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Autore: HikariMoon    07/12/2013    3 recensioni
(Post-Dan il Guerriero Rosso e Pre-Brave) Vittoria contro il Re del Mondo Altrove e 30 agosto 2010, giorno in cui Mai porta Dan nel futuro: due anni separano questi due avvenimenti. Ma che cosa è successo veramente in questo lasso di tempo?
Mai, Yuuki, Hideto e Kenzo, riuniti alla villa di Elisabeth, non possono che constatare quanto le loro vite siano cambiate da allora. La vittoria contro il Re del Mondo Altrove aveva trasformato i Maestri della Luce in eroi lodati da tutti, rincorsi come star da televisioni e giornali. Erano tornati a casa, ma non avevano più la vita di un tempo e mal sopportavano quel successo che li stava cambiando. Ma alcuni avevano interesse a nascondere la verità di quello che era successo, a distogliere l’attenzione da ciò che avveniva nel mondo e il successo dei Maestri della Luce faceva al caso loro…
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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Capitolo 5

Rendendosi conto che la moto su cui si trovava stava lentamente rallentando, Clarky, saldamente afferrato alla schiena del fratello, si azzardò ad alzare lo sguardo. Alla sua destra vide il mare scintillante sotto i raggi del sole e alla sua sinistra, oltre le rotaie del tram, una serie di stradine che inerpicavano su una serie di basse colline verdeggianti, costellate da villette. Per un attimo, Clarky si dimenticò di essere in sella ad una moto e guardò sorridendo il luogo. Regnava una calma meravigliosa… un vero toccasana dopo la confusione e la baraonda di quel primo giorno di scuola.

Pochi minuti dopo, Andrew fece fermare la moto davanti al cancello della casa  Kenzo. Clarky, indolenzito, scese con un sospiro di sollievo.

“Finalmente… non ne potevo più.”

Andrew lo guardò fingendosi offeso. “Bel ringraziamento… vorrei ricordarti che è grazie a me, se sei sfuggito dai giornalisti.”

Clarky sorrise scuotendo la testa. “Questo non cambia che io e quel arnese a due ruote non andremo mai d’accordo. Comunque grazie.”

Andrew rise e tornò ad abbassare la visiera del proprio casco. “Prego. A stasera, fratellino.”

Mentre la moto di Andrew si allontanava, Clarky suonò al campanello. Quando un secondo dopo la voce di Kenzo gli disse di entrare, il ragazzo si avviò sul sentierino in leggera salita che portava alla porta d’entrata. Nel farlo, non poté che ammirare la bellezza del giardino. Sì, decisamente avevano inconsapevolmente scelto il posto perfetto per riprendersi dagli inaspettati scombussolamenti della giornata: moto compresa.

Quando Kenzo gli venne ad aprire, Clarky sorrise cercando di mascherare l’espressione ancora leggermente sconvolta, ultimo strascico della “gita” in moto. Kenzo, accorgendosene, sorrise divertito mentre apriva la porta e gli faceva cenno di entrare. Ma il ragazzino decise di non infierire sul biondo.

“Sei il primo.”

A quelle parole Clarky fu un attimo sorpreso, ma poi sorrise rassegnato.

“Mi sa che abbiamo tutti trovato un contrattempo che non ci aspettavamo.”

Kenzo annuì, mentre percorrevano il corridoio per dirigersi verso la sala. Quando i due vi entrarono, Clarky chiuse gli occhi e allargò le braccia.

“Che meraviglia… tutto quello che volevo era un po’ di pace e…”

Kenzo lo guardò sorridendo. “E un buon tè?”

Clarky si voltò verso di lui con un’espressione grata dipinta sul volto.

“Kenzo ti farò un monumento! Era proprio quello che volevo!”

Kenzo rise, avviandosi verso la cucina. “Allora cominciamo a berne una tazza… non credo che gli altri se la prenderanno!”

Clarky annuì e si sedette su una delle poltroncine. Chiudendo gli occhi, il ragazzo si posò allo schienale. Ora che si trovava lì in attesa degli altri amici, in quell’oasi di pace vicino al mare… gli era quasi impossibile credere che fino a poco tempo prima stesse correndo da una parte all’altra della scuola per scappare ai suoi inaspettati fan. Fu in quel momento che il campanello tornò a squillare un’altra volta. Clarky tornò a sedersi ritto sorridendo. Chissà chi era il terzo eroe che era sfuggito dalle mani di giornalisti e compagni di scuola…

Kenzo rientrò nella sala e posò il vassoio con la teiera e le tazze sul tavolino tra le poltroncine color crema.

“Vado ad aprire.”

Clarky annuì. Kenzo scomparve veloce nel corridoio da cui erano arrivati. Prima che ritornasse non passò che qualche minuto. E quando rientrò nella stanza, il ragazzino era accompagnato da una ragazza sorridente dai capelli viola. Clarky sorrise.

“Mai!”

La ragazza lo salutò con una mano sedendosi sulla poltroncina alla sua destra. Nel farlo, Mai posò il computer sul tavolino e lo accese. Mentre aspettava che si attivasse, si posò sullo schienale sospirando di sollievo.

“Che giornata ragazzi!”

Kenzo e Clarky scoppiarono a ridere e parlarono in coro. “A chi lo dici!”

Mai sbuffò sorridendo. “Se però pensavano di essere più furbi di noi… a proposito, sapete qualcosa degli altri?”

I due ragazzi scossero la testa. Mai a quella risposta sembrò un po’ delusa. Subito, però, l’attenzione della ragazza venne catturata dallo schermo del computer. Mai si stiracchiò le dita e iniziò a battere sulla tastiera sorridendo angelica.

“Vabbè… arriveranno. Adesso, però, scusatemi. O un sacco di aggiornamenti da fare sul blog… li avrei fatti stamattina, ma per cause di forza maggiore non ho potuto. Poi i compagni di scuola e i giornalisti… decisamente tutti si sono messi d’accordo per farci perdere tempo. Ma ci raccontiamo tutto dopo. Non vi dispiace se occupo così il tempo in cui aspettiamo gli altri, vero?”

