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Autore: Engel_Aranel    24/12/2013    2 recensioni
- Avete presente quando capite all'improvviso che ciò che avete fatto fino a quel momento è stato solo una gran puttanata e che stavate buttando via la vostra dignità, la vostra persona, la vostra vita?
Bene, a me non è mai successo. -
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Apro gli occhi e mi guardo intorno. Non è camera mia, non è il mio letto, di nuovo. Una scena del genere l'ho già vissuta e deve smettere di succedere! Mi metto a sedere, mi osservo. Indosso dei pantaloncini di una tuta scuri e una canotta larga anche se non troppo. Ora ricordo. Sono tornata a casa con Bill.

 

Quando ieri sono uscita dal bagno e sono rientrata nel salone, Tom non c'era più. Io e Bill ci siamo dovuti trattenere finché Fenny non ha deciso di lasciarci andare, ero preoccupata per Tom, era sparito nel nulla, avevo veramente paura. Anche Bill era nervoso, lo si vedeva lontano miglia. Siamo usciti velocemente dalla villa non appena abbiamo potuto, siamo saliti in macchina e Bill è partito a tavoletta senza pensarci su un attimo.

«Ti porto subito a casa» ha affermato agitato.

«No!» mi è uscito spontaneamente mentre lui si è voltato a fissarmi «N-non voglio andare a casa, posso restare da voi?» ho chiesto cercando di calmarmi; lui mi sorride. Non risponde, ma quel sorriso mi scalda dentro, poi il suo viso torna teso e preoccupato. «Dici che sta bene?».

«Me lo auguro, spero di trovarlo a casa sennò sarà dura cercarlo...».

«E se fosse ancora in casa di Fenny?» ho chiesto spaventata. Quel pensiero mi ha fatto venire anche la pelle d'oca. No, non può essere.

«No, sta bene. Lo so, lo sento» mi ha risposto, ma continuava a restare teso. Ha lasciato la macchina come capitava nel vialetto della sua villa ed è sceso. Prima di imitarlo ho tirato il freno a mano che il moro ha dimenticato. Lo raggiungo, lui è già dentro. Chiudo la porta alle mie spalle e lo seguo per le scale. Raggiunge la camera di Tom, apre la porta e subito il suo viso si stende, si rilassa. Caccia fuori l'aria che ha trattenuto da quando è sceso dall'auto e torna a respirare normalmente. Mi affaccio anch'io per vedere dentro la stanza. Tom giace sul letto, il corpo rilassato, gli occhi chiusi; leggermente rannicchiato su se stesso e respira in modo tranquillo, almeno fino ad adesso, quando noto che addome comincia ad alzarsi in modo irregolare.

«Cos'ha?» chiedo.

«Non lo so!» si preoccupa Bill.

Corro vicino al letto, mi stendo dietro di lui e lo avvolgo in un abbraccio, faccio tutto spontaneamente, senza pensarci su troppo. Comincio a strofinargli una mano sul petto e a sussurrargli di star tranquillo e che va tutto bene; probabilmente stava solo sognando. Torna a calmarsi ed insieme a lui anche io e Bill.

«Posso stare qui?» chiedo e Bill annuisce.

«Ti vado a prendere qualcosa per dormire» mi sorride e sparisce oltre la porta. Torna poco dopo con dei pantaloncini ed una canotta «Non sono proprio della tua taglia, ma penso che possano andarti bene, almeno per dormire». Sorrido e lo ringrazio. Mai avrei pensato di ringraziare Bill, ma alla fine è buono, dolce. «Io vado a dormire, sono sfinito... lo lascio in buone mani?» domanda.

«Certo! Buonanotte, Bill» esce dalla camera chiudendosi la porta dietro.

Mi avvicino alla scrivania, mi ricordo solo ora di essere soltanto in intimo e vestaglia, ormai mi ero abituata e non ci avevo più pensato. Indosso la canotta e i pantaloncini, mi osservo allo specchio sull'anta dell'armadio. Il collo mi fa male e ho qualche livido dovuti a quando sono stata sbattuta a terra. Gli occhi si fanno lucidi, sto per crollare, ma non devo, non ora. Mi asciugo la lacrima sfuggita alla mia resistenza e vado verso il letto. Mi distendo di nuovo dietro di lui e lo abbraccio addormentandomi poco dopo.

