Conto in
sospeso
"Perché gli spiriti hanno un
conto in sospeso sulla terra…"
Un nuovo capitolo dopo
"Castigo"
Allora, in origine la quarta puntata di questa saga iniziata con "La mia giustizia", doveva essere il capitolo finale, ma qualcuno mi ha dato un'idea che ha stuzzicato la mia fantasia…
Così eccovi un capitolo
aggiuntivo, forse il più struggente fra quelli scritti
fin'ora.
Io
l'ho scritto ascoltando l'album di Lene Marlin "Playng my game" che ha di quelle
melodie talmente deprimenti che non poteva non venirne fuori una cosa da diluvio
di lacrime.
Giudicate voi il
risultato.
Come sempre, i fazzoletti
sono di rigore!
**********
Morire non fu come avevo
sempre creduto. Immaginavo cancelli imponenti, urla agghiaccianti, stridor di
catene…
Invece non ci fu niente di
tutto questo. Obbiettivamente fu una delusione.
Un
attimo prima ero lì, a combattere fra la vita e la morte, e l'attimo dopo
abbandonavo il mio corpo, vagavo come uno spirito nel mondo su cui fino ad
allora avevo camminato.
È
una sensazione strana, che non mi ha ancora lasciato dopo due anni: resto qui,
seduto sulla mia lapide, con tutto il tempo del mondo per riflettere su ciò che
ho fatto o che avrei potuto fare, ascoltando gli sfoghi di chi mi viene a
trovare.
Sì,
Takao, so cosa vuol dire soffrire.
Borgof mi ha cresciuto con
pane e dolore, convincendomi che il mondo intero fosse fatto di sofferenza.
Inculcandomi l'idea che vi fossero soltanto due strade: subirla o infliggerla ad
altri.
La
mia vita è stata costellata di sofferenza.
Ho
trovato la pace solo insieme a voi.
Voi, che nonostante i miei
errori, il mio carattere, le mie scelte non sempre capibili, mi siete rimasti
accanto.
Ti
sei mai chiesto se valesse la pena cercare del buono in uno senza scrupoli come
me?
Immagino di
no.
Tu
hai saputo perdonare i miei tradimenti, le volte in cui vi ho voltato le spalle
e sono passato al nemico.
Ti
ho procurato sofferenza.
E
anche da morto non so fare altro che questo.
Il
beyblade era la mia arma per raggiungere il potere, quel sogno sul cui altare
avevo bruciato la mia infanzia.
Ero
spietato e privo di alcuna morale.
Finché non incontrai Takao,
un ragazzo che praticava questo sport per semplice passione, per spirito
agonistico, per ideali che mi sembravano assurdi.
Ma
che in fondo al cuore invidiavo.
I
Bladebreakers…loro mi cambiarono, riuscirono a sciogliere almeno in parte il mio
gelo, accettandomi per ciò che ero, con i miei difetti e ben pochi
pregi.
Ma
la loro amicizia non bastava ad eliminare il tormento che mi portavo dietro, in
nome di chissà cosa poi…forse del desiderio di essere il
migliore.
Per
inseguirlo ho perso tutto.
Ho
dato retta all'orgoglio, bruciante e ferito per la sconfitta che Brooklyn mi
aveva inferto.
Per
cosa? Per quella stupida rivalità con te, Takao, quell'eterna competizione che
contendeva all'amicizia il nostro legame.
Un
motivo un po' futile per buttare ogni cosa al vento…ora me ne rendo
conto.
Eppure in quel momento
sembrava così importante…
Il
torneo della BEGA.
I
Justice5, che primeggiavano con due vittorie e un
pareggio.
Non
si parlava d'altro per le strade, ed io giravo fra le mani quel bey che avevo
trovato sul cuscino di Yuri, come un chiaro invito a
tornare.
Mi
pareva incredibile…io avevo deciso di andarmene.
Io
li avevo abbandonati.
Io
li avevo traditi sempre da quando li conoscevo…
Ma
loro mi tendevano ancora una volta la mano, erano pronti a
riaccogliermi.
Come
sempre.
Il
perché non l'ho mai capito, anche ora mi è oscuro. Forse solo perché mi volevano
bene senza secondi fini e il loro affetto superava anche i miei continui
sbagli.
Non
volevo deluderli.
Forse a loro sarebbe bastato
che tornassi… Ma per me non era sufficiente. Li avrei riportati a
galla.
A
qualunque costo.
Le
urla.
Quelle urla infinite ed
eccitate di chi si rendeva conto d'essere spettatore di uno scontro senza
precedenti.
Voci che percorrevano i
corridoi, raggiungendomi nello spogliatoio, dove cercavo di raccogliere la
concentrazione necessaria per affrontare la sfida più importante della mia
vita.
Forse l'ultima della mia
vita.
Perché sapevo che potevo
morire, che c'era un'alta probabilità che succedesse.
Ma
non avevo paura: se sacrificando la mia vita, potevo garantire ai blader un
futuro migliore del mio passato, allora non c'era timore in
me.
Avrei
vinto.
I
miei compagni contavano su di me.
Dovevo
vincere.
Non
c'erano alternative.
Fu
crudele e meschino legare Takao con una promessa, ma non potevo permettergli di
fermarmi, di impedirmi di portare a termine la sola cosa giusta che avessi fatto
in quei diciassette anni.
Dranzer, il mio fedele
compagno, in cui avevo riposto tutta la mia rabbia e il mio desiderio di
rivincita, resisteva seppure fosse al limite.
Non
sentivo il dolore delle ferite, la stanchezza, le urla attorno a
me.
C'era solo il sibilo dei bey
e la passione che mi aveva trasmesso la mia squadra.
La
passione che bruciava come un incendio. Il solo valore che Brooklyn non
conoscesse.