Mai non aspettò neanche la risposta, iniziando a lavorare al computer. Kenzo e Clarky sorrisero: quando Mai decideva qualcosa, era inutile cercare di contraddirla. E così ciascuno dei tre ragazzi sfruttò quei momenti di attesa a modo proprio: Clarky bevendo il tè, Mai aggiornando il blog e Kenzo ripassando la lezione del mattino. Non passò molto tempo dall’arrivo di Mai che di nuovo la campanella tornò a suonare.

Questa volta, accanto a Kenzo, fece la sua comparsa un ragazzo dai capelli blu. Mai e Clarky sorrisero non appena lo videro.

“Hidetuccio, sei riuscito anche tu a sfuggire dalle grinfie dei giornalisti!”

Hideto guardò storto Mai, faticando però a trattenere un sorriso. “Mai, quante volte te lo devo dire che non mi chiamo Hidetuccio… comunque sì. Anche se non completamente illeso.”

Delle espressioni preoccupate si fecero largo sui volti degli altri tre ragazzi presenti. Hideto, vedendole, scoppiò a ridere.

“Dovreste vedervi…”

Mai lo guardò indignata. “Noi ci preoccupiamo per te e tu ridi?”

Hideto si sedette sulla poltroncina accanto a Mai e tirò fuori i suoi album di carte guardandoli sconsolato.

“Poveri i miei album di carte… sono tutti sgualciti! Il solo pensiero di quante mani sporche e dalle unghie rovinate hanno sfogliato i miei album mi fa venire i brividi!”

A quelle parole, Mai, Clarky e Kenzo prima lo fissarono per qualche istante scioccati, poi scoppiarono a ridere come matti, anche se sotto sotto erano sollevati che l’unica cosa “lesa” di Hideto fosse i suoi album. Hideto li guardò fingendosi offeso.

“Non ci trovereste nulla da ridere se voi foste al mio posto!”

Quella seconda uscita, fece aumentare le risa dei tre. Clarky era quasi piegato in due e, quando alzò il viso per guardare Hideto, dovette asciugarsi una lacrima.

“Hideto vorrei vederti al nostro posto!”

Mai annuì cercando di trattenere, inutilmente, le risa. “E noi che avevamo avuto paura che ti fosse successo qualcosa!”

A quel punto, anche Hideto scoppiò a ridere. “Ok, forse ho esagerato… ma sapete quanto tempo ho impiegato per creare una simile raccolta?”

Kenzo si posò alla schienale della poltroncina di Hideto.

“Lo sappiamo Hideto… ma non pensi che ci siano situazioni e situazioni?”

Hideto sorrise aprendo il primo album sul tavolino.

“Lo so. Ma se non sistemo tutto come era, questa notte non arriverò ad addormentarmi!”

Mai scosse la testa, tornando a voltarsi verso il computer.

“Io ci rinuncio, sei un caso disperato… torno al mio blog!”

E così, di nuovo, ognuno dei quattro ragazzi tornò alle proprie attività. Con la sola differenza che Kenzo, dopo aver preparato due tazze di tè una per il Guerriero Viola e una per il Guerriero Blu, a differenza di Mai che aveva ripreso ad aggiornare il proprio blog e Clarky che si era versato da solo un’altra tazza di tè, si sedette vicino ad Hideto osservando insieme a lui le carte inserite dentro agli album.

Passarono così altri lunghi minuti, in cui il silenzio era interrotto solo dal rumore della tastiera del computer di Mai, dal fruscio delle pagine voltate da Hideto e le poche parole che Hideto e Kenzo si scambiavano commentando questa o quell’altra carta.

Fu per questo che l’ennesimo squillare del campanello colse i quattro ragazzi quasi di sorpresa. Kenzo si alzò subito per andare ad aprire e gli altri tre seguirono i suoi movimenti con lo sguardo, interrompendo le proprie attività. Mentre aspettavano il suo ritorno, si chiesero chi dei due che ancora mancavano all’appello sarebbe entrato nel salone insieme a Kenzo. Non dovettero aspettare tanto per scoprirlo.

Pochi istanti dopo, infatti, Kenzo rientrò nella stanza insieme ad un ragazzo decisamente più grande di lui. Vedendolo, gli altri tre ragazzi sorrisero. Mai fu la prima a salutarlo.

“Yuuki, sono contenta che tu sia venuto.”

Yuuki ricambiò il saluto e Clarky tornò a posarsi allo schienale sorridendo divertito.

“E immaginate chi manca all’appello…”

Mai si voltò verso di lui scuotendo la testa. “Mi chiedo se Dan riuscirà un giorno ad essere puntuale ad un appuntamento.”

Hideto sorrise comprensivo. “Dai Mai, non essere così dura. Con lui i giornalisti si saranno di sicuro accaniti di più che con noi. E poi sai come è fatto Dan…”

La ragazza sospirò rassegnata. “Lo so. Non si tira mai indietro. Sì, ma potrebbe anche cercare di impegnarsi a raggiungerci!”

Yuuki si avvicinò alle poltroncine dove erano seduti gli altri, già raggiunti da Kenzo.

“Questa mattina ho visto Dan alla televisione.”

Subito gli altri quattro ragazzi si voltarono verso di lui con espressioni sorprese. Con tutto quello che era successo, non avevano avuto tempo per guardare la televisione. E poi, finite le lezioni, erano venuti subito lì. Tra tutti, Mai sembrò essere la più curiosa.

“Davvero? E come si è comportato?”

Yuuki si voltò verso di lei e Mai voltò di scatto il viso, tornando a guardare il computer e arrossendo leggermente. Ne aveva abbastanza delle supposizioni di chi le stava attorno: prima Kaoru, che non perdeva occasione per insinuare che in realtà qualcuno le piaceva, poi i suoi compagni di classe. Mancava solo che cominciassero anche gli altri Maestri della Luce…

“Lo chiedo per pura curiosità, sia chiaro.”

Yuuki sorrise e non controbatté. “Gli avevano chiesto se credeva che Gran RoRo e i suoi abitanti potessero essere un pericolo per la Terra. E lui ha risposto che erano solo bugie strumentalizzate dal Re del Mondo Altrove e che Gran RoRo è un luogo meraviglioso.”

Gli altri ragazzi sorrisero. Clarky annuì. “Il nostro Dan è sempre il nostro Dan. Non potevamo certo immaginarci che stesse zitto di fronte a simili insinuazioni.”

