Capitolo 5
Rendendosi
conto che la moto su cui si trovava stava lentamente rallentando,
Clarky,
saldamente afferrato alla schiena del fratello, si azzardò
ad alzare lo
sguardo. Alla sua destra vide il mare scintillante sotto i raggi del
sole e
alla sua sinistra, oltre le rotaie del tram, una serie di stradine che
inerpicavano su una serie di basse colline verdeggianti, costellate da
villette.
Per un attimo, Clarky si dimenticò di essere in sella ad una
moto e guardò
sorridendo il luogo. Regnava una calma meravigliosa… un vero
toccasana dopo la
confusione e la baraonda di quel primo giorno di scuola.
Pochi minuti
dopo, Andrew fece fermare la moto davanti al cancello della casa Kenzo. Clarky,
indolenzito, scese con un
sospiro di sollievo.
“Finalmente…
non ne potevo più.”
Andrew lo
guardò fingendosi offeso. “Bel
ringraziamento… vorrei ricordarti che è grazie a
me, se sei sfuggito dai giornalisti.”
Clarky sorrise
scuotendo la testa. “Questo non cambia che io e quel arnese a
due ruote non
andremo mai d’accordo. Comunque grazie.”
Andrew rise e
tornò ad abbassare la visiera del proprio casco.
“Prego. A stasera,
fratellino.”
Mentre la moto
di Andrew si allontanava, Clarky suonò al campanello. Quando
un secondo dopo la
voce di Kenzo gli disse di entrare, il ragazzo si avviò sul
sentierino in
leggera salita che portava alla porta d’entrata. Nel farlo,
non poté che
ammirare la bellezza del giardino. Sì, decisamente avevano
inconsapevolmente
scelto il posto perfetto per riprendersi dagli inaspettati
scombussolamenti
della giornata: moto compresa.
Quando Kenzo
gli venne ad aprire, Clarky sorrise cercando di mascherare
l’espressione ancora
leggermente sconvolta, ultimo strascico della
“gita” in moto. Kenzo,
accorgendosene, sorrise divertito mentre apriva la porta e gli faceva
cenno di
entrare. Ma il ragazzino decise di non infierire sul biondo.
“Sei
il primo.”
A quelle
parole
Clarky fu un attimo sorpreso, ma poi sorrise rassegnato.
“Mi
sa che
abbiamo tutti trovato un contrattempo che non ci aspettavamo.”
Kenzo
annuì,
mentre percorrevano il corridoio per dirigersi verso la sala. Quando i
due vi
entrarono, Clarky chiuse gli occhi e allargò le braccia.
“Che
meraviglia… tutto quello che volevo era un po’ di
pace e…”
Kenzo lo
guardò
sorridendo. “E un buon tè?”
Clarky si
voltò
verso di lui con un’espressione grata dipinta sul volto.
“Kenzo
ti farò
un monumento! Era proprio quello che volevo!”
Kenzo rise,
avviandosi verso la cucina. “Allora cominciamo a berne una
tazza… non credo che
gli altri se la prenderanno!”
Clarky
annuì e
si sedette su una delle poltroncine. Chiudendo gli occhi, il ragazzo si
posò
allo schienale. Ora che si trovava lì in attesa degli altri
amici, in
quell’oasi di pace vicino al mare… gli era quasi
impossibile credere che fino a
poco tempo prima stesse correndo da una parte all’altra della
scuola per
scappare ai suoi inaspettati fan. Fu in quel momento che il campanello
tornò a
squillare un’altra volta. Clarky tornò a sedersi
ritto sorridendo. Chissà chi
era il terzo eroe che era sfuggito dalle mani di giornalisti e compagni
di
scuola…
Kenzo
rientrò
nella sala e posò il vassoio con la teiera e le tazze sul
tavolino tra le
poltroncine color crema.
“Vado
ad
aprire.”
Clarky
annuì.
Kenzo scomparve veloce nel corridoio da cui erano arrivati. Prima che
ritornasse non passò che qualche minuto. E quando
rientrò nella stanza, il
ragazzino era accompagnato da una ragazza sorridente dai capelli viola.
Clarky
sorrise.
“Mai!”
La ragazza lo
salutò
con una mano sedendosi sulla poltroncina alla sua destra. Nel farlo,
Mai posò
il computer sul tavolino e lo accese. Mentre aspettava che si
attivasse, si
posò sullo schienale sospirando di sollievo.
“Che
giornata
ragazzi!”
Kenzo e Clarky
scoppiarono a ridere e parlarono in coro. “A chi lo
dici!”
Mai
sbuffò
sorridendo. “Se però pensavano di essere
più furbi di noi… a proposito, sapete
qualcosa degli altri?”
I due ragazzi
scossero la testa. Mai a quella risposta sembrò un
po’ delusa. Subito, però,
l’attenzione della ragazza venne catturata dallo schermo del
computer. Mai si
stiracchiò le dita e iniziò a battere sulla
tastiera sorridendo angelica.
“Vabbè…
arriveranno. Adesso, però, scusatemi. O un sacco di
aggiornamenti da fare sul
blog… li avrei fatti stamattina, ma per cause di forza
maggiore non ho potuto.
Poi i compagni di scuola e i giornalisti… decisamente tutti
si sono messi
d’accordo per farci perdere tempo. Ma ci raccontiamo tutto
dopo. Non vi
dispiace se occupo così il tempo in cui aspettiamo gli
altri, vero?”
Mai non
aspettò
neanche la risposta, iniziando a lavorare al computer. Kenzo e Clarky
sorrisero: quando Mai decideva qualcosa, era inutile cercare di
contraddirla. E
così ciascuno dei tre ragazzi sfruttò quei
momenti di attesa a modo proprio:
Clarky bevendo il tè, Mai aggiornando il blog e Kenzo
ripassando la lezione del
mattino. Non passò molto tempo dall’arrivo di Mai
che di nuovo la campanella
tornò a suonare.
Questa volta,
accanto a Kenzo, fece la sua comparsa un ragazzo dai capelli blu. Mai e
Clarky
sorrisero non appena lo videro.
“Hidetuccio,
sei riuscito anche tu a sfuggire dalle grinfie dei
giornalisti!”
Hideto
guardò
storto Mai, faticando però a trattenere un sorriso.
“Mai, quante volte te lo
devo dire che non mi chiamo Hidetuccio… comunque
sì. Anche se non completamente
illeso.”
