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Autore: Iria    09/05/2008    12 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Pαяα∂ιѕє Łøѕт

"E vi fu battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono col dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e il luogo loro non fu più trovato nel cielo. E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati gli angeli suoi."

L’Imperatore avanzava con passo lento ed elegante nel suo regno di caos.
I suoi angeli neri lo adoravano; adoravano la sua Luce Sporca, cupo riflesso della brillantezza di un tempo.
E Lucifero si crogiolava in quell’adorazione, a suo dire, più che giustificata.
Oh, il suo aspetto angelico era rimasto immutato, come se le fiamme non lo avessero mai bruciato, come se sulla sua pelle nivea non si fosse mai abbattuta l’Ira Divina.

“Eri pieno di saviezza, di una bellezza perfetta; eri in Eden, il giardino di Dio; eri coperto d'ogni sorta di pietre preziose. Tamburi e flauti erano al tuo servizio, preparati il giorno che fosti creato.
Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore.”


Quelle parole, quelle dannate parole... Lo odiava, odiava la Creatura a cui aspirava di arrivare: poter anche solo osare sfiorare il suo potere, per poi cadere, ancora…
Ma non poteva non amarLo.
Chi gli aveva donato quella Luce, se non Lui?
Chi lo aveva reso talmente forte?
Lucifero annegava nei suoi pensieri, soffocato dai contrasti tra di essi.
Non ricordava il Paradiso, quello che la sua memoria conservava ero solo il misero raggio di un glorioso splendore ormai cancellato.

“Ti avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio, camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità.”

Rise di gusto, rievocando ancora le Sue parole.
Perverso. Era forse uno sbaglio ardire alla Grandezza?
Non riteneva la posizione in cui era costretto una situazione di svantaggio, anzi, era pur sempre il Padrone di un mondo che si contrapponeva a quello del Suo Signore.
Il Suo Signore… Possibile che avesse ancora quello stupido vizio di definirLo tale?
L’Inferno, sconfinato, si apriva davanti ai suoi occhi.

 Per l'abbondanza del tuo commercio, tutto in te si è riempito di violenza, e tu hai peccato; perciò io ti caccio via, come un profano, dal monte di Dio e ti farò sparire, o cherubino protettore, di mezzo alle pietre di fuoco.”

Sedette sul suo trono, poggiando pigramente una mano al mento.
Nuovi demoni nascevano dal fuoco infernale.
Da tempo non accoglieva Angeli dalle Ali in fiamme tra le sue braccia.
L’ultimo era stato lui.
Ricordava ancora il sangue che scorreva dalle sue ferite di fuoco e le sue Ali spoglie.
I suoi occhi di ghiaccio che si aprivano furenti.
I lamenti che le sue labbra producevano.

 “Perché sei caduto?” Aveva allontanato dal nuovo venuto le anime dannate che lo circondavano.
Egli giaceva supino su una pietra dell’Inferno, il Fuoco ancora avvolgeva le sue Ali, consumandole, e quel corpo dalla perfezione Divina soffriva.
“Esistono… Infiniti… Pec-peccati... Qualunque… Sia... L’inganno … A te più… Gradito… Sappi che quello è la… Mia menzogna e la m-mia… Verità… E la m-mia c-colpa…” Sibilò a fatica, penetrando con sguardo rancoroso il profilo fin troppo conosciuto di Lucifero. Il suo torace nudo si alzava e abbassava velocemente, sostenendo il ritmo frenetico del respiro morente.
Lucifero lo guardò soddisfatto.
“Accetti le Pene che l’Inferno ha da offrirti ?” Chiese l’Imperatore.
“No.” Disse ferocemente il Caduto.
“Accetti di sottostare a Lucifero, Stella del Mattino?” Continuò freddo il Signore dei Dannati.
“Ancora alimenti la tua Luce perduta?” Ridacchiò l'Angelo, ma la sua risata morì, soffocata dalle labbra di Lucifero che si posarono sulle sue.
L'Essere Caduto sigillò gli occhi, disgustato, ma il suo corpo bruciava -non poteva reagire- e il suo disgusto si trasformò in dolore: dalla sua bocca non fuggirono più risate, ma solo cupi gemiti di una sorda sofferenza.
“Caduto dal Cielo, io ti assumo all’Inferno.” Bisbigliò.
“Non… ho accettato le tue… condizioni..!” Esclamò agitandosi il Condannato.
“Non serve che tu la faccia.” Sussurrò Lucifero sollevandolo e conducendolo alla sua dimora.

“Il tuo cuore si è insuperbito per la tua bellezza; tu hai corrotto la tua saggezza a causa del tuo splendore; io ti getto a terra, ti do in spettacolo ai re.”

Rimirava la bellezza dei lineamenti del volto che gli era stato conferito, specchiandosi negli occhi dei suoi Figli.
 Nessuno sguardo era, però, come il Suo
Quegli occhi erano unici e il Suo Signore aveva forse creato una Creatura che lo eguagliava.
Forse, appunto.
Ed anch’ella era scivolata via dalle braccia dell’Altissimo.
E com’era stata la Caduta?
Il Diavolo ricordava solo il meschino imbroglio di un calore inebriante ed estatico, che si confondeva col dolore bruciante e, come una lenta tortura, aumentava il suo tormento, fino alla follia.
E gli umani, sicuramente, avevano assistito a quello spettacolo bellissimo e raccapricciante: una stella luminosa risucchiata dall’oscurità.

“Tutti quelli che ti conoscevano fra i popoli restano stupefatti al vederti; tu sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai più.”

Oggetto di vanità era stata anche la sua fama tra gli uomini.
Tutti ammiravano la sua Luce, proprio quella che accompagnava l’alba e precedeva la sera.
Si alzò, stancamente.
“Esisto ancora, Mio Signore, non sono scomparso: è l’odio che nutro verso di Lei a mantenere viva la Luce che con amore mi ha donato.” Bisbigliò, riascoltando il lontano sussurro del Signore.
Amava quella voce, lo rassicurava.
Odiava quelle parole, riascoltava la sua condanna.
Perdeva ancora il Paradiso.

Vide cadere tra le orde di corpi nudi e anime dannate un nuovo ‘Compagno di Sventura’; sospirò.
Recava un taglio sulla gola.
Lo sfregio era bagnato, poteva sentire l’odore delle lacrime così come quello della muta pioggia che cadeva, inumidendo il suo viso.
“Il Diavolo non piange.” Sibilò, affidando il Dannato ai suoi simili.
Yurij aveva infranto, ancora, le leggi dell’Inferno.
“Verrà il giorno in cui dovrai scegliere, Angelo.” Soffiò con rancore, i suoi occhi erano puntati verso l’alto e rimiravano la pioggia acida, mentre altri demoni si avvicinavano per poter godere di quello spettacolo unico.

Fine terzo capitolo.
In quest’altro misero frammento di storia abbiamo avuto modo di avvicinarci leggermente alla figura di Lucifero,che tenterò di analizzare più approfonditamente in seguito!Spero vi sia piaciuto!Nel prossimo avremo torneremo da Ivanov e Kei ù.u…
Allora vediamo,la scritta che ho messo ad inizio capitolo è un passo de ‘L’Apocalisse’ di Giovanni,mentre tutto lo scritto che accompagna i pensieri di Lucifero sono i pensieri di Dio nella Bibbia,per quanto riguarda la Caduta di Lucifero,secondo Ezechiele ^^…

   
 
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