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Autore: telesette    16/11/2013    1 recensioni
Dal momento che la Ubisoft non si decide a pubblicare il nuovo titolo della Saga di Ahriman - iniziata nel 2008 - nessuno mi vieta di buttare giù qualcosa per riprendere dal punto in cui la trilogia si è interrotta.
Non posso promettere niente, anche perché mi mancano alcuni "pezzi" della trama, ma non potevo più sopportare l'idea che Elika tenesse ancora il broncio al nostro eroe. La storia riprende dalla fine del terzo capitolo ( "The Fallen King" - Nintendo DS ) e l'intenzione è quella di avvicinarsi ad un intreccio plausibile per arrivare alla battaglia finale contro Ahriman...
P.S.
Un consiglio: non leggetela, siete troppo giovani per morire!
xDxDxD
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Abbiamo superato un gran bel pezzo di strada, fino qui almeno.
Non fosse stato per i poteri magici di Elika, da solo avrei impiegato un'eternità ad oltrepassare i crepacci e burroni della valle-del-non-ritorno. Da che Shalahasta è stata colpita dalla rovina, persino le carovane che attraversano la Siria per giungere in Babilonia preferiscono di gran lunga i predoni lungo la via meridionale, piuttosto che barcamenarsi tra queste pietre spettrali e desolate.
Questo luogo non figura più persino sulle carte geografiche, date le brutte voci che circolano.
La gente non ama le storie di morte.
Purtroppo noi due siamo invece costretti ad attraversare questo tratto pieno zeppo di insidie, l'ultimo prima di poter vedere ciò che rimane dell'antico Pianoro di Yshizzàn, e il tempo non ci è molto d'aiuto...

- Qualcosa mi dice, cara la mia principessa, che Ormazd abbia inteso concedersi un lungo periodo di ferie - commento io, dando un'occhiata all'enorme distesa grigiastra che si estende subito oltre l'uscita della valle.
- Ormazd non c'entra - risponde Elika, chinando il capo da una parte per evitare di guardarmi negli occhi. - Quello che vedi... Questo è opera di mio padre!

L'unico commento che mi viene spontaneo, dinanzi a una rivelazione del genere, si può riassumere in un fischio sottile pieno di stupore.

- Anche questo faceva parte dell'accordo con Ahriman?
- Questo era "l'inganno" di Ahriman - puntualizza Elika. - Per riportarmi in vita la prima volta, il Dio dell'Oscurità ha preteso in cambio l'intero regno di mio padre!
- Beh, io non sono molto pratico di regni ma, non mi sembra che ci abbia guadagnato nel cambio-gestione...

Che stupido che sono!
Quando imparerò a far funzionare la lingua assieme al cervello?
In questo momento Elika è addolorata dall'enormità di ciò che ha fatto suo padre, sacrificando un intero regno per lei, e io non ho niente di meglio che mettermi a fare battute idiote.
Quella che vedo, un tempo, era la casa di Elika.
Questo è il luogo in cui è nata e cresciuta, un posto che di certo doveva essere magnifico e pieno di vita, adesso invece non è neppure l'ombra di ciò che era. Ahriman ha privato della luce ogni cosa: le case, le strade, le torri...
Non credo di aver mai visto una simile desolazione, in nessuno dei miei viaggi.
Ho visto la guerra ditruggere completamente cose e persone.
Ho visto città ardere in preda alle fiamme, la gente costretta alla fuga, e interi palazzi crollare come enormi vasi di coccio sotto i colpi di una fionda.
Ho visto la fame, la paura e la disperazione, gli occhi di chi aveva perso tutto in meno di un attimo.
Ma non avevo mai visto la terra sterile di un ambiente privo di luce.
Se penso che Ahriman ha intenzione di ridurre l'intero mondo così, forse meriterei davvero di marcire assieme a questa enorme distesa maledetta.

- Ce la fai a proseguire, Elika?

Lei annuisce.
L'uscita dal valico non è molto distante, si tratta solo di muoversi rapidamente lungo una parete di roccia quasi verticale, e subito dopo ci ritroveremo a calpestare le Pianure Morte che ancora ci separano dalla nostra meta... sempre ammesso che, dopo trecento anni, il tempio sia ancora in piedi.

