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Autore: Angie Mars Halen    20/11/2013    2 recensioni
Nikki sta attraversando il periodo più buio della sua vita e ha l’occasione di incontrare Grace. Dopo il loro primo e burrascoso incontro, tra i due nasce una profonda amicizia e Grace decide di fare del suo meglio per aiutare e sostenere il bassista. Inizialmente Nikki è felice del solido rapporto che si è creato tra lui e questa diciassettenne sconosciuta, ma subentrerà la gelosia nel momento in cui lei inizierà a frequentare uno dei suoi compagni di band. Mentre dovrà fare i conti con questo, Grace, che è molto affezionata a lui e quindi non vuole abbandonarlo, dovrà fare il possibile per non essere trascinata nell’abisso oscuro di Sikki.
[1987]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Nuovo personaggio, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12) NIKKI

Accompagnai Mick alla porta e gli indicai prontamente il cancelletto, invitandolo a sparire dalla mia vista per il resto delle prossime ventiquattro ore. Lui obbedì in silenzio, rassegnato come un cane maltrattato, e se ne andò col capo chino insieme alla sua chitarra. Sembrava che lo avessi appena messo in punizione ma, nonostante questo, non provavo alcun rimorso.

Avevo in programma di accasciarmi sul divano a guardare la televisione in mancanza di passatempi migliori, ma non feci nemmeno in tempo ad accenderla perché Grace si presentò a casa mia. Si fece trovare davanti alla porta con la sua solita faccia sorridente e io ero troppo stanco anche solo per ricambiare quel sorriso meraviglioso che mi aveva appena rivolto. Era bello vederla là fuori che aspettava che le aprissi, ma allo stesso tempo volevo restare da solo. Tommy, però, diceva sempre che avevo bisogno di contatti umani che non fossero le ragazze che lui e i nostri amici mi portavano a casa dai locali di Hollywood per fare baldoria, così decisi che avrei provato a socializzare un po’. Dopotutto, parlare con Grace era piacevole. Mentre pregustavo il momento in cui ci saremmo seduti sul divano a chiacchierare, aprii il cancelletto e la osservai attraversare il giardino.

“Prima ho conosciuto Mick,” disse mentre entrava in casa. “Era qui davanti e mi ha chiesto di passare più tardi perché dovevate parlare di affari, o robe del genere.”

Sbuffai. Cosa importava a Mars di lei? Avrebbe dovuto suonare il campanello e lasciare che fossi io a decidere a chi di loro dare la precedenza e, siccome sapevo già per quale motivo Mick si era scomodato per venire fino a casa mia, avrei fatto entrare Grace e avrei lasciato fuori lui, invitandolo a non muoversi finché Grace non fosse andata via.

“È un tipo strano,” asserì dopo un po’. Non saprei dire se fosse divertita o confusa.

Non risposi e lasciai che finisse il suo consueto giro di perlustrazione del salotto, domandandomi perché dovesse farlo ogni volta. Si soffermava sulle copie delle riviste musicali, le raccoglieva e le sfogliava, poi le appoggiava sul tavolo e ne prendeva delle altre. La lasciavo fare perché ormai non mi importava più niente di quei giornali: erano lì da settimane e li avevo letti diverse volte perché mi rifiutavo di uscire per andare a comprarne degli altri, anche se a volte incaricavo qualcuno di farlo visto che avevo bisogno di sapere le ultime news. Quel giorno era una settimana e mezzo che non commissionavo compere: avevo il frigo vuoto, le scorte di alcolici stavano finendo e non avevo la carta igienica in casa da ormai troppo tempo. Di sicuro casa mia non era il posto migliore per trascorrere i miei pomeriggi di chiacchiere con Grace e, ora che ci pensavo, avevo appena comprato una motocicletta nuova che non meritava di rimanere chiusa in garage. Proposi a Grace di farci un giro e inizialmente non mi sembrò molto convinta – non era mai salita su un gioiellino come quello prima d’ora e le faceva un po’ paura – poi riuscii a convincerla e mi seguì fino al garage. Attese che portassi la motocicletta in giardino e non salì finché non fu certa che mi stessi assicurando che fosse stabile.

Prese posto dietro di me e tastò il sedile con atteggiamento critico. “Sembra morbido. Con tutta questa comodità si può viaggiare a lungo.”

Mi preoccupai di indossare un casco per il solo timore di essere riconosciuto e ne porsi uno anche a lei. “È vero, ma faremo solo un giretto veloce.”