 

Scendo dal letto, il dolore al collo c'è ancora, ma è diminuito parecchio. Nella camera non c'è nessuno, così esco, girovagando per la casa. Arrivo in cucina, i due gemelli sono seduti al tavolo e mangiano silenziosamente.

«Buongiorno» dico con voce rauca ancora per il sonno.

Tom si gira e mi sorride radioso guardandomi attentamente dalla testa ai piedi. Non posso vedermi, ma sarò sicuramente più rossa di un pomodoro.

«Buongiorno» mi sorride Bill.

Mi siedo al tavolo con loro, il moro si alza recuperando qualcosa da mangiare anche per me, poi ritorna al tavolo posandoci sopra una ciotola con latte caldo. Mi prendo lo zucchero, i biscotti ed il cacao e comincio a mangiare. Sento ancora gli occhi di Tom addosso e dei brividi mi attraversano la schiena. Alzo lo sguardo e lui lo abbassa velocemente.

«Tutto bene?» domando per rompere il silenzio. Annuiscono, mentre Tom si alza per posare la sua ciotola nel lavandino. Una smorfia di dolore gli sfigura il volto per qualche secondo, lui fa finta di nulla, ma io l'ho vista.

«Parlate» affermo fredda.

«Cosa intendi? Va tutto bene...» proprio lui ha parlato, Tom.

«Smettetela di trattarmi come una bambina! Non sono stupida! Mi sono accorta della tua smorfia di dolore! E di sicuro non era perchè la tazza pesava troppo!» sbraito.

«Fenny l'ha preso a pugni...» la voce di Bill giunge alle mie orecchie, ma io continuo a fissare Tom che lo guarda fulminandolo. Sbianco, lo so per certo.

«Non prendertela con tuo fratello, Tom!» dico calmandomi, ma ancora sotto shock per la notizia. «Sta solo dicendo ciò che tu mi ometti! Dove? Dove ti ha colpito?» chiedo sbattendo le mani sul tavolo. Lui continua a non rispondere, ma alza la canottiera bianca che indossa. Un enorme livido violaceo gli copre il fianco. Se non sono sbiancata prima, di sicuro è successo adesso.

«Sei un fottuto stronzo!» torno a sbraitare gettandomi addosso a lui e cominciando a tirargli pugni leggeri sul petto. Le lacrime della sera prima ritornano più violente, ma stavolta non provo neanche a fermarle, scendono bagnando il mio viso e il tessuto bianco «Questo per te è stare bene?» continuo con i pugni.

«Rhì! Rhì, così gli fai più male!» mi fa notare Bill. Mi fermo guardando il nulla oltre le spalle di Tom.

«Scusa...» mormoro «E che... ti voglio bene e non mi va che te le sei prese per me... non è giusto...» continuo quasi in un sussurro.

«Shh» mi zittisce lui «Vuoi sapere perchè sto bene nonostante questo?» domanda indicando il livido e io annuisco. «Perchè nella mia casa c'è la ragazza che amo, la ragazza che mi è stata accanto questa notte tenendomi tra le sua braccia, sempre. Perchè quella ragazza dal carattere tutto pepe ora è qui davanti a me, con lo sguardo basso, le guance rosse e le lacrime agli occhi e questo mi fa capire molte cose; cose che lei non ha il coraggio di tramutare in parole, ma a me va bene così, a me basta questo. Io ti amo e se ci sei tu per me va tutto bene!» ha parlato tutto d'un fiato, ogni parola è arrivata prima al cuore e dopo al cervello, aumentando le lacrime «Però vederti così non aiuta sai? Io voglio vedere il tuo sorriso, non queste lacrime» dice alzandomi il viso con l'indice e asciugandomi le guance con i pollici. Punto i miei occhi nei suoi e dedico di non staccarli più. I suoi infondono sicurezza nei miei e pian piano quell'alone di tristezza sparisce, lasciando posto ad un sorriso silenzioso quando, anche le mie labbra, decidono di tirarsi in un sorriso rovinato da qualche singhiozzo. Mi abbraccia, mi abbraccia stresso e gemo, ma non di piacere purtroppo. Mi allontana prendendomi per le spalle e mi fissa serio.

