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Autore: Engel_Aranel    27/11/2013    4 recensioni
- Avete presente quando capite all'improvviso che ciò che avete fatto fino a quel momento è stato solo una gran puttanata e che stavate buttando via la vostra dignità, la vostra persona, la vostra vita?
Bene, a me non è mai successo. -
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Non ho risposto alle chiamate di Fenny, né a quelle di Bill e tanto meno a quelle di Tom. So che non me la passerò bene per questo. Fenny non sarà di buon'umore ed i gemelli saranno arrabbiati. Nessuno di loro me la farà passare liscia, ma ora non m'interessa, ho bisogno di stare sola per un po' o rischio di attirare altri guai. Suonano alla porta e scendo ad aprire, oggi Candice non c'è. Mins entra in casa decisa con il viso preoccupato, mi abbraccia stretta e poi riprende a guardarmi meglio.

«Cazzo, pensavo ti fosse successo qualcosa!» esclama «Stai bene?» chiede.

«Sono ricattata da un pazzo, perseguitata da un coglione insieme al fratello e Ashton frequenta dei drogati, come non potrebbe andare bene?» chiedo in modo retorico. La mia voce è senza enfasi, nessuna emozione, piatta.

«Rhì, Fenny ti cerca...» dice lei con voce dolce.

«Ottimo, quindi ora dovrei correre all'istante, giusto? Digli che ho due orecchie funzionanti e che se non gli ho risposto alle venticinque chiamate è perchè non voglio, chiaro?».

«Rhianne, lo sai anche tu che...».

«Oh, e digli di andarsene a fanculo...» aggiungo interrompendola.

Mins mi guarda, prova a dire qualcosa, ma richiude quasi subito le labbra. Rimaniamo lì, in silenzio per qualche minuto.

«Ti va un thè?» chiedo cercando di addolcire un po' il tono della voce e lei annuisce. Andiamo in cucina, metto sul gas un pentolino d'acqua e ci sediamo al tavolo. L'unica cosa che fa rumore è l'acqua che si scalda ed il pentolino che traballa sul fornello, ma decido d'interrompere tutto ciò.

«So che mi sto ficcando nei casini, so che Fenny me la farà pagare, ma oggi proprio non ci riesco. Andassi da lui ora non riuscirei a sembrare accondiscendente. Gli risponderei male, scoppierei ad urlargli contro al suo primo ordine e penso che mi caccerei più nei guai, invece così posso riuscire a cavarmela con meno...» spiego.

«Rhì, conosco Fenny e non sarà questo a fermarlo... Sai che non posso dirgli che non ti ho trovata... Georg è rimasto qui fuori finché non mi hai fatto entrare, quindi sa che ti ho parlato. Ma come posso voglio tirarti fuori, d'accordo?» domanda.

«Mins, non puoi, rischieresti la tua vita e non sono così importante...».

«Io ti ci ho buttata in mezzo e io cercherò di tirarti fuori da questo casino!» afferma convinta.

«Grazie Mins, ma non rischiare più del dovuto, chiaro?».

«Tanto la mia fine è segnata...» commenta lei.

«Cosa? Cosa vuoi dire?».

«No, nulla...» si affretta a chiarire. L'acqua bolle e comincia a far parecchio rumore, lascio cadere il discorso e mi alzo, prendo il pentolino e ne verso il contenuto in due tazze, immergo le bustine del thè e le appoggio sul tavolo tornando a sedermi.

Mins si è chiusa in se stessa, le gambe e le braccia incrociate ed il capo chino. Ma che le succede?

«Mins?» la chiamo e lei alza lo sguardo su di me. I suoi occhi sono due pozzi scuri e colmi d'acqua che minaccia di uscire. Sta per piangere, no, non deve piangere. Perchè poi? Che ho detto?

L'abbraccio, l'abbraccio d'impulso e in pochi istanti lei crolla lasciando che le lacrime scendano copiose lungo le sue guance e finendo la loro vita sulla mia maglietta. Le accarezzo i capelli per tranquillizzarla, ma non serve a molto, provo a strofinarle la schiena, ma non aiuta. Continua a piangere e prosegue per dieci minuti buoni, si sfoga, lascia libera ogni lacrima che teneva intrappolata ormai da troppo tempo. Non faccio domande, sarà lei a parlare quando si sentirà di farlo, ma non mi stacco finché i singhiozzi si fanno meno violenti e le lacrime non scendono più. Respira ancora in modo affannato, ma pian piano sta cercando di stabilizzarlo. Si asciuga le guance e mi sorride, un sorriso dolce, come se non fosse successo nulla. Torna radiosa come prima. La guardo confusa.

