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Autore: Rico da Fe    24/12/2013    2 recensioni
Finora abbiamo sempre avuto a che fare con le solite nazioni, i soliti pairing, et cetera...
Ma ogni nazione è costituita da regioni, ciascuna con caratteristiche diverse come cultura, dialetto, territorio, piatti tipici, tradizioni...
E quindi, perchè non dedicare loro un angolino?
Ecco quindi una bella serie ideata apposta per voi, con protagoniste non solo le regioni italiane, principali protagoniste nelle quali potrete identificarvi, ma anche regioni da altre parti del mondo e d'Europa!!!
P. S. Sono gradite recensioni... ^L^' kol...
Genere: Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emilia sospirò.
Mancavano due settimane al gala di Natale, e lei, nella sua "sartoria" casalinga, si accingeva a preparare ben sette abiti per sé stessa e le altre sei regioni femmine d'Italia.
Per fortuna ai ragazzi ci pensava Lombardia, si disse l'emiliana preparando il materiale che le sarebbe servito in attesa delle sue modelle.
Le quali non tardarono ad arrivare: una dopo l'altra, Toscana, Aosta, Umbria, Campania, Puglia e Salento giunsero a casa di Emilia e Romagna a Bologna e la regione le fece accomodare.
"Grazie per esserti offerta, Emi!" le disse Toscana levandosi cappello e cappotto e riponendoli nel guardaroba.
"Ma figurati! È un piacere... Spero solo che mi reputerete una buona sarta..." si schermì l'emiliana lisciandosi il lungo abito viola con una punta di agitazione.
Del resto, lei la sarta la faceva solo per hobby, e mai aveva realizzato abiti di gala per le sue amiche...
"Ma smettila! Sarai bravissima, e gli abiti saranno stupendi!" esclamò Campania, felice di poter fare da modella: già si immaginava il meraviglioso vestito che Emilia le avrebbe confezionato...
"Grazie per l'incoraggiamento..." rispose la padrona di casa, ma Puglia interruppe la conversazione.
"Ragazze, non so voi, ma io vorrei incominciare..."
"Ah, giusto... Venite, venite di là!" le invitò Emilia, e in breve furono tutte e sette nel laboratorio, pronte per iniziare.
Con gli occhiali sul naso e il metro al collo, Emilia cominciò a prendere le misure, a tirar fuori le stoffe e a imbastire i primi modelli; le altre la lasciarono fare, convinte che sicuramente la regione sapeva il fatto suo e avrebbe tirato fuori i capolavori che stavano immaginando.
Tuttavia, Emilia non poteva leggere loro nel pensiero; e dal momento che le altre non dicevano nulla, lei continuò a fare di testa sua.
Perciò all'inizio fu piuttosto divertente.
Ma ad aprire le danze fu proprio la puntigliosissima Toscana.
"Ehm... Emilia, stavo pensando... Il colore l'hai azzeccato, solo che mi piacerebbe, che so, una spruzzata di strass! Così da simulare un cielo stellato!!!"
"Ah... Ok..."
L'emiliana tirò fuori gli strass da una scatola e iniziò a cucirli sulla stoffa blu scuro dell'abito.
"Emilia!" la chiamò Campania dal ripostiglio con i tessuti. "Che dici, secondo te non mi starebbe meglio un rosso più acceso? Tipo scarlatto o cremisi!"
"Sì, sì, certo... Ma il colore devi guardarlo con la luce giusta, quindi vieni fuori da lì!" rispose l'interpellata con un sospiro, rassegnandosi a rifarle praticamente tutto il vestito, dal momento che il progetto iniziale lo voleva giallo.
"Potevi dirlo prima che il colore non ti piaceva!" la rimproverò Puglia, poi si rivolse anche lei ad Emilia. "Senti, ehm... Non potrei averlo un tantino più stretto? Magari a sirena... Così è troppo largo! Sembra quasi antiquato!"
Emilia finì di cucire gli strass sul vestito di Toscana e diede una rapida occhiata alla pugliese.
"Va bene, dopo te lo stringo... Adesso però devo iniziare il nuovo vestito per Campania..."
"Ehi, Emilia!" la chiamò timidamente Umbria, mostrandole la pagina di una rivista di haute-couture. "Potresti farmelo simile a questo? Magari un po' meno scollato..."
"D'accordo... Attaccami la pagina su quella bacheca laggiù, poi vedo se..." iniziò la sarta, ma fu nuovamente interrotta, questa volta da Aosta.
