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Autore: TheDreamcatcher    04/12/2013    1 recensioni
A Middletown, un'insignificante cittadina, viene rubato un prezioso diamante dal nome impronunciabile. Tra i sospettati si annovera Helena, una ragazzina di quindici anni.
Due agenti segreti in prova, Gerard e Frank, vengono mandati per seguirla e scoprire qualcosa in più su di lei. A unirli sin dal primo momento è l'amore per la musica, e soprattutto il fatto di dover stare sempre uno accanto all'altro...
*Un tentativo di Frerard "comica"
Spero vi piaccia :)
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Gerard si era svegliato piuttosto frastornato: la crisi causata da quelle sudicie palle di pelo era passata e il caffè che Frank gli aveva fatto lo aveva aiutato un sacco.
Frank gli aveva fatto un caffè e lo aveva aiutato, pensò. Un buon caffè, precisò. Un ottimo caffè. Insomma, gli era piaciuto e pure tanto.
Frank era rimasto a dormire sul divano (sempre che quella schifezzina si potesse chiamare così). Com’è tenero mentre dorme, pensò Gerd, con quel faccino pacioccoso…
Poi guardò l’orologio: erano le otto del mattino. Si erano messi d’accordo per iniziare il loro lavoro alle nove e mezza… aveva giusto un po’ di tempo per farsi una passeggiatina, in attesa che Frank si svegliasse.
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- Hey, Helena.
Quella mattina per Helena era stata abbastanza odiosa, perciò vedere il viso dell’unica persona che avesse probabilmente mai amato in tutta la sua vita la riempì di gioia.
 - Hey, fratellone.
Il solito cenno d’intesa con James, una rapida occhiata e già il ragazzo aveva capito che qualcosa tormentava la sorella.
 -  La mamma ti fa ancora dannare? Ti ha fatto la sclerata perché ti sei tagliata o tinta i capelli come al solito? A proposito, carine quelle ciocche rosa.
 -  Nah, non è terribile stare con lei. Semplicemente, è un po’ apprensiva… molto apprensiva. No, per una volta non è lei il problema. E comunque le ciocche sono viola, non rosa. Tsé, pivello.
 - Allora cosa c’è? Ti sei innamorata, per caso? Qualche metallaro della scuola?
 - Certo che no! Helena Morris che si innamora? Mai visto. James, mi dispiace ma stavolta non posso proprio parlare.
In realtà avrebbe voluto confessare tutto al fratello che, dopotutto, le assomigliava in una maniera mostruosa e avrebbe capito le sue intenzioni. Magari l’avrebbe anche aiutata, chissà: erano due giovani ambiziosi, e lo dimostrava il fatto che James, astuto come una volpe, a soli vent’anni aveva trovato un lavoro e una casa in città. Helena lo stimava molto sia per questo sia perché, come lei, sapeva bene come ingannare altre persone. Così come le piaceva recitare una parte e suonare la chitarra, si sentiva soddisfatta quando riusciva a far passare inosservata una bugia e a far cadere qualcuno in un suo tranello.
Ma sì, pensò, in fondo poteva essere una buona idea parlarne con lui. Nel peggiore dei casi non avrebbe collaborato, ma sarebbe stato zitto. Il segreto, però, non andava rivelato lì, all’uscita dalla scuola, non in quel momento. Lo avrebbe portato nel suo rifugio.
 - Helena, ti si legge in faccia che ne hai combinata una delle tue. Sta’ tranquilla: con me, il tuo segreto sarà al sicuro.
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Frank si svegliò che erano quasi le dieci. Era terribilmente in ritardo per l’inizio dell’indagine e Gerard si sarebbe arrabbiato sicuramente.
Forse era stato lui a lasciarlo dormire?
Si alzò e si mise a fare il caffè. Stavolta era lui ad averne davvero bisogno: le occhiaie non lo avevano minimamente risparmiato e dai capelli sembrava avesse preso la scossa. Insomma, il classico aspetto zombiesco di chi si sveglia, no?
