l'avesse sorretto.

Avevano da poco ordinato da bere, quando Julian si accorse che l'oste aveva portato al loro tavolo, isolato dagli altri, tre calici. Due colmi di pregiato vino, il terzo celava il contenuto essendo in acciaio. Un lumino acceso, inoltre, faceva bollire un piccolo contenitore d'acqua che emanava un piacevole aroma speziato. Fissava quel calice coperto con sguardo interrogativo, finché una voce alle spalle lo fece sobbalzare sulla sedia, facendogli andare di traverso il vino.

 

[…]

 

Aveva ricevuto da Axel in persona una lettera. La lesse ripetute volte, assimilandone il significato.

Lasciò il foglio sul tavolo, per giustificare la sua assenza quella sera, e si infilò sotto la doccia.

Si lavò di dosso l'odore del sangue che, dalla sera prima, ancora incrostava i capelli scuri. Si beò dell'acqua tiepida della vasca, rabbrividendo di piacere per la sensazione di calore che gli procurava.

Si asciugò e, vestendosi in fretta uscì, diretto alla Locanda.

Una volta entrato guizzò gli occhi alla ricerca di Gareth Elridge. L'oste gli indicò un tavolo, nascosto alla vista, mentre nelle orecchie di Damian risuonavano decine di cuori e di voci.

Non odiava i luoghi affollati, tutt'altro. Trovava divertente osservare gli umani in circostanze simili. Sorride divertito, i canini appena scoperti, quando un odore diverso, familiare, lo colpì alle narici. Cercò di ricordare, e quando ci riuscì, rise sommessamente. L'oste gli scoccò un occhiataccia, e scosse la testa.

Onorevole Assange, vi stanno aspettando.”

Si congedò lanciando sul bancone qualche moneta d'oro, prima di incamminarsi nella saletta che gli era stata indicata. Entrando notò immediatamente la chioma bionda di Gareth, e soprattutto Julian Lord, le spalle rivolte verso di lui.

Ne riconobbe la chioma rossiccia, e in particolar modo l'odore del sangue.

Signori, buonasera.”

Rise roco, avvicinandosi al tavolo e stringendo la mano che Gareth gli porgeva, sorridendo tra sé per il brivido che la sua voce aveva provocato nello studente.

Damian, bentrovato! Lascia che ti presenti...”

Julian si alzò senza troppi indugi, voltandosi e puntando lo sguardo in quello del vampiro. Damian abbassò lo sguardo su quello del giovane, sorridendo con una punta di malizia, stringendogli la mano quando il ragazzo si presentò, come se fosse la prima volta.

Julian Lord.”

Lo tirò a sé, facendo leva sulle loro mani giunte, e poggiando la mano sinistra sulla sua guancia gli sfiorò le labbra con il pollice. Sorrise quando lo vide arrossire, infastidito da quel gesto, e abbassò le labbra al suo orecchio.

Mi piace mettere in difficoltà la gente, giovane Lord.”

Sussurrò con malizia, lasciando andare la presa dopo un tempo decisamente troppo lungo, ma Gareth parve non farci caso, impegnato a ricambiare i saluti delle ragazze con scarso interesse. Già era promesso ad una sola donna, come testimoniava un anello che Damian notò al suo anulare sinistro.

Damian Assange, sono piacevolmente colpito da voi. Sembrate un giovane talentuoso.”

A quelle parole Gareth si girò, ridendo.

Sì, Damian. Probabilmente, se riuscirà negli studi, diventerà un Duca della Chiave.”

Una scintilla maliziosa comparve in fondo agli occhi di Damian, mentre il ragazzo scoccava invece un'occhiata omicida al giovane Elridge, prima di tornare a fissare gelidamente il redivivo. Allontanò con violenza la mano dalla sua, quando il pollice di Damian gli solleticò la pelle del polso, i capillari pulsanti sotto la superficie.

Forse è il caso che vi lasci soli.”

Il redivivo osservò attento i movimenti del ragazzo, il nervosismo evidente dal leggero tremore delle sue mani, troppo lieve perché Gareth potesse notarlo. Ne sorrise, e si sedette come se niente fosse successo davanti al calice d'acciaio.

Non c'è problema giovane Lord, sarà una chiacchierata veloce e incomprensibile per voi, non c'è nessun bisogno che ve ne andiate.”

Regalò un sorriso sghembo al ragazzo, che serrò le dita attorno allo schienale, tornando a fulminare Gareth con lo sguardo quando quest'ultimo rise alla battuta di Damian. La mano del novizio Duca batté sulla spalla di Julian. “Suvvia Julian, rimani! Parleremo dell'Ordine...” - abbassò la voce, sussurrando - “Sicuramente ne trarrai vantaggio nel tuo futuro!”

A quel duplice invito non poté far altro che sedersi, alzando lo sguardo sui due per osservare con una certa curiosità il calice che Damian si stava portando alle labbra.

Il redivivo notò il suo sguardo, e con una certa lentezza trasse un lungo sorso. Quando poggiò il calice, le sue labbra erano macchiate di rosso. Sorrise dell'espressione sconvolta del ragazzo, guizzando la lingua per ripulirle, schiudendo le labbra sui canini. Intrecciò quindi le pallide ed affusolate dita per poi concentrarsi su Gareth, iniziando a confabulare con l'uomo di faccende di cui Julian, in quel momento, si sentiva del tutto estraneo.

