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Autore: ToraStrife    02/12/2013    1 recensioni
(Sailormoon - Braccio di Ferro Crossover) + (guests from: Street Sharks, One Piece, La Sirenetta, Mermaid Melody Pitchy Pitch)
Quando la luna si riflette nel mare... cosa comporta l'incontro tra una combattente che veste alla marinaretta e un marinaio mangiaspinaci? Una stramberia, o il volere del destino in vista di una minaccia da...^? Scopritelo! Cause I'm Popeye the Sailor Moo...ehr, man!
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Braccio di Ferro e i suoi (nuovi) amici'
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Popeye, the Sailor Senshi 4 - Il té è pronto!

La voce calda e affabile di Makoto riecheggiò per il cortile, interrompendo i lavori di ricostruzione del tempio Shintoista.

Dieci occhi, di cui la maggior parte non prettamente umani, si voltarono verso la direzione della ragazza castana.
La notizia venne accolta con dei gran sorrisi, sempre che di sorrisi di possa parlare su quattro dentature da squalo.
Anche Braccio di Ferro, impegnato a martellare dei paletti a suon di pugni,  interruppe la sua attività.

- Speriamo però che si siano anche degli Hamburger!

Streex non si smentiva mai.

Fortunatamente la vena culinaria di Makoto era particolarmente ispirata, nonostante la battaglia precedente, e quindi il té era accompagnato da copiose quantità di pasticcini (con somma gioia di Usagi e Minako), una piccola montagna di hamburger (per le fauci fameliche degli Squali ) e persino qualche frittata di spinaci (con buona approvazione di Braccio di Ferro).

In quella strana riunione tra umani e mutanti, amici ed ex-nemici, a cavallo tra una colazione e una cena, balenava come al solito l'argomento che accendeva i dilemmi di tutti i presenti.
Rei, sorseggiando lentamente la bevanda priva di zucchero, si fece carico, insieme ad Ami, di fare il punto della situazione.

- Allora, questo nuovo nemico sembra avere finalmente una "forma" definita. L'uomo mezzo avvoltoio sembra essere solo uno sgherro.

- Ben detto, ragazzina! - Confermò Rip, lo squalo blu. - La vera mente dietro tutto questo sembra essere quell'essere oscuro che ci ha ipnotizzato.

- Sempre che sia andata come dici tu, fratello. - Obiettò Jab, lo squalo martello. - La mia mente è il buio più completo.

Makoto trattenne, ridacchiando, una battuta a riguardo della "mente buia" di Jab, soprattutto alla luce del suo scontro precedente. Ma siccome ormai  il gruppo di mutanti non era più ostile, preferì non girare il coltello nella piaga dell'orgoglio di Jab. Al contrario, la ragazza castana versò altro té allo squalo martello.

Jab, da parte sua, non aveva dimenticato l'umiliazione, ma doveva ammettere che il combattimento era stato leale, e il suo ego ferito poteva benissimo venire curato dagli ottimi hamburger, tra l'altro, preparati proprio da lei.

- Questi panini sono il massimo! - Sottolineò, con uno sfoggio di fauci, lo squalo martello. - I miei complimenti!

Makoto rispose con un sorriso compiaciuto.

- Ricapitolando, - Continuò Ami. - Le menti sembrano essere due. Uno strano essere simile ad un angelo, quello che ha ipnotizzato gli Squali.

- Lo stesso angelo che corrisponde al racconto di Popeye-san nel mare in burrasca? - Chiese Minako.

Al sentire nominare il suo nome, Braccio distolse a malincuore l'attenzione da quella frittata agli spinaci, il cui profumino lo attirava tanto. Era il primo cibo che poteva definirsi tale da quando aveva toccato il suolo nipponico. Ed era anche la prima volta che forse gli veniva richiesto di usare le meningi, oltre che i pugni.
Non sicuro, comunque, di essere stato chiamato in causa, Braccio volle comunque sincerarsi.

- Uh, dite a me?

Aveva notato, lo avevano notato tutti, che più mangiava spinaci, più la comprensione del linguaggio giapponese si faceva più nitida: una bella differenza dalla prima volta, con quell'inglese sgrammaticato che persino gli Sharks, rivelatisi connazionali del marinaio, facevano fatica a capire.

