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Autore: Atlantislux    01/05/2008    7 recensioni
Gli universi di Earl ed Earth collidono, mentre qualcosa di oscuro li minaccia entrambi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Earth' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Lascito


Zipang, 19 marzo, ore 20.30

“Glielo ripeto, Colonnello, noi non tradiremo il Garderobe, per nessuna ragione. Se una guerra dovesse scoppiare, ci vedrebbe al loro fianco. Con voi, spererei, considerato quello che dovremo probabilmente affrontare.”
“Questo, Shogun, è purtroppo qualcosa che io non posso garantirle.”
Akira trattenne il fiato, mentre i suoi occhi non lasciavano il volto fermo del Colonnello Okuzaki. La donna, più alta e di qualche anno più vecchia di lei, poteva essere sua sorella maggiore, ma il suo sguardo e il suo tono avevano una durezza che Akira non si sarebbe mai augurata per sé stessa. Nonostante quello il Colonnello aveva ascoltato cortesemente il fermo rifiuto di Takumi a collaborare con loro ed, eventualmente, ad assistere le loro truppe.
“Allora io e lei non abbiamo più nulla da dirci, Colonnello.”
Il giovane Shogun si alzò, velocemente seguito da Akira e dalla donna di Earth. Che, con grande sorpresa della kunoichi, si esibì in un perfetto inchino. Quando alzò la testa, i suoi occhi ametista si posarono su Akira, addolcendosi leggermente.
“Grazie comunque per avermi concesso questo colloquio. Vi auguro... un futuro sereno.”
Akira stette per qualche secondo in silenzio, a guardare la porta dove la donna era scomparsa. “Pensavo peggio. E, hai notato, non aveva la stessa divisa di quelli che sono comparsi a Windbloom.”
Accanto a lei, Takumi si appoggiò il mento sulle mani giunte. “No. Viene da quella che chiamano la Coalizione Est, l'equivalente di Zipang su Earth. Però... non ti sembra che i suoi occhi fossero molto tristi?”
Akira scosse la testa. No, lei non aveva notato nulla, ma doveva ammettere che Takumi era un osservatore migliore di lei, e sicuramente più sensibile.
'Ma, in ogni caso, qualunque cosa siano venuti a fare, non mi piace. Meglio stare in guardia.'

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Il Colonnello si accomodò sul flyer, lanciando una rapida occhiata al castello dietro di lei. Ammise con rimpianto che la sua struttura non era poi così diversa dal palazzo che lei era abituata a chiamare casa che, dopo sette mesi passati su Earl, cominciava a mancarle. Ma, prima di andarsene, c'era una promessa che doveva mantenere.
'Takumi... il tuo ultimo desiderio fu che io venissi qui a proteggere questa gente dalle trame di quelli della Repubblica Occidentale. Tu non ti sei mai fidato di loro...'
“Iori” fece al suo attendente. “Diffondi l'ordine di dispiegare le truppe attorno alla capitale. E che gli RX siano pronti a volare al mio comando. Questa gente non ha Otome e, in caso di un'invasione, dovremo pensare noi alla loro difesa.”
“Colonnello, è consapevole che questo va contro gli ordini del Generale De Windbloom?”
“Non esattamente. Il Generale mi ha solo ordinato di far passare Zipang dalla nostra parte, e per farlo devo provare allo Shogun che si può fidare di noi. Non trovo miglior modo che assistere il suo popolo nel momento del bisogno. Oltretutto, le truppe stanziate qui provengono dalla Coalizione Est, sono quindi direttamente sotto il mio comando. Mi prendo io la responsabilità di quello che può accadere con il Generale.”
“Che ci disse anche che dovevamo impegnarci solo se costretti, ed essere pronti ad un eventuale ripiegamento improvviso.”
Akria sorrise alle obiezioni dell’uomo. “Lo so, Maggiore. E ciò mi prova solo che quel demone dai capelli ametista ha in mente qualcosa di losco.”
Lasciò poi vagare lo sguardo fuori dal flyer. “Non posso dimenticare che mio marito, per quanto buono, mi disse in punto di morte di non credere mai ciecamente ai nostri alleati. E sia il Generale De Windbloom, che il suo entourage, non ha fino ad ora fatto, né detto nulla, per farmi cambiare idea. Quindi, io credo ancora a mio marito.”