- C'è una cosa che non capisco - esclamo. - Il tuo consigliere ha detto che il tempio è stato abbandonato dagli Ahura almeno tre secoli fa, mentre tu e tuo padre dimoravate su Yshizzàn meno di qualche anno fa... No perché, per avere più di trecento anni, devo dire che non li dimostri affatto!
- Quanto sei spiritoso - risponde lei acida. - Tre secoli or sono, la mia gente dimorava molto più nell'entroterra di Yshizzàn, prima che la zona fosse colpita da una tremenda siccità; gli antenati di mio padre hanno inteso spingersi molto più a sud, dove l'acqua e il clima erano più ospitali, così il tempio di Atheyashira e l'antico palazzo reale furono abbandonati al loro destino!
- Capito: visto il costo della vita in aumento, meglio scalare il tutto dalla denuncia dei redditi...
- Erano la nostra storia, la nostra tradizione - sottolinea lei stizzìta. - Non è stata una scelta facile abbandonare tutto, anche se si trattava di far sopravvivere la nostra gente!
- Insomma, se ho capito bene, la corruzione non ha intaccato il tempio!
- No, il tempio è un luogo sacro ad Ormazd, Ahriman non avrebbe potuto toccarlo in ogni caso!

Speriamo che sia davvero così.
Non so voi, ma io non ci tengo proprio a rituffarmi nell'oscura melma di Ahriman per la seconda volta. Se Ormazd ha intenzione di assisterci, speriamo ci consenta di raggiungere il suo tempio senza incidenti. Ciò che ci attende, oltre l'uscita dalla valle-del-non-ritorno, non m'ispira particolarmente... ma questa è l'unica strada per giungere a destinazione.
Ormai ci siamo.
Il tempo di spiccare un agile balzo e, lasciandoci alle spalle le rovine di Shalahasta, eccoci finalmente al confine con le tenebre che avvolgono l'intera Yshizzàn.

- Ma cosa...

Non ci posso credere.
Nell'attimo in cui io ed Elika cerchiamo di accedere al tetro pianoro, alcuni violenti lampi carichi di luce rossastra emergono all'improvviso dall'oscurità e cercano di arrostirci.
D'istinto mi tuffo di lato, spingendo via anche Elika per proteggerla, ed entrambi evitiamo di morire fulminati per un soffio. Prima ancora che io riesca a rialzarmi, lunghi tentacoli neri di corruzione si levano senza preavviso dal sottosuolo, fendendo l'aria come tante fruste sottili.

- Mi sembrava strano, che Ahriman si fosse stufato di giocare!

Il tempo di sguainare la scimitarra, subito comincio a menare colpi violenti contro i fitti tentacoli di quella nera massa brulicante ed appiccicosa.
Anche Elika si sta dando da fare, costringendo la corruzione ad arretrare sotto il potere della luce che le deriva da Ormazd.
Il vero problema sono questi fulmini.
Sembra che Ahriman abbia affinato oltremodo le sue armi, se è in grado di scagliare simili fasci di energia bruciante. Avere a che fare con la corruzione da sola è niente, le manifestazioni spariscono e si dissolvono, a contatto della mia lama; ma questi fulmini rischiano di cuocermi le natiche, se non sto attento a saltare per evitarli.

- Elika, stà indietro - urlo, sperando che mi dia ascolto.
- Non distrarti - risponde lei, giustamente, non appena l'ennesimo fulmine si scarica al suolo a meno di un centimetro dalla mia faccia.

Stavolta ho rischiato davvero grosso.
Meno di un centimetro, e potevo dire "addio" al mio bel nasino, accidenti ad Ahriman!
Sto appunto imprecando tra me che, quasi mi avesse sentito, costui rimodella la massa informe della corruzione a generare una specie di gigantesco colosso tutto muscoli con tanto di spada bilama.

- Uno più grande non c'era, eh?
- YYYYEEEEAAAARRRRKKKK !!! - grugnisce il mostro, facendo roteare la grossa e pesante arma sopra la testa.
- Ehi, dico - esclamo offeso. - Vedi di "yerkàre" da un'altra parte, cocco... Non ho tempo da perdere con te!

Per tutta risposta, il signorino vibra un pesante fendente in aria e poco ci manca che io mi ritrovi la testa mozzata di netto.

- Va bene, va bene, d'accordo - borbotto con un filo di voce, osservando le dimensioni della fenditura che quella grossa spada ha appena scavato dinanzi ai miei piedi. - Che diamine, non c'è bisogno di essere così aggressivo!

 

( continua )

   
 
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