Di
canzoni e tatuaggi.
Epilogo:
Aveva osservato
Liam allontanarsi ed era poi tornato nella stanzetta, vestendosi con
gesti
lenti e meccanici, la mente affollata da mille interrogativi. Cosa
doveva fare?
Doveva seguirlo? Accettare quella strana proposta? Lasciare ogni cosa e
buttarsi in altro di nuovo e pericoloso?
Si trattava di
compiere delle scelte: seguire Liam e rischiare tutto, restare a New
York e
sopravvivere.
Quante
probabilità aveva di resistere ad una storia con Liam Payne?
Era tutto quello
che aveva sempre sognato, era il suo pensiero fisso, era il ragazzo che
voleva.
Ma Liam Payne
era anche un mix di successo, attenzione mondiale, soldi. Sarebbe
riuscito a
resistere ad una storia, non solo con lui, ma anche con la stampa
intera? E i
fan. I fan che avrebbero iniziato a studiarlo con attenzione per
cercare tutti
i suoi punti deboli. E i media che si sarebbero messi a scavare nel suo
passato,
avrebbero trovato sicuramente l’elemento giusto per
distruggere lui e la sua
relazione con Liam.
E come avrebbe
fatto a ricominciare? Come sarebbe riuscito a tornare alla sua vita
normale ed
anonima dopo aver provato l’ebbrezza dell’essere il
ragazzo di Liam Payne?
Aveva appena
infilato una calza, e stava cercando l’altra, quando il suo
occhio cadde sulla
felpa che il ragazzo si era dimenticato sul divano; la prese e la
strinse tra
le dita sospirando.
Sembrava essere
fatto tutto apposta per fargli raggiungere l’aeroporto,
partire con lui e
lasciarsi alle spalle quella vita piena di dolore e scelte sbagliate.
Cosa poteva
offrirgli ancora New York? Cosa poteva dargli più di Liam?
Infilò la
giacca
di pelle e chiuse il negozio, tenendo la felpa tra le dita per
ricercare quel
calore che sembrava averlo lasciato con il castano.
Raggiunse in una
ventina di minuti casa sua, salì velocemente i gradini per
non incrociare lo
sguardo di nessuno e fissò confuso la busta che si
trovò davanti quando aprì la
porta d’ingresso.
La prese e
riconobbe immediatamente la scrittura di Louis, prese posto su un
angolo del
letto e restò immobile per qualche minuto studiandola; lo
stomaco e il cuore
che si stavano già contorcendo sapendo perfettamente il
contenuto della
lettera.
Appoggiò
la
felpa di Liam sulle sue gambe e aprì lentamente la busta, le
mani che
continuavano a tremare e gli occhi che diventavano sempre
più lucidi.
«Non so
proprio
come iniziarla una lettera, Malik. Quindi, sì, penso tu
abbia ragione quando mi
consigli di leggere più testi di un certo livello che
riviste di pettegolezzi.
Cosa posso dire? È il mio tallone d’Achille. (e,
sì, Malik, so perfettamente
chi è. Non ho bisogno dell’ennesima lezione sugli
eroi greci.)
Mi sto perdendo
già nelle prime righe, e tu starai perdendo la pazienza non
vedendomi arrivare
ad un punto logico.
Sappiamo
entrambi che questo momento sarebbe arrivato, non è
così? Non ti ho forse
preparato in tutti questi anni? Sai che avrei evitato le smancerie, sai
che
odio quando le persone piangono per nulla.
Non volevo
nemmeno scriverla questa lettera, lo sto facendo solo perché
penso tu meriti un
qualche tipo di saluto.. di addio? Voglio essere onesto con te, Zayn,
quindi
non voglio riempirti di bugie su un mio probabile ritorno. Non so se
tornerò
mai a New York, non posso prometterti niente di simile, ma tu non devi
scoraggiarti. So che dentro di te hai una forza incredibile, so che
puoi
prendere in mano la tua vita e farne grandi cose.
Quindi
promettimi che lo farai. Non per me o per altre misteriose persone, ma
per te.
Meriti una vita decente e in questi anni ho cercato in tutti i modi di
mostrarti che esiste una seconda scelta; che una seconda scelta
c’è sempre.
Anche nei momenti più difficili, quando pensi di non avere
altre possibilità.
