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Autore: oOLeylaOo    16/05/2008    1 recensioni
Fanfiction su sweep, la serie di Cate Tiernan. La storia è ambientata dopo l'ultimo libro uscito in italia. Visto che sto scrivendo anche un altra storia l'aggiornamento sarà un pò lento! Scusate in anticipo.
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stavolta non avete aspettato molto vero^^? Alla fine lo avete letto L'erede delle Tenebre? Se la risposta è si qua e la riconoscerete alcun e informazioni che ci sono in quel libro... credo sia tutto. Allora buona lettura^^!

Capitolo 9

-Interrogatorio-

@Morgan@


– Tua cugina è fuori di testa. – disse Hunter. Era seduto sulla poltrona davanti a me e sorseggiava in silenzio il suo tè.
Gli lanciai un occhiataccia ma non dissi niente, ammetto che il modo di comportarsi di Andrea era stato un po’ troppo impulsivo, ma ad accompagnarla a casa era stata Bree, quindi non avevo motivo di preoccuparmi: una cosa per volta.
Mi voltai verso un Killian sorridente e decisamente allegro, sembrava davvero che a lui non importasse niente di nessuno.
– Come mai sei da queste parti, Killian? – domandai, non ero mai stata brava nei giri di parole, sono sempre stata il tipo che arriva diritta al punto, anche se a volte non ne ho il coraggio. Come quando sono stata contatta da Cal e non lo avevo detto ad Hunter, ma quella era un'altra storia.
 – Ma come? Non è ovvio? Sono venuto qui per conoscere la mia famosa sorella minore? – rispose con un sorriso con il suo accento inglese. Si mise a sedere accanto a me sul divano e mi passò un bracco attorno alle spalle attirandomi a se. – Allora? Come te la passi? – domandò con noncuranza.
Hunter gli lanciò un occhiata guardinga, ma non fece commenti.
– Bene. Abbastanza. – risposi incerta, poi d’improvviso mi ricordai una cosa. – Killian, come hai scoperto che ero tua sorella? – domandai curiosa.
Lui mi guardò inclinando la testa, sempre sorridendo. – Bèh, non è stato difficile. Ne parlavano almeno metà delle streghe che conoscevo. Sei sulla bocca di tutti, come una celebrità. – disse ridacchiando.
– Stai scherzando vero? – chiesi subito allarmata.
– Affatto. Papà ha tirato fuori la faccenda mettendo in chiaro che tu sei intoccabile. Sai, nel caso a qualcuno venisse in mente di farti un brutto scherzo. – spiegò con noncuranza, prendendo una delle tue tazze di tè che Hunter aveva preparato per noi e bevendone un sorso. – Ah, un tè decente finalmente! Vale quasi la pena di essere nella casa del signore degli ottimismi soltanto per questo. – scherò.
Lo ignorai, la mia mente era altrove e non riuscivo a richiamarla indietro. – Nostro … – non riuscii a pronunciare la parola “padre”; non ero in grado di associarla al nome “Ciaran”. – Ciaran ha fatto questo? Perché? – domandai confusa.
Kiallian scrollò le spalle. – Non ne ho idea. Qualcuno ha tentato di farti del male a New York? – domandò fissandomi negli occhi, due occhi uguali ai suoi.
Sospirai rumorosamente, ma non risposi. Quando alzai gli occhi verso Hunter notai che mi guardava con preoccupazione. – Tu lo sapevi? – domadai.
Scosse la testa. – È meglio se informo Soler di quello che ha fatto tuo .. Ciaran. – la mia occhiata poco cortese lo fermò dal pronunciare la parola “padre”. – Potrebbe essere pericoloso. – m
– Ma che! Ora è in una botte di ferro. Nessuno è così sciocco da sfidare nostro padre. – pronunciò la parola padre con una nota di amarezza.
– Ha fatto così anche con te? – domandai spostando lo sguardo da Hunter a Killian.
Lui scosse la testa. – Non gli è mai importato molto di essere padre, credo. Probabilmente non ha mai amato mia madre e di conseguenza nemmeno i suoi figli. – rispose, le sue parole erano prive di tristezza, sembrava più una riflessione.