Delle
espressioni preoccupate si fecero largo sui volti degli altri tre
ragazzi
presenti. Hideto, vedendole, scoppiò a ridere.
“Dovreste
vedervi…”
Mai lo
guardò
indignata. “Noi ci preoccupiamo per te e tu ridi?”
Hideto si
sedette sulla poltroncina accanto a Mai e tirò fuori i suoi
album di carte
guardandoli sconsolato.
“Poveri
i miei
album di carte… sono tutti sgualciti! Il solo pensiero di
quante mani sporche e
dalle unghie rovinate hanno sfogliato i miei album mi fa venire i
brividi!”
A quelle
parole, Mai, Clarky e Kenzo prima lo fissarono per qualche istante
scioccati,
poi scoppiarono a ridere come matti, anche se sotto sotto erano
sollevati che
l’unica cosa “lesa” di Hideto fosse i
suoi album. Hideto li guardò fingendosi
offeso.
“Non
ci
trovereste nulla da ridere se voi foste al mio posto!”
Quella seconda
uscita, fece aumentare le risa dei tre. Clarky era quasi piegato in due
e,
quando alzò il viso per guardare Hideto, dovette asciugarsi
una lacrima.
“Hideto
vorrei
vederti al nostro posto!”
Mai
annuì
cercando di trattenere, inutilmente, le risa. “E noi che
avevamo avuto paura
che ti fosse successo qualcosa!”
A quel punto,
anche Hideto scoppiò a ridere. “Ok, forse ho
esagerato… ma sapete quanto tempo
ho impiegato per creare una simile raccolta?”
Kenzo si
posò
alla schienale della poltroncina di Hideto.
“Lo
sappiamo
Hideto… ma non pensi che ci siano situazioni e
situazioni?”
Hideto sorrise
aprendo il primo album sul tavolino.
“Lo
so. Ma se
non sistemo tutto come era, questa notte non arriverò ad
addormentarmi!”
Mai scosse la
testa, tornando a voltarsi verso il computer.
“Io
ci rinuncio,
sei un caso disperato… torno al mio blog!”
E
così, di
nuovo, ognuno dei quattro ragazzi tornò alle proprie
attività. Con la sola differenza
che Kenzo, dopo aver preparato due tazze di tè una per il
Guerriero Viola e una
per il Guerriero Blu, a differenza di Mai che aveva ripreso ad
aggiornare il
proprio blog e Clarky che si era versato da solo un’altra
tazza di tè, si
sedette vicino ad Hideto osservando insieme a lui le carte inserite
dentro agli
album.
Passarono
così
altri lunghi minuti, in cui il silenzio era interrotto solo dal rumore
della
tastiera del computer di Mai, dal fruscio delle pagine voltate da
Hideto e le
poche parole che Hideto e Kenzo si scambiavano commentando questa o
quell’altra
carta.
Fu per questo
che l’ennesimo squillare del campanello colse i quattro
ragazzi quasi di
sorpresa. Kenzo si alzò subito per andare ad aprire e gli
altri tre seguirono i
suoi movimenti con lo sguardo, interrompendo le proprie
attività. Mentre
aspettavano il suo ritorno, si chiesero chi dei due che ancora
mancavano
all’appello sarebbe entrato nel salone insieme a Kenzo. Non
dovettero aspettare
tanto per scoprirlo.
Pochi istanti
dopo, infatti, Kenzo rientrò nella stanza insieme ad un
ragazzo decisamente più
grande di lui. Vedendolo, gli altri tre ragazzi sorrisero. Mai fu la
prima a
salutarlo.
“Yuuki,
sono
contenta che tu sia venuto.”
Yuuki
ricambiò
il saluto e Clarky tornò a posarsi allo schienale sorridendo
divertito.
“E
immaginate
chi manca all’appello…”
Mai si
voltò
verso di lui scuotendo la testa. “Mi chiedo se Dan
riuscirà un giorno ad essere
puntuale ad un appuntamento.”
Hideto sorrise
comprensivo. “Dai Mai, non essere così dura. Con
lui i giornalisti si saranno
di sicuro accaniti di più che con noi. E poi sai come
è fatto Dan…”
La ragazza
sospirò rassegnata. “Lo so. Non si tira mai
indietro. Sì, ma potrebbe anche
cercare di impegnarsi a raggiungerci!”
Yuuki si
avvicinò alle poltroncine dove erano seduti gli altri,
già raggiunti da Kenzo.
“Questa
mattina
ho visto Dan alla televisione.”
Subito gli
altri quattro ragazzi si voltarono verso di lui con espressioni
sorprese. Con
tutto quello che era successo, non avevano avuto tempo per guardare la
televisione. E poi, finite le lezioni, erano venuti subito
lì. Tra tutti, Mai
sembrò essere la più curiosa.
“Davvero?
E
come si è comportato?”
Yuuki si
voltò
verso di lei e Mai voltò di scatto il viso, tornando a
guardare il computer e
arrossendo leggermente. Ne aveva abbastanza delle supposizioni di chi
le stava
attorno: prima Kaoru, che non perdeva occasione per insinuare che in
realtà
qualcuno le piaceva, poi i suoi compagni di classe. Mancava solo che
cominciassero anche gli altri Maestri della Luce…
“Lo
chiedo per
pura curiosità, sia chiaro.”
Yuuki sorrise
e
non controbatté. “Gli avevano chiesto se credeva
che Gran RoRo e i suoi
abitanti potessero essere un pericolo per la Terra. E lui ha risposto
che erano
solo bugie strumentalizzate dal Re del Mondo Altrove e che Gran RoRo
è un luogo
meraviglioso.”
Gli altri
ragazzi sorrisero. Clarky annuì. “Il nostro Dan
è sempre il nostro Dan. Non
potevamo certo immaginarci che stesse zitto di fronte a simili
insinuazioni.”
Anche Hideto
annuì. “Già. Ve lo immaginate? Secondo
me se lo contraddicevano, li sfidava
tutti a Battle Spirits!”
Kenzo
ridacchiò
annuendo. “Sì… perché tutto
si decide a Battle Spirits!”
Il gruppo di
ragazzi scoppiò a ridere, godendo di quei momenti passati
insieme. Alla fine,
quando si calmarono, Mai tornò a voltarsi verso il computer
sorridendo.
“Ok…
ma voglio
proprio vedere con quanto ritardo arriva!”
Gli altri
sorrisero. Erano tutti impazienti che arrivasse Dan: non ci poteva
essere una
“riunione” dei Maestri della Luce se non
c’erano tutti i Maestri della Luce.
