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Autore: AboutGre    12/12/2013    4 recensioni
[Raccolta di Flashfic/OneShot]
Entrare nell'arena ti trasforma, ti rende una persona diversa: o muori o perde te stesso. Ma per i bambini di Panem, l'innocenza è una cosa che si perde molto prima.
Brevi One Shot sui bambini che poi sarebbero diventati tributi.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Tributi edizioni passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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     Peeta, Distretto 12:
  
    L'amore ha il sapore del Giacimento

 
La strada che portava dalla panetteria Mellark alla scuola del Distretto 12 non era particolarmente lunga, ma quel giorno tutte le strade erano affollate.
Forse perché era il primo giorno di scuola, ma sembrava che tutti i genitori del distretto avessero accompagnato i figli fino davanti al grande cancello in ferro che delimitava l'edifico scolastico.
Quando arrivarono nella piazzola davanti alla struttura scolastica, Peeta sospirò. Era un po'  nervoso all'idea di dover affrontare per la prima volta una vera lezione.Non sapeva bene come si sarebbe dovuto comportare con la maestra e anche con i nuovi compagni. Certo,non che quest'ultima cosa fosse difficile per lui: gli riusciva particolarmente facile fare amicizia.
Strinse le mani attorno alle bretelle dello zaino e alzò lo sguardo. Non troppo lontano da lui, proprio vicino alla grande quercia centenaria, stava una bambina che avrà avuto più o meno la sua età, sei anni.
La bambina aveva i capelli neri legati in due treccine, gli occhi  erano grigi e le labbra carnose risaltavano nel visino bianco e magro. Aveva vestiti piuttosto trasandati e sporchi di fuligine, la camicia a quadri era rattoppata così come le scarpe che sembravano vecchie di generazioni. Non c'erano dubbi che quella bambina fosse del Giacimento.
Peeta si sentì mancare il respiro, più la guardava più non riusciva a concepire niente di più bello. Sorrise incantanto, chiedendosi quale potesse essere il suo nome. 
"Si chiama Katniss Everdeen" sussurrò suo padre leggendogli  nel pensiero.
Peeta sobbalzò, ma non riuscì comunque a togliersi un sorriso da ebete dal volto. Si scostò i capelli biondo cenere dalla fronte ed osservò suo padre che goffamente gli stava accanto, guardando nella direzione di quella stupenda bambina.
Peeta ripetè piano quel nome, Katniss. Era davvero perfetto per lei. Sembrava che quei vispi occhietti grigi potessero portare soltanto quel nome.
"Conoscevo sua madre, la amavo, ma lei sposò un minatore" disse con un sospiro suo padre, prima di abbassare gli occhi
Peeta tornò a osservare la bambina, solo allora notò che non era sola. Accanto a lei, c'era una donna sulla trentina con i capelli biondi. Dimostrava sicuramente di più della sua età, forse perché anche lei era molto magra.
La donna sistemò le trecce a Katniss e gli stampò un bacio su una guancia, prima di sparire nella folta nebbia mattutina.
Sicuramente era sua madre, la donna che sposò un minatore invece che un panettiere. Doveva essere molto stupida, pensò Peeta.
I minatori sono poveri, mentre la sua famiglia era piuttosto benestante. Non poteva capacitarsi della scelta della Signora Everdeen.
Peeta sentì la barba del padre sfiorargli il volto. Scrollò la testa, non si era accorto che la campanella era suonata e che tutti bambini attorno a lui stavano entrando. Rabbrividì, aveva un po' di paura... ma soprattutto sperò che quell'adorabile bambina fosse nella sua stessa classe.
Si voltò un'ultima volta, ma non la vide più. Probabilmente era già dentro, forse era già seduta al suo banco
In pochi secondi, Peeta era già in classe.
Si lasciò scappare un sospiro,però, quando vide che Katniss si era già seduta.Era l'unico banco che non ne aveva un'altro attaccato ed era proprio accanto alla grande finestra che dava sul giardino.
Peeta si sedette nella seconda fila, insieme ad un altro bambino moro che si presentò come Reed. Ma a Peeta interessava soltanto che ,da quella posizione, poteva osservare la sua Katniss senza doversi voltare completamente e quindi essere scoperto.
Quando pochi minuti dopo la maestra entrò in classe, Peeta era ancora distratto da Katniss che si arricciava la punta delle trecce nelle dita e scribacchiava qualcosa su dei fogli.
"Per conoscerci meglio, credo si oppurtuno dire i nostri nomi" disse la maestra con un gran sorriso "Tu, nell'ultima fila, come ti chiami?"
Il dito della maestra indicava proprio Katniss, che arrossì impercettibilmente.Si morse un labbro e deglutì nervosamente.
"M-mi chiamo Katniss" balbettò, guardando il banco davanti a lei "Katniss Everdeen"
Peeta ,naturalmente , sapeva già come si chiamava, ma sentirlo dire da lei faceva tutto un'altro effetto. Detto da lei, quel nome sembrava ancora più perfetto.
A turno, tutti dissero il proprio nome . Quando toccò a Peeta guardò di sfuggita se lei stesse ascoltando, ma il suo sguardo era perso fuori dalla finestra. E così restò per tutta la mattinata, i suoi occhi grigi non facevano che scrutare gli alberi del giardino tinti di un giallo autunnale e non sembrava neanche notare i continui interventi di Peeta. Interventi che lui faceva solo per farsi notare da lei, naturalmente.
Ma fu all'ora di musica, che la  soglia d'attenzione della bambina salì notevolmente. Iniziarono a cantare la "canzone della valle", canzone che Peeta non conosceva. Invece Katniss, sembrava saperne ogni parola. La cantava con felicità, sorridendo e intonando ogni strofa come una vera cantante.
La sua voce era soave, non sembrava neanche vera. Peeta sentì le lacrime agli occhi, ebbe l'impressione che il petto gli stesse scoppiando. Non riusciva a smettere di sorridere, avrebbe solo voluto andare da Katniss ed abbracciarla. Era davvero una principessa.
E fu così che Peeta si innamorò.
Passò un settimana, senza che il piccolo ragazzo del pane riuscisse a parlare alla sua principessa. Forse perché lei stava sempre in disparte o forse perché lui si sentiva un groppo alla gola ogni volta che le si avvicinava.
Una mattina, durante la ricreazione, Peeta propose ad alcuni compagni giocare a nascondino. Era una buona idea, anche perché il bambino era un asso nel nascondersi e sapeva qualche nascondiglio che gli avrebbero permesso di vincere.
Reed propose a Peeta di fare la conta, per decidere chi avrebbe dovuto contare, ma gli occhi del bambino erano persi in una direzione lontana. Infatti, stava osservando Katniss, che era accucciata sotto alla grande quercia e si gustava un piccolo pezzettino di pane secco e del formaggio di capra.
Non doveva essere particolarmente appetitoso, Peeta mangiava del pane di gran lunga migliore di solito, però a lei sembrava piacere.
"Forse dovremmo chiederle di giocare" propose Peeta guardando i compagni " Sta sempre sola, gli farebbe piacere avere degli amici"
Gli occhi dei compagni si fecero sorpresi. Peeta non capiva che cosa avesse detto di male, in fondo Katniss era adorabile e sicuramente era anche molto simpatica.
"Sei diventato matto, Peeta? Quella è del Giacimento" esclamò Reed, come se stesse dicendo la cosa più ovvia dell'universo.
Ora era Peeta ad essere confuso, oltre che arrabbiato. Che cosa importava se Katniss fosse del Giacimento? Certo, non era ricca. Ma era davvero così importante?
" Mio padre non vuole che gioco con i ragazzi del Giacimento. Dice che rubano e che sono dei delinquenti" informò il gruppo Georgine, la bambina dai capelli biondi e lunghi che abitava proprio di fronte alla panetteria
Peeta si sentì il viso in fiamme. Era proprio il genere di discorsi che faceva sua madre: quando le aveva detto che Katniss era molto carina, lei gli aveva urlato in faccia di non provare neanche a parlarle.
" E io gli credo,è gente strana... faresti meglio a lasciarla stare quella, amico mio" disse Reed posando una mano sulla spalla di Peeta 
Il ragazzo,dal canto suo, non credeva ad una parola. Lui sapeva che Katniss non era una poco di buono o una delinquente. Era una bambina di sei anni, proprio come lui.
La guardò per l'ultima volta, mentre arricciava il nasino e richiudeva il panino nella carta velina.
Probabilmente,perché doveva farselo bastare anche per il pranzo.
Fu in quel momento che Katniss alzò gli occhi. Peeta sentì un buco allo stomaco quando il blu dei suoi occhi si fuse al grigio di lei. Durò un'attimo, perché Katniss abbassò lo sguardo e Peeta venne trascinato via dagli amici.
Ma quell'attimo fece capire tutto a Peeta. Sì, capì.
 Capì e restò amareggiato da quello che aveva scoperto, perché era spiacevole. Era una cosa da grandi. Qualcosa che nella sua innocenza da bambino non aveva capito... ma che ora risultava chiarissima.
Katniss era del Giacimento, lui no. Questo non gli avrebbe mai permesso di essere amici. Perché tutti si aspettano che lui avesse amici ricchi e che lei avesse amici poveri.
Poi però, la mente del piccolo ragazzo del pane divagò fino ad arrivare alle parole del padre "Conoscevo sua madre, ero innamorato di lei ma lei sposò un minatore"
E  questa volta capì davvero. Capì perché la madre di Katniss aveva scelto un minatore, invece che un fornaio. Per amore.
Lui era ancora piccolo, ma sapeva bene cos'era l'amore. L'amore sapeva di pane caldo. Anzi,da oggi, per lui l'Amore sapeva di Giacimento.
Non sapeva come o quando o per quale ragione, ma era convinto che ,prima o poi, Katniss Everdeen avrebbe notato che Peeta Mellark esisteva, e che era perdutamente innamorato di lei.
Il piccolo Peeta non poteva saperlo, ma aveva maledettamente ragione.