Sentì la porta aprirsi e la voce di Gerard squillare “BUONGIORNO DORMIGLIONE! MA CHE BEI CAPELLI!” e frasi del genere. Frank non si girò nemmeno per rispondergli, si era rassegnato all’idea che Gerard avesse oramai conosciuto il suo lato zombiesco. Comunque, pensò, dovremmo lavorare insieme quindi… chissenefrega.
Non sapeva poi che, dal canto suo, in fondo, Gerard provava una grande tenerezza nel vederlo così… al naturale.
 - Hey, Gerd! Allora oggi iniziamo le indagini, contento? Non vedo l’ora… mi raccomando, dobbiamo essere assolutamente impeccabili. Non facciamoci riconoscere, ben mimetizzat… MA CHE COSA HAI FATTO?
 - Ti piacciono? Mentre passeggiavo ho visto una parrucchiera che aveva tutti i colori di questo mondo! Non ho saputo resistere!
Le raccomandazioni di Frank erano andate a farsi benedire, annegate nel nuovissimo color turchese-azzurrino-fosforescente dei capelli di Gerard. Assolutamente anonimi e mimetizzabili, mi dicono.
 - Gerard, cosa hai combinato? Come farai a mimetizzarti con quei capelli?
 - Stai… stai dicendo che non ti piacciono? – Disse Gerard entrando in modalità comefaiasgridarequestobelfaccino – Eppure pochi giorni fa dicevi di apprezzare la mia creatività… -
Frank, che non poteva essere cattivo neanche volendo, vedendo quel faccino triste si sentì un po’ ingiusto: in fondo portare i capelli tinti era una moda, magari nessuno avrebbe mai pensato che qualcuno con quell’assurdo colore poteva essere una spia.
 - E va bene Gerd, puoi tenere i capelli azzurrini… anche perché credo che oramai sia molto difficile scolorirli. Farei prima a rasarti a zero, in pratica… -
 - NON CI PROVARE SAI.
 - Placati, stavo scherzando!
Così iniziarono i preparativi per seguire Helena Morris.
I due però non sapevano che proprio in quel momento la ragazzina stava passando sotto la loro finestra.
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Helena entrò proprio nel preistorico palazzo di Frank e Gerard. Infatti quel… coso apparteneva al nonno di Helena che, una volta deceduto, lo aveva lasciato alla signora K. Fowl. La suddetta donna era la madre di Helena dopo aver ripreso il nome da “single”. Ma questo inostri eroi non potevano saperlo, dato che il tutto era accaduto poco tempo prima del furto del brillocco verde.
Uno di questi appartamenti era proprio l’ex abitazione del nonno, che era stato uno dei primi rockettari del periodo negli anni ’50 e ’60, perciò aveva sempre amato quella stravagante nipotina. In più, la sua casa traboccava di piccoli tesori della musica come dischi originali, gadget e collezioni dell’epoca, e la giovine fanciulla si era sempre trovata in totale armonia con il luogo: dato che era l’unico appartamento non in affitto, lo aveva utilizzato come rifugio segreto.
 - Mi piace questo posto. Il nonno sarebbe contento di sapere che ci vieni ancora, ha sempre avuto un debole per la sua nipotina preferita. Cos’è che avresti combinato, stavolta?
 - Lo vedrai, James. Porta pazienza.
Andò nella stanza da letto del nonno: aprì quella che sembrava un pezzo di parete ricoperta di dischi, ma che si rivelò essere la porta di una cassaforte, ed estrasse una luminosissima pietra verde grande quanto una pallina da golf.
 - Ecco, che cos’ho combinato.
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Gerard e Frank uscirono di casa vestiti il più anonimamente possibile… cioè per quanto lo permettessero i capelli di Gerard. Proprio mentre si stavano allontanando, però, fu Helena ad andare incontro ai due soggetti, in compagnia di James.
 - Salve! Voi dovreste essere i due che hanno affittato gli appartamenti da mia madre… Benvenuti!
“Cosa? Madre? Ci conosce? Perché è venuta a parlarci? Santo cielo, il Capo ci farà il cu… uhm, la pelle!”
 - Ah, sì, siamo noi… davvero ben tenuti i monolocali, eh! Quindi tu sei la figlia… come ti chiami, ragazzina?
 - Io sono Helena, Helena Morris, e lui è mio fratello James. Ci sembrava opportuno salutarvi!
