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Autore: Ucha    23/12/2013    7 recensioni
Raccolta di One-shot/Flashfic/Drabble/quellochevorròio per la Jarida Week, dedicata alla coppia Jack Frost x Merida. (So che ha tipo una data precisa, ma siccome sono trasgry la faccio questa settimana).
Ogni giorno ha un tema preciso:
-Day One: Fire and Ice;
-Day Two: Rose;
-Day Three: Free;
-Day Four: Spirit;
-Day Five: Frostbite;
-Day Six: Discovery;
-Day Seven: Goodbye;
{Crossover Rise of the Guardians(Le cinque leggende)/Ribelle-The Brave}
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 2: Rose
Raiting: Giallo
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Fluff (TROPPO)
Avvertenze: AU!; Linguaggio!;
 
 
 
 
 
 
L’imponente donna arriva con la sua andatura pesante verso la cella. È grassa da fare schifo, e le sue difficoltà motorie fanno venire problemi respiratori a tutti i detenuti.
Per questo fa la guardia. In azione verrebbe uccisa anche se si dirigesse per un sequestro. Però mena violento. Astrid la settimana scorsa per averle rivolto un “che vuoi” molto scocciato si è ritrovata un manrovescio violento sulla guancia. Inutile dire che la bionda le si è avventata addosso, venendo però trattenuta da due ragazzi prima che le cose si mettessero male.
Ora ha la guancia livida e gonfia e la guarda con astio ogni volta che passa, con tanto di insulti mormorati aggiunti. Come fanno tutti, del resto.
 
La donna apre la cella e si toglie dall’entrata.
-Fuori, stronzette, è ora di ricreazione.- bercia, e le ragazze sbadigliano esasperate. Ruffnut Thorston, la bionda stangona di quasi un metro e ottanta si alza stiracchiandosi per poi uscire rifilando due pacche sulla spalla della guardia.
-Era ora, cazzo.-
La seguono Astrid e Merida, una scozzese dai riccioli rossi che le arrivano fino al coccige. A vederla non si direbbe una vera e propria carcerata. Occhi liquidi e quasi trasparenti, visino tondo spruzzato da giusto due lentiggini: chi direbbe mai che quella ragazza ha massacrato la madre e i tre fratellini?
O almeno, è quello che riporta il processo. Perché è stato solo un maledetto incidente, nulla di più. Non era sua intenzione. Ma ormai non conta più se era volente o no, ciò che è fatto è fatto, e lei ora si trova in un carcere minorile da due anni, e altri due ne dovrà scontare. Nemmeno capisce cosa ci sta a fare in un carcere nella Contea del Dallas, dove i tramonti sono di fuoco e gli spari sono all’ordine del giorno.
-Ah, Merida.- le dice la guardia, Stacy, poggiandole una mano sulla spalla. –Auguri.-
Lei si ritrae infastidita, per poi seguire Astrid e Ruffnut verso il cortile esterno.
-Non sono fidanzata.-
Bello avere il compleanno il giorno di San Valentino, vero? Di solito solo la sua famiglia si ricordava di farle gli auguri perché compiva gli anni e non perché era il giorno degli innamorati.
 
Fuori fa freddo. Beh, grazie, è febbraio e loro sono quasi tutti vestiti con gli abiti che i loro genitori hanno potuto inviargli a settembre, quando l’aria era tiepida e gli alberi avevano ancora le foglie.
Quelle magliette di cotone non bastano, ma le guardie non si curano di dargli qualcosa di più caldo. Il mese scorso ci è rimasta secca Eep Crood, in prigione poiché coinvolta in una violenta rivolta studentesca insieme a Rapunzel Moore e Hiccup Haddock. Il suo unico indumento era un top, e la polmonite se l’è portata via.
Che stronzata, vero? Non li curano.
Lo scopo principale di quei ragazzi è sopravvivere fino alla fine della reclusione. Merida non è sicura di farcela. Chiederà a suo padre di portarle anche dei cambi di lana e anche qualche coperta per lei e per le sue compagne di carcere.
Ha provato a fuggire, ma l’hanno ripresa immediatamente. Peccato per la soffiata di Moccicoso, altrimenti ci sarebbe pure riuscita. Il ragazzo però si è beccato un giro di mazzate da lei e le due bionde.
 
