“(…)Elen
masticava
spensieratamente un saporito chewing-gum alla fragola(Jenny riusciva a
vedere
la cartina colorata spuntare dal sottobanco), ignara del fatto che il
prof di
matematica si stesse minacciosamente dirigendo verso di lei.
“Sei
nei guai
Elen! Mai scherzare col Prof. Levi!” Jenny provò a
darle una gomitata per
avvisarla del pericolo imminente, ma era troppo tardi.
L’insegnante
sbucò
silenziosamente alle spalle della ragazzina distratta, afferrandole e
bloccandole con una mano la mandibola in piena attività.
Elen, stupita, fissò
il professore con la bocca semi aperta e una perfetta espressione da
pesce
lesso.
“Non
è per niente
carina.” Pensò Jenny. “Ed è
nei guai fino al collo.”
-Risolvi
questo
problema, Jaeger. Hai due minuti.-
Le
schiaffò il
libro di matematica sul banco, indicando con un dito il numero
dell’esercizio.
Jenny sbirciò, senza allungare il collo. (…)
”
Ho iniziato a scrivere
un’altra fic ErenxLevi, con ambientazione
scolastica ed i sessi di alcuni personaggi invertiti. Questo era un
estratto,
spero di avervi fatti diventare curiosi =v=. Secondo me ne vale la pena
(ma
no!Hahaha) quindi…andate a darci un’occhiata!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2215170&i=1
Vedrete che non sarete delusi. Penso
la aggiornerò più spesso di questa.
Nota: non capisco perchè, ma efp mi mette l'html tutto in corsivo. Perdonate l'inconveniente, ma ora come ora non ho idea di come risolverlo.
Passiamo alle cose
più importanti ora!
CAPITOLO
8 “Ladro”
-Perché
mi
fai questo?-
Urlò
Eren
all’uscio ormai vuoto. Levi se n’era già
andato da un pezzo.
Si sentiva
sconvolto, sbagliato, confuso.
Nessuno dei
due quella notte dormì, ma per ragioni differenti. Levi
preparò una borsa con
lo stretto necessario, sellò il cavallo e partì
per Wall Sina senza salutare
nessuno. Sulla scrivania lasciò un avviso per Erwin.
Eren
non dormì a causa del motivo che pensate.
Un
uomo mi ha fatto … quello!
Non trovava
parole per descrivere Levi che lo assaggiava, mentre lui se ne rimaneva
fermo,
sciocco e inerme. Mai si sarebbe
aspettato una cosa del genere. Si sentì morire quando
notò un anomalo gonfiore
tra le gambe. Faceva capolino da sotto il tessuto castagna, allegro e
pronto
per l’azione.
Oh
no, no, no!Non adesso!
Ignorò
quell’abominio di erezione e rimase seduto a lungo,
respirando con regolarità,
fino a che l’inconveniente sparì. Fu tremendamente
umiliante.
Poi
afferrò
la testa tra le mani, tirandosi i capelli e apprezzando quel dolore, e
iniziò a
tormentarsi.
Piaccio
all’Heichou
Si morse con
forza l’interno delle guance, il petto gli esplodeva.
Imboccò il sentiero che
girava attorno al castello e iniziò a correre. Si
fermò solo quando il sudore
gli inzuppava la camicia e gli appiccicava la frangetta alla fronte.
Com’era
successo? Non lo sapeva o
non lo voleva
ammettere.
A colazione
non mangiò nulla. Quando Armin gli pose gentilmente un pezzo
di pane nella mano
distratta e molle non reagì bene.
-Eren,
dovresti…-
-Maledizione
Armin, non mi toccare.- grugnì tra i denti. Non voleva
essere sfiorato da
nessuno. Solo a pensarci gli veniva la nausea. Il biondino fu turbato
dal suo
strano comportamento.
-Non so cosa
ti prenda Eren, ma non dovresti trattarlo così. Ha solo
cercato di aiutarti.
Non è che hai le tue cose?-
intervenne Jean. Mikasa, che forse le aveva per davvero, lo
guardò storto.