Anche Hideto annuì. “Già. Ve lo immaginate? Secondo me se lo contraddicevano, li sfidava tutti a Battle Spirits!”

Kenzo ridacchiò annuendo. “Sì… perché tutto si decide a Battle Spirits!”

Il gruppo di ragazzi scoppiò a ridere, godendo di quei momenti passati insieme. Alla fine, quando si calmarono, Mai tornò a voltarsi verso il computer sorridendo.

“Ok… ma voglio proprio vedere con quanto ritardo arriva!”

Gli altri sorrisero. Erano tutti impazienti che arrivasse Dan: non ci poteva essere una “riunione” dei Maestri della Luce se non c’erano tutti i Maestri della Luce. Speravano tutti che il Guerriero Rosso arrivasse presto. Solo così il loro meraviglioso pomeriggio insieme sarebbe potuto iniziare.

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Quando Dan scese alla fermata del tram, quasi si stupì della tranquillità della zona. Aveva appena lasciato il centro della città, insieme alla sua confusione e a tutto quello che era successo in quelle poche ore. Non solo era appena finito il primo giorno di scuola di un nuovo anno, ma si era trovato ad affrontare compagni di scuola trasformati in fan semi-impazziti e giornalisti assillanti. Ma non voleva pensarci: ora l’unica cosa importante era che presto avrebbe rivisto tutti i suoi amici. Ed era pure in ritardo: forse si era trattenuto un po’ troppo a rispondere alle domande dei giornalisti. Ma come avrebbe potuto star zitto a sentire quello che dicevano su Gran RoRo senza esserci mai stati?

Il ragazzo sorrise e rimase fermo a fissare il mare, che si stagliava in tutta la sua maestosità oltre il marciapiede e la strada. Sovrastato da un meraviglioso cielo azzurro. Pensare a Gran RoRo gli veniva spontaneo. Aveva vissuto troppe straordinarie avventure lì. Chissà cosa stavano facendo in quel momento Zungurii, Magisa e tutti gli amici che avevano incontrato… chissà quali erano i loro progressi per far sapere, agli abitanti del Mondo Altrove, quello che conoscevano sulla Terra. Gli tornarono in mente tutte le domande del mattino e tutti quei giornalisti… e non poté che sorridere, non riuscendo a capire se tutta quell’inaspettata fama sarebbe stato un aiuto oppure no.

Il rumore del tram che ripartiva lo riscosse, distogliendolo dai suoi pensieri e facendogli tornare in mente il motivo per cui era venuto lì. Senza altri indugi, attraversò la strada e iniziò a percorrere il dedalo di tranquille stradine che si snodavano tra le villette e i giardini, fin su in cima alla collina. Gli alberi dei numerosi giardini creava un’atmosfera fresca e ombrosa, che impediva di sentire il caldo di quell’inizio di settembre. Ogni tanto Dan si guardava in giro, per essere sicuro che quella fosse la strada giusta. Kenzo era stato piuttosto sbrigativo nella spiegazioni del posto dove si dovevano incontrare, ma con un po’ di fortuna era quella la strada corretta. Anche perché non ci sarebbero state neanche così tante persone a cui chiedere informazioni: la maggior parte di quelle che si vedevano erano turisti.

Finalmente, trovò l’indicazione della via che gli aveva detto Kenzo. Consapevole di essere già in mostruoso ritardo, Dan accelerò il passo. Dopo un paio di svolte e due rampe di scale, arrivò in vista della villetta della famiglia Hyoudo. Per un attimo guardo la casa, circondata da un ampio giardino. Era veramente un posto molto bello… e soprattutto tranquillo. A quel punto, Dan fece quasi di corsa gli ultimi metri e suonò al campanello. Pochi istanti dopo gli venne aperto il cancelletto.

Dan raggiunse la porta d’ingresso e lì venne ad aprirgli Kenzo. Il campanello sulla porta sembrò essere il primo a dargli il benvenuto. Subito dopo i saluti, i due ragazzi si incamminarono lungo il corridoio. Enormi vetrate davano la possibilità di vedere il giardino, pieno di aiuole, cespugli, alberi e erba ben curata. Mentre camminavano, Kenzo si voltò verso di lui guardandolo con leggero rimprovero.

“Sei in ritardo.”

Dan sorrise imbarazzato. “Scusami… sono già tutti qui?”

Kenzo annuì tornando a guardare avanti.

“Certo. Questa è la riunione dei Maestri della Luce.”

Finalmente i due raggiunsero il salone dove erano già riuniti tutti gli altri. Quando aprirono la porta, gli altri Maestri della Luce si voltarono verso di essa, dimenticando quello che stavano facendo: finalmente anche il Guerriero Rosso era arrivato. Clarky posò la tazzina di tè che stava sorseggiando, Mai, con indossò un’uniforme scolastica bianca e azzurra, smise di lavorare al computer e Hideto, con indosso anche lui una divisa scolastica scura, mise da parte i suoi album di carte che fino a quel momento aveva sfogliato. Kenzo e Dan si fermarono e il secondo, vedendo gli amici, sorrise. In quel momento si accorse di Yuuki e ne fu leggermente sorpreso.

Yuuki, che fino a quel momento era rimasto in piedi ad osservare il giardino che dava sul mare, si voltò sorridendo e rivolgendosi a Dan saltò tutti i preamboli.

“Voglio fare un duello con te.”

Dan, superata subito la sorpresa, sorrise determinato. Lui e Yuuki riuscivano a capirsi senza bisogno di parlarsi. Forse dipendeva dal fatto che erano due duellanti o forse dipendeva da tutte le battaglie che avevano affrontato insieme. “Anche io.”

A quel punto, Mai, Hideto e Clarky si alzarono avvicinandosi ad un tavolino, dove Kenzo posizionò i due campi da gioco e il contenitore dei nuclei. Aveva decisamente fatto bene a preparare il tutto prima. Erano tutti ansiosi di vedere un duello tra il Guerriero Rosso e il Guerriero Bianco: quando a Gran RoRo avevano combattuto, nessuno di loro, per un motivo o per l’altro, aveva assistito. E poi, quale modo migliore per passare insieme il tempo se non fare un duello? Erano pur sempre i Maestri della Luce… non sembrava quasi che Dan fosse arrivato in ritardo. Sembrava che tutti e sei fossero stati lì fin dall’inizio. Ed era questa la cosa più bella della loro amicizia.

