Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Dama DeLupottis    10/12/2013    5 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ps. Scusatemi se il capitolo è più corto rispetto al solito, ma ho dovuto troncare quello originale, altrimenti non avreste retto a leggerlo tutto insieme, neanche con cinque caffè! XD

Pov. Anna

Ciao ragazze! Indovinate dove mi trovo? A fare la mia prima ecografia! Qualche idea sul mio accompagnatore? Su dai! E’ ovvio! Come al solito, il mio principe dalla cravatta blu…è Antonella! Chi mi avrebbe accompagnato altrimenti? Nessuno!

La ginecologa è una ragazza giovane, sui trentacinque anni: è abbastanza robusta, bionda e con un viso molto solare. Pura fortuna? No! Non crediate! Vedete un altro meraviglioso aspetto dell’ avere amiche in camicie bianco, è che sono ottime consigliere in fatto di medici. Avevo categoricamente vietato ad Antonella di prendermi l’appuntamento con un uomo, però non volevo nemmeno una donna sgarbata, stile zitella, e quindi…detto…fatto! La mia “mamma” fatina ha esaudito il mio desiderio! Cosa posso volere di più? Nessuno! Farebbe questo per me un uomo? No di sicuro! Al massimo l’unica cosa che avrebbe potuto fare Manuel per me, sarebbe stata prendermi l’appuntamento per abortire, e forse mi avrebbe anche accompagnato, non certo per galanteria, ma giusto per assicurarsi che lo facessi!

- Diamo subito un’occhiata al pesciolino!- dice entusiasta la dottoressa, indicando di accomodarmi sul lettino:- Dopo facciamo le domande generiche!-

Mentre mi mette il gel sulla pancia dice:- E’ un po’ freddo, sai?- io sorrido, ma non dico niente, sono troppo agitata per dire qualsiasi cosa!

- Allora…a che settimana dovresti essere?-

- All’ottava…- almeno credo! Mi sono fatta aiutare da Antonella nel conto, perché io ci capivo un gran poco!

- Mh! C’è qualcosa che non mi torna!- dice la ginecologa guardando attentamente il monitor

- Che cosa? C’è qualche problema?- domando subito allarmata

- No no! Tranquilla E’ solo che…è troppo piccolo per essere all’ottava settimana di gravidanza!-

- E quindi che significa?- domando senza tranquillizzarmi affatto. Il mio bambino non sta crescendo? Com’è possibile?

- Aspetta! Stiamo calme! Può darsi che la settimana di concepimento sia diversa da quella che pensi! Quando hai avuto l’ultima volta il ciclo?-

- Il 3 ottobre!-

- Ok! Quindi i tuoi calcoli in teoria potrebbero essere giusti…ma…hai detto che tu non sei sempre regolare giusto?-

- S-sì!- rispondo un po’ esitando.

- Mh! Vediamo gli esami che hai fatto…- e così dicendo prende il foglio dalla scrivania e lo esamina attentamente, poi si curva sul suo computer: - Ok! Adesso inserisco i dati nel pc…e vediamo se con questo programmino riusciamo a venire a capo della cosa!-

Digita un po’ di numeri, e pochi minuti dopo esclama compiaciuta:- Infatti! Come immaginavo! Questo mese hai ovulato più tardi rispetto al normale!-

- E quindi?- domando sperando che quello che sto pensando in questo momento non sia vero

- E quindi sei appena entrata nella settima settimana…o forse sei addirittura alla fine della sesta…comunque…giorno più giorno meno….facciamo settima!-

Che cosa? Ma allora….‘sto benedetto bambino QUANDO è stato concepito??

- Ma quindi…la data…- dico un po’ imbarazzata dal doverlo chiedere. Dopotutto a chi dovrebbe interessare?

- Del parto?-

- No! L’altra data! Quella in cui…- comincio a gesticolare sperando che capisca

- Ah! La data del concepimento!- esclama sorridendo, mentre torna ad esaminare lo schermo del suo computer:- Beh si può collocare tra il 19 e il 24 ottobre!-

- Merda!- esclamo spalancando gli occhi. Ricordo benissimo la data in cui ho tradito Manuel: il 21 ottobre. Non ci posso credere! Questo è un incubo! Svegliatemi subito!

- Anna!- mi rimprovera subito Antonella stupefatta da ciò che è appena uscito dalla mia bocca… che al momento è proprio l’ultimo dei miei pensieri!

- Scusatemi! E’ che pensavo…a determinate circostanze…e invece…- e invece non solo sono decisamente cambiate le circostanze…ma potrebbe anche esser cambiato il padre! Dannazione! Non può essere vero!

