Fanfic su artisti musicali > Mötley Crüe
Segui la storia  |       
Autore: Angie Mars Halen    11/12/2013    1 recensioni
Nikki sta attraversando il periodo più buio della sua vita e ha l’occasione di incontrare Grace. Dopo il loro primo e burrascoso incontro, tra i due nasce una profonda amicizia e Grace decide di fare del suo meglio per aiutare e sostenere il bassista. Inizialmente Nikki è felice del solido rapporto che si è creato tra lui e questa diciassettenne sconosciuta, ma subentrerà la gelosia nel momento in cui lei inizierà a frequentare uno dei suoi compagni di band. Mentre dovrà fare i conti con questo, Grace, che è molto affezionata a lui e quindi non vuole abbandonarlo, dovrà fare il possibile per non essere trascinata nell’abisso oscuro di Sikki.
[1987]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Nuovo personaggio, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

15) GRACE

Quel tizio con i capelli biondo pulcino non la piantava di squadrarmi dalla testa ai piedi, e più lo faceva, più il suo sorriso astuto si allargava sul suo viso abbronzato. Non appena Mick e Nikki si furono allontanati, cominciò a osservarmi con insistenza mentre mi allacciavo le scarpe, poi si avvicinò tenendo le braccia conserte e assunse un atteggiamento ancora più sfacciato.

“Come ti chiami?” mi domandò fissandomi con gli occhi nocciola e con quel sorrisetto furbo che la raccontava lunga sul suo conto.

“Grace, piacere di conoscerti,” risposi con sufficienza e senza nemmeno guardarlo in faccia.

“Bel nome! Be’, io credo di non aver bisogno di presentazioni.”

Sollevai lentamente lo sguardo cercando di farlo il più truce possibile e mentii. “Credo di sì. Non ho idea di chi tu sia.”

Vince sobbalzò e, per quel che ne sapevo, avrebbe anche potuto pestare i piedi. “Sei seria? Esci col bassista del mio gruppo e non sai chi sono?”

“No,” continuai da brava finta innocente. Vedergli fumare il cervello in quel modo era fottutamente divertente oltre che sadico.

Si grattò la chioma folta e si sedette accanto a me. “Se le cose sono veramente così allora piacere, sono Vince Neil, il cantante del gruppo e–”

“E principale attrazione,” lo interruppi fingendo una voce acuta e petulante.

Vince si sentì lusingato e si inorgoglì ulteriormente, anche se non era quello l’effetto che avevo sperato di creare. “Stavo per dire che sono il frontman, ma anche quello che hai detto tu è assolutamente giusto.”

“Ma fottiti...” borbottai scuotendo il capo di fronte a tutta quelle arie che si dava.

Vince non ebbe il tempo per ribattere perché Mick mi chiamò dal fondo del magazzino. “Datti una mossa, ragazzina. Ti riporto a casa io. E non dire a Vince queste cose, ché potrebbe prenderle per un buon augurio.”

“Avanti, Mars, non fare l’invidioso,” si difese il cantante senza essere minimamente considerato dall’altro, che uscì bofonchiando parole incomprensibili.

Raccolsi la mia borsa dal pavimento e mi diressi verso la porta con dietro Vince che stava ben attento a non perdermi di vista o, per dirla tutta, per non perdere di vista il mio fondoschiena. Ebbe addirittura il coraggio di invitarmi a una festa in un locale di Hollywood a cui sarebbe andato la settimana successiva ma gli risposi che non ero una groupie, facendo attenzione a farmi sentire bene da Mick, che si voltò all’istante e folgorò l’altro con un’occhiataccia.

“È ora di andare via da qui,” mi disse mentre apriva la portiera della sua Corvette rossa.

Quando anche Vince fece per tirare la maniglia, si accorse che era stata bloccata dall’interno. “Che ne dici di aprirmi, Mars?”

Mick lo fissava da dietro il vetro, impassibile. “Tu resti giù, ci penso io a lei. Tornatene pure agli studi.”

“A piedi?” ripeté Vince incredulo. Ci mancò poco che si mettesse a piagnucolare. “Ma sono lontani!”

“Se non vuoi aspettarmi qui, puoi sempre farti una sana passeggiata,” gli rispose Mick mentre metteva in moto, poi lo guardò per l’ultima volta da sopra gli occhiali da sole. “Altrimenti fa’ il bravo, non scappare dal cortile e non abbaiare.”