Mentre Dan e Yuuki mescolavano a vicenda i rispettivi mazzi, tutti e sei non poterono non godere dell’atmosfera che c’era. Era in momenti come quelli che riuscivano veramente a godere del legame che c’era tra loro: nessun nemico da affrontare, nessun giornalista o ammiratore che li infastidiva. Fare quell’incontro era stata proprio un’idea geniale ed era anche il giorno perfetto: dovevano tutti riprendersi dopo il primo assalto dei giornalisti.

Dan, quando posò il mazzo di Yuuki e iniziò a mescolare il proprio, sorrise al pensiero di star per fare un duello con lui. Era da prima che sconfiggessero il Re del Mondo Altrove che non si affrontavano.

“È passato un po’ da quando abbiamo duellato, vero?”

Yuuki annuì, continuando a mescolare con gesti esperti. L’espressione del suo volto era serena, forse velata da una sottile nostalgia e malinconia. Ma sembrava essere riuscito, per quanto fosse possibile, ad accettare la scomparsa della sorella Kajitsu. Dopotutto, insieme a raccontare la verità su Gran RoRo, uno dei loro obbiettivi era proprio far conoscere a tutti che cosa fosse successo veramente nel Giardino delle Rose… e lo stesso Dan lo aveva dimostrato quella mattina.

“Penso che siamo stati entrambi impegnati.”

Mai, Clarky, Hideto e Kenzo, dietro a Dan, sorrisero quasi a volersi mostrare d’accordo. Decisamente il Re del Mondo Altrove non era stato un impegno di poco conto, poi c’erano state le famiglie, gli amici da rincontrare, i giornalisti che da quel giorno in poi avrebbero cominciato ad assediarli… ma ora era arrivato il momento di dedicarsi solo a loro sei e alla loro amicizia. Anche Dan sorrise, tornando a pensare anche lui, come gli altri, a tutte le avventure che avevano passato in quei pochi mesi. Era impossibile non continuare a pensarci. Era stata una di quelle esperienze che ti rimangono dentro, che ti segnano in modo indelebile… e che non puoi sostituire in nessun altro modo.

“Guerrieri e Maestri della Luce… ne abbiamo passate tante. Ma ora ho voglia di fare un duello ordinario.”

Yuuki e Dan presero le prime quattro carte del proprio mazzo. Nel farlo, Dan sorrise e una luce di determinazione brillò nei suoi occhi.

“Voglio batterti in un duello di questo tipo!”

Yuuki sorrise con tranquilla sicurezza, per nulla intimorito dalle parole di Dan. Nel farlo, posò un braccio sul tavolo.

“Pensi di poter vincere?”

Dan annuì più che mai convinto. “Vincerò!”

Gli altri quattro Maestri della Luce sorrisero. Era così bello poter assistere ad un duello dove non c’era in gioco la libertà di nessuno e neppure la salvezza della Terra e di Gran RoRo. Era da quel torneo in cui, inconsapevolmente, erano stati per la prima volta riuniti tutti i Maestri della Luce che non succedeva.

I turni passavano, Dan e Yuuki facevano le loro mosse pescando carte ed evocando spirits. Gli altri assistevano godendosi quel momento. Tra di loro alleggiava la stessa atmosfera che c’era stata subito dopo la chiusura dei varchi di Gran RoRo. Non sapevano neanche loro come definirla, era una sorta di euforia, di entusiasmo. Era come se l’amicizia che li legava pervadesse i luoghi dove erano tutti riuniti. Non si sarebbero mai scordati di quei momenti…

Yuuki spostò in orizzontale uno dei suoi due spirits. “Gigandroide, attacca.”

Dan, che aveva sul Terreno solo Iguanasauro e Ankillersauro, spostò la mano su quest’ultimo.

Ankillersauro blocca.”

Non c’era tensione, non c’era ansia né preoccupazione. Solo serenità. E ogni volta che lo pensavano, ognuno di loro sorrideva immaginandosi una scena simile a distanza di anni. Sì, una riunione dei Maestri della Luce quando sarebbero stati adulti. A quel pensiero, Mai sorrise dolcemente. Se lo immaginava. Vedeva sempre Yuuki e Dan, ormai uomini, sfidarsi in un duello e vedeva loro quattro, magari con le proprie famiglie, in piedi ad assisterli tenendo d’occhio un gruppo di bambini scalmanati. Chissà come sarebbe potuto essere un piccolo Dan… a quel punto, fortunatamente pensò Mai, venne distratta dalla voce di Dan che stava per iniziare un altro turno. Il ragazzo aggiunse un nucleo nella Riserva, prese un’altra carta del mazzo e recuperò Spirits e nuclei.

“Fase Iniziale, Fase dei Nuclei, Fase di Acquisizione e Fase di Recupero. Fase Principale…”

Dan sorrise, sollevando in alto la carta che voleva evocare. Tutta la loro avventura era iniziata con un duello. Il duello fatto da lui contro Kajitsu, contro Yggdrasill, Cavaliere d’Acciaio. E ora, in un certo senso, il cerchio si chiudeva. Non stava duellando con Kajitsu, ma con Yuuki… ma in un certo senso era la stessa cosa.

“… evoco Meteorwurm, Drago Imperatore Stellare!”

Il duello cominciava ad entrare nel vivo. Ma non aveva importanza chi avrebbe vinto. Dopotutto era solo un duello… loro nella vita, nonostante tutti i sacrifici, le perdite e le battaglie che avevano dovuto affrontare e sopportare, avevano vinto, perché erano insieme e perché avevano combattuto insieme. Avevano vinto perché la loro amicizia era stata più forte di ogni cosa. E se c’era qualcosa che aveva insegnato loro quell’avventura era proprio questo: quando non sei da solo e ti impegni insieme a chi ti sta vicino, nessuna sfida, nessuna difficoltà, nessun dolore è insuperabile.

