Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: redbullholic    22/11/2013    1 recensioni
You were life itself, rushing over me
life itself, the wind in black elms
life itself, in your heart and in your eyes
I can’t make it without you

- Bruce Springsteen -
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La jeep si fermò poco dopo di fronte a un’enorme villa illuminata a giorno, circondata da un giardino ancora più grande e ben curato. Dall’interno proveniva della musica che lasciava intuire che fosse in corso una festa.
Infatti, non appena André mise piede in casa quasi venne soffocato da un’orda di persone, la maggior parte ragazze giovanissime e mezze nude. Berger guidò André verso una grossa tavolata al centro del salone, e gli offrì una coppa di Champagne decisamente migliore di quello che aveva bevuto a cena.
-Se la tua vita sessuale non ti soddisfa, basta dirlo- ridacchiò Berger, alludendo alle ragazze.
-Niente male- commentò André, nonostante la musica così forte e tutte quelle persone gli stessero provocando un mal di testa allucinante.
Per tutta la serata Berger non lo perse di vista un secondo, e André cercò di farlo parlare il più possibile per cercare di carpire qualche informazione in più su di lui e la sua famiglia, sul quale omicidio stavano indagando lui e Semir.
Improvvisamente l’attenzione dell’ispettore fu catturata da una figura incappucciata che aveva appena varcato la soglia. Era decisamente troppo minuta per essere un uomo, infatti poco dopo il cappuccio ricadde all’indietro, scoprendo una folta chioma bionda che incorniciava il viso sottile di una ragazza. André capì immediatamente che aveva un altro ruolo rispetto alle sue coetanee che affollavano la stanza, non solo dall’abbigliamento sportivo e lacero ma anche dal suo sguardo. Era perso nel vuoto, privo di qualsiasi emozione.
La ragazza individuò Berger e si fece largo tra la folla per raggiungerlo.
-Tutto a posto- gli disse, talmente piano che con tutto quel frastuono André dovette leggere il labbiale per capire.
-Perfetto- l’espressione di Berger si fece ancora più rilassata -Oh Maike, ti presento André- disse poi, ricordandosi dell’altro uomo accanto a lui -E’ mio ospite. Per favore mostragli il suo alloggio, devo fare una telefonata- così dicendo si allontanò, non prima di aver tentato ancora una volta di sfiorare il corpo della giovane, ritrattasi immediatamente.
André guardò quella Maike dritto negli occhi. Gli bastò un secondo per capire che nascondeva qualcosa, qualcosa di grosso che probabilmente la divorava dentro. La ragazza distolse immediatamente lo sguardo dal suo e gli fece cenno di seguirlo.
 
