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Autore: Ellies    21/11/2013    1 recensioni
Un momento di intimità tutta Albus e Lorcan, piena di Fluff e romanticismo, con un pizzico di Natale in anticipo e di cioccolata e coperte calde.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il sole era ormai calato da ore su Londra, sulla quale tutto il giorno aveva soffiato un vento gelido che aveva costretto i suoi abitanti — o almeno, chi poteva permetterselo — a restare chiusi in casa con una tazza di tè caldo, un film e una buona compagnia.


“Lorcan... Non posso davvero restare,” disse Albus, cercando inutilmente di muoversi dalla morsa delle braccia del proprio ragazzo, intrecciate sul suo petto e che lo tenevano a contatto con il suo corpo caldo.


Albus si sistemò meglio sotto l'enorme coperta, affondando il viso nel maglione morbido dell'altro e nascondendo un piccolo sorriso compiaciuto.
Amava quella quotidianità con Lorcan. Amava il fatto che fosse sempre disposto a baciarlo dolcemente, e spesso si perdevano in quei baci che sembravano eterni e infiniti e che erano tremendamente zuccherosi per tutti tranne che per loro.
Comunque, per quanto desiderasse il contrario, il giovane Potter doveva tornare a casa. Era uscito dalla casa dei nonni verso metà pomeriggio, e aveva promesso a suo padre che sarebbe tornato verso sera. Con un sorriso assolutamente falso e che ovviamente non aveva convinto l'uomo nemmeno per un po'.


“Stasera... È stato bellissimo, ma devo andare...” sussurrò contro il tessuto peloso — che raffigurava una renna infreddolita che augurava buone feste. 
Albus, la prima volta che aveva visto quell'indumento, era scoppiato a ridere, ma poi era stato conquistato dal broncio adorabile del suo ragazzo e gli aveva chiesto scusa per la reazione poco carina. Insomma, dopotutto aveva sempre saputo che Lorcan adorava tutte quelle cose natalizie, nonostante fosse ancora Novembre. Certo, il mese stava giungendo alla fine — infatti il calendario segnava Giovedì, 21 Novembre — ma era pur sempre presto per sfoggiare maglioni, decorazioni e alberi di Natale.


Sentì le sue dita intrecciarsi alle sue e un paio di labbra calde si posarono sul suo collo, facendolo sospirare. Soprattutto in quella posizione, Albus poteva sentirle contratte in sorriso divertito.
“Hai le mani gelate,” sussurrò il ragazzo contro il suo orecchio, facendolo scivolare sotto il suo corpo e continuando a baciargli quel punto sotto il mento che, Merlino, era semplicemente fantastico, come se fosse collegato ad ogni sua terminazione nervosa.


Il ragazzo non riuscì proprio a trovare la forza necessaria per fermarlo, perché era Lorcan, ed erano mesi che non si vedevano, e gli mancavano quelle situazioni così intime con lui, e la sensazione nel petto di avere accanto la persona che amava.
“Mia madre si starà preoccupando,” sussurrò debolmente, tanto per poter dire in seguito di essersi opposto a quel piacevole attentato al suo corpo e alla sua volontà. “E mio padre avrà già mandato una squadra di Auror a cercarmi. Anzi, fra poco irromperà in casa lui stesso insieme a zio Ron...”


“So di aver detto che mi avrebbe fatto piacere conoscere la tua famiglia, ma ora possiamo concentrarci su quanto siano deliziose le tue labbra stasera?” lo interruppe Lorcan con un sorriso, roteando gli occhi e facendo scorrere la bocca lungo la linea della sua mascella, il collo e soffermandosi sul pomo d'Adamo, tracciandolo con la lingua.
Il modo in cui Albus si rilassò sotto il suo corpo, e i sospiri estasiati che lasciarono le sue labbra, bastarono a fargli capire di averlo convinto.


Il divano in salotto era posizionato davanti al caminetto; quello era stato un elemento fondamentale nella ricerca del proprio appartamento: il caminetto. Quando finalmente aveva trovato la casa, l'aveva arredata in modo che il calore del camino d'inverno investisse completamente il grande divano sul quale potevano stare sdraiate comodamente due persone contemporaneamente. Lorcan aveva sempre saputo di avere ottimi gusti in fatto di arredamento, e mai come in quel momento era stato più soddisfatto della propria scelta. 


Si sollevò un momento, prendendo la bacchetta e muovendola appena, chiudendo le tende e le finestre un attimo dopo aver sentito un fruscio d'ali lasciare la stanza. 
“Che cosa è stato?” la voce di Albus gli giunse alle orecchie bassa e rilassata, e la cosa lo fece sorridere prima che tornasse da lui sotto il piumone.
Si sdraiò di lato con un braccio sotto il suo corpo, come a volerlo tenere il più vicino possibile a sé, mentre con l'altra mano gli sfiorò i lineamenti del viso, guardandolo con un misto di gentilezza, amore e devozione: Albus non era mai stato bello come in quel momento, con il viso un po' più adulto, un accenno di barba sulle guance ma sempre gli stessi occhi verdi e profondi, forse solamente più maturi. Sarebbe diventato un uomo meraviglioso.


“Niente. Ho solo chiuso le tende. È arrivata una bufera di neve, sai...” sorrise, colpevole, quasi come se l'avesse fatta arrivare lui stesso per costringerlo a non lasciarlo, quella notte.