'Dopotutto, eri tu il più sensibile tra noi due.'


Windbloom, 20 marzo, ore 7.30

Attorno alla tavola il silenzio era totale, disturbato solo dal suono delle voraci fauci di Mikoto al lavoro. Shizuru Viola prese un sorso di tè, nascondendo dietro la tazza uno sguardo che cominciava a farsi esasperato.
La sera prima aveva convocato il Consiglio per le nove di quella mattina, ed era andata a letto decisa a concedersi, e a garantire a Natsuki, finalmente un'intera notte di sonno. Che fosse stata svegliata anzitempo con la notizia che Mikoto e Mai erano a Windbloom, e che la Dea Gatto voleva vedere la Direttrice, era già stato abbastanza scocciante, ma che ora tutti dovessero attendere, per conoscere il motivo della visita, che Mikoto avesse finito di mangiare era al limite della tollerabilità. Anche perché, come di consueto, l'appetito della Dea Gatto sembrava insaziabile.
Shizuru si terse le labbra, guardando di soppiatto Natsuki. La sua amante aveva un'aria decisa, che non riusciva però a nascondere la stanchezza. Stava passando giorni tremendi, e Shizuru sapeva che c'era ben poco che al momento potesse fare per aiutarla, se non starle vicino e offrirle il suo sostegno incondizionato. Ancora una volta, tuttavia, la seconda Colonna del Garderobe si chiese se fosse giusto che l'equilibrio di un intero mondo gravasse sulle spalle di un gruppo di ragazze poco più che adolescenti, e sulla loro altrettanto giovane Direttrice. Ne avevano parlato a lungo, lei e Natsuki, sia in passato che, soprattutto, dopo il ritorno di Natsuki da Earth; mentre la Direttrice era ancora convinta che le Otome fossero l'unico baluardo contro il caos, Shizuru ne era sempre meno sicura, se mai lo era stata.
Per quanto la riguardava, la sua fedeltà lei l'aveva giurata a Natsuki, prima ancora che al Garderobe, e non avrebbe esitato a gettare al vento il suo titolo da Meister Otome, e la sua vita, se la cosa fosse servita a salvare la sua amante dal pericolo.
'Sapevo che sarebbe arrivato questo momento. Da quello che ho letto l'atto di Fumi fu l'estremo tentativo, in un momento di grave emergenza, di salvare il pianeta dalla catastrofe, ma credo che neanche lei avrebbe voluto che questo stato di cose continuasse per secoli. Il popolo di Earl ha totalmente abdicato alla propria sicurezza lasciandola nelle mani dei loro sovrani e di noi Otome, convinti che saremmo sempre intervenuti a salvarli. Con il risultato che gli eserciti convenzionali sono oramai una massa di incompetenti, incapaci di difendere persino i confini dei propri stati, e alla mercé di chiunque disponga di armamenti e motivazioni forti abbastanza da dichiarare guerra ai propri vicini, come si è visto durante la guerra con Artai. E ora si sta ripetendo la stessa cosa.
'Le divisioni di Earth non reggono il confronto con noi Otome, ma non potremmo fare nulla se decidessero di attaccarci in massa con tutto quello che hanno a disposizione, per non parlare dei misteriosi esseri in nero. Le Otome sono nate per proteggere il proprio Master, non l’intero pianeta.'

Shizuru sollevò gli occhi per fissare, dall'altra parte della tavola, la Regina Mashiro.
'È stato per una fortunata concatenazione di eventi che quella volta non abbiamo perso, e quanto vorrei che tutti se ne rendessero conto. Se Miyu e gli Aswald non fossero giunti in nostro soccorso, se Nina non fosse stata incapace di governare l'Harmonium, se Arika non avesse trovato dentro di sé la forza di distruggere sua madre, in questo momento al posto di Mashiro ci sarebbe qualcun altro.'
I suoi occhi amaranto sfiorarono Nina, che aveva a malapena toccato la sua colazione e quasi mai alzato lo sguardo dal piatto, e si posarono sull'ultimo commensale. Le sfuggiva il perché Mikoto avesse voluto lì con loro anche il Generale De Windbloom, d'altronde, i processi mentali seguiti dalla Dea Gatto erano un mistero per lei, anche se non c'era nulla che la ragazzina più vecchia di Earl sembrava fare senza una ragione.
