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Autore: Raya_Cap_Fee    21/12/2013    9 recensioni
Mi chiamo Sarah Jane Donough e nell’Agosto del 1980 sono morta in un incidente a soli vent’anni. Trovate che sia triste? Non datevene pena. Non sono andata verso la luce, sono stata trattenuta qui sulla terra nelle vesti invisibili della Morte. Beh, una delle tante Morti in realtà. Ho il compito di prelevare le anime da questo mondo e guidarle verso la luce. Ora è giunto il momento di passare la falce, simbolicamente parlando, al mio successore. Daniel Duroy. Finalmente potrò essere libera.
Mi chiamo Sarah Jane e sono la Morte.
Genere: Comico, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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COME FOSSI NIENTE, COME FOSSI ACQUA DENTRO ACQUA






 
Stirai appena le labbra, in un sorriso rivolto alla ragazza che accompagnava Daniel.

“Sarah Jane” mi presentai, mantenendo un tono calmo mentre lei mi fissava come a voler constatare se potessi essere una minaccia. Evidentemente no, dal successivo sorriso che si fece largo sul viso pallido e contornato dai capelli neri tagliati a caschetto.

“Chelsea Rewood.E’ una tua amica Daniel?” chiese verso il giocatore che alternava lo sguardo tra me e Chelsea.

“Emh…sì. Non credevo venissi” si rivolse poi a me e io feci spallucce. Non mi sembrava di avergli detto di no. Probabilmente aveva interpretato a modo suo il silenzio e la portiera sbattuta. Colpa mia.
Duroy sembrava confuso da qualcosa e scuotendo appena il capo si avvicinò alla sua macchina, seguito da Chelsea.

“Dove stai andando?” sentii la voce di Daniel e mi voltai a guardare il ragazzo che si rivolgeva all’altra.
Chelsea sembrò interdetta, una mano già posata sulla maniglia “Avevi detto che volevi stare con me stasera”.

“Non l’ho mai detto” rispose lui gettando sui sedili posteriori il borsone che aveva in spalla. Si appoggiò con entrambe le mani al tettuccio e guardò Chelsea dall’altro lato. Mi sentii di troppo ma avevo voglia di vedere Daniel discutere con qualcuno che non fossi io prima di tornarmene a casa, irritata per essere uscita.
“Sì che l’hai detto Daniel” sibilò lei lanciandomi un’occhiataccia, come se fossi io la causa di quel cambiamento. Inarcai se sopracciglia e accennai un sorrisetto.
“Chelsea…”

“Lo sai che ti dico Daniel? Vaffanculo!” aprì la portiera della macchina solo per sbatterla con forza.

“Ehy..”protestò il ragazzo ma lei lo interruppe “Sono stanca di correrti dietro per poi essere accantonata ogni volta per qualche ragazza diversa te la fa vedere” gridò.

Inarcai le sopracciglia verso l’alto, perplessa e lanciai un’occhiata a Daniel che pareva, più che sconvolto, scocciato “Noi non stiamo insieme Chelsea” borbottò.
Sospettai che quelle parole non sarebbero piaciute a Chelsea.
“Ah già dimenticavo,io apro solo le gambe. Stronzo!” gridò ancora prima di allontanarsi sui tacchi. Beata lei che sapeva correrci addirittura sopra.

Sospirai sommessamente. Era stato uno scontro duro ma intenso. Soddisfacente.

Feci per voltarmi nuovamente ma la voce di Daniel mi bloccò “Dove stai andando?” chiese nuovamente, stavolta rivolto a me. Lo guardai da sopra una spalla “A casa?” domandai. Dove altro sarei dovuta andare?

“Vieni con me?” mi chiese. Mi voltai verso di lui, le mani infilate nella tasche dei jeans “Non credo sia una buona idea. Se vuoi intraprendere un certo tipo di serata era meglio che non ti inimicassi la ragazza” risposi tranquilla.
Non avrei sostituito Rewood.

Daniel sbuffò infastidito “Sali in macchina Sarah Jane” borbottò lui entrando nel veicolo. Sbattei le palpebre un paio di volte, sorpresa che mi avesse chiamata per la prima volta con il mio nome. Niente Folletto, niente Gattina, niente aiutante di Babbo Natale. Sarah Jane.

“Voglio ricordarti Duroy…” dissi avvicinandomi in fretta alla macchina e prendendo posto all’interno lato passeggero “….che mi hai appena chiamato per nome” continuai voltandomi a guardarlo.
Lui sembrò rendersene conto solo in quel momento e sembrò agitarsi.

“Non dovresti trattare così le tue ragazze sai?” cambiai discorso nel notare quanto Duroy sembrasse a disagio. Appoggiai i piedi sul cruscotto e mi misi comoda mentre lui partiva.

“Non la sopporto è un idiota” risposta lui riferito probabilmente a Chelsea.