- Beh ma comunque la bella notizia è che è tutto nella norma! Lo sviluppo del bambino è più che perfetto!- esclama euforica la ginecologa:-Purtroppo è ancora presto per sentire il battito perché questo macchinario è poco sensibile, però si può vedere nel monitor il cuoricino che batte!- conclude indicando una macchiolina scura.

Osservo il monitor che mi sta accanto e riesco a vedere soltanto quello che assomiglia di più ad un bastoncino che a un bambino…e su quel bastoncino, un puntino che si muove su e giù regolarmente. Probabilmente prima,  a vedere questo miracolo della natura mi sarei quasi commossa, ma ora sono troppo frastornata per farlo. La mia mente è tornata alla sera del venti ottobre…a quella maledetta sera in cui io non volevo fare l’amore col mio ragazzo, a quella sera in cui avrei dovuto dire no, e invece non l’ho fatto. Ricordo la mia sofferenza interiore durante quel rapporto che era ormai diventato solo fisico, e anche in questo momento, mi sembra di percepire il vuoto dentro, che avevo sentito allora. E poi ad un certo punto, eccomi pervadere dalle immagini del ventuno ottobre, che portano con sè un’atmosfera decisamente diversa: mi sembra quasi di rivedere Dario, di sentire le sue carezze, i suoi baci delicati e la passione che ci ha travolto quel pomeriggio, decretando la fine della mia storia con Manuel, ma anche la fine di qualsiasi riconciliazione con Dario. E adesso? Di chi è il bambino? Quando è stato concepito? In un atto quasi violento e privo di ogni sentimento, o in un atto dolcemente peccaminoso e proibito?

- C’è qualche problema?- domanda la dottoressa vedendo che avevo distolto da tempo lo sguardo dal monitor, come se fossi quasi infastidita da quella visione.

- No no! Nessuno! Sono solo…un po’ scossa!- dico, abbozzando malamente un sorriso

- E’ normale emozionarsi alla prima ecografia…- dice in tono comprensivo:-…e alla seconda…e alla terza!- conclude sorridendo, aspettandosi una risata che da parte mia non arriva. Antonella invece sorride al posto mio alla  battuta, però poi torna a fissarmi con aria preoccupata.

Ci sediamo al tavolo a discutere delle generalità: la dottoressa mi dà anche dei consigli da seguire, ma come potete immaginare, io non riesco a sentire nemmeno una parola di ciò che dice, perché non riesco a fare a meno di rivedere quelle solite immagini nella mia mente. Nel frattempo annuisco, e ogni tanto sorrido di rimando al suo sorriso, confidando che Antonella stia attenta per me e mi riferisca queste cose in un momento in cui io sia più lucida per ascoltarle.

Finalmente poi, si alza dalla sedia, mi dà la mano congratulandosi nuovamente con me e si mette a disposizione per qualsiasi tipo di problema, richiesta o chiarimento in merito. Non c’è niente da dire riguardo a lei: non ho mai trovato un medico così gentile e disponibile, peccato che attualmente io non sia nelle condizioni di apprezzare come si deve il suo comportamento!
Esco per prima dallo studio, sperando che “cambiando aria” o perlomeno, uscendo da quel posto io riesca a riprendermi un attimo, ma non appena Antonella mi si avvicina con aria stranita, comprendo che il tempo della ripresa è ormai finito e adesso sta per cominciare il terzo tempo, o meglio…il terzo grado.

 - Anna! Mi vuoi dire cosa ti è preso?- mi rimprovera come fa una mamma nel primo momento in cui si accorge della maleducazione della figlia, o…per non esagerare…della mancanza di finezza nei discorsi della sua fanciulla, che assomiglia più ad un camionista che ad una principessa…

- C’è un problema!- dico continuando a fissare il vuoto come se avessi visto un fantasma…. anzi, se così fosse, probabilmente avrei il volto comunque più disteso di come ce l’ho adesso!

- Sentiamo!- esclama come se ritenesse la mia reazione troppo esagerata. Voglio proprio vedere se dopo la penserà ancora così!

- In quella settimana…in cui è stato concepito il bimbo…io…- dico sentendo una vampata di calore avvolgere tutto il mio corpo:- Ho tradito Manuel!-

- Oh mio Dio!- esclama spalancando gli occhi:- Quindi… non è lui il padre!-

- No, potrebbe comunque esserlo!-la correggo.