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Dan aveva appena concluso uno dei suoi turni. Con l’Impatto Devastante e l’effetto di terzo livello di Meteorwurm, aveva cercato di distruggere Woden, il Grande Cavaliere Alato schierato sul Terreno di Yuuki. Il Guerriero Bianco, però, aveva attivato l’effetto Muro di Ghiaccio dello spirit e aveva perciò annullato l’effetto, bloccando l’attacco con Guerriero Magnum, spostandolo poi negli Scarti. A quel punto, Dan aveva concluso il turno. Ad entrambi i duellanti rimaneva una sola Vita.

Accanto a loro, Mai, Clarky, Hideto e Kenzo assistevano al duello con crescente attenzione ed emozione. Yuuki si stava dimostrando una volta di più, l’unico in grado di tener testa a Dan. Ed era così iniziato il turno del Guerriero Bianco.

“Fase Iniziale, Fase di Acquisizione, Fase dei Nuclei e Fase di Recupero.”

Sul Terreno di gioco di Yuuki c’erano due spirits: Woden, il Grande Cavaliere Alato e Supremo Gugnir, ora entrambi disimpegnati. Sul Terreno di Dan, invece, c’erano Meteorwurm, Drago Imperatore Stellare impegnato e Ankillersauro disimpegnato.

Yuuki, dopo aver compiuto le azioni preliminari, spostò subito la mano sul Terreno di gioco.

“Rinuncio alla Fase Principale. Fase di Attacco: attacco con Supremo Gugnir.”

Yuuki spostò la carta in orizzontale e Dan prese senza indugi una carta tra quelle che aveva in mano.

“Azione Lampo: utilizzo la carta magia Ciclone Fiammeggiante e distruggo il tuo spirit che ha meno di 5000 PB!”

Yuuki sorrise e spostò lo spirit negli Scarti. Subito dopo, però, portò la mano su Woden spostandolo in orizzontale.

“Attacco con Woden, il Grande Cavaliere Alato.”

Dan sorrise: si stava divertendo. Yuuki era un avversario straordinario: duellare con lui gli faceva dimenticare di non essere sul Terreno di gioco. Ed era certo che per lui fosse lo stesso.

“Blocco con Ankillersauro!”

Dan spostò lo spirit negli Scarti: non doveva arrendersi. Quando alzò lo sguardo, però, vide Yuuki prendere una carta da quelle che aveva in mano.

“Azione Lampo: utilizzo la carta magia Nobiltà d’Animo, che mi permette di disimpegnare tutti i miei spirits e in questo caso Woden.”

Yuuki a quel punto spostò di nuovo in orizzontale la carta di uno dei suoi cavalieri più forti.

“Attacco di nuovo con Woden.”

Dan guardò le carte che aveva in mano e sorrise rassegnato. Poi, alzò lo sguardo sorridendo con decisione.

“Rispondo all’attacco con la Vita.”

Il duello era finito e Dan, spostando l’ultimo nucleo delle sue Vite, fissò per un attimo deluso il Terreno. Subito dopo, però, sorrise e allungò la mano sopra al tavolo.

“È stato un bel duello, Yuuki. Come me lo immaginavo.”

Yuuki sorrise e gli strinse la mano. “Mi sono ripreso la mia rivincita.”

A quelle parole, Dan sorrise ripensando al duello che avevano fatto nel palazzo del Re del Mondo Altrove. Ora, però, era Yuuki che gli doveva una rivincita: e quella volta sarebbe stato lui a vincere.

“La prossima volta sarò io a vincere però.”

Yuuki annuì, iniziando a raccogliere le carte. “Aspetto solo la tua prossima sfida.”

Mai, a quel punto, sorrise posandosi al tavolino.

“Prossima volta che non sarà ora… non te lo sognare neanche Dan. Vedervi duellare è stato divertente, ma non sono venuta qui solo per vedervi sfidare e contro sfidare come due bambini piccoli.”

Hideto, Clarky e Kenzo ridacchiarono. Dan, invece, sorrise passandosi imbarazzato una mano tra i capelli.

“Mai, non ti scaldare… non volevo sfidare di nuovo Yuuki ora.”

Mai incrociò le braccia. “Meglio così…”

Subito dopo la ragazza guardò tutti e cinque i ragazzi. “Quindi… che ne dite se passiamo il resto del pomeriggio in giardino? . È una bellissima giornata e il giardino è una favola: non merita sprecarlo. Ah… l’unica risposta accettabile è sì.”

Clarky sorrise. “Come vuoi Mai…”

Dan si alzò prendendo in mano il proprio mazzo di carte. “Mai, lo sai che a volte sei tirannica?”

La ragazza si voltò verso di lui sorridendo angelica. “Lo so.”

Dan sospirò rassegnato. Subito dopo, però, guardò gli altri sorridendo.

“Forza, che cosa aspettiamo?”

Kenzo annuì. “Venite da questa parte… le sedie dovrebbero essere già in giardino.”

Hideto sorrise. “Kenzo, non preoccuparti… nel caso ne verremo a prendere qualcuna dentro.”

I sei ragazzi raccolsero le loro cose e dietro a Kenzo si diressero in giardino. Dan e Clarky portarono anche le tazze e il tè che erano sul tavolino. Pochi minuti dopo, i sei Maestri della Luce erano seduti attorno ad un tavolino bianco da cui godevano una vista meravigliosa sul mare. Mai sorridente si voltò a guardare le onde che scintillavano sotto i raggi del sole.

“Wow, Kenzo… questo posto è meraviglioso. Mi dispiacerà quasi andarmene.”

Kenzo sorrise. “Grazie. Visto che ho fatto bene a proporvelo? Comunque possiamo tornarci altre volte. Non è che i miei genitori la usino molto con tutto il lavoro che hanno.”

Clarky sorrise immaginandosi altri pomeriggi di pace assoluta tra quelle aiuole.

“Sarebbe splendido.”

“Forza, voglio sapere come è andata con il vostro primo giorno di scuola... e come siete sfuggiti ai giornalisti.”

Tutti i ragazzi si voltarono verso Mai che li guardava sorridendo.

“Può sempre servirvi per il mio blog.”

Tutti sorrisero divertiti a quelle parole. Clarky la guardò scuotendo la testa.

“Perché non ci racconti prima tu?”