«Mins, vuoi parlare?» chiedo quasi in un sussurro e lei annuisce facendomi cenno di aspettare, ma senza abbandonare il suo sorriso.

«N-non penso di riuscire ad aprirmi ora, è una cosa difficile... è complicato...» dice poi e stavolta sono io ad annuire.

«Lo sai vero che se hai bisogno io ci sono?!» domando in modo retorico.

«Certo, e ti ringrazio, ma come ho detto è... complicato».

«Va bene» dico poi avvicinandole la tazza di thè «Sarà freddo ormai» commento e Mins sorride.

Quando prende la tazza, la manica della camicetta che indossa si alza scoprendo il polso. Noto una striscia violacea che percorre il suo polso come un braccialetto, ma non può essere paragonato ad un gioiello, ma più ad un segno di appartenenza. Si accorge che le fisso il polso e si affretta a coprirlo, sa che non le chiederò nulla perchè non voglio essere invadente, ma sa anche che pretendo una spiegazione prima o poi.

«E' m-meglio che vado...» dice posando la tazza ancora mezza piena sul tavolo.

«Non è un problema se ti fermi ancora...» le preciso.

«Lo sarà per Fenny ed è meglio non farlo arrabbiare...».

«Voglio una spiegazione, lo sai vero? Non ti voglio costringere, ma prima o poi dovrai spiegarmi che cazzo succede...» annuisce e si alza, a passo deciso raggiunge l'atrio ed esce poco dopo. Rimango seduta al tavolo a sorseggiare il thè tormentata dai miei soliti pensieri più quelli appena nati. Devo già salvare me stessa, non posso salvare anche Mins, ma non posso lasciarla andare così... Merda, non ci capisco più un cazzo.

La porta sbatte e incuriosita vado a vedere chi è. Ashton si sta dirigendo in camera sua, ha l'aria stanca, ma anche arrabbiata.

«Ash!» lo chiamo e lui si volta. «Che succede? Tutto a posto?».

«No, ma non mi va di parlarne...».

«Ash, voglio aiutarti, parlami però...» la mia voce è dolce, ma non credo in quello che dico. Sono io a dover essere salvata, come faccio a salvare gli altri?

«Antony, qualcuno l'ha picchiato...» dice.

«Devi stare lontano da lui!» esclamo non appena sento quel nome.

«E' un mio amico! Non posso abbandonarlo! Non ora poi!».

«Ash, è un drogato! Non puoi frequentare certa gente! Coinvolgeranno pure te!».

«Antony non si droga! Ma come cazzo ti viene in mente?» mi chiede quasi urlando e io non riesco a rispondere. «Che cazzo ti prende, Rhì?» prosegue ed io non riesco a trattenermi.

«L'ho visto al Berghain, stava comprando della roba da un altro».

«C-cosa?» domanda incredulo e io non rispondo. «Rispondi!» esclama e presa dalla rabbia urlo, urlo anch'io rispondendo alla sua domanda. «Sì! L'ho visto in discoteca l'altra sera! E stava comprando della roba! L'ho visto, Ash! E non ci ho più visto...» le ultime parole diventano quasi un sussurro, ma lui le percepisce ugualmente.

«L-l'hai picchiato tu?» chiede incredulo e io ho solo la forza di annuire. «Ma che cazzo ti è preso? Potresti finire dentro, lo sai? Ma che cazzo... oh, merda!» urla. Sta urlando con tutto il fiato che ha e ogni parola mi trafigge nel profondo. Mi sento uno schifo. Ho deluso Ash. Ho picchiato un moccioso e ora sono qui che me ne pento perchè lo sguardo di Ashton mi guarda in modo diverso, come se non mi riconoscesse, e mi spaventa, mi spaventa da morire. Scuote la testa poi si volta e corre al piano di sopra, chiudendosi in camera a chiave. Perchè? Perchè gliel'ho detto? Fanculo!