Speravano tutti che il Guerriero Rosso arrivasse presto. Solo
così il loro
meraviglioso pomeriggio insieme sarebbe potuto iniziare.
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Quando Dan
scese alla fermata del tram, quasi si stupì della
tranquillità della zona.
Aveva appena lasciato il centro della città, insieme alla
sua confusione e a
tutto quello che era successo in quelle poche ore. Non solo era appena
finito
il primo giorno di scuola di un nuovo anno, ma si era trovato ad
affrontare
compagni di scuola trasformati in fan semi-impazziti e giornalisti
assillanti.
Ma non voleva pensarci: ora l’unica cosa importante era che
presto avrebbe
rivisto tutti i suoi amici. Ed era pure in ritardo: forse si era
trattenuto un
po’ troppo a rispondere alle domande dei giornalisti. Ma come
avrebbe potuto
star zitto a sentire quello che dicevano su Gran RoRo senza esserci mai
stati?
Il ragazzo
sorrise
e rimase fermo a fissare il mare, che si stagliava in tutta la sua
maestosità
oltre il marciapiede e la strada. Sovrastato da un meraviglioso cielo
azzurro.
Pensare a Gran RoRo gli veniva spontaneo. Aveva vissuto troppe
straordinarie
avventure lì. Chissà cosa stavano facendo in quel
momento Zungurii, Magisa e
tutti gli amici che avevano incontrato… chissà
quali erano i loro progressi per
far sapere, agli abitanti del Mondo Altrove, quello che conoscevano
sulla
Terra. Gli tornarono in mente tutte le domande del mattino e tutti quei
giornalisti… e non poté che sorridere, non
riuscendo a capire se tutta
quell’inaspettata fama sarebbe stato un aiuto oppure no.
Il rumore del
tram che ripartiva lo riscosse, distogliendolo dai suoi pensieri e
facendogli
tornare in mente il motivo per cui era venuto lì. Senza
altri indugi,
attraversò la strada e iniziò a percorrere il
dedalo di tranquille stradine che
si snodavano tra le villette e i giardini, fin su in cima alla collina.
Gli
alberi dei numerosi giardini creava un’atmosfera fresca e
ombrosa, che impediva
di sentire il caldo di quell’inizio di settembre. Ogni tanto
Dan si guardava in
giro, per essere sicuro che quella fosse la strada giusta. Kenzo era
stato
piuttosto sbrigativo nella spiegazioni del posto dove si dovevano
incontrare,
ma con un po’ di fortuna era quella la strada corretta. Anche
perché non ci
sarebbero state neanche così tante persone a cui chiedere
informazioni: la maggior
parte di quelle che si vedevano erano turisti.
Finalmente,
trovò l’indicazione della via che gli aveva detto
Kenzo. Consapevole di essere
già in mostruoso ritardo, Dan accelerò il passo.
Dopo un paio di svolte e due
rampe di scale, arrivò in vista della villetta della
famiglia Hyoudo. Per un
attimo guardo la casa, circondata da un ampio giardino. Era veramente
un posto
molto bello… e soprattutto tranquillo. A quel punto, Dan
fece quasi di corsa
gli ultimi metri e suonò al campanello. Pochi istanti dopo
gli venne aperto il
cancelletto.
Dan raggiunse
la porta d’ingresso e lì venne ad aprirgli Kenzo.
Il campanello sulla porta
sembrò essere il primo a dargli il benvenuto. Subito dopo i
saluti, i due
ragazzi si incamminarono lungo il corridoio. Enormi vetrate davano la
possibilità di vedere il giardino, pieno di aiuole,
cespugli, alberi e erba ben
curata. Mentre camminavano, Kenzo si voltò verso di lui
guardandolo con leggero
rimprovero.
“Sei
in
ritardo.”
Dan sorrise
imbarazzato. “Scusami… sono già tutti
qui?”
Kenzo
annuì
tornando a guardare avanti.
“Certo.
Questa
è la riunione dei Maestri della Luce.”
Finalmente i
due raggiunsero il salone dove erano già riuniti tutti gli
altri. Quando aprirono
la porta, gli altri Maestri della Luce si voltarono verso di essa,
dimenticando
quello che stavano facendo: finalmente anche il Guerriero Rosso era
arrivato.
Clarky posò la tazzina di tè che stava
sorseggiando, Mai, con indossò
un’uniforme scolastica bianca e azzurra, smise di lavorare al
computer e
Hideto, con indosso anche lui una divisa scolastica scura, mise da
parte i suoi
album di carte che fino a quel momento aveva sfogliato. Kenzo e Dan si
fermarono e il secondo, vedendo gli amici, sorrise. In quel momento si
accorse
di Yuuki e ne fu leggermente sorpreso.
Yuuki, che
fino
a quel momento era rimasto in piedi ad osservare il giardino che dava
sul mare,
si voltò sorridendo e rivolgendosi a Dan saltò
tutti i preamboli.
“Voglio
fare un
duello con te.”
Dan, superata
subito la sorpresa, sorrise determinato. Lui e Yuuki riuscivano a
capirsi senza
bisogno di parlarsi. Forse dipendeva dal fatto che erano due duellanti
o forse
dipendeva da tutte le battaglie che avevano affrontato insieme.
“Anche io.”
A quel punto,
Mai, Hideto e Clarky si alzarono avvicinandosi ad un tavolino, dove
Kenzo
posizionò i due campi da gioco e il contenitore dei nuclei.
Aveva decisamente
fatto bene a preparare il tutto prima. Erano tutti ansiosi di vedere un
duello
tra il Guerriero Rosso e il Guerriero Bianco: quando a Gran RoRo
avevano
combattuto, nessuno di loro, per un motivo o per l’altro,
aveva assistito. E
poi, quale modo migliore per passare insieme il tempo se non fare un
duello?
Erano pur sempre i Maestri della Luce… non sembrava quasi
che Dan fosse
arrivato in ritardo. Sembrava che tutti e sei fossero stati
lì fin dall’inizio.
Ed era questa la cosa più bella della loro amicizia.
Mentre Dan e
Yuuki mescolavano a vicenda i rispettivi mazzi, tutti e sei non
poterono non
godere dell’atmosfera che c’era. Era in momenti
come quelli che riuscivano
veramente a godere del legame che c’era tra loro: nessun
nemico da affrontare,
nessun giornalista o ammiratore che li infastidiva. Fare
quell’incontro era
stata proprio un’idea geniale ed era anche il giorno
perfetto: dovevano tutti
riprendersi dopo il primo assalto dei giornalisti.