Hai sempre due
scelte davanti, non per forza una giusta e una sbagliata. Solo due
scelte, due
strade che ti porteranno in due direzioni opposte o simili. Tu pensa
con la
testa, segui il cuore e vivi.
Continua a
scegliere e non spaventarti se un giorno ti sembrerà di
avere sbagliato tutto
dal principio, di aver fatto la scelta sbagliata in quel certo giorno.
Vivi,
scegli e non arrenderti.
So che puoi
farlo, so che ne sei in grado.
Non ti
dimenticherò mai, Zayn Malik.
Grazie per
essere riuscito a trattenermi in una città per
più di una settimana; grazie per
avermi mostrato di nuovo cosa vuol dire essere legati ad una persona.
Con affetto,
Louis. »
Quando
finì di
leggere la accartocciò tutta e la lanciò in un
angolo della stanza, si
rannicchiò nel letto e strinse la felpa di Liam
nascondendoci contro il viso
bagnato di lacrime e soffocandoci i singhiozzi.
Era passata una
settimana dal suo arrivo a Los Angeles e non stava andando affatto come
Harry
gli aveva promesso.
Erano giorni che
le uniche parole che l’amico gli rivolgeva erano:
“passerà”, “dagli
tempo”, “lo
dimenticherai”.
E invece non
passava proprio un bel nulla, anzi sembrava solamente amplificarsi con
i giorni
che passavano.
Chiudeva gli occhi
e sognava Zayn, cantava e pensava a Zayn, scriveva bozzetti di canzoni
nuove e
gli veniva in mente Zayn. Solo Zayn, sempre Zayn.
Aveva appena
finito un’intervista piuttosto faticosa, in cui aveva dovuto
smentire voci di
una relazione col suo migliore amico, e si era fatto portare
nell’hotel
lussuoso in cui alloggiava per quel mese.
Sembrava stupido
ma aveva espressamente chiesto un hotel con un terrazzo che dava sulla
vista
della città illuminata; ogni sera, dopo il solito concerto,
passava le ore con
le ginocchia strette al petto e lo sguardo perso sulle luci dei
grattacieli.
Ma niente era
paragonabile a New York; in quella città aveva seriamente
lasciato ogni cosa di
lui, e più se ne rendeva conto più si stringeva
in se stesso trattenendo le
lacrime.
Scosse la testa
quando sentì la voce dell’amico richiamarlo e
nascose il viso contro le
ginocchia per non mostrargli le guance bagnate.
- Liam.- lo
chiamò di nuovo Harry appoggiando una mano sulla sua spalla
e facendo una certa
pressione. - Ti pass-..-
- Non ci provare
a dirlo.- sibilò sollevando il viso e guardandolo negli
occhi deciso. - Non
questa volta. Stai zitto.- continuò calcando su ogni parola.
Il ricciolino
restò per qualche minuto in silenzio, studiando
l’amico attentamente, e poi
annuì sussurrando: - Va bene, Liam.-
- E ora
potresti..- continuò il castano indicando con una mano
l’interno della stanza;
strinse le gambe al petto ed appoggiò il mento sulle
ginocchia ignorando
l’altro, che lo fissava sempre più confuso.
- Per favore,
Harry. Vattene.- ripeté, la voce roca per il pianto che
tratteneva nella gola.
- Lasciami solo. Vai via.-
Liam chiuse gli
occhi, ascoltando i passi dell'amico allontanarsi, e prese un respiro
tremante
passando le dita tra i capelli.
Il suo sguardo
cadde improvvisamente sull'ultimo tatuaggio che Zayn gli aveva fatto,
una
semplice piuma che sembrava quasi bruciare sulla sua pelle, e
spalancò gli
occhi sentendo le dita tremare per la voglia di tenere in mano una
matita e
annotare nuovi bozzetti di canzone.
Solo verso le
tre della mattina, quando gli sbadigli iniziarono ad essere
più frequenti,
decise di andare a riposare nell'enorme letto al centro della stanza.
Alle otto della
mattina dopo era già sveglio e stava facendo colazione
completamente solo nella
sua camera, la matita in una mano e la tazza di caffé
nell'altra.
Era così
concentrato nel suo lavoro frenetico da non accorgersi della testa
riccia che
era sbucata all'improvviso dalla porta.
- Li?- lo
chiamò
con un filo di voce l’intruso, cercando di non disturbare
quello che appoggiò
tutto sulla scrivania e si sollevò in piedi voltandosi verso
di lui.