L'attenzione di Shizuru fu richiamata proprio da Mikoto che, posando rumorosamente la forchetta, segnalò che almeno per le prossime tre ore non avrebbe avuto bisogno di ulteriore cibo.
La vide scoccare un'occhiata grata a Natsuki, e Shizuru sorrise. Per quanto si comportasse come un'adolescente inselvatichita, il suo sguardo nascondeva una saggezza e un potere che andavano al di là dei suoi anni e del suo aspetto; da quello che le aveva raccontato Natsuki, Mikoto si aggirava su Earl da molto prima che le Otome entrassero in scena. L'Incantevole Ametista posò la tazza, in fervente attesa delle rivelazioni promesse dalla Dea Gatto.
'Ha affermato di sapere chi sono i nostri nemici e cosa vogliono da noi. Spero che ci chiarisca cosa sta succedendo e che, soprattutto, queste nuove informazioni ci portino ad una soluzione.'

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“No, non sono esseri umani, anche se una volta lo sono stati.”
Natsuki si sporse verso Mikoto. “Ma ne hanno la forma”.
“È solo un simulacro. Sono tutto ciò che rimane di un essere umano quando il cuore si separa dal resto del corpo. Indietro rimane solo un fantoccio dotato di volontà, ma una volontà talmente potente da permettergli non solo di vivere, ma di modificare la realtà a suo piacimento.”
Natsuki e Shizuru si scambiarono un'occhiata perplessa. “Il cuore?”
A quell'obiezione Mikoto scosse le spalle, intrecciando le mani dietro la testa. “È metaforico. Puoi chiamarlo energia vitale se lo vuoi. O coscienza. Alcuni lo chiamano anima. È ciò che ci dà emozioni e sentimenti. Tutto ciò che nasce e ha una discendenza possiede un cuore, anche i pianeti e le stelle ne hanno uno.”
“Ma senza l'anima un corpo dovrebbe morire...” pigolò Mashiro, che sembrava in fervida attesa di una risposta. Non così Nina, nei cui occhi si poteva leggere un'ombra di diffidenza, e sicuramente non la Mashiro di Earth.
Il Generale guardava Mikoto come se fosse una pianta esotica, sbirciando ogni tanto Natsuki come per accertarsi che la donna non stesse credendo ad una sola parola della Dea Gatto. Cosa che in effetti la Direttrice sembrava non voler fare.
“Quelli invece mi sembrano particolarmente vispi” fece notare a Mikoto.
La ragazza rispose con un cenno della testa. “È perché l’oscurità ha preso il posto del loro cuore. È l'oscurità che gli consente di non morire, e che gli dona poteri impensabili al resto degli esseri umani. Cosa che loro non sono più. Chi mi rivelò queste cose lì chiamò Nobody. Nessuno, nella nostra lingua.”
“Mi sembrano un cumulo di sciocchezze mistiche” sentenziò la Mashiro di Earth incrociando le braccia al petto, subito contestata dalla sua omonima di Earl. “Solo perché voi non credete a nulla che non si possa misurare non significa che certe cose non esistano. O siete talmente arroganti da affermare il contrario?”
Prima che il Generale potesse replicare, facendo sicuramente degenerare la conversazione, fu incredibilmente Nina che prese le sue difese.
“Tuttavia, Altezza, non si può negare che le cose che ci sta dicendo Mikoto siano quanto meno strane. E poi, chi esattamente le avrebbe raccontato queste cose?”
Mikoto sorrise alla giovane Meister. “Hai ragione, Nina. So che a tutti voi quello che sto dicendo appare strano. Ma è un segreto che mi porto dentro da centinaia di anni. E nemmeno tanto un segreto perché, nella Biblioteca del Garderobe, esistono documenti che provano queste cose, solo che non sono mai stati letti da nessuno della presente generazione.”
“E perché?” ribatté Natsuki.
“Perché gli unici che ne possono venire a conoscenza, eccetto io, sono i membri della famiglia reale di Windbloom.”
