Capitolo
3
Meraviglia
delle meraviglie alla fine Magnus era
andato a quell’indirizzo. Più per esasperazione
che per altro. Alec l’aveva in
pratica spinto per la strada e poi l’aveva lasciato fuori
quella porta.
Ed
ora era in un salotto con le pareti azzurre seduto
su un divano così bianco da far male agli occhi con Megan di
fronte.
<<
Allora… >> disse la ragazza.
<<
Se sei veramente mia sorella, perché non ho
mai saputo niente di te? >> Il Sommo Stregone era stato
diretto ed era
intenzionato ad andare fino in fondo a quella maledetta storia. Voleva
smascherare quella che per lui era solo una ciarlatana. Però
il sopracciglio di
Meg scattò all’insù.
<<
Come pretendi di sapere qualcosa se non parli
con nessuno dei nostri fratelli da prima che nascessi? >>
<<
Non ho notizie dei miei fratelli da molto
molto tempo. >>
<<
Non per scelta loro. >>
<<
Ma tu cosa ne sai? >> Lui si stava
iniziando a scaldare e lei prese un respiro profondo per calmarsi. O
per
calmare entrambi.
<<
Sono stata cresciuta da Mark. Non parlava
spesso di te, anzi quasi mai in realtà, ed ogni volta che
gli facevo qualche
domanda che ti riguardava anche solo da lontano, lui cambiava discorso.
Andrew
era dall’altra parte del mondo e nostro padre…
è completamente inutile dirtelo.
Però un giorno l’ho evocato e sai cosa mi ha
detto? >>
Magnus
aveva raddrizzato la schiena improvvisamente
interessato alla conversazione. Certo, tutti i Nascosti potevano
conoscere i
nomi dei suoi fratelli, ma nessuno sano di mente avrebbe nominato suo
padre
tanto alla leggera.
<<
Bugie come suo solito? >>
Megan
si ritrovò a ridacchiare senza allegria.
<< Questo puoi dirmelo solo tu. >>
<<
Cosa ti ha detto? >> la strega prese
coraggio, una boccata d’aria ed andò al balcone
spalancandolo. Cacciò dalla
tasca del jeans un pacchetto di sigarette ed un accendino. Rispose solo
dopo
aver preso una generosa boccata di fumo ad occhi chiusi.
<<
Mi ha detto che ci odiavi, tutti. E quando
gli ho chiesto perché mai avresti dovuto odiarmi ha risposto
che ero sua
figlia, e che questo bastava. >> Lo sguardo che gli
lanciò trafisse
Magnus.
<<
Perché sei venuta da me, allora? >>
<<
Dopo quello che è successo ad Andrew..
>> Tutti i campanellini d’allarme di Magnus
suonarono in contemporanea.
<<
Cos’è successo ad Andrew? >> Meg
rimase
in silenzio per un tempo che sembrò infinito.
<<
Non lo sai? >>
<<
Non so COSA? >> si alzò dal divano
rischiando di urtare il tavolino in vetro a portata di ginocchio.
<<
Magnus.. Andrew è stato ucciso circa cinque anni
fa. >>
Silenzio.
Un silenzio così pesante che alzando la mano
potevi toccarlo. Megan era completamente immobile e lo fissava, attenta
ad ogni
suo movimento. Come poteva non saperlo? Mark non gli aveva inviato una
lettera
o un messaggio di fuoco con la notizia?
Era
stata indelicata? Ma c’è veramente un buon modo
per dire a qualcuno che suo fratello è stato brutalmente
ucciso?
La
cosa che la spaventava di più era lo sguardo perso
nel vuoto di Magnus. Era lo stesso sguardo che aveva Mark quando aveva
appreso
la notizia.
<<
Non è possibile. >> Ricadde
pesantemente sul divano. Meg spense la sigaretta e gli andò
vicino, sedendosi
al suo fianco.
Nel
cervello del Sommo Stregone c’era un tornado di
pensieri. Non era possibile. O forse sì? Andrew era il
più grande dei fratelli,
il primo di tre ( o forse quattro? ) figli. Aveva imparato le basi
della
stregoneria da lui ed ora…. Era morto?