Quando vedo il suo sguardo di doppio rimprovero misto a delusione, posarsi su di me dico: - Ti prego non guardarmi così! E’ stato un errore!- poi pensandoci bene, mi correggo di nuovo:- O forse no! Comunque… è per questo che ci siamo lasciati!-

- Ma, se non è lui il padre…sai almeno l’altro chi sia?- ma cosa sta pensando? Che mi sia ubriacata e sia andata a letto con uno sconosciuto? Paradossalmente la cosa potrebbe quasi sembrare meno scandalosa! Almeno forse, a questo mondo non sarei l’unica ad essere rimasta incinta da ubriaca! Potrei essere persino in parte giustificata! E invece no! Sono colpevole fino al midollo!

- Oh sì! Lo so benissimo!- esclamo mentre il mio sguardo si va a posare proprio su di lui, vestito di azzurro, che sta avanzando verso la nostra direzione dal fondo del corridoio, accompagnato dal dottor Trevino. Ah! Destino crudele! Con tutti i corridoi di questo ospedale…deve passare proprio di qui? E proprio adesso? Sembra quasi lo stia facendo apposta a perseguitarmi!

Antonella mi vede quasi incantata, e volge lo sguardo nella direzione in cui si sta concentrando il mio:- Oh no! Ti prego non dirmi che…-

- E’ Dario!- confermo sentendo improvvisamente la gola secca. Antonella porta una mano alla bocca per lo stupore, mentre io, trovo il coraggio di ridire ad alta voce quest’assurda verità: -Se Manuel non è il padre…il padre è Dario!-

È strano dirlo! Ora non sono più così terrorizzata all’idea che possa davvero essere lui! Non riesco a descrivere questa sensazione che ho dentro di me! Perché….tralasciando per un attimo la sua reazione…il fatto di poterlo classificare come possibile padre…non mi dispiace poi così tanto! Quindi in conclusione, non so se esserne felice, o esserne spaventata…però…devo ammettere…che nonostante questa notizia all’inizio sia stata piuttosto traumatica, ora…mi sento quasi sollevata, quasi come se con Dario al mio fianco, il mio futuro non fosse più così nero.

Ad un certo punto però, Dario incontra il mio sguardo: il suo è inespressivo, non trasmette niente, né freddezza, né rancore, ma nemmeno affetto. NIENTE, non riesco a percepire niente. Percepisco solo un vuoto immenso nel momento in cui, dopo essersi voltato a dire qualcosa a Trevino, entrambi sorridono e svoltano all’intersezione prima di giungere in un’area troppo vicina alla nostra. Adesso non mi sento più sollevata, ma peggio di prima, perché la realtà è di nuovo giunta davanti ai miei occhi, e nella realtà Dario mi ignora, e Manuel mi ha rifiutato. Direi che quindi la mia situazione ora,  è molto peggiore della precedente.

Antonella si offre di bere qualcosa con me al bar, ma proprio in quell’istante una sua specializzanda le comunica che il suo collega è dovuto andar via d’urgenza, e che quindi i suoi pazienti di oggi, rientrano nella sua lista già abbastanza fitta. Dispiaciuta di lasciarmi, purtroppo non può fare altro, quindi mi abbraccia, sussurrandomi un “ andrà tutto bene” e mi promette che ci sentiremo presto. Prima di andarmene, le faccio giurare di non dir niente a Massimo, perché dopo tutto quello a cui devo pensare, ci mancherebbe anche che mi dovessi preoccupare di gestire la sua reazione! So che non dovrebbe importarmene più di tanto…ma in realtà…a me importa molto e quindi decido di ritardare la cosa il più possibile.

Una volta rimasta sola, raggiungo le scale, decisa a fare un salto in università, per stare in un luogo che al momento sembra molto meno ostile di questo, un luogo che forse può farmi dimenticare la bruttissima situazione nella quale mi trovo.

Purtroppo non ce la faccio a scendere più di una decina di gradini, sono meno forte di quando credessi, e visto che per la scala non c’è anima viva, mi siedo portando le gambe al petto, e comincio a singhiozzare, fino a quando le lacrime scendono a rigarmi il viso.

Che cosa farò adesso? Come farò a dirlo a Dario? Lo dovrei dire a Manuel? No! Non lo merita! E Dario…invece sì? E se poi m’ignorasse come ha fatto poco fa? E se fosse anche lui favorevole all’aborto? Riuscirei a sopportarlo? Riuscirei a combattere allo stesso tempo contro due uomini? No! Specialmente non contro il secondo! Contro di lui non ce la posso fare!

Ad un certo punto sento dei passi che si avvicinano, e con la coda dell’occhio riesco a vedere il lembo di un camice bianco, mentre sento una mano che va a posarsi sulla mia spalla:- Ehi! Che succede?- domanda una voce che ricordo di aver già sentito.