Una ridda di differenti emozioni si scatenò sui volti degli astanti. Incredulità e stupore su quello di Natsuki, mentre pena e sconcerto emergevano negli occhi di Mashiro e Nina.
“I membri legittimi, vorrai dire” affermò il Generale, lanciando un'occhiata obliqua a Nina.
“Sì. Al compimento della maggiore età, agli eredi della dinastia veniva rivelata questa cosa. Dai genitori o da me. Nel caso di Nina è stato impossibile perché nessuno conosceva la sua identità, tant'è che pensavo che la linea di discendenza si fosse oramai interrotta.”
“Potevi farlo dopo, no? Nina oramai è maggiorenne da un pezzo.”
“Generale” la interruppe Natsuki, piccata. “È lodevole il tuo tentativo di difendere i diritti di Nina, ma ti assicuro che non ce n'è bisogno. Vogliamo invece far continuare Mikoto? Ad esempio potrebbe raccontaci come tutto questo è cominciato.”
Di fronte a quell'invito la Dea Gatto sorrise apertamente, ficcandosi in bocca un dolcetto prima di cominciare il suo racconto.
“La Guerra dei Dodici Regni infuriava sul nostro pianeta, e non sembrava esserci fine alla violenza. Nei laboratori di Windbloom, e della Federazione Schwarz, i loro principali avversari, si seguivano due opposte linee di ricerca, nel tentativo di creare l'arma finale. Ma mentre a Windbloom si indagava sulla tecnologia della materializzazione, le ricerche degli Schwarz volgevano su come sfruttare la forza di volontà a scopo bellico. I loro soldati divennero in grado di utilizzare a loro piacimento le forze della natura, i campi magnetici, le correnti termiche, arrivando a sviluppare poteri mentali come la telecinesi e la telepatia. Ma quei poteri erano instabili, perché la loro volontà era distorta da sentimenti di odio e rancore.”
Mikoto fissò gli occhi dorati su Nina. “Proprio come te, che permettesti al livore di prendere il controllo durante la guerra con Artai, così fecero gli Schwarz, e non si avvidero che l'oscurità cominciava a vivere di vita propria, divorando i corpi dei loro stessi uomini.”
Le mani di Nina si strinsero in grembo, e lei abbassò il capo, incapace di sostenere lo sguardo della Dea Gatto. “Lo so... più diventavo potente più sentivo quella cosa crescere dentro di me, ma non avrei mai pensato che fosse... viva.”
“Non lo è. Normalmente la materia oscura è inerte, ma gli Schwarz indirizzarono le loro ricerche nel cercare di separarla dai cuori, per far sì che i propri soldati diventassero creature di pura volontà, senza costrizioni. Fu allora che lui arrivò.”
La ragazzina fece una pausa per mangiare un altro dolcetto, mentre il resto dei commensali rimaneva in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Il Generale De Windbloom, il cui sguardo era diventato sempre più diffidente mano a mano che il racconto continuava, ora fissava Nina, che invece non aveva più alzato gli occhi.
“Lui?” chiese Natsuki, senza riuscire a nascondere, anche lei, l'incredulità.
“Si presentò a me, e all'allora Regina di Windbloom, solo come 'il Re'. Non era un essere umano, e ci disse di provenire da un altro multiverso, così lo chiamò lui.”
A quella parola, sia Shizuru che il Generale si fecero improvvisamente attente.
“Disse che le ricerche sull'oscurità dovevano essere interrotte, ad ogni costo, altrimenti sarebbe stato il disastro per il nostro mondo.”
“Perché? E come mai non aveva detto quelle cose agli Schwarz?” le fece di nuovo Natsuki.
“Era stato da loro, ma l'avevano scacciato. Il Re ci rivelò che se non li avessimo fermati le creature generate delle ombre avrebbero divorato Earl e poi si sarebbero sparse in tutto il nostro universo, com'era già successo nel suo. E la Regina di Windbloom decise di ascoltarlo.”
“Fammi capire” la interruppe il Generale. “Nel mezzo di una guerra avete dato retta a questo essere arrivato da chissà dove?”
Mikoto annuì. “Lo avresti fatto anche tu, se ti avesse dato l'arma in grado di distruggere i tuoi nemici.”