Harry
spalancò
gli occhi e la bocca, sempre più confuso, quando vide un
sorriso fin troppo
allegro sulle labbra del castano e lo sentì dire: - Voglio
farmi un nuovo
tatuaggio.-
- Un.. un
tatuaggio?- chiese scettico e indeciso. – Vuoi.. vuoi farti
un.. tatuaggio?-
ripeté per essere sicuro di aver sentito bene; quando vide
l’altro annuire
aggiunse: - Sicuro di stare bene, Li?-
- Certo che sto
bene, Harry!- esclamò quello che iniziò a girare
per la stanza, indossò un paio
di jeans che gli cadevano lungo i fianchi e una canottiera nera.
– Voglio farmi
un tatuaggio.- insistette facendo una giravolta veloce per guardare
nuovamente
l’amico.
- Tu vuoi dirmi
che stai bene?- ripeté il riccio seguendolo fuori dalla
stanza e
sull’ascensore. - Fino a ieri eri in coma, in catalessi, e
ora ti trovo con un
sorriso che ti divora la faccia.-
Liam
sbuffò
scuotendo appena la testa, come se tutto quel che il suo amico stava
dicendo
fossero un mucchio di idiozie, e poi premette il tasto
“T” incrociando le
braccia al petto ed appoggiandosi con la schiena alla parete di
cristallo.
- Ho trovato
l’ispirazione.- sussurrò spostando lo sguardo a
terra per un secondo, il
sorriso che non voleva lasciargli le labbra. - Credo di aver trovato la
mia
musa.- aggiunse sospirando e appoggiando la nuca contro la parete. -
Non riesco
a smettere di scrivere, un fiume di idee e così poco tempo
per metterle su un
foglio, per non farle volare via.-
concluse rigirando il braccio per guardare il tatuaggio.
Scoppiò a
ridere
quando sentì il riccio bisbigliare, tra sé e
sé: - A me sembra solamente tu ti
sia fatto più di una canna.-
- Forza,
muoviti.- ridacchiò Liam prendendo l’amico per il
braccio e facendo un cenno
alle guardie del corpo che cercarono di seguirlo. - Ora devi correre.-
mormorò
tirandolo appena ed iniziando a farsi spazio tra i marciapiedi
affollati, le
dita strette attorno alla mano di quello che lo seguiva capendo sempre
meno.
Dopo una
mezz’oretta
di corsa senza sosta Liam si fermò di fronte
all’insegna di un negozio di
tatuaggi, appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia per
riprendere il fiato e
poi rivolse un sorriso incoraggiante ad Harry ed entrò nel
salone pieno di
uomini robusti e dall’aria quasi minacciosa.
- Liam.-
sibilò
il riccio cercando di afferrarlo per la mano. - Che stai facendo?-
chiese,
tenendo un tono di voce basso e continuando a guardarsi attorno.
- Sto per farmi
un tatuaggio, tu aspetti qui?- lo informò con sempre lo
stesso sorriso sulle
labbra, sorriso che stava iniziando ad infastidire l'altro che lo
raggiunse
scuotendo la testa e borbottando qualcosa sul non voler restare solo.
Seguì
velocemente Liam, che si era fermato al bancone a ridere e scherzare
con il
proprietario, ed aspettò pazientemente guardandosi attorno;
c’era un tavolo da
biliardo proprio al centro della stanza e le pareti erano tappezzate di
enormi
tabelloni che raffiguravano i più svariati tatuaggi.
-.. e vorrei
anche una frase, proprio sotto la piuma.- stava spiegando
tranquillamente il
castano lasciandosi toccare il braccio da un uomo alto e grosso.
- Preferivo il
Tommo.- borbottò tra sé e sé Harry
seguendoli sul divanetto e restando in piedi
accanto all’amico.
Si sporse solo
verso la fine, per vedere il tatuaggio ultimato, e chiese con un filo
di voce:
- Cos’hai capito?-
Liam
sollevò lo
sguardo sul riccio e si morse il labbro, un leggero rossore ad
imporporargli le
guance.
- Direi che
abbiamo finito.- ridacchiò il tatuatore dando una pacca
sulla spalla al
castano, Harry giurò di aver sentito qualche ossa
scricchiolare e seguì con gli
occhi quello che, dopo aver stretto la mano al suo amico, si
allontanò per
raggiungere un nuovo cliente.
