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Autore: lyy223    23/12/2013    1 recensioni
"Nome dopo nome, la lista andava esaurendosi. Poche anime ancora e sarei stato libero. Mi sarei liberato di quel patto fatto più di un secolo fa. Per amore si è capaci di far tutto."
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Prima storia della serie "Soul"
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul'
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"Ti amo!" mi diceva con quella sua bocca carnosa da baciare.
"Qualunque cosa succederà, promettimi che resterò per sempre nel tuo cuore" mi diceva con quella sua voce dolce.
E dopo quelle parole, lei si ammalò. Feci di tutto per salvarla. Di tutto. Ho calpestato la mia dignità per amore. Ma è stato tutto inutile.
Quei ricordi ormai non mi abbandonavano più. Facevano parte di me.

-Vuoi un po' di tè caldo per alleviare quel dolore che ti affligge Dev?-
Ctonie sapeva come prendermi. Adoravo i suoi modi di fare dolci e gentili. Era più di un secolo che vivevo con lei ed è sempre stata una seconda mamma per me.
Mi raccontava ogni sera davanti al camino in inverno o sotto le stelle in estate gli aneddoti della sua vita. Dal periodo in cui viveva in Grecia, fino al momento in cui s trasferì in

America e intraprese questa "nuova avventura".
-Dev! Allora? Vuoi un po' di tè?- mi sfiorò e mi sorrise per attirare la mia attenizione.
-Dai.. ne berrò un po'...-
-Dev, più tardi puoi farmi un po' di compagnia? Vorrei fare un paio di compere..-
-Certo con piacere-.
"Almeno faremo qualcosa di diverso" Pensai.
-E' tardi, sta quasi per giungere l'aurora, vai a dormire.. ti sveglio io- mi baciò la guancia, mi alzai. Mi abbracciò. Quel suo abbracciò era pieno di calore ed affetto.
-καληνύχτα και όνειρα γλυκά (buonanotte e sogni d'oro)-.
A me dormire non serviva a nulla, tanto non mi stancavo mai. Andavo a dormire giusto per ingannare il tempo. Andai a letto. Mi addormentai dopo un bel po'.

Ctonie Mi svegliò dopo mezzogiorno.
-καλημέρα! (buongiorno!)-
Dopo essermi preparato, decisi di scendere giù nell'ingresso. Vidi quella bella signora, con il suo cappotto più caldo, che mi aspettava con un il suo solito sorriso.
- Allora sei pronto per andare a fare compere?-
-Va bene. Andiamo-.

-Adesso tutte le signore mi invidieranno- mi disse mentre uscivamo dal vialetto.
Io mi girai confuso. -Perchè dici così?-
-Beh, le altre signore di certo non saranno in compagnia di un bel ragazzo come te, Dev-.
La fissai in malo modo. Sapeva che odiavo quelle battutine riguardo il mio bell'aspetto. Adorava stuzzicarmi.

Andammo al mercato che si teneva al centro della città. C'era tanta, tantissima gente. Chi era lì solo per fare due chiacchiere, chi invece andava in giro con le mani occupate da tante buste stracolme di verdura.
Ma tra tutte quelle persone sconosiute, riconobbi tre facce a me familiari. Feci però finta di nulla, continuando con gli acquisti.
Ctonie prima mi fissò. Poi si aggrappò al mio braccio. Quelle tre figure che si differenziavano dagli altri per la loro aurea malvagia, ci seguivano. Chiunque, anche il più stupido degli esseri umani, non si sarebbe fidato di quei tre esseri vestiti di nero.
Era preoccupata. Lo sentivo.

Dopo un po' di cammino, Ci fermammo per comprare un po' di verdura. Dopo aver deciso cosa prendere, Ctonie si allontanò da me per pagare. Qualcuno mi sfiorò il braccio.
-Dopo tutto questo tempo, non perdi affatto tono. Ho sempre adorato le tue braccia muscolose. Come va con la tua lista, Dev?-
Disse Jessie. Una ragazza tanto bella quanto perfida e malvagia, con dei capelli lunghi rossi e ondulati che le arrivavano fin sopra al sedere, con una voce angelica che

nascondeva una natura demoniaca, aveva due occhi grigi e ammaliatori.
Di fianco a lei c'erano i suoi soliti cagnolini da compagnia. I due odiosi gemelli. Biondi, occhi azzurri, egoisti e presuntuosi. Come sempre silenziosi perchè dovevano sottostare

a ciò che ordinava la loro padrona..
"Zerbini"..
- Bene-. Le risposi in modo freddo, come era mio solito risponderle.
-Sfigato, sappiamo tutti che sei come la tua cara amica greca! Non hai le palle, come lei! Non sarai capace di completare la tua lista-. Disse uno dei cagnolini. Avevo così tanta considerazione nei loro confronti che non ricordavo neanche i nomi.
-Non ti permetto di offenderla! Non sei neanche degno di parlare di lei!-. Mi avvicinai in modo minaccioso a lui. Se Jessie non mi avesse tirato per un braccio, gli avrei dato una lezione lì, davanti a tutti.
- E perchè? tu lo sei? Tu sei uguale a noi.. Se noi siamo perfidi, lo sei anche tu. Se noi siamo malvagi, lo sei anche tu. Siamo fatti della stessa pasta, ricordalo. Abbiamo venduto tutto a lui, al Signore Supremo. Non crederti migliore di noi. Amico-.
Quelle parole mi trafissero come cento coltelli affilatissimi. Il peso al petto diventò sempre più opprimente.
Ctonie ci fissava a pochi metri di distanza.
Sul suo volto dolce comparve un sorriso. Sembrava fiera di aver salvato quell'ultima anima.
-Visto? Sono riuscito a zittirti. Non trovi un risposta perchè sei consapevole della tua natura. Non puoi rinnegarla. Hai fatto la tua scelta-.
-Buongiorno! Da quanto tempo! Era da un bel po' che non vi vedevo. Come stanno andando le vostre vite misere, ragazzi?- chiese Ctonie.
Loro non le risposero. Avevano timore di lei. Ma io non riuscivo a capirne il motivo.
-Sai, io e te Dev abbiamo un'anima in comune. Vedremo un po' chi sarà colui che dovrà essere condannato a vita! E quella di certo non sarò io, promesso!- disse Jessie prima di girare i tacchi ed andarsene, seguita quei due. Scomparvero dopo poco tra la gente.
   
 
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