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Autore: Silvi_MeiTerumi    26/11/2013    1 recensioni
L'amore è una malattia dalla quale non vuoi guarire.
In inverno la malinconia e la dolcezza si miscelano tra le tazze fumanti di cioccolata, dell'uscire la sera andando a pattinare o del mangiarsi una pizza in compagnia.
Gurdare fuori dalla finestra i piccoli fiocchi di neve, candidi come Julia, che passa i suoi mercoledì e venerdì in un gruppo supporto per i 'malati' di depressione, come la definisce il suo medico di base.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy birthday!
 
Sono rimasta sveglia fino a tardi a leggere Harry Potter e i doni della morte, il personaggio di Harry mi dava conforto, ero un’appassionata dei libri di magia.
Così l’indomani mattina – era giovedì – mi sono alzata tardi.
La politica della mamma era di svegliarsi presto, così mi sono ritrovata le sue mani sulle spalle.
-Sono quasi le otto – ha detto.
-Il sonno combatte la depressione – ho risposto io – Sono stata sveglia fino a tardi a leggere –
-Deve essere un bel libro – ha detto, e intanto si è chinata accanto al letto per raccogliere il libro a terra.
-Sai che giorno è oggi? –
-Giovedì? –
-Davvero non ti ricordi? –
-Mi sa di sì. . –
-E’ giovedì 1 dicembre! – Non l’ha detto, l’ha gridato, con un sorriso folle stampato sulla faccia.
-Ti eccita davvero tanto sapere che giorno è! – ho gridato in risposta.
-Julia! E’ il tuo trentatreesimo mezzo compleanno! –
-Ohhhh – ho detto. Mia madre era davvero fanatica dei festeggiamenti.
-Bè, buon compleanno a me – dissi in risposta.
-Che cosa vuoi fare in questo giorno così speciale? –
-Tornare a casa da scuola e stabilire il record del mondo di episodi di Cake Boss visti uno di fila all’altro? –
La mamma ha preso dalla mensola sopra il mio letto Bric, il coniglietto di pezza che mi portavo dietro da quando avevo tipo un anno. . Comunque dai tempi in cui era socialmente accettabile chiamare con un nome i propri peluche.
-Perché non vai al centro commerciale con Katy? – che era mia amica.
Era un’idea. – Certo - ho risposto. – Mando un messaggio a Katy e vedo se dopo può venire –
La mamma ha sorriso, stringendosi il coniglietto alla pancia.
-Va ancora di moda andare al centro commerciale? – ha chiesto.
-Sono piuttosto fiera di non sapere cosa va di moda – ho ribattuto.
Ho mandato un sms a Katy, ho fatto la doccia, mi sono vestita e poi la mamma mi ha accompagnato a scuola.
Seguivo un corso di letteratura americana: la lezione era su Frederick Douglas, l’aula era semivuota, ed è stato incredibilmente difficile restare sveglia.
La risposta di Katy al mio sms è arrivata dopo cinquanta dei novanta minuti che durava la lezione.
 
‘Grandiosissimo. Buon mezzo compleanno. Da Nando’s alle 3.35?
 
Katy aveva una vita sociale così intensa che c’era bisogno di programmarla fino al singolo minuto.
Risposta:
 
Va bene. Mi trovi li.
 
La mamma mi ha portato direttamente da scuola alla libreria vicino al centro commerciale, dove ho comprato due nuovi libri, e poi mi sono avviata verso l’enorme sala da pranzo e ho preso una Diet Coke. Erano le 3.23.
Mi sono ritrovata a guardare i bambini che giocavano nella nave pirata dell’area riservata ai più piccoli.
Anche la mamma era lì nella zona ristorante, da sola, seduta in un angolo dove credeva che non riuscissi a vederla, a mangiare un panino con la bistecca e il formaggio intanto che leggeva dei documenti.
Alle 3.35 in punto Katy è passata con aria sicura di sé davanti al ristorante cinese. Mi ha visto non appena ho alzato la mano, mi ha illuminato con un sorriso tutto denti bianchi appena raddrizzati e mi è venuta incontro.
Indossava un cappottino scuro al ginocchio che le stava perfetto e un paio di occhiali da sole che le dominava il viso. Li ha spinti sopra la testa e si è chinata ad abbracciarmi.
-Tesoro – ha detto, con aria vagamente british  - come stai? –
- Io bene. E tu? – continuò.
-Non lo so nemmeno più –
-Ehm. . Hai visto che i ragazzi quest’anno sono diventati più commestibili?-
-Davvero? Tipo chi? – ho detto. Lei ha elencato parecchi ragazzi, i quali non sapevo nemmeno della loro esistenza.
-E’ da un po’ che esco con Michael Clifford – ha detto – ma non credo durerà, a volte è un ragazzino, soprattutto in compagnia dei suoi amici. Ma basta parlare di me. Cosa c’è di nuovo nell’universo Julia? –
-Niente, davvero –
 