Mai alzò le spalle sorridendo. “Ok… però voi maschi siete proprio impossibili. Comunque, a parte il fatto che stamattina in metropolitana sembrava che ci fosse mezza città tra cui un bambino che ha fatto di tutto per farmi diventare sorda… ho rincontrato i miei amici che vogliono conoscervi…”

Kenzo la guardò stupito. “Davvero?”

Mai lo fulminò con lo sguardo, sorridendo subito dopo. “Vorrei che non mi interrompeste…”

Gli altri, tranne Kenzo, scoppiarono a ridere mentre Mai riprendeva a raccontare.

“Poi a scuola sembravano tutti impazziti. Vabbè che io ero già famosa… ma sono venuti a complimentarsi con me anche quelli che ritenevano il mio blog una sciocchezza! E poi i giornalisti… volevano una star? Bene, io ho fatto la mia uscita da star.”

Mai sorrise soddisfatta mentre gli altri la guardavano curiosi. “Sono uscita dal retro e ho preso l’autobus. Dovevate vedere le loro facce quando si sono resi conto che io ero sul bus!”

Hideto la guardò ridendo. “Non peggio di quelle che devono aver fatto quando me ne sono andato io…”

Kenzo si voltò curioso verso l’amico. “Perché?”

Hideto sorrise ripensando a quegli istanti. “Beh, mi stavano tutti addosso… e così ho gridato che sulla strada c’era una carta rarissima: tutti si sono voltati e io me ne sono andato di corsa.”

Gli altri Maestri della Luce scoppiarono a ridere immaginando le espressioni da pesci lessi dei giornalisti. Clarky lo guardò divertito.

“Hideto sei stato grande!”

Hideto annuì sorridendo orgoglioso. Schizzando d’occhio si portò un dito alla testa, come faceva tante volte suo nonno.

“Che poi se c’era, mica glielo avrei detto… non sono così stupido!”

Le risate degli altri aumentarono e stavolta fu Yuuki a commentare.

“Come ci si aspetterebbe dal Guerriero Blu… visto che sei disposto anche a rubarle.”

Hideto lo guardò per un istante senza capire. Poi si ricordò del Torneo di Gran RoRo e della carte viola che aveva cercato di prendere dal palazzo di zaffiro. Hideto, a quel punto, si voltò di lato incrociando le braccia imbarazzato.

“La storia dello spirito è un’altra cosa! E preferirei che non me lo ricordaste!”

Clarky gli passò un braccio attorno alle spalle, continuando a sorridere divertito.

“Dai, Hideto… anche io ho perso a quel torneo. E fidati, è molto meno di quello che ho passato io oggi!”

Tutti si voltarono verso Clarky che riprese a raccontare.

“Mi sono dovuto fare due corse in moto. Stamattina, perché stupidamente avevo detto sì all’offerta di mio fratello di accompagnarmi… e la seconda per venire qui. Mi rincorrevano addirittura per il cortile i miei compagni di scuola! E così per sfuggire da loro e dai giornalisti… gli ho dovuto chiedere un passaggio.”

Mai scosse la testa ridacchiando. “Quante storie Clarky… sei sempre il solito pollo alla diavola!”

A quelle parole, Kenzo, Hideto e Yuuki la guardarono senza capire. Dan ridacchiò divertito e Clarky si alzò guardando Mai indignato.

“Mai, te lo già detto.. sei troppo intelligente per battute simili! E ti ho anche detto di non farle su di me!”

Mai sorrise guardandolo di sottecchi. “E tu sei troppo grande per avere paura di un po’ di velocità!”

Clarky tornò a sedersi incrociando le braccia. “Non potete capire!”

Altre risa partirono dagli altri Maestri della Luce, finché fu la volta di Kenzo prendere la parola.

“Adesso tocca a me… sapete come me ne sono andato io?”

Il ragazzino sorrise soddisfatto. “Ho detto loro che non potevano farmi domande perché essendo minorenne sarebbero potuti essere accusati di plagio di minore!”

Gli altri cinque ragazzi lo guardarono a bocca spalancata: qualche volta Kenzo era inquietante. E per fortuna che aveva solo nove anni… Mai batte le mani entusiasta.

“Kenzo sei il mio mito! Quanto avrei voluto vedere i giornalisti. Devono essere rimasti come baccalà!”

Un altro scoppio di risa riempì l’aria del giardino. Kenzo sorridendo si alzò e mimò un inchino sotto gli sguardi divertiti degli altri. E a quel punto, fu Dan a prendere la parola…

“Io invece…”

Mai lo interruppe parlando con tono rassegnato. “Tu invece non ce l’hai proprio fatta a non rispondere alle domande dei giornalisti!”

Dan guardò Mai e gli altri sorpreso. “Ma come fate a saperlo?”

Yuuki sorrise. “Questa mattina ti ho visto in televisione prima che il tuo professore ti spingesse dentro alla scuola… e a questo proposito volevo ringraziarti per quello che hai detto in difesa di Kajitsu.”

Dan sorrise. “Non devi ringraziarmi. Dovevo dirlo. Solo uno stupido potrebbe paragonare tua sorella ad un mostro… è stata tutta colpa del Re del Mondo Altrove. Come è colpa sua se molti credono che Gran RoRo sia un luogo pericoloso.”

Mai lo guardò ridacchiando. “Ecco che Dan cerca di sviare il discorso dal suo mostruoso ritardo!”

Dan la guardò con decisione. “Non è colpa mia! Alla fine non sono riuscito ad andarmene dai giornalisti… e poi dovevate sentire quanti credevano che Gran RoRo sia un luogo brutto!”

Mai sorrise. “Lo sappiamo Dan… ti stavo solo prendendo un po’ in giro. Meriti un applauso per come hai risposto.”

Dan sorrise imbarazzato tornando a passarsi una mano tra i capelli.

“Beh… grazie Mai. Grazie a tutti.”

Hideto sorrise. “Non devi ringraziarci, Dan… hai fatto la cosa giusta.”

Clarky annuì. “Ed era normale che tu lo facessi… non ti tiri mai indietro di fronte un’ingiustizia.”

Dan sorrise, mentre anche Yuuki annuì.

“Come hai detto tu, ci sono molti che hanno creduto alle parole del Re del Mondo Altrove e molti che si sono fatti suggestionare o spaventare dagli avvenimenti.”