- Tu sei matto
ad avermi portato in questo posto.- sibilò, riportando
l’attenzione su quello
che teneva lo sguardo puntato sull’inchiostro fresco.
- Non ci hanno
ucciso tranquillo!- esclamò avvolgendo un braccio attorno
alle sue spalle ed
uscendo dal negozio.
-.. e poi siamo
scappati via da tutti, appena torniamo ci uccideranno. Senza contare
che
qualcuno potrebbe riconoscerti e allora saremmo proprio nella merda.-
stava
continuando a lamentarsi e borbottare il riccio venendo completamente
ignorato
da quello che lo stava guidando per le vie della città
affollata.
Dopo altri
sbuffi e borbottii Harry decise di arrendersi, strinse la mano attorno
al polso
di Liam, che teneva ancora il braccio attorno alle sue spalle, per poi
intrecciare le dita alle sue con un piccolo sorriso.
- Sei un
coglione, Li.- ridacchiò avvolgendo l’altro
braccio attorno alla sua vita,
scuotendo la testa e scoppiando poi a ridere.
- Dovremmo farlo
più spesso.- sussurrò il castano, ignorando
l’insulto dell’altro che inarcò un
sopracciglio chiedendo: - Fare cosa?-
- Questo.-
insistette
stringendo la presa sulle dita dell’amico. - Scappare via da
tutto ed essere di
nuovo Li e Haz. Ti ricordi quand’eravamo piccoli? Ora
è tutto così diverso che
a volte mi sembra di aver perso il Liam originale.-
- Quindi?- lo
incitò il riccio cercando di inclinare il viso per
guardarlo. - Appena torniamo
a Londra vuoi tornare ad essere Liam? Vuoi lasciare tutto?-
- No,
assolutamente no.- rispose scuotendo la testa, una smorfia sulle labbra
e le
sopracciglia aggrottate. - Voglio solo ritrovare il vecchio Liam.-
Harry
annuì per
poi scuotere la testa e stringergli il fianco borbottando: - Sai che
sarà
difficile, la tua vita privata è continuamente sbattuta
sulle riviste e tu sei
una..-
- Harry.- lo
chiamò con un sussurro e gli occhi lucidi. - Io
l’ho ritrovato quel Liam.-
- E come hai..-
cercò di chiedere per poi bloccarsi, sia con le parole che
con la camminata
lenta.
Il castano
annuì
e poi ridacchiò, quasi senza forze, aggiungendo: -
È da stupidi.. e da
masochisti.. non mi passerà mai, ora capisci?
Perché lui ha visto oltre, ha
guardato dentro di me. E dicevano che l’amore a prima vista
era qualcosa di
impossibile, una bugia, e io ci son finito dentro come un coglione.-
- Li..-
- E controllo
ogni giorno quelle stupide riviste solo per trovare la nostra storia
venduta.
Una parentesi, verrà descritta sicuramente così.
Una fottuta parentesi, un
flirt passeggero, un divertimento. E non è così,
perché in pochi giorni ha
cambiato ogni cosa di me. ha riportato alla luce cose che prima tenevo
nascoste, cose che pensavo fossero inutili.-
- Liam..-
- Vorrei vederlo
in una qualsiasi intervista e raccontare gli aneddoti più
assurdi su noi due e
quello che c’è stato. E sai perché lo
vorrei? Perché così avrei una scusa per
tornare indietro e mandarlo a fanculo. E poi lo pregherei di nuovo di partire con
me, di darci una
possibilità, di provare a vedere fin dove
arriverà questa cosa.-
- Liam, Liam.
Calmati.-
Si lasciò
abbracciare da Harry, accorgendosi solo in quel momento dei singhiozzi
che
continuavano a bloccare il suo discorso, e spinse il viso tra la sua
spalla e
il suo petto ascoltando le parole incoraggianti dell’amico e
cercando di
calmarsi.
Zayn quella
mattina si era svegliato fin troppo presto, aveva preso il cellulare e
twittato
gli auguri al suo cantante preferito, sicuramente tra tutti quelli che
avrebbe
ricevuto sarebbe passato inosservato.