“Questo è già qualcosa che posso razionalmente accettare. Quale arma, però?” chiese la donna, e a Shizuru non sfuggì il suo tono estremamente interessato. L'Incantevole Ametista gettò uno sguardo carico di avvertimenti a Mikoto che, tuttavia, non colse il segnale.
“L'Harmonium” declamò invece. “Ci diede i progetti per costruirlo e se ne andò da Earl, avvertendoci di usarlo anche per chiudere il varco tra il nostro multiverso e il suo. Ma fece in modo che solo quelli con sangue reale di Windbloom potessero sfruttare la sua potenza, perché era con quella casata che aveva stretto un'alleanza, e non voleva che il segreto dell’Harmonium si diffondesse troppo.”
“Però il varco è ancora aperto” fece notare Natsuki.
L'entusiasmo di Mikoto sembrò svanire. “Mentre l'Harmonium veniva costruito non si interruppero le ricerche sulla materializzazione. Alla fine, attraverso le nanomacchine, si trovò il modo di interfacciare direttamente un essere umano all'arma. Fumi, che era una cugina dell'allora Regina di Windbloom, e sua leale ancella, si offrì come volontaria per diventare la prima Otome, e per utilizzare l'Harmonium, visto il sangue della famiglia reale scorreva nelle sue vene.”
La ragazza prese un profondo respiro. “Ma qualcosa andò storto e l'Harmonium, dopo aver devastato le terre degli Schwarz, ritorse i suoi poteri anche contro coloro che non c'entravano nulla. Earl ne fu quasi distrutto, e fu a prezzo di gravi sacrifici che riuscimmo a salvare il pianeta. Io posi un sigillo sull'Harmonium che rimase, inutilizzato, nelle viscere del castello di Fuuka. Allo stesso modo, per far sì che le ricerche degli Schwarz non potessero essere riprese, la tecnologia, con l'eccezione di quella necessaria alla sopravvivenza, venne bandita ed il progresso scientifico messo sotto lo stretto controllo del Garberobe.”
“E scommetto che solo i vincitori sapevano la verità” insinuò il Generale.
“Sì, fu la famiglia reale di Windbloom, i fondatori del sistema delle Otome, i garanti del sistema. E, ogni qualvolta l'erede della dinastia di Windbloom raggiungeva la maggiore età, veniva portato nella Biblioteca Proibita dove apprendeva questa tragica eredità. Eccettuati loro, solo io e Miyu eravamo a conoscenza dell’intera storia.”
Il Generale indicò Nina. “Lo ribadisco. Però a lei non è stato detto nulla.”
Mikoto scosse la testa. “Pensavamo che non ce ne fosse più bisogno, con l'Harmonium distrutto. Ma ora che c'è il fondato timore che gli esseri creati dall'oscurità ci assalgano, diventa necessario che Nina sappia.”
A quelle parole, la Otome di Mashiro sbiancò. “Ma Mikoto” urlò alzandosi in piedi. “Io ho rinunciato al mio titolo. Adesso è Mashiro la legittima regina, tocca al lei...”
Con un netto cenno di diniego del capo Mikoto interruppe le sue proteste. “No. Purtroppo non puoi abdicare al retaggio del tuo sangue. Di quello che sentirai e leggerai potrai farne l'uso che riterrai più saggio, ma tu sei l'unica che può accedere a quelle informazioni, come eri l'unica a poter utilizzare l'Harmonium.”
“Non è vero, Arika riuscì a farlo funzionare” disse in quel momento Mashiro, il cui volto era una maschera di pietrificato stupore.
“Quello era solo un segnale di emergenza” le rispose Mikoto. “Niente di più.”
Nina si riaccomodò pesantemente al suo posto, intrecciandosi le mani davanti alla faccia. “Se è proprio necessario...”
“C'è una cosa che però io vorrei sapere.”
Tutti si voltarono verso la Meister Viola, che aveva parlato.
“Perché ci hai raccontato queste cose davanti a lei, Mikoto?” chiese facendo un cenno verso il Generale De Windbloom. “Fino a prova contraria loro sono nostri nemici tanto quanto quegli esseri in nero.”