Dan, quando
posò il mazzo di Yuuki e iniziò a mescolare il
proprio, sorrise al pensiero di
star per fare un duello con lui. Era da prima che sconfiggessero il Re
del
Mondo Altrove che non si affrontavano.
“È
passato un
po’ da quando abbiamo duellato, vero?”
Yuuki
annuì,
continuando a mescolare con gesti esperti. L’espressione del
suo volto era
serena, forse velata da una sottile nostalgia e malinconia. Ma sembrava
essere
riuscito, per quanto fosse possibile, ad accettare la scomparsa della
sorella
Kajitsu. Dopotutto, insieme a raccontare la verità su Gran
RoRo, uno dei loro
obbiettivi era proprio far conoscere a tutti che cosa fosse successo
veramente
nel Giardino delle Rose… e lo stesso Dan lo aveva dimostrato
quella mattina.
“Penso
che
siamo stati entrambi impegnati.”
Mai, Clarky,
Hideto e Kenzo, dietro a Dan, sorrisero quasi a volersi mostrare
d’accordo.
Decisamente il Re del Mondo Altrove non era stato un impegno di poco
conto, poi
c’erano state le famiglie, gli amici da rincontrare, i
giornalisti che da quel
giorno in poi avrebbero cominciato ad assediarli… ma ora era
arrivato il
momento di dedicarsi solo a loro sei e alla loro amicizia. Anche Dan
sorrise, tornando
a pensare anche lui, come gli altri, a tutte le avventure che avevano
passato
in quei pochi mesi. Era impossibile non continuare a pensarci. Era
stata una di
quelle esperienze che ti rimangono dentro, che ti segnano in modo
indelebile… e
che non puoi sostituire in nessun altro modo.
“Guerrieri
e
Maestri della Luce… ne abbiamo passate tante. Ma ora ho
voglia di fare un
duello ordinario.”
Yuuki e Dan
presero
le prime quattro carte del proprio mazzo. Nel farlo, Dan sorrise e una
luce di
determinazione brillò nei suoi occhi.
“Voglio
batterti in un duello di questo tipo!”
Yuuki sorrise
con tranquilla sicurezza, per nulla intimorito dalle parole di Dan. Nel
farlo,
posò un braccio sul tavolo.
“Pensi
di poter
vincere?”
Dan
annuì più
che mai convinto. “Vincerò!”
Gli altri
quattro Maestri della Luce sorrisero. Era così bello poter
assistere ad un
duello dove non c’era in gioco la libertà di
nessuno e neppure la salvezza
della Terra e di Gran RoRo. Era da quel torneo in cui,
inconsapevolmente, erano
stati per la prima volta riuniti tutti i Maestri della Luce che non
succedeva.
I turni
passavano, Dan e Yuuki facevano le loro mosse pescando carte ed
evocando
spirits. Gli altri assistevano godendosi quel momento. Tra di loro
alleggiava
la stessa atmosfera che c’era stata subito dopo la chiusura
dei varchi di Gran
RoRo. Non sapevano neanche loro come definirla, era una sorta di
euforia, di
entusiasmo. Era come se l’amicizia che li legava pervadesse i
luoghi dove erano
tutti riuniti. Non si sarebbero mai scordati di quei momenti…
Yuuki
spostò in
orizzontale uno dei suoi due spirits. “Gigandroide,
attacca.”
Dan, che aveva
sul Terreno solo Iguanasauro e
Ankillersauro,
spostò la mano su quest’ultimo.
“Ankillersauro blocca.”
Non
c’era
tensione, non c’era ansia né preoccupazione. Solo
serenità. E ogni volta che lo
pensavano, ognuno di loro sorrideva immaginandosi una scena simile a
distanza
di anni. Sì, una riunione dei Maestri della Luce quando
sarebbero stati adulti.
A quel pensiero, Mai sorrise dolcemente. Se lo immaginava. Vedeva
sempre Yuuki
e Dan, ormai uomini, sfidarsi in un duello e vedeva loro quattro,
magari con le
proprie famiglie, in piedi ad assisterli tenendo d’occhio un
gruppo di bambini
scalmanati. Chissà come sarebbe potuto essere un piccolo
Dan… a quel punto,
fortunatamente pensò Mai, venne distratta dalla voce di Dan
che stava per
iniziare un altro turno. Il ragazzo aggiunse un nucleo nella Riserva,
prese
un’altra carta del mazzo e recuperò Spirits e
nuclei.
“Fase
Iniziale,
Fase dei Nuclei, Fase di Acquisizione e Fase di Recupero. Fase
Principale…”
Dan sorrise,
sollevando in alto la carta che voleva evocare. Tutta la loro avventura
era
iniziata con un duello. Il duello fatto da lui contro Kajitsu, contro
Yggdrasill,
Cavaliere d’Acciaio. E ora, in un certo senso, il cerchio si
chiudeva. Non
stava duellando con Kajitsu, ma con Yuuki… ma in un certo
senso era la stessa
cosa.
“…
evoco Meteorwurm, Drago
Imperatore Stellare!”
Il duello
cominciava ad entrare nel vivo. Ma non aveva importanza chi avrebbe
vinto. Dopotutto
era solo un duello… loro nella vita, nonostante tutti i
sacrifici, le perdite e
le battaglie che avevano dovuto affrontare e sopportare, avevano vinto,
perché
erano insieme e perché avevano combattuto insieme. Avevano
vinto perché la loro
amicizia era stata più forte di ogni cosa. E se
c’era qualcosa che aveva
insegnato loro quell’avventura era proprio questo: quando non
sei da solo e ti
impegni insieme a chi ti sta vicino, nessuna sfida, nessuna
difficoltà, nessun
dolore è insuperabile.
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Dan aveva appena concluso uno dei
suoi turni. Con l’Impatto Devastante
e l’effetto di terzo
livello di Meteorwurm,
aveva cercato di
distruggere Woden,
il Grande Cavaliere Alato schierato
sul Terreno di Yuuki. Il Guerriero Bianco, però, aveva
attivato l’effetto Muro di Ghiaccio
dello spirit e aveva
perciò annullato l’effetto, bloccando
l’attacco con Guerriero
Magnum, spostandolo poi negli Scarti. A quel punto, Dan
aveva concluso
il turno. Ad entrambi i duellanti rimaneva una sola Vita.