-Ehm, scusa
Mikasa, non intendevo…- arrossì Jean.
-Sono solo
un po’ stanco- rispose il giovane Titano, senza cogliere la
provocazione di
Jean. –penso andrò in camera mia.- e
così fece.
Sdraiato sul
letto duro, fissava il soffitto bianco macchiato
dall’umidità, che non
conteneva nessuna risposta.
Devo
reagire. Eren giunse a
questa conclusione.
Come lui, nemmeno quel soffitto conosceva le risposte. Magari, avrebbe
potuto
chiedere consiglio a…
No!Come
se potessi parlare di questo
a qualcuno!
-Apri,
Eren!- ordinò una voce femminile.
Senza avere
scelta, il ragazzo spalancò la porta e trovò
dinanzi a sé la sorella adottiva.
-Mikasa,
vorrei stare da solo.- la ammonì.
-Che sta
succedendo?- disse mentre si faceva strada verso il letto. Il ragazzo,
rassegnato,
si spostò per farle spazio. Avrebbe dovuto sentirsi
infastidito e arrabbiato
per l’invadenza della ragazza, ma non appena lei si sedette a
fianco a lui
l’ansia che gli attanagliava il petto si
affievolì. Mikasa era la sua famiglia.
Lei non
disse nulla e con un dito premette con forza in mezzo alle sopracciglia
di
Eren.
-Ahia! Che
stai facendo?!- borbottò contrariato.
-Smettila di
corrugarle.-
-Non me ne
sono reso conto.- Lo so anch’io che
sono
un fottuto musone.
All’improvviso
la ragazza ebbe un’intuizione -è per colpa di
Levi?!Ha fatto qualcosa?-
-Caporale
Levi.- la corresse senza
accorgersene. –e comunque no. Il Caporale non ha nulla che
non vada.-
Non
ha nulla che non vada. Non è
omosessuale. Non mi ha baciato ieri sera. Non mi
è…piaciuto. Per Dio, questo
no!
-Quindi
è
stato Levi.-
-Ti ho
appena detto che-
-Non puoi
mentirmi e lo sai- poteva capire come si sentiva semplicemente
guardandolo.
Vivevano assieme da sempre, conosceva ogni cosa di lui, aveva assistito
ad ogni
sua reazione. Mikasa era sicura di questo.
La ragazza
non si sbagliava del tutto, ma aveva dimenticato un piccolo dettaglio:
non
aveva mai visto Eren innamorato.
Quindi non poteva comprendere e nemmeno immaginarlo. Per questo
risultava tutto
così confuso.
-Non nego di
avere dei problemi. Ad ogni modo, Mikasa, non sono più un
bambino. Non ho
bisogno che tu mi venga a salvare, come succedeva con Armin.-
-Sai che non
intendo questo.- replicò la sorella adottiva, contrariata.
-Capisco che
tu voglia aiutarmi! Quindi voglio che tu
capisca che voglio cavarmela da solo, per una volta.-
-Tu te la
cavi sempre da solo.-
sospirò Mikasa
tra i denti, irritata.
-Tanto
meglio!-
-Perché
non
chiedi mai aiuto?-
-Quando
saremo nel campo di battaglia, in mezzo ai Titani, non ci
sarà nessuno ad-
-Non intendo
quello.-
Eren fece le
spallucce –sono così e basta, suppongo.-
-Sei un
maledetto testone!- sorrise e gli scompigliò i capelli,
quando notò qualcosa di
strano –che hai fatto?Sono… belli.- era
l’aggettivo che meglio le descriveva.
-Il Caporale
me li ha tagliati.-
-Oh, il
Caporale.-
la ragazza si rabbuiò. Quando si trattava di Levi diventata
un’altra persona.
Quando era con Eren, un’altra ancora. Il misto tra quelle due
sé aveva un
sapore amaro e acido allo stesso tempo.
Se
Mikasa lo dovesse scoprire sono
finito! No, il Caporale è finito. Nemmeno. Se pensa di poter
attaccare rissa
col Caporale, quella finita è lei.
