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Autore: adelfasora    19/11/2013    5 recensioni
Riguardando gli episodi non sono riuscita a non pensare a quanto un sequel avrebbe fatto bene alla loro condizione -intendo quella voluta- di coppia.
Quasi a motivare un crescente avvicinamento, una raccolta di flashfic. La parola d'ordine, e spero mi riesca, è fluff!
[Il fidanzato rubato]
Per un po’ le camminò distante, irritato perché.. perché..
-Ti voglio bene che l’acqua sia fredda o calda, per questo non importa. Scemo. –
Perché doveva essere sempre così speciale?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[la spilla della discordia]     
-ovvero, l’episodio/oav da me più odiato, probabilmente, dell’intera serie-
E’ possibile che io non piaccia alle ragazze come ho sempre creduto?-
Shampoo, io ti sfido-
E tu che pensi “Dio, che idiota”. Sì, hai ragione.
 


-Già, sei davvero amato dalle ragazze, non fanno altro che preoccuparsi per la salute di un decerebrato come te, tapine loro-
-Non fraintendere, stupida!-
-oh, maddai, e come potrei? Hai soltanto progettato di fare innamorare di te Shampoo perché ferito nell’orgoglio dal suo improvviso, pacifico e salubre astio nei tuoi confronti. Chi è il bambino? Anzi, lo stupido!?- L’aura violenta dell’amabile crocerossina aveva di che spaventare i presenti, dato il grado di irritabilità raggiunto.
Lei diceva di odiarlo ogni secondo di ogni loro lite semipiangente, e per la prima che smetteva di soffocarlo lui era lì pronto a reclamare la sua dose di “polpose” attenzioni.
Lo. Odiava.
E non si rassegnava, continuava ad essere irritata, perché per lei forse, a ragione, non provava nulla. Ed era distruttivo, annientante pensarlo per davvero. Quando lui faceva determinate cose, come poteva lei non avere dei dubbi, e in definitiva perdere vitalità e colore, a causa sua? Frustrazione. Rabbia. Salutari dosi di rigetto su quel tutt’altro che malcapitato –ma idiota, cento volte idiota- di Ranma.
Perché lui se le chiamava le sue sfuriate da maschiaccio. E andava anche da lei a scusarsi, convinto in cuor suo di dover accondiscendere alla sua pazzia violenta. Non perché gli dispiaceva, ormai era una schifosa semplice routine.
Frustrazione.
-Dai, smettila! Si può sapere che ti ho fatto stavolta?-
Era esattamente quello che non voleva sentire. La sua puntuale e presunta innocenza. Dopotutto era lei la folle, nevrastenica e dispotica pronta ad impuntarsi su quisquiglie, no?
-Scusa tanto, sai, se mostro il mio disappunto rivolto al tuo ruolo di fidanzato. Diviso per quattro, s’intende.-
No. Lei non voleva smettere di impuntarsi perché, cavoli, a lei importava.
-Lo sai che sono lor… - Uno schiaffo. Era proprio forte, quanto lo sguardo lucido dei suoi vuoti occhi liquidi.
-Stavolta no, Ranma.-
Se ne voleva andare, perché troppo spesso cose indigeste e opprimenti non possono mostrarsi a certe persone. Solo per loro, quelle cose devono restare nascoste almeno un altro po’. Fintanto che non rinsaviscono dalla loro imbecillaggine e ottusità, come minimo.
Dopo cena tornò da lui, per gli appunti di scuola da terminare, per il cambio delle bende, ma soprattutto per dovere.
Mai pensata una simile fandonia, ma era quello che doveva mostrare più di tutto il rimestio che si agitava dentro di lei, da qualche imprecisata parte. Frustrazione.
-Ciao. –
-Scusa. –
Non si può più decidere nemmeno che cosa pensare e provare, neh?
-Certo. –
Era troppo scontato perfino per lui.
-Dico sul serio, vorrei che tu mi perdonassi. –
-E non posso, ma questo sarebbe di più facile comprensione, se solo tu capissi che sei fatto così, le “sfide”, qualsiasi esse siano, sono una parte di te e qualsiasi situazione o soggetto comprendano non ti tirerai mai indietro. Perché sei fatto così, ovvero maledettamente male-  e tu lo sai già che non mi ascolterai e il tuo imbarazzante silenzio neuronale farà parlare il tuo orgoglio e la tua ritrosia a esprimere una qualsiasi carineria, e allora, razza di mutaforma senza spina dorsale, perché mi lasci nutrire delle speranze malriposte? Frustrazione, come quella di una bambina di sei anni che scalpita per la caramella più grande e colorata ma non riesce ad ottenerla, con la stessa testardaggine e stizza puerile.
E Ranma chissà perché, non se la sentiva di ribattere brillantemente.
