Restare

Epilogo – Qual è la cosa più importante a Natale?

«Papà, ascolta».
Vegeta distolse lo sguardo dalle luci colorate fuori dalla finestra e guardò la figlia; Bra si assicurò che il padre le prestasse la dovuta attenzione, poi lesse dal foglio che aveva davanti.
«Compito per casa: scrivi qual è per te la cosa più importante a Natale». La piccola abbassò il foglio, incrociò le braccia e osservò suo padre. Vegeta alzò un sopracciglio.
«È tuo il compito, non mio».
La bambina sbuffò sonoramente, battendo una mano sulla moquette su cui si era sdraiata per fare i compiti. «Aiutami!Ti prego, papà!».
Vegeta strinse un pugno, chiedendosi distrattamente quanto si sarebbe infuriata Bulma se avesse spezzato qualche osso – di poco conto, chiaramente – alla figlia.
Troppo.
«Cosa vuoi?» domandò, rassegnato.
Bra si mise seduta a gambe incrociate: «Dammi uno spunto. Per te?».
Vegeta aggrottò le sopracciglia, chiedendosi quando si fosse cacciato in quella situazione: aiutare sua figlia con i compiti di scuola.
«Per me... cosa?» chiese, rivolgendo una mano al cielo, e alzando le spalle.
La bambina sbuffò di nuovo. «Per te qual è la cosa importante a Natale?» chiese spazientita, come se fosse lei l'adulta che ripeteva, per la centesima volta, qualcosa al figlio.
Vegeta alzò gli occhi al cielo, ma si mise a riflettere davvero.
Qual era la cosa importante a Natale, per lui?
Non se l'era mai chiesto.
Il Natale, per lui, non aveva mai realmente significato qualcosa. In fin dei conti, era una festa terrestre, e lui non era tale.
Ma possibile che non ci fosse nulla di riconducibile a quella festa? Nessun pensiero importante? Anche dopo tutti quegli anni, il Natale per lui era solamente una buona occasione per mangiare più smisuratamente del solito?
No.
C'era di più.
In quel momento, pensandoci bene, si rese conto che, anche per lui, c'era qualcosa di importante a Natale.
Un ricordo gli tornò in mente come se gli si fosse stata mostrata una fotografia, mentre il suo sguardo si perdeva fuori dalla finestra, tra i fiocchi di neve.
Il ricordo di un Natale lontano, di molti anni prima.
Era la notte di Natale la prima volta che era rimasto.
Non poteva dimenticarlo.
«Restare» mormorò.
Bra, che si era distratta a giocherellare con alcuni fili pendenti dal grande abete decorato del salotto, alzò lo sguardo: «Eh? Oh! Allora? Qual è la cosa importante a Natale, per te?».
«Restare» disse di nuovo il Saiyan, con lo sguardo perso nel vuoto, a fissare immagini che si trovavano solo nei suoi ricordi, in mezzo a neve, lenzuola, luci.
«Ma... che significa “restare”?» chiese la piccola Bra, non capendo il riferimento di suo padre.
Era ovvio che sua figlia non potesse comprenderlo.
Ma lei lo capiva. Eccome.
Sorrise, osservando lo sguardo confuso della bambina, e quello vagamente felice dell'uomo.
Alla fine, era rimasto.
Ogni Natale della loro vita.

Fine