"Signorina Emilia... Potrebbe aggiungermi un fiocco dietro la schiena? All'altezza della cintura..." chiese candidamente la piccola regione settentrionale.
"Ehm, ma certo, però..."
Di nuovo Toscana.
"Emi, scusa, ma le stelle le preferirei riprodotte nell'ordine giusto... Se vuoi ti presto una delle mie carte celesti..."
"Grazie, vedrò cosa posso fare..."
"Emilia!" la reclamò Campania tirandola via da Puglia, che protestò.
"Ehi! Che modi... Stava stringendo il mio vestito! E mi ha anche punto con uno spillo..."
"Mi dispiace..." si scusò Emilia, ma la campana ignorò le proteste della sorella e portò la sarta davanti al manichino porgendole la stoffa cremisi che aveva scelto.
"Il vestito rosso lo vorrei simile a quello di prima, quello giallo per intenderci... Ah, non credi che mi starebbero bene dei pizzi?"
"Piz..."
"O dei volant? Dai, sbrigati non vedo l'ora di vederlo!" esclamò la regione meridionale sprizzando eccitazione da tutti i pori.
"Va bene, va bene..." assentì pazientemente Emilia, e iniziò a tagliare la stoffa mentre l'altra si liberava della stoffa gialla che aveva addosso.
"Emilia, e le mie stelle?" protestò Toscana con una punta di irritazione.
"Mettiti in fila, cocca! C'era prima la mia gonna da stringere!" ribatté Puglia fulminando la toscana con lo sguardo.
"E prima ancora c'era il mio abito rosso! Non l'ha neanche iniziato!" si aggiunse Campania.
Umbria e Aosta si guardarono.
"Noi siamo le ultime..." disse Umbria, guardando sconsolata l'elaborato vestito mostrato nella pagina che doveva ancora attaccare in bacheca.
"Beh... Non dovrebbe metterci molto con il fiocco..." mormorò la valdostana.
Emilia non era solita perdere la pazienza, ma già non ne poteva più: le ragazze continuavano a cicalare e a chiedere modifiche ribadendo continuamente chi veniva prima e chi dopo, senza mai decidersi su cosa volevano davvero.
L'unica a non fare storie sembrava Salento, la quale però sembrava piuttosto contrariata.
"Tutto bene Salento?" le chiese apprensiva.
"Sì, grazie..." mugugnò lei.
"Devo apportare delle modifiche anche al tuo abito?"
"Sì... Lo vorrei più... Bello."
"N-non ti piace il colore?"
"No, il colore va benissimo."
"Allora il modello?"
"Anche il modello va bene, voglio solo che nell'insieme sia più... Bello."
Emilia alzò un sopracciglio.
"Cioè?"
"Diciamo... Più bello di un 20% ecco!"
Emilia scosse la testa e tornò a concentrarsi sul vestito campano. Che diavolo significava un 20% più bello?!
"Ehi, e se allungassi un po' le maniche?" chiese Campania una volta indossato l'abbozzo dell'abito.
Emilia le allungò le maniche.
"No aspetta... Troppo lunghe... Falle più corte!"
Le accorciò.
"Uhm... Troppo corte... Allungale..."
Gliele allungò fino al gomito.
"Ah, ecco, trovato: senza maniche!"
Emilia fu colta da un tic nervoso all'occhio.
Le tolse le maniche.
"Ehm... E se togliessimo anche le spalline?"
Le tolse le spalline.
"Naaaah non mi convince... Proviamo con una spallina!"
Le rimise una spallina.
"Aspetta... Mettila dall'altra parte!"
"CAMPANIA DECIDITI CAZZO!!!" sbottò l'emiliana spazientita.
"EHI, CHI DEVE METTERLO L'ABITO?" ribatté la regione meridionale a tono.
Emilia sbuffò e le mise la spallina sull'altro lato.
"Uhm... Che ne dici di un volant sulla spallina? O magari un fiocco!" tornò all'attacco Campania, come se nulla fosse.
Per fortuna Puglia giunse a salvarla (a salvare Campania dal raptus omicida e dagli spilli di Emilia).
"Emilia, senti... E se continuassimo domani? Ti lascio qui il vestito, così lo puoi aggiustare, va bene?" propose la pugliese levandosi l'abito e riponendolo con cura sul manichino.