Dan annuì convinto alzandosi in piedi. “È per questo che non sono potuto stare zitto. Abbiamo promesso a Zungurii, Magisa e a tutti gli altri che avremo fatto capire a tutti quale fosse veramente la verità. Sono convinto che dobbiamo usare queste interviste per farci sentire da più persone possibili.”

Mai annuì sorridendo e alzandosi in piedi. “Sono d’accordo. È la stessa cosa che voglio fare con il mio blog.”

Yuuki si alzò sorridendo. “Insieme possiamo far trionfare la verità su Gran RoRo.”

Clarky annuì a sua volta e sia alzò come gli altri. “Sono con voi. E faremo anche capire a tutti chi fosse veramente Kajitsu, Yuuki.”

Il Guerriero Bianco sorrise mentre anche Hideto e Kenzo si alzarono.

“Cosa aspettiamo? Diamoci da fare.”

“Giusto. Non possiamo sfigurare con quello che i nostri amici staranno facendo a Gran RoRo!”

Dan annuì convinto e allungò una mano al centro del tavolo.

“Insieme riusciremo a far trionfare la verità… e così Magisa aprirà i portali!”

Gli altri cinque ragazzi annuirono e posarono uno dopo l’altro la propria mano su quella di Dan: Yuuki, Mai, Clarky, Kenzo e Hideto. I loro occhi si incrociarono e vi incontrarono la stessa determinazione che brillava nei propri: insieme sarebbero riusciti a far sentire la loro voce e avrebbero fatto trionfare la verità. I Maestri della Luce, insieme, avrebbero vinto anche questa battaglia.

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L’ampio ufficio era avvolto nella penombra. Tutte le finestre erano chiuse e spesse tapparelle impedivano alla luce di entrare. L’unica luce nella stanza era una luce azzurrina, prodotta dagli schermi di una decina di computer. Davanti ad essi sedevano una decina di uomini, vestiti con giacche e cravatte costose. La luce artificiale del computer si riverberava sui loro volti, trasformandone le espressioni in ghigni crudeli. Le loro ombre si deformavano sulle pareti e sui mobili che si trovavano ai lati della stanza. Ed era in quella stanza che tramavano nell’ombra. Nessuno sapeva della loro esistenza, nessuno era mai riuscito a dimostrare le loro azioni.

Nel corso dei secoli imperi, regni, dittature e democrazie erano nate ed erano crollate, spazzate via dallo scorrere del tempo, in un susseguirsi senza fine, tra un alternarsi di guerre e di periodi di pace. Ma ciò che loro guidavano era resistito, passato di mano in mano agli uomini più astuti e privi di scrupoli che mai avevano camminato sulla faccia della Terra. E da dietro le quinte avevano manovrato le fila del mondo, giostrando l’economia a proprio piacere e per proprio tornaconto personale. Coloro che entravano tra di loro, avevano un solo scopo, un solo obbiettivo: il potere. Ed era ciò di cui tenevano le redini dalla notte dei tempi. Tutti coloro che avevano tentato di scoprirli o di fermarli, avevano fallito miseramente. Erano sopravvissuti indenni anche al passaggio del Re del Mondo Altrove. Lui era stato sconfitto, ma loro non ne erano stati minimamente toccati.

La nascita di questo “potere invisibile” si perdeva nei secoli, nato forse nello stesso momento in cui si erano sviluppate le prime civiltà. Nel momento in cui, di fronte al potere, c’era chi ne aveva voluto di più e solo per sé. Ed era stata questa esperienza secolare che aveva impedito al “Governo Invisibile” di cadere insieme al Re del Mondo Altrove. Erano alleati di nessuno o alleati di tutti, questo dipendeva solo dai loro interessi. E quando l’alleato non serviva più o falliva nella propria corsa al potere, veniva abbandonato senza alcun scrupolo o interesse al proprio destino, in balia del scorrere della storia che lo soffocava cancellandone ogni azione.

L’uomo seduto al centro teneva le mani incrociate davanti al viso. Un ghigno piegava le sue labbra e la luce del computer si rifletteva sinistra sulle lenti degli occhiali. Sullo schermo erano immobilizzate sei immagini dei video prelevati dai database delle televisioni: un ragazzo con i capelli rossi che guardava deciso verso le telecamere dei giornalisti, un ragazzo con i capelli azzurri dall’espressione sicura, una ragazza dai capelli viola che sorrideva oltre il vetro di un autobus, un ragazzo biondo che stava indossando il casco di una moto, un ragazzo con i capelli blu che si stava allontanando correndo e un ragazzino dai capelli verdi che sorrideva soddisfatto davanti ai microfoni dei giornalisti. Improvvisamente il silenzio venne spezzato dall’avvio di una registrazione

“Gran RoRo non è un luogo pericoloso. Anzi, è un luogo bellissimo con tante persone gentili e simpatiche. Non ci sono mostri, se non quelli del Re del Mondo Altrove. E chi voi chiamate mostro, si chiamava Kajitsu. Era mia amica e una ragazza dolce e gentile con tutti. È grazie a lei e a suo fratello Yuuki, il Guerriero Bianco, se sono potuto andare a Gran RoRo e conoscere tanti amici. Quelle del Re del Mondo Altrove sono solo bugie strumentalizzate!”

L’uomo con gli occhiali, che evidentemente ricopriva uno dei ruoli più alti nel “Governo Invisibile”, si posò allo schienale della poltrona fissando lo schermo con un’espressione indecifrabile, lo stesso ghigno che continuava a deformarne l’espressione. Aveva una penna in mano e ci giocherellava muovendola lentamente.

“Temo che quei sei insulsi ragazzini si stiano montando la testa. Quello che stanno iniziando è un gioco pericoloso…”

La voce si perse nel silenzio, carica di allusioni e di parole non dette. Dopo un istante, un uomo dall’altra parte del tavolo si voltò verso di lui.

“Immagino tu abbia già in mente qualcosa.”

Un sorriso perfido si allargò sulle labbra dell’uomo che per primo aveva parlato.

“Come ben saprete, il potere che noi ora gestiamo ha resistito nei secoli perché è stato in grado di eliminare ogni possibile minaccia sul nascere.”

Un altro degli uomini tornò a guardare i volti dei sei ragazzi, scettico.

