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Autore: Fabio93    17/05/2008    1 recensioni
Il pirata Michael Brown si vedrà costretto a combattere per riavere la propria libertà, e per farlo dovrà affrontare il temibile SoleNero. Un compito apparentemente semplice, ma il vero nemico emergerà dall'ombra insieme alle altre protagoniste della storia: le due spade...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, comprendo che questo capitolo vi ricorderà UN CERTO FILM DI PIRATI, ed era mi intenzione modificarlo opportunamente ma sinceramente non ne avevo l'animo, per cui non sorprendetevi nel trovare delle somiglianze.

Capitolo 25: demoni del passato



Stavano navigando da parecchi giorni ormai verso nord est, Michael e la sua ciurma si erano da tempo lasciati alle spalle le colonie olandesi ed ora, mentre il capitano scrutava l'orizzonte dalla prua della sua caracca pirata, non vedeva nulla che una piatta ed uniforme distesa d'acqua.
Michael sospirò rinunciando a scorgere qualcosa nel mare: da quando erano partiti per la fantomatica isola del tesoro di Ritch non avevano visto altro che piccole isolette sperdute nell'oceano più qualche grosso mercantile venuto dall'Europa, prede ghiotte che erano purtroppo obbligati ad ignorare.
Spada Rossa osservò il suo equipaggio: i pirati erano tutti seduti sul ponte a chiacchierare o dormire, solo qualcuno giocava a dadi ma nessuno lavorava anche perchè non c'era nulla da fare.
Non appena erano partiti, sulla ciurma era calata un atmosfera di tensione quasi palpabile sembravano tutti sul punto di ribellarsi e gettare Michael in mare ma, per fortuna, la garanzia dell'oro teneva insieme l'equipaggio che sembrava disposto a stare ancora sotto il suo controllo.
Comunque non si poteva biasimarli: erano diretti ad un'isola che, secondo la rotta tracciata dal prigioniero, era parecchie migliaia di miglia a nord di Charleston, nel bel mezzo del nulla, lontana da qualsiasi rotta commerciale; chiunque sarebbe stato teso alla prospettiva di un simile viaggio.
Proprio mentre rifletteva, Sean fece capolino dalla coperta e si diresse velocemente verso il capitano.
«Allora, Sean, come stiamo coi viveri?» gli chiese Michael, aveva poco prima mandato Sean a controllare le loro scorte e, dalla faccia del sottoposto, non si aspettava buone notizie.
«Credo che, se la rotta è giusta e non incontriamo bonaccia, dovremmo farcela con le nostre scorte» disse Sean con aria mesta «Ma per il ritorno dobbiamo sperare di incontrare un mercantile bello carico, sennò...» il pirata lasciò che il suo sguardo cupo terminasse la frase al posto delle parole.
Michael si mordicchiò il labbro, non avrebbe potuto tener calmi i suoi ancora per molto in quelle condizioni.
«Grazie Sean, non farne parola con nessuno» gli ordinò «Ah, di a Paulie di spazzare un po' il ponte...comincia a puzzare troppo....»
Sean annuì e si allontanò, Michael sospirò e si sedette per terra, si sentiva incredibilmente stanco; giocherellò con la collana col totem regalatagli da Sionue molto tempo prima, la trovava piuttosto inquietante ma si sentiva più sicuro a tenerla al collo ora che Ritch era morto.
La spada fremette nella sua elsa.
Michael guardò con aria stupita la lama legata alla cintola, doveva esserselo immaginato...la spada vibrò ancora, più forte.
Il capitano la estrasse e la guardò ad occhi sbarrati: i riflessi della spada erano di un rosso intensissimo, sembrava aver preso fuoco, come se un velo scarlatto le danzasse attorno.
«Capitano!» urlò Jonatan dalla coffa attirando su di se gli sguardi di tutti.
«Che c'è, Jonatan?» chiese Michael rinfoderando la spada.
«Non lo so...fareste meglio a guardare a poppa!» urlò il ragazzino di rimando, un brivido gelido passò sulla schiena del capitano.
Michael si spostò rapidamente a poppa e prese il cannocchiale ma non c'era nulla dietro di loro, solo la loro scia nel mare vuoto...no, qualcosa c'era!
Era una specie di onda a "v" che avanzava rapidamente verso di loro ingrossandosi man mano che procedeva.
«Che succede, capitano?» chiese Sean raggiungendolo, ormai tutti i pirati si accalcavano sul parapetto per vedere qualcosa.
Michael porse il cannocchiale a Sean e gli indicò l'onda che ora era ben visibile anche ad occhio nudo.