"D-d'accordo... S-sì... A-andate..." balbettò la sarta in preda a duemila tic nervosi contemporaneamente (sembrava un robot in corto circuito).
Le altre seguirono l'esempio di Puglia e piano piano si cambiarono e andarono via, salutando Emilia e dandole appuntamento per il pomeriggio seguente.
Quando Romagna rincasò da Milano, quella sera, trovò la sorella in cucina, intenta a fissare il vuoto e a ridere istericamente con un bizzarro tic all'occhio destro.
"Sorbole! T-tutto bene?" le chiese preoccupato. Non la vedeva in quello stato dai tempi dell'Unità d'Italia...
"S-sì... Tutto bene... Perché?"
"Boh... Mi sembri strana... Ti preparo una camomilla?"
"G-grazie... M-ma sarebbe la quindicesima stasera..."
"Urgh!"
Di per sé Emilia non aveva mai avuto bisogno di bere camomille (preferiva il tè o il caffè): forse serviva un medico...
"R-Romagna, gradirei restare da sola grazie..."
"O-ok..."
Il romagnolo la lasciò in cucina appuntandosi mentalmente di chiudere la porta della sua camera a chiave per quella notte.
In corridoio, passò davanti alla "sartoria" di Emilia e gettò distrattamente un'occhiata all'interno.
"WOAH!!! Carino questo vestito rosso!" gridò alla sorella, ma il rumore di una tazzina rotta e una serie di imprecazioni in dialetto emiliano lo indussero ad abbandonare precipitosamente il laboratorio e a barricarsi in camera sua. E gli ricordarono anche di chiudere a chiave, onde evitare possibili versioni bolognesi di "Shining".

La mattina dopo Emilia si alzò stranamente tranquilla.
Romagna non c'era, e la giovane dedusse fosse già andato a Milano da Lombardia.
In tutta calma fece colazione, diede un'occhiata al giornale lasciato lì in cucina dal fratello, scorse velocemente la propria pagina di Facebook e controllò la posta elettronica.
Non appena vide le mail non lette, le tornò il tic all'occhio: duecentoquarantasette mail!!! Tutte inviate dalle regioni che il giorno prima erano state da lei.
"Ma che diavolo..."
Iniziò a leggerle: Puglia chiedeva di accorciare la gonna, Toscana chiedeva di aggiungere Cassiopea tra le costellazioni del suo vestito, Campania chiedeva di aggiungere più volant sulla gonna, Puglia di nuovo chiedeva di fare l'intero abito pieghettato, Umbria voleva lo chiffon (alla faccia!), Aosta voleva la seta, Salento voleva aggiungere una stola e dei bordi di raso...
L'emiliana si accasciò sullo schienale, gemente e piangente in una valle di lacrime: a quell'andazzo entro l'Immacolata sarebbe finita in un ospedale psichiatrico...
Il telefono vibrò.
La regione vi gettò uno sguardo: un messaggio da Lombardia.
'Tutto bene? ��'
'No, per niente! �� è un disastro, tutte vogliono modifiche e non sono mai soddisfatte... �� help me!!!' rispose lei, sperando un po' meschinamente che anche il lombardo fosse nella stessa situazione con i ragazzi.
'Perché non provi ad occuparti di ciascuna singolarmente? ��'
La risposta la lasciò di sasso.
Aveva ragione! Doveva confezionare un abito alla volta! Non poteva pretendere di esaudire contemporaneamente le richieste di ciascuna...
Di buona lena, separò le mail delle ragazze, prese delle modine e attraverso le indicazioni fornite da ogni regione realizzò per ciascuna un abito che le accontentasse.
Per l'ora di pranzo aveva già finito: ognuna aveva il suo vestito, e ognuna quel pomeriggio avrebbe fornito SINGOLARMENTE ulteriori indicazioni al momento di realizzare gli abiti veri e propri.
Dopo mangiato, mentre aspettava le altre, buttò giù qualche idea per il suo vestito, dal momento che non ci aveva ancora pensato.
Quando le ragazze arrivarono, Emilia aprì loro la porta con un radioso sorriso e le invitò ad accomodarsi nel laboratorio di sartoria.
"Toscana, iniziamo con te, ok?" esordì mettendo da parte gli altri manichini e porgendo alla regione il foglio di carta con il disegno del suo abito.
Le altre si guardarono sorprese.
"Ma come... Non facciamo come ieri?" domandò Campania interdetta.