“Sei ragazzi possono davvero essere un pericolo per il nostro Governo?”

L’uomo con gli occhiali si voltò a guardarlo. “Non dobbiamo dimenticare che sono stati in grado di sconfiggere il Re del Mondo Altrove. Convengo con voi che quell’uomo è stato uno sciocco, troppo avventato per poter considerare oggettivamente la situazione. Ma sottovalutare è un errore che noi non possiamo permetterci.”

Tutti gli altri uomini presenti annuirono gravemente. Poi, lui riprese a parlare.

“Le rivalità tra i popoli, le guerre politiche e di religione, le disparità economiche e lotta alle risorse… il nostro potere si è sempre basato, fin dagli albori, su questo e sull’ottusità e la facile corruttibilità dell’animo umano. Immaginate di far nascere una speranza, far diffondere l’idea che si possa collaborare, che si possano riuscire a superare le diversità. Sono d’accordo che già altri, figure rimaste nel ricordo di tutti, hanno combattuto questa battaglia. Ma fate anche credere che tutto questo un giorno possa essere unito ad una nuova ed inesauribile energia.”

La voce di uno dei suoi colleghi si levò non appena lui concluse di parlare. Non manifestava nessuna preoccupazione, ma solo l’oggettività di un dato di fatto.

“Le basi del nostro potere crollerebbero.”

L’uomo con gli occhiali annuì, una luce malvagia brillava nei suoi occhi.

“Esattamente. E per questo che non possiamo permettere che gli ideali e la determinazione di quei ragazzi prevalga. L’umanità deve convincersi che loro non sono i suoi eroi. Deve credere che loro, invece, le abbiano strappato l’unico mezzo che avrebbe avuto per risolvere tutti i suoi problemi. Deve convincersi che il Sistema dei Nuclei fosse la sua unica speranza per risolvere i problemi ambientali, i problemi sociali e i problemi politici che la affliggono. Deve vedere in loro soltanto degli arrivisti interessati alla fama e al successo, anche a discapito del bene altrui.”

Un altro dei suoi colleghi lo guardò senza riuscire a nascondere un perfido sorriso soddisfatto.

“E qual è la tua proposta di azione?”

L’uomo si alzò avvicinandosi alle tapparelle abbassate.

“Lasciamo che si illudano del loro successo. Lasciamo che si convincano di riuscire con la fama a far sapere a tutti come sia veramente questo Mondo Altrove. Facciamogli credere che non ci sia nulla che li voglia contrastare. Dopotutto, possono essere delle utili e ignare pedine dei nostri piani.”

“In che modo?”

L’uomo si voltò tornando ad avvicinarsi al tavolo, sorridendo perfido.

“Sappiamo tutti benissimo quanto il successo sia una lama a doppio taglio. Più ti porta in alto, più duramente ti fa cadere. E la caduta dei Maestri della Luce potrebbe giocare a nostro favore. L’opinione pubblica è così volubile… basta agire nel modo giusto, far parlare come vogliamo le persone giuste e tutti si accaniranno su di loro: come quando togli ad un cane l’osso che gli avevi promesso. E la loro attenzione verrà distolta da ogni altra cosa.”

Gli altri membri del “Governo Invisibile” annuirono, mentre sorrisi soddisfatti piegavano le loro labbra. Uno di loro si voltò verso l’uomo ancora in piedi.

“E così anche la nostra azione potrà passare ancora più inosservata.”

L’uomo si risedette al tavolo posandosi allo schienale e iniziando a muovere svogliatamente la mano sulla tastiera del computer. Uno dei due colleghi seduti accanto a lui, lo guardò interrogativo.

“Non dimentichiamo, però, che hanno avuto contatti con il presidente. Se sono così furbi e intraprendenti potrebbero sapere qualcosa su di noi… o sospettare la nostra esistenza.”

L’uomo con gli occhiali ghignò sommessamente, un luce crudele brillò nel suo sguardo, celato dagli occhiali.

“Se cercheranno di metterci i bastoni tra le ruote? Faranno la fine di tutti gli altri. Impareranno a loro spese cosa significhi mettersi contro di noi.”

L’uomo allungò la mano e premette uno dei tasti del computer. Un istante dopo le sei immagini scomparvero, eliminate dal desktop. Lo stesso sorriso perfido apparve sul volto di tutti gli altri membri del “Governo Invisibile”.

“Se non si arrenderanno subito o cercheranno di rivelare al mondo la nostra esistenza… vuol dire che dovremo passare ad altri metodi. I Maestri della Luce non saranno più un problema per noi…”

L’uomo ghignò. “… in un modo o nell’altro.”

… TO BE CONTINUED …

Ed eccoci alla fine anche di questo secondo episodio… primo del “Prequel” che cerca di fare luce sui due anni tra Gekiha e Brave. Spero tutto ciò che è stato raccontato in questo episodio vi sia piaciuto… perché con la seconda parte tutto cambierà! Lo avrete capito già… gli ho fatti abbastanza malvagi i membri del “Governo Invisibile”? ^-^ Vi sarebbe piaciuto vedere un episodio che si concludeva così? Io no, sono sincera… avrei cercato di entrare nel televisore per picchiare il “Governo Invisibile”! ^-^

Ma ora passiamo alle cose importanti: ovvero ai ringraziamenti. Perché, come vi ho già detto, è anche grazie a voi e al vostro supporto che pure questo episodio è arrivato alla sua conclusione. E spero anche questa volta di essere riuscita a farvi divertire ed emozionare con le mie parole. Un grazie enorme a tutti quelli che hanno letto e soprattutto a chi ha seguito con ugual entusiasmo ogni capitolo di questa storia:

chicca12lovestory, LacusClyne, martinacaboni, Osaki Kitsune, Reb e Ju e  ShawnSpenstar

E un altro passo avanti è stato fatto nella nostra avventura nel mondo di Battle Spirits . ^-^ Ma ci sono ancora così tante cose da raccontare… e da scoprire! Tante cose aspettano i nostri Maestri della Luce…

Arrivati a questo punto, vi saluto e dò appuntamento al prossimo episodio. E quindi come la scorsa volta vi lascio con…

Varco Apriti, Energia!

Alla prossima, Hikari

  
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