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Autore: Bubbles_    07/12/2013    2 recensioni
Lo aveva perso.
Aveva perso quel dannatissimo taccuino. Di nuovo.
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“Non merito forse una ricompensa?”
Aveva perso quel diario un milione di volte e altrettante aveva dovuto pregare perfetti sconosciuti di restituirglielo, ma mai nessuno aveva chiesto un riscatto.
Quella ragazza non gli piaceva per niente. La sua prima impressione risultava essere completamente sbagliata. Ora la vedeva come un’avida impicciona.
“Due euro e venti e sbrigati, sta arrivando il pullman”
“È seria?”
Non sapeva se si sentiva più offeso per il fatto di dover pagare per riavere indietro il suo diario o per quello di dover pagare così poco. I suoi pensieri più profondi in svendita per soli due euro.
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"Non hai mai voluto che uno sconosciuto ti stravolgesse la vita? Non sei mai stato in cerca di novità? Io sono quello sconosciuto. Carpe diem!"
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Chopin Nocturne Op.9 N.2~
 
 
 
Non riusciva a vederlo, ma sapeva fosse lì.
Una cosa che conosceva bene erano gli orari del suo migliore amico e non perché fossero particolarmente interessanti, ma perché Castiel non faceva altro che lamentarsene. Quel giorno avevano addirittura spostato le prove perché lui doveva lavorare. Non che poi lavorasse veramente, si sedeva dietro il bancone, i piedi sul suddetto, e faceva finta di leggere qualche rivista schiacciando un pisolino ogni tanto. Il proprietario, naturalmente, sapeva tutto, ma era divertente vedere la reazione di Castiel ogni qual volta il vecchio entrasse nella stanza: saltava in piedi più veloce di una molla, rincorreva il primo malcapitato cliente a portata di mano e lo obbligava, con i mezzi più gentili che conosceva, a comprare un cd preso a caso nel tragitto bancone-cliente.
E ancora, non riusciva a vederlo, la sedia dietro il banco tristemente vuota.
Bennie era già dentro da un pezzo, lui aveva finto un certo interesse verso un prodotto esposto in vetrina ed era rimasto indietro. Posò un’ultima volta la mano sul vetro alla ricerca della chioma rubino del suo amico, c’era una sola cosa da fare e alla fine dovette arrendersi.
Prese un bel respiro e abbassò la maniglia. Il suo ingresso fu accompagnato dall’usuale campanello della porta che avvisava l’arrivo di una possibile fonte di guadagno.
Il negozio era quasi vuoto, non che lo avesse mai trovato pieno. Era un negozio che vendeva musica di nicchia, vi si potevano trovare delle vere e proprie chicche! Era lì che aveva conosciuto Castiel. O meglio era lì che gli aveva parlato per la prima volta. Per conoscerlo, lo conosceva da anni, dal primo anno di liceo per essere precisi, solo quella loro passione per la musica e per tutto ciò che la riguardava era riuscita ad unirli.
Castiel era un tipo particolare, la prima volta che lo aveva visto, aveva subito pensato male di lui, ma erano bastate poche frasi per convincerlo del contrario. Castiel voleva che la gente pensasse male di lui, lo divertiva. Gli piaceva avere un’aria minacciosa, da duro, anche un po’ misteriosa. “Funziona con le ragazze” diceva per giustificarsi, ma non credeva a quelle parole e a Lysandre era bastato osservarlo negli occhi per capirlo. Era più facile apparire così agli occhi del mondo, invece che mostrare ogni lato di sé.
Ad un primo sguardo non era altro che il bulletto della scuola: quello con i capelli sempre troppo lunghi, tinti di un colore inappropriato, quello con la maglietta di un qualsiasi gruppo metal, quello con il broncio perenne. Ad un secondo sguardo avresti capito suonasse la chitarra, facesse parte di una band e lavorasse in un negozio di dischi. Ad un terzo lo avresti catalogato come un perditempo e saresti passato oltre.