"Ma certo... Poi dallo psichiatra qui vicino mi ci accompagni tu?" rispose l'emiliana, suscitando un coro di risate sinceramente divertite da tutte le altre, Campania inclusa.
Quel pomeriggio fu davvero divertente: Emilia si occupò di ciascuna realizzando i vestiti concepiti quella mattina e apportando solo impercettibili modifiche, dal momento che tutte loro erano estasiate dagli abiti disegnati dalla regione-sarta-stilista sulle loro indicazioni, e tutte parteciparono alla creazione di ogni vestito fornendo consigli e suggerimenti come "pareri esterni".
Alla sera, l'emiliana le congedò fissando loro un appuntamento ciascuna per rivedere con più calma l'abito di ognuna.
Quella sera, quando Romagna tornò a casa, trovò la sorella calma e sana di mente. Con un sospiro di sollievo, rimosse la chiave dalla serratura della sua porta e dormì sonni tranquilli.

"Ma quando cavolo arrivano?" borbottò Sicilia guardando per la ventitreesima volta l'orologio.
"Dai, sicuramente staranno arrivando..." lo rassicurò Marche, continuando però a camminare avanti e indietro nella sala d'ingresso del Quirinale, giustamente preoccupato per la sorella.
Un altro preoccupato per Umbria era Calabria.
"E dire che dovevano arrivare prima di noi... Partivano da Bologna!!!"
"Smettetela... Lo sapete come sono le donne, no?" fece Piemonte con la solita aria aristocraticamente altera, rassettandosi la cravatta.
"Marche, potresti stare fermo? Stai spiegazzando tutto il completo!" esclamò Lombardia, preoccupato per il frac che aveva realizzato personalmente per il marchigiano.
"Sorbole! Ha ragione, Marche, stai calmo... Ehi, lombardo, se avessi avuto un completo rosso sarei più tranquillo anch'io! Lo sai che il rosso mi acquieta!" protestò Romagna contrariato.
"È già tanto che ti ho permesso di indossare una cravatta rosso vermiglio, Rom..." sospirò Lombardia.
"Non... Non chiamarmi 'Rom'!" ribatté il romagnolo.
Veneto si alzò spazientito.
"Sentite, non so voi, ma io le aspetto fuori..."
"Ma fa freddo fuori..." lo informò Friuli preoccupato.
"Certo che fa freddo fuori, ciò... È praticamente Natale! Siamo in pieno dicembre... Ma in quanto regione non posso beccarmi l'influenza solo perché fa freddo! Quindi vado... Se vuoi seguirmi, vieni, se no stai qui!"
E uscì irritato dalla sala borbottando improperi in veneziano, con gli altri che lo guardavano meravigliati.
"Belandi!!!" esclamò Liguria. "E dire che di solito il mangiagatti è la razionalità fatta persona... Non l'ho mai visto scaldarsi tanto per una sciocchezza del genere!"
"Lascia stare..." commentò Trentino scuotendo la testa. "È che non ha qui il suo remo da gondoliere... È irritabile quando non ce l'ha!"
Tutti guardarono Lombardia.
"Che c'é!" si scaldò il lombardo. "Non potevo permettergli di portarsi un volgare remo al gala di Natale!"
Nel frattempo, in cortile, Veneto si strinse nel proprio elegantissimo frac, con le lucide scarpe di vernice nera sprofondate nella neve alta.
"Pare l'acqua alta di Venezia, ciò..." ridacchiò il veneto ravvivandosi i capelli castano chiaro ben pettinati per l'occasione.
Proprio allora fece il suo ingresso nel cortile una lussuosa limousine targata Bologna.
"Finalmente, eccole qua!!!" esclamò, felice che le ragazze fossero arrivate.
L'autista scese ed aprì la portiera.
Quando le sette ragazze emersero dall'interno del mezzo nella gelida aria invernale, una dopo l'altra, Veneto restò di sasso.
"Ciao Veneto! Accidenti.. Stai benissimo col frac!!!" lo salutò Salento con un aggraziato sorriso.
"I-io... Grazie... Va-vado ad annunciarvi... C-ciò..."
La regione rientrò, ancora con gli occhi sbarrati e l'espressione sbalordita.
Le altre regioni lo guardarono preoccupate.
"Allora? Che succede? Perché hai quella faccia? PARLA CAZZO!!!" fece per aggredirlo Calabria, fortunatamente bloccato da Basilicata e da una misteriosa presenza sconosciuta (Molise).