“Lorcan...” protestò, e il ragazzo riuscì quasi a sentire le sue prossime parole, che gli dicevano che doveva davvero andare, o Lily lo avrebbe tempestato di domande e suo fratello l'avrebbe guardato sospettoso per tutto il giorno seguente.
Come se non sapessero perfettamente dov'era stato.


“Dai, amore, fa così freddo fuori,” lo supplicò, afferrando il suo mento con una mano e sfiorandogli le labbra con le proprie. Albus rispose con un mugolio, e sentì la sua bocca distendersi in un sorriso e ricambiare il bacio, rendendolo più intenso e appassionato. Costrinse le sue labbra a schiudersi e le loro lingue si intrecciarono dolcemente e con lentezza, come se si volessero conoscere ed esplorare con calma.
Un particolare sapore esplose sulle papille gustative di Lorcan, il che lo fece sorridere e lo portò ad afferrare il suo volto con entrambe le mani e a baciarlo con più veemenza, cercando di imprimerselo perfettamente nella mente.


Quando si staccarono sentì Albus sussurrare vagamente qualcosa a cui non prestò particolare attenzione, per poi guardarlo negli occhi e sorridere.
L'orologio batté la mezzanotte esattamente un secondo prima che parlasse, cosa che fece ridacchiare il biondo e lo convinse a sdraiarsi di nuovo accanto al proprio ragazzo.


“Cioccolata e cannella,” sussurrò, e Albus aggrottò le sopracciglia, confuso. “È il tuo sapore. Sai, anche l'ultima volta che sei stato sapevi esattamente di questo.”


Albus arrossì sulle guance e gli rubò un bacio a fior di labbra. “Buon anno e mezzo anche a te, amore,” disse semplicemente, andando a posare la testa sul suo petto e lasciando che l'altro gli accarezzasse dolcemente le ciocche corvine, facendogli fare letteralmente le fusa.


Restarono in silenzio per un po', spezzato solamente dai loro respiri che si mischiavano, i loro visi a poca distanza tra di loro e le dita di una mano incrociate tra di loro.


“Albus,” sussurrò Lorcan, facendo sussultare l'altro che probabilmente si stava addormentando. Albus lo guardò negli occhi e, ancora una volta dopo tutto il tempo in cui erano stati insieme, il ragazzo si perse qualche momento in essi, come se fossero la cosa più bella del mondo. Per lui, Albus lo era di certo; non era solo il suo ragazzo, ma era tutto per lui. Era una parte fin troppo importante, indispensabile, della sua vita. Era il motore che lo faceva alzare la mattina e andare avanti; era l'amore che si esprimeva in un gesto e in un sorriso; era le parole che gli facevano battere il cuore.


“Sei la persona più importante della mia vita.”


E in quel momento Albus non riuscì a fare nulla se non sorridergli. E fu un sorriso luminoso, che riusciva in qualche modo a sfoggiare solamente con lui, perché era sincero, ed era dettato dai propri sentimenti.
Gli accarezzò il volto con una mano, prima di stringerlo tra le braccia e affondare il viso nell'incavo della sua spalla, inspirando il profumo di miele e vaniglia che caratterizzava la sua pelle. Era un profumo che non avrebbe dimenticato mai, e che avrebbe associato sempre a lui, a quel ragazzo un po' strano, particolare, ma che gli aveva rubato il cuore e che lo custodiva gelosamente.


“Anche tu,” sussurrò, a contatto con la pelle bollente della spalla, così che il suono risultò un po' affievolito. “Sei la mia metà migliore.”


E si sorrisero. E ne seguì un bacio, un secondo e poi un terzo. Tocchi leggeri, niente di volgare; quella notte fu tutto dolce e romantico, perché entrambi avevano bisogno di riscoprire l'amore profondo e vero che veniva dal cuore e che entrambi sapevano ancora di possedere. Fu perfetto, e fu bellissimo, e seppero che quella notte era stata importante, tanto da fargli rivivere quell'intimità perfetta che poteva essere andata perduta.


Invece era ancora lì, e sapevano che lo sarebbe stato per sempre, perché il loro amore era più forte di qualsiasi difficoltà.






Angolo dell'autrice.


*Piange.*
Non penso ci sia nulla da dire. 
Potrà non essere venuta benissimo, ma è la OS per i miei bambini, per la mia Alburcan che domani — ed è per questo che l'ho pubblicata stasera — compirà un anno e mezzo di feelings, pianti, risate, gioia, dolore, e tutto il resto.
Io pubblico questa cosa tutta Fluff e carie, e intanto in chat sto progettando un modo terribile di far rivivere il mio pg e fa tanto, tanto male.
Insomma, alla fine sono bellissimi, e tanto dolci, e vedete che anche io so scrivere del fluff bello e buono e puro, e altissimo e levissimo, ecco.


È dedicata a Emme, inoltre. L'Albus del mio Lorcan, quella che sclera ed è più pazza di me, e che ho imparato a conoscere e a volerle bene davvero.
È per lei perché la sto facendo impazzire con le mie crisi mistiche sul mio pg ultraghèi, e quindi in un certo modo le dovevo un eppi ending dopo quello che mi ha scritto in bacheca e che mi ha fatto lacrimare come se avessi un tronco in un occhio.


Quindi questa è per te, Emme, sì.


La frase finale di Albus è una, diciamo, citazione presa da quel fantastico uomo che è Neil Patrick Harris, con la quale chiama sempre il suo compagno, David Burtka. Non c'è nemmeno da precisare il fatto che li amo alla follia, insieme ai loro due bambini, e che boh, sono davvero da ammirare.


El.
   
 
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