Fanfic su artisti musicali > Mötley Crüe
Segui la storia  |       
Autore: Angie Mars Halen    23/12/2013    1 recensioni
Nikki sta attraversando il periodo più buio della sua vita e ha l’occasione di incontrare Grace. Dopo il loro primo e burrascoso incontro, tra i due nasce una profonda amicizia e Grace decide di fare del suo meglio per aiutare e sostenere il bassista. Inizialmente Nikki è felice del solido rapporto che si è creato tra lui e questa diciassettenne sconosciuta, ma subentrerà la gelosia nel momento in cui lei inizierà a frequentare uno dei suoi compagni di band. Mentre dovrà fare i conti con questo, Grace, che è molto affezionata a lui e quindi non vuole abbandonarlo, dovrà fare il possibile per non essere trascinata nell’abisso oscuro di Sikki.
[1987]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Nuovo personaggio, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

16) GRACE

Quando Elisabeth e io andavamo in giro insieme sembravamo sorelle, e puntualmente lei veniva scambiata per quella maggiore. Era alta, slanciata, e aveva stile. Nonostante fossimo coetanee, lei dimostrava almeno cinque o sei anni in più mentre io, bassa e perennemente in jeans e scarpe da ginnastica, passavo per la sorella minore che era costretta a tirarsi dietro ovunque per non lasciarla a casa da sola. Anche se quella sera mi ero agghindata a dovere, pronta a solcare il Sunset Strip insieme a lei, con le calze a rete e i tacchi, sembravo sempre la sorella più piccola, tanto che la gente che ci fermava aveva la faccia tosta di chiederle se nostra madre sapeva che mi aveva portata con sé in giro per i locali.

Il Whisky a Go-Go, uno dei locali più in voga di West Hollywood, era gremito di gente e il pubblico stava cominciando ad accalcarsi sotto il palco, sul quale avrebbero presto suonato i Guns N’ Roses. Avrei preferito buttarmi in mezzo alla mischia e andare fuori di testa con gli assolo di Slash, ma Elisabeth mi costrinse ad appollaiarmi su uno degli sgabelli nello stesso punto del bancone al quale aveva bevuto insieme al tipo qualche sera prima, ancora convinta che lo avrebbe rivisto.

“Dovrebbe essere qui da qualche parte,” disse mentre si guardava intorno speranzosa, poi sembrò tornare con i piedi per terra per un istante. “Sempre ammesso che sia venuto.”

“Se non dovesse esserci?” domandai.

Beth fece spallucce. “Peggio per lui. Ci guarderemo quelli che suonano.”

Trascorse mezz’ora prima dell’inizio del live e per tutto il tempo fui costretta ad ascoltare Beth che mi ripeteva a macchinetta la fisionomia del ragazzo affinché potessi darle una mano a scorgerlo. Avrei voluto aiutarla con tutta me stessa, ma la descrizione “alto, magro, castano e con i capelli ricci” corrispondeva a troppe persone lì dentro.

A un certo punto indicai il palco, fingendo di aver avuto l’illuminazione. “Ce l’ho! È il chitarrista?”

Elisabeth sbuffò. “Più alto, castano e non così riccio.”

Era già qualche dettaglio in più. Tornai quindi ad appoggiare il gomito sul bancone e a sorseggiare il mio drink, rassegnata al fatto che questo fantomatico ragazzo non sarebbe mai arrivato e, soprattutto, rassegnata al fatto che quella era una serata persa ad aspettare un cascamorto qualunque anziché a divertirsi. Stava per perdere le speranze anche Beth quando la vidi schizzare in piedi, gli occhi che le brillavano e un astuto sorriso scarlatto che partiva da un orecchio e arrivava fino all’altro. Cominciò a darmi dei colpetti sul braccio per annunciarmi l’arrivo del tanto atteso tipo e io, non appena girai il capo per guardare che faccia avesse questo tizio, trasalii. Mi aspettavo di tutto, ma non lui. Non Tommy Lee.

Lo guardammo entrare e prendersi le pacche amichevoli di tutti quelli che lo conoscevano, poi ci notò nel momento in cui smise di parlare con una ragazza che lo aveva fermato. Nonostante la tipa stesse ancora parlando, Tommy se ne sbarazzò con un gesto veloce e si avvicinò a noi sfoggiando un meraviglioso sorriso soddisfatto, poi si fermò accanto a Elisabeth, stupito che fosse veramente lì. “Guarda un po’ chi c’è! Sei qui anche stasera, dolcezza?”