Alzo gli occhi, e mi trovo davanti Matteo, in tutto il suo splendore, chinatosi leggermente su di me:- Aspetta, ma tu….tu sei l’amica di Antonella! Anna giusto?-

Annuisco e cerco di sorridere leggermente, mentre con la manica della felpa mi asciugo le lacrime, pensando solo qualche secondo più tardi, allo stato della matita e del mascara, che con quel gesto avrò soltanto peggiorato.

- Perché piangi?- domanda in tono apprensivo

- Perché sono incinta, e ho appena scoperto che non so chi è il padre!- dico brevemente

- Ah! Wow!- esclama sconcertato dalle mie parole

- So cosa stai pensando!- esclamo un po’ duramente, ponendomi subito sulla difensiva

- Che cosa?- domanda con aria di sfida

- Che sono una troia! Che me la sono andata a cercare, ma in realtà…tu non mi conosci! Non puoi giu…-

- Hai ragione!- m’interrompe:- Io non ti conosco! Non ho idea di chi tu sia, o di che vita tu faccia…ma il fatto che tu sia amica di Antonella, ti rende comunque una bella persona ai miei occhi…quindi…non vedo perché tu debba respingermi se io non lo faccio!-
Io rimango stupita dalle sue parole, vergognandomi di ciò che ho appena detto, e soprattutto del modo in cui l’ho detto. Mi sono praticamente crocifissa da sola!

-Comunque…non lo sono!- tengo a precisare

Lui sorride:- Non c’è bisogno che tu me lo dica! Si vede a prima vista che sei una brava ragazza…forse con un po’ di problemi, ma….nulla che non si possa risolvere!-

- Si fa presto a dirlo!- esclamo pensando a quanto la sua vita sia sicuramente molto più perfetta e facile della mia

- Vieni con me!- dice ad un certo punto prendendo delicatamente la mia mano.

Non posso fare a meno di notare la sua presa, leggera, come se fosse un invito in attesa di essere accettato o respinto e non un obbligo come fanno solitamente intuire le prese forti e vigorose di Dario.

Immersa in questi pensieri, mi alzo, come se fossi stata ipnotizzata, poi mi blocco e domando:- Dove?- lui comincia a tirarmi delicatamente, e i miei piedi non riescono a porre resistenza al suo fascino invitante -Aspetta!- esclamo sorridendo

- Fidati! Ne vale la pena!- esclama come se stesse per portarmi in un luogo incantato tipo il mondo di Narnia nascosto nell’armadio, o una terrazza completamente fiorita.

Il mio entusiasmo comincia a scemare quando vedo l’insegna “ Neonatologia”

- Che ci facciamo qui?- domando sentendomi profondamente a disagio

- Vieni!- mi conduce alla vetrata di quello che, presuppongo si chiami “nido” o “nursery”, non riesco a leggere nessun cartello, perché sono impegnata ad osservare tanti bei bambini nelle loro culle: chi con la copertina rosa, chi con quella verde, azzurra o gialla.

- Guarda! Non sono meravigliosi?- domanda Matteo sorridendo verso di loro

- Sì!- esclamo totalmente meravigliata ad osservare i movimenti di un bambino di colore, che sembra non riesca a trovare la posizione giusta per dormire, e della bambina accanto che continua a scalciare e ogni tanto emette qualche piccolo gemito. Noto un bambino che si succhia il dito in una maniera dolcissima…e un’altra bimba che sembra stia cercando di prendere con le manine un peluche a forma di giraffa, che probabilmente i suoi genitori le hanno lasciato per farle compagnia! Oddio…sono troppo teneri! Li strapazzerei di coccole!

- Sai…- comincia Matteo con voce pacata, come se non volesse disturbarli:-…prima di specializzarmi in reumatologia e immunologia, ho lavorato per un po’ nel reparto di anestesia e rianimazione. Lì, la maggior parte della gente che entrava, era talmente grave da non uscirne più, o da uscirne con un lenzuolo bianco sul viso. Ogni giorno erano più le vite che perdevo rispetto a quelle che salvavo, e questo….era frustrante per un giovane medico convinto di poter salvare migliaia di persone. C’erano alcuni giorni in cui mi convincevo del fatto che al mondo ci fosse soltanto morte e sofferenza, e allora…per non cadere in depressione, venivo qui durante le mie pause, ad osservare queste piccole creature appena venute al mondo.- dice indicando con un cenno del capo i piccoli angioletti che dormivano nella stanzetta:- E proprio qua tornavo a sorridere, perché questi bambini mi ricordavano che la vita continuava, che al mondo c’era chi moriva, ma anche chi nasceva, che nella vita non c’era solo sofferenza, ma anche gioia…e che soprattutto…- indica due bambini nell’incubatrice che sembrano respirare a fatica:-…che bisogna sempre lottare per la vita…perché è il dono più prezioso che ci è stato fatto…e che dobbiamo mantenere e onorare in ogni momento, e ad ogni costo!-