 - Beh, grazie, non dovev…
 - OH CIELO, QUEI CAPELLI! SONO STU-PEN-DI!
 - VERO? IO LI ADORO!
 - Te li ha fatti miss Kaey, eh? Quella è una maga con le tinte! Ci vado ogni settimana, pensa un po’ tu!
Continuarono così finché non arrivarono le due. Mentre i due maniaci dei colori sgargianti fangirlavano, Frank e James si guardavano senza ben sapere cosa dirsi; un po’ come quando due amiche si incontrano per strada e cominciano a chiacchierare scordandosi completamente dei loro mariti/fidanzati, che dal canto loro si guardano con reciproca compassione, aspettando il momento in cui le due donne si saluteranno, senza neanche presentarsi.
Poi si sentì un rumore stranissimo: sembrava un tuono, ma non si videro né lampi né fulmini. Un suono grave, che sembrava preannunciare qualcosa di terribile…
 - Scusate ragazzi, ma io avrei fame. Muoviti, Gerd. Ci sentiamo, eh, cià.
Avete capito bene, era lo stomaco di Frank che richiedeva cibo. L'affamato si trascinò Gerard in versione fata turchina per quei pochi metri che li separavano da una pizzeria, ci si infilò dentro ed ordinò una cinquantina di pizze da dividersi con l’amico. Poi, siccome era buono e non pensava solo a se stesso, chiese anche tre o quattro caffè per la fata turchina.
 - Poco ci mancava che ci scoprisse, Gerd! Accidenti, come abbiamo potuto affittare una casa da SUA MADRE?
 - Perché era l’unica che le affittava, Frank. Ma non tutto il male vien per nuocere: non sa che siamo agenti segreti, e la conversazione di oggi potrebbe avvicinarci a lei! Magari anziché infiltrarci come bidelli possiamo campare sulla sua fiducia. Insomma… facciamo i bravi turisti, eh? E magari fatti tingere un po’ quei capelli. Se li facessi biondi sarebbero più chic!
Non sto neanche a descrivere la faccia da Grumpy Cat di Frank. Su una cosa però, Gerd-fata turchina aveva ragione: Helena pensava che fossero dei semplici turisti. Magari questo metodo poteva rivelarsi anche più produttivo.
Così decise di seguire il consiglio di Gerd: e già che c’era, pensò che potevano anche passare da miss Kaey.
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 - Quelli sono gli agenti che pensi siano venuti per te?
 - Già. Non sembrano molto bravi, eh? Ma forse lo fanno apposta. In realtà cercano informazioni cercando di comprarsi la mia amicizia… ed è proprio ciò che desideravo facessero.
 - Credi che il tuo piano funzionerà? Helena, ti appoggio, credo che tu sia stata grandiosa ad ideare un progetto così, e molto coraggiosa ad attuarlo: hai delle grandi capacità, me lo sento. Però, ti prego, stai attenta: è un’arma a doppio taglio e lo sai meglio di me.
 - James, questa è una grande occasione. Sono consapevole dei rischi, ma devo coglierla al volo. Poi, ci sei passato anche tu, no? Hai fatto qualcosa di simile. Non hai rubato lo Sheijkandeng, ma il succo è lo stesso. Mi aiuterai?
James ci pensò: sua sorella aveva commesso un grave reato, ma cavolo, aveva rubato uno dei diamanti più preziosi del mondo, e aveva solo quindici anni! Aveva ragione, necessitava almeno di un’opportunità.
 - Certo che lo farò.


Perdonatemi, ma amo troppo le note: Salve, popolo! Ecco un nuovo capitolo un po' più lungo dei precedenti... Voglio scusarmi per la lunga attesa, ma se riesco a scrivere due righe in un giorno oramai è un miracolo.
Spero che continuiate a seguire questa demenzialissima FF e che, anche solo per un secondo, vi faccia tornare il sorriso :) mi raccomando, recensite! Voglio sentire il vostro parere!
Sperando di pubblicare presto un altro capitolo, vi saluto.
Frankie :)

p.s.: perdonate gli eventuali orrori di ortografia ^^" spesso li noto solo dopo molto tempo...
   
 
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