Si fece una
doccia veloce ed infilò un paio di pantaloni neri e una
maglietta a maniche
corte, prese le chiavi del suo piccolo appartamento e poi
lanciò un’occhiata
alla felpa decidendo all’ultimo momento di indossare anche
quella.
Percorse il
solito vialetto e raggiunse la pasticceria per ordinare i soliti due
caffè e
due cupcakes dall’aria invitante.
- Mary!-
esclamò
quando si trovò davanti la proprietaria del negozio, che
sembrava averlo preso
sotto la sua ala e lo trattava come un figlio.
Si lasciò
stringere dal suo abbraccio, che gli toglieva ogni volta il fiato, e
prese il
sacchetto che gli stava porgendo la cassiera.
- Oggi non
lavori, Zayn?- la sentì chiedere mentre teneva aperta la
porta per i primi
clienti assonnati.
- Oggi ho la
giornata libera, come fai ad averlo dimenticato?- ribadì con
un sorriso allegro
facendole un cenno con la mano libera e riprendendo a camminare tra
quelle
strade che non aveva ancora imparato.
Prese il
cellulare dalla tasca dei pantaloni e cercò il messaggio con
le istruzioni
necessarie, messaggio che aveva ricevuto solo il giorno prima e che era
stato
il motivo della sua perdita di sonno.
Quando si
trovò
davanti al portone d’ingresso percepì il cuore
aumentare i battiti e le gambe
tremare, si morse forte il labbro e deglutì quando
sentì il rumore della
serratura che veniva aperta.
Strinse forte il
sacchetto della pasticceria, per paura di rovesciare tutto nel momento
in cui
incrociò i suoi occhi dopo mesi, e cercò
più volte di sorridere trattenendosi
dal nascondersi tra le sue braccia e implorarlo di non lasciarlo andare
più.
- Cosa ci fai
qui, Zayn?- gli chiese solamente quello fermo sulla porta
d’ingresso, un
semplice paio di pantaloni della tuta che scivolavano lungo i fianchi.
- Io.. ecco..-
cercò di spiegarsi muovendosi sui talloni. -..vuoi tenermi
qui fuori? Perché non
sono ancora abituato a questo clima che..- s’interruppe
quando l’altro inarcò
semplicemente un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.
- Come hai fatto
a trovarmi?- insistette quello fermo sulla soglia, un tono di voce
deciso e gli
occhi incatenati nei suoi.
Zayn gli
mostrò
il cellulare e sussurrò: - Un messaggio ieri sera.-
Cercò di
non
farsi prendere dal panico alla domanda: - E perché sei
qui?-, infilò il
cellulare in tasca e prese un respiro.
- Son venuto fin
qui per darti questa..- tentennò stringendo con le dita
della mano libera la
felpa. -.. ma faceva freddo e.. l’ho indossata..
perché l’hai lasciata sul
divano e l’ho tenuta con me per tutto questo tempo ma ha
perso il tuo odore da
quando ti ho visto uscire dalla stanza.- confessò abbassando
lo sguardo e
sentendosi in colpa come un bambino.
Ascoltò
attentamente il silenzio dell’altro, lanciando solo una
veloce occhiata alla
porta per assicurarsi di non trovarla chiusa, e giocò con il
piercing sul
labbro per tenersi impegnato.
- E quelli?- chiese
dopo almeno cinque minuti indicando il sacchetto che Zayn stringeva e
gli
mostrò con un piccolo sorriso sussurrando: -
Caffè e dolci per fare colazione,
non potevo venire a mani vuote il giorno del tuo compleanno.-
Liam si morse il
labbro per trattenere il sorriso e mormorò: - Sei venuto
fino a qui per
riportarmi la mia felpa e offrirmi un caffè?-
- Per il tuo
compleanno.- aggiunse sollevando velocemente gli occhi ed arrossendo,
prese un
altro respiro e poi confessò: - In realtà sono
qui a Londra da un mese almeno.-
- E cosa ci fai
a Londra, Zayn?- insistette mantenendo la sua postura rigida e decisa.
Il moro
sospirò
e si passò una mano sul viso borbottando: - Va bene, tutte
le carte in tavola.-
Il castano fece
spallucce e tenne le braccia strette al petto mormorando: - Son curioso
di
sentire la tua storia.-
- Io ero in
aeroporto.- confessò incatenando il suo sguardo a quello
confuso dell’ora
diciannovenne. - Ero lì e ti ho visto.- continuò
passando una mano sul collo
tatuato. - Ma non potevo partire con te, non avevo nulla da offrirti..
il
negozio che mi aveva lasciato Louis ormai era in fallimento e ho
guadagnato
solo pochi soldi vendendolo. Potevo solo offrirti me..-
tremò appena
indicandosi per poi riprendere velocemente: - .. e il mio amore.