- L'angelo che aveva visto dietro la Strega dei Mari, Popeye-san, almeno stando a quanto ci ha raccontato.

- Per favore, datemi del tu, non riuscirò mai ad abituarmi a questi salamelecchi. - Pregò con imbarazzo Braccio, non abituato alla forma colloquiale di cortesia del Sol Levante.
Ma tornando al discorso, il riferimento andava chiaramente al naufragio che lo aveva condotto sin laggiù. Ma quello che aveva visto era troppo poco, per poterlo già trasformare in una congettura concreta.

- Comunque ho parlando di un qualcosa con le ali, ma stavo svenendo e ho avuto delle traveggole.

- Anche noi potremmo aver avuto le traveggole, allora. - Controbatté Rip.
- Eppure qualcuno laggiù ha giocato con il nostro cervello, ed eccoci qui, dopo aver eseguito l'ordine di attaccare un posto sacro e far del male a gente innocente.

- Non farmici pensare. -  Disse Slamm, lo squalo balena, agitando rabbiosamente i pugni. Era ancora dolorante per il fatto di essere stato inscatolato dentro un contenitore grande come una mano. Se non fosse stato per un'eccezione alla realtà del quarto muro, ne sarebbe uscito con le ossa polverizzate. Ma quello che lo irritava di più, al pari di tutti i suoi fratelli, era il fatto di essere stato manipolato come un ragazzino.

- Se riesco a mettere le pinne su  quel gallinaccio che ci accompagnava! - Ringhiò Streex.

- Va bene. - Tagliò corto Rei, rispondendo direttamente all'obiezione di Braccio e riportando il discorso in carreggiata. - Mettiamo in forse l'angelo. Ma sulla Strega dei Mari non ha... non hai certo dubbi, mi pare. Cosa ci puoi dire di lei?

Braccio di Ferro si grattò perplesso la testa. Cosa poteva aggiungere? Aveva già detto praticamente tutto, a riguardo.
Una perfida, avida, egoista e malvagia vecchietta che compieva azioni malvagie, bramava ogni cosa potesse soddisfare la sua cupidigia e vanità, che aveva cercato a più riprese di sedurlo e di ucciderlo.
Quanto le aveva detto prima del naufragio però escludeva qualsiasi elemento a base "passionale".
Gli elementi nel resoconto del naufragio avevano portato Ami piuttosto a formulare l'ipotesi di un piano preciso. Di cui una parte era già stata rivelata.

- Come sarebbe a dire, un maremoto? - Chiese Usagi.

- Stando a quando dice Popeye-san, - Spiegò Rei. - La Strega si è trovata il marinaio come una spina nel fianco improvvisa, nel mezzo di un maremoto da lei stessa creato.

- E' così potente questa Strega? - Chiese Rip.

- E' temibile, scaltra e pericolosa. - Rispose Braccio. - Ma quel mare in tempesta era decisamente troppo, per una come lei. Sembrava una cosa che solo qualcuno di potente, di sovrannaturale, un Dio, o un....

- Un angelo, appunto. - Finì la frase Usagi.

- Molto più esatto di quanto crediate. Il suo nome è Mikeru.

Tutti i presenti si voltarono all'indirizzo del nuovo arrivato.

La principessa della Luna fu quella che balzò in piedi dalla felicità e corse ad accoglierlo con un  abbraccio.

- Mamo! - Cinguettò, mentre stampò un bacio a schiocco all'indirizzo del fidanzato, ignorando, forse volutamente, forse per frivolezza, l'imbarazzo generale. In realtà, subito dopo, Usagi si rese conto di quanto aveva fatto, in presenza di tutti (ospiti compresi), e diventò rossa come una teiera in ebollizione, fischi dalle orecchie compresi.

- Salve a tutti. - E salutando con un inchino tutti gli ospiti americani. - Mi chiamo Chiba Mamoru, piacere di conoscervi.