«Cosa succede?» stavolta sono io che non voglio parlarne, ma lui vede prima che io riesca anche solo a pensare ad una frase di senso compiuto. Osserva i lividi sul mio corpo, stringe leggermente la presa sulle spalle e comincia a respirare più pesantemente.

«T-Tom, calmati, ti prego...» continua ad osservarmi «Sembriamo la strana coppia» dico sorridendo cercando di sdrammatizzare, ormai i lividi ci sono e non ci resta che aspettare che passino, quindi perchè arrabbiarsi? Lui continua ad osservarmi per qualche secondo, poi scoppia a ridere.

«Vieni qui!» dice riportandomi stretta al suo petto, ma questa volta più delicatamente. Rimango li, tra le sue braccia dove starei per sempre ed intravedo Bill, sulla soglia della porta che sbircia, ma quando si è alzato? Sorride, mi fa l'occhiolino felice e se ne va. Sorrido anch'io perchè forse ho toccato il fondo e ora sto davvero risalendo e non lo sto facendo da sola, ma con due persone fantastiche.

«Dobbiamo parlare ora però...» mi allontano per guardarlo «Siamo ancora sotto il controllo di Fenny...» spiega «Devi allontanare Ashton dal suo giro di amici...» è serio, eppure non capisco... cosa centra Ashton? Glielo chiedo.

«Perchè?».

«Rhì, Misha è la sorella di Fenny!».

«COSA?!» urlo. «Quindi ieri sera, quando è uscito per andare da Misha era...».

«A casa di Fenny, probabilmente...» conferma ogni mia paura e ogni mia speranza va a farsi fottere. Anche le parole di Tom spariscono dalla mia mente, l'unico pensiero è quello di contattare Ash. Corro in camera, cerco tra la mia roba il telefono, ma ho solo la vestaglia e il cellulare è rimasto a casa.

«Tom, dammi il telefono, per favore...» dico agitata voltandomi verso di lui che mi ha raggiunto nella stanza. Si fruga nelle tasche e poi controlla sul comodino, apre il primo cassetto e tira fuori il cellulare. Me lo passa e lo afferro in fretta. Compongo il numero, schiaccio il tasto verde e lo appoggio al mio orecchio. Primo squillo. Secondo squillo. Terzo squillo.

 

 

-Ashton's Pov-

 

Sono scappato di corsa da casa, non volevo nascondermi da Rhì, ma non mi avrebbe lasciato andare. Quando arrivo alla villa di Misha è il maggiordomo ad aprirmi. 'wow', penso. Mi guardo intorno, questa casa è enorme. Mi raggiunge subito Misha che mi abbraccia contenta, baciandomi le guance.

«Vieni, andiamo in camera, Antony, Noah e Taylor sono già qui, mancavi solo tu!» afferma prendendomi per un braccio e trascinandomi con se. Entriamo nella stanza e tutti mi salutano, sembrano di buon'umore e anche Tony sembra messo meglio dell'ultima volta che l'ho visto.

Parliamo del più e del meno quando esce fuori un'idea che non mi piace molto.

«Ho un'idea! Giochiamo ad obbligo o verità! E chi sceglie obbligo manda giù un bicchiere di... uuhm... cos'hai in casa Misha?».

«Tutto quello che volete!» afferma sorridente «Ci sto!» si alza uscendo dalla camera e ritornando poco dopo seguita dal maggiordomo con un vassoio con quattro bottiglie e cinque bicchieri.

«I-io veramente... N-non mi va...» dico agitato. Non è la questione di bere, ma semplicemente non mi va.

«Daai! È solo un gioco!» dice Noah «Per farci due risate!» Scuoto il capo e Taylor sbuffa.

«Forza, comincia tu, se poi non ti piace ti tiri fuori...» è Misha a parlare.

«No, fate voi...».

«D'accordo, però tu giochi» afferma ed iniziano.

«Comincio io!» dice Taylor impaziente « Allora, uhm... Noah!»

fanno il giro completo più e più volte. Io ho risposto solo ad un paio di domande scolandomi per penitenza sei bicchieri di non so cosa. Comincio a non essere più lucido, anche se ancora capisco ciò che mi succede intorno.