“Hai già pensato a dove potremmo andare?”

Mi presi qualche secondo per ragionare e le dissi che avevo una vaga idea, anche se in realtà avevo già programmato tutto: c’era un posto sulle Hollywood Hills in cui un tempo, preso dalla cosiddetta “depressione del ragazzo di città”, mi recavo per allontanarmi dal casino urbano. L’ultima volta che ci ero stato risaliva a un anno prima, poi avevo trovato altri passatempi e non riuscivo più a godere nemmeno di quel silenzio magico. Da là si vedeva tutta Hollywood e c’era abbastanza pace da poterci andare con Tommy a fumare qualche canna in tranquillità senza preoccuparsi degli occhi indiscreti.

Ingranai la marcia e, appena la motocicletta si mosse, sentii Grace sussultare sul sedile.

“Ti conviene tenerti stretta se non vuoi volare via,” le suggerii, poi mi infilai gli occhiali da sole che tenevo appesi al collo del chiodo e mi aggiustai il bandana.

Grace annuì e si aggrappò a me mentre uscivamo nel viale. A giudicare dal modo in cui mi stringeva, sembrava molto tesa. Probabilmente aveva paura che qualcuno la vedesse con me e questo non mi andava per niente bene, allora cominciai a sgassare a più non posso per annunciare a tutto il mondo che stavamo arrivando, perché nessuno deve vergognarsi di essere in compagnia di Nikki Sixx.

Scendemmo verso Hollywood e ci immettemmo sul Sunset Boulevard, dove mi accorsi di essere già a secco e che era necessario fermarsi per fare rifornimento, a meno che non avessimo desiderato restare a piedi in mezzo all’autostrada. Svoltai a destra per entrare nel piazzale del distributore e, vista la coda che si era formata alle pompe della benzina, fui tentato a rinunciare. Grace sbuffò, smontò dalla moto e volle sapere quanto tempo avremmo dovuto aspettare prima di ripartire. A occhio e croce, ci sarebbe toccato attendere una decina di minuti o forse qualcosa di più, cosa che non era ben vista da nessuno di noi due. Lei decise di ingannare l’attesa entrando in un negozio di souvenir a pochi passi e io mi appoggiai alla motocicletta con ancora il casco in testa ad aspettare il mio turno. Mi servirono dopo un quarto d’ora passato a guardare per aria, dopodiché mi toccò anche andare a cercare Grace che, nonostante mi avesse promesso che sarebbe uscita non appena si fosse accorta che mi stavano servendo, era ancora immersa tra gli scaffali polverosi di quel vecchio negozio. La trovai intenta a leggere la trama di un romanzo di seconda mano, con il mio casco allacciato all’avambraccio e i capelli ancora scompigliati dal vento. Teneva lo sguardo corrucciato e si imbronciava sempre di più man mano che proseguiva nella lettura.

“Vuoi farlo questo giro in moto oppure no?” domandai quando le fui vicino. L’avevo colta di sorpresa e il libro le scivolò dalle mani, cadendo per terra con un rumore soffice.

“Non mi ero accorta che fossi già pronto per ripartire,” si scusò.

Le dissi di non preoccuparsi e mi chinai per raccogliere il libro che le era caduto, notando con mia grande sorpresa che non si trattava di uno di quei romanzi inglesi dell’Ottocento di cui vanno pazze le ragazze delle superiori.

Le restituii il libro senza staccare gli occhi dalla copertina. “Niente Orgoglio e pregiudizio o roba simile, oggi?”

“Ho letto parecchie cose di quel genere e, sebbene abbiano fatto la storia della letteratura, non fanno per me. Io sono più per l’avventura, mi piace vedere i paesaggi che cambiano,” spiegò mentre puliva la copertina dalla polvere del pavimento prima di riporre il libro sullo scaffale.

Inarcai entrambe le sopracciglia per la sorpresa di fronte al suo gesto. “Non lo vuoi più prendere?”

Grace fece spallucce, disinteressata. “Non credo che mi piacerà.”

“Dire che credi che Big Sur non ti piacerà è un insulto,” esclamai, poi ripresi il libro dallo scaffale. “È una delle cose più avvincenti che abbia mai letto. Lo so che sembro un tipo ignorante che non legge mai, però posso assicurarti che è uno dei miei libri preferiti. Non credo che si possa scrivere una trama per questo romanzo senza essere riduttivi.”