Ma la Dea Gatto le sorrise. “No, per il fatto che i nostri gemelli di Earth sono esseri umani. E malgrado lo pensino, io li voglio mettere in guardia, perché niente di quello che potremo, o potranno, singolarmente mettere in campo ci salverà dai Nobody. Le nostre Otome sono troppo poche, e le divisioni di Earth non attrezzate per combattere esseri che usano il teletrasporto e poteri che potremmo solo definire magici.”
“La magia non esiste” la interruppe brutalmente il Generale.
“Lo so, è probabilmente solo una scienza talmente avanzata che ai nostri occhi sembra magia. È tutto quello che posso dirti di loro, d'altronde hai visto anche tu quello che possono fare.”
“Però non c’hai ancora detto quello che vogliono da noi.”
“I nostri cuori, dal momento che hanno perso il loro. O la nostra forza vitale, se preferisci, Generale De Windbloom. Da noi e dal nostro mondo. La divoreranno, facendo morire questo pianeta, e poi passeranno ad un altro, come avete visto nei vostri filmati.”
Un profondo silenzio accolse le sue parole. Mikoto si alzò, senza che nessuno aggiungesse altro. “Andiamo Nina. Vi suggerisco di discutere di quello che vi ho detto e di raggiungere un compromesso. La posta in gioco è veramente troppo alta.”
Natsuki la guardò andarsene, seguita da una molto riluttante Nina Wang. Poi lasciò vagare lo sguardo sui presenti. Mentre Mashiro era lo sconforto personificato, il Generale e Shizuru sembravano condividere un identico sentimento di incertezza.
“È stato inconsueto, e Mikoto è inquietante in questa veste di profetessa di sventure” mormorò la seconda Colonna del Garderobe.
Natsuki annuì gravemente a quelle parole. “Sì, non avrei mai pensato di sentire un discorso così coerente dalla bocca di Mikoto, ma tant’è... Shizuru, il Consiglio comincerà tra qualche minuto, potresti per favore presiederlo tu con Mashiro?”
I suoi occhi si fissarono sulla donna di Earth.
“Io rimango qui con il Generale De Windbloom, dobbiamo seriamente parlare.”
In risposta, la donna di Earth annuì lentamente.

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“Sei silenziosa. Ma non devi avere paura.”
Nina scosse la testa, alzando gli occhi dal pavimento del mausoleo di Fumi, lo stesso posto che, tanti anni prima, aveva violato con le sue amiche.
“Non ne ho. È che pensavo che questa storia fosse finita con la mia rinuncia al trono.”
Mikoto le sorrise. “Non fino a quando sarai viva. Te l'ho detto. Con il tuo sangue hai avuto in eredità grandi poteri e obblighi, che un atto legale non può cancellare. Ma lo sapevi vero? Altrimenti saresti rimasta nascosta nei boschi di Artai.”
Nina non le rispose, e si voltò verso di lei solo quanto Mikoto le appoggiò delicatamente la mano sulla spalla. Gli occhi della Dea Gatto affondarono nei suoi.
“Il tuo riscatto comincia oggi, Nina. Non lo dirò in pubblico ma, con le informazioni contenute qui dentro, tu diventi, seppure non ufficialmente, la Regina di Windbloom. Non te lo dimenticare mai.”
A quel punto, un'espressione decisa emerse sul voto della Otome. “Va bene. Ma Mashiro è mia amica, e mi perdonò dopo tutto quello che le avevo fatto, io non potrò mai rubarle il posto.”
“Nessuno ti chiede di farlo. Devi rimanerle accanto ed aiutarla nel suo lavoro, ma ricordati che la linea di successione non potrà mai passare da lei e che, una volta che sarà morta, tu o i tuoi figli vi dovrete riprendere il trono. È il doloroso lascito della tua famiglia, che tu non puoi rinnegare. Neanche desiderandolo con tutta te stessa.”
Nina distolse lo sguardo, prendendo un profondo respiro. “Che la Fondatrice mi dia la forza allora...” mormorò, mentre Mikoto inseriva la chiave e apriva la Biblioteca Proibita.