– Beh, almeno hai tua madre. – dissi incerta, non ero sicura che avesse bisogno di essere rincuorato.
Lui scoppiò a ridere. – Oh, Dea, no! Me la cavo molto meglio da solo! –
Lo guardai confusa, non ero certa di come rispondere. Scossi la testa. – Ciaran sa che sei qui? – domandai cambiando argomento.
– Spero proprio di no! – disse con convinzione.
– Non ti ha mandato lui vero? – chiesi esponendo un mio dubbio.
– No. Non lo sento più da un mucchio di tempo. – rispose divertito.
– Non vai d’accordo con lui per la faccenda di Amyranth? – chiesi curiosa.
Lui bevve un sorso di te in silenzio, come per raccogliere le idee un attimo. – Non è solo per quello. – rispose in fine.
– Non ti piace tuo … nostro.. lui.. – tentai di spiegarmi.
– Non riesci nemmeno a chiamarlo padre? – domandò inarcando un sopracciglio.
Lo guardai diritto negli occhi perché capisse che ero seria – Quel’uomo non merita un tale nominativo da parte mia! – risposi con freddezza e anche mentre lo dicevo mi suonava infantile.
Invece di ridere come mi aspettavo, Killian si limitò a fare un cenno d’assenso. – Non è che non mi piaccia. – spiegò – Direi che lo rispetto e rispetto il suo potere. Solo un folle non lo farebbe. Ma non è mai stato … un padre come quello dei telefilm alla tv. Era più del tipo assente, se capisci quello che intendo. –
Stavolta toccò a me assentire. – Com’è stato crescere con lui? – chiesi stavolta curiosa.
Killian mi guardò, poi sorrise. – Beh, ripetitivo. – scherzò con una nota cupa nella voce – Si faceva vivo un paio di volte l’anno, solo per metterci alla prova, ci trovava sempre carenti e se la prendeva con nostra madre e appena lei si metteva a piangere se ne andava il più velocemente possibile. –
– Hai dei fratelli? – chiesi cambiando argomento. Ciaran era un bastardo:che novità!
– Si, due. Kyle e Iona. Io sono il più piccolo. – raccontò, poi mi lanciò uno sguardo divertito – Beh, ora non più. –
Sorrisi con una certa tristezza. Che padre orribile c’eravamo ritrovati. Non invidiavo Killian per essere cresciuto con lui, e nemmeno me stessa che ero figlia dell’uomo che aveva ucciso mia madre.
Era strano parlare con Killian, ma mi piaceva. Non so perché ma riuscivo a prendere la faccenda più alla leggera se ne parlavo con lui. Forse era per via della sua totale spensieratezza o per l’indifferenza, non avrei saputo dirlo con certezza. Che fosse invece a causa del legame che sentivo con lui? Un legame di sangue, un sangue che avrei preferito mille volte non avere. Eppure l’idea che Killian fosse mio fratello non mi dispiaceva per niente.
– Quanto ti fermi? Potremmo far qualcosa insieme. – proposi con un sorriso.
– Si, non sarebbe male. Che ne dici di iniziare andandocene di qui? – propose a sua volta con un sorriso da piccola canaglia. – Il cacciatore non è esattamente il mio tipo, per quanto sembri essere il tuo. – disse a bassa voce.
Sorrisi mio malgrado, mi era difficile trovarlo antipatico. – E’ meglio avvertirlo però. Tende ad essere protettivo. –
– In pratica un rompiscatole. – bisbigliò prendendo un altro sorso di te. – Non sei preoccupata per tua cugina? – chiese improvvisamente. – Se ne è andata via da sola, sembrava furiosa. –
Scossi la testa – No, non c’è da preoccuparsi. Bree l’ha riaccompagnata a casa. Te la ricordi? È quella ragazza mora che era in discoteca la sera in cui ci siamo conosciuti. – spiegai – Andrea è arrivata ieri, è normale che si senta spaesate, se poi si aggiunge il fatto che ha appena saputo di essere una strega … –
Lui rimase un attimo in silenzio – È la prima volta che incontro una strega ereditaria che non sa di essere una strega. – disse soprapensiero. 