Beth cominciò ad arricciarsi una ciocca di capelli e ad ammiccare, assumendo un tono smielato. “Sei stato tu a chiedermi se sarei tornata, ricordi?”

Tommy si prese un po’ di tempo per ritornare al sabato sera della settimana precedente poi annuì, fingendo palesemente di ricordare tutto. “Sì, sì, certo! Sei l’ultima tipa con cui ho parlato.”

E non voleva lasciare l’opera incompiuta, pensai alzando gli occhi al cielo. Se fossi stata in Elisabeth, vista la situazione e modestamente parlando, mi sarei sbrigata ad approfittarmene.

“Lei è Grace, una mia amica. Siamo venute qui insieme per divertirci, ma non mi aspettavo di trovarti per davvero.”

Tommy si sedette su uno degli sgabelli del bancone e sogghignò quando si accorse che, nonostante il tacco non indifferente delle scarpe, non toccavo nemmeno il poggiapiedi. Mi sentivo una bambola appoggiata su uno scaffale della cameretta di una mocciosa.

“Non preoccuparti,” mi disse poi strizzando l’occhio. “Non resterai da sola perché anch’io ho portato un amico.”

Urlò qualcosa nella confusione generale e fece un gestaccio a qualcuno poi, tra il fumo che si addensava sempre di più contro il soffitto scorsi, in tutto il suo scintillio e in tutta la sua strafottenza, niente meno che Vince Neil. Quest’ultimo avanzò altezzosamente e squadrando Elisabeth dalla testa ai piedi con il suo sguardo killer che, anziché farmi cadere ai suoi piedi, mi fece innervosire. Nonostante ciò, devo ammettere di aver visto mille altri occhi schizzare fuori dalle teste cotonate delle ragazze e rotolare sul pavimento come biglie mentre si avvicinava al bancone con la sua camminata spavalda.

“Chi è questa bella ragazza, T-Bone?” domandò a Tommy e da appoggiato al bancone.

“Piacere, Elisabeth. Sai che credo di averti già visto da qualche parte?” cinguettò la mia amica mentre scendeva dallo sgabello, facendo ben attenzione che la gonna si scostasse un po’ più del dovuto. In questo modo lasciò libera la visuale dello sgabello dietro il suo e l’espressione di Vince diventò improvvisamente sorpresa. Non sapendo come comportarmi, mi limitai a salutarlo con un cenno della mano e un sorriso molto vago. Vince sembrava così sconvolto che non ricambiò neanche il saluto di Beth, né le fece notare che sì, probabilmente lo aveva visto su qualche rivista o sulla copertina di uno dei dischi del suo ex fidanzato.

Tu?” domandò Vince incredulo, poi diede uno schiaffo sul braccio di Tommy per attirare la sua attenzione. “Lo sai che questa è la ragazza che l’altra mattina abbiamo trovato in magazzino in compagnia di Sixx?”

Notai che Elisabeth aggrottò la fronte come se stesse cercando di ragionare più in fretta nonostante il drink, e a giudicare dall’espressione stupita che fece poco dopo, capii che stava cominciando a mettere insieme i pezzi del puzzle. Tommy, invece, strabuzzò gli occhi e ci mancò poco che si strozzasse con un sorso di Jack e Cola. “Sei davvero la tipa rompicoglioni di cui mi parlava Mick? Quella che ha dovuto portare a casa per ben due volte?”

“In persona,” confermai sarcastica. “Però ti assicuro che non sapevo che Beth ti conoscesse, perché se l’avessi saputo non sarei venuta.”

“Li conosci?” saltò su Beth, incurante del tono stridulo che le era uscito.

“Be’, certo che lo conosco!” esclamai puntando il dito verso Vince. “Sono nella stessa band di Nikki Sixx, quello che abita a Van Nuys.”

Beth spalancò gli occhi e fissò Tommy come se l’avesse appena insultata pesantemente e sono sicura che se avesse potuto, gli avrebbe dato un ceffone. “Grace sta scherzando, vero? Perché non me l’hai detto?”

La risposta che Tommy avrebbe voluto e dovuto darle era più che nota a tutti, però si limitò a grattarsi la nuca e a sorridere in modo imbarazzato. “Veramente te l’ho detto che ho una band, ma tu non mi hai chiesto come ci chiamiamo, allora ho pensato che avessi capito chi fossi. In foto sono veramente così diverso dalla realtà?”

Vince, che era stato zitto fino ad ora, sogghignò indicando l’amico. “In foto sembra più bello, non è vero?”