Io colpita dalle sue parole, per la prima volta sposto il mio sguardo su di lui, chiedendomi dove voglia andare a parare con questo discorso. Lui, come se mi avesse letto nel pensiero, prosegue dicendo:-Come ho detto prima…io non ti conosco! Ma da quello che ho visto finora, tu stai male per la tua gravidanza. E non dico che questo sia totalmente sbagliato, perché sicuramente avrai le tue ragioni per esser triste, però…non è mai troppo tardi per essere felice! Insomma dopotutto, hai un dono dentro di te, porti una nuova vita, un bellissimo bambino, che per quante lacrime ti potrà strappare, ti porterà anche molta gioia e soddisfazione….- si volta a guardare ancora i bambini e poi con una nuova luce negli occhi conclude:- Crescere un figlio non dev’essere una cosa facile, specialmente per una giovane ragazza, magari anche sola, però….penso che ne valga veramente la pena, che al mondo non ci sia felicità più grande, perchè tutti i tuoi sforzi saranno ripagati con gli interessi…-

Il suo discorso…così sentito e sincero, mi lascia senza parole e mi toglie qualsiasi certezza io abbia mai avuto. Così mi ritrovo a chiedere con la voce tremante dall’emozione:- Tu pensi davvero che potrei farcela?-

Lui mi guarda intensamente e poi risponde con voce decisa:- Ne sono sicuro! Sembri una ragazza forte e determinata….e soprattutto, con un’amica come Antonella, non saresti mai sola!-

A quelle parole, mi viene da sorridere! Non solo per l’ultima frase, ma per tutto il suo discorso in generale…che è stato assolutamente splendido, quasi come se l’avesse preparato a tavolino la notte scorsa!

- Perché ridi?- domanda incuriosito dal mio strano comportamento. Forse si aspettava che piangessi…ma è risaputo che io faccio sempre il contrario di ciò che gli altri si aspettano!

- Perché tu sembri molto più maturo di tutti e due i possibili padri messi insieme!- esclamo sinceramente.

Lui scoppia a ridere di rimando:-  A quanto pare sei una brava ragazza con dei pessimi gusti in fatto di uomini!- terminata questa battuta, torna a parlare seriamente, guardandomi con il suo sguardo intenso:- Ora devo tornare in reparto…ma tu…resta pure a meditare quanto vuoi! Ci vediamo in giro!- conclude facendomi una leggera carezza sulla spalla.

- Ci vediamo in giro!- rispondo di rimando, poi vedendolo allontanare, mi sento in dovere di ringraziarlo  per avermi prestato attenzione, cosa che non era assolutamente tenuto a fare, così lo chiamo fino a farlo voltare, per poi dire semplicemente: - Grazie!-

- E’ stato un piacere!- risponde abbagliandomi un’ultima volta col suo bianco splendido sorriso, per poi sparire dietro la porta.

E io rimango di nuovo sola, a fissare la vetrata, ma ora, grazie ad un mezzo sconosciuto...ho ritrovato anch'io il mio sorriso!

 
Ciao ragazzi/e! Allora chi se l’aspettava? Immagino un po’ tutti! Sono talmente scontata… XD comunque…scusatemi ancora se questo capitolo è un po’ cortino, e soprattutto vi chiedo scusa in anticipo per il prossimo (che arriverà fra pochi giorni e si snoda nella stessa giornata in cui si è sviluppato questo) che non contiene niente di particolarmente emozionante in quanto sarà incentrato principalmente sul personaggio di massimo (mi spiace, ma io lo adoro! =) ) e marginalmente anche di Dario. Purtroppo il taglio mi è venuto così, d’altra parte non volevo sacrificare delle parti per me importanti, solo per accorciare il tutto. Abbiate pazienza! E scrivetemi se volete…mi fa sempre molto piacere sapere le vostre opinioni a riguardo…le vostre aspettative…e anche le vostre minacce! XD a presto! Un bacione! 

CURIOSITA'
qualche mese fa ho visto sui muri di Verona ( la città dell'amour <3) la scritta "Non lasciarmi Dario    Anna" ci ho fatto anche la foto, ma purtroppo non so come fare a pubblicarla qua! =( credetemi sulla parola! E tanto per la cronaca...non so voi...ma io spero vivamente che i due si siano rimessi insieme! XD

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dama DeLupottis