Accanto a loro, Mai, Clarky,
Hideto e Kenzo assistevano
al duello con crescente attenzione ed emozione. Yuuki si stava
dimostrando una
volta di più, l’unico in grado di tener testa a
Dan. Ed era così iniziato il
turno del Guerriero Bianco.
“Fase Iniziale, Fase di
Acquisizione, Fase dei Nuclei
e Fase di Recupero.”
Sul Terreno di gioco di Yuuki
c’erano due spirits: Woden, il Grande Cavaliere
Alato e Supremo
Gugnir, ora entrambi disimpegnati. Sul
Terreno di Dan, invece, c’erano Meteorwurm,
Drago
Imperatore Stellare impegnato e Ankillersauro disimpegnato.
Yuuki, dopo aver compiuto le
azioni preliminari,
spostò subito la mano sul Terreno di gioco.
“Rinuncio alla Fase
Principale. Fase di Attacco:
attacco con Supremo
Gugnir.”
Yuuki spostò la carta
in orizzontale e Dan prese senza
indugi una carta tra quelle che aveva in mano.
“Azione Lampo: utilizzo
la carta magia Ciclone
Fiammeggiante e distruggo il tuo spirit che ha
meno di 5000 PB!”
Yuuki sorrise e spostò
lo spirit negli Scarti. Subito
dopo, però, portò la mano su Woden spostandolo in
orizzontale.
“Attacco con Woden, il
Grande Cavaliere Alato.”
Dan sorrise: si stava divertendo.
Yuuki era un
avversario straordinario: duellare con lui gli faceva dimenticare di
non essere
sul Terreno di gioco. Ed era certo che per lui fosse lo stesso.
“Blocco con Ankillersauro!”
Dan spostò lo spirit
negli Scarti: non doveva
arrendersi. Quando alzò lo sguardo, però, vide
Yuuki prendere una carta da
quelle che aveva in mano.
“Azione Lampo: utilizzo
la carta magia Nobiltà
d’Animo, che mi permette di disimpegnare
tutti i miei spirits e in questo caso Woden.”
Yuuki a quel punto
spostò di nuovo in orizzontale la
carta di uno dei suoi cavalieri più forti.
“Attacco di nuovo con Woden.”
Dan guardò le carte
che aveva in mano e sorrise
rassegnato. Poi, alzò lo sguardo sorridendo con decisione.
“Rispondo
all’attacco con la Vita.”
Il duello era finito e Dan,
spostando l’ultimo nucleo
delle sue Vite, fissò per un attimo deluso il Terreno.
Subito dopo, però,
sorrise e allungò la mano sopra al tavolo.
“È stato un
bel duello, Yuuki. Come me lo immaginavo.”
Yuuki sorrise e gli strinse la
mano. “Mi sono ripreso
la mia rivincita.”
A quelle parole, Dan sorrise
ripensando al duello che
avevano fatto nel palazzo del Re del Mondo Altrove. Ora,
però, era Yuuki che
gli doveva una rivincita: e quella volta sarebbe stato lui a vincere.
“La prossima volta
sarò io a vincere però.”
Yuuki annuì, iniziando
a raccogliere le carte.
“Aspetto solo la tua prossima sfida.”
Mai, a quel punto, sorrise
posandosi al tavolino.
“Prossima volta che non
sarà ora… non te lo sognare
neanche Dan. Vedervi duellare è stato divertente, ma non
sono venuta qui solo
per vedervi sfidare e contro sfidare come due bambini
piccoli.”
Hideto, Clarky e Kenzo
ridacchiarono. Dan, invece,
sorrise passandosi imbarazzato una mano tra i capelli.
“Mai, non ti
scaldare… non volevo sfidare di nuovo
Yuuki ora.”
Mai incrociò le
braccia. “Meglio così…”
Subito dopo la ragazza
guardò tutti e cinque i
ragazzi. “Quindi… che ne dite se passiamo il resto
del pomeriggio in giardino?
. È una bellissima giornata e il giardino è una
favola: non merita sprecarlo.
Ah… l’unica risposta accettabile è
sì.”
Clarky sorrise. “Come
vuoi Mai…”
Dan si alzò prendendo
in mano il proprio mazzo di
carte. “Mai, lo sai che a volte sei tirannica?”
La ragazza si voltò
verso di lui sorridendo angelica.
“Lo so.”
Dan sospirò
rassegnato. Subito dopo, però, guardò gli
altri sorridendo.
“Forza, che cosa
aspettiamo?”
Kenzo annuì.
“Venite da questa parte… le sedie
dovrebbero essere già in giardino.”
Hideto sorrise. “Kenzo,
non preoccuparti… nel caso ne
verremo a prendere qualcuna dentro.”
I sei ragazzi raccolsero le loro
cose e dietro a Kenzo
si diressero in giardino. Dan e Clarky portarono anche le tazze e il
tè che
erano sul tavolino. Pochi minuti dopo, i sei Maestri della Luce erano
seduti
attorno ad un tavolino bianco da cui godevano una vista meravigliosa
sul mare.
Mai sorridente si voltò a guardare le onde che scintillavano
sotto i raggi del
sole.
“Wow, Kenzo…
questo posto è meraviglioso. Mi
dispiacerà quasi andarmene.”
Kenzo sorrise. “Grazie.
Visto che ho fatto bene a
proporvelo? Comunque possiamo tornarci altre volte. Non è
che i miei genitori
la usino molto con tutto il lavoro che hanno.”
Clarky sorrise immaginandosi
altri pomeriggi di pace
assoluta tra quelle aiuole.
“Sarebbe
splendido.”
“Forza, voglio sapere
come è andata con il vostro
primo giorno di scuola... e come siete sfuggiti ai
giornalisti.”
Tutti i ragazzi si voltarono
verso Mai che li guardava
sorridendo.
“Può sempre
servirvi per il mio blog.”
Tutti sorrisero divertiti a
quelle parole. Clarky la
guardò scuotendo la testa.
“Perché non
ci racconti prima tu?”
Mai alzò le spalle
sorridendo. “Ok… però voi maschi
siete proprio impossibili. Comunque, a parte il fatto che stamattina in
metropolitana sembrava che ci fosse mezza città tra cui un
bambino che ha fatto
di tutto per farmi diventare sorda… ho rincontrato i miei
amici che vogliono
conoscervi…”
Kenzo la guardò
stupito. “Davvero?”
Mai lo fulminò con lo
sguardo, sorridendo subito dopo.