Tommy lo zittì con una gomitata pesante e gli piazzò un braccio intorno alle spalle, pronto a stritolarlo se avesse fatto un’altra delle sue uscite idiote. “Senti, Elisabeth, possiamo offrirvi un drink anche se siamo più belli dal vivo?”

Beth sfarfallò le sopracciglia. “Figurati! In realtà Grace, qui, è una vostra fan, ma credo lo sappiate già.”

“Allora ti dispiace se ordino qualcosa per te?” domandò Tommy gongolate, poi fece subito un cenno al barista non appena Elisabeth annuì. “Ehi, due mojito con tanta menta!”

Elisabeth si spostò su uno sgabello libero vicino a Tommy, e iniziarono a parlare fitto prima ancora che i drink fossero pronti. Dato che la troppa confusione e la distanza mi impedivano di partecipare alla conversazione, mi voltai dall’altra parte, sperando di vedere qualcosa di più interessante, ma mi ritrovai faccia a faccia con Vince e feci roteare gli occhi. “Che palle di serata!”

Vince scoppiò a ridere e ordinò due Coca e Malibu. “Lo sai che sei divertente?”

“Non ci siamo mai parlati, ma va bene,” bofonchiai atona.

“Oltre che bella, ovviamente,” aggiunse cambiando il suo tono di voce divertito in uno più serio e grave. “A quanto pare, Sixx è molto più furbo di quanto pensassi.”

“Non abbiamo fatto niente, ficcatelo in testa,” precisai seccata. “È tutto un viaggio mentale tuo e di Mars, e ve ne sarei grata se la piantaste.”

Vince alzò le mani in segno di resa. “E va bene, come vuoi. Adesso però lasciamo perdere Nikki e Mars e pensiamo piuttosto a far passare questa serata.”

Mi voltai alla ricerca di Elisabeth, la cui presenza mi rassicurava, ma non era più lì e non c’era neanche Tommy. Sembrava che il fumo stagnante del Whisky li avesse inghiottiti e la massa di persone che saltava a ritmo della musica mi impediva di scorgerli.

“Allora?” disse Vince non appena tornai a girarmi verso di lui. “Se non vuoi bere il drink, ci penso io.”

Sollevai il bicchiere dal ripiano di marmo nero del bancone e lo rigirai tra le dita, osservando il liquido al suo interno. “Non ha un aspetto invitante, sai? Sembra allungato con l’acqua.”

“Sono Vince Neil. Nessuno si permetterebbe mai di vendermi un drink annacquato,” precisò austero, poi butto giù tutto d’un fiato il contenuto del suo. Scossi il capo di fronte alla sua ennesima manifestazione di grandezza e lui sghignazzò di nuovo in quel suo modo sfacciato che mi faceva innervosire: sembrava che fosse sempre pronto a prendermi in giro.

“Non vuoi nemmeno assaggiarlo?” mi esortò.

Bevvi un sorso di quella robaccia solo per farlo contento e constatai che in fin dei conti non era poi così male ma, dal momento che non ero solita consumare quel genere di drink molto spesso, ci impiegai cinque minuti buoni per svuotare metà del bicchiere nonostante fosse piuttosto leggero.

“Scusa, vado un attimo in bagno,” dissi mentre scendevo dallo sgabello.

Vince sollevò lo sguardo dalle mani e annuì con fare annoiato. “Ti aspetto qui, tanto questa serata sta andando di merda.”

“A chi lo dici!” esclamai stizzita mentre mi allontanavo, incespicando nei tacchi per la fretta. Andai fino ai servizi cercando di reprimere il nervosismo e continuando a darmi dell’idiota. Sapevo che se quel tipo che Elisabeth sperava di vedere fosse arrivato lei mi avrebbe lasciata da sola, così come sapevo che avrei ricoperto il ruolo del terzo incomodo, eppure l’avevo accompagnata, e per giunta mi ero ritrovata in compagnia di quel rompiscatole di Vince Neil che aveva in testa una sola cosa che doveva ottenere a tutti i costi, obbligatoriamente da me, nonostante quel locale fosse pieno di ragazze. Il perché lo sapeva solo lui.