Vince disse qualcosa in sua difesa mentre stavamo già partendo e purtroppo non riuscii a sentirlo, in compenso lo vidi accasciarsi sconsolato contro il muro, da bravo cucciolo che guarda il padrone allontanarsi, e accendersi una paglia. Una volta fuori dal cortile, tornai a chinare lo sguardo, accorgendomi che avevo le scarpe ancora sporche di fango secco e polvere dalla sera precedente. Abbassai il vetro del finestrino e ci appoggiai sopra un piede, incrociando le braccia.

“Che diamine stai facendo?” indagò Mick, perplesso.

“Abbiamo davanti un lungo viaggio e la tua Corvette del Pleistocene Superiore non merita di essere insudiciata dalle mie scarpe infangate,” risposi imitando il tono di voce che il chitarrista aveva assunto il giorno prima.

“Tira dentro quella gamba,” mi ordinò tutto d’un fiato mentre guidava con la testa insaccata nelle spalle, temendo che qualcuno sul Sunset lo riconoscesse. Se non si fossero accorti che era lui dal tizio che guidava l’auto, avrebbero sicuramente riconosciuto la Corvette rossa, a mio parere certamente più vistosa di un paio di gambe appoggiate al finestrino aperto. Dopo un po’, mentre eravamo fermi a un incrocio fuori Hollywood, Mick aprì la capote dell’auto.

“Poi la mia auto è del ’76,” mi corresse. “Mi chiedo come faccia Sixx a stare con una come te.”

“Perché, cos’ho che non va?”

Mick fece spallucce e accese una sigaretta. “Hai sempre qualcosa da ridire su tutto. Ne vuoi una?”

“Non mi va,” risposi acida, volgendo lo sguardo da un’altra parte.

Mick cacciò il pacchetto in un portaoggetti sotto la leva del cambio e proseguimmo dritto fino a Van Nuys senza dirci una parola, fatta eccezione per qualche melodia a me del tutto sconosciuta che ogni tanto prendeva a canticchiare. Mi feci scaricare nel solito parcheggio nella zona residenziale in cui abitavo e, prima di scendere, ringraziai Mick per il secondo passaggio. Lui fece la sua risata strana e inquietante. “Figurati, bella. Se domattina vuoi che venga da Hollywood per accompagnarti a lezione basta una telefonata.”

“Non farmi venire strane idee perché potresti veramente ricevere una chiamata alle sette e mezza del mattino, e le mie scarpe saranno appositamente sporche di fango, polvere e qualsiasi altra cosa possa insozzarti i tappetini della Corvette,” ribattei acida.

Mick si lasciò sfuggire un sorriso ma tornò subito serio come se si fosse accorto che sorridere era sbagliato, poi appoggiò un gomito sul volante e mi fece cenno di avvicinarmi. “Senti, forse ieri non sono stato abbastanza chiaro. Fai attenzione con Nikki.”

Alzai gli occhi al cielo. “Ancora con questa storia? Non hai di che preoccuparti, perché siamo amici e basta.”

“Ho capito, però continuo a stare in pensiero lo stesso per entrambi,” confessò incupito, ma un attimo dopo stava già ridendo alla sua folle maniera. “A proposito, almeno al magazzino vi siete divertiti?”

“Posso dire di aver dormito bene,” risposi con estrema calma.

“Perfetto. Allora a mai più, ragazzina!”

E guizzò via a bordo della sua macchina rossa. Lo guardai correre fino in fondo alla strada, inchiodare e ripartire, e sentii lo stridio degli pneumatici alla curva successiva. Mi avviai verso casa, pensando a quanto fosse strano quell’individuo, e proprio dopo aver girato l’angolo incontrai l’unica persona che poteva avermi fatto la posta in quel luogo, ovvero Elisabeth. L’unica differenza dal giorno precedente era che non me la ritrovai davanti con i pugni stretti e gli occhi iniettati di rabbia, ma se ne stava seduta sul muretto, mogia come non l’avevo mai vista. Sobbalzò quando si accorse della mia presenza e si scusò per non avermi notata subito.

“Qualcosa non va Beth? Sei strana,” le domandai mentre la osservavo starsene immobile a guardare un punto indefinito davanti a lei.

“Sì, cioè... sono un po’ confusa,” disse con tono piatto. “Sono in crisi con Grant da un paio di giorni. Molto in crisi.”

Strabuzzai gli occhi. Come potevano essere in crisi proprio loro, che a mio avviso erano la coppia perfetta? Quando glielo chiesi non seppe darmi una risposta e si limitò a dire che insieme non stavano più bene come prima, e che secondo lei era giunta l’ora di farla finita.

