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Autore: Matteo Il Censore    21/12/2013    1 recensioni
Non prendete questa storia troppo sul serio. Queste sono le eroiche imprese di una gomma qualsiasi, un oggetto apparentemente insignificante ma capace di vivere attraverso una penna maldestra. E' stata definita un' Ode alla Cancelleria. L'unico intento di queste pagine, scritte con tono volutamente latineggiante e epicamente altisonante, è quello di strapparvi l'atto d'amore più antico del mondo: il sorriso.
Genere: Avventura, Parodia, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Venere regna, assisa 'ntrono,
nostro breve e incerto tempo.
Pure divo Marte nel frastuono
al dolce carme mai ha scampo.
Ché il dolce nettare è fiele amaro
e ragion fugge come nave 'l varo.

E nostra ragion sì spesso erra,
pur è 'l tempo di tempo avaro,
verso un paradiso, su la Terra.
Così il mio verso fluisce caro
e trova Bic - suo audace capitano,
riposato, gagliardo ad ir lontano.

Oh bea acqua di fonte, sì pura!
Così rifulgi, luce dell' altopiano;
eppur basta 'na fangosa mistura
e sì si staglia e sì divieni pantano.
L'oscuro sovente colma ogni spiraglio,
ciò che pesa su core è arduo bagaglio.

Spesso dicono che l'eroe vero
giammai prese fallace abbaglio,
e pur a cavallier, anche se altero,
non si puote negar quel cartiglio,
che in ignota lingua et altisonante,
de emozioni umane è unico atlante.

Così Bic arrivò, pavido ma fiero,
in ignoto luogo e come l' infante
con avido sguardo 'l globo intero
guata, così fe' la città affascinante.
Era ambara, antica capitale del regno,
venne pel torneo, trovavi malo pegno.

Viveva lì giovine matita sì bella,
che mai vi trionfò uman ingegno.
L'alma d'amanti è in aurea cella,
ma sempre di ragion fa sdegno.
E Bic, che n'avea vinti di imboscati1,
sì cadde nel più dolce degli agguati.

E iscritta allor brillò legge infelice,
incisa da nostra universa genitrice,
e tosto s'udì la sua materna voce,
sempre sia asì: s'ei piace, ei noce2.

Note
1: imboscati = guerrieri nascosti per tendere un'imboscata
2: lo scrittore dimostra qui d'aver letto il Tasso, suo acerrimo nemico in quanto scrittore di maggior successo. Qui ne ribalta un celebre verso, forse per vanagloria o forse per acidità.

Angolo della penna maldestra
Mi sembrava il minimo, giunti così avanti in questo poema maldestro, dare spazio ad un altro dei topi letterari di maggior successo: l'amore. Questo è anche l'unico canto che ho completato prima di natale, dunque ai miei due recensori vanno i più sinceri augri! Spero vi sia piaciuto lo stesso il capitolo, anche se forse di minore originalità rispetto agli altri. D'altronde la mia opera non poteva proseguire senza cantare anche un po' d'amori, accanto alle armi. Cosa riserva al giovane Bic il suo futuro? (ovviamente le recensioni mi fanno piacere e più ne riceverà la mia maldestra composizione e più spesso potrete leggere le mie carte, raccattandole da terra, dove sicuramente le avete trovate).

 







 
   
 
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