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Autore: Stellina_chan    11/12/2013    1 recensioni
Medusa alla sua morte non ha lasciato solo un cavallo alato e dei coralli. Se avesse avuto una bambina? E se questa, ormai adulta, cercasse vendetta?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Buio completo.
Era come se il sole si fosse spento e noi fossimo cento metri sotto terra.

Eppure non dovetti nemmeno usare i miei poteri di Gorgone per vederci. Era come se le persone -o meglio: creature mitologiche- emanassero una luce propria abbastanza forte da illuminare la propria immagine.
In effetti, se mi avessero chiesto di definire il luogo in cui ci trovavamo, avreiusato la parola “vuoto”.
 

Benvenuti. Spero non siate troppo sorpresi da questa anticipazione...
 

Una voce. Non si capiva da dove arrivasse, nè tantomeno si poteva determinare se fosse un uomo o una donna a parlare. C'erano anche seri dubbi riguardo al fatto che fosse un adulto.

-Chi è?- mi chiese Perseo.
-Zitto.- lo fulminai con un'occhiata.
 

... ma se non ci fosse un pò di movimento qui, quale sarebbe il mio compito?
 

La voce rise. Una risata bassa, cupa. Malvagia.

-Chi sei?- urlò quella testa di cavolo al mio fianco.
-Perseo!- lo rimproverai.
-Che c'è? Visto che non vuoi darmi spiegazioni faccio da solo!-
Touchè.
-Ma ti sembra il modo?!-
 

Ma guarda.... Perseo. E Amanda. Che cosa... curiosa, oserei dire. Avevo deciso di farvi incontrare, ma davvero non immaginavo di vederti così vivo, Perseo.
 

A quelle parole sentii dei brividi corrermi lungo la schiena: il mio compagno non poteva ancora scoprire la verità.
Così, onde evitare che nascessero domande scomode, dirottai la converazione.

-Scusalo, ti prego. Non sa quello che dice. Dovresti saperlo meglio di chiunque altro.- affermai, rimanendo immobile.
-E invece lo so.- rispose Perseo, chiudendomi la bocca.-Ora potrei conoscere il tuo nome?-
 

Oh, ma certo. Che sbadato. Io sono Fato. Lieto di incontrarti, eroe.
 

-Ma che piacere.- sussurrò seccamente, per niente convinto.
 

Suvvia, non usare quel tono. Non sono poi stato così crudele nei tuoi confronti.
 

-Punti di vista.-
 

Certo, certo. Avrai occasione di discutere riguardo alla sorte con Amanda.
 

Dovevo intervenire. Stava decisamente lasciando troppi indizi.
-Potresti spiegare a tutti noi come iniziare?- chiesi. Forse con un pò troppa sfacciataggine, in effetti. In fondo lui decideva il mio destino.
 

Che fretta hai, creatura? Non sei forse immortale?
 

- Io si, il mio compagno no. Non vorrei ritorvarmi a gareggiare con un vecchietto.-
 

Arrogante. Mi piace. Penso che ci divertiremo, io e te...
 

-Non intendevo esserlo.-
 

Comunque hai ragione. Stiamo perdendo tempo. Cominciamo.
 

***
 

Cademmo.
So solo questo.
Non saprei definire per quanto tempo o fino a dove, ma cademmo.

Tati improvvisamente mi comparve di fianco.-Amy! Tieni questo!- urlò, cercando di sovrastare il rumore dell'aria che passava nelle orecchie e passandomi un braccialetto dorato con incastonata una pietra turchese.

La guardai attentamente, ancora una volta assurdamente colpita dal lavoro di Orazio. Indossava un copricapo di piume rosse, blu e gialle, come quelle del suo piumaggio da fenice, e il corpo era protetto da una corazza che sembrava brillare.

-E' quello che penso?- domandai, alzando il gioiello.
-Esattamente. Ci sentiamo stasera!- affermò, sorridendo. Poi scomparve.

Lo allacciai al polso destro: perderlo sarebbe equivalso a partire almeno con il cinquanta percento di possibilità in più di venire sconfitta nei Giochi, visto che era il mio unico contatto con la mia unica alleata, quale era Tati.

Stavo giusto per mettermi a cercare Perseo quando qualcosa mi colpì alle spalle, facendomi cadere nell'oscurità più assoluta. L'ultimo pensiero fu che, qualunque cosa fosse stata a colpirmi, avrebbe passato un brutto quarto d'ora una volta individuata, al mio risveglio.
 

***
 

-Amanda... Amanda, svegliati...-

Una voce maschile. Molto dolce, dovevo ammetterlo.
Ma questo non mi faceva comunque desistere dal voler prendere a pugni il suo possessore.
Mi resi conto che la testa era un dolore unico: sembrava che fossi finita in una campana che suonava la mezzanotte.