 

Passarono probabilmente un paio d'ore; Damian si accorse di come Julian stesse cercando di seguire più o meno attentamente il loro discorso, e inconsciamente si ritrovò a rallentare ed esplicare concetti in modo più chiaro, nonostante Gareth li conoscesse già. Probabilmente quelle spiegazioni extra sarebbero decisamente giovate al giovane Duca. Si accorse anche di come gli occhi marroni dello studente seguissero attentamente i suoi movimenti, e ne sorrise tranquillamente, con una certa punta di autocompiacimento. Non era vanitoso, ma l'essere così apprezzato gli piaceva e, soprattutto, gli mancava.

Si ritrovò a desiderare di sfiorare quel viso concentrato con le dita, e si sentì stranamente a disagio. Approfittò poi dello sbadiglio di Gareth, per troncare la conversazione.

È quasi mezzanotte, meglio finirla qui per stasera.”

Gareth si destò, e Julian distolse l'attenzione quando si accorse che il redivivo lo stava fissando.

Accidenti... Julian, ti accompagno al Collegio, o passera...”

Il Duca della Chiave non fece in tempo a concludere il discorso che Damian prese parola, fissando con un certo interesse, con sincera curiosità Julian.

Lo riaccompagno io, Elridge. Faremo prima, e lo farò rientrare dalla finestra, nessuno si accorgerà della sua assenza.”

Gareth parve valutare la cosa, mentre un espressione attonita e decisamente sconvolta si dipinse sul volto di Julian. Damian sorride a quella vista, ridacchiando sotto i baffi.

Beh, molto bene allora! Julian, Damian, a presto!”

Elridge si alzò, provocando un notevole trambusto nel tentativo di liberarsi dall'ingombro della sedia che si era impigliata al mantello, lasciando poi il vampiro ed il ragazzo da soli, mentre quest'ultimo, ancora attonito, non riusciva a pensare qualcosa di sensato, preso alla sprovvista dalla piega che avevano preso gli eventi.

Damian si alzò, il calice ormai vuoto, e fissò con sguardo interrogativo Julian. “Beh, ti alzi?”

Senza dargli modo di aprir bocca Julian si alzò, fissandolo in cagnesco. Lo seguì fuori dal locale, prima di precederlo di un paio di passi, nervoso, il cuore che batteva a mille.

A che gioco stai giocando, Assange?”

In un fruscio di stoffa il redivivo gli fu dietro, tirandolo con sé in un vicolo laterale, deserto e scuro.

Sono curioso, Lord. Sei... Particolare.”

Gli sfiorò la guancia con le dita mentre parlava, sorridendo del rossore che imporporava le sue gote, sincera curiosità nei suoi occhi. Julian ricambiò lo sguardo, rilassandosi appena. Si era accorto che Damian non mentiva, né pensò che lo stesse ammaliando.

Sono solo un comune essere umano, Assange, come tanti altri.”

Scostò la sua mano con un gesto brusco, ma più gentile dell'ultima volta. Sorrise appena al suo complimento, scuotendo la testa.

Ne ho visti tanti di umani in due secoli, ne ho amati tanti e tanti mi hanno fatto soffrire.”

Soffiò vicino al viso del giovane, la voce bassa e tranquilla, nessuna malizia a colorarne il timbro. “E sì, sei particolare Julian Lord, e vorrei avere la possibilità di conoscerti meglio.”

La matricola arrossì pericolosamente, il cuore che accelerava i battiti. Damian ignorò la sua reazione, combattendo con l'impulso di metterlo ulteriormente a disagio. Allontanò la mano dal suo viso prima di voltarsi di scatto, fiutando qualcosa.

Vieni, ora.”

Sibilò e afferrò il ragazzo per un braccio, tirandoselo contro. Julian emise uno sbuffo, quando impattò contro il corpo resistente e tonico del redivivo, e trattenne il fiato quando venne stretto dal suo braccio, finché non si ritrovarono su un balcone al secondo piano. Chiuse gli occhi e si accucciò, mentre uno schiamazzo di voci proveniva dal basso.

Ordine della Croce, giovane Lord, non è consigliabile che ti vedano assieme ad un vampiro.”

Sussurrò divertito, e quando il gruppo di uomini armati sparì alla vista, Damian lo strinse di nuovo. Gli tappò la bocca con una mano, prima di saltare di nuovo al livello del suolo, solo per balzare nuovamente su un balcone vicino.

Poco dopo erano giunti al Collegio di Aldenor.

Gli occhi azzurri di Damian si levarono sull'ala dei dormitori, mentre il suo braccio ancora si teneva premuto contro il corpo caldo di Julian, facendosi avvolgere dal suo calore.

Lasciò andare il ragazzo soltanto quando questo si scostò con forza da lui, e rise quando vide l'evidente disagio sul suo viso.

Grazie di avermi accompagnato, Damian.”

Sorrise quando si accorse dello sforzo che quelle parole costarono a Julian, e di nuovo gli fu vicino. Gli alzò il viso con due dita, guardandolo negli occhi.

Sentì il suo corpo irrigidirsi per quel gesto, e senza aspettare altro poggiò le labbra sulla guancia. Chiuse gli occhi e le lasciò leggermente premute, rubando a quel corpo il calore della vita che pulsava incessante al suo interno.

Ricordati, giovane Lord, mi devi un favore.”

Sussurrò al suo orecchio, prima di prenderlo di nuovo con entrambe le braccia e, saltando, lo depositò sul davanzale della sua camera, prima di sparire di nuovo nella notte, lasciandolo lì, da solo, a fissare confuso il cielo notturno.

   
 
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