Nient’altro,
Liam.-
- A me sarebbe
bastato.- s’intromise, sentendosi quasi chiamato in causa. -
Pensavo l’avessi
capito che del denaro non m’importa nulla, che volevo solo
conoscere quello
Zayn che mi aveva fatto sentire..-
- Non
m’interrompere.- sussurrò il moro con gli occhi
lucidi e le mani che
continuavano a tremare. - Per favore, fammi finire senza interrompermi.-
Fece un semplice
cenno col capo, appoggiandosi contro lo stipite della porta, ed
aspettando.
- Non avevo
nulla da offrirti.- riprese, con più sicurezza nella voce. -
Solo un passato
tormentato alle spalle e una vagonata di scelte sbagliate. Tutte cose
che
sarebbero state in fretta usate contro di te, Liam. E mi avrebbero
solamente
fatto sentire ancora più in colpa. Nessuno dei due lo
meritava, giusto?-
Strofinò
un
palmo contro il naso e poi continuò: - Ero in aeroporto, ti
ho visto ma non ce
l’ho fatta a raggiungerti. Ho preso il primo aereo per
Londra. Perché.. non ne
ho idea. Volevo ricominciare, crearmi una nuova vita.. cercare di
riprendere in
mano quella vecchia. A New York ero sicuro di non volerci stare e ti
avevo già
detto di amare la tranquillità dell’Inghilterra,
no? E allora sono partito,
nessun ripensamento. Ho trovato un motel non troppo costoso e ci sono
stato per
una settimana. Ho cercato lavoro e l’ho trovato qui.-
ridacchiò appena
sollevando il sacchetto della pasticceria. - Con i pochi soldi che
guadagno, e
quelli che avevo già, mi son comprato un piccolo
appartamento. E, fidati, è
migliore di quella bettola in cui abitavo prima.-
Allargò
le
braccia con un sorriso un po’ più vispo e
aggiunse: - Ho sentito che stavi
tornando, ti amano tutti qui..e Harry, credo, mi ha mandato questo
messaggio e
mi ha scritto di pensarci bene perché poteva essere la mia
ultima possibilità.
Io.. spero di essere arrivato in tempo.-
- Sei qui per
restare?- chiese staccandosi dallo stipite ed avvicinandosi lentamente
al moro.
- Vuoi restare per me? Vuoi dare una possibilità a noi due?-
insistette
appoggiando un palmo sulla sua guancia e sorridendo con gli occhi
lucidi.
- Io..-
annuì e
poi sussurrò: -..penso ancora che il mio passato
verrà usato contro di te. Ma
non posso cancellarlo, anche se vorrei davvero che..-
- Non importa.-
lo bloccò Liam continuando a sorridere e muovere il pollice
lungo il profilo del
suo viso. - Il tuo passato ti ha reso quello che sei ora.-
- Sono felice,
Liam.- mormorò appoggiando la mano libera sulla schiena nuda
del coetaneo. -
Come non lo sono mai stato in vita mia. E voglio frequentare
l’università e
continuare ad essere felice..con te. Se mi vuoi.- aggiunse velocemente
con le
guance completamente rosse.
Il moro chiuse
gli occhi quando sentì le dita dell’altro ragazzo
scorrere lungo il suo viso e
intrecciarsi tra i suoi capelli, sorrise quando lo sentì
sussurrare contro le
sue labbra: - Ti voglio con me finché tu mi vorrai.-
- Io vorrei
tenerti per sempre.- ricambiò, per poi ridacchiare quando la
lingua di Liam
iniziò a giocare con il piccolo anello sul labbro; si
alzò sulle punte e
strinse le dita di una mano tra i suoi capelli marroni per baciarlo con
decisione e passione.