-Mmm...- grugnii.
-Amanda.... apri gli occhi. Guarda dove siamo.-
Bè, ci avevo visto giusto, dunque non ero del tutto irrecuperabile: Perseo. E a quanto pareva, quella era proprio una foresta.
-E... scusami per averti colpito. E' colpa mia se sei ridotta così.-
Ecco. Perfetto, pensai: le Infernali erano appena cominciate e noi iniziavamo già bene.
Sollevai le palpebre e lo fissai.-Ottima mossa, eroe.- lo canzonai, cercando di alzarmi.
-Piano.- mi intimò, aiutandomi.
-Grazie.-
Mi scrutò, stupito.-E' il mio dovere.-
Gli tirai uno schiaffo.
-Ma... che stai facendo?!- mi urlò contro, mentre si teneva la guancia sinistra e sgranava talmente tanto gli occhi da sembrare una civetta.
-Questo è per avermi fatto svenire. Ovviamente, non accetto le tue scuse.-
-Sei insopportabile.-
Controllai che ci fosse ancora il bracciale. Almeno qualcosa stava andando bene, in tutto quel macello.
-Non sai quanto.- risposi, ridendo di gusto a causa dei tratti del suo viso, contorti dalla rabbia e dallo stupore, e anche un po' per il nervosismo che se ne andava.
Lui smise di massaggiarsi la parte lesa e mi guardò fisso negli occhi. Poi allargò le braccia. -Bè? Ora che si fa?-
In quel momento venne il mio turno di lanciargli uno sguardo allibito.
-Davvero me lo stai chiedendo? Tu, l'eroe forte e coraggioso che ha combattuto mostri e uomini?-
-Come vuoi. D'ora in poi faremo così: io ordino, tu obbedisci.-, mi disse, incorciando le braccia al petto -Cominciamo con questo: troviamo una fonte d'acqua e un riparo. Si sta facendo buio e sicuramente non voglio trovarmi all'aperto quando Apollo scaglierà frecce contro qualche semidio.-
-Per me va bene. Però dimenticati che mi comporterò come un cagnolino.-
-Non me l'hai chiesto tu di agire così?- mi domandò, socchiudendo gli occhi con fare di chi te l'ha fatta grossa sotto il naso.
-No. Ti ho chiesto solo di partecipare.-
 

***
 

Era poco meno di un'ora che stavamo camminando, io davanti, lui un due passi indietro, per coprirmi le spalle.
Dovevo ammettere che non era tanto male come compagno: si muoveva agilmente e con una leggerezza incredibile per evitare di fare troppo rumore, non era invadente e sembrava aver abbandonato il suo lato pervertito e stupido in favore della pronteza di riflessi in caso di pericolo.

-Amanda?- cominciò, interrompendo i miei pensieri.
-Cosa c'è?-
-Fermati. Ho trovato il luogo ideale.-

Mi girai a guardarlo, pensando che molto probabilmente avevo parlato troppo presto.
Uno dei requisiti dell'accampamento era la vicinanza ad una fonte di acqua potabile: sfortunatamente per noi però non si sentiva nemmeno il rumore di un misero fiumiciattolo.

-Stai scherzando, vero?-
 -Per niente. Chiudi gli occhi e ascolta.-

Eseguii, seppur dubbiosa. Al massimo avrei riposato gli occhi per qualche secondo.
Uno.

Due.

Tre.

-Io non sento niente.-
 -Non devi ascoltare con le orecchie, ma col corpo.-
Inutile dire che lo guardai come se avesse detto che le zucchine crescono sugli alberi.
-Certo, come ho fatto a non arrivarci, mi chiedo io...- dissi, sarcastica.
Ancora una volta, però, feci ciò che aveva detto. E mi fu chiaro.
L'acqua era sotto di noi. Scorreva al massimo a cinquanta centimetri sotto di noi.

-La senti?-sorrise.
-Si. Dove porta?-
-Questo speravo me lo dicessi tu.-
-Io?-
-Già. Testiamo le tue capacità, no?- mi prese in giro.
-Ok. Per di là.-

Grazie a lui avevo sì sbattuto la testa, ma capire la direzione in cui scorreva una grossa massa d'acqua lo avrebbe saputo fare anche Efesto.*

 

***
 

-Ottimo, direi. Una grotta!-
Gongolavo a quella vista e Perseo stava sinceramente cercando di capire il perchè.
-Come mai così euforica? E' solo un normalissimo rifugio.-

Come spiegarglielo? Come dirgli che le Gorgoni erano creature legate alla terra?

-Ah, niente di che. Da piccola trascorrevo semplicemente ore a giocare in luoghi come questi.-
Mi fissò per un po', poi scosse la testa, come per scacciare un pensiero strampalato, ed entrò.
-Senza dubbio molto adatta. Guarda là in fondo: una piscina naturale.-
-Davvero?-
-Si, potremmo lavarci e....-


Perdonatemi tutti la nuova interruzione. Sono ancora io, Fato. Mi dispiace davvero, ma non potevo resistere: dovevo assolutamente agire per rendere le cose un po' più movimentate, perchè, ahimè, non c'è stata alcuna lotta. Trovo che ci siano troppi segreti, qui dentro.
Vogliamo svelarne giusto un paio?






*Efesto è il dio geco che vive all'interno di un vulcano. Niente, mi sembrava una cosa carina fare il paragone tra un dio del fuoco e l'acqua. Lo so, lo so, molto probabilmente era pessima. Abbiate pietà.

  
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