Si tormentava
Eren, mentre lei passava le mani tra i suoi capelli corti e freschi. Il
contatto lo rilassava. Rinunciò a pensarci,
perché tutta quella storia non
aveva senso. Si lasciò coccolare fino ad addormentarsi, poi
Mikasa se ne andò
silenziosamente, non prima di rivolgergli un ultimo sorriso.
Meno di
un’ora più tardi due soldati vennero a prelevarlo
e lo portarono nei
sotterranei: senza Levi a controllarlo non era autorizzato ad andarsene
in
giro.
-Faccio da
solo.- rispose loro, infilando docilmente i polsi nelle manette. Era
sveglio da
pochi minuti, ma già vigile.
–Il
Caporale Levi tornerà domattina, per
quell’ora sarai libero- gli comunicò uno dei due
soldati. Eren annuì: non aveva
voglia di parlare. Fu un soggiorno meno tormentato dei precedenti.
Il mattino
successivo, si recò all’atrio, senza nessun motivo
preciso. Quel luogo aveva
un’atmosfera nostalgica.
Dal
sentiero pochi istanti dopo vide spuntare
un uomo composto, a cavallo. L’animale galoppava
stupendamente e i suoi zoccoli
posandosi a terra componevano una melodia ritmica e gradevole. Levi
scese da
cavallo: ad aspettarlo c’era lui.
Ansioso, con occhiaie se possibile più profonde, ma uno
sguardo luminoso e
marino rivolto al fantino. Il Caporale atterrò con un salto
leggero e fissò il
ragazzo, mordendosi in maniera il labbro inferiore, ma fuggendo dal suo
sguardo.
Ti
ricordi di ieri sera, Eren?
Levi era al
corrente dei sentimenti del ragazzo. Lo leggeva nei suoi timidi occhi
verdi,
nel modo in cui trasaliva quando si incontravano, nel suo respiro che
diventava
irregolare non appena restavano soli, nelle occhiate furtive che gli
lanciava
in mensa quando erano lontani e persino in quel momento. Eren era
lì, ad
aspettarlo.
-Tienimi il
cavallo.- gli ordinò mentre scendeva. Il giovane soldato
afferrò obbediente le
redini, facendo una pacca affettuosa sul collo morbido e muscoloso
dell’animale.
Eren
controllò che nei dintorni non ci fosse nessuno prima di
parlare: -quello che è
successo ieri sera non è stato niente-
disse con voce tagliente, esattamente come si era proposto di fare.
-Eh?Quale
sera?- domandò Levi con finta perplessità.
-Non creda
di poter giocare con me-, ringhiò il ragazzo. La rabbia di
Eren non toccò il Caporale.
-Ho fatto
delle scoperte importanti. Seguimi, andremo immediatamente a discuterne
con
Erwin.-
-Sìssignore.-
Eren aveva chiarito ciò che gli premeva e non
c’era altro da dire. Inoltre,
Levi doveva parlare di cose più importanti. Arrivati a
destinazione, il Caporale
bussò all’ufficio di Erwin.
-Entra pure
- rispose.
Prima di
entrare nella stanza, Levi si avvicinò
all’orecchio di Eren e sussurrò
flebilmente, in modo che solo lui potesse sentire: -non
credere di poter giocare con me-
Il suo tono
era ben diverso da quello minaccioso del ragazzo. La
sensualità disarmante
nella sua voce fece correre un brivido lungo la spina dorsale di Eren.
-Oh, ci sei
anche tu- disse Erwin spalancando le iridi azzurre, che non aveva
notato la
presenza del ragazzo. -preferirei se- non ci fu bisogno di concludere
la frase.
-Nessun
problema.- Eren si eclissò così velocemente da
stupire sé stesso.
Ovunque,
basta che non ci sia lui.
Aspettò
fuori dalla porta. Il colloquio, contrariamente a quello che si
aspettava, durò
una quindicina di minuti.
-Parlo io
con lui.- disse Levi, mentre usciva dalla porta. Erwin fu
d’accordo.
Finché
si tratta di parlare, va bene.