Continuarono a
ridere e baciarsi per qualche minuto, finché Liam non si
staccò sfilandogli il
sacchetto dalle dita e mormorando: - C’è qualcosa
che si raffredda qui, vieni
dentro.-
Zayn lo
seguì,
appoggiando i palmi sulla sua pelle nuda, si guardò intorno
una volta dentro la
piccola villetta e spalancò gli occhi vedendo il mobile a
vetrata pieno di
premi. Rabbrividì quando sentì il fiato caldo del
compagno contro il collo e la
sua frase: - Dopo posso farti fare un giro, partendo dalla camera da
letto.-
Si lasciò
guidare tra i corridoi di quella casa sconosciuta, le mani del castano
sui
fianchi e le sue labbra sul collo, e prese posto sul divano del piccolo
ma
grazioso salotto.
- Quando ho
deciso di comprarmi un appartamento da solo..- iniziò a
spiegare Liam
porgendogli la tazza di caffè e addentando il cupcakes
colorato. - ..mamma ha
voluto arredare tutto quanto, dice che ho un gusto orribile e io non
avevo poi
così tanto tempo da dedicare ai mobili e tutte le altre
cose.- continuò
leccandosi le labbra per togliersi la glassa.
- Ah, tra poco
sarà qui!- esclamò rigirandosi sul divano ed
appoggiando le gambe su quella
dell’altro ragazzo che sbiancò iniziando a tossire
convulsamente. - Di solito
il giorno del mio compleanno lo passo sempre con tutta la famiglia, non
ti da
noia..vero?- chiese sollevando lo sguardo su quello che
iniziò a scuotere la
testa borbottando: - Posso andare via e noi ci vediamo quando vuoi e..-
- Zayn..-
sussurrò il castano concentrandosi sul dolce tra le sue dita
e bisbigliando,
con le guance rosse e un piccolo sorriso sulle labbra. - ..era un modo
per
chiederti se ti andrebbe di passare il mio compleanno con me e la mia
famiglia.-
- Io..-
tentennò
torturandosi il labbro tra i denti e abbassando lo sguardo su quello
che aveva
appoggiato la guancia contro la sua spalla bisbigliando sottovoce: - Mi
piacerebbe davvero tanto passare questa giornata con te.-
- D-Davvero?-
chiese sentendolo annuire e vedendolo muovere la lingua sulla glassa
rossa ripetendo:
- Davvero.-
- Allora..
allora resto.- stabilì, cercando di risultare deciso, ma
fallendo miseramente
con la voce che gli venne a mancare quando incrociò i suoi
occhi così marroni,
illuminati da una gioia quasi infantile.
- Finché
voglio
io?- lo interrogò quello che aveva iniziato a dondolare le
gambe e aveva ormai
finito il dolcetto.
- Dopotutto
è il
tuo compleanno quindi..- tentò di dire bloccandosi
immediatamente quando sentì
la lingua del più piccolo percorrergli lentamente il collo.
- Anch’io
ti
voglio per sempre.- sussurrò contro la sua pelle
mordicchiandogliela appena e
staccandosi con un sorriso felice chiedendo: - Posso mangiare anche il
tuo
cupcakes?-
Annuì a
corto di
parole e osservò il ragazzo che si era allungato verso il
tavolino per prendere
il sacchetto della pasticceria e ora stava mangiando tutto contento
rannicchiato
contro il suo petto.
- Ti piaceranno,
vedrai.- lo informò dopo aver deglutito il primo morso del
dolcetto. - Gli ho
parlato così tanto di te che ormai fai parte della
famiglia.- continuò
mettendosi in bocca quello che era rimasto del cupcakes. - Non ti
offendi se il
giro della casa lo rimandiamo a domani? E poi stanotte resti qui con
me?-
Annuì
ancora,
spingendosi con la schiena contro la spalliera del divano quando se lo
trovò a
cavalcioni con le labbra contro le sue.
- Sono davvero,
davvero, davvero felice che tu sia qui.- sussurrò Liam
baciandogli una guancia
e sussurrando contro il suo orecchio: - Sei tu, la mia musa sei tu.-
Angolo
Shine:
Sono riuscita a
finire l’epilogo, non ci credo.
Scusate se vi ho
fatto aspettare per tanto tempo ma le scorse settimane ero piena di
impegni con
mia sorella che è tornata dal Belgio (a voi non frega
assolutamente niente ma
la tiro in ballo per difendermi u.u)
Quindi, questo
è
quanto.
Grazie per tutti
i commenti, per chi ha solamente letto e per tutto l’affetto
che mi dimostrate.