Aprii la porta del bagno con uno spintone e mi fermai sotto la finestra aperta per prendere un po’ d’aria, poi cercai una toilette che non fosse occupata. Afferrai con forza la maniglia dell’unica porta che non era stata chiusa a chiave e spinsi con forza, accorgendomi solo in seguito che qualcosa mi impediva di farlo fino in fondo. Mi fu sufficiente aprirla solo fino a metà per vedere che dietro di essa, in piedi su una poltiglia di carta igienica e appoggiata alla parete sudicia e ricoperta di disegni osceni, Elisabeth mi guardava con un’espressione a metà tra il sorpreso e l’imbarazzato, rossa in viso e avvinghiata a Tommy Lee, il quale, sebbene qualcuno avesse appena aperto la porta, aveva tranquillamente continuato a far scivolare la mano sotto la gonna di Beth fino ad afferrare l’elastico dei collant. In una frazione di secondo pensai a quanto schifo mi facesse vederla chiusa in quel cesso del Whisky col primo che passava, e a quanto mi avesse criticata perché frequentavo persone a sua detta poco raccomandabili per poi finire con una di loro in quella dannata toilette.

“Grace...” tentò di giustificarsi con la voce rotta dalla vergogna, come se mi avesse appena letto nel pensiero.

“Non ti preoccupare, non importa!” mormorai piena di imbarazzo e indietreggiando lentamente finché non urtai il bordo umido di un lavandino. “Scusate, non volevo interrompervi, non vi stavo neanche cercando. Me ne vado all’istante.”

Corsi fuori dal bagno senza preoccuparmi di richiudere la porta dietro la quale si erano rintanati. Ero così imbarazzata e infastidita che avrei potuto saltare al collo di chiunque per sfogare il nervosismo prendendolo a pugni, e fu una vera fatica non mettermi a urlare mentre raggiungevo lo sgabello sulla quale Elisabeth mi aveva parcheggiata a inizio serata, forse con l’intenzione di venirmi a riprendere dopo aver sbrigato i suoi comodi con quello che avevamo poi scoperto essere Tommy.

Vince mi guardò di sbieco mentre lo raggiungevo a passo spedito, con i pugni serrati lungo i fianchi e gli occhi spalancati come se avessi appena visto un’attività paranormale. “Tutto okay, dolcezza?”

Battei pesantemente una mano sul bancone per sfogare la tensione, ma il chiasso del locale lo sovrastò senza fatica, poi fissai Vince dritto negli occhi e gli dissi che volevo andare a casa. Lui sbuffò per tutta la risposta. “Tu non mi stai rovinando la serata, oh, no! Tu mi stai peggiorando una serata già pessima, perché io con Tommy non ci volevo neanche uscire, stasera.”

“Non me ne frega un cazzo di come credi che sia questa serata. Voglio andare a casa e tu mi ci porti subito,” ripetei a pochi centimetri dal suo viso. Mi sentivo decisamente di troppo.

Vince scese dallo sgabello con calma estenuante e si stiracchiò, poi mi circondò le spalle con un braccio per condurmi all’uscita.

“Non mi toccare,” sibilai acida sottraendomi al contatto.

“Cos’è successo? Non eri così fino a cinque minuti fa,” sbottò Vince. “In bagno hai incontrato quella compagna del liceo che odiavi tanto e adesso sei incazzata perché siete nello stesso locale a respirare la stessa aria?”

Mi fermai all’improvviso costringendolo a fare lo stesso. “Ho trovato Elisabeth con il tuo amico.”

“Ah, volevi fartelo tu?” domandò mentre mi trascinava verso un’uscita secondaria. “Prima Nikki poi Tommy? Devo ammettere che non sei molto furba. Hai davanti me e, anziché approfittarne, mi stai trattando come se ti facessi schifo.”

“Non mi fai schifo, ma se non fossi così irritante potrei anche pensarci su,” ribattei. “A ogni modo, se fossi in te non ci conterei troppo. Anzi, non ci conterei proprio.”




N. d’A.: Ciao a tutti! =D
Innanzitutto, mi scuso per il ritardo, ma sono stata trattenuta da cause di forza maggiore... spero che questo capitolo, di nuovo narrato da Grace, sia stato di vostro gradimento – è anche arrivato Tommy! In una maniera un po’ turbolenta e in perfetto stile Crüe, ma è arrivato!
Il prossimo capitolo arriverà a gennaio dal momento che, come ho già scritto nell’aggiornamento di quello precedente, mi prendo le vacanze di Natale per revisionare il racconto e aggiustarlo un po’. Per ora vi anticipo che ci sarà un narratore d’eccezione!
Grazie a tutti quanti coloro che recensiscono e leggono! Siete mitici! ♥
Per concludere, vi auguro un Buon Natale, un Felice Anno Nuovo e di trascorrere delle buone vacanze!

Angie

P.S. Beccatevi anche la cartolina di Natale che ho trovato l’altro giorno!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mötley Crüe / Vai alla pagina dell'autore: Angie Mars Halen