All’idea
di
restare di nuovo da solo con quell’uomo, a quello che
ciò avrebbe potuto implicare,
gli si mozzò il fiato.
-Sono stato
via un giorno, quindi la mia stanza sarà piena di polvere.
Andremo in camera
tua.-
Arrivati a
destinazione, ispezionò con lo sguardo la tana di Eren.
-Puzza di
merda, non è che te la sei fatta addosso mentre non
c’ero? - disse il Caporale,
abbozzando una risata priva di enfasi.
-…eh?-
Eren
inclinò la testa, spiazzato.
-Era una
battuta, idiota, una battuta.-
Il ragazzo
non avrebbe mai capito gli scherzi del Caporale sulla cacca. Sorrise
tra sé e sé:
in fondo trovava tenero questo suo lato infantile. Contrastava
così tanto con l’immagine
austera che si era fatto di lui.
-In breve,
tutti coloro che conoscevano te o i tuoi genitori e gli abitanti del
tuo
quartiere e adiacenti sono stati divorati dai Titani.- Levi
passò bruscamente
al sodo.
-Tutti?!Com’è
possibile una cosa del genere?-
Levi fece un
sorriso amaro –abbiamo appena scoperto che sono piuttosto
selettivi riguardo ai
loro pasti; chi l’avrebbe mai detto?-
-Perché?-
-Stavano
cercando
di nascondere un segreto. Be’ è proprio grazie a
questo che li abbiamo
scoperti.-
-Il fatto
che da piccolo vivessi fuori dalle mura?- domandò il
ragazzo.
Levi
annuì –hai
qualche idea del perché?-
-No, ma
suppongo lei sì.-
-Non mi
deludi, Eren. Infatti è proprio così. Vuoi
davvero sentirlo?-
-Certo!-
-Secondo me
da bambino eri un Titano. Se fossi stato “umano”
non ci sarebbe stato motivo di
tenerti nascosto fuori dalle mura.-
-Io
sono umano.- ringhiò
il ragazzo. Levi lo ignorò e
continuò ad esporgli la propria ipotesi, sapendo che in
pochi minuti avrebbe
ritrovato la calma.
-Appena hai
imparato a controllare la trasformazione, ti hanno cancellato la
memoria e
barricato dentro le mura, dandoti qualche farmaco per evitare
incidenti, assieme
a tutti gli altri polli.-
Eren rimase
in silenzio per alcuni minuti.
-Resta pur
sempre un’ipotesi.- Il Caporale gli lasciò il
tempo di cui aveva bisogno.
-Ricordo che
mio padre mi ha fatto delle iniezioni quando vivevamo
all’interno delle mura.-
-Sei sicuro
di quello che ti ha iniettato?Per quello che ne sappiamo poteva
benissimo
trattarsi di qualche fattore che annullava il fattore bloccante della
tua
trasformazione.-
-Erwin che
ne pensa?-
-Erwin pensa
che vorrebbe vederti trasformato. Ma io no. Potresti finire per
divorare tutti.-
-Non te.-
Levi sorrise
leggermente –me no di certo.-
-Grazie
della fiducia, comunque!- disse poi Eren, contrariato.
-Di nulla.
Erwin pensa che i ricordi che hai della tua infanzia appartengano alla
tua
memoria da Titano. Qualcosa che
è
staccato dalla tua coscienza umana.-
-Non credo
esista una cosa del genere.-
-Nemmeno io
credevo che un ragazzino cretino e cocciuto fosse in grado di
trasformarsi in
un colosso da 15 metri, invece eccoci qui.-
Eren non
reagì alla provocazione. Se si fosse azzardato il Caporale
l’avrebbe demolito
ulteriormente. Eventualmente avrebbe sfogato la sua rabbia repressa con
Jean,
più tardi.
-E’
tutto?-
domandò il ragazzo.
-Suppongo di
sì-
-Bene,
allora buonanotte- disse secco mentre si alzava e apriva la porta di
legno,
invitando il Caporale ad uscire.