“Vorrei che non mi interrompeste…”
Gli altri, tranne Kenzo,
scoppiarono a ridere mentre
Mai riprendeva a raccontare.
“Poi a scuola
sembravano tutti impazziti. Vabbè che io
ero già famosa… ma sono venuti a complimentarsi
con me anche quelli che
ritenevano il mio blog una sciocchezza! E poi i giornalisti…
volevano una star?
Bene, io ho fatto la mia uscita da star.”
Mai sorrise soddisfatta mentre
gli altri la guardavano
curiosi. “Sono uscita dal retro e ho preso
l’autobus. Dovevate vedere le loro
facce quando si sono resi conto che io ero sul bus!”
Hideto la guardò
ridendo. “Non peggio di quelle che
devono aver fatto quando me ne sono andato io…”
Kenzo si voltò curioso
verso l’amico. “Perché?”
Hideto sorrise ripensando a
quegli istanti. “Beh, mi
stavano tutti addosso… e così ho gridato che
sulla strada c’era una carta
rarissima: tutti si sono voltati e io me ne sono andato di
corsa.”
Gli altri Maestri della Luce
scoppiarono a ridere
immaginando le espressioni da pesci lessi dei giornalisti. Clarky lo
guardò
divertito.
“Hideto sei stato
grande!”
Hideto annuì
sorridendo orgoglioso. Schizzando d’occhio
si portò un dito alla testa, come faceva tante volte suo
nonno.
“Che poi se
c’era, mica glielo avrei detto… non sono
così stupido!”
Le risate degli altri aumentarono
e stavolta fu Yuuki
a commentare.
“Come ci si
aspetterebbe dal Guerriero Blu… visto che
sei disposto anche a rubarle.”
Hideto lo guardò per
un istante senza capire. Poi si
ricordò del Torneo di Gran RoRo e della carte viola che
aveva cercato di
prendere dal palazzo di zaffiro. Hideto, a quel punto, si
voltò di lato
incrociando le braccia imbarazzato.
“La storia dello
spirito è un’altra cosa! E preferirei
che non me lo ricordaste!”
Clarky gli passò un
braccio attorno alle spalle,
continuando a sorridere divertito.
“Dai,
Hideto… anche io ho perso a quel torneo. E
fidati, è molto meno di quello che ho passato io
oggi!”
Tutti si voltarono verso Clarky
che riprese a
raccontare.
“Mi sono dovuto fare
due corse in moto. Stamattina,
perché stupidamente avevo detto sì
all’offerta di mio fratello di
accompagnarmi… e la seconda per venire qui. Mi rincorrevano
addirittura per il
cortile i miei compagni di scuola! E così per sfuggire da
loro e dai
giornalisti… gli ho dovuto chiedere un passaggio.”
Mai scosse la testa ridacchiando.
“Quante storie
Clarky… sei sempre il solito pollo alla diavola!”
A quelle parole, Kenzo, Hideto e
Yuuki la guardarono
senza capire. Dan ridacchiò divertito e Clarky si
alzò guardando Mai indignato.
“Mai, te lo
già detto.. sei troppo intelligente per
battute simili! E ti ho anche detto di non farle su di me!”
Mai sorrise guardandolo di
sottecchi. “E tu sei troppo
grande per avere paura di un po’ di
velocità!”
Clarky tornò a sedersi
incrociando le braccia. “Non
potete capire!”
Altre risa partirono dagli altri
Maestri della Luce,
finché fu la volta di Kenzo prendere la parola.
“Adesso tocca a
me… sapete come me ne sono andato io?”
Il ragazzino sorrise soddisfatto.
“Ho detto loro che
non potevano farmi domande perché essendo minorenne
sarebbero potuti essere
accusati di plagio di minore!”
Gli altri cinque ragazzi lo
guardarono a bocca
spalancata: qualche volta Kenzo era inquietante. E per fortuna che
aveva solo
nove anni… Mai batte le mani entusiasta.
“Kenzo sei il mio mito!
Quanto avrei voluto vedere i
giornalisti. Devono essere rimasti come baccalà!”
Un altro scoppio di risa
riempì l’aria del giardino.
Kenzo sorridendo si alzò e mimò un inchino sotto
gli sguardi divertiti degli
altri. E a quel punto, fu Dan a prendere la parola…
“Io
invece…”
Mai lo interruppe parlando con
tono rassegnato. “Tu
invece non ce l’hai proprio fatta a non rispondere alle
domande dei
giornalisti!”
Dan guardò Mai e gli
altri sorpreso. “Ma come fate a
saperlo?”
Yuuki sorrise. “Questa
mattina ti ho visto in
televisione prima che il tuo professore ti spingesse dentro alla
scuola… e a
questo proposito volevo ringraziarti per quello che hai detto in difesa
di
Kajitsu.”
Dan sorrise. “Non devi
ringraziarmi. Dovevo dirlo.
Solo uno stupido potrebbe paragonare tua sorella ad un
mostro… è stata tutta
colpa del Re del Mondo Altrove. Come è colpa sua se molti
credono che Gran RoRo
sia un luogo pericoloso.”
Mai lo guardò
ridacchiando. “Ecco che Dan cerca di
sviare il discorso dal suo mostruoso ritardo!”
Dan la guardò con
decisione. “Non è colpa mia! Alla
fine non sono riuscito ad andarmene dai giornalisti… e poi
dovevate sentire
quanti credevano che Gran RoRo sia un luogo brutto!”
Mai sorrise. “Lo
sappiamo Dan… ti stavo solo prendendo
un po’ in giro. Meriti un applauso per come hai
risposto.”
Dan sorrise imbarazzato tornando
a passarsi una mano tra
i capelli.
“Beh… grazie
Mai. Grazie a tutti.”
Hideto sorrise. “Non
devi ringraziarci, Dan… hai fatto
la cosa giusta.”
Clarky annuì.
“Ed era normale che tu lo facessi… non
ti tiri mai indietro di fronte un’ingiustizia.”
Dan sorrise, mentre anche Yuuki
annuì.
“Come hai detto tu, ci
sono molti che hanno creduto
alle parole del Re del Mondo Altrove e molti che si sono fatti
suggestionare o
spaventare dagli avvenimenti.”
Dan annuì convinto
alzandosi in piedi. “È per questo
che non sono potuto stare zitto. Abbiamo promesso a Zungurii, Magisa e
a tutti
gli altri che avremo fatto capire a tutti quale fosse veramente la
verità. Sono
convinto che dobbiamo usare queste interviste per farci sentire da
più persone
possibili.”