A Kelly era bastato incrociare per un solo istante lo sguardo di quell’uomo per rendersi conto che non era uno dei soliti ricconi tedeschi fuggiti a Maiorca in cerca di un po’ di svago. Lo guidò al piano superiore, dove più che stanze da letto c’erano dei veri e propri appartamenti in miniatura. Si fermò davanti alla prima porta del corridoio.
-La tua stanza- disse, freddamente.
L’uomo la ringraziò e aprì la porta. Una volta che l’ebbe aperta Kelly afferrò la pistola e gliela premette contro la nuca -Tu non sei chi dici di essere- ringhiò velenosa, chiudendosi la porta alle spalle con un calcio.
Quello si irrigidì immediatamente e fece per alzare le mani. Quel gesto tranquillizzò Kelly, che diminuì appena la pressione. Evidentemente però, l’uomo aspettava solo quello. Senza darle neanche il tempo di accorgersene si voltò di scatto e le afferrò il polso, facendole cadere la pistola, e la tirò verso di se, in modo da poter afferrarle anche l’altro braccio e immobilizzarglieli entrambi dietro la schiena.
-Neanche tu, secondo me- sibilò lui al suo orecchio.
Kelly tirò indietro la testa e si voltò più che poteva per guardarlo in faccia -Sei un agente, eh?- disse, con aria da strafottente.
-Prima parli tu- ribatté l’altro, senza allentare la stretta.
-Tranquillo, l’ho capito da come hai reagito- disse Kelly, rilassandosi -E io sto dalla tua parte. Quindi, per favore, lasciami-.
L’uomo non la lasciò -Agente di quale agenzia, di grazia?-.
-Vengo da Washington. Sono dell’NCIS-.
-E che roba è, una malattia?!-.
Kelly alzò gli occhi al cielo -E’ la squadra investigativa della Marina Americana, idiota-.
L’uomo finalmente le lasciò i polsi doloranti, che Kelly si massaggiò immediatamente -Tu invece?- gli domandò, recuperando la pistola e riponendola al sicuro nella fondina.
-Polizia Autostradale di Colonia, Germania- le rispose, senza smettere di guardarla in cagnesco, probabilmente perché gli aveva dato dell’idiota.
Kelly sgranò gli occhi -Che?! E che cosa ci fai qui, le multe per eccesso di velocità?-.
Lui ignorò la frecciatina -Indago su Carlos Berger come possibile mandante di un omicidio-.
-Omicidio?!-.
-Sì, è sospettato di aver ordinato di uccidere la moglie, che si trovava a Colonia, probabilmente per riavere il figlio che viveva con lei-.
-Quindi non sai che è un pericoloso trafficante d’armi, armi che si fa passare direttamente dalla Marina, suppongo-.
Stavolta fu lui ad assumere un’espressione sorpresa -No, non ne sappiamo niente…-.
A Kelly sfuggì un sorrisetto -Come sospettavo. È per questo che sono qui, per sventare i suoi traffici una volta per tutte- fece una pausa -Comunque, avrai intuito che non mi chiamo Maike. Sono Kelly, Kelly Gibbs- gli tese una mano.
L’uomo la strinse -André Fux-.
Kelly, che sembrava essersi calmata, tornò ad innervosirsi. Quel nome, era lo stesso che aveva sentito pronunciare da Berger quando glielo aveva presentato -Vuol dire che sei qui senza una copertura?!- dovette trattenersi dal non urlare.
André scrollò le spalle -Veramente, ho deciso di ‘infiltrarmi’ appena qualche ora fa-.
Kelly si batté il palmo della mano sulla fronte -Non ci posso credere…- mormorò -Sono quattro mesi, quattro mesi, che sono qui sotto copertura, e finalmente ho l’occasione di mettere fine a tutto, tra meno di ventiquattr’ore- aggiunse a denti stretti -E non ho la minima intenzione di farmi rovinare tutto da un’idiota senza uno straccio di copertura che rischia di farsi scoprire da un momento all’altro!-.
-Non mi farò scoprire- rispose André con aria di sfida, piazzandosi di fronte a lei e sovrastandola.
-Te lo dico io cosa farai tu- Kelly lo trafisse con lo sguardo -Domattina ringrazierai per l’ospitalità e sparirai dalla circolazione, almeno finché non avrò portato a termine la mia missione, chiaro?!-.
-Cristallino-.
La ragazza era quasi sicura che quel poliziotto non le avrebbe dato retta, ma decise di lasciar perdere -Buonanotte- disse, gelida, prima di uscire sbattendo la porta.
 
 “Che caratterino” fu la prima cosa che passò per la testa ad André, una volta rimasto solo. Decise di informare immediatamente Semir di quello che aveva scoperto.
-Ma dico, ti sei bevuto il cervello?!- la voce del collega dall’altra parte del telefono quasi gli perforò il timpano -Posso sapere quali sono le tue intenzioni?!-.
-Calma Semir, e stammi a sentire una volta tanto- lo placò André, ed iniziò a raccontargli di Kelly.
-André, ti sei cacciato in un bel guaio se davvero c’è di mezzo la Marina Americana…- biascicò Semir, una volta che il collega ebbe finito il suo racconto.
-Informa la Engelhardt- tagliò corto André.
-Certo che la informo, ma tu faresti meglio a seguire il consiglio di quell’agente…- provò a dissuaderlo Semir, pur sapendo che era tutto inutile.
-Io resto qui, Semir- così dicendo chiuse la telefonata, senza neanche salutare il collega.
Ripose il cellulare e si spogliò. Si trascinò fino al bagno, dove si sferzò il volto stanco con l’acqua gelida. Dopodichè tornò in camera e si lasciò cadere sull’immenso letto che dominava la stanza. Nonostante non si sentisse affatto tranquillo in quella casa, la stanchezza del viaggio e degli avvenimenti di quel giorno ebbe ben presto la meglio su di lui e lo trascinò in un sonno agitato.
   
 
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