<<
Chi è stato? >> domandò in un
sussurro. Megan poggiò la mano sulla sua gamba per dargli
conforto.
<<
Non lo sappiamo.. sono cinque anni che
indaghiamo e non siamo riusciti a trovare nulla. >>
Ancora silenzio.
<<
Mark dov’è? >>
<<
Non so nemmeno questo. È per questo che sono
venuta qui, Magnus. – si inginocchiò sul tappeto
per poterlo guardare negli
occhi e gli prese le mani. – Ascoltami, lo so che tu
probabilmente non volevi
sapere niente di me, e che sono una grandissima testa di cazzo
perché mi sono
presentata in quel modo, e fattelo dire, se fossi stata al tuo posto mi
sarei
presa a calci in culo, ma Mark mi ha cresciuto ed ora è
sparito. Ho mandato dei
demoni Shax a cercarlo in qualsiasi dannato angolo del mondo, ho
provato
qualsiasi incantesimo di localizzazione e non ho trovato assolutamente
niente. So
che non è morto, me lo sento, però non so
dov’è e non so chi l’ha preso.
– Gli strinse
le mani tra le proprie. – Tu e lui siete la mia famiglia ed
io do molta
importanza alla famiglia, ti sto chiedendo di fare
quest’unica cosa. Aiutami a
ritrovarlo e, se vorrai, sparirò dalla circolazione. Non mi
rivedrai mai più,
non avrai più mie notizie. Ma ti prego… ti
prego… aiutami a ritrovare mio
fratello. >>
Magnus
guardò quei due fari viola pieni di speranza
e dolore e riuscì a pensare ad una sola cosa. Se era vero
tutto quello che
quella ragazzina gli aveva appena detto, allora quella che in quel
momento era inginocchiata
davanti a lei era l’ultimo pezzo della sua famiglia.
Andrew
era morto e Mark sparito.
<<
Come faccio a sapere che non sono tutte
bugie? >> Megan si alzò e dicendogli di
aspettare un attimo sparì nell’altra
stanza.
Immagini
di lui e dei suoi fratelli gli comparvero
davanti come pietre lanciate contro un vetro. Strano come gli immortali
prendano sotto gamba l’eventualità di sparire da
un giorno all’altro. D’altra
parte se si dice immortale evidentemente una ragione
c’è.
Ma
l’essere uno stregone, una strega o un vampiro
non ti salva dall’omicidio. Perché di questo si
trattava. Suo fratello maggiore
era stato ucciso ed ora Mark era svanito nel nulla. Puff. Un macabro
gioco di
prestigio.
Megan
ritornò nel salotto con una scatola di legno
scuro tra le mani e lo poggiò sul tavolino di fronte a lui.
<<
Cos’è? >> chiese sfiorando il
coperchio intagliato.
<<
L’ho trovato in Germania, a casa di Mark
dopo la sua scomparsa. Stavo cercando indizi ed ho trovato questo
con…. - Gli
passò un cartoncino dall’aspetto antico.
–
questo sopra. >>
Magnus
lo prese e leggendo il suo nome rimase per un
attimo interdetto.
Per
Magnus, forse un giorno vorrai sapere cosa ti sei perso.
La
calligrafia era quella di Mark, su questo non c’erano
dubbi, o di un imitatore veramente bravo. Ci passò le dita
sopra godendo del
piccolo fosso delle lettere.
<<
Può aprirlo solo uno della famiglia. Ed io
non l’ho fatto per rispetto. Prendilo e fa quello che vuoi.
>>
Magnus
si alzò e prese quella scatola di legno con
il cuore che gli batteva così forte che probabilmente tutta
New York riusciva a
sentirlo.
<<
Vedrò e ti farò sapere. Grazie per il tuo
tempo. >>
Quello
era un arrivederci senza data di scadenza.
Megan lo sapeva e sospirò. Era tempo che la vita facesse il
suo percorso, gli
aveva dato tutto ciò che poteva.
La
vita di Mark, ora, era nelle mani di Magnus.
Demone
Shax .. olfatto fine, alcuni stregoni li usano per cercare
persone scomparse