«Non ho mai visto uno cosa simile...» disse Sean ridando lo strumento al capitano «Sembra che ci sia qualcosa che si muove sotto l'acqua...»
«Qualunque cosa smuova tutta quell'acqua deve essere enorme...» commentò Spada Rossa allontanandosi dal parapetto «Avanti, uomini, portate sul ponte i fucili, caricate i cannoni! Jona, prendi tu il comando e gira la nave di novanta gradi a tribordo!» urlò Michael mentre i pirati scattavano ad eseguire gli ordini, Jona scansò dal timone il prigioniero olandese e fece virare la caracca.
Intanto alcuni uomini portarono sul ponte delle casse di legno contenenti fucili, munizioni e polvere e le distribuirono ai compagni che si accalcavano attorno a loro.
Duffy porse a Michael il suo fucile con proiettili la polvere da sparo, il capitano caricò in fretta l'arma e si diresse a tribordo dove già una decina di pirati scrutava l'acqua coi fucili puntati.
Spada Rossa osservò l'onda che ormai era prossima a schiantarsi sulla murata, sotto la superficie dell'acqua s'intravedeva qualcosa ma era troppo informe per poter dire cosa.
«Sparate al mio ordine!» disse Michael puntando i fucili, ora tutta la ciurma era sul parapetto, pronta al fuoco «Fuori i cannoni!»
Con degli schianti tutti i cannoni uscirono dai portelli, esponendo le loro spaventose facce al nemico.
«Attendete il mio segnale....» ribadì Michael vedendo le facce tese dei sottoposti.
L'onda era distante solo poche decine di metri...
"Ora!" pensò il capitano ma, prima che riuscisse a dare l'ordine, l'onda si abbassò arrestandosi a pochi metri dalla murata mentre la sagoma che si era ben distinta poco prima era sparita.
Un silenzio sorpreso e basito calò sulla caracca, tutti si guardavano in volto con aria confusa; Michael si sporse un po' di più dal parapetto per scrutare l'acqua, ma non c'era nulla di sospetto.
«Ma che diavolo era?» chiese Duffy, tutti iniziarono a parlare contemporaneamente.
Una bolla d'aria emerse in superficie, poi un'altra e poi altre ancora, ora il mare ribolliva come l'acqua di una pentola.
«Cosa succede?!» chiese qualcuno con una nota isterica nella voce.
Michael continuava ad osservare l'acqua, c'era una sfumatura più scura nell'oceano sotto di loro, come un'ombra che continuava ad allargarsi...c'era qualcosa sotto di loro? Proprio mentre si poneva questa domanda un palo di legno schizzò fuori dal mare sfiorando il viso del capitano che si ritrasse con uno scatto mentre altri due pali uscivano dall'acqua ribollente.
«Ma che diavolo...» la voce di Sean si perse nel boato che seguì: il lato della caracca dove la ciurma era ammassata venne sollevato con forza mentre la nave veniva bruscamente spinta di lato da una forza spaventosa.
Michael cadde riverso al suolo battendo la testa, gli occhi gli si riempirono di macchie luminose mentre la nave beccheggiava paurosamente e l'equipaggio veniva sballottato da una parte all'altra del ponte.
Un grosso rampino di ferro cadde a pochi centimetri dal volto confuso del capitano incidendo profondamente il legno, poi venne tirato indietro e s'incastrò sul parapetto.
Michael si alzò in piedi di scatto, il ponte aveva smesso di oscillare, quello che vide gli mozzò il fiato: proprio davanti a lui stava una grossa nave, sul suo ponte un equipaggio di una ventina d'uomini ruggiva ed inveiva contro di loro mentre invadeva il ponte della caracca tramite le funi dei rampini.
Lo scafo della nave era coperto d'alghe e molluschi, le vele erano stracciate, gli alberi marci ma quel che era peggio era l'equipaggio: erano tutti pallidi e fradici, con la pelle flaccida, come quando ci si immerge per parecchio tempo, ed il corpo incrostato di sale che aderiva alla loro pelle, quasi fosse un tutt'uno col loro corpo.
Da quella massa grugnente e maleodorante di mostri emerse una figura alta, nonostante l'aspetto abominevole aveva un magnetismo carismatico; la figura guardò dritto negli occhi Michael, con le sue iridi gialle e profonde, nelle quali ci si poteva perdere, Spada Rossa non avrebbe mai potuto dimenticare quegli occhi.
Nonostante i capelli abbastanza lunghi da coprirgli le spalle che gli ricadevano malamente sul volto pallido, il capitano riconobbe immediatamente la figura di suo cugino: Jeroen Ritch.