Mai annuì sorridendo e
alzandosi in piedi. “Sono
d’accordo. È la stessa cosa che voglio fare con il
mio blog.”
Yuuki si alzò
sorridendo. “Insieme possiamo far
trionfare la verità su Gran RoRo.”
Clarky annuì a sua
volta e sia alzò come gli altri.
“Sono con voi. E faremo anche capire a tutti chi fosse
veramente Kajitsu,
Yuuki.”
Il Guerriero Bianco sorrise
mentre anche Hideto e
Kenzo si alzarono.
“Cosa aspettiamo?
Diamoci da fare.”
“Giusto. Non possiamo
sfigurare con quello che i
nostri amici staranno facendo a Gran RoRo!”
Dan annuì convinto e
allungò una mano al centro del
tavolo.
“Insieme riusciremo a
far trionfare la verità… e così
Magisa aprirà i portali!”
Gli altri cinque ragazzi
annuirono e posarono uno dopo
l’altro la propria mano su quella di Dan: Yuuki, Mai, Clarky,
Kenzo e Hideto. I
loro occhi si incrociarono e vi incontrarono la stessa determinazione
che
brillava nei propri: insieme sarebbero riusciti a far sentire la loro
voce e
avrebbero fatto trionfare la verità. I Maestri della Luce,
insieme, avrebbero
vinto anche questa battaglia.
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L’ampio
ufficio
era avvolto nella penombra. Tutte le finestre erano chiuse e spesse
tapparelle
impedivano alla luce di entrare. L’unica luce nella stanza
era una luce
azzurrina, prodotta dagli schermi di una decina di computer. Davanti ad
essi
sedevano una decina di uomini, vestiti con giacche e cravatte costose.
La luce
artificiale del computer si riverberava sui loro volti, trasformandone
le
espressioni in ghigni crudeli. Le loro ombre si deformavano sulle
pareti e sui
mobili che si trovavano ai lati della stanza. Ed era in quella stanza
che
tramavano nell’ombra. Nessuno sapeva della loro esistenza,
nessuno era mai riuscito
a dimostrare le loro azioni.
Nel corso dei
secoli imperi, regni, dittature e democrazie erano nate ed erano
crollate, spazzate
via dallo scorrere del tempo, in un susseguirsi senza fine, tra un
alternarsi
di guerre e di periodi di pace. Ma ciò che loro guidavano
era resistito,
passato di mano in mano agli uomini più astuti e privi di
scrupoli che mai
avevano camminato sulla faccia della Terra. E da dietro le quinte
avevano
manovrato le fila del mondo, giostrando l’economia a proprio
piacere e per proprio
tornaconto personale. Coloro che entravano tra di loro, avevano un solo
scopo,
un solo obbiettivo: il potere. Ed era ciò di cui tenevano le
redini dalla notte
dei tempi. Tutti coloro che avevano tentato di scoprirli o di fermarli,
avevano
fallito miseramente. Erano sopravvissuti indenni anche al passaggio del
Re del
Mondo Altrove. Lui era stato sconfitto, ma loro non ne erano stati
minimamente
toccati.
La nascita di
questo “potere invisibile” si perdeva nei secoli,
nato forse nello stesso
momento in cui si erano sviluppate le prime civiltà. Nel
momento in cui, di
fronte al potere, c’era chi ne aveva voluto di più
e solo per sé. Ed era stata
questa esperienza secolare che aveva impedito al “Governo
Invisibile” di cadere
insieme al Re del Mondo Altrove. Erano alleati di nessuno o alleati di
tutti,
questo dipendeva solo dai loro interessi. E quando l’alleato
non serviva più o
falliva nella propria corsa al potere, veniva abbandonato senza alcun
scrupolo
o interesse al proprio destino, in balia del scorrere della storia che
lo
soffocava cancellandone ogni azione.
L’uomo
seduto
al centro teneva le mani incrociate davanti al viso. Un ghigno piegava
le sue
labbra e la luce del computer si rifletteva sinistra sulle lenti degli
occhiali. Sullo schermo erano immobilizzate sei immagini dei video
prelevati
dai database delle televisioni: un ragazzo con i capelli rossi che
guardava
deciso verso le telecamere dei giornalisti, un ragazzo con i capelli
azzurri
dall’espressione sicura, una ragazza dai capelli viola che
sorrideva oltre il
vetro di un autobus, un ragazzo biondo che stava indossando il casco di
una
moto, un ragazzo con i capelli blu che si stava allontanando correndo e
un
ragazzino dai capelli verdi che sorrideva soddisfatto davanti ai
microfoni dei
giornalisti. Improvvisamente il silenzio venne spezzato
dall’avvio di una
registrazione
“Gran
RoRo non
è un luogo pericoloso. Anzi, è un luogo
bellissimo con tante persone gentili e
simpatiche. Non ci sono mostri, se non quelli del Re del Mondo Altrove.
E chi
voi chiamate mostro, si chiamava Kajitsu. Era mia amica e una ragazza
dolce e
gentile con tutti. È grazie a lei e a suo fratello Yuuki, il
Guerriero Bianco,
se sono potuto andare a Gran RoRo e conoscere tanti amici. Quelle del
Re del
Mondo Altrove sono solo bugie strumentalizzate!”
L’uomo
con gli
occhiali, che evidentemente ricopriva uno dei ruoli più alti
nel “Governo
Invisibile”, si posò allo schienale della poltrona
fissando lo schermo con
un’espressione indecifrabile, lo stesso ghigno che continuava
a deformarne
l’espressione. Aveva una penna in mano e ci giocherellava
muovendola
lentamente.
“Temo
che quei
sei insulsi ragazzini si stiano montando la testa. Quello che stanno
iniziando
è un gioco pericoloso…”
La voce si
perse nel silenzio, carica di allusioni e di parole non dette. Dopo un
istante,
un uomo dall’altra parte del tavolo si voltò verso
di lui.
“Immagino
tu
abbia già in mente qualcosa.”
Un sorriso
perfido si allargò sulle labbra dell’uomo che per
primo aveva parlato.
“Come
ben
saprete, il potere che noi ora gestiamo ha resistito nei secoli
perché è stato
in grado di eliminare ogni possibile minaccia sul nascere.”
Un altro degli
uomini tornò a guardare i volti dei sei ragazzi, scettico.
“Sei
ragazzi
possono davvero essere un pericolo per il nostro Governo?”