La verità è che ti sarebbero voluti molto più di tre sguardi per capirlo e Lysandre lo sapeva bene perché dopo quasi quattro anni di amicizia Castiel era ancora un grande punto di domanda. Quello che sapeva per certo era che Castiel non era un perditempo: lui la musica l’amava davvero. Lui non ascoltava metal, non solo. Castiel amava Bach, amava Liszt, amava Chopin. Chi l’avrebbe mai detto, il bullo dell’istituto, ricoperto di catene e teschi che ascoltava musica classica. Il fatto era che lui ascoltava di tutto, non si lasciava limitare da un’etichetta, da un genere musicale, sarebbe stata una perdita troppo grande per le sue orecchie.
Lui non suonava la chitarra, non solo. Suonava, o provava a suonare, ogni strumento gli capitasse sotto mano e Lysandre doveva ammettere avesse un talento naturale, forse non era il più gran pianista di tutti i tempi, ma si arrangiava. Aveva orecchio, aveva cuore e tanta determinazione. La musica non era il suo passatempo, era la sua vita e cose come queste non si capiscono con pochi sguardi.
Un pomeriggio, mentre erano intenti ad ascoltare vecchi cd nel retrobottega, Castiel aveva iniziato a strimpellare qualche accordo ed era bastato un solo cenno di incoraggiamento perché Lysandre iniziasse a cantare. Erano in sincronia, funzionavano. Le sue parole e la musica Castiel. Insieme funzionavano. Da allora avevano suonato ovunque, su qualsiasi palco gli ospitasse e ogni volta una potente scarica di adrenalina gli entrava in corpo. Si diventa dipendenti da emozioni del genere e non erano più riusciti a smettere.
Sorrise in parte intenerito da quei ricordi e in parte sollevato nel non vedere il suo migliore amico. Sarebbe stato davvero complicato spiegargli il perché di tutte quelle bugie.
Lysandre cercò con lo sguardo Bennie, ma non riuscì a trovarla. Probabilmente era andata a cercare il titolare. Il negozio non era molto grande, si divideva in due piani e lui vi ci aveva passato ore, lo conosceva come le sue tasche. Sapeva dov’erano i vinili, la musica classica, quella rock, quella più recente e quella vecchia di decadi. Sapeva quando un cd era un affare e quando invece valeva ancor meno del suo prezzo scontato.  Cominciò a camminare tra gli scaffali ricoperti di merce. Fece qualche altro passo quando si sentì tirare per una manica e trascinare indietro.
“Il vecchio vuole rimpiazzarmi!” Lysandre deglutì a fatica quando la faccia del rosso gli comparve a pochi centimetri dal viso.
Rimase in silenzio cercando di metabolizzare quella frase.
Castiel lasciò la presa e spostò qualche cd per vedere oltre lo scaffale.
“È entrata una bionda, mi ha mostrato un annuncio e mi ha chiesto del titolare. Quel bastardo vuole farmi fuori! È una lotta impari, come posso competere con lei? Non ho nessun davanzale da mostrare e il mio lato B è decisamente meno interessante!”
Lysandre sorrise divertito dimenticando per un attimo le sue preoccupazioni. Castiel a volte era un vero cretino e per capirlo allora sì che ti sarebbero bastati un paio di sguardi. Risistemò i cd sulla mensola obbligandolo a voltarsi verso di lui.
 “Castiel lavori qui da più di quattro anni, Cyprien non ti licenzierà. E non penso quella ragazza mostrerà più pelle del dovuto”
“E tu come fai a saperlo? Aspetta un attimo… tu la conosci?” qualcosa nel suo sguardo dovette averlo tradito perché Castiel ci mise meno del previsto ad unire tutti i puntini.
Lysandre annuì con fare rassegnato, consapevole della reazione a cui avrebbe assistito da lì a pochi secondi e, quando l’ululato di Castiel gli riempì le orecchie, non riuscì a trattenere un sorriso. Gli intimò di fare silenzio, ma l’umore di Castiel si era completamente trasformato.
“Amico, da quant’è che non esci con una ragazza? Mesi? Forse un anno e poi ne trovi una e non me lo dici?” il sorrisetto di scherno comparso sul volto del rosso lasciava intravedere un pizzico di delusione “Da quanto tempo me la tieni nascosta?”
Lysandre andò alla ricerca delle parole più adatte. Avrebbe dovuto dirglielo prima o poi, solo voleva trovare il modo giusto di farlo.
“L’ho conosciuta oggi alla fermata del bus. Non c’è nulla tra di noi Castiel, mi ha solo chiesto di accompagnarla in alcuni posti” decise di tralasciare la parte del taccuino e di navigare in acque sicure. Castiel sorrise, un sorriso che non presagiva nulla di buono.