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Il Generale Mashiro De Windbloom si sciolse il laccio lasciando i capelli liberi nel vento. Seduta sul davanzale della sua stanza, con le maniche della divisa rimboccate, e il soprabito abbandonato su una poltrona, sembrava una ragazzina pronta a fare qualche marachella, non il condottiero di un potente esercito. Il suo sguardo non si staccava dalla città che giaceva ai piedi del castello, nemmeno per guardare in faccia il suo ospite. Gli aveva raccontato tutto quello che Mikoto aveva detto, e della proposta di alleanza che Natsuki aveva fatto.
“La nostra strategia ha bisogno di qualche ritocco, Nagi.”
“Perché? In linea di massima è quello che ci aspettavamo, no? Natsuki ha avanzato l'idea che le nostre divisioni combattano con quelle di Earl e con le loro Otome, ma ha escluso categoricamente di darci in cambio il segreto della materializzazione. Che ci manca comunque poco per ottenere. Ma che gli uomini di Haruka combattessero con quelli di Earl l'avevamo già preventivato.”
“Sì, anche se come ultima risorsa, visto che speravo che ce ne saremmo andati prima che i Nobody arrivassero qui. Anche perché, dal confuso racconto che ha fatto quella pazza su poteri magici, cuori e oscurità, ho capito solo che quegli esseri sono maledettamente pericolosi.”
“Come se fosse una sorpresa. Comunque, dalle ultime rilevazioni emerge che stanno attaccando pianeti sempre più vicini alla distorsione, probabilmente per utilizzarli come teste di ponte” le disse Nagi inclinando il capo da una parte.
“Dammi una tempistica.”
“Non più di tre settimane.”
Sospirando, la donna abbandonò la sua postazione e rientrò nella stanza, fermandosi davanti al Colonnello.
“Avviserò Haruka di completare il prima possibile il dispiegamento delle truppe. Soprattutto attorno a Windbloom. Natsuki non sa ancora che sono qui, al momento è troppo impegnata a pacificare il suo mondo. E va bene così. Più che altro, quello che deve cambiare radicalmente è il piano che avevamo congegnato per impadronirci del progetto dell'Harmonium.”
Nagi sogghignò. “L'avevo immaginato che solo quelli con il DNA della famiglia reale di Windbloom avessero accesso sia alla Biblioteca che all'Harmonium.”
“Sì, l'ha confermato quella strana ragazzina con un discorso assurdo su sangue ed eredità. Il Maggiore Wang ci sarebbe stata davvero utile, ma ora il suo intervento non è più necessario.”
La donna fissò Nagi negli occhi. “È complicato entrare nel loro sacrario, anche se nella concitazione della battaglia potremmo farcela, così come ci eravamo detti. Ma, dati gli ultimi sviluppi, è molto più facile far passare dalla nostra parte la Otome della Regina, Nina, alla quale in questo momento Mikoto sta rivelando tutto.”
“Mi duole deluderti. Lei è assurdamente fedele a Mashiro e al Garderobe, non li tradirà mai.”
“Non l'ha già fatto una volta?” il Generale ribatté, mentre Nagi scuoteva la testa.
“Sì, ma era una cosa diversa...”
“Non proprio. L'ha fatto per amore di una persona che reputava più importante di tutti i suoi amici.”
“E quindi? Ti informo che si sono lasciati. Sergay Wang non ha più alcuna influenza su di lei.”
Il sorriso di Mashiro divenne amabile. “Veramente pensavo a te.”
“Ma che c'entro io?”
Lo sguardo shoccato di Nagi la fece esplodere in una risata. “Risparmiami la commedia. Ti ho visto come la guardavi quando vi siete rincontrarti la prima volta. Lei è il tuo giocattolo, e speravi di riaverlo una volta tornato qui. Conoscendoti è perfettamente immaginabile, e non starò certo a biasimarti per quello, ma vedi di far collimare i tuoi interessi personali con quelli del tuo paese, Colonnello.”
Nagi strinse leggermente gli occhi, mentre il suo sguardo mutava da noncurante a calcolatore. “Dubito che riuscirò a farmi ascoltare. O almeno, potrei dartene la certezza solo se avessi più tempo, ma ti assicuro che questa Nina è instabile quanto il triioduro di azoto, e maneggiarla altrettanto pericoloso.”