Siamo andate al negozio di scarpe. Katy continuava a scegliere per me tutte queste scarpe senza tacco aperte avanti dicendo: - queste a te starebbero benissimo - , e poi mi sono ricordata che Katy non indossa mai scarpe aperte sul davanti per via dell’odio che prova per i suoi piedi, perché sostiene di avere gli indici troppo lunghi rispetto all’alluce, come se gli indici fossero lo specchio dell’anima. Così, quando le ho fatto notare un paio di sandali che le sarebbero stati bene con la tonalità della sua pelle ha detto: - Si, ma. . . – dove il ‘ma’ sottointendeva ‘Ma esporranno le mie orribili dita dei piedi al pubblico ’, al che io ho risposto –Katy, sei l’unica persona che io abbia mai conosciuto ad avere una smorfia specifica delle dita dei piedi-
Dopo due ore ero stanca, così decisi di salutare Katy, che mi baciò le guancie prima di dirigersi verso un negozio di vestiti.
La verità è che volevo starmene un po’ sola. Mamma sarebbe venuta a prendermi verso le sei e volevo godermi le ultime due ore in tranquillità.
Ho trovato una panchina tra un negozio di oggetti irlandesi, l’Emporio della Penna Stilografica e un outlet di cappellini da basketball – un angolo del centro commerciale dove nemmeno Katy si sarebbe mai fermata – e ho cominciato a scorrere la schermata del mio vecchio cellulare.
Il nome di Calum era in cima alla lista della rubrica, infatti il giorno prima aveva insistito affinchè prendessi il suo numero.
 
-Julia? – una voce mi fece sobbalzare sul posto e due occhi scuri mi scrutavano sorridenti.
-Ah, ciao Calum – stiracchiai un sorriso.
-Compere? – alluse alla borsetta di plastica ai miei piedi. Alla fine avevo comprato delle infradito, solo per far felice Katy.
Annuì e il mio sguardo si spostò sul ragazzo di fianco.
Era alto, anche lui asciutto e muscoloso. Aveva i capelli castano chiaro e ricci.
I suoi occhi erano un misto fra il marrone e il verde, una miscela non definita.
-Ashton – si presentò quando notò il mio sguardo insistente su di lui.
-Julia – sorrisi stringendogli la mano grande e calda.
-Allora. . Vuoi venire con noi? Facciamo un giretto – propose il moro prendendomi per un braccio e tirandomi verso di lui.
Le parole di mamma mi rimbombavano nella testa. ‘Fatti degli amici’.
E anche questa volta non feci che accettare, sperando di non essere vista da Katy.
 
-E così frequenti la scuola vicino a Port Jackson? – mi chiese Ashton prendendo un sorso della sua Redbull.
-Si – ho detto continuando a guardarlo, al che lui mi guardò e mi sorrise.
-Strano, non ti ho mai visto. . – confessò Calum.
-Ehm, non passo molto tempo per i corridoi – risposi per poggiare la testa sul palmo della mano.
-Che ne dici se domani nella pausa stai con noi? – esordì Calum cogliendomi di sorpresa.
Dovetti accettare, infondo degli amici non mi avrebbero fatto male.
 
 
Eccomi qui, con immenso ritardo D:
Sorry. .Anyway, grazie a chi segue e commenta la storia ;)
In questo capitolo possiamo vedere come la mamma di Julia si preoccupa per lei, ed entrano in scena due nuovi personaggi.
Katy, l’amica di Julia che esce con Michael ( lo vedremo comparire pure lui), e Ashton, che avrà pure lui un ruolo principale.
Allora. . Cosa pensate che accadrà? Fatemi sapere ;)
Alla prossima <3

 
  
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