Lo fissai congelata. Strega ereditaria? Mia cugina. – Ti sbagli, non può essere un strega ereditaria, i miei sono cattolici da sempre,quindi immagino che anche i parenti di mio padre lo siano. –   
Killian scrollò le spalle con indifferenza – Comunque dolcezza. Che ne dici di andare a fare un giro? Ieri sera ho trovato un posto piuttosto carino. – insistette.
Mi alzai. – Avverto Hunter. –
Killian mi afferrò il braccio senza stringere, solo per fermarmi. – Io preferirei darmela semplicemente a gambe. –
– Non è molto corretto. – gli feci notare.
Lui alzò le spalle come per dire che non gli importava, poi si voltò e si diresse alla porta senza più degnarmi di uno sguardo, chiese solo – Vieni? –
Uscii di casa con lui e salimmo sulla mia auto, mandai un messaggio da strega ad Hunter in cui lo avvertivo che ce ne eravamo andati.
– Dove vado? – domandai una volta uscita dal vialetto che portava alla casa di Hunter. Killian rimase seduto in macchina accanto a me, in silenzio, continuando a dirmi dove andare fino a che non arrivammo al centro commerciale.
Inarcai un sopracciglio confusa.
– Questa città totalmente priva di attrattive che non offre di meglio per la giornata. Devo anche dire che la maggior parete del tempo da quando sono qui l’ho passato con tua cugina e in compagnia del signore dell’allegria che ci siamo appena lasciati alle spalle. – raccontò aprendo la portiera della macchina.
– Quindi il tuo posto carino è il centro commerciale? – domandai con ironia.
– No, ma ora è chiuso. Dovrebbe aprire dopo le sei. – si limitò a rispondere. (NdA. Mi pare, ma non ne sono sicura quando sono andata in America i pub aprissero dopo le sei, ma visto che non avevo l’età per andarci non ne posso essere sicura.)
Lo guardai confusa: dove diavolo voleva portarmi? In un pub?
– Al piano di sopra c’è una caffetteria, non è male. Hai fame? – domandò dirigendosi all’entrata.
Ci pensai su un momento. – In effetti si. È quasi ora di pranzo. –
Killian mi condusse fino alla caffetteria in cui tante volte ero stata con Bree, sembrava tranquillo e agitato insieme, in un certo senso sembrava come se pensasse ad altro, come se la sua mente fosse altrove. Una volta arrivati si voltò verso di me per un attimo, come se volesse dirmi qualcosa ma non ne avesse il coraggio.
Entrammo e ci sedemmo, ordinammo un paio di panini e del tè freddo. Guardavo Killian di sottecchi, lui sembrava pensare ad altro, come se la sua mente fosse altrove e questo mi sembrava strano anche se non lo conoscevo bene.
– Va tutto bene? –  domandai curiosa.
Lui mi guardò e sorrise. – Si sorellina, tutto bene. Ero solo … soprapensiero. –
– E cos’era che ti impensieriva tanto? –  chiesi.
– Perché quella bambolina odia tanto l’idea di essere una strega? –  domandò guardandomi negli occhi.
– Quella bambolina? – domandai confusa. Lui inarcò un sopracciglio. – Ah, vuoi dire Andrea. –
– Si … –  assenti sbrigativamente.
– Credo sia solo confusa. Si ritrovata con delle orchidee piantate da un giorno che le sbocciavano sotto gli occhi e una rosa disegnata sulla terra. Strani sogni in cui appari dal nulla. Per una che nemmeno credeva alla magia questi avvenimenti sono più che scioccanti. – spiegai.
Kiallian rimase in silenzio mentre la cameriera arrivava e appoggiava i piatti al tavolo, poi domandò  – Vi serve altro. –
– No, grazie. – risposi io, continuando a guardare Killian.
La cameriera se ne andò mentre Kiallian continuava a fissare il tè freddo, non la degnò di uno sguardo nonostante fosse molto carina. Iniziavo a chiedermi se non ci fosse qualcosa sotto.
– Ehm.. Killian? – chiamai, lui alzò gli occhi per guardarmi. – Per caso ti piace Andrea? – domandai.
Killian prese il bicchiere e se lo portò alle labbra, prima di bere bisbigliò. – Difficile dirlo. –

  
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