“Lo so. Una parola sbagliata e quella diventerà la nostra peggiore nemica. Per questo devi essere tu ad avvicinarla. Tu la conosci. Lei era la tua Otome, addestrata per proteggerti. È cresciuta con questa convinzione, e con martellato in testa il dovere di stare al tuo fianco, non è così che funziona, da queste parti? Oltretutto, avete condiviso l'esperienza della guerra e del fallimento, non puoi dire che fra voi non c'è nessun legame.”
La smorfia infastidita apparsa sul volto di Nagi fece capire a Mashiro di aver toccato un tasto dolente. Sorrise convinta. “E poi, lei è la Regina per diritto di nascita, scavalcata da una trovatella, con un passato oscuro da riparare che dubito che qualcuno abbia dimenticato. Lei, tra queste principesse perfettine, è la più sbagliata.”
“E io sono quello che le ricorda il suo passato.” Nagi si mise a ridere. “Mashiro, Nina mi odia, consapevolmente o meno. Io sono quello che le ha fatto fare tutte quelle cose brutte, e che ha sparato in testa al suo amato bene.”
Mashiro si avvicinò a lui, e gli batté l'indice sul petto. “Tu sei quello che è stato capace di fregare i nostri reclutatori raccontando pietose bugie. E l'elenco di quelli che sei riuscito a far fessi negli anni, gente molto più cinica di questa, è lunghissimo. Far credere quello che vuoi a quella ragazzina non dovrebbe essere poi così difficile.”
“Quello che mi stai chiedendo di fare si avvicina molto alla prostituzione” Nagi sospirò teatralmente, mentre lo sguardo di Mashiro si faceva sarcastico.
“Perché? Non è più o meno la tattica che hai usato con il Colonnello Wang e sua moglie? Facendo addirittura credere ad entrambi di essere innamorato di loro?”
“Pensi che non sia vero?”
“Già, per il fatto che l'unica persona di cui sei innamorato è te stesso.”
Davanti a lei Nagi fece spallucce, arrossendo leggermente, come un bambino. “Mi conosci troppo bene.”
“Esatto, e so che ce la puoi fare, visto che ingannare il prossimo è il lavoro che ti riesce meglio. Ma vedi di essere cauto, non avremo un'altra possibilità.”
Annuendo, Nagi fece un passo indietro, e si portò la mano tesa alla fronte. “Agli ordini, Generale. Farò quello che desideri.”
“Un'ultima cosa” Mashiro esalò netta, mentre Nagi si bloccava ad ascoltarla. “Il resto del piano non cambia. Noi tutti siamo sacrificabili, purché la nostra patria acquisisca il segreto della materializzazione e quello del cannone a particelle.”
La donna sorrise gelidamente. “E ricordati che, qualunque cosa accada, quegli esseri non devono lasciare questo pianeta. A qualunque costo. Non mi bevo quella stupidaggine sulla forza vitale. Non so a cosa mirino, di preciso, ma è certo che questo mondo gli interessa, se non altro perché è l’ingresso a qualcosa di sterminato. Fin'ora hanno attaccato solo civiltà molto evolute per cui, dopo Earl, il nostro pianeta potrebbe essere il loro prossimo bersaglio.”
“Questo è sicuramente più sensato di tutto quello che ha raccontato la gatta. Ma, non temere, noi tutti sappiamo che Earl dovrà diventare la tomba di quegli esseri” l'albino le rispose solennemente, nonostante le sue labbra si piegassero in un leggero sogghigno che, andandosene, diventò sempre più ampio.
Rimasta sola, Mashiro ritornò alla propria postazione sul davanzale. La città là fuori era proprio bella, le conveniva godersi quella vista fino a che era ancora intatta.


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Recensioni: come sempre, un grandissimo grazie alle mie assidue commentatrici, Hinata, Solitaire, Chiarucciapuccia e Frozen. Ho intenzione di usare tutti i personaggi di Otome, quindi spero che sarete soddisfatte di come tratterò i vostri beniamini. ^_^
Una menzione d'onore per Shainareth che mi sta anche facendo da beta postuma. Alla fine di questa ff, le erigerò una statua di platino nel palazzo reale della capitale di Zipang. Come mai proprio lì? Chissà... ^_^
  
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