L’uomo
con gli
occhiali si voltò a guardarlo. “Non dobbiamo
dimenticare che sono stati in
grado di sconfiggere il Re del Mondo Altrove. Convengo con voi che
quell’uomo è
stato uno sciocco, troppo avventato per poter considerare
oggettivamente la
situazione. Ma sottovalutare è un errore che noi non
possiamo permetterci.”
Tutti gli
altri
uomini presenti annuirono gravemente. Poi, lui riprese a parlare.
“Le
rivalità
tra i popoli, le guerre politiche e di religione, le
disparità economiche e
lotta alle risorse… il nostro potere si è sempre
basato, fin dagli albori, su
questo e sull’ottusità e la facile
corruttibilità dell’animo umano. Immaginate
di far nascere una speranza, far diffondere l’idea che si
possa collaborare,
che si possano riuscire a superare le diversità. Sono
d’accordo che già altri,
figure rimaste nel ricordo di tutti, hanno combattuto questa battaglia.
Ma fate
anche credere che tutto questo un giorno possa essere unito ad una
nuova ed
inesauribile energia.”
La voce di uno
dei suoi colleghi si levò non appena lui concluse di
parlare. Non manifestava
nessuna preoccupazione, ma solo l’oggettività di
un dato di fatto.
“Le
basi del
nostro potere crollerebbero.”
L’uomo
con gli
occhiali annuì, una luce malvagia brillava nei suoi occhi.
“Esattamente.
E
per questo che non possiamo permettere che gli ideali e la
determinazione di
quei ragazzi prevalga. L’umanità deve convincersi
che loro non sono i suoi
eroi. Deve credere che loro, invece, le abbiano strappato
l’unico mezzo che
avrebbe avuto per risolvere tutti i suoi problemi. Deve convincersi che
il
Sistema dei Nuclei fosse la sua unica speranza per risolvere i problemi
ambientali, i problemi sociali e i problemi politici che la affliggono.
Deve
vedere in loro soltanto degli arrivisti interessati alla fama e al
successo,
anche a discapito del bene altrui.”
Un altro dei
suoi colleghi lo guardò senza riuscire a nascondere un
perfido sorriso
soddisfatto.
“E
qual è la
tua proposta di azione?”
L’uomo
si alzò
avvicinandosi alle tapparelle abbassate.
“Lasciamo
che
si illudano del loro successo. Lasciamo che si convincano di riuscire
con la
fama a far sapere a tutti come sia veramente questo Mondo Altrove.
Facciamogli
credere che non ci sia nulla che li voglia contrastare. Dopotutto,
possono
essere delle utili e ignare pedine dei nostri piani.”
“In
che modo?”
L’uomo
si voltò
tornando ad avvicinarsi al tavolo, sorridendo perfido.
“Sappiamo
tutti
benissimo quanto il successo sia una lama a doppio taglio.
Più ti porta in
alto, più duramente ti fa cadere. E la caduta dei Maestri
della Luce potrebbe
giocare a nostro favore. L’opinione pubblica è
così volubile… basta agire nel
modo giusto, far parlare come vogliamo le persone giuste e tutti si
accaniranno
su di loro: come quando togli ad un cane l’osso che gli avevi
promesso. E la
loro attenzione verrà distolta da ogni altra cosa.”
Gli altri
membri del “Governo Invisibile” annuirono, mentre
sorrisi soddisfatti piegavano
le loro labbra. Uno di loro si voltò verso l’uomo
ancora in piedi.
“E
così anche
la nostra azione potrà passare ancora più
inosservata.”
L’uomo
si
risedette al tavolo posandosi allo schienale e iniziando a muovere
svogliatamente la mano sulla tastiera del computer. Uno dei due
colleghi seduti
accanto a lui, lo guardò interrogativo.
“Non
dimentichiamo, però, che hanno avuto contatti con il
presidente. Se sono così
furbi e intraprendenti potrebbero sapere qualcosa su di noi…
o sospettare la
nostra esistenza.”
L’uomo
con gli
occhiali ghignò sommessamente, un luce crudele
brillò nel suo sguardo, celato
dagli occhiali.
“Se
cercheranno
di metterci i bastoni tra le ruote? Faranno la fine di tutti gli altri.
Impareranno
a loro spese cosa significhi mettersi contro di noi.”
L’uomo
allungò
la mano e premette uno dei tasti del computer. Un istante dopo le sei
immagini scomparvero,
eliminate dal desktop. Lo stesso sorriso perfido apparve sul volto di
tutti gli
altri membri del “Governo Invisibile”.
“Se
non si
arrenderanno subito o cercheranno di rivelare al mondo la nostra
esistenza…
vuol dire che dovremo passare ad altri metodi. I Maestri della Luce non
saranno
più un problema per noi…”
L’uomo
ghignò.
“… in un modo o nell’altro.”
…
TO BE CONTINUED …
Ed
eccoci alla fine anche di questo secondo episodio… primo del
“Prequel” che
cerca di fare luce sui due anni tra Gekiha e Brave. Spero tutto
ciò che è stato
raccontato in questo episodio vi sia piaciuto…
perché con la seconda parte
tutto cambierà! Lo avrete capito già…
gli ho fatti abbastanza malvagi i membri
del “Governo Invisibile”? ^-^ Vi sarebbe piaciuto
vedere un episodio che si
concludeva così? Io no, sono sincera… avrei
cercato di entrare nel televisore per
picchiare il “Governo Invisibile”! ^-^
Ma
ora passiamo alle cose importanti: ovvero ai ringraziamenti.
Perché, come vi ho
già detto, è anche grazie a voi e al vostro
supporto che pure questo episodio è
arrivato alla sua conclusione. E spero anche questa volta di essere
riuscita a
farvi divertire ed emozionare con le mie parole. Un grazie enorme a
tutti
quelli che hanno letto e soprattutto a chi ha seguito con ugual
entusiasmo ogni
capitolo di questa storia:
chicca12lovestory, LacusClyne, martinacaboni, Osaki
Kitsune, Reb
e Ju e
ShawnSpenstar
E
un altro passo avanti è stato fatto nella nostra avventura
nel mondo di Battle
Spirits . ^-^ Ma ci sono ancora così tante cose da
raccontare… e da scoprire!
Tante cose aspettano i nostri Maestri della Luce…
Arrivati
a questo punto, vi saluto e dò appuntamento al prossimo
episodio. E quindi come
la scorsa volta vi lascio con…
Varco Apriti, Energia!
Alla
prossima, Hikari