-E smettila
di fare il sostenuto, Cristo!Lo so che ti piaccio-
Eren
strabuzzò
gli occhi, come investito da un carro a piena velocità. Il
tempo per lui si
fermò.
Avrebbe
dovuto rispondergli a tono, ma si sentiva le labbra e la gola secca.
Non trovò
nulla da replicare.
-e pure da
un bel pezzo.- aggiunse Levi, posando la mano sopra quella stretta alla
maniglia di Eren.
Ha
un buon odore. Da vicino è ancora
più basso di quanto sembra.
Il ragazzo
spinse la spalla di Levi, che non si oppose, con la mano libera.
L’uomo sbatté
contro la porta, che si chiuse con uno scatto metallico.
-Che ne sai
tu!?- urlò Eren, ad un centimetro dalle sue orecchie. Si
morse le labbra
arrabbiato, poi osservò la reazione di Levi, per nulla
turbato. Scrutò il suo
volto tranquillo, notando per la prima volta quando le sue ciglia
fossero
folte. Erano così vicini che i quei capelli neri lo
solleticavano.
Ha
un maledettissimo buon odore.
Pensò
prima
di posare le sue labbra sopra quelle del Caporale, che lo attraevano
come fatali
calamite, soddisfacendo quell’agognato e muto desiderio che
lo attanagliava da
tempo. Levi non si lasciò sfuggire
l’opportunità, appoggiandogli le mani sui
fianchi, che scivolarono dolcemente sotto la camicia, arpionandogli la
pelle
morbida. Socchiuse le labbra, aggiungendo un po’ di pepe a
quel bacio
innocente. La sua lingua esplorò a fondo la bocca del
ragazzo, che si sentì le
ginocchia molli. Lentamente iniziò a sbottonargli la
camicia, senza smettere di
baciarlo. La situazione era sfuggita dalle mani del ragazzo.
-Sei solo uno
stupido vecchio, solo ed arrapato!-
Il ragazzo
pronunciò
quel fiume di parole in tempo da record, ritraendosi. Poi fece
dietrofront e se
ne andò, con la camicia aperta percorrendo con passo
arrabbiato in mezzo al
cortile d’ingresso.
Eren non
seppe perché lo fece, ma pensava che dopo si sarebbe sentito
meglio. Eppure la
gioia e il sollievo della vendetta appena compiuta non lo travolsero.
Quelle
parole ferirono più lui che l’uomo a cui erano
dirette. Sconfisse lo struggente
desiderio di tornare indietro smentendo tutto, di tuffarsi di nuovo su
quelle
labbra morbide, e proseguì a passo veloce verso nessun posto
preciso.
Ma…dove accidenti ho intenzione di
dormire?Quella era camera mia!
*
* *
Eccoci
qui all’ottavo capitolo!Levi è un ladro...di baci!E’
stato
un vero incubo, non mi sembra vero di averlo terminato!L’ho
dovuto riscrivere
due volte. Sono abbastanza soddisfatta di com’è
venuto. Sappiate che ADORO
Jean, è uno dei miei personaggi preferiti. Non posso fare a
meno di farlo
maltrattare ahah. Finalmente in questo capitolo Eren si è
deciso ad afferrare…la
maniglia! Ok,basta doppi sensi, passiamo
ai ringraziamenti…ho visto con piacere che i preferiti(29) e
le seguite(44)
sono aumentati ancora e non mi sembra vero!Sappiate che quando avete
messo la
mia storia nei preferiti o nelle seguite, l’ho notato. Per
ogni singola persona,
ho sorriso e ho cliccato sul suo account, curiosa di che tipo di
persona fosse.
Sarò un po’ creepy, ma sono fatta così.
Un
grande grazie a coloro che mi hanno
sostenuta dopo le critiche negative e che commentano sempre! Ogni volta
che
leggo i commenti mi sento come scartassi delle caramelle.
(specifichiamo che
sono zucchero-dipedente).
PS.
Sono stata al Lucca comics, troppo
bello! :,) non vedo l’ora di tornarci. Tra una fiera e
l’altra mi sono
procurata qualche gadget di shingeki *^*