Grace mi guardò da sopra gli occhiali da sole. “Penso proprio che valga per tutti i libri.”

“Oh, sì, lo so,” ribattei imitando il suo tono di voce altezzoso. “Però per questo vale in particolare. Compratelo e leggitelo, non te ne pentirai. Però fa’ in fretta perché è quasi sera e devo riportarti a casa prima che faccia buio, o almeno così suppongo.”

Grace mi fece cenno di seguirla fino alla cassa. “Non ho scritto ‘Cenerentola’ sulla fronte, sai?”

“Vorrei anche vedere! È una storia abbastanza crudele.”

Si cacciò in tasca il resto in moneta e mi guardò con la fronte aggrottata. “Era una delle mie fiabe preferite quando ero bambina, vedi di non distruggermela.”

“Immagino, però se ci pensi è abbastanza triste perché lei, per farsi invitare a ballare da quel coglione del principe, deve farsi confezionare il vestito da una fata,” spiegai mentre la spingevo fuori dal negozio, che mi stava facendo venire la claustrofobia.

Grace continuava a guardarmi come se la stessi insultando. “E con questo?”

“Con questo intendo dire che lui non l’avrebbe mai scelta se si fosse presentata vestita di stracci. L’ha giudicata da come è apparsa.”

“Ma fammi il piacere! Alla fine ha scoperto che era una sguattera e l’ha sposata lo stesso.”

“Intanto però l’ha scelta in base all’apparenza. La gente al giorno d’oggi ti giudica in base a come appari, senza nemmeno preoccuparsi di sapere cos’hai dentro. Spesso sotto un aspetto non del tutto convincente si nasconde una bella persona.”

Grace fece una smorfia seccata. “Hai appena ucciso un mito della mia infanzia.”

“Però ho ragione, giusto?”

“Giusto,” confermò lei, e io mi sentii soddisfatto.

Ci tornammo a infilare i caschi e salimmo sulla motocicletta. Un attimo dopo eravamo di nuovo in corsa sul Sunset, riscaldati dai raggi arancioni del tramonto. Impiegammo parecchi minuti prima di uscire dalla confusione cittadina e imboccare una via stretta e in salita, ma alla fine ci riuscimmo. Ci arrampicammo lungo la strada costeggiata prima da palme e piante rigogliose di oleandro, poi da arbusti sempre più secchi, finché l’asfaltò non finì per lasciare spazio alla strada sterrata e selvaggia. La polvere si depositava sulla vernice brillante della mia Harley e sui nostri vestiti, tanto che fui costretto a rallentare per non creare una nuvola che avrebbe diminuito la visibilità.

Il sole era quasi calato del tutto quando raggiungemmo lo spiazzo dove ero solito trovare la tanto agognata quiete e, con mio grande stupore, notai che tutto era rimasto come un anno prima. Era sempre il solito posto immerso nella polvere della California e nel silenzio. Spensi il motore e balzai giù stiracchiandomi vistosamente.

“Siamo arrivati al capolinea, scendi pure,” annunciai.

Grace si tolse il casco e lo lasciò sulla sella. “Dove siamo esattamente? Ci siamo solo noi e dei cespugli rinsecchiti, non mi sembra tutta questa meraviglia.”

Le indicai un punto più lontano da noi dietro qualche arbusto con tono furbesco. “Va’ oltre quei cespugli e ti assicuro che cambierai idea. Fidati.”




N. d’A.: Hi everybody!
Dopo aver ucciso un mito della nostra infanzia, aspetto la bombardata di pomodori. Usate quelli marci, però, ché si deve fare economia... scherzi a parte, il mito me lo sono ucciso da sola, ma ho dovuto inserire un discorso alla Nikki Sixx per rendere il tutto più credibile. Spero che ci stia...
Restando in tema di libri, Jack Kerouac è uno dei miei scrittori preferiti. Lo so che i miei gusti c’entrano poco, però dovevo dirlo!
Il capitolo è un po’ corto, però almeno Nikki è riuscito a convincerla a fare un giro sulla motocicletta nuova. Ci penserà Grace nel prossimo capitolo a concludere il racconto di questa strana serata.
Spero che sia stato di vostro gradimento e che ci siano pochi errori di grammatica (se così fosse, segnalatemeli così li correggo!).
Grazie a tutti quelli che commentano, preferiscono, seguono e seguono in silenzio! ♥
Un abbraccio,

Angie

   
 
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