«Vuoi?» mi chiede Mins porgendomi una sigaretta e annuisco. Lei non mi dà la sigaretta tra le mani, ma ne prende un tiro e la lascia a Tony. Si avvicina a me trattenendo, mi mette una mano sul viso dolcemente e mi bacia, lasciando che il fumo passi dalla sua bocca alla mia, dai suoi polmoni ai miei. Mi fa uno strano effetto e non so se sia per il fumo o per il bacio che sono costretto ad interrompere per tossire.

«Immaginavo che non fossi pratico...» dice sorridendo. Ne prende un altro tiro e si riavvicina a me. Voglio allontanarmi, ma la scossa che mi ha dato il contatto con le sue labbra è più forte. Mi bacia nuovamente passandomi il fumo, ma stavolta non lo interrompo. Ci stacchiamo dopo un paio di minuti buoni, Noah comincia ad urlare seguito da Tony e Taylor. Misha sorride e io anche. Sentiamo dei rumori provenienti da una stanza vicina, ma Misha ci dice di non preoccuparci.

Andiamo avanti fino a notte fonda, quando gli altri decidono di andarsene e salutano.

«Tu puoi restare se vuoi...» afferma con lo sguardo basso Misha.

«N-no, io... non posso...» balbetto, ma è come se non avessi detto nulla, lei mi trascina di nuovo all'interno della stanza e chiude la porta.

«E' una proposta che non accetta rifiuti...» aggiunge.

Si avvicina nuovamente e io indietreggio finché non trovo la parete a fermarmi. La sua mano si appoggia sulla mia spalla e scende lentamente lungo il mio corpo. Brividi attraversano ogni fibra del mio corpo. Mi piace.

Arriva al bordo della mia maglietta e la tira su, lentamente. La sfila e continua a passare le mani sulla mia pelle. Brucia, ma è un bruciore piacevole. Allungo finalmente una mano e posandogliela sul fianco l'avvicino a me. Non ho idea di come evolveranno le cose, ma ho deciso di lasciare il mio buon senso da parte. Mi bacia, portando le braccia intorno al collo, porto le mie sulle sue cosce e la sollevo in modo che possa appoggiare le gambe sui miei fianchi e intrecciarle dietro la mia schiena. Mi stacco dal muro e mi avvicino al letto. La faccio stendere e mi metto sopra di lei reggendomi con le mani, ma non so cosa fare. Non mi sono mai trovato in situazioni simili. Lei mi passa le mani sul petto scendendo verso i pantaloni. Ho paura. Mi scosto e lei mi guarda perplessa.

«Ho sbagliato qualcosa?» domanda.

«N-no, è che... I-io...» mi zittisce baciandomi e capovolge la situazione. Ora sono io sotto con lei a cavalcioni sopra di me.

«Ho paura anch'io» sussurra tra un bacio e l'altro «Ma ti voglio troppo» dice sfilandosi la maglietta.

Il mio respiro aumenta mentre lei continua a baciarmi e decido di lasciarmi andare anch'io.

 

Aprendo gli occhi, la prima cosa che noto è che non mi trovo nella mia stanza. Un mal di testa lancinante mi colpisce subito e porto una mano alla tempia massaggiandola. Qualcosa mi stringe all'altezza della pancia, scosto le coperte e, oltre ad accorgermi di essere nudo, vedo un braccio che mi stringe. Mi giro e accanto a me c'è Misha, nuda anche lei. Merda. Cerco di scendere dal letto senza svegliarla, ma non riesco.

«No, resta qui...» farfuglia e stringe ancora leggermente. Mi intenerisce, in fondo ci sto bene io qua, sotto le coperte con lei. Torno a coricarmi e stavolta sono io a stringere lei. È stata una notte bellissima, sarebbe un peccato rovinarla alzandomi. Torno a baciarla, ma non con voglia, ma con dolcezza, la sento sorridere e il mio cuore perde un battito.





Eccomi!
Giusto in tempo per augurarvi un
BUON NATALE! ♥
AMATEMI u.u
Ahahaha Detto questo eccovi il nuovo capitolooooo *w*
Aaaallora? Tom si è dichiarato!!!! Allelujaaaaa! E Ashton? Aaaaaah sclero male io che l'ho scritto, spero che capiti anche a voi che leggetee!! **
Questa volta vi risparmio i miei contatti ahhahah VI ringrazio di cuore per ogni recensione e ogni visita nelle mie storie e vi ripeto gli auguri!

BUON NATALEEEEEE! ♥
Baciii ♥
   
 
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