Era un tempo lontano, di quando la Luna e la Terra non erano come li vediamo adesso.
Sembrava il sogno di un tempo ormai dimenticato, così idilliaco, prosperoso e pacifico che probabilmente nessun appartenente al genere umano moderno, da sempre cresciuto a guerre, tradimenti e genocidi, potrà mai ricordarselo nel suo DNA.
Sembra una favola, eppure vi era un tempo in cui tutto il mondo era riunito sotto un'unica bandiera, il Golden Kingdom.
E al pari della Terra, anche il nostro satellite, che oggi vediamo così grigio e desolato, era un luogo pieno di vita e felicità. Un popolo che viveva in armonia, governato con saggezza da una sovrana pura e gentile. Da tutti questo regno idilliaco era noto come il Silver Millenium.
Gli abitanti della famiglia reale del Silver Millenium erano molto longevi, e adempivano a un compito molto particolare: sorvegliare l'evoluzione della vita sulla Terra, in quel periodo apparentemente sulla retta via, in una perfezione che mai più avrebbero visto negli anni a venire.
Al di là dell'amore segreto tra il principe Endymion e la principessa Serenity, che avrebbe innescato una reazione a catena che avrebbe annientato inesorabilmente entrambi i regni, vi era già qualcuno che non vedeva di buon occhio gli umani del regno della Terra, e la tragedia successiva non avrebbe fatto altro che dargli ragione. Ma quella è un'altra storia.
Oltre agli abitanti della Luna e della Terra, vi era una razza per così dire, "superiore", che aveva compiti simili riguardo la sorveglianza della Terra.
Li chiamavano Angeli.
Uno di loro, però, vedeva gli Umani del Regno della Terra come fumo negli occhi, un tumore allo stato embrionale che presto sarebbe prolificato e avrebbe danneggiato il pianeta, quest'ultimo nato puro e incontaminato per volontà divina.
Un giorno, questo angelo venne a fare visita al palazzo della Regina Serenity, sulla Luna.

- Salute a voi, venerabile Mikeru. - Esordì la Regina Madre.

- Contraccambio cortesemente il saluto. - Rispose la creatura divina. - Vedo che quassù l'educazione e il rispetto non difettano. Siete una regina degna di tale nome.

- Ringrazio per il complimento. - Rispose la Regina con un sorriso.

- Mi dispiace non poter dire lo stesso di quel covo di rozzi e primitivi esseri sul mio pianeta, - Riprese Mikeru, il tono cortese sostituito con una gelida punta di disprezzo. - Esseri che Voi vi ostinate a voler accudire e proteggere.

- Mikeru, mio buon Mikeru. - Rispose la sovrana. -  Lei, tra tutta la sua stirpe, è quello che prova più sfiducia verso i terrestri. Eppure non le hanno fatto nulla, né a lei, né alla Terra.

- Noi angeli certe cose le sappiamo. - Rispose la creatura celeste. - E sappiamo che per colpa dei vostri beniamini, vivrete l'inferno e la rovina.

- Quello che succederà, succederà. Non cercherò di evitarlo e anzi, lo affronterò come una sovrana che si addice al mio rango. Lo farò per il cristallo d'argento che ho il compito di proteggere, e l'amore che provo per entrambi il Silver Millenium e il Golden Kingdom.

- Nonostante già serpeggi tra quei selvaggi il seme dell'invidia e dell'odio?

- Proprio così. I miei sentimenti non cambieranno, nonostante tutto.

- Sì, forse. Chissà se si può dire lo stesso di sua figlia...

- La pregherei di lasciar stare mia figlia. - Questa volta il tono gelido lo assunse la Regina. - Sta cercando di scaricarle in anticipo una colpa che non ha.

- Come preferisce. - Rispose Mikeru con una scrollata di spalle e un sorriso sottile. - In fondo non sono affari miei e non sono venuto per giudicare. Volevo semplicemente avvertirla, e metterla in guardia contro quegli esseri.

- Qualsiasi cosa accadrà, resto ferma nelle mie posizioni. - Rispose educatamente la Regina Madre. - Ciò che la guida qui è il suo odio e disprezzo personale verso forme di vita che vede come usurpatori del suo territorio. Loro hanno diritto di vivere su quel pianeta, e lei non può farci nulla.