Tiro un pugno al muro, lamentandomi poi del dolore che arriva non appena l'adrenalina e la rabbia scemano un po'. La mano mi fa male, ma almeno mi aiuta a non pensare a niente. È un ottimo modo per distogliere i pensieri. Cammino lentamente e raggiungo camera mia, richiudo la porta alle mie spalle. Mi spoglio, rimanendo in intimo e mi butto nel letto chiudendo gli occhi e cercando invano Morfeo, pregandolo di portarmi con lui nelle tenebre.

-Fenny's Pov-

 

Quella fottuta cogliona non mi risponde! Ho mandato Mins a chiamarla e ora neanche lei torna! Ho spedito Georg e Gustav a recuperarle entrambe.

Mins entra con passo deciso, infuriata.

«Cosa cazzo ti salta in mente?» mi chiede.

«Non ritornavi più, volete farmi invecchiare?» domando «E dov'è Rhianne» la sua sicurezza crolla.

«N-non c'è» balbetta.

«Cosa vuol dire che non c'è?».

«Che non è venuta e che ti manda a fanculo...» afferma.

«Brutta stronza...» mormoro «Ora vedrà! Tu! Di sopra!» le dico e lei si affretta a salire le scale con passo insicuro.

Fottute donne!

Prendo il cellulare e chiamo i gemelli, sono sempre stati più fedeli ed efficienti di Georg e Gustav. Non si sono mai preoccupati di nulla perchè hanno capito che più eseguono i miei ordini e più autonomia e potere gli lascio.

«Bill, ho bisogno di voi, tra mezz'ora vi voglio qui!» dico velocemente e stacco la chiamata senza neanche ascoltare la risposta.

Salgo di sopra e nella camera da letto trovo Mins, seduta sul materasso con le mani sulle ginocchia e lo sguardo basso. Sta tremando, ottimo.

«Spogliati.» ordino, ma lei non si muove. Non è la prima volta e comincia a stancarmi. Le mollo uno schiaffo, di sorpresa, il suo volto si gira di lato, la bocca aperta per lo stupore e la sua mano raggiunge velocemente la guancia colpita massaggiandola. «Mi hai sentito?!» esclamo «Muoviti!».

Comincia a togliersi le scarpe e poi la camicetta, ma è tutto troppo lento, ho solo mezz'ora prima che arrivino i gemelli, non posso perdere tutto il pomeriggio! La prendo per il polsi facendola alzare, la sbatto al muro con forza e lei fa una smorfia per il dolore, ma non emette nessun rumore. Stringo i polsi nello stesso punto delle altre volte, dove so che ha già i lividi e la vedo stringere i denti per sopportare il male.

«Quando ti dico di muoverti, tu devi muoverti, ok?» chiedo e lei annuisce. Le prendo il volto con una mano e aspetto che mi guardi fisso negli occhi. «Lo sai cosa posso farti, giusto?» chiedo passando la mano libera sulla base della sua schiena, lì dove il giorno prima l'avevo punita per la sua disobbedienza. Ultimamente non mi ascolta e la cosa mi fa infuriare! La mantengo, diamine! E lei come mi ripaga? Disobbedendomi e non ascoltandomi! Fottute donne!

Ritorno a prenderle un polso trascinandola con forza verso il letto su cui lascio che cada malamente. Mi metto a cavalcioni su di lei e le tiro un altro schiaffo, stavolta geme dal dolore. Sorrido mentre lei è completamente inerme sotto di me. Ha gli occhi lucidi, ma so che non uscirà neanche una lacrima, non so come faccia, ma riesce a trattenerle ogni volta, qualsiasi cosa io le faccia. Mi guarda, mi sta supplicando di lasciarla andare, di non farle nulla, ma non l'ascolto. Abbasso la cerniera laterale della gonna e gliela sfilo. Rimane in intimo, arrossisce e chiude gli occhi per paura. Mi eccita vederla imbarazzata ogni volta. Comincio a sfiorarla mentre lei rimane immobile e rabbrividisce ogni tanto e so che non è per piacere, ma non m'interessa. In poco tempo la spoglio e mi spoglio anch'io.

Qualcuno bussa. Fanculo!