«Avanti, uomini!» disse Jeroen con voce sorprendentemente forte «Divertitevi un po' con questo branco di cani!»
Gli uomini di Jeroen ruggirono scagliandosi contro quelli di Michael ed ingaggiando una lotta serrata, nella confusione che si scatenò sul ponte Michael perse di vista il cugino, finchè non sentì la sua voce, abbastanza vicina da sentire il calore del fiato di Jeroen sul collo.
«Finalmente ti ho preso!» Michael si allontanò con un balzo estraendo la spada e puntandola contro il cugino, la lama risplendeva di un colore intensissimo.
«Detto fra noi, pensavo di essermi lasciato il tuo brutto muso alle spalle» ribattè Michael con l'intento più di infondersi coraggio che offendere l'avversario, ma il tono beffardo delle sue parole suonava falso anche alle sue orecchie.
«Non ho resistito alla voglia di rivederti...» Jeroen mosse un passo in avanti, scansando due pirati che duellavano, Michael gli puntò la spada alla gola.
«Su, coraggio, fallo! Pensi che risolverai qualcosa?» chiese Jeroen con tono beffardo.
«Io credo di sì!» disse Spada Rossa trafiggendogli la gola con un rapido affondo; Jeroen chiuse gli occhi mentre delle bollicine rosse gli si formavano ai lati della bocca ed un rivolo di sangue gli scendeva sul petto ma, a parte questo, nulla accadde.
«Ammetto che non sia piacevole ma...posso sopportarlo!» commentò il cugino riaprendo gli occhi ed estraendo la spada: era esattamente come quella di Michael, solo che era di un blu acceso che quasi feriva gli occhi.
Jeroen menò un fendente diretto al viso di Michael che si scansò appena in tempo per evitarlo, il secondo attacco quasi non lo vide, lo parò all'ultimo momento: il cugino era bravo con la spada e non era facile difendersi nella ressa.
Michael si rese conto di non poter fare altro che rimanere sulla difensiva mentre gli attacchi dell'avversario divenivano mano a mano più incalzanti: doveva trovare una soluzione prima che fosse troppo tardi.
«Avanti, cugino, perchè combattere? Tu sei libero ora no? Per cui che ne dici di lasciar perdere e di far finta che nulla sia successo?» provò Spada Rossa con un sorriso tirato deviando un affondo diretto alla sua gola.
«Mmh...no! Voglio che anche tu soffra come ho sofferto io in questi anni! Voglio fartela pagare per quello che mi hai fatto!» affermò Jeroen attaccando con più foga e spruzzando un po' di sangue schiumoso sul viso di Michael.
«Ehi, quel tesoro era mio! Non potevi cercartene uno tuo?! Che colpa ne ho io se ti sei messo in mezzo?» gli chiese Spada Rossa col fiatone, faceva sempre più fatica a star dietro ai fendenti del cugino.
«Per la verità quando tu sei arrivato sull'isola io c'ero già e comunque, dato che tu non hai parenti ed io sono qui, ne devo dedurre che mio padre è morto ed ho la sensazione che tu c'entri qualcosa...»
«Potrebbe essere morto per cause naturali...»
«Prenderò il tuo "potrebbe" come un'ammissione di colpa!» sentenziò Jeroen menando un fendente contro Michael, nel pararlo, il braccio del pirata venne spinto di lato lasciando scoperta la sua guardia.
Gli occhi di Jeroen s'illuminarono vedendo il cugino scoperto e si preparò ad affondare la sua spada nel suo petto, ora che lui non poteva reagire.
Duffy cadde fra i due, spinto dal suo avversario, impedendo a Jeroen di portare a termine il suo affondo.
Il pirata iniziò a tremare vedendo Jeroen guardarlo con aria omicida, con la spada sollevata, pronta a sferrare il suo colpo mortale.
«NO, NO, TI PREGO!! PRENDITI IL CAPITANO E LASCIACI IN PACE!» urlò Duffy coprendosi il volto con le mani, Jeroen rise di gusto mentre per un attimo la battaglia si placava e tutti lo osservavano, in attesa di una risposta.
«Impossibile, se poi lo uccidessi, chi gli farebbe da equipaggio?!» un silenzio di tomba, rotto solo dalle roche risate degli uomini di Jeroen, cadde sulla nave, poi lui tagliò la gola a Duffy, che cadde a terra rantolando mentre i pirati ricominciavano a combattere.
Jeroen cercò con gli occhi il cugino ma quello era scomparso nella calca.
"Dannazione!" cominciando ad aggirarsi fra la battaglia infilzando, di tanto in tanto, qualche nemico, ma di Michael nemmeno l'ombra.