Angolo Autrice:

Buona serata a tutti!
Ok, so che probabilmente avrei dovuto pubblicare Cato ma... non ho resistito al fascino del ragazzo del pane :3
Faccio due premesse, che spero consedererete prima di uccidermi di insulti nelle recensioni.
Premessa numer one: Io sono pazzamente Team Gale - anche se il ragazzo del pane è universalmente adorabile... non posso non ritenerlo incredibile, pur preferendogli Gale- . Perciò, quando devo scrivere qualcosa su Peeta mi trovo perennemente in difficoltà.
Ho sempre paura di farlo OOC. Spero che vi sia piaciuto... nel caso contrario, chiedo umilmente scusa a tutte voi Everlack che avete avuto la carità di leggere la mia ff.
Premesse numer Two: So che l'incontro Katniss-Peeta è molto frequente nelle fanfiction e spero di non avervi annoiato. Cioè, mi sono distaccata da tutte le fanfiction che ho letto su questo episodio e naturalmente c'ho aggiunto i miei particolari. Ovvero, la perdità dell'innocenza da parte del piccolo ragazzo del pane.
Anyway, spero di non ricevere fiotti di pomodori in faccia. Se ho sbagliato qualcosa o avete appunti da farmi notare  ecc, ecc dite pure nelle recensioni :)
A presto
Katgale97

   
 
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