- D'accordo, ho capito. - Rispose Mikeru, voltandosi deluso. - L'amore offusca la sua visione sulla realtà. Ma non me ne dispiace. Ha detto bene, io non posso farci nulla, sulle lacrime che verserà a breve. Lacrime di una stupida, adesso ancora più stupida, visto che ben sa che quelle lacrime le avrebbe potute evitare.

- Le nostre visioni sono troppo differenti. Credo sia inutile discutere ulteriormente.

- Sono d'accordo. - Rispose Mikeru allontanandosi. - Tanti auguri per il vostro futuro... Che non sia troppo doloroso.

Mentre l'angelo spiccava il volo dal suolo lunare nel suo lungo viaggio verso casa, quattro occhi lo scrutavano: quelli di una mamma e una figlia.

- Madre, - Chiese la più giovane. - Chi era?

- Qualcuno da cui non dovrai mai prendere esempio. - Sentenziò la madre, la Regina Serenity. - Egli è uno che nella sua vita non ha mai conosciuto che odio.

- Un'altra memoria del passato? - Chiese Usagi.

- Sì. E questo ricordo mi è apparso in sogno la notte scorsa. Probabilmente, anzi, ne sono sicuro, è collegato a colui con cui abbiamo a che fare. - Rispose Mamoru.

- Ma tu eri il principe Endymion, la ragazzina ero io. Perché lo hai sognato tu e non io? - Chiese sbigottita Usagi.

- Forse uno scherzetto della regina Serenity? - Si intromise Minako con un risolino ironico.

- Mia madre? Ma insomma...! Era una regina giusta e seria. - Controbatté tra l'indignato e l'imbarazzato la ragazza dagli odango biondi.

- Se è sangue del tuo sangue, non ci giurerei poi tanto. - Frecciatinò Rei.
- Una storia interessante. - Commentò una voce che nessuno aveva mai
sentito fino ad allora tra i presenti.
Con sgomento, le ragazze e Popeye si voltarono verso un ragazzo in pantaloncini azzurri e gilet rosso che, con noncuranza, spazzolava il resto della montagna di cibo che era avanzato durante la merenda.
Accanto a lui, i corpi inanimati e pieni di bozzi dei quattro mutanti squali.
Nell'accorgersi di come lo osservavano, il ragazzo si mise una mano sulla nuca e rise nervosamente.

- Beh, certo non immaginavo che qui ci fossero degli uomini pesce, quando sono entrato mi hanno aggredito e  mi son dovuto difendere, per cui...?

Rei era quella più basita. Il fatto che persino lei, con le sue percezioni da Miko, non si fosse accorta della presenza dell'intruso. Chi era mai costui?
Senza scomporsi, il ragazzo formulò naturalmente i suoi apprezzamenti sulla qualità del cibo che stava spazzolando.

-
Complimenti alla cuoca! Solo il nostro cuoco di bordo riesce a fare meglio. Ed è uno dei migliori del mondo, eh!

Ma Makoto non era dell'umore adatto per apprezzare il commento.

- Chi sei tu? - Gli sibilò. - E per saggiare la sua reazione, scattò in avanti con un calcio, senza aspettare risposta.
Il ragazzo scomporsi alzò distrattamente un braccio e deviò il colpo senza problemi.
Makoto balzò all'indietro, e si mise in posizione di difesa.

- Una donna che sa combattere? Anche nella mia ciurma che sono due che sono fortissime! - Commentò, con il più gioviale dei sorrisi.

Sia Makoto che Rei lo percepirono, che la forza del ragazzo era molto di più di quanto volesse dimostrare. Aveva, dopotutto, messo fuori combattimento quattro uomini squalo ipervitaminizzati, nell'arco di un soffio... e senza sprigionare energia combattiva.

- Ma credo di essere stato maleducato. Introdurmi così, senza presentarmi. - Aggiunse, mentre con un braccio si puliva il mento.

Mettendosi il cappello in testa e portandoselo in avanti fino a coprire gli occhi, lasciò intravedere un inquietante sorriso, a metà tra l'accattivante e il cattivo.

- Mi chiamo Monkey D. Lufy, e sono venuto per combattere contro l'uomo che qua chiamate Braccio di Ferro.



  
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