«Chi è?».

«Signorino, ci sono i signorini Kaulitz in sala...» dice il maggiordomo. Butto un occhio all'orologio e mi accorgo che sono passati ben quarantacinque minuti dalla chiamata. Sono in ritardo, ma nonostante questo io non ho finito con Mins. Fanculo!

Mi alzo dal letto mi rivesto ed esco dalla stanza intimando alla ragazza di non muoversi da li. Mi dirigo velocemente verso la sala e quando entro trovo i gemelli seduti su uno di divani. Mi squadrano e Tom sorride.

«Abbiamo interrotto qualcosa?» domanda.

«Veramente sì, ma poco importa, riprenderò dopo» rispondo accomodandomi anch'io. «Voglio Rhianne, qui. Al più presto possibile. Mins è andata, ma non è riuscita a convincerla e Gustav e Georg sono dei coglioni, mi servite voi». Tom spalanca gli occhi e Bill lo guarda nervoso. «Allora?» dico dopo qualche minuto di silenzio. Il moro annuisce, ma nessuno dei due dice niente. «Tutto a posto?» chiedo.

«Sì sì, certo...» risponde Tom con il suo solito sorriso d'intesa.

«Ottimo, volete qualcosa da bere?» i gemelli annuiscono e chiamo il maggiordomo ordinandogli qualcosa di alcolico da bere.

Dei tacchi mi distolgono da lui, mi volto e vedo Mins sulla porta che sorride allegra. Entra salutando i gemelli e poi si accomoda accanto a me. La faccio alzare e sedere sulle mie gambe mentre la fulmino con lo sguardo.

«Ti avevo detto di aspettarmi di sopra» ringhio sottovoce.

«E non venire a salutare? È maleducazione!» mi fa notare lei. Annuisco, ma non smetto di guardarla malamente, mi ha disobbedito, di nuovo. Eppure sta continuando a sorridere, sorride in una maniera strana, sembra che prima non sia successo nulla.

 

 

-Mins's Pov-

 

Sono completamente nuda, stesa sul letto. Fenny è appena uscito ordinandomi di non muovermi dalla stanza. Mi alzo, recupero i vestiti e li indosso. Non mi va di rimanere qui da sola ad aspettarlo per chissà quanto, rischio di crollare e non voglio, non in casa di Fenny o addirittura davanti a lui. Mi sistemo i capelli, controllo che tutto sia a posto e scendo al piano di sotto. Con i gemelli in casa non può farmi del male e mi sento più al sicuro. Entra nella sala, Fenny sta parlando con il maggiordomo, ma si accorge subito di me per colpa del rumore dei tacchi che sto indossando. Mi fissa incredulo, poi il suo sguardo si fa cattivo. Sposto lo sguardo su Bill e Tom per salutarli, poi mi siedo accanto a lui. Mi prende per un braccio esattamente nel solito punto dove c'è il livido, faccio una smorfia di dolore, ma torno a sorridere all'istante. Lui mi fa sedere sulle sue gambe senza distogliere gli occhi da me.

«Ti avevo detto di aspettarmi di sopra» ringhia sottovoce.

«E non venire a salutare? È maleducazione!» gli faccio notare io continuando a sorridere. Sono brava in questo, sorrido sempre e in ogni situazione, a nessuno interessa se stai male, quindi perchè farlo vedere? Fenny continua a stringere il polso, fa male, ma ormai è un dolore sopportabile. Chiacchieriamo per una mezz'oretta, poi Fenny congeda i gemelli.

«Andate ora e voglio dei risultati, chiaro?» i due ragazzi annuiscono, ci salutano ed escono.

Fenny mi prende entrambi i polsi e mi butta di fianco a lui sul divano.

«Sai che non amo quando non fai ciò che ti dico!» urla. La sicurezza di pochi istanti prima sparisce nel nulla e lascia spazio alla paura. Ma stavolta è qualcun altro ad interromperci. La sorella di Fenny fa il suo ingresso in sala chiudendosi gli occhi all'istante non appena capisce la situazione.

«Cazzo, Fenny! Potresti almeno evitare di farlo in giro per casa! Hai una camera, no?» il ragazzo scoppia a ridere.