“Poi ieri sera ho conosciuto un tipo,” raccontò sottovoce e senza più piangere – e finalmente si spiegava quasi tutto. La sera precedente, infatti, era uscita con una nostra amica, e io avevo detto a mia madre che sarei andata con loro.

“E con Grant?” non mi andava a genio che prendesse e mollasse il mio migliore amico, ma non potevo nemmeno immischiarmi troppo nei loro affari sentimentali.

Elisabeth si dondolò mentre pensava. “Credo che sia giunta l’ora di chiudere, anzi, forse lo abbiamo già fatto. Lui ha bisogno di un’altra che non sia come me e viceversa. Avrò un bel ricordo dei nostri giorni passati insieme.”

“Spero che non l’abbia presa troppo male,” esclamai, già pronta a telefonargli non appena fossi tornata a casa.

Beth fece spallucce. “Ci è rimasto male come ci sono rimasta io, ma non ci metterà molto a trovare un’altra.”

“Lo so, è un bel ragazzo e sicuramente non sarà un’impresa difficile,” dissi, poi mi ricordai di un’altra cosa importante da chiedere. “Cosa dicevi a proposito del tipo di ieri sera?”

Elisabeth mi afferrò per un polso e mi costrinse a sedermi accanto a lei per parlare ancora più piano. Si guardò intorno con fare sospettoso poi mi cinse le spalle con un braccio. “Ieri sono stata a Hollywood con Anne del corso di portoghese e siamo andate a fare quattro salti al Whisky a Go-Go, ovviamente all’insaputa di mia madre. Anne conosceva una delle ragazze della band che ha aperto, così ci siamo fatte un giro nel backstage. Là ho incontrato questo ragazzo che ha insistito per offrirmi da bere, e abbiamo chiacchierato a lungo. Mi ha detto che se sabato prossimo tornerò al Whisky ci sarà anche lui.”

Soffocai una risata portandomi una mano sulle labbra. “Porca miseria, Beth, ti sei appena lasciata e hai già trovato qualcun altro? Raccontami di lui. Almeno è bello?”

Elisabeth annuì soddisfatta e con l’aria sognante degna di una dodicenne innamorata. “Molto. Se sabato vieni con me al Whisky, te lo faccio vedere. Ieri l’ho visto bazzicare con dei ragazzi carini, e magari ne possiamo conoscere un po’.”

“Non vorrei fare da terzo incomodo.”

“Non accadrà, te lo prometto. Poi non posso di certo andarci da sola.”

Se c’è una cosa a cui non ho mai saputo resistere sono proprio gli occhi dolci di Beth, ai quali quella volta aggiunse anche un sorriso sfavillante.

“D’accordo, sarò il tuo terzo incomodo, ma ti avverto subito che se dovessi sentirmi di troppo me ne andrò,” misi in chiaro.

Beth esultò e mi saltò al collo per stringermi in un abbraccio affettuoso. “Grazie, ti devo un favore!”

Afferrai l’occasione al volo. “Mi basta che tu non dica a nessuno che mi hai vista scendere dalla macchina di quel tipo che, per la cronaca, è un collega del ragazzo della Villa ed è molto preoccupato per le sue condizioni.”

Beth fece un sospiro di sollievo. “Quindi mi assicuri che è una brava persona?”

“Non è uno stinco di santo, ma credo che sotto ci sia del buono,” risposi con un sospiro, poi aggiunsi. “Suona in una band con i controcoglioni, ma non credo che sia uno stronzo.”

Beth si alzò dal muretto con un salto e si stiracchiò, poi mi fece cenno di seguirla. “Cosa c’entra che suona in una band? Anche il ragazzo di ieri sera ha detto du avere un gruppo ed è un po’ strano. Non so nemmeno se sabato lo troverò per davvero. Probabilmente ha parlato solo per dare aria ai denti e quando lo vedrò avrà già rimorchiato un’altra, ma tentar non nuoce. Ma al di là del tipo, ho proprio bisogno di un’altra serata al Whisky.”




N. d’A.: Buonasera!
Elisabeth e le sue lagne tornano a colpire, ma sta già cambiando idea. A voi i film mentali!
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Prima di salutarvi, però, è bene che scriva un ultimo appunto: AUGURI SIXX!!
Quel vecchio... :’) Ho anche una cosuccia per lui, ma quella è tutta un’altra storia.
Grazie di tutto e a mercoledì prossimo!

Angie

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mötley Crüe / Vai alla pagina dell'autore: Angie Mars Halen