Il
sibilo dei beyblade e il pensiero di lei.
Nel
preciso istante in cui Zeus si fermò seppi con certezza che non avrei visto
un'altra alba.
Sì,
io sarei morto e lei sarebbe dovuta andare avanti senza di
me.
Non
ci fu più nulla.
Il
buio…e poi mi svegliai come spirito.
********************
Takao, mi hai chiesto se so
cosa vuol dire soffrire…
Mi
basta chiudere gli occhi e sono dovunque desidero.
Sai
che Max non sorride più?
Sai
che Rei vive da eremita in un angolo sperduto della Cina?
No,
non lo sai, perché conosci solo la tua sofferenza.
E
ti basta, perché è già insostenibile.
Mi
dispiace, ho mandato tutto a rotoli.
Tutto ciò che c'era e che
avrebbe potuto esserci.
Come con
Hilary.
Ricordi le mie parole, prima
di andare allo stadio?
Lei
era la cosa più bella che il destino mi avesse offerto…ma l'ho saputo apprezzare
quando era troppo tardi.
Al
punto in cui eravamo, come potevo confessarle i miei sentimenti? Come potevo
dichiararle il mio amore quando già sapevo che non sarei
tornato?
Lei
viene al cimitero ogni giorno, mi racconta le sue
giornate…
E
piange. Quante lacrime ha versato per me: quando ero in vita e anche
ora.
Lei
mi amava. Mi ama ancora.
Se
penso a tutto il male che le ho fatto, andandomene, tradendo voi e quindi anche
lei, tutti i suoi sforzi per tenerci uniti…e che sto facendole anche adesso,
preferirei davvero non essere mai nato.
Vorrei che riuscisse a
dimenticarmi, per poterla rivedere sorridere in quel suo modo unico che mi
riempiva il cuore di una pace infinita.
A
volte sogno di poterla stringere fra le braccia, dicendole che tornerò, che la
fenice non può morire, che non ha fine.
Ma
non posso prenderla in giro.
Io
non rinascerò dalle mie ceneri e lei lo sa bene.
È
perché lo sa che soffre.
Così non posso far altro che
sfiorarla, passandole attraverso.
Non
posso far altro che assistere impotente alla sua disperazione, giorno dopo
giorno.
Dicono che se uno spirito
resta sulla terra, è perché ha un conto in sospeso con il mondo dei
vivi.
Ma
quale può essere il mio debito?
Causare altra
sofferenza?
Questa è la sola cosa che so
fare…
Oggi…oggi Hilary mi sembra
diversa…
Nei
suoi occhi scuri c'è una luce nuova e per un istante spero sia di
gioia.
Ed
in fondo è di gioia, ma un'euforia malata, folle, insana.
Posa Dranzer sulla terra e
pronuncia poche parole…
"Perdonami, amore mio. So
che non approverai il mio gesto, ma non posso permettere che il suo crimine
resti impunito."
Sfiora la
foto.
Indugia qualche
istante.
Poi
si alza e si allontana.
Porta una mano alla tasca,
dove cela qualcosa.
E
in un istante mi è chiaro il suo obbiettivo.
Brooklyn…
Il
mio assassino…
Un
semplice puntino nel disegno del mondo.
Un'altra vittima della mia
follia.
È
stata la mia testardaggine ad uccidermi, il mio folle desiderio d'essere il
migliore.
Lui
era solo un semplice impiccio sul mio tragitto.
Il
muro invalicabile che dovevo abbattere.
Non
importava il prezzo.
Non
c'era nobiltà nella mia decisione. Solo egoismo.
Non
posso permetterle di compiere una follia.
Ora
so qual è il mio conto in sospeso.
FINE
Eccoci qui, alla
conclusione.
Anche qui c'è un
po' troppa bontà nei confronti di Brooklyn, ma non
importa.
Mi rifarò in
qualche altra storia, potete starne certi. Non ho assolutamente deciso di essere
magnanima verso di lui, anzi.
Brooklyn deve
morire, AHHAHHHAHHH!!!!!
^^" Ehm, dopo
questo momento di follia, vi lascio ai commenti.
Ne approfitto per ringraziare chi
ha commentato le tre precedenti parti:
Engy:
Ci siamo sentite
solo per il primo capitolo ma non importa, perché chi odia Brooklyn è mio amico
a priori! Grazie per i tuoi commenti e alla prossima!
Iria:
Ognuno ha i suoi
odi, tu hai Ivanov ed io ho Brooklyn…dovrei iniziare a torturarlo un po' come
fai tu con Yuri… Bhe, dimmi cosa ne pensi di questa. Un
bacione!!
Padme86:
Cosa dirti per
non risultare banale? I tuoi commenti mi fanno sempre piacere…sai che ho un
particolare legame con questa saga…spero che ti sia piaciuto questo
"esperimento" prima del finale… Alla prossima!
Ragazzasilenziosa:
Grazie per i
tuoi commenti, mi piacerebbe sapere la tua opinione su questo.
Ciao!
Medea90:
Grazie anche a
te per la tua presenza, spero di ricevere un tuo commento per questo delirio.
Baci!
Eagle Fire:
Ciao!! Devi
assolutamente dirmi cosa ne pensi!! Il capitolo sul mitico Kei non può non
essere commentato da te. Attendo di leggere un tuo parere!
BenHuznestova:
Ma dove sei
finita?! Non ti ho più sentita…comincio a credere che ti sia persa nella rete!
Mandami un segnale, ti prego… Non puoi averci
abbandonate!!!
Nissa:
Ciao bella!
Spero di averti sorpreso anche con questa improvvisata nata dallo spunto di una
commentatrice. Era un'idea stuzzicante, ma non so se sarà apprezzata. Quindi
fammi sapere anche se fa schifo. Baci baci!!