"L-le ragazze... S-sono arrivate..." balbettò Veneto, e si fece da parte per lasciarle entrare.
Uno dopo l'altro, i maschi ammutolirono e sbarrarono gli occhi, abbacinati da cotanto splendore.
Sicilia si diresse prontamente e a testa alta verso la sua Puglia, tra tutte loro forse la più bella che ci fosse (non solo per lui). Le porse il braccio e si avviò orgogliosamente con lei verso la sala da ballo, mentre gli altri inondavano di complimenti le ragazze rimaste.
"Sicilia... Sgonfia un po' quel petto! Sembri un pavone che ha appena fatto la ruota!" ridacchiò la pugliese, stringendosi al braccio robusto e forte del suo siciliano preferito.
"Se fossi un pavone... La mia fulgida ruota saresti tu!" rispose questi, sorridendole a sua volta.
Frattanto, dietro i due tubanti piccioncini meridionali, anche Trentino si apprestava a prendere possesso della sua Valle francofona preferita (Piedmont doesn't approve!).
"Ehm... Ciao..." mormorò il ragazzino biondo, guardando qualsiasi cosa fuorché Aosta al fine di evitare la faccia da triglia bollita di prima.
"Ciao... Ti sta bene il cravattino!"
Anche Aosta era imbarazzata... Ma si sa, tra bambini gli indugi si rompono facilmente...
Piemonte si avvicinò ad Emilia (Romagna doesn't approve!) ed eseguì un galante inchino seguito da un impeccabile baciamano.
Emilia arrossì.
"Sei incantevole... Stasera più del solito!" le disse porgendole il braccio.
"Grazie... A-anche tu stai... Bene..." mormorò lei, prendendo il braccio e avviandosi con lui dietro agli altri.
Dietro di loro, fu Lombardia ad avvicinarsi a Campania (Sicilia, anche se non guarda, DOESN'T ABSOLUTELY APPROVE!!!).
"Wow!!! Sei fantastica stasera!!!" si complimentò il lombardo con un sorriso radioso.
"Grazie... Le altre sere invece che sono, un cesso?" ribatté l'altra con un sorriso provocatorio.
"Ma no... Tu sei sempre bellissima..." balbettò il settentrionale, accorgendosi che effettivamente Piemonte aveva impostato il complimento in maniera decisamente più accorta.
Campania scoppiò a ridere e prese a braccetto lo spasimante padano, ed entrambi seguirono i loro compagni di Stato verso il salone delle cerimonie.
Calabria ebbe un approccio diverso con Umbria: le saltò al collo e la seppellì nel suo abbraccio (Romagna e Abruzzo si portarono via Marche prima che scoppiasse nuovamente a piangere).
"Stai bene! Meno male, ero preoccupat..."
"C-Calabria... Mfff... M-mi rovini... Il vestito..."
Il calabrese liberò l'umbra e la squadrò da capo a piedi.
"Oh, a proposito, sei un incanto..."
"G-grazie... Anche tu stai bene con il frac!"
I due innamorati si accodarono agli altri e tutti e venti raggiunsero la sala grande; non appena i valletti spalancarono le porte davanti a loro, una specie di uragano biondo e casinista li travolse e abbracciò le prime due regioni che si trovò davanti: Puglia e Campania (Sicilia e Lombardia sprizzarono morte e distruzione da tutti i pori disponibili).
"RAGAAAAAAAA!!! FINALMENTE!!! MI STAVO ANNOIANDO A MORTE... MENO MALE CHE SIETE ARRIVATI!!!" esordì Lazio, sospingendoli tutti e venti verso l'enorme albero di Natale che troneggiava al centro del salone.
"Ho un regalo per ciascuno di voi!!!"
Gli altri si guardarono: nessuno di loro aveva portato nulla per Lazio.
Erano stati così occupati con i vestiti che non avevano minimamente pensato ai regali...
"Piemonte, Aosta, il primo regalo è per voi!!!"
Il latino scomparve dietro l'albero e ne riemerse tirandosi dietro una figura più alta di lui con un grande fiocco rosso in testa.
Piemonte rimase di sasso.
"Salut, mes fréres..." li salutò il bel giovane alto con un raffinato codino dietro la nuca e profondi occhi azzurri.
"S-Savoia..."
Gli occhi del piemontese e della valdostana si riempirono di lacrime: entrambi si lanciarono sul fratellone francofono e lo abbracciarono stretto.