Si stringe nelle spalle e si strofina energicamente le braccia, col tentativo di riscaldarsi almeno un minimo, mentre il respiro si condensa in nuvolette che si dissolvono immediatamente nel nulla.
-Ehi, Merrie!- la chiama una voce gioviale. La ragazza si gira e sorride al giovane che le si avvicina nei suoi jeans strappati e nel suo chiodo che comincia a diventare troppo stretto. –
-Jackson. – risponde lei avvicinandosi, allargando sempre di più il sorriso, ma lui rotea gli occhi e le rifila uno scappellotto potente. La ragazza, colta alla sorpresa, si massaggia la testa e lo guarda perplessa.
-Che cazzo di problemi hai?!- ringhia, tirandogli un pugno sul braccio.
-Non chiamarmi per il mio nome completo, mi da fastidio, Merida Rose Dunbroch.-
Gli occhi azzurri della ragazza si spalancano lentamente mentre lei inspira come una belva pronta all’attacco. E in effetti raddrizza la sua schiena in tutta la sua altezza e si prepara a spararne una delle sue, ma il ragazzo la blocca e la prende per mano, trascinandola in un luogo appartato.
È così che va a finire. Quel tempo che hanno per poter sgranchire le gambe e stare per fatti propri Jack (perché è così che il ragazzo vuole essere chiamato) e Merida lo passano insieme, battibeccando, fumando sigarette, o peggio, poggiati al muro al riparo di tutti e guardando in alto il cielo. A volte per un’ora intera non si parlano nemmeno, ma rimangono così, vicini e soli, assaporando la morbidezza reciproca.
Non si sono mai detti “ti amo”. Jack pensa che il loro rapporto sia qualcosa oltre l’amore, qualcosa di inviolabile. Lui ha paura di toccare Merida. Perché ha paura di sporcarla con un’anima come la sua. Lei d’altro canto non si interessa di queste cose. Semplicemente, adora stare con la testa poggiata sulla spalla di Jack, fino a quando la campana non suona e i ragazzi devono rientrare nelle celle.
 
Con le gambe stese e i visi rivolti in alto, sembrano due fantocci abbandonati a morire. Un filo di fumo esce dalle labbra socchiuse di entrambi, fuori dal caos degli altri detenuti.
-Jack. – lo chiama Merida, all’improvviso.
-Sì?-
Lei sospira, annoiata. Vorrebbe che le facesse gli auguri, ma non vuole dirle che è il suo compleanno. Scuote la testa. Sta decisamente delirando.
Deve essere il freddo, sicuramente. Si riscuote e lo guarda con un sorriso di sfida.
-Stamattina sei più brutto del solito!- esclama, per poi fargli una smorfiaccia. Lui per ripicca prende l’accendino dalla tasca dei jeans e lo accende, avvicinandolo seriamente ai capelli della ragazza, che gli mette una mano sul viso e lo allontana.
-Levati, cretino!- ma Jack ne approfitta per sovrastarla con la sua stazza e cominciare a farle il solletico.
-Lo sai che sei più brutta tu!?- sghignazza, cominciando torturandole i fianchi, mentre Merrie inizia a ridere scalciando come un puledro.
Quel Jackson Overland! Non sa se odiarlo o amarlo. Nel dubbio, gli tira un bel cazzotto per liberarsi di lui. Il ragazzo vola indietro e si massaggia la mascella possente, ma non è arrabbiato, sorride. E anche Merida, nonostante cerchi ancora di prendere fiato per le tremende risate, ha il viso paonazzo illuminato da un sorriso.
Rimangono a guardarsi così per una manciata di secondi, sfidandosi solo con gli occhi. Poi Jack sembra avere un lampo di genio e si passa una mano fra i capelli castani, fingendo di pensare a qualcosa di specifico. Poi infila una mano nella tasca dei jeans e ne estrae un bocciolo di rosa rossa che sembra in procinto di schiudersi. È leggermente stropicciato e il gambo è piccolissimo e il ragazzo lo porge all’amica con un sorriso dolce e un po’ imbarazzato.
-Avevo chiesto di prendere una bella rosa… Ma quella stronza di Stacy mi ha portato questo. –
Ma Merida non lo ascolta, prendendo trepidante lo stelo del fiorellino fra le dita, e osservandolo imbambolata. Gli occhi diventano lucidi, ma lei asciuga le lacrime con un moto quasi furioso.
Si accorge in ritardo di Jack che avvicina il suo viso al proprio ed è tardi per reagire, perché lui le posa un casto bacio sulle labbra.
-Buon compleanno, mia piccola rosa rossa.-
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Questa shot è SCHIFOSAMENTE dolce. ANHUDYJKBSJ.
E io che volevo renderla più dura e badass, ma sono così dolcini. Vabbè, ciancio alle bande, ecco il secondo giorno, Rose. Rose come quella del Doctor Who.
Come avete ben notato, ho fatto in modo che il secondo nome di Merida fosse Rose. Perché? Perché cercavo un secondo nome che potesse darle fastidio, e siccome “Rose” è anche un nome proprio, beh, voilà.
Riguardo alla data del compleanno, che è il 14 febbraio, c’è un motivo, un po’ scemo, ma è pur sempre un motivo. Su una rivista c’era l’oroscopo con le eroine dei film d’animazione/anime/cartoni random. E Merida era messa nell’Acquario.
Così ho pensato che per una così badass e che non vuole saperne granché dell’amore, il compleanno doveva essere per forza il giorno di San Valentino. Quanto so’ bitch.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e che seguono/seguiranno la mia storia, è sempre appagante ricevere pareri positivi e capire che il proprio lavoro è apprezzato.
Un ringraziamento speciale va a Shin92, che mi supporta nelle sclerate su questo cross-over e con alla quale parlo di possibili progetti.
Beh, ci vediamo domani (wat).
Bye bye!
   
 
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