“Sembra un virus comune in questa città. Qualcosa infesta l’aria per caso?” mormorai, pungente “Hai appena rinunciato ad una serata piccante per caricare me in macchina. Che piani hai Duroy?” continuai sospettosa osservando il suo profilo.
Non sembrava intenzionato a rispondere ed io mi arressi all’ennesimo silenzio irritante di Daniel Duroy.
 
E così rimasi in silenzio anch’io. Non aveva idea non chi avesse a che fare il ragazzo.
 
Quando parcheggiò di fronte ad una pizzeria, poco lontana dal parco mi limitai ad inarcare le sopracciglia mentre lui scendeva dalla macchina. Vedendo che non accennavo a muovermi si decise a spiccicare parola “Scendi?”

“Dipende per fare cosa” ribattei mettendo giù i piedi.

“A mangiare Folletto”.

Ero ritornata Folletto.
Sbuffai appena e guardai oltre il finestrino. Uscii dalla macchina sbattendo la portiera “Si può sapere perché ve la prendete con la macchina?” mugugnò stizzito Daniel.

All’interno il locale era semivuoto ma carino. Il pavimento bianco e i tavoli di acciaio rettangolari sistemati lungo la vestrata in righe ordinate.
Mi sentii improvvisamente agitata per quella situazione, qualcosa si smosse nel mio stomaco e io lanciai un’occhiata a Daniel. Mi stava portando a mangiare fuori. Mi aveva invitato a vedere una sua partita. Si stava comportando come…

Rantolai “Forse è meglio che torni a casa” dissi in fretta.
“Cosa?”
“Non mi sento bene” mentii portandomi una mano alla fronte “Voglio tornare a casa”.
 
Non potevo piacergli. No. Io avrei dovuto condannarlo a girovagare per il mondo a prelevare anime.

 
Mi voltai verso la porta d’ingresso e corsi fuori sotto lo sguardo allibito di una cameriera. Non ero mai stata un tipo atletico. Non ero mai stata molte cose in vita mia ma ora, scappare, era l’unica cosa che volessi.
 
“Ma che hai? Ti accompagno a casa se non ti senti bene!” sentii ancora la voce di Daniel, probabilmente mi stava dietro e probabilmente mi avrebbe raggiunto. Mi sentii afferrare per un braccio prima che mi buttassi in strada e una macchina in arrivo mi venisse addosso.

“Sei impazzita? Che cavolo stai facendo?” disse Daniel, il respiro appena accellerato dalla corsa di appena cento metri. Mi voltai e sollevai lo sguardo verso di lui.

“Perché mi hai invitato a cena?” chiesi. Lui mi guardò stupito “E voglio una risposta sincera Duroy.Ora” continuai. Non avrei ascoltato altri silenzi da parte sua. Per quanto mi riguardava poteva finire anche lì. Addio gli ordini di Gabriele.

“Volevo solo essere gentile.Dici sempre che sono uno stronzo con tutti” si giustificò lui guardandomi.
“Io non voglio esserti amica.Io…no” scossi la testa e deci per slacciare il guanto che tenevo a coprire la mancina.
L’avrei fatto lì.
 
Lui mi fermò le mani prima che potessi sfilare il guanto. Senza dubbio non sapeva cosa stessi facendo ma si  stava involontariamente salvando la vita.
“Sarah Jane…”
“Non chiamarmi per nome!” gridai. Un passante volse la testa nella mia direzione mentre aspettava di attraversare. Sembrava interdetto se intervenire o meno.
“Perché stai urlando?” mi chiese lui stringendomi piano i polsi.

“Ho detto che non avrai un bel niente da me Duroy. Io non sono Chelsea né nessuna ragazza di questa città.”

“Lo so…” rispose. Ma stava interpretando male. Non volevo dire di essere unica. Volevo dirgli che ero morta. Volevo dirgli che ero la Morte.
Mi attirò a sé e successe.
La mia fine.
 
Le sue labbra sfiorarono le mie, calde, prima di posarsi con decisione sulla mia bocca chiusa.

Che cosa stava facendo?

Scostai il volto “Daniel…”sussurrai, ormai nuovamente soli in strada. Duroy approfittò nuovamente delle mie labbra, stavolta semiaperte nel tentativo di parlare e mi baciò di nuovo portando una sua mano al lato del mio collo per farmi alzare la testa.
“Daniel…”provai nuovamente a protestare, senza convizione mentre Duroy si chinava per la terza volta a baciarmi sicuro che avrei ceduto.
E infatti, mi arresi.


 
Note D’autrice: E vabbè….siete giunti a questo capitolo….xD spero vi sia piaciuto *.* Ringrazio Bring me the moon, minjeehy e mama98 che hanno inserito la storia tra le seguite. Per me siete un numero spropositato…ancora non ci credo ahahah :) Un bacione!  
   
 
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