«Muori!» gli urlò la voce di Spada Rossa nell'orecchi, mentre lui usciva dalla calca per avventarsi su Jeroen.
Michael spalancò gli occhi vedendo il suo fendente colpire l'aria: la reazione del cugino era stata sorprendentemente veloce; si era buttato all'indietro, schivando il fendente del cugino e contemporaneamente contrattaccando con un rapido movimento della lama.
Fortunatamente il colpo, disegnato in un momento di equilibrio precario, incise profondamente il mento di Michael invece di tagliargli la gola.
Spada Rossa arretrò, tamponandosi la ferita con la mano mentre tutto il collo gli si riempiva di sangue, Jeroen, invece, fissava con aria estasiata il sangue del cugino colare sulla sua spada.
«Finalmente, la mia lama è bagnata dal tuo sangue, questo segnerà la mia libertà!» proclamò chiudendo gli occhi, come in attesa di qualcosa di estremamente piacevole, ma quella cosa non venne.
«Perchè non succede niente?» chiese Jeroen osservando la lama intrisa di sangue «Ci vuole più sangue?!» disse rialzandosi e guardando Michael con espressione furiosa, il petto che si gonfiava a ritmo sempre più veloce, gli occhi ardenti di puro odio.
«'Sta volta non mi fermerò fino a che non ti avrò ridotto in pezzi!» urlò, avventandosi su di lui con un fendente diretto alla gola, Michael si ritrasse e la lama gli sfiorò la pelle tagliando la cordicella che legava al suo collo il totem di Sinoue. La statuetta cadde a terra, rompendosi con uno schiocco, immediatamente ci fu un grande flash luminoso che accecò tutti i presenti.
«Che diavolo...?» si chiese Michael sbattendo gli occhi per abituarsi al cambiamento di luce, quello che vide lo lasciò di stucco: Jeroen ed i suoi uomini, si stavano letteralmente sciogliendo; la pelle esposta al flash sfrigolava e colava abbondante sul ponte mentre loro sembravano fare fatica a tenersi in piedi.
Dopo un momento di sorpresa, Michael approfittò della situazione ed estrasse le sue due pistole facendo fuoco con tutte le quattro canne.
Il botto gli fece fischiare le orecchie mentre l'odore della polvere da sparo gli si insinuava nelle narici, agitò le braccia per diradare il fumo denso e guardò il cugino: era addossato al parapetto con sola metà testa dalla quale si poteva ben vedere il cervello, aveva un buco nel petto ed altri due sulle gambe, il suo colpo continuava a sfrigolare mentre le ferite cominciavano a sanguinare.
Spada Rossa gli si avventò contro afferrandolo per le spalle, le sue dita penetrarono nella carne molliccia e colante, lo sollevò con un grugnito e lo getto fuori bordo.
Jeroen cadde in mare, senza un urlo o rumore di sorta, Michael si accasciò sul parapetto: le mani gli tremavano così come le gambe.
Rivedere suo cugino e la sua ciurma in quello stato era stato traumatizzante, e poi la sua spada non arrecava loro danno; doveva trovare quel medaglione, ed in fretta!
«Avanti!» urlò rialzandosi e tentando di tenere un tono di voce sicuro «Buttateli in mare!»
I nemici erano come intontiti, gettarli in acqua fu una questione di pochi minuti, nessuno di loro si ribellò, sembravano immersi nell'oblio, quanto agli uomini di Michael erano tutti visibilmente scossi e spaventati, le loro facce erano contratte e pallide.
Michael osservò i nemici sguazzare placidamente nel mare mentre la sua ciurma si scambiava allibiti commenti.
«Riprendiamo la navigazione, ed in fretta!» ordinò, nessuno gli diede retta, erano tutti troppo spaventati.
«RIPRENDIAMO LA NAVIGAZIONE!» sbraitò Spada Rossa, i pirati lo osservarono con espressione ottusa, poi sembrarono ricordarsi che lui era il loro capitano e scattarono a lavorare velocemente, spinti dalla forza che gli dava la paura.
Michael sentì un brivido salirgli lentamente sulla schiena, sudava abbondantemente, aveva il respiro affannoso: aveva paura.
Tentò di scrollarsi il terrore di dosso concentrandosi sulla navigazione, ma la paura rimaneva lì, nei recessi della sua mente, un ombra dietro ogni suo pensiero, una scintilla folle nei suoi occhi; sapeva che non sarebbe riuscito a tranquillizzarsi, la paura l'avrebbe seguito da lì fino alla fine.
Michael strinse forte il parapetto, poi si sporse e vomitò.
   
 
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