“Fammi.. fammelo solo notare la prossima volta, okay?”
Faceva male. A tutti e due?
E lei se ne andò.
Ci sono pregi e difetti nelle persone, e accettarli è una scelta ardua.
Immobilizzato sul letto del dott. Tofu, aveva paura che i suoi difetti fossero troppi, e la scelta di lei fosse quella insperata.
Non puoi più considerarti il fidanzato di Akane!
E certi pensieri prendono a tormentarti.
-Ciao. –
-Ehi. –
-..Cambiato le bende? –
- Sì, a dir la verità fanno ancora un male cane.. –
-Dai, ti aiuto a spostarti. –
-Grazie. –
E mentre lei si avvicinava, lui continuava a sperare di non rovinare tutto. –Tu non sei una sfida. Ecco. E’ un po’ diverso.. – Tu sei l’unica. - Io farò il possibile, mi impegnerò.. –
-Sai già che fallirai e riceverai pugni, calci e sberle, vero? – Anche io provo lo stesso. E Ranma, in fondo al suo cuore, sente la stessa cosa. Ci vuole solo un altro po’ di tempo. Accettazione.
Le ferree decisioni non facevano per lei, non riusciva ad avere un tono perentorio con lui che poi non sfumasse in accettazione sommessa delle sue inutili scuse.
-Dopotutto sei un maschiaccio. – Pugno.
-E tu un artista marziale esasperante. – asserì volgendo gli occhi al soffitto.
L’importante è che le bende non mostrassero quel superfluo rossore. La sua felicità, così raramente manifesta di fronte a lui, era sollievo e approvazione nonostante i balbettii sconnessi del suo imbarazzo. Perché ne valeva la pena.
-Sono da considerare difetti? –
E lui lo sapeva fin troppo bene, che quando lei sorrideva timidamente, la sua reazione era prossima alla liquefazione. “Ben venga.” Dolorante, sentiva sofferente la sua testa sulla spalla.
-Niente “ahia”, devi soffrire in silenzio, ora. – E si stese affianco a lui. La sola cosa che non sapeva era che oltre al forte bisogno di un po’ di morfina, gli faceva bene averla fianco a fianco su quella branda, dove lei si era stretta a lui.
E ogni fitta di bruciore era un po’ del suo rimorso che si allontanava, sostituito dalla vicinanza dei suoi capelli corvini, dei suoi occhi, delle sue guance e bocca, del suo collo, spalla, fianchi, gambe, mani. In pratica ogni suo lembo di pelle annientava la semplice sensibilità alle condizioni del suo organismo.
Lei si sentiva leggermente sadica, ma d’altra parte se lo meritava, pensò. E nonostante questo gli prese la mano bendata tra le sue, in silenzio.
-Stai dormendo? –
-… -
- Ranma! –
- No. –
- A che pensi? –
- Mi sta andando a fuoco la spalla. –
- Se proprio mi vuoi tenere lontana ti accontento subito, eccoti servito, razza di.. –
- Non posso muovermi, inseguirti o ribattere. Passo? –
Tornò a posare la testa sul cuscino, e mentre lo guardava, pensò che non sarebbe stato lo stesso, se non fosse stato proprio lui, fatto in quel modo con tutti i suoi pro e contro da sopportare indistintamente.
- Passo. – gli sfiorò stavolta il petto, dove la fasciatura cominciava a cedere. Stava già prendendo la consueta consistenza granitica, ed era, oltre che imbarazzante oltre la soglia dell’immaginabile, anche la prova più inconfutabile del loro legame. Quella, era una certezza. Arrossì, pensando a quello che aveva appena fatto. Quei silenzi quieti sapevano costare fin troppi fiati smorzati.
- … so che muori dalla voglia di cambiarmi le bende. –
- Maiale! –
- Ma se stavolta non ho fatto proprio niente! –
 
Perché quando sei stupidamente innamorato di qualcuno, e hai una di quelle cotte stratosferiche, perdoni perché non sai dimenticare. E finisce che ti innamori anche dei difetti più irritanti, e allora devi preoccuparti di custodire anche questo nuovo segreto gelosamente per un altro, breve, lasso di tempo.
L’amore per essere tale deve vivere il miracolo di essere corrisposto. L’importante è saperlo quanto prima.
 
 
 
 
[Anche io lo.. e Ranma in fondo al suo cuore mi..
 
In realtà tu sei l’unica che..] Anziché dividere, metti insieme e moltiplica  –fluff.
 
 
___________Com’è andata? Questo episodio è stato un parto. Lo odio davvero. Fortuna che volevo/DOVEVO trasformarlo in qualcosa di tutto loro. Eheh.
Ah, e che siano lodati tutti i riferimenti puramente casuali che hanno fomentato l’ispirazione per questa orrorifica cosa(?), che senza frasi a caso non so farmi uscire niente.
#ooc?!
 
…spero al più presto, Vostra Adehlfasssorra. Mmh.

 
  
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