«Non dirmi che sei diventata sensibile a queste cose!» scherza lui «Misha lo so che te ne fai in quantità ogni sera..» commenta poi tornando serio.

«A proposito, vengono Taylor, Noah ed Antony tra poco...».

«No! Cioè... ok, va bene...» esclama Fenny. Sua sorella ci saluta e sparisce al piano di sopra.

«Ti sei salvata per questa volta, ma non pensare che non te la farò pagare...» mi dice avvicinandosi e baciandomi. Sospiro di sollievo non appena se ne va, ma poco dopo ricompare sulla porta.

«Mettiti qualcosa di più ehm... casto. Vengono gli amici di Misha e sono dei poppanti in crisi ormonale, vorrei evitare la bava sul pavimento...» sorrido nervosa e lo seguo al piano di sopra. Sistema sul letto dei jeans e maglietta dolcevita. In più mi sistema le ciabatte li vicino.

«Sei in casa, non c'è bisogno dei tacchi» spiega. Mi cambio velocemente sotto lo sguardo attento del ragazzo. Mi cinge le spalle con un braccio non appena sono pronta e mi guida fino nella sala in cui eravamo poco prima. Mette un cd nel lettore DVD e ci accomodiamo sul divano. Un film, una serata semplice a guardare un film, stiamo scherzando? Fino a poco prima stava per violentarmi e ora? E tranquillo accanto a me e ha messo su un film. Continua però a guardarmi sottecchi ed è tutto tranne che dolce.

 

-Rhianne's Pov-

 

Mentre cerco l'abbraccio di Morfeo vibra il telefono sul comodino: Tom. Non rispondo e poco dopo suona il campanello. Fanculo. Mi alzo dal letto, indosso una vestaglia e scendo al piano di sotto. Ormai è tutto buio, sono le nove e mezza di sera, ma un'ombra si muove nell'atrio.

«Chi c'è?» domando avvicinandomi all'interruttore. La luce si accende e la figura di Ashton compare. «Cosa cazzo..?».

«V-vado a casa di Misha...» dice balbettando, non rispondo, continuo a guardarlo stupita. Stava uscendo senza avvisarmi? Stava uscendo di nascosto? Dopo qualche secondo riprende a dirigersi verso la porta, la apre e oltre il legno compare Bill e dietro di lui Tom. Cazzo.

«Cosa volete?».

«Dobbiamo portarti da Fenny, Rhì!» esclama Tom «Sei ancora in tempo ad evitare il peggio...».

«Seriamente, non siete stufi di stare ai suoi ordini come due cagnolini ben addestrati?» domando sbuffando e Ashton approfitta del momento per uscire dalla casa «Ash!» urlo, ma non ricevo risposta. Doppio fanculo.

«Ecco! Visto! Siete due coglioni!» sbuffo risalendo le scale e ritornando in camera per vestirmi.

«Oh, fanculo! Ora mi sono rotto il cazzo!» Bill parte seguito dal fratello, salgono velocemente le scale e mi raggiungono prima che io riesca ad arrivare nella mia stanza. Uno dei due mi carica di peso su una spalla mentre l'altro controlla che io non cada. Scendono le scale, escono dalla villa. Tom richiude il portone e Bill mi porta alla loro macchina, mi lascia sedere sui sedili posteriori e richiude la portiera affrettandosi poi a salire in macchina a sua volta seguito da Tom.

«Che cazzo fate?!» sbraito.

«Cerchiamo di pararti il culo» afferma Bill.

«Portandomi da Fenny? Grazie! Grazie mille!» urlo infuriata come non mai. La macchina parte e io rinuncio subito. Sono delle teste di cazzo e non riuscirei a fargli cambiare idea neanche se urlassi per tutto il viaggio.

«Fottetevi» affermo incrociando le braccia lasciandomi cadere sullo schienale del sedile.






Personalmente AMO questo capitolo è qualcosa di meraviglioso! E' lungo ed intenso che volete di più?
Che dite, mi son fatta perdonare per i ritardi??



Coooomunque come vi sembra? Voglio tanti tanti pareri suuu!
Come sempre per qualsiasi cosa mi trovate su
Ask e su Twitter!
E prima di andarmene vi ringrazio tutti, chi la segue e chi la recensisce! Grazieee ♥
   
 
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