Nota della sottoscritta autrice: Salve signori! Ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo di codesta ficci fatta mlto di getto. Penso proprio che per quanto mi riguarda questo sarà l'ultimo capitolo. Questa attualmente è la fine della mia storia...
Ieri sera, dopo aver
finito la doccia mi sono fermata per qualche secondo a guardarmi allo specchio.
La mia attenzione è stata ben presto catturata dal mio braccio sinistro.
Stranamente, nonostante io non tenga mai le braccia scoperte, la mia pelle si è
scurita. O forse sono le mie cicatrici che spiccano più del solito. Il mio
braccio è solcato da lunghe e profonde cicatrici bianche; anche se ormai è
passato molto tempo da quando la lametta del taglierino ha toccato la mia pelle,
bruciano come se fossero terribilmente recenti. Mi sento una stupida se penso
che usavo il dolore come mezzo per sentirmi meglio, mi vergogno di me stessa e
allo stesso tempo mi sento presa per il culo.
Ogni giorno che passa
scopro che un’altra delle persone che conosco si taglia o si tagliava, questa
cosa non mi piace. Non è per egoismo, della serie “solo io ho avuto problemi”,
semplicemente ODIO profondamente che il fatto di tagliarsi stia diventando una
moda. Ricordo che ogni volta che mi ferivo, tremavo all’idea che qualcuno lo
venisse a sapere, o più che altro tremavo all’idea che le persone che mi
volevano bene lo venissero a sapere. Ora invece le persone lo ostentano,
mostrano i loro tagli come fossero trofei, godono nell’essere compatiti e godono
ancora di più nell’essere disprezzati, perché in questo modo possono crogiolarsi
nell’autocommiserazione ed affermare che nessuno li capisce. Questo modo di
pensare mi fa terribilmente schifo.
Potrà sembrare strano, ma
per me tagliarmi era una cosa importante ed il fatto di averlo fatto è ancora
adesso importante per me. Ogni singola linea chiara sulla mia pelle mi ricorda
un periodo della mia vita, come in un film mi passano davanti i fotogrammi di un
inferno ed ora un po’ godo dell’essere riuscita ad uscirne, di avere trovato
modi alternativi al dolore per sfogarmi.
Mi sono sorpresa nel
rivedere il nome di Ale inciso sul mio braccio: avevo completamente rimosso di
averlo fatto e come per tutte le altre cicatrici mi è tornata in mente quella
sera e tutte le lacrime che avevo versato. Strano… Sembra che abbia sempre
sbagliato io… Sembrava sempre colpa mia.
Ora come ora mi pento di
essere stata così debole, però mi sono accorta che la debolezza mi ha
fortificato. In questo momento sono terribilmente arrabbiata, la mia vita stava
prendendo una piega giusta, ma subito la mia famiglia ha deciso di rovinare
tutto. Sì, sono tremendamente incazzata, e triste, e giù di corda, e ho
un’assurda voglia di piangere, ma ancora una volta non impugnerò nessuna lama.
Ho deciso di vivere in modo diverso, ho capito che se anche la via che sto
percorrendo è molto buia, mi devo fare forza, perché ci sono persone splendide a
tenermi per mano. Sono stanca di avere paura dei mostri che si nascondono nel
buio, sono stanca di avere la luce a portata di mano ma di essere troppo
occupata a soffrire per accorgermene, sono stufa di vedere i miei sentimenti
calpestati, sono stufa di mostrarmi forte e sorda alle critiche, perciò ho
deciso di reagire. E l’ho fatto. Non ho più paura dei mostri, perché ho scoperto
che basta ignorarli per farli stancare, ho afferrato la luce che fino ad ora mi
sfuggiva e ho capito che erano tante, tante luci e che mi posso aggrappare a
loro nei momenti di sconforto. Le critiche non mi feriscono più, provo solo una
gran pena nei confronti di queste persone. Non sanno fare altro che ripetere le
stesse cose all’infinito, ma ho iniziato a far versare a loro il sangue che
prima mi sgorgava dalle ferite. Non ho più intenzione di sopportare. Non ho più
intenzione di ingoiare tutto. La mia vita non fa affatto schifo come credevo. Io
sono una persona decisamente migliore di quanto chiunque pensi. Sono fiera di me
e delle mie scelte, per questo so di potercela fare. Ho reagito e sto
vincendo.
La strada è ancora buia,
ma io sono più furba e mi sono portata dietro la torcia.
Watashi na Itami desu.
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