“Certo e quello che hai sulle labbra non è rossetto,vero?”
Come scottato, Lysandre portò la mano alla bocca nel tentativo di darsi una ripulita, scatenando le risate del rosso che aveva ormai perso ogni preoccupazione.
“Me la presenterai?” Lysandre si aspettava una domanda del genere, sapeva Castiel essere più curioso di quanto lui volesse lasciar trasparire. Non si sarebbe fatto scappare un’occasione del genere.
“Castiel, c’è un problema…”
“Hai paura lei possa innamorarsi di me e lasciarti in asso? Sì, è una possibilità che prenderei in considerazione”
Lysandre non poté fare a meno che alzare gli occhi al cielo frustrato, fare la parte del coglione gli riusciva davvero bene.
“Io potrei averle mentito su una o due cose” azzardò ormai consapevole di dover dire tutta la verità.
“Del tipo?” l’amico lo guardò curioso, per la prima quel giorno non stava scherzando. Lysandre fece un lungo respiro, era come strappare un cerotto, un bel colpo secco.
“Io…”
“Castiel! Eccoti, ti ho cercato dappertutto!”
Gli occhi del vero Castiel si allargarono in maniera spropositata quando sentì il proprio nome e vide la bionda buttare le braccia al collo dell’amico.
“È un tuo amico?” Lysandre sbiancò, basta, era fatta. Le bugie erano, inevitabilmente, arrivate al pettine. Non dipendeva più da lui. Guardò Castiel con occhi supplichevoli, doveva capire, anni e anni di amicizia dovevano pur servire a qualcosa, ma Castiel sembrava aver perso l’uso della parola e all’ennesima occhiata curiosa della ragazza decise di rispondere.
“Vedi lui è…”
“Nathaniel, molto piacere! Ho un debole per i gatti, le signore attempate vestite di rosa e dormo con una pinzatrice al mio fianco.”
Bennie rise di gusto e gli strinse energeticamente la mano, lasciandosi alle spalle un Lysandre completamente inebetito con i muscoli ancora tesi e il volto pallido.
“Piacere Nathaniel! Forse diventeremo colleghi!”
Castiel sorrise divertito e spese qualche frase di circostanza restando nella parte che si era scelto.
Lysandre era immobile, incredulo, sollevato. Certo, non risolveva il suo problema, ma c’era un qualcosa di gratificante e, allo stesso tempo, devastante nel rimandare i problemi.
“È stato un piacere conoscerti, Nathaniel! Spero di rivederti presto!” Bennie sorrise dolce prima di lanciare un’occhiata complice a Lysandre.
“Ti aspetto fuori” sussurrò e uscì dal negozio.
“Castiel io…”
“Amico il modo migliore per ringraziarmi è portartela a letto”
Lysandre scosse divertito la testa, i muscoli finalmente rilassati.
“Prima o poi le dirò la verità, semplicemente non volevo la scoprisse così”
Il rosso fece un segno d’assenso con il capo, prima di indicare la porta.
“Sei bravissimo a complicarti la vita. Mi darai spiegazioni un'altra volta. Ti sta aspettando” disse osservandola attraverso il vetro dondolare sul posto.
Lysandre annuì e senza aggiungere nient’altro si diresse verso l’uscita.
“Ah, Cass un’ultima cosa… Nathaniel, davvero?”
“Ti ho parato il culo, non questionare le mie scelte”. 
 
 
 
Euphoria__'s corner:
Ecco a voi Cas! Uhuh che ne pensate? Il capitolo è breve, ancora un capitolo e la prima parte sarà conclua e potrò iniziare la seconda (questa storia avrà tre parti!)
Che ne pensate di questa visione di Cas? Volevo donargli dei tratti leggermete diversi da quelli del gioco!
Ringrazio tantissimo Charlia e Lady per aver recensito lo scorso capitolo! Siete carinissime <3
Questa stora procede lentamente ma procede e ne sono fiera! E' un po' particolare, ne sono consapevole!
La canzone è un po' diversa dal solito e mi piace immaginare Castiel super impegnato nel tentativo di suonarla (con scarsi risultati), i capelli per aria, la maglietta più nera e punk che possiede e le dita intorpidite per lo sforzo!:)
Un bacione a chiunque leggerà!
A presto <3 (probabilmente la prossima volta che aggionerò avrò 19 anni... mi sento vecchiaaaa!)
PS. nella foto c'è un piccolo spoiler del prossimo chap!
 
 
 
 
  
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