"Aspettate, c'è dell'altro... Liguria, ecco il tuo regalo!" continuò Lazio tutto eccitato: da dietro l'albero spuntò una graziosa ragazza con una cuffia in testa, sulla quale era appuntata una grossa coccarda rossa.
"Nizza!!!"
Liguria abbracciò la sua amata, felice come una Pasqua... O meglio come un Natale. Quel Natale.
In breve, tutti i cosiddetti "regali" emersero da dietro l'albero: Sardegna scoppiò in lacrime, felice di riavere la sua adorata sorellina Corsica almeno per una sera, Veneto riabbracciò il suo migliore amico Dalmazia e Friuli scambiò finalmente un bacio appassionato con la sua amata Istria; Lombardia scartò commosso l'orologio a cucù a forma di Duomo di Milano regalatogli da Canton Ticino, non presente poiché passava il Natale con gli altri Cantoni svizzeri (un regalo un po' pacchiano, certo... Ma Ticino lo aveva fatto con tanto amore! ^w^); Trentino lesse la cartolina di auguri inviatagli da Tirolo assieme a un nuovo cappello tirolese, verde acceso e con anche una piuma rossa; Romagna ebbe una sciarpa rosso mattone (quella tonalità gli mancava), Emilia e Abruzzo del denaro per riaggiustare i danni provocati dal terremoto, Toscana dei libri nuovi e una grande tela con cavalletto e set di pittura nuovo di zecca (lei apprezzò moltissimo)... Puglia e Sicilia ebbero due regali simili: una moneta risalente al Medioevo, con un piccolo foro in alto e una catenina.
Sulla moneta, l'effigie di Federico II di Svevia.
Commossi, i due ringraziarono Lazio, dimentichi per una sera di tutti i casini che questi combinava.
Quando tutti ebbero scartato i loro regali ed ebbero ringraziato il latino riconoscenti, si guardarono nuovamente.
"Ehm... Lazio..." iniziò Toscana parlando a nome di tutti. "Noi non... Non ti abbiamo portato nulla..."
"COSA? Non mi avete portato nulla?" replicò stupito lui. "Voi mi avete fatto il regalo più bello che potessi mai chiedere!"
Tutti si guardarono straniti.
Che diavolo farneticava quel deficiente?
"Per una sera" spiegò Lazio con un grande e sincero sorriso "mi avete permesso di ospitare la capitale di un'Italia unita e felice... Felice per davvero! Ho persino visto Piemonte abbracciare qualcun altro che non fosse sua sorella... Insomma, questa sera sono riuscito a rendervi felici, sono riuscito a farvi sorridere... E per me è questo il regalo più bello!"
Gli altri restarono un momento in silenzio.
Poi, Piemonte si fece avanti e strinse il latino in un abbraccio sincero e affettuoso. A lui si unirono man mano anche Toscana, Umbria, Marche, Campania, Romagna...
Tutta l'Italia e tutte le regioni "irredente" si unirono in un grande e fraterno abbraccio, fieri di essere un'Italia unita non solo sulla carta, ma anche nel cuore, nella buona e nella cattiva ventura...
Lazio, che rischiava di esplodere per l'euforia, intonò una carola.
"A TUTTI UN BUON NATALE..."
I ragazzi del sud seguirono immediatamente.
"AUGURI DI BUON NATALE..."
Anche il centro si unì al coro.
"A TUTTI UN BUON NATALE..."
E infine il Nord e gli ospiti, felici davanti all'albero illuminato a festa.
"DI CUORE AUGURIAM!!!"


 
Note dell’autore
 
E dunque eccoci arrivati alla fine del nuovo episodio di Regitalia… perdonate la lunghezza, ma non volevo dividerlo in due parti (come sarebbe stato giusto fare) poiché sto per partire e per due settimane non avrò accesso al sito…
Chiedo venia anche per aver fatto apparire poco Sardegna e altri, e per aver dato spazio soprattutto ai soliti… presto tutti loro avranno un capitolo dedicato, quindi tranquilli! XD
Ripeto che, qualora lo desideraste, siete liberissimi di usare i miei personaggi come vi pare e piace: solo vi chiedo di scrivere da qualche parte che sono miei (all rights reserved!!!)!!!
Detto ciò… BUON NATALE DA TUTTA ITALIA E ZONE LIMITROFE!!! ^^
 
  
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